Sei sulla pagina 1di 4

Esame di Geometria e Algebra Lineare

Politecnico di Milano – Ingegneria dell’Informazione – Prova del 22 luglio 2020 – Parte A

Tutte le risposte devono essere motivate. Gli esercizi vanno svolti in bella copia su fogli e poi scannerizzati
in ordine. Il primo foglio deve contenere nome, cognome, codice persona e matricola, tutti i fogli devono
essere numerati. Il numero massimo di fogli ammessi è 7. Il file da caricare deve essere in formato pdf e
deve chiamarsi "vostro-codice-persona.pdf". Durata 90 minuti.

1. Sia f : R3 ! R3 l’endomorfismo con le seguenti proprietà:

f ((0, 0, 1)T ) = (0, 0, 0)T , f ((2, 1, 0)T ) = (1, 2, 0)T , f ((1, 2, 0)T ) = (2, 1, 0)T .

(a) Dimostrare che f esiste ed è unica.


(b) Scrivere la matrice rappresentativa di f rispetto alla base canonica.
(c) Dire se f è ortogonalmente diagonalizzabile e in tal caso trovare una base ortonormale di R3 composta da au-
tovettori di f .
Soluzione.
(a) Dal Teorema di Rappresentazione sappiamo che un’applicazione lineare è univocamente determinata quando
si conoscono le immagini tramite essa di vettori che formano una base del dominio. Quindi dimostrare che
{(0, 0, 1)T , (2, 1, 0)T , (1, 2, 0)T } è una base di R3 . Per farlo basta notare che la matrice
0 1
0 2 1
@ 0 1 2 A
1 0 0

che ha per colonne i vettori considerati ha determinante diverso da zero e quindi ha rango massimo.
(b) Per lo stesso teorema, sappiamo che la matrice rappresentativa richiesta ha per colonne le coordinate canoniche
delle immagini tramite f dei vettori della base canonica. Se chiamiamo v1 = (2, 1, 0)T , v2 = (1, 2, 0)T e
v3 = (0, 0, 1) abbiamo e3 = v3 , da cui e2 = v1 52v2 e e1 = 2v15+v2 . Allora dalla linearità di f segue

2f (v1 ) + f (v2 ) 1
f (e1 ) = = (4, 3, 0)
5 5
e
f (v1 ) 2f (v2 ) 1
f (e2 ) = = ( 3, 4, 0).
5 5
La matrice rappresentativa è dunque 0 1
4/5 3/5 0
A = @ 3/5 4/5 0 A
0 0 0
Alternativamente, si potrebbe ottenere A tramite la formula di cambiamento di base. Sia B = {v1 , v2 , v3 }, che
sappiamo essere una base di R3 , e siano P la matrice di cambio base dalla base B alla base canonica e A0 la matrice
rappresentativa di f dove si considera la base B per il dominio e quella canonica per il codominio. Allora avremo
0 1 0 1
2 1 0 0 1 2
P =@ 1 2 0 A e A0 = @ 0 2 1 A.
0 0 1 0 0 0

Dalla formula di cambiamento di base abbiamo A = A0 P 1


, una volta calcolata P 1
otteniamo lo stesso risultato
di sopra.
(c) Il Teorema Spettrale afferma che un endomorfismo è ortogonalmente diagonalizzabile se e solo se la sua matrice
rappresentativa rispetto ad una qualunque base ortonormale è simmetrica: vediamo subito che A lo è, dunque f è
ortogonalmente diagonalizzabile. Iniziamo ad individuare una base di R3 formata da autovettori di f . Il polinomio
caratteristico di f è = ( 2
1), che ha radici 1 = 0, 2 =1e 3 = 1. Gli autospazi corrispondenti sono

V0 = ker(A) = L((0, 0, 1)T ),


0 1
1/5 3/5 0
V1 = ker(A I) = ker @ 3/5 9/5 0 A = L((3, 1, 0)T ),
0 0 1
0 1
9/5 3/5 0
V 1 = ker(A + I) = ker @ 3/5 1/5 0 A = L((1, 3, 0)T ).
0 0 1
Poiché gli autovalori sono semplici, gli autovettori trovati sono già ortogonali tra loro. Per trovare la base richiesta
basterà solo normalizzarli, si ottiene la base
1 1
{(0, 0, 1)T , p ( 3, 1, 0)T , p (1, 3, 0)T }.
10 10
Alternativamente, si sarebbe potuto osservare che f scambia v1 con v2 , ovvero che f (v1 ) = v2 e f (v2 ) = v1 . Allora
f fissa v1 + v2 e ribalta v1 v2 , ovvero f (v1 + v2 ) = v1 + v2 e f (v1 v2 ) = (v1 v2 ). Quindi v1 + v2 = (3, 1, 0)
e v1 v2 = (1, 3, 0) sono autovettori relativi rispettivamente agli autovalori 1 e 1. Osserviamo poi che f (e3 ) = 0,
quindi appartiene al nucleo ed è un autovettore relativo all’autovalore 0. Per trovare la base cercata si procede
poi come sopra.
2. Sia k 2 R, e siano U e Vk i sottospazi di R4 così definiti:
(
x+y z w =0
U: e Vk = L (1, 0, 0, k)T , (0, 1, 1, 0)T , (1, 1, 1, 1)T .
x y+z w =0

(a) Calcolare la dimensione e una base per U e per Vk al variare di k 2 R.


(b) Calcolare la dimensione e una base di U \ Vk al variare di k 2 R.
(c) Calcolare la dimensione e una base di U + Vk al variare di k 2 R.
Soluzione.

(a) La dimensione e una base di Vk sono il rango e le colonne linearmente indipendenti della matrice che ha per colonne
i vettori che generano Vk : con calcoli elementari si trova che per k = 1 il rango è 2 e, ad esempio, i primi due
vettori che generano V1 formano una base di V1 , per k 6= 1 invece il rango è 3 è una base è data dai tre generatori
di Vk Il sistema che definisce U si può scrivere come w = x, z = y da cui U ha dimensione 2 e una sua base è data
ad esempio da {(1, 0, 0, 1)T , (0, 1, 1, 0)T }. Nota bene: i vettori (1, 1, 1, 1)T e (1, 1, 1, 1)T non appartengono
ad U e anzi sono perpendicolari ad U .
(b) Da quanto visto sopra, vediamo che i vettori della base di U appartengono sempre a Vk (indipendentemente da
k), quindi U \ Vk = U , e la dimensione e una base si ottengono da sopra.
(c) Poiché U ✓ Vk , abbiamo U + Vk = Vk e la dimensione e una base si ottengono da sopra.
3. In R3 sia S la sfera di raggio 1 e centro nel punto O = (0, 0, 0), sia poi V il punto (0, 0, 2).
(a) Trovare l’equazione del piano ⇡ passante per l’origine e avente distanza 2 dal punto V .
(b) Sia C la curva ⇡ \ S. Trovare l’equazione cartesiana del cono Q avente direttrice C e vertice V .
(c) Determinare le equazioni e il raggio delle due circonferenze che sono date dall’intersezione tra la sfera S e il cono
Q.
Soluzione.
(a) Geometricamente si vede subito che ⇡ deve essere perpendicolare alla congiungente l’origine con V e quindi che
⇡ : z = 0. Alternativamente, sappiamo che ⇡ ha equazione del tipo ax + by + cz = 0, imponendo dist(⇡, V ) = 2
abbiamo
2c
p =2
a + b2 + c 2
2
p
da cui c = a2 + b2 + c2 , ovvero c 0 con a2 + b2 = 0, da cui a = b = 0. Allora il piano ha equazione cz = 0 (con
c 6= 0 altrimenti non è un piano) e quindi, dividendo per c, abbiamo ancora ⇡ : z = 0.
(b) Intersecando la sfera con il piano, abbiamo che C ha equazione
(
x2 + y 2 = 1
C:
z=0

ed è evidentemente la circonferenza di centro l’origine e raggio 1 contenuta nel piano xy. Per ottenere l’equazione
del cono Q consideriamo P0 = (x0 , y0 , z0 ) 2 C un generico punto su C. La generica retta generatrice del cono passa
per V e P0 e dunque ha equazione parametrica (x, y, z) = t(V P0 ) + V , da cui
8
>
> x = tx0
>
>
>
>
<y = ty0
Q : z = t(2 z0 ) + 2
>
>
>x20 + y02 = 1
>
>
>
:z = 0
0

Dalla terza e dall’ultima equazione ricaviamo che t = (z 2)/2 e quindi possiamo sostituire questa nelle prime
due, ottenendo x0 = 2x/(z 2), y0 = 2y/(z 2). Infine sostituiamo queste ultime due equazioni nella quarta
ottenendo 4x2 + 4y 2 = (z 2)2 , ovvero Q : 4x2 + 4y 2 z 2 + 4z 4 = 0.
(c) Abbiamo (
4x2 + 4y 2 z 2 + 4z 4=0
Q\S :
x2 + y 2 + z 2 = 1

Sostituendo x2 + y 2 = 1 z 2 nella prima equazione otteniamo 4(1 z 2 ) z 2 + 4z 4 = 0, cioè 5z 2 + 4z = 0,


che ha soluzioni z = 0 e z = 4/5. Quindi Q \ S è formata da due circonferenze, C (quella di prima, che infatti è
la generatrice del cono) e C 0 , che giacciono rispettivamente nel piano z = 0 e z = 4/5. Ovviamente C ha raggio 1.
Invece C 0 ha equazione (
9
0 x2 + y 2 = 25
C : 4
z=5
Il raggio è la distanza di un qualunque suo punto dall’asse z: un punto su C 0 è ad esempio (3/5, 0, 4/5), che
ovviamente dista 3/5 dall’asse z ed è il raggio della circonferenza.

Potrebbero piacerti anche