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Campagna � un comune italiano di 17 169 abitanti della provincia di Salerno in

Campania. Il suo antico nome era "Civitas Campaniae" (Citt� di Campagna). Situata
in una valle dei Monti Picentini, ad un'altitudine di 270 metri s.l.m., � stata per
secoli il principale centro della piana del Sele.
Il territorio comunale 135,41 km� � il secondo maggior comune della provincia di
Salerno per superficie, � composto da tre aree: Comprensorio montano: completamente
montuoso e ricadente nel parco regionale Monti Picentini, comprende il centro
storico, posto a 280 m s.l.m., alla valle del Tenza, e la restante parte montuosa
culminante col Monte Polveracchio (1.790 m s.l.m.), � coperta da boschi cedui, da
castagni e faggi. Zone alte: area collinare popolata dai centri abitati, ricca di
uliveti. Zone Basse: � un'area parzialmente pianeggiante, di origine alluvionale
formata dai fiumi Sele e Tenza.
Classificazione sismica: zona 2 (sismicit� medio-alta), Ordinanza PCM. 3274 del
20/03/2003

Il nome Campagna deriverebbe dalla contrazione della dicitura finibus Campanie


usata fino ai primi anni dell'XI secolo per identificare, in documenti pubblici, i
territori posti presso il fiume Sele, al confine con la Campania.
Notizie dell'abitato si hanno a partire dal IX in epoca longobarda. Dal XV secolo
cominci� il periodo aureo di Campagna. Furono realizzati numerosi edifici sia
religiosi che civili, costruite fontane monumentali e istituite accademie
letterarie. Divenne capoluogo del Distretto omonimo, del Regno delle due Sicilie.
Nel 1545 venne fondata la prima tipografia dell'attuale territorio salernitano,
oggi la Citt� di Campagna, con un territorio di 135 km�. per ironia della sorte,
non ha nessuna tipografia. Nel XIX secolo con l'unit� d'Italia divenne capoluogo di
circondario e sede di distretto militare. Con l'avvento del fascismo due sue ex
strutture conventuali vennero adibite a campo di concentramento per ebrei: l'ex
Convento dei Frati Domenicani di San Bartolomeo (riservato ai maschi) e l'ex
Convento degli Osservanti della Concezione (riservato alle donne), distrutto nel
1987.

Del periodo romano sono in parte visibili i resti del ponte romano sul Sele e nelle
vicinanze un approdo fluviale. Probabilmente, a seguito delle scorrerie saracene
dell'843, gli abitanti si rifugiarono presso il Gerione perch� pi� nascosto e
maggiormente difendibile. Nel periodo normanno l'abitato principale nel periodo
normanno viene dotato di una struttura difensiva composta da torri, cinque porte e
le abitazioni costruite intorno, usate come mura difensive, il tutto collegato da
un sentiero, protetto da un muro, con il castello Gerione posto sulla collina
Girolo. Dal 1811 al 1860 divenne capoluogo dell'omonimo distretto del Regno delle
Due Sicilie. Dal 1859 al 1927, durante il Regno d'Italia fu confermato capoluogo
dell'omonimo circondario.
Colpita dal terremoto del 23 novemre 1980 dell'Irpinia, la citt� sub� gravi danni a
tutti gli edifici, prevalentemente negli ultimi piani delle case. I principali
edifici storici vennero irrimediabilmente danneggiati ed alcuni vennero
esageratamente abbattuti, tra cui ben quattro palazzi nobiliari.

La citt�, sede prestigiosa di arcidiocesi vescovile fu ridisegnata nell'urbanistica


da Giulio Romano (allievo e collaboratore di Raffaello Sanzio alla realizzazione
degli affreschi nelle Stanze del Vaticano), a cavallo tra il 1518 e il 1520,
secondo il Vasari, nelle sue "Vite", come riportato nella versione integrale della
casa editrice Newton, menzionando e definendo la Civitas Campaniae (la Citt� di
Campagna), unitamente al centro storico di Napoli e di Pozzuoli, "..come una delle
meraviglie antiche..). Il capoluogo � diviso in quartieri, sorto intorno a quattro
chiese parrocchiali, attraversato dal fiume Tenza.

San Bartolomeo il primo quartiere medievale sorto dopo l'anno mille, posto sulle
pendici occidentali del colle Girolo con il Castello Gerione, sorto sotto
l'amministrazione parrocchiale di San Bartolomeo.
Zappino il secondo quartiere sorto dopo l'anno mille, situato sull'isola dei fiumi
Tenza e Atri, costruito intorno alla parrocchia del SS. Salvatore e Sant'Antonino.
Giudeca costruito tra le pendici meridionali del colle Girolo e il fiume Tenza, si
erge intorno alla parrocchia di S. Maria della Pace nella Basilica Cattedrale.
Casalnuovo fa riferimento alla parrocchia della SS. Trinit�, mentre fino agli anni
70 alla Chiesa della Concezione con l'attiguo ex complesso degli Osservanti (oggi
Il territorio � prevalentemente destinato alla produzione agricola e rientra
nell'area di produzione dell'olio di oliva DOP Colline Salernitane; il comune ha
aderito all'Associazione Nazionale Citt� dell'Olio e fa parte del consorzio G.A.L.
Colline Salernitane.[34] Il territorio comunale � una zona di produzione dei
seguenti prodotti: Carciofo di Paestum (IGP), Mela annurca campana (IGP), Fragolina
degli Alburni e dell'Alto Sele, Castagna di Acerno. Nelle zone basse, sono attivi
anche alcuni caseifici, nella produzione di formaggi e mozzarella di bufala.
I principali attrattori turistici sono: il centro storico, il Castello Gerione
(visitabile solo a piedi con una guida interna, in mancanza di un collegamento
adeguato), oltre che ai monumenti storici e religiosi, riconosciuta come una delle
porte di ingresso al Parco regionale dei monti Picentini; l'oasi naturale del monte
Polveracchio; l'oasi naturale del fiume Sele di Persano nella condivisione
territoriale con il Comune di Serre; la ricca vegetazione della citt�, attraversata
nel centro storico dai fiumi Atri e Tenza, dove da quest'ultimo, nasce la famosa
Chiena, il grande richiamo per eccellenza.

Antonino di Sorrento, nato Antonino Cacciottolo e noto anche come sant'Antonino


abate (Campagna, VI secolo � Sorrento, 14 febbraio 625), � stato un benedettino,
eremita e abate; proclamato santo dalla Chiesa cattolica, � il patrono di Campagna
e Sorrento.
Nacque presumibilmente nella seconda met� del VI secolo nel casale S. Silvestro a
Campagna. Figlio di Vitale Alessandro Catello (cognome modificato in Cacciottolo
per derivazione dialettale) e Adelicia Maddalena De Berea, fra il 555 e il 556
divenne orfano di entrambi i genitori; accolto dai benedettini dell'abbazia di
Santa Maria de Strada (o di Furano) di Campagna, vi rimase iniziando il suo
noviziato fino alla fine del 500. Entr� nel monastero benedettino di Montecassino,
(sebbene alcune notizie di agiografi del Seicento e dell'Ottocento individuano il
monastero presso la sua citt� natale), ma ben presto, in seguito all'assalto
longobardo del 589 dovette riparare a Castellammare di Stabia, vicina alla citt� di
Sorrento. Antonino fu invitato dai sorrentini a trasferirsi in citt�, presso il
monastero benedettino. Mor� il 14 febbraio 625. Il suo corpo fu messo in una cassa
deposta nella muraglia del convento, avendo detto ai suoi seguaci, poco prima di
spirare che non voleva essere seppellito �n� dentro n� fuori la citt�.

La chiesa del Santissimo Salvatore e Sant'Antonino, nel largo Giulio Cesare


Capaccio, � stata edificata intorno all'XI secolo, nel XVI secolo il duca Pironti,
per poter realizzare il palazzo ducale, decise di abbattere il campanile,
realizzandone uno pi� piccolo sopra il tetto, e invertire la facciata e l'abside
della chiesa. Vi sono numerose statue e tele nonch� la colonna taumaturgica di
Sant'Antonino.

Grotta dei briganti: cavit� naturale rivestita in muratura grezza (calce e pietra),
con feritoie irregolari lungo tutta la facciata, posta a 280 m s.l.m. circa, sul
versante settentrionale del monte Ripalta, nella valle dell'Atri, a ridosso del
quartiere Zappino, da cui � raggiungibile con un breve percorso turistico-pedonale.
Per molti anni � stata murata e resa inaccessibile.

Nel 1963 la cittadina � stata uno dei set cinematografici del film hollywoodiano I
vincitori (The victors). Prodotto, diretto e scritto da Carl Foreman, narrava la
storia di un gruppo di soldati americani, dopo lo sbarco sulle nostre coste,
durante la seconda guerra mondiale. Furono centinaia le comparse da parte dei
cittadini. Il film fu candidato ai Golden Globe nel 1964.

'A Chiena (la piena): si tratta di una deviazione pilotata delle acque del fiume
Tenza lungo la principale arteria del centro storico, corso Umberto I. Di origine
antica imprecisata. Scomparsa negli anni settanta, fu di nuovo ripresa nel 1982,
Pare che dopo un uso spontaneo nei secoli, sia stata istituita con ordinanza
amministrativa del sindaco della citt�, perch� servisse d'estate a pulire
regolarmente la strada principale dagli escrementi degli animali da soma, oltre che
a rinfrescare l'ambiente dal calore estivo. Infatti la prima delibera risale al
1889, che ne ufficializzava l'utilizzo per tale scopo. Dall'anno 1995, riveste solo
un ruolo popolare e folkloristico, l'evento fluviale si svolge nelle ore
pomeridiane dei fine settimana di luglio/agosto, con una o pi� chiene di mezzanotte
in pieno ferragosto fino al 31 agosto.

La fontana � un�opera di Angelo Riviello, realizzata con reperti e frammenti in


pietra, terracotta e ceramica, rinvenuti dopo il sisma dell�Irpinia del 1980, con
una struttura portante in ferro e cemento bianco. L'opera � ubicata in piazza
Melchiorre Guerriero, luogo deputato per antonomasia della tradizione detta �'A
Chiena�, l'annuale funzione di pulizia urbana attraverso la provvisoria deviazione
delle acque del fiume Tenza.
La fontana si presenta come un grande muro che si apre squarciandosi, dalla cui
spaccatura fuoriesce l'acqua, come simbolo di vita, guardando al futuro con
fiducia, malgrado la tragedia del terremoto. Con il "tutto pieno", catapultandosi
oltre i gradoni davanti alla fontana, l'acqua si riversa nella piazza per bagnare,
lavare, rinfrescare e pulire le strade del centro storico, lungo tutto il corso
Umberto I. Un certo numero di elementi lapidei sparsi, misti a sassi e terracotta
incastonati sulla parete di cemento, simulano il crollo del grande muro.

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