Sei sulla pagina 1di 3

Liceo “S.

Pertini” – Genova
a.s. 2018-2019 classe VF
Compito in classe Scienze Umane
21-12-2018

……………………………………………………………………………………………..
“Per Adam Smith e i suoi seguaci, la proprietà privata era un concetto unitario che implicava il
possesso. Egli partiva, cioè, dalla presunzione che proprietà e controllo appartenessero alla stessa
persona. Oggi, nella moderna Società per azioni, questa unità è stata spezzata. La titolarità delle
azioni e delle obbligazioni della società (proprietà passiva) attribuisce ai titolari una partecipazione
nell’impresa, ma senza attribuire loro alcun controllo su di essa e senza impliare alcuna
responsabilità. Lo stabilimento, l’avviamento, l’organizzazione e tutti gli altri elementi che
costituiscono concretamente l’azienda, sono controllati (proprietà attiva) da persone che, quasi
invariabilmente, dispongono soltanto di quote insignificanti di proprietà su di essi. (…) Quando i
rapporti di proprietà attiva e passiva per soggetto lo stesso individuo o gruppo di individui, abbiamo
la proprietà privata come era concepita dai vecchi economisti. (…) Inoltre, per Adam Smith
l’impresa privata era costituita da un solo individuo, o da pochi soci che partecipavano attivamente
e che contavano il larga misura sul proprio lavoro, o sulla propria attività direttiva. Oggi decine e
centinaia di migliaia di proprietari, di dipendenti e di consumatori fanno parte della stessa impresa.
Questi grandi agglomerati di persone sono così diversi dalle piccole imprese del passato, da rendere
il concetto di impresa privata del passato inadatto come strumento di analisi.”
Adolf A.Berle jr e Gardiner C. Means, “La rielaborazione della scala dei valori”
in “The Modern Corporation and Private Property”, New York, 1932

Il presente brano, che fu scritto nel 1932, fotografa molto bene lo stato del dibattito sul capitalismo
moderno e su quello americano in particolare, che si dibatteva nella grande crisi cominciata nel
1929. Grazie alle sue conoscenze e al proprio maturo punto di vista, il candidato descriva
1) il contesto socio-economico nel quale si sviluppò tale crisi;
2) i suoi protagonisti ed i loro interessi, assieme al loro ruolo nella crisi;
3) gli argomenti di allora relativi al capitalismo e alla tradizionale concezione della sua regolazione,
4) aggiungendo, eventualmente, delle proprie considerazioni fondate su degli argomenti che ritenga
stimolanti.

Indicatore (correlato agli obiettivi della prova) Punteggio


max per ogni
indicatore
(totale 20)
Conoscere Conoscere le categorie concettuali delle scienze economiche, giuridiche
e/o sociali, i riferimenti teorici, i temi e i problemi, le tecniche e gli strumenti della /7
ricerca afferenti agli ambiti disciplinari specifici.
Comprendere Comprendere il contenuto ed il significato delle informazioni fornite
nella traccia e le consegne che la prova prevede. /5
Interpretare Fornire un'interpretazione coerente ed essenziale delle informazioni
apprese attraverso l'analisi delle fonti e dei metodi di ricerca. /4
Argomentare Cogliere i reciproci rapporti ed i processi di interazione tra i fenomeni
economici, giuridici e/o sociali; leggere i fenomeni in chiave critico riflessiva; /4
rispettare i vincoli logici e linguistici.

totale / 20
Liceo “S.Pertini” – Genova
a.s. 2018-2019 classe VF
Compito in classe Scienze Umane
21-12-2018

……………………………………………………………………………………………..
“La guerra europea ci coglie in piena crisi unitaria ed interrompe l’ascesi di ordinaria
amministrazione e di serietà economica a cui il giolittismo ci aveva iniziati. E’ la prova di maturità
che l’Italia deve superare in contatto con l’Europa. Lo spirito della guerra fu infatti popolare e
severo, segnò per i contadini del Mezzogiorno la prima prova di vita unitaria; (…) La guerra
nazionalistica combattuta con lo spirito delle Leghe d’azione antitedesca e dei comitati di salute
pubblica era la guerra impopolare ed oligarchica che tornò a separare il paese tra una minoranza
plutocratica e avventuriera e una massa di lavoratori non ancora differenziata. La crisi economica
che ne seguì e le disparità psicologiche generate dal privilegio appaiono allo storico come la
spiegazione preventiva del fascismo che rappresenta l’ultima rivincita dell’oligarchia patriottica,
cortigiana e piccolo-borghese che governa l’Italia da molti secoli, soffocando ogni iniziativa
popolare.”
Piero Gobetti, “La rivoluzione liberale” (Libro primo, “L’eredità del Risorgimento”)

Torino, il Risorgimento come rivoluzione mancata, la questione operaia, l’assenza di una borghesia
liberale sono i quattro cardini del contesto storico-politico entro il quale nasce uno dei testi politici e
letterari più pregnanti della cultura italiana. Il saggio venne pubblicato nel 1924, quando Piero
Gobetti aveva solo 23 anni, in 1000 esemplari e divenne subito introvabile, in quanto il regime
richiese la distruzione di parte dell’edizione presso i magazzini della casa editrice. Gobetti vide nel
fascismo l'incarnazione di tutte le insufficienze della nazione italiana e lo combatté nelle sue radici,
con un'intransigenza che gli costò vessazioni morali e aggressioni fisiche, in seguito alle quali andò
esule in Francia, dove morì dopo pochi giorni. Durante il secondo conflitto mondiale, il Partito
d’Azione tentò di recuperarlo e distribuirlo clandestinamente, ma il tentativo fallì per l’impossibilità
di rinvenire tutto il materiale editoriale. Solo nel 1948, con la prima ristampa curata dalla case
editrice Einaudi, il libro poté essere letto e diventare una pietra miliare della cultura italiana del
dopo-guerra.
Il candidato individui due punti qualificanti presenti a suo giudizio nel testo, li presenti e li inserisca
in una considerazione storico-sociale dell’Italia dell’epoca.

Indicatore (correlato agli obiettivi della prova) Punteggio


max per ogni
indicatore
(totale 20)
Conoscere Conoscere le categorie concettuali delle scienze economiche, giuridiche
e/o sociali, i riferimenti teorici, i temi e i problemi, le tecniche e gli strumenti della /7
ricerca afferenti agli ambiti disciplinari specifici.
Comprendere Comprendere il contenuto ed il significato delle informazioni fornite
nella traccia e le consegne che la prova prevede. /5
Interpretare Fornire un'interpretazione coerente ed essenziale delle informazioni
apprese attraverso l'analisi delle fonti e dei metodi di ricerca. /4
Argomentare Cogliere i reciproci rapporti ed i processi di interazione tra i fenomeni
economici, giuridici e/o sociali; leggere i fenomeni in chiave critico riflessiva; /4
rispettare i vincoli logici e linguistici.

totale / 20
Liceo “S.Pertini” – Genova
a.s. 2018-2019 classe VF
Compito in classe Scienze Umane
21-12-2018

……………………………………………………………………………………………..
“Secondo Keynes il vizio di fondo della teoria ortodossa o “classica” (K. Raggruppa sotto questa
etichetta tanto Ricardo e i suoi seguaci quanto la cuola neoclassica) dipende dall’accettazione della
“Legge di Say) (dal nome dell’economista francese Jean Baptiste Say, che espose per la prima volta
questa dottrina, denominandola “legge degli sbocchi”, nel suo Trattato di economia politica del
1803. Secondo l’interpretazione offertane da Keynes, essa implica che ogni livello di produzione
generi un livello di domanda adeguato ad assorbire la produzione stessa o anche che il reddito sia
sempre speso nella sua interezza. In questo modo (…) la domanda aggregata è in ogni caso uguale
all’offerta aggregata. Le forze della concorrenza non incontrano quindi alcun ostacolo nello
spingere la produzione fino al punto in cui tutte le risorse disponibili sono pienamente utilizzate. Il
punto di vista di Keynes è che la teoria ortodossa, partendo dal presupposto ch’offerta crei sempre
la propria domanda, trascura i vincoli che la domanda pone all’espansione del reddito (…)
Viceversa, se si riconosce che non vi è alcun motivo aprioristico per attendersi che il reddito sia in
ogni caso integralmente speso, balza in primo piano il problema della determinazione del livello di
attività a cui il sistema effettivamente opera. Secondo Keynes, questo livello dipende dalle decisioni
di produzione degli imprenditori, basate a loro volta sulle aspettative di breve periodo che essi
intrattengono (ovvero sulle quantità di merci che essi si attendono di vendere con profitto nel
periodo preso in esame). (…) Come si vede, le condizioni di domanda giocano un ruolo decisivo
nella teoria keynesiana della determinazione del reddito e del’occupazione; di conseguenza nella
“Teoria generale” esse vengono accuratamente analizzate.”
Franco Donzelli, “Economia”, in “La cultura del 900”, Mondadori, Milano, 1981

Dopo avere analizzato con cura il brano proposto, il candidato


1) lo utilizzi per contestualizzarne il contenuto nel corretto momento storico-economico e sociale;
2) ne colga un tema che lo sollecita in modo particolare, lo presenti con precisione
3) eventualmente collegando alla presentazione delle proprie considerazioni fondate o dei
collegamenti argomentati, che possono riguardare anche momenti storici diversi da quello della
“rivoluzione keynesiana”.

Indicatore (correlato agli obiettivi della prova) Punteggio


max per ogni
indicatore
(totale 20)
Conoscere Conoscere le categorie concettuali delle scienze economiche, giuridiche
e/o sociali, i riferimenti teorici, i temi e i problemi, le tecniche e gli strumenti della /7
ricerca afferenti agli ambiti disciplinari specifici.
Comprendere Comprendere il contenuto ed il significato delle informazioni fornite
nella traccia e le consegne che la prova prevede. /5
Interpretare Fornire un'interpretazione coerente ed essenziale delle informazioni
apprese attraverso l'analisi delle fonti e dei metodi di ricerca. /4
Argomentare Cogliere i reciproci rapporti ed i processi di interazione tra i fenomeni
economici, giuridici e/o sociali; leggere i fenomeni in chiave critico riflessiva; /4
rispettare i vincoli logici e linguistici.

totale / 20

Potrebbero piacerti anche