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VICTORIAN WORKHOUSE

In età Vittoriana la popolazione dell’Inghilterra crebbe sensibilmente a causa di condizioni di vita


migliorate che limitarono la mortalità infantile, e di una massiccia ondata di immigrazione,
soprattutto dall’Irlanda, all’epoca poverissima. La popolazione si concentrava prevalentemente
nelle città, dove, grazie ad un grande impulso dell’industria, all’introduzione di nuove tecnologie
per sostituire i lavoratori agricoli ad una serie di cattivi raccolti, era più facile trovare lavoro e fonti
di sostentamento. Questa urbanizzazione delle masse portò una profonda trasformazione nella
società vittoriana. L’enorme offerta di manodopera causò un abbassamento dei salari e
l’affermazione di lavori stagionali o saltuari, che difficilmente potevano mantenere le numerose
famiglie della classe operaia. Anche i bambini contribuivano lavorando quasi sempre in condizioni
di sicurezza e sanitarie pessime, per moltissime ore e per una misera paga.
La grande richiesta di alloggi in città fece crescere a dismisura i prezzi degli affitti e le famiglie più
indigenti non potevano far altro che consorziarsi e sovraffollare case popolari minuscole e fatiscenti.
La povertà aveva incentivato gli abbandoni e per le strade di Londra si aggiravano molti bambini
denutriti e malati che vivevano di elemosina e furti, contraendo spesso il colera.
Tutto ciò significò che all’inizio del 1830 il sistema di aiuti ai poveri, con raccolte in denaro da parte
dei proprietari terrieri e persone abbienti, si stava dimostrando insostenibile.
Nel 1834 fu approvata la new poor law che tentò di invertire la tendenza economica scoraggiando la
fornitura di aiuti a chiunque si rifiutasse di entrare nelle case di lavoro (work house), ospizi
finanziati dalla corona in cui i poveri potevano trovare assistenza, alloggio e lavoro.
La vita in una casa di lavoro era dura, destinata a scoraggiare i poveri normodotati ed a assicurare
il posto solo ai veri bisognosi.
La maggior parte veniva impiegata in lavori durissimi (rompere pietre, schiacciare le ossa per
produrre fertilizzanti ecc).
La disciplina era severissima. Le famiglie venivano divise. Veniva fatta indossare un uniforme, i
pasti era scarsi e non nutrienti
Benchè la vita all’interno di queste case fosse durissima, i detenuti erano però favoriti rispetto ai
poveri al di fuori perché potevano ricevere fornitura di cure mediche gratuite e l’istruzione ai
bambini.

NEW CORN LAWS (LEGGI SUL GRANO)


Con la fine delle guerre napoleoniche (Congresso di Vienna 1815), ci fù un periodo storico di pace e
relazioni internazionali stabili, che portò a un aumento degli scambi commerciali.
Temendo la concorrenza del grano europeo, di prezzo inferiore rispetto a quello inglese, i
proprietari terrieri inglesi fecero pressione sul governo per alzare le barriere protezionistiche
applicando delle tariffe doganali sull’importazione del grano dall’estero.
Così nel 1816 furono approvate le corn laws che prevedevano l’applicazione di una tariffa doganale
sul prezzo del grano importato in Inghilterra in modo da mantenerlo ad un livello elevato, con
vantaggio dei proprietari terrieri.
L’approvazione delle leggi però scatenò un conflitto di interesse tra la classe dei proprietari terrieri
e i capitalisti borghesi.
Le tariffe doganali producono effetti negativi sugli interessi economici dei capitalisti perché:
Infatti le tariffe doganali sull’import del grano mantenevano alto il prezzo del grano inglese con
conseguente rialzo del salario di sussistenza dei lavoratori. Ciò si traduceva pertanto in un costo di
produzione maggiore a carico delle industrie dei capitalisti
Inoltre le imprese inglesi erano molto più competitive nella produzione dei prodotti industriali
rispetto a quelle europee, ma le barriere protezionistiche limitavano gli scambi con l’estero, a
discapito del guadagno dei capitalisti
Nacque così la lega anti corn laws (cappeggiata da Bright e Cobden) con lo scopo di promuovere il
libero commercio, abbassando i dazi sul grano per facilitare l’importazione di maggiori quantità di
cereali esteri e, una maggiore offerta avrebbe comportato un conseguente abbassamento del prezzo
del pane.
La campagna ebbe notevole successo, raccogliendo consensi in tutti i gruppi sociali meno agiati
(favorevoli ad un abbassamento dei prezzi dei beni alimentari di prima necessità), ma fu vista anche
con simpatia dagli industriali che compresero la convenienza di una simile mossa per le loro
produzioni. Contrari rimasero i proprietari terrieri e i contadini. Conquistarsi però il sostegno di
industriali, operai e ceti medi urbani (industrializzazione e spostamento verso le città in maniera
massiva) significava avvicinare alla propria causa una parte di opinione pubblica.
Infine nel 1846 la pressione dei capitalisti vinse su quella dei proprietari terrieri e Robert Peel
(conservatore) abrogò le leggi sul grano, passando così da un regime economico di tipo feudale ad
uno industriale.

RIFORM ACT 1832


Con l’avvento della rivoluzione industriale si era avuto un forte inurbamento che aveva portato lo
spostamento della popolazione dalle campagne, sempre più spopolate, alle città. La suddivisione in
seggi era però rimasta invariata.
Esistevano due tipi di circoscrizioni elettorali: le contee e i borghi.
Le contee erano suddivisioni territoriali storiche e di confine.
I borghi erano caratterizzati da disomogeneità di composizione e sproporzione.
Nei borghi scarsamente popolati (rotten boroughs o pocket boroughs), l’elezione della camera dei
comuni era controllata dai proprietari terrieri: i risultati elettorali erano in tasca ai signori
aristocratici e latifondisti che controllavano il voto locale. Inoltre i seggi assegnati erano
sproporzionati alla popolazione che vi abitava.
Nelle campagne si presentavano sempre gli stessi candidati, gli unici con un censo sufficiente per
essere eletti.
Una riforma era stata a lungo richiesta dai Whigs, in opposizione ai tories, ma sempre senza
successo. Nel 1832 a causa della forte pressione dell’opinione pubblica
(industrializzazione/spostamento in città) la legge passò.
Queste leggi introdussero quindi ampie modifiche al sistema elettorale britannico ridistribuendo i
seggi parlamentari.
La legge assegnò maggiori seggi parlamentari nelle città e aree industriali, mentre fu eliminata o
ridotta la rappresentanza nei rotten boroughs (borghi putridi).
In tal modo vi era una maggiore rappresentanza dei centri industriali e con l’abbassamento del
censo elettorale si garantiva l’accesso al voto ai ceti borghesi.
Il secondo reform act del 1867 prevedeva un ulteriore abbassamento del censo elettorale fino a
comprendere nell’elettorato larga parte delle classi lavoratrici cittadine.
Con il terzo reform act nel 1884 venne esteso il suffragio anche ai lavoratori agricoli

Parlamento inglese: house of lords (composto da nobilta’ ereditaria e ecclesiastici) – house of


commons (rappresentanti delle contee, nobili ecclesiastici eletti con suffragio)
tories: conservatori – aristocrazia terriera – whigs: liberali – uomini d’affari

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