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LA RIPRODUZIONE

Riproduzione: conservazione della specie attraverso la moltiplicazione e la diffusione

- Sessuale-gamica: fusione di gameti di sesso opposto, progenie ricombinata


- Asessuale-agamica-vegetativa: una parte di pianta capace di generare un nuovo individuo, progenie identica
(cloni)

Riproduzione sessuale-gamica

1. Meiosi: evento alla base della riproduzione sessuata specifica degli eucarioti:
- Suddivisione del patrimonio genetico (2N, diploide)
- Formazione di 4 cellule aploidi (N)
2. Fertilizzazione: fusione di due gameti aploidi (N) e ripristino del patrimonio genetico diploide (2N)

Vantaggi:

- Produzione di individui figli, diversi tra loro e dai genitori, mantenimento di un’elevata variabilità genetica

Svantaggi:

- È indispensabile l’incontro di due gameti provenienti da due individui diversi


- Richiede il differenziamento di organi particolari per lo sviluppo di gameti
- Richiede meccanismi specifici che favoriscano l’incontro dei gameti

Riproduzione asessuale-agamica-vegetativa

➢ Non avviene il rimescolamento genico; individui figli geneticamente identici tra loro e al genitore (cloni)
➢ Tipica di organismi unicellulari ma anche pluricellulari

Vantaggi:

- Elevata velocità riproduttiva

Svantaggi:

- Produce organismi identici o molto simili

Distacco di un frammento dall’organismo genitore da cui si origina un nuovo individuo:

- Rizomi e stoloni
- Tuberi
- Bulbi
- Bulbi epigei
- Polloni (gemme e germogli avventizi)

Clonaggio tramite colture di tessuti -> possibile in quanto le cellule vegetali hanno elevate capacità rigenerative, sono
totipotenti.

Ciclo biologico-ontogenico

➢ Alternarsi di fasi aploidi e diploidi


Piante annuali:

- Compiono il primo ciclo vitale in un anno


- Crescono, fioriscono e muoiono nell’arco di un anno
- Piante caratterizzate da una rapida germinazione e crescita seguita da una altrettanto veloce transizione a
fiore, con la produzione del seme

Piante biennali:

- Compiono il proprio ciclo vitale in due anni


- Durante il primo anno accumulano riserve negli organi ipogei
- Nel secondo anno utilizzano le riserve per produrre fiori, frutti e semi

Piante perenni:

- Sopravvivono per più di 2 anni


- Hanno strategie di vita più evolute per sopravvivere in condizioni difficili
- Formano strutture perenni capaci di sopravvivere all’inverno (bulbi, tuberi, gemme) che contengono gruppi di
cellule non specializzate che si differenzieranno nella stagione favorevole in organi come foglie e steli
- Piante:
➢ Erbacee perenni (fragola, mighetto)
➢ Arbusive perenni (salvia, rosmarino)
➢ Arboree perenni (quercia, pino)

Sistema Raunkiaer

È un sistema di classificazione delle piante perenni basato sull’adattamento acquisito dagli organismi vegetali per il
superamento della stagione avversa.

Piante monocarpiche: piante perenni che arrivano a fiorire e a fruttificare una sola volta per poi morire.

Piante erbacee perenni:

- Piante di consistenza erbacea, ovvero il fusto contengono poco tessuto legnoso


- Le parti aeree (foglie e fusti) muoiono in autunno e si riformano in primavera
Gamete o meiospore

- Cellula aploide (N) originatasi dalla meiosi e citodieresi di cellule diploidi (2N)
- Le spore producono organismi pluricellulari aploidi, i gameti possono solo fondersi con altri gameti
- Un gamete si fonde con un altro gamete (N+N) dando origine allo zigote diploide (2N), che può dividersi
mitoticamente o meioticamente

Ciclo aplonte

- Le specie che seguono questo ciclo sono rappresentate dalla sola generazione aploide
- La meiosi è zigotica e produce spore:
➢ Tutta la vita dell’organismo si svolge in fase aploide
➢ L’unica fase diploide è costituita dallo zigote
➢ Questo ciclo riproduttivo si trova in: funghi, alcune alghe verdi, protozoi

- Organismi:
➢ Maggior parte dei funghi
➢ Alcune alghe verdi
➢ Molti protozoi

Ciclo diplonte

- Le specie che seguono questo ciclo sono rappresentata dalla sola generazione diploide derivata dalla mitosi
dello zigote
- La meiosi è gametica:
➢ Tutta la vita dell’organismo si svolge in fase diploide
➢ L’unica fase aploide è costituita dai gameti
➢ Questo ciclo di trova nella maggior parte degli animali

- Organismi:
➢ Tutti gli animali
➢ Alcune piante
Ciclo aplo-diplonte

- Nelle specie che seguono questo ciclo si alternano una generazione diploide (sporofito) e una aploide
(gametofito)
- La meiosi è intermedia e produce spore:
➢ La vita dell’organismo si svolge alternativamente in fase aploide e in fase diploide
➢ Questo ciclo riproduttivo si trova nella maggior parte delle piante superiori

Nell’evoluzione delle piante, la fase gametofitica tende a ridursi a favore della fase sporofitica.

Riproduzione gamica

Briofite: piante con evidente alternanza di generazione antitetica.

- Si ha un gametofito pluricellulare ben differenziato sul quale si sviluppano anteridi (cellula spermatozoide
dotata di flagello) ed archegoni (cellula uovo, con oosfera immobile)
- Dalla fecondazione nasce uno sporofito che si è impiantato nel gametofito dal quale trae il nutrimento
(essendo privo di clorofilla)
- La generazione aploide del gametofito è dominante come importanza vegetativa su quella diploide
Spermatofite: piante vascolari dotate di ovulo dalla cui struttura si sviluppa il seme.

- Sono caratteri distintivi di questo gruppo di piante:


➢ Macrosporangi avvolti da tegumenti (ovulo)
➢ Crescita ramifica
➢ Ciclo aplo-diplonte eteromorfo, con predominanza dello sporofito sul gametofito
➢ Lo sporofito è perenne e può avere anche grandi dimensioni, mentre il gametofito è effimero e ha dimensioni
ridottissime
➢ Eterosporia ben definita con due gameti distinti
➢ Hanno accrescimento secondario

Il successo delle piante con semi

Tre modificazioni al ciclo vitale hanno contribuito al successo delle piante con semi:

1- I gametofiti (granulo pollinico ed embriosacco) sono di ridotte dimensioni e dipendenti dallo sporofito
2- Evoluzione dei metodi di impollinazione e distacco dell’acqua per l’evento riproduttivo (vento ed insetti)
3- L’evoluzione del seme. L’embrione che si sviluppa a partire dallo zigote è impacchettato con una sostanza di
riserva all’interno di una struttura di protezione

I semi sostituiscono le spore come mezzo di diffusione della specie.

Il gametofito femminile deriva dalle macrospore, e non avrà mai vita “autonoma” in quanto resta sempre protetto e
nutrito dallo sporofito, rappresentato dall’ovulo all’interno del quale si sviluppa il gametofito femminile.

Il gametofito maschile deriva dalle microspore e genera nuclei spermatici il cui trasporto viene affidato al tubetto
pollinico.

Dalla gamia si genera lo zigote, che a sua volta dà origine all’embrione racchiuso nel seme. Il nuovo individuo che
deriva dallo sviluppo dell’embrione è lo sporofito trimembro, formato cioè da fusto, foglie e radici e a maturità
differenzia in apparati sporigeni. Questo sviluppo nelle piante legnose impiega alcuni anni, nelle erbacee anche solo
pochi giorni.

Nelle spermatofite gli individui possono essere unisessuati o bisessuati, cioè un individuo può esprimere un sesso o
tutti e due. In questo tipo di piante è presente il fiore, che può essere bisessuale (ermafrodita o monoclino), oppure
unisessuale (diclino: o solo maschile o solo femminile).

- Piante dioiche: i fiori di sesso diverso si trovano su individui diversi


- Piante monoiche: i fiori di sesso diverso sono entrambi sullo stesso individuo

Le gimnosperme sono un insieme di linee evolutive di spermatofite legnose portanti ovuli e semi esposti all’aria sulla
superficie di sporofilli o di strutture analoghe.

La parola deriva dal greco e vuol dire piante son SEME (sperme) NUDO (gimno).

- Piante vascolari produttrici di semi in cui gli ovuli e i semi che in essi si sviluppano sono nudi, cioè
semplicemente portati e non avvolti da foglie particolari
- Comprendono solo piante legnose e perenni con accrescimento secondario in spessore e scarso livello di
differenziazione anatomica
- Le loro forme ancestrali risalgono al Devoniano superiore. Molti gruppi strettamente affini sono attualmente
estinti, e quelli sopravvissuti sono relativamente poveri in specie

Le gimnosperme presentano le seguenti caratteristiche:

- Gli ovuli non sono ancora racchiusi in un ovario


- La riproduzione è lenta: tra l’impollinazione e la fecondazione può infatti trascorrere anche un anno e la
maturazione del seme può richiedere fino a tre anni
- I fiori sono quasi sempre unisessuati e in maggioranza anemofili (ad eccezione di alcune cicadee e delle
gnetofite)
- I gametofiti sono ancora poco ridotti (i sempre con più di 3 cellule, i pluricellulari)
- L’embrione è nutrito da un endosperma primario
- Il legno è omoxilo ed è costituito da sole tracheidi (ad eccezione delle gnetofite, in cui si osservano vasi più
efficienti per il trasporto dell’acqua)

Le conifere: le piante adulte rappresentano lo sporofito diploide su cui si sviluppano gli strobili o coni.

- Strobili: formati da micro e macrosporangi, coloro che producono gameti di sesso diverso possono essere
portati dalla stessa pianta (monoica) o su piante diverse (dioiche). Gli strobili rappresentano il primordio di
fiore delle gimnosperme, poiché più fiori sono spesso raggruppati e vengono definite infiorescenze
- I fiori maschili e femminili sono formati da assi raccorciati su cui si inseriscono lateralmente o terminalmente,
in modo molto appressato, gruppi peduncolati di sacche polliniche (stami) o sessili (carpelli), accompagnati da
elementi fogliari sterili. In particolare, i fiori femminili sono riuniti in infiorescenze ad amento strobiliformi
➢ I fiori unisessuati sono monoici o dioici. Le infiorescenze strobiliformi maschili sono solitarie o in aggregati
lassi. Sui loro assi fiorali si addensano a spirale numerosi stami dorsoventrali. Sulla pagina inferiore sono
portate le sacche polliniche (microsporoteci)
➢ Coni maschili: microstrobili, ciascun fiore maschile è formato da un’asse centrale su cui sono inseriti a spirale
numerosi microsporofilli, alla base dei quali si trovano piccole foglie sterili squamiformi che formano il
perianzio, un involucro protettivo. La pagina superiore dei singoli microsporofilli è pluristratificata ed è
percorsa da un vaso conduttore; nella pagina inferiore si trovano i microsporangi, la quale epidermide è
denominata esotecio, importante per la dispersione degli sporangi maturi.
Nel microsporangio le cellule madri delle microspore vanno incontro a meiosi:
• Formano 4 microspore aploidi ognuna
• Le microspore sono organizzate in tetradi
• Le microspore aploidi rappresentano le cellule primarie del polline

Ogni microspora nello sporangio è protetta da una parete, detta sporoderma, che si divide in:

❖ Esina: parete esterna, spesso si solleva a formare due sacche aerifere importanti per la dispersione
delle microspore per mezzo del vento
❖ Endina: parete interna, durante la germinazione del granulo pollinico formerà il tubetto pollinico

Le cellule madri delle microspore formano 4 microspore aploidi organizzate in tetradi. Ogni microspora, per
mitosi, produce:

❖ 2 cellule protallari che degenerano


❖ 1 cellula vegetativa
❖ 1 cellula anteridiale
➢ Infiorescenza femminile, megasporofillo: ogni megasporofillo porta 2 mega sporangi, i quali sono costituiti da
un involucro esterno:
• Tegumento che circonda la nocella
• Il tegumento di interrompe a formare il micropilo

Dalla nocella si originano le cellule madri delle megaspore tramite meiosi, e danno 4 cellule aploidi:

• 3 di loro regrediscono
• 1 forma la cellula del sacco embrionale, ovvero la megaspora che, tramite mitosi, dà il gametofita
femminile, ovvero il megaprotallo
Ogni mega protallo produce da 2 a numerosi archegoni che produrranno i gameti femminili.
Fecondazione

In corrispondenza dell’apice della nocella il tegumento si interrompe, delimitando un canale denominato micropilo.

- L’apice degli ovuli maturi produce una secrezione di sostanze nutritive che esce dal micropilo e cattura il
polline portato dal vento
- Il polline intrappolato in prossimità del micropilo germina formando il tubetto pollinico, attraverso il quale
vengono scaricate 2 cellule spermatiche.

La cellula vegetativa rimane all’apice del micropilo, regolando probabilmente la formazione del tubetto pollinico.

Più ovocellule possono essere fecondate ma per concorrenza nutrizionale solo un’ovocellula fecondata si svilupperà.

Il tessuto del megaprotallo (sacco embrionale) formerà l’endosperma primario, tessuto di riserva prima della
fecondazione. A completa maturazione dell’embrione, il tegumento viene lignificato costituendo il tegumento del
seme.

Le angiosperme: caratterizzate da ovuli racchiusi in strutture specializzate nelle quali essi maturano a semi che si
staccano dopo che l’ovario si è trasformato in frutto.

- Il nome angiosperma significa pianta che possiede “semi racchiusi in un involucro”


- L’elevata posizione filogenetica delle angiosperme si manifesta con la grande varietà di strutture vegetative e
con la grande variabilità dei fiori che accolgono gli organi riproduttivi fanno sì che queste caratteristiche siano
alla base della classificazione sistematica
- 250.000 specie, 400 generi
- Comprendono sia le piante legnose che piante erbacee

Vantaggi evolutivi delle angiosperme:

- Plasticità del corpo vegetativo: fa sì che ci siano forme molto variate


- Elevata adattabilità morfologica
- Riproduzione più efficiente dovuta a:
• Fiori ermafroditi
• Protezione dell’embrione nei carpelli
• Impollinazione più efficiente

Caratteristiche delle angiosperme:

- Gametofiti di piccole dimensioni (ridotte rispetto alle gimnosperme)


- Due cellule spermatiche, entrambe coinvolte nella fecondazione (doppia fecondazione):
• Fusione con la cellula uovo: dà origine a zigote (2N)
• Fusione con due nuclei: dà origine all’endosperma secondario (3N)

Presenza del fiore:

- Singolo
- Gruppi: infiorescenza

Fiore

Il fiore è un insieme di componenti sterili e riproduttivi organizzati in una spirale con brevi internodi. Tutte le
componenti sono folle modificate, denominate antofilli.

- Componenti sterili: petali e sepali


- Componenti riproduttivi: stami e carpelli

Struttura fiore:

Parte sterile:

- Penduncolo : struttura attraversata da vasi conduttori che attacca il fiore al ramo o al fusto
- Ricettacolo: la parte del peduncolo su cui si inseriscono sepali e petali
- Sepali: calice
- Petali: corolla
Sepali e petali insieme formano il perianzio, con funzione produttiva e di rischiamo per gli impollinatori

Parte fertile:
- Androceo: insieme di stami
- Stami: formati da un filamento alla cui estremità si colloca l’antera, formata da 2 teche ciascuna con 2 sacche
polliniche
- Gineceo: insieme di carpelli o pistilli
- Pistillo: è a forma di fischetta, è costituito da stigma e ovario collegati dallo stilo

Involucro floreale:

- Perianzio: formato da calice (verde) e corolla (colorata)


- Se sepali e petali non sono differenziati vengono detti tepali, e il perianzio prende il nome di perigonio
- Calice: serie più esterna di elementi del perianzio ed è formato da sepali generalmente verdi
- Calicetto: formato da foglioline più o meno modificate che sono portate dal peduncolo e sono inserite prima
del calice
- Corolla: con petali come parti singole, costituisce la serie più interna di elementi del perianzio

Grado di simmetria del perianzio:

- Attinomorfo: elementi del perianzio distribuiti intorno ad un punto di simmetria con simmetria di tipo raggiata
- Zigomorfo: elementi del perianzio disposti specularmente, con simmetria bilaterale o dorsoventrale
- Irregolare: niente piani di simmetria

Tipi di corolla:

- Bilabata: tipica delle labiatae, si distingue un labbro superiore formato da due petali saldati ed un labbro
inferiore, formato da 3 petali di cui quello centrale grande e i due laterali piccoli; simmetria di tipo bilaterale
- Papilionata: tipica delle fabaceae, si distingue un petalo superiore detto “vessillo”, due petali laterali dette
“ali” e due petali inferiori saldati a doccia detti “carena”; la simmetria di tipo bilaterale

Il fiore perfetto è quello che porta stami e pistilli.

- Il fiore imperfetto che porta solo gli stami è detto stamifero


- Il fiore imperfetto che porta solo il pistillo è detto pistillifero
Se si trovano entrambi su una stessa pianta questa viene detta monoica, su piante diverse dioica.

Sezione trasversale di un fiore al microscopio

- Si evidenziano sepali e petali


- Si individuano stami, ognuno con 2 teche e 4 logge polliniche
- Pistillo formato da 3 carpelli fusi

Androecium: apparato sessuale maschile costituito da un numero variabile di stami

- Stami: foglie modificate


- Gli stami primitivi erano foglie con sporangi al centro della lamina
- Nel corso dell’evoluzione il tessuto sterile (lamina fogliare) è andato via via diminuendo
- Gli stami portano le “antere”, ciascuna contiene 4 microsporangi che in seguito a meiosi produrranno 4
microspore aploidi

Antera:

- Formata da due teche, connesse da tessuto connettivo


- Ciascuna teca dà origine a una o più sacche polliniche che rappresentano altrettanti microsporangi, dentro le
quali si differenziano le microspore o granuli pollinici
- Le antere si saldano al filamento mediante il connettivo. In base al punto d’inserzione, vengono indicate con
vari nomi: basifisse, dorsifisse, apicifisse
- La loro apertura può essere apicale, trasversale, longitudinale

Microsporogenesi e microgametogenesi

- Antera bilobata: all’interno di ogni lobo (teca) si trova il microsporangio, tessuto da cui si formano i
microsporociti, che sono circondati da un tessuto sterile. Il tessuto è chiamato tappeto, le cui cellule
trasferiscono nutrienti e componenti della parete ai microsporociti maturandi.
Durante la maturazione dell’antera e la microsporogenesi, i microsporociti subiscono meiosi formando 4
microspore aploidi.
- Endotecio: formato sotto l’epidermide da uno o più strati di cellule fibrose con ispessimenti asimmetrici; è
importante nell’apertura delle sacche alla fine della maturazione del polline
- Tappeto: tessuto sterile, funzione nutritiva e trasferimento composti di parete al polline in maturazione

Microsporogenesi

- Per divisione meiotica, ciascuna microspora produce 4 microspore, ovvero granuli pollinici primari uninucleati
- I granuli possono essere singolarmente rivestiti da una parete protettiva che si forma durante la meiosi
(monocotiledoni)
- I granuli possono essere avvolti insieme da una stessa parete dopo la seconda divisione meiotica (dicotiledoni)

Microgametogenesi (maturazione del polline)

- Il granulo pollinico primario si divide nel macrosporangio per mitosi e forma 2 cellule aploidi:
➢ Cellula vegetativa del tubetto pollinico
➢ Cellula generativa o anteride, che per mitosi forma 2 cellule spermatiche o gameti (II mitosi, avviene nel
microsporangio o nel tubetto pollinico)
- I granuli pollinici sono rivestiti da una parete esterna, esina, e da una parete interna, entina ;i granuli sono
molto variabili per forma e dimensione e per numero di fori attraverso i quali viene emesso il tubetto pollinico.
I granuli pollinici sono esposti per lungo tempo a condizioni estreme e con la finalità di trasferire il patrimonio
genetico delle parti maschili alle parti femminili.
➢ La protezione è garantita dalla parete del granulo detta sporoderma, che è costituito da due complessi di strati
• Esina all’esterno, si può dividere in nexina più internamente e sexina più esternamente
• Intina all’interno

Deiscenza: arricciamento dell’endotecio e rottura della parete

Gineceo: l’insieme degli organi riproduttivi femminili, detti pistilli

- Struttura più semplice:


➢ Singola foglia carpellare avvolta su sé stessa a racchiudere gli ovuli
➢ Parte basale rigonfia chiamata ovario, sormontato da una struttura allungata detta stilo, terminante in uno
stimma
Gli ovuli sono inseriti all’interno dell’ovario, in una zona detta placenta.

Tipi di gineceo:

- Apocarpico: ogni carpello forma un ovario e per ogni fiore ci sono molti pistilli
- Sincarpico: più carpelli uniti a formare un unico ovario pluriloculare o uniloculare
- Monocarpico: formato da un unico pistillo costituito da un unico carpelli
Tipi di ovario:

- Infero: inserito sotto gli elementi della corolla ed è saldato al ricettacolo


- Supero: inserito sopra gli elementi della corolla
- Semi-infero: mezzo infero saldato
- Libero: inserito sotto gli elementi della corolla ma non saldato al ricettacolo, con più ovari

Struttura ovulo:

- Forma ovoidale
- Dimensioni: 0,1 a 10 mm
- Retto da un peduncolo detto funicolo, composto dalla nucella (tessuto compatto) al cui interno sono
mantenute le ginospore che matureranno in ginogamete
- All’esterno si trovano 1 o 2 involucri di tegumenti, che partono dalla calaza (base dell’ovulo) e al polo opposto
lasciano aperto l’accesso alla nucella, detto micropilo

Megasporogenesi

L’ovulo è un megasporangio.

- Il numero di ovuli dipende dalla specie, ma sono comunque parecchie centinaia


- L’ovulo prende origine dal tessuto più interno dell’ovario, ovvero la placenta a cui l’ovulo resta legato per
mezzo del funicolo
- Placenta: parte interna dell’ovario formata da nocella e peduncolo
➢ All’interno della nocella si sviluppa l’ovulo che risulta avvolto da due o più strati di tegumento, lasciando
un’apertura ad una estremità, detta micropilo
- Durante la maturazione dell’ovulo la nocella sviluppa un unico megasporocito 2N, che per meiosi forma 4
cellule aploidi: megaspore disposte in una tetrade lineare; 3 megaspore degenerano

Megagametogenesi

La megaspora più lontana dal micropilo sopravvive e si sviluppa in gametofito.

- Megaspora ingrandisce a spese della nocella


- Il suo nucleo di divide per mitosi: 2 nuclei aploidi
➢ Si dividono ulteriormente per mitosi a dare 2 nuclei ciascuno
➢ 4 nuclei formati si dividono per mitosi a dare un totale di 8 nuclei aploidi, organizzati:
• 4 in prossimità del micropilo
• 4 in prossimità calazale
- Migrazione dei nuclei:
➢ Da ciascun polo:1 nucleo migra verso il centro della cellula ottonucleata
➢ 3 nuclei restano ai due poli
➢ 3 nuclei al micropilo formano l’apparato dell’oosfera:
• 1 oosfera
• 2 sinergidi
➢ 3 nuclei al calazale: cellule antipodali, avvolti da una spessa parete
➢ 2 cellule centrali: 1 cellula binucleata

Impollinazione

Il trasporto del polline all’ovulo può avvenire sia tra diversi individui che tra fiori di sesso diverso presenti in uno stesso
individuo, o addirittura entro uno stesso fiore quando questo è ermafrodita. Tuttavia, nel corso dell’evoluzione, le
piante hanno sviluppato strategie per ridurre la possibilità che avvenga la fecondazione tra polline e ovulo dello stesso
individuo, perciò è molto rara. Il polline può essere trasportato dal vento (anemofilia), dagli animali (zoofilia) e
dall’acqua (idrofilia).
Tipi di impollinazione:

- Allogamia: impollinazione incrociata


➢ Anemofilia: impollinazione dovuta al vento
➢ Zoofilia: impollinazione dovuta agli animali
- Autogamia: autoimpollinazione
➢ Cleistogamia: caso particolare dell’autogamia obbligatoria che avviene quando i fiori non si schiudono

Gli adattamenti per il trasporto di polline da una pianta all’altra favoriscono l’impollinazione incrociata, che si basa si
diverse strategie:

- Separazione di fiori staminiferi e fiori pistilliferi su piante diverse


- Produzione sulla stessa pianta di fiori unisessuali a maturazione differenziata

Meccanismi che impediscono l’autogamia:

- Dicogamia: maturazione degli organi riproduttori femminili e maschili nei fiori ermafroditi diversificata nel
tempo
- Proterandria M prima di
- Proteroginia F prima di M
- Incompatibilità genetica
- Separazione di fiori staminiferi e fiori pistilliferi su piante diverse

L’impollinazione è operata in molti casi da animali. La forma del fiore, in ogni caso, è un adattamento per favorire
l’impollinazione.

- Fiori anemofili: grande quantità di polline, efficienti sistemi di cattura del polline aerodiffuso; è un
adattamento tipico delle regioni temperate
- Fiori idrofili: poche specie (150)
- Impollinazione zoofila: fiori di forme e colori variabili, che esprimono spesso il rapporto di coevoluzione tra
piante e animali
Anche la dispersione di semi o frutti può essere legata ad animali.

Impollinazione: con la deiscenza delle antere, il polline viene trasportato in prossimità dello stimma mediante diversi
tipi di vettori: vento, insetti, animali. Una volta a contatto con lo stimma, i granuli pollinici assorbono acqua
proveniente dalle cellule cello stimma e si muove per differenza di potenziale idrico. Il polline reidratato germina e si
forma il tubetto pollinico.

Fecondazione

- Il tubetto pollinico si allunga nello stilo fino ad arrivare all’ovulo, entrando dal micropilo
- Il tubetto pollinico penetra in una delle 2 sinergidi che inizia a degenerare
- Il tubetto pollinico riversa nella cellula sinergide i due spermi e il nucleo del tubetto
- I due spermi vanno a fecondare l’oosfera e la cellula binucleata centrale

Dopo la fecondazione lo zigote comincia a dividersi e differenziarsi in embrione.

Frutto

Dopo la fecondazione, e iniziata la trasformazione degli ovuli in semi, l’ovario si modifica profondamente e diventa un
frutto.

Classificazione:

- Classica, il frutto deriva dalla trasformazione dell’ovario, che assume caratteristiche particolari e viene indicato
con il nome di pericarpo
- Secondo Winkler il frutto non corrisponde necessariamente all’ovario che si è trasformato dopo la
fecondazione, ma all’intero gineceo (o pistillo)

Il fiore è costituito dal seme e dal pericarpo, quest’ultimo ha la funzione di proteggere e/o facilitare la disseminazione.
Questo organo presenta forme mai diversificate.

Nel pericarpo si distinguono 3 zone concentriche:

- Esterno: epicarpo (o esocarpo)


- Intermedia: mesocarpo
- Interna: endocarpo

Il fiore che comprende anche parti del fiore è detto falso frutto.

- Frutti semplici: 1 solo carpello


- Aggregati: più carpelli indipendenti di un unico gineceo
- Multipli: ginecei di più fiori
- Frutti carnosi:
➢ Bacca
➢ Drupa
➢ Pomo
- Frutti secchi:
➢ Deiscenti
➢ Indeiscenti

Sulla base della consistenza del pericarpo la classificazione si divide in frutti carnosi o secchi, e questi ultimi
ulteriormente suddivisi in deiscenti o indeiscenti, a seconda che, una volta mature, permettano la fuoriuscita del seme
oppure no.

Deiscenti: il pericarpo si apre quando il seme è maturo

- Follicolo, legume, lomento: derivano da un ovario monocarpellare, sono plurispermi


➢ Follicolo: si apre lungo una linea di sutura della foglia carpellare
➢ Legume: si apre longitudinalmente lungo la linea di sutura dei carpelli e lungo la nervatura; è tipico delle
leguminosae
➢ Lomento: è suddiviso in una serie di logge monosperme, chiuse, che possono essere anche piene di polpa che
circonda il seme; si apre trasversalmente
- Siliqua e siliquetta: derivanti da un ovario bicarpellare sincarpico:
➢ Siliqua: si apre lungo le linee longitudinali che corrispondono alle due suture delle foglie carpellari. Tra le due
valve è presente un tramezzo membranoso chiamato replo, su cui sono inseriti i semi
➢ Siliquetta: siliqua più larga che lunga
- Capsula: deriva da un ovario pluricarpellare sincarpico, la deiscenza può avvenire in diversi modi
➢ Capsula settifraga: si apre lungo la linea di sutura dei carpelli
➢ Capsula poricida: apre mediante i pori
➢ Capsula loculicida: apre lungo la nervatura di ogni carpelli
➢ Pisside: apre per mezzo del distacco di denti

Indeiscenti: non si aprono a maturità

- Achenio: deriva da un ovario monocarpellare o bicarpellare. Il pericarpo è sottile e cuoioso, il seme è


lassamente aderente alla parete del frutto, quindi non del tutto libero. L’achenio può essere isolato oppure
riunito a formare diacheni, tetracheni, pluriacheni
- Cariosside: deriva da un ovario pluricarpellare sincarpico, simile all’achenio. Caratterizza le graminacee; i
tegumenti del seme sono concresciuti con il pericarpo
- Noce: deriva da un ovario pluricarpellare sincarpico. Il pericarpo è legnoso o cuoioso, il seme interno è libero
- Samara: si tratta di un achenio munito di espansioni (ali) che ne facilitano la dispersione anemocora. Possono
essere diacheni
Frutti carnosi

- Drupa: epicarpo sottile e membranoso, mesocarpo carnoso, endocarpo sclerificato costituito da uno o più
noccioli con un solo seme
- Bacca: epicarpo sottile, mesocarpo ed endocarpo poco distinguibili, polposi o succosi. Frutto derivato da un
ovario pluricarpellare, con pericarpo sottile e membranaceo. La parte carnosa non è altro che la parte slargata
del perianzio
- Esperidio: variante della bacca in cui l’epicarpo è ricco di ghiandole secernenti oli essenziali; il mesocarpo è
spugnoso, mentre l’endocarpo è suddiviso in tipici spicchi e molto succosi.
- Peponide: variante della bassa, in cui l’epicarpo e mesocarpo sono fusi insieme, mentre l’endocarpo è
deliquescente a maturità e contiene numerosi semi
- Pomo: falso frutto, solo una parte deriva dallo sviluppo dell’ovario. Gran parte dei tessuti derivano dalla
proliferazione del ricettacolo e in alcuni casi dello stesso peduncolo.

Frutti aggregati: derivanti da più pistilli dello stesso fiore che rimangono uniti anche nel frutto

- Polidrupa: deriva da tante piccole drupe inserite sul ricettacolo convesso


- Conocarpo: deriva dal ricettacolo carnoso e convesso, cosparso di acheni sulla superficie

Dispersione dei frutti:

- Zoocora: cibo, passivo


- Anemocora: frutti piccoli e leggeri, provvisti di ali
- Idrocora: frutti provvisti di tessuti aeriferi per galleggiare
AGLHE, BRIOFITE E CRITTOGAME VASCOLARI

- Eucarioti: con un vero nucleo


- Protisti: eucarioti che non posseggono i caratteri distintivi degli organismi appartenenti ai regni dei funghi,
plantae e degli animalia. Questi regni derivano da:
➢ Autotrofi (alghe)
➢ Eterotrofi (oomiceti e muffe mucillaginose)
- Procarioti: prima del nucleo

Alghe

- Organismi autotrofi
- Vivono in ambienti acquatici, salmastri e d’acqua dolce, molto umidi
- Unicellulari, riuniti in colonie o pluricellulari ma talli
- Gametangi e sporangi unicellulari
- Caratteri di interesse sistematico:
➢ Morfologici: flagelli, dimensioni…
➢ Ultrastrutturali: natura della parete cellulare, dei pigmenti, delle sostanze di riserva
- Dominanza generalmente della generazione aplonte
- In molti taxon, divisione mediante ficoplasto, cioè un sistema di microtubuli che si sviluppa parallelamente al
piano di divisione cellulare. In tutti i vegetali terrestri (briofite e piante vascolari) e in poche alghe verdi, la
divisione cellulare avviene con la formazione del fragmoplasto, ovvero una piastra cellulare formata da
vescicole derivate dal Golgi, trascinate verso il piano di divisione cellulare da un sistema di microtubuli disposti
perpendicolarmente a detto piano.
- Flagelli:
➢ Assenti nelle alghe rosse
➢ 2, 1 a sferza + 1 pennato nelle alghe brune
➢ 2 uguali nelle alghe verdi

Chromalveolata

I cromalveolati sono un gruppo di eucarioti proposto da Thomas Cavalier-Smith come perfezionamento del regno
Chromista, proposto per la prima volta nel 1981. Oggi viene considerato uno dei sei cladi più importanti degli eucarioti,
e può essere considerato un “regno”, e al momento ha una classificazione tassonomica formale dal 2004.

- Comprende organismi che hanno preso un cloroplasto attraverso un’endosimbiosi secondaria con un’alga
rossa, essendo presente in tutti e due i sottogruppi la clorofilla A e C.
- Il gruppo include due Superphylum fondamentali:
➢ Stramenopiles:
• Heterokontophyta (alghe giallo-brune)
• Cryptophyta
• Haptophyta
➢ Alveolata
• Pyrrophyta
• Apicomplexa
• Ciliata

Unicellulari (microalghe, microphytes):

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