NOVITÀ
FEDELTÀ ALL AMORE , stretto legame esperienza amorosa e poesia
POESIA FILOSOFICA , linguaggio raffinato
AMORE È GENTILEZZA
LA DONNA È STRUMENTO DI DIO , concilia chiesa e poesia
Tre scuole di poesia, scuola siciliana, scuola toscana e dolce Stil novo.
nella seconda metà del 200 alcuni poeti, prevalentemente di area Toscana, definiscono un
nuovo modo di fare poesia in volgare, vuole essere di fatto è, qualcosa di nuovo il dolce Stil
novo.
Il più illustre di questi giovani poeti e Dante Alighieri.
nuova e l’aria che respirano questi poeti lontani ormai dalle corti che avevano ospitato la
poesia trobadorica ma anche siciliana della corte di Federico Secondo.
sono giovani cresciuti nel clima vivace e stimolante del mondo comunale tra questi
troviamo Dante Guinizelli e cavalcanti.
il ruolo di Dante è fondamentale
Dante chiama dolce sì novo la nuova tendenza di alcuni poeti di scrivere ma non c’è
nessuna scuola un luogo di ritrovo non è una scuola ma un nuovo modo di poetare e quindi
sono delle entità a sé stanti accomunate da questo stile nuovo.
Dante nella Divina Commedia per la prima volta usa il termine dolce Stil novo tramite un
dialogo tra buona giunta e il sottoscritto.
Dante spiega che il poeta stilnovisti si distingue dei precedenti perché parlando dell’amare
non ricorre a un repertorio di motivi tipici e situazioni stilizzate ma lo rappresenta in modo
più vero, poiché è fedele a una sorta di voce interiore che proveniva dall’amore stesso.
c’è un legame strettissimo quindi tra esperienza amorosa e poesia.
Bonagiunta critica le nuove poesie essendo fedele alla scuola toscana e considerandole
difficili ma alla fine Dante gli fa capire la superiorità del dolce stil novo
La prima novità quindi la fedeltà all’amore la seconda è che è una poesia filosofica per
scrivere ci voleva una raffinata cultura.
Per parlare dell amore vero Ho bisogno di un linguaggio speculativo e acculturato.
Questo linguaggio non è difficile e come diceva bonagiunta ma più raffinato e ricercato
Una materia così importante non poteva essere trattata con linguaggio poco raffinato.
Il tema fondamentale di queste poesie e che cos’è l’amore quali sono i suoi effetti
manifestazione come nasce e dove. Cappellano aveva declinato un paradigma rivoluzionario
che ammetteva che un’esperienza amorosa intesa come passione si rivolgeva verso le donne
già sposate
La terza novità del dolce Stil novo che solo che anno beltà d’animo può amare.l’amore va
sempre nel cuore gentile.l’amore e gentilezza
I vari poeti descrivono l’amore e lo rappresentano in maniera diversa cavalcanti ad esempio
dice che l’amore distrugge l’uomo.
l’amore provenzale adulterino era malvisto dalla chiesa
la quarta novità infatti il dolce Stil novo è che è accettato dalla chiesa infatti Guinizelli
immagina che si scusi con Dio dicendo che la donna credeva fosse una figura Angelica
mandata da lui così da conciliare la poesia con la chiesa. L’amore della donna è una
manifestazione dell’amore di Dio poiché creatura di Dio non è un amore alternativo da
quello di Dio.è una novità perché prima era un modo di dire simboleggiare la donna come
un angelo in questo caso effettivamente considerata strumento di Dio Tanto che Dante mette
Beatrice come guida del paradiso.
DANTE
Le fonti storiche che ci parlano di Dante sono relativamente poche, gran parte di quello che
sappiamo deriva dalle sue stesse opere
In ognuno dei suoi scritti Dante parla sempre della sua esperienza di vita e proprio per
questo non scrivere una semplice cronaca ma un racconto carico di risvolti simbolici e
momenti cruciali.
Dante nasce a Firenze nel 1265 da una famiglia della piccola nobiltà guelfa.sposato con
Gemma Donati appartenente a una famiglia a capo della fazione politica avversa a quella di
Dante.
gli anni della formazione della prima giovinezza fino al 1290 sono segnati da incontri ed
eventi che Dante registra come determinanti per la sua formazione culturale politica e
umana.
teatro di queste esperienze la stessa Firenze, grande potenza commerciale ma non ancora
culturale.
nonostante ciò è ricca di stimoli e un crogiolo di tradizione e rinnovamento.
due incontri fondamentali sono quelli con cavalcanti e Brunetto latini
quest’ultimo è il maestro Che trasmette a Dante il modello di una lettura didascalica e
allegorica e lo introduce anche alla vita politica e al dibattito
Cavalcanti nobile colto e carismatico è il primo degli amici con cui Dante condivide
esperienze e le ambizioni e grazie ad entrambi chi avrà inizio quel rinnovamento Poetico
che più tardi Dante battezzerà Stil nuovo.
Questi anni giovanili saranno al centro della prima importante opera di Dante la vita nuova
che seleziona e organizza gli eventi cruciali le poesie che egli considera più significative
In queste pagine ci fa il suo ingresso la donna amata Beatrice è sposata con un altro uomo e
che morì giovane la sua scomparsa rappresenta un momento di svolta non solo sentimentale
ma anche poetica e esistenziale
Per superare gli effetti della perdita infatti Dante si sarebbe rivolto al conforto della
filosofia.
L'esperienza politica
Dal 1295 al 1302 la politica è per Dante un interesse quasi esclusivo, a cui si dedica ,
appassionatamente.
Ģià nel 1289 aveva preso parte alla battaglia di Campaldino, in cui i guelfi di Firenze
avevano avuto la meglio sui ghibellini aretini.
Ma, con l'affermazio- ne dei guelfi, le tensioni a Firenze anziché placarsi si esasperano e
sfociano in scontri violenti: tra il 1293 e il 1295 Giano Della Bella impone gli Ordinamenti
di Giustizia, che mirano escludere i magnati dalla partecipazione alla vita politica. Nel '95
Giano viene cacciato e le cariche pubbliche tornano accessibili anche ai nobili, a condizione
che siano iscritti a una delle Corporazioni delle Arti e Mestieri. Dante, che ad assumere
crescenti responsabilità politiche, si iscrive allora all'Arte dei Medici e Spe- ziali. Viene
eletto capitano del Popolo al Consiglio dei Trentasei (1295-96), e poi alla più importante
istituzione amministrativa fiorentina, il Consiglio dei Cento (1296). In breve, le rivalità che
in precedenza avevano opposto guelfi e ghibellini si riaccendono all'interno del partito
guelfo, diviso in due fazioni, l'una guidata dalla famiglia dei Cerchi (i guelfi bianchi), l'altra
(i guelfi neri) dai Donati. Il dissenso più aspro riguarda il ruolo del papa nella gestione degli
affari interni di Firenze: i neri, legati al papato da stretti in- teressi economici, sono propensi
a concedere mano libera al pontefice, mentre i bianchi, con i quali si schiera anche Dante,
rivendicano una maggiore autonomia della città. Nel 1297 e poi di nuovo nel 1300 papa
Bonifacio VIII tenta di far prevalere i neri, agendo per mezzo del cardinale Matteo
d'Acquasparta, inviato ufficialmente come mediatore fra le parti. Nel 1300 il Collegio dei
Priori (rappresentanti delle Corporazioni) decide di punire con l'esilio gli esponenti più
accesi dell'una e dell'altra parte, come segnale forte contro qualsiasi ulteriore violenza.
Dante, che siede nel Collegio, si vede così costretto a condan- nare, tra gli altri, anche due
cari amici, Forese Donati e Guido Cavalcanti. Quesť’ultimo morirà di lì a poco, lontano da
Firenze, proprio per le conseguenze del provvedimentc
Nel 1301 Bonifacio VIII tenta nuovamente di manovrare la politica fiorentina, facendo
intervenire Carlo Valois (fratello del re di Francia Filipno il Bello) per contrastare i guelfi
bianchi. Mentre i bianchi inviano a Roma un'ambasceria, di cui fa parte anehe Dante, il
partito nero ne approfitta per rovesciare il governo ed espellere le famiglie legate Cerchi:
Dante viene condannato, dapprima (il 27 gennaio 1302) all'esilio e all'interdizione perpetua
dalla vita politica, poi (il 10 marzo) a morte e alla confisca del beni personali e familiari. La
condanna, emessa quando il poeta non è ancora rientrato Firenze, segna per lui il definitivo
distacco dalla città natale, dove non tornerà mai piu
L ESILIO
Il progetto di entrare in patria con un’azione militare fallisce quasi subito inizia così un
lungo e sofferto esilio.
Dante è costretto a sopportare condizioni di vita precarie e l’umiliazione di doversi cercare i
potenti mecenati che gli garantiscano protezione sostegno economico.le tappe di questo
continuo girovagare comprendono Verona Padova casentino e Treviso.
Eppure questi sono anche gli anni di intenso lavoro intellettuale impegno creativo Dante
sente l’esigenza di consolidare la propria fama per aumentare il suo prestigio agli occhi dei
facoltosi ospiti da cui dipende ma anche per tenere viva la speranza di essere prima o poi
raccolto a Firenze. Tra il 1000 304.308 si ritiene abbia composto il convivio e il de vulgari
eloquenzia
Nello stesso periodo inizia impostare il grandioso disegno della commedia non a caso il
poema registra registra personaggi luoghi e fatti di cui Dante viene a conoscenza nei vari
luoghi in cui soggiorna
Dante torna a sperare che questa drammatica situazione indirettamente anche il proprio
esilio trovi una soluzione quando nel 1308 viene eletto re dei romani Arrigo settimo di
Lussemburgo che difatti nel 1310 scende in Italia ben presto però questi auspici testimoniati
in particolare dal Cunnie epistole dantesche sono vanificati dalla morte dell’imperatore.la
posizione di Dante di non muta da un lato nella monarchia trattato politico ascrivibile a
questi anni ribadisce la funzione salvifica universale dell’impero
Ravenna nel 1321 muore
La vita nuova
Quest’opera si chiama Prosi metro che come dice la parola è un insieme di prosa e versi la
vita nuova è una raccolta di poesie che Dante compose a Firenze.
l’idea del prossimetro una novità prima di Dante gli altri poeti avevano composto dei
canzonieri cioè delle raccolte di poesie ma non avevano inserito parti in prosa
TITOLO
Il titolo dell’opera vita nuova ci fa capire che l’opera è una sorta di rappresentazione
biografica dell’autore ma non è una biografia come si intende in genere cioè un insieme di
fatti esteriori bensì una biografia dell’anima di sentimenti dei moti interiori.
L’aggettivo nuova ci fa capire che nella vita di Dante è accaduto qualcosa che la rigenerato
che gli ha fatto vivere un rinnovamento spirituale che lo ha fatto sentire un uomo nuovo
diverso
MODELLI
Nel comporre quest’opera Dante prende come modello il de composizione philosopiae di
boezio sulla consolazione della filosofia
Il filosofo Boezio nella sua opera immagina di essere visitato da una donna personificazione
della filosofia.
nel riprendere boezio Dante vuole dare alla sua opera una forte tessuto filosofico
Sicuramente oltre boezio Dante è stato influenzato dalle confessioni di Sant’Agostino.
anche nelle confessioni di Sant’Agostino c’è una biografia interiore
CONTENUTI
L’opera si può dividere in tre parti
PRIMA PARTE
Gli effetti dell’amore sull’amante.Dante racconta di aver incontrato Beatrice a nove anni e
che da quel momento l’amore a preso possesso del suo animo.poi dice di averla rincontrata
nove anni dopo in questa occasione Dante ha ricevuto da Beatrice il saluto.
come dice l’etimologia della parola Salus saluteza, E il saluto a rappresentato per lui l’inizio
di una vita nuova.
secondo i canoni dell’amore cortese è opportuno proteggere la donna dalle ma le dicerie
essendo Beatrice è una donna sposata Dante dice decide per proteggerla di non rivelare il
suo nome quindi comincia a comporre una serie di poesie per le cosiddette donne dello
schermo.
con nomi fittizi Dante vuole fornire uno schermo una protezione a Beatrice
Beatrice ciò nonostante ci resta male pensa che Dante effettivamente stia scrivendo poesie
ad altre donne e gli leva il saluto.
Dante soffre terribilmente e nelle poesie di questo periodo Dante esprime gli effetti
dell’amore sull’amante ovvero se stesso secondo uno stile che ricorda il poeta cavalcanti ,
che metteva in luce l’incapacità dell’uomo al cospetto della donna il suo sentirsi piccolo
tremante incapace di agire
in questa fase e vediamo che l’amore di Dante è ancora un amore legato alla materialità un
amore che dipende dalla ricompensa dalla risposta della donna dal suo saluto.
SECONDA PARTE
La lode della donna
Dante piano piano capisce che non è giusto che la tua felicità dipenda da qualcosa di
esterno.
Piuttosto la sua felicità deve essere indipendente dalla risposta della donna. Deve essere un
amore che non chiede ricompense ma che si appaga della contemplazione e della lode
dell’amata.
le poesie di questa seconda fase infatti si concentrano sulla lode della donna.
TERZA PARTE
morte della gentilissima e lode di dio
Dante immagina di aver avuto un sogno nel quale gli viene annunciata la prossima morte di
Beatrice.
Di lì a poco Beatrice muore sul serio. Inizialmente Dante trova consolazione della filosofia
qui riprende Boezio che era stato visitato da una donna allegoria della filosofia
Poi gli appare in sogno Beatrice allora decide di scrivere per lei cose mai scritte da nessuno.
Beatrice diventa la donna che consente all’uomo di arrivare a Dio.
la lode di Beatrice dunque una lode a Dio. La naturale evoluzione di quest’opera sarà la
stesura della Divina Commedia in cui Beatrice funge da guida per arrivare a Dio
SIGNIFICATI DELL OPERA
L’opera non va letta in senso letterale parola per parola ma in senso allegorico. Il fatto
stesso che Dante utilizza nella storia biografica interiore amorosa multipli del numero tre
vuol dire che la sua vita va letta in chiave religiosa mistica.
nove infatti il multiplo di 3 il simbolo della trinità
l’opera è quindi un viaggio virtuale dell’anima verso Dio che si struttura in tre fasi
I tre stadi da questa tradizione sono definiti extra nos (fuori di noi), intra nos (dentro di
noi), super nos (sopra di noi).
Fuori di noi e la gioia di Dante che deriva da qualcosa che fuori di noi appunto quindi il
saluto.
Dentro di noi e la gioia di Dante che deriva da qualcosa che è all’interno di lui quindi la
lode.
Sopra di noi è una gioia che deriva da ricongiungersi con Dio andare aldilà del mondo
terreno
Se questo è il significato interiore dell’opera che si evince dall’analisi del contenuto vi è
anche un significato che si evince dall’analisi della forma espressiva.
sul piano personale l’opera è significativa perché ci fa vedere come Dante partito da una
scrittura di tipo siciliano toscano sia sempre più avvicinato a modo di scrivere è tipico dei
poeti del dolce Stil novo cavalcanti = dolore Guinizelli = lode
fino ad arrivare al modus scriventi tutto suo personale e novo.
Molti avevano divinizzato la donna come creatura scesa dal cielo ma nessuno l’aveva mai
vista come figura ascensionale capace di ricongiungere l’uomo a Dio
l’aggettivo vita nuova quindi a una duplice valenza contenutistico e stilistica
CONVIVIO
Il convivio nasce dall’esigenza di risolvere la frammentazione linguistica del medioevo
dove non vi era una lingua unica.nella scrittura si usava ancora prevalentemente in latino
che però era conosciuto da pochi dai dotti e dagli uomini di chiesa.nell’orale si usava il
volgare cioè la lingua del popolo. Esistevano però molteplici lingue volgari per cui in ogni
luogo si parlava un volgare diverso e la gente aveva difficoltà a capirsi per risolvere questo
problema Dante scrisse due opere
IL COMVIVIO E IL DE VULGARI ELOQUENTIA
Convivio indica il banchetto Convivium in latino significa appunto banchetto.Dante con
questa opera vuole offrire un banchetto di sapere di conoscenza a tutti.Dante sa che molte
persone infatti ignoranti non potevano accedere alle conoscenze che erano espressi in testi in
latino perciò decise di fornire un banchetto in lingua volgare a cui potevano accedere tutti
STRUTTURA
Dante voleva scrivere 15 trattati misti di prosa e versi come già nella vita nuova le parti in
prosa servivano per commentare le parti in poesia
Dante in realtà acquista solo quattro trattati quindi l’opera resta in completa
DATA DI COMPOSIZIONE
L’opera è stata scritta nel 1304 1307. Come mai non fu completata?
Ci sono varie ipotesi
1. Secondo la prima ipotesi l’autore non avrebbe concluso l’opera a causa della morte
un’ipotesi a cui pochi credono perché Dante muore nel 1321
2. Seconda ipotesi Dante avrebbe preferito concentrarsi sulla stesura della Divina
Commedia trattandosi di un’opera impegnativa Dante non avrebbe avuto il tempo di
concludere il convivio
3. Quest’ultima tesi prevede che Dante non abbia inteso la stesura della Divina
Commedia come un’interruzione della stesura del convivio ma lui la in tese come
una realizzazione pratica dei principi che aveva espresso nel convivio la sua naturale
continuazione
FINALITÀ
Dante con quest’opera si propone una finalità pedagogica quella di insegnare le sue vaste
conoscenze enciclopediche ai non dotti
C’è un’altra finalità ossia voler difendere la lingua volgare
CONTENUTI
L’opera si divide in quattro trattati
Nella prima che funge da Proemio Dante spiega la metafora del cibo e definisce il pubblico
al quale vuole rivolgersi. Si tratta di un pubblico ampio che per colpa non propria fino a
quel momento non aveva avuto modo di studiare. La lingua volgare quindi è una lingua
democratica che consente a tutti pari opportunità.nel secondo trattato Dante introduce la
canzone voi che ntendendo il terzo ciel movete
Il secondo trattato è importante perché in esso Dante definisce i sensi della scrittura
Ogni testo però può essere interpretato a vari livelli
Il livello più basso e quello letterale ovvero lettera per lettera secondo questo livello ogni
parola indica quello che dice esempio Selva uguale bosco
Livello simbolico allegorico è un livello di analisi più alto.ogni parola non indica
espressamente ciò a cui allude, ma ben vedere, ogni parola ha un significato simbolico
La selva = simbolo del peccato
Ci sono poi altri livelli come quello morale e analogico. Si tratta di livelli in cui simboli
nascosti hanno a che fare rispettivamente con la morale con la vita dei santi. Il terzo trattato
Dante introduce la canzone amor che nella mente mi ragiona
Dove fanno esortazione della filosofia. Sappiamo quanto questa fosse importante per Dante
Nel quarto trattato Dante introduce la canzone le dolci rime d’amore… Questo è importante
perché Dante ci spiega la nobiltà.la vera nobiltà non è quella di nascita ma quella dell’animo
anche il volgo anche se ignorante e non nobile di nascita , è però nobile d’animo e quindi è
giusto che anche il volgo nobile di animo possa avvicinarsi al convivio ovvero il banchetto
del sapere
de vulgari eloquentia
Dante non si limitò ad affrontare il problema della lingua con la stesura del convivio, ma
scrisse anche un’altra opera de vulgari eloquentia
IL TITOLO
il titolo dell opera de vulgari eloquentia costruito con un complemento d’argomento de +
ablativo , ci fa capire che il contenuto dell opera è eloquenza in lingua volgare
Capiamo anche però che questo seconda trattazione sulla lingua volgare non è composta in
lingua volgare ma in latino ( infatti il titolo è in latino)
FINALITÀ
Con questa opera Dante intende convincere il pubblico dotto di scrittori che erano solito
usare solo la lingua latina , dell’importanza del volgare
Costoro non avrebbero mai letto un opera in volgare , per cui , per convincerli dell
importanza del volgare , bisognava diglierlo in latino
Dante non solo non ritiene il volgare una lingua da scartare , ma ritiene che il volgare sia da
utilizzare anche nella scrittura e anche nelle poesie più elevate
Vuole cioè dimostrare agli amanti del latino che anche i contenuti più alti si possono
scrivere in volgare
DANTE
LOpera fu composta nel 1303/1304 cioè nello stesso periodo in cui fu composto il conviviò
Anche il de vulgari eloquenita restò incompleto i motivi sono gli stessi attribuiti all
incompletezza del convivio
STRUTTURA
l’opera prevedeva la stesura di 4 libri , ma Dante ne scrisse solo 1 , e una parte de secondo
PRIMO LIBRO
nel primo libro Dante difende la nobiltà della lingua volgare , che non solo non è inferiore al
latino , ma addirittura è superiore , in quanto il volgare è una lingua è una lingua naturale
che si apprende dalla nascita mentre il latino è una lingua artificiale che si apprende dallo
studio .
Dopo aver difeso la nobiltà del volgare Dante si sforza di trovare un volgare unitario
Egli sa bene che non esiste un solo volgare ma tanti e che la lingua è frammentata
Ma sa altrettanto che è necessario trovare una lingua unica da usare nella scrittura, una
lingua che possa essere capita da tutti
Nella ricerca di un volgare unico da usare nei testi scritti Dante due metodi
Uno induttivo e uno deduttivo
INDUTTIVO
DAnte cerca induttivamente cioè del particolare al generale di trovare il volgare unico di cui
ha bisogno
Parte cioè dall’esperienza , dalla realtà , dalla pratica , da ciò che esiste
Analizza tutte le lingue tutti i volgare esistenti per verificare se qualcuno di essi possa
andare bene per divenire la lingua unica da usare nella scrittura
Si rende conto della grande varietà linguistica che esiste
Attribuisce l’origine di questa grande varietà linguistica la volontà di Dio di voler punire gli
uomini per la loro superbia con la torre di babele e diede la vita a una molteplicità di dialetti.
Dante analizza la lingua DOC doil occitanica e oitanica presenti in Francia poi Analizza la
lingua del sì presente in Italia e E si rende conto che essa è divisa in 14 dialetti
Capisce che non esiste una lingua volgare unitaria una lingua adatta allo scoop
METODO DEDUTTIVO
Non essendo riuscito con il metodo induttivo a trovare la soluzione linguistica auspicata
Dante procede attraverso il metodo deduttivo cioè dalla teoria alla pratica.
Teorizza allora le caratteristiche che questa lingua dovrebbe avere.
La lingua volgare unitaria deve essere illustre cardinale e curiale aulica
ILLUSTRE vuol dire che deve dare lustro cioè chiarezza fama a chi la usa. Il volgare quindi
anche se la lingua del volgo non deve essere una lingua plebea non curata anzi deve essere
una lingua letteraria di alto livello anche se appannaggio di tutti
CARDINALE Cioè deve essere il cardine il perno interno a cui ruotano tutti gli altri dialetti
Tutti gli Aletti quindi devono in qualche modo riconoscersi in questa lingua cardinale. La
lingua cardinale quindi deve contenere quel minimo comune dei terminatore che tiene in sé
tutti gli altri dialetti
CURIALE E AULICA La curia e l’aula erano i luoghi del potere religioso e politico.
Dicendo che la lingua deve essere curiale e aulica Dante vuole dire che deve essere la lingua
parlata nei luoghi del potere ma non se non c’è un potere unitario non ci potrà essere una
lingua unitaria.
Dante ha intenzione geniale capisce che i due problemi vanno affrontati insieme e che se
non si otterrà l’unità politica non si potrà mai per l’unità linguistica.
la storia ci conferma quanto l’intuizione di Dante sia stata veritiera la questione della lingua
è stata infatti affrontata in altri momenti dopo tante ma sempre i momenti in cui anche la
questione politica era molto sentita
NEL 1500
Nel 1500 la penisola italica sentiva molto la mancanza di unità politica in quanto i francesi e
gli spagnoli approfittando delle divisioni interne del nostro paese avevano affermato la loro
dominazione in Italia. Contemporaneamente al problema politico insorse e quello
linguistico.letterati proponevano vari soluzioni
Castiglione promuoveva una lingua ibrida che fosse la mescolanza diversi dialetti
Pietro Bembo propose il fiorentino antico del 1300 dei grandi autori Dante Petrarca e
Boccaccio
Machiavelli promuove il fiorentino vivo cioè quello parlato contemporaneo
Prevalse la tesi di Bembo per molto tempo si scrissero opere in fiorentino antico ma questo
crea un gap enorme tra lingua scritta e orale si scriveva come 200 anni prima e si parlava in
un altro modo
NEL 1800
Nel 1800 riemerse ero le due questioni l’Italia visse un periodo di fervore politico i moti
liberali del 21 ,1848 infine nel 1861 l’unità d’Italia
In quel momento si sentì viva anche la questione linguistica. Manzoni, che con i suoi
promessi sposi voleva scrivere un’opera pedagogica, senti il bisogno di trovare una lingua
unitaria scritta, per farsi capire da tutti, fece perciò degli esperimenti.
Scrisse i promessi sposi tre volte , con 3 soluzioni linguistiche diverse .
Nel fiorentino vivo nella lingua ibrida che Castiglione aveva teorizzato e nel fiorentino
antico
Il fiorentino antico non lo capiva nessuno perché era troppo lontano dalla lingua parlata,
lingua ibrida era confusionario.
perciò Manzoni lascia risciacquo i panni in Arno riscrisse i promessi sposi nella lingua che
si parlava vicino il fiume Arno ovvero a Firenze.
quest’era senz’altro la soluzione migliore ma era necessario che il fiorentino vivo si
diffondesse in Italia
Perciò Manzoni convinse il ministro della pubblica istruzione ad adoperare nelle scuole il
fiorentino vivo. Nel 1815 trova una soluzione sia politica che linguistica
NEL 2000
Oggi viene da chiedersi se unità politica? Esiste un’unità linguistica?
Forse i problemi sono risolti solo nella forma ma non nella sostanza.
Se infatti politicamente si parla di Italia unita ci sono forti distinzioni tra Nord e sud.se
formalmente la lingua degli italiani e l’italiano molti ancora lo parlano male.
neppure la televisione che ha fatto entrare la lingua italiana è bastata risolvere il problema
infatti la TV comporta l’ascolto non il parlato e non sempre in televisione c’è un linguaggio
adeguato e corretto
SECONDO LIBRO
Nel secondo libro Dante spiega gli usi del volgare, da chi deve essere usato e quando.
Deve essere usato da tutti coloro che sono nobili d’animo, cioè che hanno voglia di
apprendere. Deve essere usato in componimenti alti, di stile tragico, che trattano di
tematiche importanti, amore, politica, morali, in genere letterari alti come la canzone
DEMONARCHIA
DATA
Secondo alcuni fu composto durante i primi anni dell'esilio quando era molto accesa la lotta tra papato e
impero circa ai poteri da attribuire a ciascuno di essi.
Un altra ipotesi vuole che L'opera sia stata scritta quando Arrigo 7⁰ stava per scendere in Italia. Dante
sperava che Arrigo 7⁰ potesse diventare imperatore di Italia. In tal modo il papa non avrebbe trovato un
posto vacante e non si sarebbe appropriato indebitamente del potere politico che non gli spettava
Secondo una 3 ipotesi L'opera sarebbe stata scritta negli anni successivi alla morte di Arrigo 7⁰ quando cioè
si spense in Dante la speranza di vedere stabilito in Italia il potere temporale.
In qualunque momento Dante abbia scritto quest opera era sicuramente un momento in cui la questione
politica era molto accesa o perché il problema della lotta tra papato e impero era sotto gli occhi di tutti o
perché si intravedeva la soluzione o perché si era perso ogni speranza della soluzione
TITOLO
Perché l'opera di Dante si chiama divina commedia? Probabilmente Dante chiamo la sua opera solo
"Commedia". Il termine commedia evoca pratiche medievali in particolare la dottrina dei 3 stili di Aristotele.
Aristotele aveva parlato di stile alto o tragico, di stile basso eleggiaco, di stile intermedio cioè comico quindi
secondo questa dottrina L'opera di Dante è scritta in stile medio capace cioè o di elevarsi ad uno stile alto o
abbassarsi ad uno stile eleggiaco. Dante cioè è un prulilinguista cioè usa tutti gli stili. Tende ad inalzare il
linguaggio nel paradiso quando parla di un mondo puro e immateriale; tende ad abbassare il linguaggio
sopratutto nell'inferno quando parla di un mondo materiale,peccaminoso e terreno.
Possibile la dimostrazione di ciò notare come Dante per dite "vecchio" si serve delle 3 cantiche di 3 termini
diversi:
"Vecchio" nell 'inferno
"Vegliardo" nel purgatorio
"Senex" nel paradiso
Si nota quindi un climax crescente.
La commedia inoltre secondo gli stili medievali è un opera che presenta un inizio negativo e una fina lieta
(positivo). La divina commedia infatti inizia con Dante che si perde nella selva oscura (negativo) e si chiude
con Dante che incontra dio(positivo).
Il termine commedia quindi non ci deve trarre in inganno, non deve essere letto in chiave moderna, non è
un opera che suscita riso.
Fu Dante stesso che in una lettera a Cangrante della Scala (un potente signore che lo ospitò durante l'esilio)
definisce la sua opera Commedia
Il titolo Divina commedia fu integrato ad opera di Boccaccio. Inizialmente si chiamava solo commedia.
Boccaccio che aveva composto la sua commedia terrena, confrontando la sia opera con quella di Dante,
aveva definito quella di Dante "divina".
Solo a partire dal 1555 il titolo divina fu inglobato nella stampa e da quel momento L'opera fu pubblicata
sempre con il titolo "divina commedia"
DATA
-La data di composizione dell'opera non è certa. Secondo alcuni L'opera sarebbe iniziata prima dell'esilio,
poi continuata durante il periodo dell'esilio stesso.
Secondo un racconto leggendario di Boccaccio mentre Dante si trovava in esilio i familiari di qeust ultimo
avrebbero trovato in un cassetto di casa le carte relative alla scrittura della divina commedia. Le avrebbero
mandate a Dante pregandolo di continuare ciò che aveva iniziato.
-Secondo un altra interpretazione invece Dante avrebbe completato l'opera prima dell'esilio dopo aver
interrotto il Convivio e il de vulgari eloquentia dal momento che la commedia era vista da lui come un
completamento delle opere precedenti.
Ci sono studi approfonditi che cercano di ricostruire la cronologia esatta di ogni singolo canto. Questi studi
si basano su 2 metodi.
1)metodo estrinseco (esterno):
Consiste nel raccogliere notizie sulla diffusione di ogni singolo canto. Se per esempio qualche persona del
tempo di Dante parla di un determinato canto vuol dire che quel canto era stato scritto ed era ormai noto.
2)metodo intrinseco (inteno):
Consite nel guardare i riferimenti interni nel testo cioè i fatti di cronaca a cui Dante stesso nel suo racconto
fa riferimento. Se Dante racconta nella sua commedia di un fatto di cronaca vuol dire che quel passo è stato
scritto subito dopo che è accaduto quell'evento di cronaca.
Le incertezze circa la datazione dipendono dal fatto che noi non abbiamo l'uotografo originale ma diversi
testi copiati a mano dai suoi contemporanei che presentano diverse varianti e sono quindi oggetto di studi
filologici.