● CICLO DI CALVIN
Fase 1:
Il ciclo di calvin è un ciclo di reazioni che inizia con la reazione della CO2 con un substrato, cioè il
ribulosio 1,5 bifosfato, questa molecola appartiene alla categoria degli zuccheri (cheto pentosi),
questa molecola è il substrato di un enzima che si chiama : ribulosio 1,5 bifosfato carbossilasi
(rubisco) che è l’enzima piu abbondante sulla terra. È il secondo enzima che abbiamo visto che ha
come substrato un gas, quindi il suo problema è che non può avere una tasca in cui fa entrare una
molecola così piccola e volatile del gas, ma utilizza un metallo che blocca questo gas, cioè il
Magnesio, che viene inizialmente complessato, dalla ribulosio 1,5 bifosfato, da un amminoacido e
dalla CO2, il magnesio funge da ponte tra la co2 e il ribulosio.La reazione che catalizza questo
enzima è la carbossilazione del substrato.
L’intermedio prodotto è altamente instabile che nemmeno il tempo di formarsi, che si degrada,
spezzandosi a metà, ottenendo 2 unita identiche di 3 fosfoglicerato.
De
man mano che si crea il legame tra il magnesio la co2 e il ribulosio, si rompe l’interazione e il
carbonio dell’anidride carbonica si lega al carbonio del ribulosio 1,5 bifosfato. Il magnesio è come
se attivasse l’anidride carbonica e la facesse interagire con il substrato.
Poiché il rubisco cattura l’anidride carbonica, per salvare il nostro pianeta si è pensato di piantare
sempre più alberi, in modo tale da avere sempre più rubisco, che fa questa reazione specifica cioè
la FISSAZIONE DEL CARBONIO. Il 10 per cento delle proteine delle foglie è occupata da questa
proteina. La co2 però è temporaneamente inglobata nelle piante perché quando una pianta
muore essa libera di nuovo il co2 oppure anche quando viene bruciata. Una soluzione permanente
sarebbe usare delle rocce in grado di assorbire co2 in modo permanente.
Fase 2:
I reagenti della prima reazione sono 6 molecole di co2, nella fase successiva avvengono 2 reazioni
consecutive che consumano ATP e NADPH. L’ ATP fosforila il gruppo carbossilico, cooh e si forma
un’anidride coo-fosfato, quest anidride però non funge da donatore del gruppo fosfato, ma
semplicemente da substrato per l’ NADPH che trasforma l’acido fosforilato in aldeide. La molecola
quindi non si chiama più fosfoglicerato ma gliceraldeide 3 fosfato. A questo punto il ciclo di calvin
subisce una biforcazione. Gliceraldeide 3 fosfato può dare il glucosio facendo le reazioni inverse
rispetto a quelle della glicolisi da 1 a 5, che non richiedono energia ma ne liberano un pochino. Se
trasformiamo la gliceraldeide in glucosio bisogna rigenerare il ribulosio 1,5 bifosfato🡪 quindi nella
fase 3: una parte della gliceraldeide serve a dare il glucosio, un’altra parte serve a rigenerare il
ribulosio 1,5 bifosfato. Nella rigenerazione si consuma ATP.
Il glucosio prodotto verrà polimerizzato sotto forma di amido giornaliero, poi uscirà dal cloroplasto
diventando saccarosio e poi smistato nelle varie parti della pianta. Il saccarosio è anche substrato
dell’enzima che produce cellulosa.
Prima possibilità: legame singolo, seconda possibilità: i due elettroni formano un doppio legame.
Come faccio a capire qual è quello che sto respirando? Si può fare un esperimento. Uno è un
radicale, l’altro no. Un radicale che caratteristiche ha? Ha gli elettroni spaiati, numero dispari. Un
radicale in un campo magnetico viene deviato, invece una molecola che non è radicalica non viene
deviata.
Quello con radicali liberi è l’ossigeno che ha gli elettroni singoli, non in coppia, quindi il tripletto
che ha un legame sigma. Esperimento: un radicale in un campo magnetico viene deviato, invece
una molecola non radicalica non viene deviata. L’ossigeno che stiamo respirando quindi è
radicalico, perché quella che noi respiriamo ha più bassa energia rispetto all’altro, che è il
singoletto con legami pigreco ( singlet o2), c’è un delta di energia.
L’ossigeno tripletto invece è quello a sinistra, quello a destra è singoletto. Infatti l’ossigeno non
radicalico ha più alta energia, ed è quello che noi respiriamo, cioè respiriamo quello senza gli
elettroni spaiati.
Il bersaglio principale di quest ossigeno sono le membrane biologiche, principalmente quello che
piace all’ossigeno sono gli acidi grassi che si trovano all’interno dei fosfolipidi e sfingolipidi,
precisamente quelli polinsaturi.
Esempio: reazione dell’ossigeno con l’acido linolenico omega 3
I due ossigeni reagiscono in zone diverse della molecola, l’ossigeno tripletto reagisce con il ch2 che
si trova tra 2 doppi legami e ci si lega sopra e resta radicalico, accade poi una reazione a catena di
reazioni radicaliche:
L’ ossigeno singoletto, ha la tendenza a reagire direttamente sul doppio legame, si attacca ad esso
e non lo troviamo più, creando una struttura radicalica che fa procedere la catena, inoltre è
instabile e tende a spezzarsi qua in mezzo, spezza a meta l’acido grasso.
Quindi il tripletto reagisce e va tra i doppi legami, mentre il singoletto li spezza proprio. L’ossigeno
singoletto reagisce mediamente centomila volte più dell’ossigeno tripletto, quindi è estremamente
più reattivo.
Quando una reazione libera ossigeno, libera quello a livello più basso, cioè il tripletto, quindi la
pianta produce ossigeno tripletto, però come si forma il singoletto? Nella pianta si può produrre
ossigeno singoletto?
Abbiamo bisogno di energia, come l’energia luminosa che è in grado di trasformare il tripletto in
singoletto, quindi abbiamo bisogno dei pigmenti che assorbono radiazione elettromagnetica,
inoltre l’energia liberata dalle molecole colorate deve essere prese dall’ossigeno.
L’ ossigeno che sta nella bottiglia di olio di oliva è tripletto, ma se tu la metti alla luce diventa
singoletto perché ci sono i pigmenti che trasferiscono energia all’ossigeno, e lui ossida gli acidi
dell’olio. Per proteggere i pigmenti allora si mette il vetro più scuro, per questo la bottiglia dell’olio
d’oliva è scura.
L’olio di semi spesso è in colore, allora essi hanno meno problemi e le bottiglie sono meno
oscurate.
Come fanno le piante a proteggersi dai danni che causa l’ossigeno? Come fa l’uomo?
Attraverso antiossidanti, cioè una sostanza che in piccole quantità è in grado di inibire la reazione
col substrato, cioè l’ossidazione.
ANTIOSSIDANTI
Essi sono divisi secondo il loro meccanismo d’azione.
1. Donatori di idrogeno
2. Bloccanti dell’ossigeno singoletto
3. Chelanti
4. (Enzimi ) unica categoria in comune tra piante ed animali nei perossisomi (contengono la
maggiore concentrazione di enzimi antiossidanti)
Dobbiamo assumere con la dieta gli antiossidanti prodotti dalle piante, perché svolgono la stessa
funzione nell’uomo.
1. DONATORI DI IDROGENO
Molecole in grado di donare un idrogeno radicalico all’ossigeno, bloccando la catena che
non è più in grado di ridurre altri radicali. Bloccano il prorogarsi della catena. Però il
radicale che si forma sugli antiossidanti è meno pericoloso, a volte fa una reazione
intramolecolare e si spegne da solo. A questa categoria appartengono i polifenoli, o
comunque quelle molecole che hanno un gruppo – oh reattivo. La caratteristica strutturale
comune ad essi è C6C3, gruppo fenolico (oh legato al benzene) .
Es. curcumina
Normalmente una dieta che non escluda i vegetali, non ha bisogno di supporto (integratori) ma
dopo per esempio una gravidanza possiamo essere in difficolta fisica, oppure stadi di debolezza
fisica, stress psicologico ecc. in questi stati vengono consigliati integratori a base di queste
sostanze. Il prodotto x le vene varicose è la quercetina, ma viene anche usato per la cura degli
occhi, quindi si tratta di marketing, la seconda considerazione è che queste molecole possano
avere un’attività diversa da quella anti ossidativa, esse possono dare effetti farmacologici come
per esempio la sindrome del tunnel carpale, dove li l’azione non è antiossidante ma farmaceutica.
All’interno del mitocondrio si producono molecole con attività antiossidante che hanno il compito
di avvertire l’attività ossidativa, quindi il rischio che si corre con gli antiossidante è quello di
spegnere il segnale fisiologico, può essere pericoloso.
3. CHELANTI
Una specie che forma composti di coordinazione con i metalli es. la porfirina.
Alcuni metalli tipo ferro, e rame hanno la tendenza a formare i radicali attraverso
diversi meccanismi:
- Il ferro3 reagisce con membrane contenenti ferro 2 e forma i radicali ( è una specie
3+ 2+ . +
che forma radicali) Fe + RH Fe + R + H
- Il ferro 2 reagisce con l’ossigeno tripletto e forma ferro 3 e il radicale superossido
2+ 3 3+ - 1
che diventa ossigeno singoletto. Fe + O Fe + O O 2
Si può formare ossigeno singoletto a livello della citocromo c ossidasi, nel mitocondrio, perché li
c’è il ferro che deve reagire con l’ossigeno, quindi li abbiamo il maggiore rischio di produrre
radicali.
La carnee rossa fa più male perché contiene ferro, che è un metallo pro ossidante.