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Liliana Segre

Biografia

Designata senatrice a vita sotto la presidenza Mattarella, Liliana Segre è una donna che ha
vissuto in prima persona il dramma della deportazione ed è una delle ultime testimoni
dell'olocausto. Nonostante un passato pieno di sofferenza e dolore, Liliana trova comunque il
coraggio di raccontare la sua vita. Grazie al suo costante impegno contribuisce alla
realizzazione di documentari, pubblicazioni cartacee e film su Auschwitz.

Chi è Liliana Segre. Com'è stata la sua vita da prigioniera? Quali sono le numerose onorificenze
che ha ottenuto? Ecco tutto quello che c'è da sapere su questa coraggiosa donna italiana.

Liliana Segre la biografia

Liliana nasce a Milano il 10 settembre del 1930. Cresce assieme al padre Alberto e ai nonni
paterni, dopo aver perso la mamma quando ancora non aveva compiuto nemmeno un anno di
vita. Liliana Segre, di origini ebraiche, subisce l'espulsione dalla scuola quando arriva all'età di 8
anni a causa dell'entrata in vigore delle leggi razziali in Italia.

Il 1943 è l'anno in cui Liliana assieme al padre tenta la fuga in Svizzera. In quella occasione le
guardie di frontiera mandano indietro padre e figlia e procedono al loro arresto a Varese.
Liliana resta nel carcere milanese di San Vittore per 40 giorni; successivamente, insieme al
padre, viene condotta ad Auschwitz.

Liliana ha solo 13 anni quando entra nel campo di concentramento assieme ad altri 776
bambini. Entrata nella sezione femminile non rivedrà mai più il suo papà. Intanto anche i nonni
paterni e i cugini di Liliana vengono arrestati, per essere portati al campo di Auschwitz;
vengono uccisi lo stesso giorno del loro arrivo, il 18 maggio del 1944.

Viene tatuata al braccio con il suo numero di matricola "75190" e costretta ai lavori forzati
presso la fabbrica "Union" che produce munizioni. Lavora per circa un anno per poi essere
trasferita in Polonia a causa della chiusura del campo.

Giunta a Ravensbrück e poi nel campo di Malchow, situato a nord della Germania, Liliana Segre
viene liberata il 1° maggio del 1945, a causa dell'occupazione russa. Torna in Italia, a Milano,
nel 1946: è fra i 25 sopravvissuti di età inferiore ai 14 anni.

Liliana Segre: gli anni '90, 2000 e i riconoscimenti

Liliana si chiude in un lungo silenzio fino a quando, durante i primi anni '90, decide di
raccontare la sua drammatica esperienza da prigioniera agli alunni dei vari istituti scolastici.
Questa attività continua ad impegnare Liliana costantemente per molti anni successivi.

Sotto il governo Ciampi viene nominata Commendatore della Repubblica Italiana. Nel 2004
riceve una medaglia d'oro dalla città di Milano. Riceve due lauree ad honorem: nel 2008 in
Legge, dall'Università di Trieste, e nel 2010 in Scienze pedagogiche dall'Università di Verona.
Inoltre nel 2018 nel diventa senatrice a vita, nominata dal Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale. L'anno successivo
diventa cittadina onoraria delle città di Palermo e di Varese.
Liliana è la presidente del comitato "Pietre d'inciampo" e a Milano collabora con numerose
associazioni che raccolgono testimonianze sulla deportazione e che si occupano
dell'antifascismo.

Il cinema e i libri

Le dolorose testimonianze di Liliana Segre si rivelano un prezioso materiale per il mondo del
cinema. La donna diventa così la protagonista di un film documentario nel 1997 dal titolo
"Memorie".

Nel 2004 la sua intervista appare in "Come una rana d'inverno", volume sulla deportazione. La
sua vicenda trova maggiore approfondimento anche in altre pubblicazioni come
"Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz" e "Sopravvissuta ad Auschwitz".

Il periodo compreso fra il 1995 e 1l 2004 vede Segre impegnata in una ricerca che coinvolge
anche altri sopravvissuti di origine italiana; tutti raccontano la loro esperienza nel campo di
concentramento. La raccolta si chiama "Racconti di chi è sopravvissuto". Liliana partecipa
anche al documentario sul popolo ebraico dal titolo "Binario 21".

Nel 2012 Liliana si occupa anche di un progetto teatrale dal titolo "Come un ermellino nel
fango" che tratta delle persecuzioni razziali e dell'olocausto. L'opera va in scena in più stagioni
presso i teatri milanesi, allo scopo di commemorare le vittime durante il giorno della memoria.

Nel 2015 pubblica due libri: "Fino a quando la mia stella brillerà" (con Daniela Palumbo,
prefazione di Ferruccio De Bortoli); e un libro scritto assieme ad Enrico Mentana dal titolo "La
memoria rende liberi".

L'attività di persecuzione nei suoi confronti continua anche nel 2019: dopo la ininterrotta e
crescente ricezione di messaggi di odio nei suoi confronti (insulti e minacce rivolti attraverso il
web), all'inizio del mese di novembre il prefetto di Milano Renato Saccone le assegna una
scorta.

Frasi di Liliana Segre

La politica che investe nell'odio è sempre una medaglia a due facce che incendia anche gli
animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio dovuto alla crisi e questo è pericoloso. A
me hanno insegnato che chi salva una vita salva il mondo intero, l'accoglienza rende più saggia
e umana la nostra società.

Liliana Segre (Milano, 10 settembre 1930) è un'attivista e politica italiana, superstite


dell'Olocausto e attiva testimone della Shoah italiana.

Il 19 gennaio 2018 è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella «per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale».

Biografia
Infanzia e adolescenza nei campi di concentramento

Nata a Milano in una famiglia ebraica, visse col padre, Alberto Segre, e i nonni paterni,
Giuseppe Segre (affetto dalla malattia di Parkinson) e Olga Loevvy. La madre, Lucia Foligno,
morì quando Liliana non aveva neanche compiuto un anno. Di famiglia laica, Liliana ebbe la
consapevolezza del suo essere ebrea attraverso il dramma delle leggi razziali fasciste del 1938,
in seguito alle quali venne espulsa dalla scuola che frequentava.

Dopo l'intensificazione della persecuzione degli ebrei italiani, suo padre la nascose presso degli
amici, utilizzando documenti falsi. Il 10 dicembre 1943 provò, assieme al padre e due cugini, a
fuggire a Lugano, in Svizzera: i quattro furono però respinti dalle autorità del paese elvetico. Il
giorno dopo, Liliana Segre venne arrestata a Selvetta di Viggiù, in provincia di Varese, all'età di
tredici anni. Dopo sei giorni in carcere a Varese, fu trasferita a Como e poi a San Vittore a
Milano, dove fu detenuta per quaranta giorni.

Il 30 gennaio 1944 venne deportata dal binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo
di concentramento di Auschwitz-Birkenau, che raggiunse dopo sette giorni di viaggio. Fu subito
separata dal padre, che non rivide mai più e che sarebbe morto il successivo 27 aprile. Il 18
maggio 1944 anche i suoi nonni paterni furono arrestati a Inverigo (provincia di Como); dopo
qualche settimana anche loro vennero deportati ad Auschwitz e uccisi al loro arrivo, il 30
giugno 1944.

Alla selezione, Liliana ricevette il numero di matricola 75190, che le venne tatuato
sull'avambraccio. Fu messa per circa un anno ai lavori forzati presso la fabbrica di munizioni
Union, che apparteneva alla Siemens. Durante la sua prigionia subì altre tre selezioni, in una
delle quali perse un'amica che aveva incontrato nel campo. Alla fine di gennaio del 1945, dopo
l'evacuazione del campo, affrontò la marcia della morte verso la Germania.

Venne liberata il 1º maggio 1945 dal campo di Malchow, un sottocampo del campo di
concentramento di Ravensbrück che fu liberato dall'Armata rossa. Dei 776 bambini italiani di
età inferiore ai 14 anni che furono deportati ad Auschwitz, Liliana fu tra i 25 sopravvissuti.

Al rientro nell'Italia liberata, visse inizialmente con gli zii e poi con i nonni materni, di origini
marchigiane, unici superstiti della sua famiglia.

Matrimonio e vita privata

Nel 1948 conobbe a Pesaro, mentre era in vacanza al mare, Alfredo Belli Paci, cattolico,[7][8],
avvocato, anch'egli reduce dai campi di concentramento nazisti per essersi rifiutato di aderire
alla Repubblica di Salò. Lei fu colpita dalla somiglianza fisica e caratteriale di Alfredo, più
vecchio di Liliana, con il padre Alberto Segre.

Già battezzata con rito cattolico prima delle leggi razziali fasciste, si sposarono con tale rito nel
1951 ed ebbero tre figli.

Alfredo Belli Paci, deceduto (FALECIDO) nel 2007, presidente di Unione Nazionale Popolare -
«Costituente per la Libertà», antifascista conservatore, aderì in seguito alla lista del
Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale, gruppo postfascista e nazionalista guidato
dall'ex funzionario della RSI Giorgio Almirante, candidandosi per la Camera dei Deputati nel
1979 in quanto anticomunista; ciò causò un'incrinatura del matrimonio, che si ricucì quando
l'uomo abbandonò la politica su richiesta di Liliana.

La testimonianza della prigionia


Nel 1997 è stata fra i testimoni del film-documentario Memoria, presentato al Festival
internazionale del cinema di Berlino. Nel 2004 era, con Goti Herskovits Bauer e Giuliana
Fiorentino Tedeschi, una delle tre donne ex-deportate intervistate da Daniela Padoan nel
volume Come una rana d'inverno. Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz
(Bompiani, Milano). Nel 2005 la sua vicenda veniva ripercorsa con maggiori dettagli in un libro-
intervista di Emanuela Zuccalà: Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre fra le ultime
testimoni della Shoah (Paoline Editoriale Libri, Milano).

Nel 2009 la sua voce fu inclusa nel progetto di raccolta dei "racconti di chi è sopravvissuto",
una ricerca condotta tra il 1995 e il 2008 da Marcello Pezzetti per conto del Centro di
documentazione ebraica contemporanea, che ha portato alla raccolta delle testimonianze di
quasi tutti i sopravvissuti italiani dai campi di concentramento in quegli anni ancora in vita.[12]
Nello stesso anno, partecipò al film/documentario Binario 21 di Moni Ovadia, diretto da Felice
Cappa, che si ispirava al poema del poeta di origine russa Itzhak Katzenelson Il canto del
popolo ebraico massacrato. Il 27 novembre dello stesso anno l'Università di Trieste le ha
conferito la laurea honoris causa in giurisprudenza.

Il 15 dicembre 2010 l'Università degli Studi di Verona le ha conferito la laurea honoris causa in
Scienze pedagogiche. Nel 2018 le viene conferito il titolo di "Membro onorario del Corpo
Accademico" all'Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio" di Chieti.[14] Nello stesso anno ha
ricevuto il Premio Passaggi, assegnato da Passaggi Festival a personalità che si sono distinte
per l'attività di saggistica o per la loro figura morale.

Per molto tempo non ha mai voluto parlare pubblicamente della sua esperienza nei campi di
sterminio. Come per molti bambini dell'Olocausto, il ritorno a casa e a una vita diversa rispetto
alla precedente fu tutt'altro che semplice. Anche Liliana Segre ricorda di non aver trovato in
quegli anni orecchie disposte ad ascoltarla.

Senatrice a vita

Il 19 gennaio 2018, anno in cui ricadeva l'80º anniversario delle leggi razziali fasciste, il
presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in base all'art. 59 della Costituzione, nominava
Liliana Segre senatrice a vita "per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo
sociale".[17] È la quarta donna ad assumere tale incarico, dopo Camilla Ravera (1982), Rita
Levi-Montalcini (2001) ed Elena Cattaneo (2013).

Il 5 giugno 2018, durante la discussione per il voto di fiducia al governo Conte I, è intervenuta
per la prima volta in Senato ricordando le leggi razziali e il suo ricordo di deportata, suscitando
il plauso di tutto il Senato. Ha inoltre dichiarato la sua ferma intenzione di opporsi a qualunque
legge discriminatoria contro i popoli nomadi e le minoranze e di astenersi dal dare la fiducia al
nuovo governo.

La senatrice si è inoltre opposta con fermezza all'abolizione del tema di ambito storico
dall'esame di maturità.

Un anno più tardi, il 10 settembre 2019, in occasione del voto di fiducia sul secondo esecutivo
guidato da Giuseppe Conte decise di votare a favore suscitando le critiche del centro destra,
soprattutto della Lega che ne criticò aspramente l'intervento, dove tra le altre cose la senatrice
affermò

«La politica che investe nell'odio è sempre una medaglia a due facce che incendia anche gli
animi di chi vive con rabbia e disperazione il disagio dovuto alla crisi e questo è pericoloso. A
me hanno insegnato che chi salva una vita salva il mondo intero, l'accoglienza rende più saggia
e umana la nostra società.»

Il Presidente Sergio Mattarella assieme alla Senatrice durante un evento al Quirinale

Come primo atto legislativo ha proposto l'istituzione di una Commissione parlamentare di


indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio
e alla violenza, proposta sostenuta tra gli altri dai colleghi senatori a vita Renzo Piano ed Elena
Cattaneo. Il 30 ottobre 2019 il Senato della Repubblica, con i 151 voti favorevoli di Movimento
5 Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali e Autonomie e le 98 astensioni di Lega, Forza Italia
e Fratelli d'Italia, approva la mozione che prevede nello specifico tre articoli: il primo istituisce
la commissione, il secondo ne specifica i compiti, il terzo riguarda il funzionamento stesso della
commissione[21]. Durante la discussione in Senato la senatrice intervenne affermando:

«Tale Commissione potrà svolgere una funzione importante: è un segnale che come classe
politica rivolgiamo al Paese, di moralità, ma anche di attenzione democratica verso fenomeni
che rischiano di degenerare. Istituire questa Commissione, però, è anche l'occasione per
colmare una «lacuna» - e qui uso le virgolette con proprietà di causa - perché si tratta di dare
un senso più compiuto alla già citata decisione europea»

Il 7 novembre 2019, a causa delle crescenti minacce e insulti che le sono rivolti via internet, il
prefetto di Milano Renato Saccone, sentito il comitato provinciale per l'ordine pubblico e la
sicurezza, le assegna una scorta.

Il 10 dicembre dello stesso anno il Comune di Milano, assieme all'Associazione Nazionale


Comuni Italiani hanno organizzato una grande manifestazione per testimoniarle la vicinanza di
piccoli, medi e grandi comuni. Parteciparono oltre 600 sindaci che marciarono insieme con lei
fino a piazza della Scala dove venne donata la fascia tricolore alla senatrice a vita che
intervenne dal palco dicendo:

«Siamo qui per parlare di amore e lasciamo l'odio agli anonimi della tastiera e invece
guardiamoci da amici anche se ci incontriamo anche per un attimo.»

Nel 2019 ha ricevuto il Premio Art. 3[24], assegnatole "per il coraggioso e quotidiano impegno
a mantenere viva la memoria e i valori civili e morali che la nostra Carta costituzionale detta, in
particolare con gli articoli 3, 8, 19".

Nel gennaio 2020, durante la trasmissione Che tempo che fa, ha sostenuto che in primavera
terrà il suo ultimo incontro pubblico, dopo 30 anni come attiva testimone della Shoah.[25][26]
L'evento, intitolato Rondine, Cittadella della Pace, si terrà presso uno stadio di Arezzo.

Il 29 gennaio 2020, su invito del Presidente David Sassoli, è intervenuta al Parlamento


europeo, dove ha ricevuto un'ovazione dal pieno dell'assemblea.

Il 18 febbraio 2020, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di


Roma "La Sapienza" e alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, le è
stato conferito un dottorato honoris causa in storia dell'Europa, dedicato dalla senatrice a suo
padre Alberto.

L'Osservatorio Antisemitismo

L'Osservatorio Antisemitismo che opera dal 1975 presso la Fondazione centro di


documentazione ebraica contemporanea (CDEC) di Milano svolgendo «una costante azione di
monitoraggio e studio del fenomeno antisemitismo in tutte le sue molteplici manifestazioni in
Italia»[29], rileva che la senatrice Liliana Segre è stata oggetto di pesanti insulti antisemiti da
parte di un docente di storia in una università del centro-sud che ha pubblicato anche diversi
tweet neofascisti soffermandosi in polemiche antiebraiche. L'Osservatorio denota che «dopo
l’intervento della senatrice a vita Liliana Segre in Senato a sostegno del Governo Conte II, quel
docente ha twittato una serie di malevoli post cui sono seguiti decine di insulti contro Liliana
Segre».

In un articolo del 26 ottobre 2019 in cui si cita anche un rapporto dell'Osservatorio, La


Repubblica ha parlato di «duecento messaggi di odio al giorno» indirizzati alla senatrice
Segre[31]; la notizia è stata rilanciata da altre testate nazionali,[32][33] anche se, in seguito,
vari giornali[34][35] e siti di debunking[36] hanno rilevato una contraddizione fra i dati
riportati.

Testimone della Shoah, sopravvissuta all'orrore di Auschwitz, ebrea italiana colpita dalle Leggi
razziste volute da Benito Mussolini duce del Fascismo e firmate da re Vittorio Emanuele III:
Liliana Segre, 89 anni, e' nata a Milano il 10 settembre del 1930 in una famiglia ebraica laica,
figlia di Alberto e Lucia Foligno, che muore quando lei ha meno di un anno.

Una ragazza italiana come tante su cui nel 1938 si abbatte la violenza vergognosa della
discriminazione razziale. Da allora nulla sara' come prima per tanti ebrei italiani come Liliana,
che a 8 anni viene espulsa dalla scuola.

Alla discriminazione segue la persecuzione. Nei primi giorni del dicembre del 1943, Segre con il
padre e due cugini prova a scappare in Svizzera. "Fu la prima volta che sentii questa parola:
'scappare'. Scappare - ha raccontato nel 'Libro della Shoah italiana' di Marcello Pezzetti
(Einaudi) - e' cosi' terribilmente negativo come termine... e' un ladro che scappa, e' qualcuno
inseguito che scappa. Beh, noi non eravamo ladri, ma certamente eravamo inseguiti".
Catturata dai gendarmi svizzeri, viene rispedita in Italia: arrestata, e' richiusa prima nel carcere
di Varese, poi in quello di Como e infine a Milano, a San Vittore, dove rimane per 40 giorni. Nel
gennaio successivo viene consegnata alle SS e deportata con il padre in Germania: internata
nel campo di sterminio di Birkenau-Auschwitz, e' rinchiusa nella sezione femminile insieme ad
altre 700 ragazze e 60.000 donne di tutte le nazionalita'. Le viene imposto un numero di
matricola tatuato sul braccio (n.75190): non ha ancora 14 anni.

Il padre viene ucciso il 27 aprile del 1944. Nel 1945 i nazisti, in fuga dall'avanzata dell'Armata
Rossa, sgombrano il campo trasferendo verso la Germania Liliana e altri 56.000 prigionieri nella
terribile 'Marcia della Morte'. Internata prima nel campo femminile di Ravensbruck e poi in
quello di Malchow, nel nord della Germania, la ragazza italiana viene liberata dai sovietici il 30
aprile del 1945. Dei 776 bambini italiani di eta' inferiore ai 14 anni deportati ad Auschwitz, la
Segre e' tra i soli 25 sopravvissuti.

Rientra a Milano nell'agosto del 1945. Ci sono voluti 45 anni a Liliana per "rompere il silenzio"
sulla Shoah, come e' accaduto a molti sopravvissuti: solo nel 1990 comincia a raccontare
incontrando studenti e professori. Da allora non si e' piu' fermata. "Spero che almeno uno di
quelli che hanno ascoltato oggi questi ricordi di vita vissuta - ha detto in sua testimonianza - li
imprima nella sua memoria e li trasmetta agli altri, perche' quando nessuna delle nostre voci si
alzera' a dire 'io mi ricordo' ci sia qualcuno che abbia raccolto questo messaggio di vita e faccia
si' che 6 milioni di persone non siano morte invano per la sola colpa di essere nate. Altrimenti
tutto questo potra' avvenire nuovamente, in altre forme, con altri nomi, in altri luoghi, per altri
motivi. Ma se ogni tanto qualcuno sara' candela accesa e viva della memoria, la speranza del
bene e della pace sara' piu' forte del fanatismo e dell'odio".

Chi è Liliana Segre: vita e impegno politico

Liliana Segre, sopravvissuta all’olocausto, è senatrice a vita dal 2018 e da allora non ha mai
cessato la sua attività di sensibilizzazione contro ogni forma di discriminazione. Zingaretti l’ha
anche proposta come prossima Presidente della Repubblica.

Biografia ed esperienza politica.

da qualche tempo Liliana Segere è continuamente al centro del dibattito politico italiano: dopo
la proposta della Commissione contro l’odio, le minacce e l’assegnazione della scorta, adesso
Nicola Zingaretti vuole proporla come prossima Presidente della Repubblica.

Secondo il Segretario del PD la Segre potrebbe incarnare alla perfezione l’importante ruolo di
rappresentanza nazionale e conciliazione delle parti sociali, grazie alla sua posizione super
partes e all’instancabile impegno contro il razzismo e ogni altra forma di discriminazione.

La Segre, senatrice a vita dal 2018, è una delle poche sopravvissute italiane all’olocausto e da
anni ha l’obiettivo di mantenere vivo il ricordo di quella strage, contro i negazionisti. La sua
attività politica però è stata ultimamente al centro di un acceso dibattito: la Segre, infatti, ha
proposto in Senato la formazione di un Commissione etica contro l’odio, che, tuttavia ho
trovato l’opposizione dei partiti di Destra. Inoltre a causa di continue e ripetute minacce sui
Social gli è stata assegnata una scorta permanente in via preventiva. Adesso la proposta di
Zingaretti della futura candidatura a Presidente della Repubblica, come riconoscimento del suo
grande impegno politico.

Chi è Liliana Segre: vita e impegno politico

Liliana Segre, classe 1930, è una superstite dell’Olocausto, nota alla cronaca italiana per il suo
impegno politico e sociale nel mantenere vivo il ricordo della strage degli ebrei avvenuta
durante la seconda guerra mondiale.

Nata a Milano da famiglia di origine ebraica ma laica, Liliana venne espulsa dalla scuola nel
1938 (anno in cui furono approvate le leggi razziali fasciste) e successivamente rinchiusa nel
campo di concentramento di Auschwitz, dove fu costretta ai lavori forzati. Venne liberata nel
1945 dall’Armata Rossa e fu l’unica superstite della sua famiglia.

Dopo il rientro in Italia visse con gli zii e i nonni materni fino al 1951, quando sposò Alfredo
Belli Paci, anche lui superstite da Auschwitz, dove era stato trattenuto a causa del rifiuto di
aderire alla Repubblica di Salò.

Il suo impegno politico ha inizio ufficialmente nel 2018, quando il Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella la nomina senatrice a vita, in occasione dell’ottantesimo anniversario delle
leggi razziali fasciste. Ai sensi dell’articolo 59 della Costituzione, la carica gli viene affidata «per
avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale», e ad oggi è la quarta donna ad
essere stata nominata senatrice a vita.

Fin dal suo insediamento, la Segre ha manifestato di voler combattere ogni forma di odio e
discriminazione, sia razziale che di genere, ed è spesso ospite di trasmissioni televisive in cui
racconta l’esperienza vissuta nei campi di sterminio degli ebrei, una testimonianza preziosa
dato che i superstiti sono ormai pochissimi.

Liliana Segre, la proposta di istituire la Commissione etica contro l’odio

Mercoledì 30 ottobre 2019 la senatrice Segre ha proposto la costituzione di una Commissione


etica contro ogni forma di odio, in particolare contro:

”...l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo o più in generale l’intolleranza, ma anche i


nazionalismi e gli etnocentrismi, gli abusi e le molestie, gli epiteti, i pregiudizi, gli stereotipi e le
ingiurie che stigmatizzano e insultano.”

Una proposta apolitica e apartitica che però non ha ottenuto il risultato sperato.

Liliana Segre sperava nell’approvazione all’unanimità della Camera del Senato, cosa che
avrebbe avuto grande valore simbolico per il Paese. Invece si è trattata di una vittoria solo a
metà: l’approvazione c’è stata, ma Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono astenuti; insomma
Destra e Centrodestra hanno manifestato il loro dissenso, giustificando il mancato voto con il
fatto che - a loro dire - la Commissione della Segre limita la libertà di espressione e
manifestazione del pensiero.

Nonostante il rifiuto della Destra, la Commissione contro l’odio si farà: bisognerà comunque
attendere i dovuti tempi tecnici.

La senatrice Segre dice sì all’incontro con Salvini

Dopo la mancata unanimità verso la formazione della Commissione contro l’odio proposta
dalla Segre, l’opinione pubblica si è scagliata contro le forze di destra che non hanno espresso
il consenso, nonostante non si trattasse di una questione politica ma etica.

In particolare, si è parlato di un vero e proprio antagonismo tra la Segre e Salvini, leader della
Lega. Per questo l’ex Vice Ministro ha fatto sapere che vorrebbe chiedere un incontro con la
senatrice per ribadire che il mancato appoggio alla Commissione contro l’odio non nasconde
né un’antipatia personale né un atteggiamento permissivo nei confronti degli episodi di
razzismo.

Salvini ha dichiarato che se la proposta fosse stata circoscritta alla repressione


dell’antisemitismo senza dubbio la Lega avrebbe votato a favore, cosa che non è avvenuta a
causa del riferimento alla repressione dei nazionalismi in genere.

Liliana Segre si è dichiarata favorevole all’incontro, dicendo che da parte sua la porta del
dialogo è sempre aperta.
http://www.treccani.it/enciclopedia/liliana-segre/

https://www.wuz.it/biografia/435298/Segre-Liliana.html

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/11/liliana-segre-al-pirellone-la-mia-mozione-contro-
lodio-non-ce-nessuna-censura-solo-il-sentimento-di-chi-combatte-lintolleranza/5702855/

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