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MARX ED ENGELS

Biografia

 Senza di loro non esisterebbe la critica sociologica moderna


 MARX 1818, treviri-1883, Londra / ENGELS 1820-1895
 Si conoscono negli anni 40 all’ interno del gruppo degli hegeliani di sinistra
 Opera prima di Marx sul capitalismo è del 1844: manoscritti economico-filosofici del 1844, di Engels
del ’45: la situazione della classe operaia in Inghilterra
 Tesi su Feuerbach; Ideologia tedesca (1845-6) i due pongono le basi del materialismo storico
( distacco da idealismo e filosofia di Feuerbach)
 1848: il manifesto del partito comunista
 Fondano la Prima internazionale dei lavoratori

nuclei fondamentali:

1. non è la coscienza degli uomini a determinare il loro essere sociale, ma la vita a determinare la
coscienza. = MATERIALISMO STORICO  La realtà ha quindi come base portante la dimensione
economica, fatta dai rapporti di produzione (oppressi VS oppressori) + mezzi di produzione . Da
questa struttura deriva la sovrastruttura ideologica. La storia di ogni società è una storia di lotta di
classe.
2. SOCIALISMO SCIENTIFICO: è necessario comprendere realtà storico-sociale di un’epoca per capire
la coscienza che quest’epoca ha di se stessa.  Critica/rompe il cristallo dell’ Ideologia (coscienza
che uomini hanno di se stessi) non è autonoma e vera, ma deriva dalle condizioni storico-sociali, da
ciò che gli individui sono come uomini  l’ ideologia non è che mascheramento/mistificazione della
realtà da cui deriva (PADRE DELLA SCUOLA DEL SOSPETTO).
3. METODO DIALETTICO ripreso da Hegel ma sviluppato nella prassi  realtà sociale è in perenne
contraddizione a causa di conflitto tra classi, che sfocia in rivoluzione sociale, che sconvolgerà la
base economica. (epoca borghese ultimo stadio di antagonismo sociale). La dialettica è un
elemento che ritroviamo in molti filosofi:

a. Aristotele: parte della Logica relativa all’argomentazione.

b. Kant: negativa, maschera verità.

c. Hegel: legge di sviluppo della realtà, che è contraddittoria. Colta da pensiero.

Qual è il legame tra struttura e sovrastruttura? Marx lo definisce un legame dialettico, cioè solo
in ultima istanza la struttura determina la sovrastruttura, inoltre la sovrastruttura può
influenzare la struttura. Quanto più la parabola storica è ampia, vediamo queste due linee
correre parallele, ma se osserviamo da vicino ci accorgiamo che non è così. Questo fenomeno è
riconosciuto come la “LEGGE DEI LUNGHI PERIODI”.

4. Tesi espressa ne “Il Capitale” (Anni ’60) sull’economica capitalistica dell’epoca borghese: in società
borghese tutto è ridotto a merce, al valore di scambio (non uso), anche l’uomo e il suo lavoro. Non
si riconosce che l’uomo, nel proprio lavoro, realizza se stesso. Si assiste a sfruttamento dell’operaio,
pagato meno di quanto produca: da lavoro non retribuito scaturisce plusvalore per industriale.

LA LETTERATURA (Marx non scrive in chiave di Estetica Normativa: non fissa canoni politici per giudicare le
opere )

 Essenzialmente, per comprendere opera d’arte, bisogna capire contesto, poiché la sua
trascendenza è solo apparente (illusorietà autonomia dell’intellettuale).
L’arte per Marx non è categoria dello spirito, come lo era in Hegel, non ha valore universale. Secondo lui
non ha senso pensare ad una definizione valida per l’arte, i fenomeni artistici sono storicamente
determinati: al crollo delle strutture economiche le sovrapposizioni ( tra vecchie e nuove ideologie) possono
sopravvivere anche a lungo e anzi, possono influenzare le produzioni culturali che sono derivate da una
nuova base economica. Marx, così, ammette che nell’arte possano essere presenti dei periodi molto buoni,
ma senza avere un rapporto immediato con la struttura (non è detto che ogni progresso nella produzione
materiale debba portare a dei progressi in ambito culturale).

riflessione: Come mai l’arte greca continua ad affascinare allora? Secondo Marx ci affascina perché ci
ricorda l’infanzia dell’umanità. Egli nega il determinismo, ovvero la teoria che sostiene il fatto che l’arte
greca continui a vivere grazie ai suoi valori eterni, non regge. I valori non possono essere gli stessi per ogni
cultura e col passare del tempo secondo la teoria marxista.

Le idee di Marx legate alla filosofia della prassi convergono su un unico concetto, ovvero il non riflettere sul
mondo ma cambiarlo. La situazione economica rimane sempre la base, ma la sovrastruttura ha comunque
un'importanza elevata: Il rapporto è di reazione e azione reciproca. L’intellettuale non può credersi
autonomo.

Testi del saggio

“Il Materialismo Storico”:

a. Parte 1: definizione di materialismo

b. Parte 2: definizione e critica dell’ideologia.

c. Parte 3: Approfondisce tesi di materialismo storico, sottolineando come, dato che la storia
è determinata dagli uomini/esseri sociali, sia importante conoscere ciò che essi vogliono, gli
obiettivi di interi popoli/classi sociali orientati verso rivoluzione.  Fondamentale per
comprendere storia/rivoluzioni sociali.

“Il Condizionamento Storico dell’Arte”

Tratta del problema di durata opere d’arte, loro capacità di comunicare a fruitori anche se contesto mutato
 No rapporto immediato tra fioritura arte e contesto, arte non crolla con base materiale. Ragioni di tipo
storico, pragmatico.  Es. Arte Greca affascina anche se mitologia da cui è nata è superata, dominata. Essa
è espressione dell’infanzia dell’umanità, che non può più tornare, perché la base materiale di quel periodo
è superata per sempre.

“Il Marxismo Volgare”: Dopo morte Marx, quando le sue teorie erano semplificate/travisate: si bada a
contenuto, trascurando la forma. Si chiarisce:

 Che tra struttura e sovrastruttura non vi è un rapporto univoco/deterministico.  Anche


sovrastruttura può influire sulla base, rapporto azione-reazione reciproca; effetto può influire sulle
cause. (ruolo attivo politica/letteratura)

 Diversi campi del sapere sono relativamente autonomi (proprie tradizioni/regole), ma no terreni
indipendenti. Si influenzano/determinati, in ultima istanza, da base materiale.

d. es. Teorie filosofiche non nascono dal nulla, ma rielaborano bagaglio culturale di teorie che
le hanno precedute.
 Si parla poi della LEGGE DEI LUNGHI PERIODI

WALTER BENJAMIN

Biografia

Categoria: filosofo.

 Berlino 1892- spagna 1940. Ebreo, famiglia borghese.


 Si avvicina alla scuola di francoforte ma le sue idee si discostano dai colleghi. La scuola di
francoforte reinterpreta al marxismo integrandolo con le nuove ricerche filosofiche e sociologiche.
---< contesto della società di massa, anni 30 del 900= degradazione dell’ arte, perdita della sacralità
( punto di partenza di benjamin) = mercificazione capitalistica dell’ arte= l’ industria culturale è il
male assoluto ( conclusione differente per Benjamin)
 ’33: cerca di scappare dal nazismo negli usa. Viene bloccato sui pirenei e per scappare alla sorte si
suicida nel 1940.

Influenze teoriche

 Panorama tedesco: weber, Lucaks, Krakauer , Bloch e Mannheim riflessione sulla storicità e
scientificità delle scienze umane; studi sulla sociologia del romanzo; influenza dekka filosofia di
stampo utopico
 Religione ebraica ( tendenza utopistica= redenzione)
 Scuola di francoforte
 Marxismo Benjamin è un marxista messianico  riflessioni sul concetto di totalità ( si parte dal
dettaglio e si arriva al tutto) e sul capitalismo: è un mondo disarmonico, una frazione tra
linguaggio/parole e mondo/significato a cui solo l’ allegoria è in grado di dare senso  fa
convergere filologia e filosofia, si concentra sul concetto di allegoria in “dramma del barocco
tedesco”, 1925 ( ( dramma barocco= allegoria delle arti avanguardistiche del 900)
 Predilige i saggi filosofici e creativi
 Benjamin era molto attento alle arti considerate nella prima metà del’900 come minori anche
come cinema, fotografia e pubblicità→ l’arte non deve essere strumento privato, ma strumento di
comunicazione collettivo.

Opera di svolta

L’ opera d’arte nell’ epoca della sua riproducibilità tecnica, 1936. Opera in cui si discosta dalla scuola di
Francoforte, partendo nonostante ciò dalla loro stessa considerazione.

1. l’ esperienza estetica ( ossia il venire in contatto con l’ arte) è sempre stata caratterizzata da una
sensazione di autenticità in un momento preciso, irripetibile e sacro ( nella storia: l’ arte nasce nel
contesto legato al sacro; il rapporto con l’ arte o la musica è intimo) = questo è il valore di culto dell’
arte, la sua AURA.  questa “apparizione dell’ arte” tradizionalmente è limitata nel tempo e distante
( un giorno vedi un quadro, senti un concerto e poi non lo sentirai più) . Nel ‘900 invece, c’è la
possibilità di replicare l’ arte infinite volte e in infiniti luoghi: si pensi ai poster, alle repliche dei
quadri, alla radio, al cinema, alla musica registrata. 

2. La riproducibilità dell’ arte ne distrugge dunque l’ aurea. nella prospettiva della scuola di
francoforte, queste conseguenze sono 100% negative= l’ industria culturale è in sé il male.
MA benjamin sostiene che la distruzione dell'aura dell’ arte abbia un ambivalenza: può essere il
punto di partenza di una nuova arte , lontana dall’ arte borghese e che può produrre un effetto di
straniamento nel fruitore. Non è solo mercificazione, ma creazione di una nuova esperienza dell’
arte: benjamin arriva a sostenere che nel mondo moderno, solo la caduta dell’ aure, rende
possibile una democratizzazione, una innovazione e soprattutto una maggiore circolazione dell’
arte( con i nuovi mezzi, tutti possono fruire dell’ arte).  la caduta dell’ aurea apre la strada alla
società di massa, non solo alla mercificazione, ma anche ad un nuovo potere comunicativo.

Benjamin individua in Baudelaire e Whitman i padri della modernità.

-Whitman: visione ottimistica, entusiasta e propositiva verso la modernità ( whitman= poesia dell’
unanimismo, si fa portavoce dell’ intero popolo americano)

-DI ALCUNI MOTIVI IN BOUDELAIRE, saggio

Pubblicato nel 1939, parte dei “Passages” di Parigi, libro su Parigi come simbolo di modernità.

Per Benjamin Boudlaire è l’ anticipatore di un arte senza aura poesia Perdita dell’ aureola: il poeta perde
la sua aueroale in mezzo alla folla per strada si dirige in un bordello, simbolo della società capitalista e
mercificata. = perdita della superiorità, distacco totale del poeta dalla sua funzione pubblica o comunicativa
 ESPERIENZA DELLO CHOC, ossia distruzione dell’ aura.

Dello choc, Baudelaire fa il centro della sua arte:

1.choc tematico  esemplificati nel sonetto a una passante ( da i fiori del male)  un uomo vede in mezzo
alla folla una donna di cui si innamora, ma sa che non la vedrà mai più: LA FOLLA è soggetto principale dei
letterati dell’ 800 l’ esperienza dell’ amore è istantanea, nel senso che è immediata ma anche nel senso
che si esaurisce subito: è uno choc, è al contempo rivelazione e distruzione. BENJAMIN ha concezione
ambivalente della modernità: “la dissoluzione dell’ aura nell’ esperienza dello choc è il prezzo che si paga
per la sensazione della modernità. L’ intesa con questa dissoluzione ci è costata cara ma essa è la legge
della sua poesia “.

2.choc linguistico e stilistico: inserire in una poesia dallo stile aulico termini, oggetti che non appartengono
a quel registro. Evita la poesia auratica ma la funzione della poesia di boudelaire è di rendere conto delle
modificazioni subite dal soggetto nel mondo capitalistico.

testo struttura e nuclei

ESPERIENZA CHOC, che deriva da perdita aura, al centro della produzione letteraria, perché vissuta da lui
stesso (poète maudi: non riesce a assegnare a evento esatto posto in coscienza, rendendolo esperienza
vissuta).

 Sempre contatto tra esperienza choc e CONTESTO URBANO (fascino/disgusto perché luogo di
estraneazione) e FOLLE/masse cittadine, che, pure, non sono mai descritte in modo preciso, perché
la città possa evocare necessariamente l’immagine della folla, e viceversa.

 es. “A una Passante”: Poeta inserito in contesto urbano (rinuncia a poesia della natura
classicista), incrocia donna di cui si innamora di amore infelice. Il flâneur: il camminatore,
passeggiatore. Rovesciamento Romanticismo: visione di donna portata da folla, amore
effimero, muore al primo sguardo, trascinati da flusso di persone.  vita in metropoli
uccide amore
Visione Profetica di vorticosa Modernità Urbana e dello choc che ne consegue.  intuisce come comfort di
modernità producano uniformità/meccanicismo (tratti tipici di folla cittadina) *

 folla si è imposta come oggetto a letterati di ‘800 perché si costituiva come pubblico/committente: -
Scrittori di Feuilleton (Sue è il Maestro).

 Engels su Londra: miracoli di civiltà pagati a caro prezzo. Disgustato da


inumanità/indifferenza di folla
 Poe, racconto “L’Uomo della Folla”, tradotta da Baudelaire: fantasia deformante
rappresenta folla di condizione elevata tetra/barbarica, si muove in modo meccanico/come
automi. (In Londra non c’è traccia di buon tempo antico, diversa Parigi)
 Hoffman, storia “La Finestra d’Angolo del Cugino”: Berlino.

* Baudelaire non poteva intuirlo, ma ha descritto lo stesso meccanismo del lavoro alienato dalla catena di
montaggio, condannata dal Marxismo: GIOCO D’AZZARDO  attività vana, vuota, che non ha fine e si
ripete continuamente, schiavizzando chi la esercita. Non è individuo che la gestisce, ma è attività a gestire
lui (= lavoro alienato).

MICHAIL BACHTIN

Categoria: filosofo e critico letterario ma che si concentra anche sui campi delle scienze umane in generale:
filosofia del linguaggio, sociologia, linguistica, psicologia e antropologia.

Biografia

 Russia 1895-1975
 vita travagliata: cresciuto in Lituania e nel mar nero per poi laurearsi a Pietroburgo durante la
grande guerra. Tra ’20 e 24 bachtin si trasferisce nel paesino bielorusso di Vitebsk ( il paese di
Chagall, il pittore) : questo paese aveva una vita culturale molto fervida e bachtin lavorava lì come
maestro. Proprio a Vitebsk pone le basi teoriche della sua filosofia del dialogo.
 negli anni 30/40 sotto Stalin, Bachtin viene arrestato durante le Purghe e condannato al gulag della
Siberia: a causa dei suoi preesistenti problemi di salute però la condanna viene mutata a 6 anni di
confino in Kazakistan, dove continua a scrivere. le opere di bachtin verranno riscoperte solo negli
anni ‘60, con il suo ritorno a Mosca: vengono da subito tradotte in tutto il mondo.

Influenze teoriche

o durante l’ università: Marx, Kant, fenomenologia di Husserl


o Dostoevskij, catalizzatore del suo pensiero: Problemi dell’ opera di Dostoevskij, 1929. Si ricollega
alla filosofia del dialogo.

Opere

1- Saggio Per una filosofia dell’azione responsabile, 1924: fondamenti della filosofia del dialogo.
a) Il dialogo è allo stesso tempo l’essenza del linguaggio e la struttura fondatrice dell’identità del
soggetto. Infatti, il linguaggio esiste solo in quanto comunicazione in atto e all’ interno del
linguaggio nasce il soggetto in quanto coscienza.
b) Non esiste una verità assoluta, la verità si lega al soggetto in relazione all’ altro
c) Il Linguaggio in quanto è sempre azione richiama la dimensione etica
2- L’ autore e l’eroe: rapporto autore-personaggi, l’ impossibilità dell’ autore di controllare la totalità di
senso dell’ opera
3- Problemi dell’ opera di Dostoevskij, 1929
a) Nelle opere di dostoevskij, bachtin ritrova la rappresentazione della scissione del soggetto nella
modernità e trova l’ intuizione della natura dialogica della coscienza .
4- Le opere del “circolo di Bachtin” scritte sotto dei falsi nomi

5- Epos e romanzo, 1938. Saggio storico e teorico.

ROMANZO EPICA
a) plurilinguismo ( parola dialogica)  d) monolinguismo ( anche dato dai
b) vicinanza : il romanzo , non importa l’ versi spesso)
ambientazione, si lega inevitabilmente al e) lontananza: l’ epica si occupa di
presente e alla modernità ( il riso, tra l’ altro, un passato, proprio a livello
distrugge la distanza epica) temporale. è volta a confermare
c) incompiutezza→  nel romanzo esplode una la tradizione di un mondo lontano
realtà che non è quella ufficiale ( storie di dal nostro, fatto di eroi e di fatti
eroe, principi , guerrieri) ma viene portata già successi e che hanno già un
alla luce una realtà che fino a tempo prima loro senso e valore che non va
era rilegata alla comicità, considerata interpretato, solo conosciuto ed
inferiore: si parla di una realtà presente, ammirato. 
futura o di un passato aperto. Nel romanzo f) già ti aspetti come finisce, già lo
c’è il dubbio interpretativo, c’è una grande hai interpretato dalle prima righe 
possibilità di intrecci etc.... lo leggi per sapere
come finisce 

6- L’ opera di Rabelais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medioevale e
rinascimentale. 1965

Bachtin nota come la cultura del carnevale ( inteso come cuore pulsante della tradizione popolare di molti
popoli) sia diffusa in popoli diversi. Per Bachtin questa diffusione è dovuta alla dissacrificazione,
dismiticizzazione e ridicolizzazione delle istituzioni e del potere- in quanto distrugge il confino tra realtà e
finzione, misticità non ci sono distinzioni tra attori e spettatori, tutta la comunità mette in scena il “mondo
alla rovescia “. viene nel carnevale abolito ogni ordine gerarchico, il sacro mescola il profano in un
momento di FESTA, un momento di sospensione provvisoria della normalità→ questo momento di festa,
per quanto temporaneo, è l'espressione più vera della cultura popolare in quanto porta in vita i valori
primari, che vengono dal basso, dall’ antichità, celebrando anche il grottesco. PER BACHTIN IL ROMANZO E’
L’ EREDE DELLA CULTURA CARNEVALESCA ( idee molto simili nel re di girgenti di Camilleri: un popolano
durante il carnevale si proclama re, per poi morire ammazzato a fine festività)--> il riso in bachtin distrugge
ogni gerarchia, poichè la comicità avvicina l’ oggetto di cui si ride, lo spoglia delle maschere di sacralità o
rispetto.

Per bachtin , il romanzo moderno:

• nasce da una carnevalizzazione dell’ espressione letterario, ossia dall’ abolizione di ogni regola, di ogni
vincolo stilistico o tematico.
•il romanzo moderno si oppone quindi a tutti i canoni e i generi tradizionali, è l’ unico genere letterario in
divenire;

•è l’ unico genere che nasce all’ epoca della scrittura ( poesia, racconto, epica… nascono tutti da forme
orali) e della tipografia, quindi della modernità

•caratteristica principale del romanzo è la sua ibridazione, che lo rende il genere privilegiato dell’ uomo
moderno. (pluralismo, vicinanza, incompiutezza)

7- Saggio La parola nel romanzo. 1934.


 Testo: la lingua come concezione del mondo.
La filosofia del dialogo deve riorientare le metodologie tradizionale di indagine linguistica sui testi.

Per bachtin la Parola, nei romanzi, è DIALOGICA: essa non è neutra, ma tradisce appartenenza
sociale/ideologia di chi lo parla. La linguistica è quindi anche socio-linguistica, il linguaggio è ideologia.

Obbiettivo: critica della forma tradizionale e proporre un nuova “stilistica” della letteratura applicabile alla
complessità socio ideologica del romanzo, che ricerchi il massimo della comprensione reciproca.

Significato generale: lingua come concezione del mondo

Il linguaggio trascende i soggetti, poiché esiste da prima di noi ed esisterà dopo: bachtin sostiene che in un
certo senso comunicare è citare, ripetere parole che nel passato altri hanno pronunciato ma dandogli un
nostro significato, un nuovo orientamento che esprime il nostro singolare punto di vista→ si parla di
dialogismo e plurilinguismo. La parola nel romanzo assume il “profumo” del contesto storico e sociale in
cui viene pronunciata: le parole dei personaggi si collegano ad un’ideologia, un punto di vista, una società e
una storia--> il dialogo tra i diversi personaggi è uno scontro, un incontro tra due punti di vista diversi, due
usi di lingua diverse …

L’ autore si pone a un grado di maggiore o minore distanza ideologica da ciò che scrive. la lingua (intesa
come sistema comunicativo) per bachtin è biunivoca: nel leggere un libro, sentiamo sia l’intenzione del
personaggio che quella dell’ autore , quindi il romanzo è polifonico. l’ autore del romanzo moderno
consente alle voci dei personaggi di mischiarsi e scontrarsi, la polifonia è caratteristica intrinseca del
romanzo esponendo diversi punti di vista sul mondo ( questo è il pregio del romanzo, che si accosta alla
complicatezza del mondo moderno) .

la stilistica contemporanea e il romanzo

Il romanzo come totalità è un fenomeno plurilinguistico, pluridiscorsivo, plurivoco, sociale e storico.


Solitamente la totalità romanzesca si stratifica in tipi di unità stilistico-compositive (con più o meno
autonomia ma che si uniscono poi):

 Narrazione diretta dall’ autore


 Skaz: la voce narrante è sempre quella di un personaggio con alle spalle il suo ambiente sociale
 Narrazione semi letteraria: lettere private diari etc
 Discorsi extraartistici ( es ragionamenti filosofici, descrizioni etnografiche…)
 Discorsi dei personaggi

I risvolti biografici

Insiste sul dialogo e sulla pluralità ; sul’ impossibilità di verità assolute  contesta il regime dell’ unione
sovietica di stalin.
JEAN PAUL SARTRE

Biografia

 Filosofo. Parigi 1905-80, nato nella borghesia intellettuale


 Infanzia difficile, sposa la scrittrice simone de bouvoir
 Partecipa alla guerra e viene internato in un campo di concentramento, riesce a scappare e
combatte con la resistenza l’ esistenzialismo sartriano si avvicina al marxismo , che vuole
reinterpretare in chiave etica e integrare con una teoria del soggetto e un antropologia filosofica
( *che cos’è la letteratura? testo)
 Acquisisce fama internazionale
 Sartre accentua il carattere impegnato ( engagement) della sua filosofia e ne fa una vera e propria
dottrina, una sorta di filosofia della libertà. Si avvicinò al partito comunista francese ma ad un certo
punto negli anni 60 ruppe con esso e si infatuò della Cina e del maoismo. Il suo rifiuto dei riti
occidentali lo portò a rifiutare il premio Nobel nel 64.
 Battaglie politiche fino alla sua morte ( contro Stalin , la guerra in Vietnam etc)

Influenze teoriche

•Punto partenza: insoddisfazione per astrattezza filosofia idealistica e dello spiritualismo; insoddisfatto per
il semplicismo della psicologia positivistica.

 prende mosse da: - Fenomenologia di Husserl, indagine teoretica su coscienza.

- Filosofia di Gabner (anticipa teoria ricezione): senso dell’opera

attribuito da lettore, che applica pre-giudizi = idee/conoscenze

pregresse riguardo ciò cui ci avviciniamo (bagaglio conoscenze

condiviso con contesto sociale da cui proveniamo)

Opere:

- 1938 La Nausea: romanzo filosofico in cui riflette concezione mondo : il protagonista è sopraffatto da
realtà, angosciato, senza un senso alla sua esistenza: solo arte da la possibilità di lavarsi dal peccato di
esistere.

- 1943 L’Essere e il Nulla: la coscienza VS l’ essere.

Attraverso la sospensione del giudizio, la coscienza coglie il senso del mondo : è l’ entità che
rappresenta mondo, si orienta verso di esso, è per sé VS mondo = in sé, opaco, è se stesso e non
altro. La coscienza è quindi azione e libertà Concezione della libertà come necessità di scelta.

Testo

CHE COS’è LA LETTERATURA? Pubblicato nel 1947 sulla rivista da lui redatta, Temps Moderns.

Anticipa l’ estetica della ricezione di Jauss, conferendo a lettore ruolo attivo e si accosta anche alle
posizioni di Benjamin.
1) “COS’E’ SCRIVERE?” Si differenza da altre arti perché non produce oggetti concreti ma utilizza
parole/segni.  Linguaggio, diverso per ogni scrittore, ha uso funzionale = Azione, messaggio ( critica ai
critici letterari ,“custodi di cimiteri”)  la prosa è utilitaria

2) “PERCHE’ SI SCRIVE?”
L’ opera d’arte è creazione, risponde all’ aspirazione dell’ uomo di sentirsi creatore. Paradossalmente, una
volta che abbiamo creato perdiamo il controllo dell’ oggetto in quanto questo assume un senso solo in
relazione all’ altro, al soggetto che lo percepisce come nuovo, che lo svela:
 Bisogno di sentirsi essenziali per mondo/nostra creazione: uomo solitamente non
produttore ma rivelatore (mondo si manifesta attraverso di lui), sente bisogno di slancio
creatore.
 Non si scrive per sé, perché a scrittore oggetto creato sfugge/risulta incompiuto (no
produttore+rivelatore: non prevede, né attende, non può svelare l’ oggetto in quanto lo
conosce già)

Ruolo lettore fondamentale per dar senso all’opera = sforzo congiunto autore + lettore, perché l’ oggetto
letterario è una trottola che esiste quando è in movimento esiste per altri e per mezzo degli altri.

La LETTURA non è un atto meccanico, ma è sintesi di percezione e creazione. L’ autore fa un


APPELLO ALLA LIBERTÀ del lettore, alla sua libertà di dare un inizio, un valore , un senso alle parole :
senza la lettura abbiamo solo macchie nere sulla carta ( l’ oggetto letterario è realizzato mediante il
linguaggio, ma non è ai dato nel linguaggio) . Lettura e scrittura sono parte dello stesso evento.
Il lettore si lascia guidare da autore.  la lettura è un atto concreto che svela/concretizza oggetto
letterario.
Leggere è assumersi una responsabilità nei confronti del libro e di noi stessi perché stiamo
concedendo tempo e fiducia. Libertà per Sartre è necessità della scelta, noi come esseri umani
siamo continuamente condannati a scegliere: leggendo decidiamo di mettere da parte le nostre
passioni in una tensione verso questo atto di libertà.
la lettura è un atto di generosità, scegliamo di credere: la lettura è un sogno libero che permette di
scoprire la libertà creatrice dell’autore.
L’OPERA è un’esigenza, un universo che nasce dallo sforzo congiunto di due libertà : L’autore
instaura un patto con il lettore, tu ti sforzi a leggere ciò che scrivo ed io ho fiducia che tu colga il
messaggio, rendendolo utile. L’opera quindi non ha fini, ma è un fine.

Nell’atto di lettura è contenuto un imperativo morale (oltre a estetico):il lettore si impegna a


mantenere il mondo di cui legge, ci si abbandona, o a cambiarlo Sartre si concentra sull’ aspetto
sentimentale della letteratura, come atto di fiducia e generosità.
la buona letteratura deve essere portatrice di nuovi valori , come quello della democrazia. Sartre
sostiene che la letteratura negativa è propaganda, inoltre non si può scrivere di eventi come
nazismo e fascismo, non si può scrivere per gli schiavi: la letteratura ha senso solo nella democrazia.

3)“PER CHI SI SCRIVE?”

Idealmente, si scrive un pubblico universale nel senso di eterno e che si preoccupa di valori universali,
sempre validi MA ciò è scorretto: Sartre sostiene che gli autori necessariamente scrivono parole “allusive”:
il pubblico a cui l’ autore si rivolge è inevitabilmente, come lui stesso, inserito in una storicità, in un
contesto sociale etc…
Lo scrittore si trova dunque ad avere due tipi di pubblico: esempio dello scrittore nero Richard Whright e dei
suoi romanzi sull’ alienazione dei neri negli usa.
1. I propri contemporanei, e soprattutto la propria classe sociale o chi ha vissuto
esperienze simili/possiede stesso bagaglio storico-culturale .Scegliendo il
proprio argomento, autore determina il suo pubblico concreto di lettori, e
viceversa: soggettività condivisa. ( esempio: le persone di colore colte )
2. Un pubblico che è “altro”, estraneo alle esperienze soggettive che emana il
testo oppure incapace di fruirne a pieno o del tutto ( esempio: i bianchi che non
concepiscono un mondo dove il loro privilegio non esiste o i neri schiavi che non
hanno le facoltà o possibilità di fruire del testo)

  “Dicono che le banane abbiano un migliore sapore appena morto e dunque le opere dello spirito
andrebbero gustate sul posto” Sartre:

 Bisogna tenere conto di impatto immediato di opera su pubblico di sua epoca  significato, in
epoca successiva, può mutare, perché muta contesto.
 Bisogna tener conto che autore influenzato, come tutti da contesto, ma non solo è un uomo, è
innanzituttto scrittore: assume una funzione pubblica/sociale, deve assumersi responsabilità ed
applicare quanto scrive, è un personaggio pubblico. le persone che ti leggono danno peso alle tue
parole e quindi tu devi occuparti di temi sociali, politici, umani e devi indurre le persone a farsi
domande, a ragionare sulla realtà. in questa riflessione si fa spazio anche l'aspetto più materiale del
rapporto tra lavoro intellettuale.
 come retribuire SCRITTORE? consuma ma non produce nulla, poiché no rapporto opera
mente-compenso. Comunque pagato da classe dirigente che vuole vedere propria immagine
raffigurata in opere, sperando di controllarlo (malinteso).  scrittore è parassita,
paradossalmente opera contro classe che lo mantiene, denunciandone brutture/imponendo
coscienza inquieta a società perché essa cambi. Inutile + nocivo, perché aiuta società a prender
coscienza di sé.

 SCOPO UTOPISTICO: allargare fascia pubblico reale (classe dirigente) fino a confini di quella
potenziale (tutti, anche popolo)  possibile in società senza classi ipotizzata da Marx. Sartre è
però cosciente che, anche nel XX sec., con una scolarizzazione diffusa, non si possono conciliare
tendenze opposte/realizzare universalità concreta.

IAN WATT

Biografia

 Critico letterario. Inghilterra 1917-USA 1999


 Famiglia mezza francese e mezza scozzese, studia a Cambridge
 combatte sul fronte asiatico, ferito e cadendo preda dei giapponesi: venne mandato a lavorare alla
ferrovia della Morte in thailandia . Nel 1945 riesce a tornare in europa e poi si trasferisce negli USA
dove insegna nelle più prestigiose università
 negli anni del Vietnam, diventa attivista per la pace

opere

1. saggio The rise of the novel , 1957 (le origini de romanzo borghese, studi su Defoe ; Richardson e
Fielding)
2. conrad in the 19th century
3. Miti dell’individualismo moderno, Faust, don quijote; don Giovanni e Robinson Crusoe. 1996.

Miti dell’individualismo moderno, Faust, don quijote; don Giovanni e Robinson Crusoe. 1996.
questo è il suo testamento spirituale. scrive di personaggi popolari e laici, che secondo lui sono alla
base della società moderna. Come constata Watt, questi personaggi sono stati oggetto di infinite
riproposizioni e questo dimostra che gli autori di questi personaggi hanno saputo cogliere le
tendenze più profonde dell’ immaginario collettivo e sono stati in grado di creare personaggi che in
loro condensano le caratteristiche di un'intera società. per questo molti di questi personaggi sono
entrati nell’ immaginario comune e addirittura nel linguaggio di tutti i giorni.

I personaggi si inseriscono all’ interno di un quadro laico e individualistico: gli eroi del romanzo
moderno hanno saputo diventare miti perché hanno infranto regole sociali, anche sbagliando, ma
diventando comunque fautori del loro destino: sono accomunati da un destino di derisione o
dannazione. L’ ideologia dell’ individualismo moderno borghese x Watt è infatti un’ elemento
decisivo nell’ esplosione del romanzo: questo nuovo approccio alla realtà genera il successo del
romanzo in un pubblico sempre più vasto.

Robinson Crusoe è per Watt emblema dell’ individualismo borghese produttivo ed ordinatore.

The rise of the novel , 1957

Uno dei primi ad occuparsi dell’importanza del ruolo del lettore, anticipando le teoria dell’estetica della
ricezione di Jauss  ormai la schiera di lettori è diventata la committenza degli scrittori, che devono quindi
rappresentare personaggi vicini ai fruitori/soggetti appartenenti alla sfera quotidiana, colti in momenti non
ufficiali.

Watt mette in disparte gli aspetti tematici , considerando invece l’ interazione tra pubblico e strutture
formali.

1° capitolo, “ il realismo e la forma del romanzo”

La novità del romanzo è il suo REALISMO, ma la definizione è una novità. seguendo i ragionamenti di
Descartes e Locke, definisce il realismo del romanzo moderno come:

-originalità ( il romanzo racconta cose nuove)

-particolarità ( il romanzo ha de personaggi particolari in situazioni particolari, non come in passato dove si
hanno tipi umani in situazioni generali)

-individualista ( testimoni i nomi propri dei personaggi)

-dotato di dimensioni di tempo e di spazio

 Realismo non è quindi imitazione della realtà, ma un riferimento ad essa: è la caduta del principio di
imitazione a rendere possibile il realismo del sistema letterario moderno ( Spinazzola)

“Il pubblico dei lettori al sorgere del romanzo” 2° capitolo e TESTO

L’ analisi parte dallo studio della dei lettori alla fine del ‘700 in inghilterra, periodo in cui è nato romanzo
moderno: attraverso analisi storico-sociale, watt illustra come il miglioramento delle condizioni di
vita/aumento del tempo libero per i ceti medi abbia generato bisogno di trovare nuove forme di svago
letterario, più abbordabile rispetto a ciò che panorama tradizionale offriva (giornali = informazione //
romanzo = svago). Forte importanza hanno in questo contesto le donne.

Il romanzo non nasce quindi come propriamente una forma popolare, perché non tutti i ceti ne fruivano.

Aspetto socioeconomico Importanza vendite/aspetto imprenditoriale: a fine ‘700 nascono gli editori, e,
con la nascita del copyright, viene istituzionalizzata la professione di scrittori; essi possono vivere dei
proventi della scrittura, senza più bisogno di un mecenate che li mantenga. Questo, in parte spiega
l’aumento della mole dei volumi: romanzieri pagati a pagina

pubblico sente bisogno di scoprire cose nuove

Nei capitoli successivi:

 Dice che paradossalmente una scarsa unità del testo contribuisce all’ effetto di realtà ( il mischiare
della stratificazioni di cui già parla bachtin costruisce la totalità)
 Analizza i personaggi di defoe, Richardson e Fielding: se è ero che i romanzi si possono ridurre ad un
ideologia di fondo, è anche vero che dietro alle azioni dei personaggi si celino contenuti sociali.

VITTORIO SPINAZZOLA

Biografia e opere

o Critico letterario ( e sociologo). Milano, 1930- 2020


o Laureato alla statale di Milano ci insegna per 30 anni letteratura italiana (dal ’70)
o Critico letterario e cinematografico
o Redattore di due riveste annuali: Tirature; si occupava del panorama letterario ed editoriale
contemporaneo e Pubblico, produzione letteraria e mercato editoriale.
o Crea il master di editoria all’ uni di Milano  saggi sulla metodologia editoriale “ la democrazia
letteraria, 1984”
o Scrisse saggi su temi come le forme di letteratura più disprezzate dalla critica(paraletteratura)
come il giallo, il rosa il porno e il fumetto:” l’ immaginazione divertente.”; “Pinocchio and Co.”

Metodologia strumenti dell’ indagine formale (stilistica e narratologia) + attenzione alle dinamiche
storico-sociali . sa che la letteratura è complesso meccanismo comunicativo e che le scelte degli scrittori
hanno mille variabili.

Influenze teoriche marxismo e Gramsci , suo maestro:

o non concorda sul “pedagogismo


contenutistico”
o Entra nel PCI
o Si concentra sui gusti del pubblico e sulla
paraletteratura
o Pedagogia della letteratura+ funzione del critico
è di orientare il lettore

…altre opere

 rapporto testi-lettori, leggibilità degli autori:


a) Saggi su: l Viceré di de Roberto;
b) Saggi su : I vecchi e i giovani di Pirandello; Il Gattopardo di Tomasi di
Lampedusa
c) Emilio de marchi romanziere popolare ; il libro per tutti : saggio sui promessi
sposi

critica militante come in Letteratura e popolo borghese ( 2000) + critica specialistica su autori del ‘900
come in L’offerta letteraria( 1990)

 critica della letteratura, 1992


la letteratura non è solo un atto individuale e soggettivo ( il lettore) ma si costruisce a partire da codici e
linguaggi parte di un patrimonio collettivo ( la totalità del pubblico)  ogni opera presuppone una presa di
posizione rispetto alla tradizione  i GENERI letterari sono quindi fondamentali modelli e codici conosciuti,
che organizzano la tradizione.

Il genere letterario può porsi in continuazione con la traduzione o in rottura, innovandola, come per il
romanzo.  il romanzo ha prodotto una rivoluione QUESTIONE DELLA MODERNITà LETTERARIA.
Spinazzola realizza un processo storico, osserva una progressione della tensione al nuovo nella letteratura.
Con un nuovo ampio pubblico e con la nascita della narrativa realistica, come in watt, si ha la caduta del
principio di imitazione.

Altra questione è quella del BELLO; l’ arte, la letteratura deve produrre un piacere estetico ( piacere che
costa un impegno . La fatica di leggere)

 saggio, le articolazioni del pubblico novecentesco .2001, TESTO

Fa il punto sul panorama letterario del Novecento, focalizzandosi soprattutto sulla comunità letteraria
italiana.

Spinazzola traccia poi il cammino storico che mostra l processo di coinvolgimento di sempre più ampie
fasce di lettori, a partire dall’ unità d’italia. grazie all’ alfabetizzazione . Sono nate quindi nuove esigenze
sociali, culturali ed estetiche= si è arrivati ad una differenziazione della proposta culturale.

Si analizzano le strategie editoriali: una delle strategia più tipiche è quella adottata da d’annunzio( si vuole
catturare il lettore dando la sensazione di star vivendo una esperienza elitaria, si vuole affascinare il lettore,
farlo esaltare… si pensi alle serate futuristi: entusiasmo creato per via istintiva , prelogica).
Nel periodo fascista, ad esempio, nascono nuove strategie persuasive verso il lettore: si assiste allo sviluppo
di prodotti culturali propagandistici. Nascono poi anche di prodotti culturali "target" ( libri per ragazzi, libri
rosa, nascita della collana dei gialli Mondadori)--> fra le due guerre, si forma in Italia quindi la lett. di
intrattenimento ( già Gramsci se ne interessa, ma nel suo caso si aveva ancora la maggioranza di lett. di
importazione-non vi era ancora una produzione italiana forte se non quella proposta dallo scrittore Guido
da Verona).
dopo il 1945 il romanzo entra nel sistema dei generi, “rilegando” la poesia a lettori specialistici o comunque
a pochi lettori grazie al movimento neorealista, caratterizzato da un impegno democratico ( opere che
devono coinvolgere il pubblico ampio, per via emotiva) e al ruolo sociale dell’ editoria. Si divide la prosa
dalla poesia: la prosa è più differenziata in quanto ha un pubblico più ampio ed eterogeno; la poesia rimane
un genere più elitario.
negli anni ‘60 soprattutto, si crea l’ idea che la letteratura debba allontanare dalla routine e dalla tristezza
giornaliera , soprattutto nella letteratura per donne ( la collana di Liala ha creato un nuovo immaginario del
romanzo rosa, veniva letta da tutte le casalinghe). a partire dagli anni ‘90 esplode poi il fenomeno dei
tascabili ( libri senza copertina dura) grazie al genio di Mondadori, che crea la collana “oscar” – distribuita
significativamente nelle edicole ( edicole= importanza culturale perchè legata alla quotidianità
democraticizzazione dell’ istituzione letteraria) . Spinazzola nota anche una “velocizzazione” delle forme
letterarie, dovuta a nuovi media come cinema e radio .

=fine XXsec è una ristrutturazione complessiva del sistema letterario, pluralità illimitata di forme.

Spinazzola ha poi diviso in 4 livelli la struttura delle pubblicazioni, a seconda della complessità tecnica e
delle fasce di pubblico intercettate:
1. scritture sperimentali: sono scritture trasgressive, fuori dai canoni e dai modelli estetici tradizionali,
accentuando il carattere di ricerca della scrittura. è una scrittura complessa, con sperimentzioni
linguistiche e che richiama quindi un pubblico più elitario, che deve individuare la rottura tra
tradizione ed avanguardia. autori come giorgio manganelli, barbesino ; gadda… Camilleri è un caso
unico: tra sperimentazione, istituzionalismo e intrattenimento.

2. letteratura istituzionale: questa scrittura si trova in equilibrio tra tradizione ed innovazione, è


quella proposta dalle istituzioni ufficiali in una linea di continuità evolutiva rispetto alla tradizione.
scrittori come eredi di una cultura, come leonardo sciascia, primo Levi o Italo Calvino.

3. letteratura di intrattenimento: quella scrittura che sfrutta convenzioni di genere ( ambito dei
generi forti= giallo, rosa, fantascienza, comico, thriller, la “non-fiction” come le biografie o i
reportage …). autori adatti ad un pubblico sia colto che cerca svago che ad un pubblico più
“popolare” . Autori come aldo Cazzullo . 

4. letteratura marginale o paraletteratura: spinazzola non vuole nearne la dignità. sono scritture che
puoi trovare in un'edicola, sono pensati per un pubblico che non ha particolari competenze
letterarie, devono essere comprensibili (enfasi, stereotipi come personaggi, utilizzo del patetico)...
libri come quelli di Gerard de ville ( lacrime facili, immaginazione, erotismo…).

5. categoria a parte sono il connubio tra parole ed immagini: un tempo esistevano i fotoromanzi, tipo
dei fumetti a foto; oggi esiste il graphic novel. 

NB: Queste categorie non rimandano a una differenza di valore, ma a criteri di complessità tecnica la
pluralità di forme è risposta a pluralità di esigenze estetiche, le quali però sono tutte valide. Ciononostante,
i critici non devono rinunciare al loro ruolo di guida ma devono svolgere il proprio lavoro tenendo conto
della vita reale del panorama letterario, senza pregiudizi elitari.

Nessun’opera appartiene fissamente a una di queste categorie: al contrario, il segreto per non andare
incontro a una morte precoce è proprio riuscire a imporsi a diversi livelli, entrando soprattutto nel circuito
della lett. istituzionale (garantisce sicure periodiche ristampe) Spinazzola sottolinea infatti la necessità di
insegnare “il piacere della lettura”.

I generi oggi hanno un valore descrittivo ovvero di orientamento per chi scrive e legge; agiscono in modo
evidente soprattutto nella letteratura di più largo consumo. Lo sbaglio sta nel valutare il valore di qualcosa a
seconda del genere. Quest’idea nasce durante il romanticismo dove si puntava tutto sull’originalità (Su
tutto questo insiste Schulz-Buschhaus).

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e società

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