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Promesse unilaterali e contratti:


- Per le promesse unilaterali l’art. 1987 c.c. enuncia un principio di tipicità, opposto a quello che
vale in tema di contratti: la promessa unilaterale di una prestazione non produce effetti
obbligatorio fuori dei casi ammessi dalla legge.
- Di regola, la promessa di una prestazione è vincolante solo se inserisce nel contesto di un
contratto: occorre, in altre parole, il consenso, espresso o tacito, del promissario.
- È anche possibile che la promessa voglia attribuire un vantaggio gratuito; anche in tal caso,
tuttavia, la volontà del promissario è rilevante poiché di regola non è possibile imporre l’acquisto
di un diritto a chi non lo desideri.
- Se la promessa ha per oggetto un dare, richiede la forma della donazione, e in questa forma deve
essere espressa anche l’accettazione del donatario. Se non si tratta di una donazione, ma di una
promessa di un fare, la promessa è irrevocabile quando giunge a conoscenza del destinatario.
Questi può rifiutarla entro un termine, in mancanza di tale rifiuto il contratto è concluso.
- La promessa unilaterale di pagamento, priva della menzione della causa, non crea obbligazioni.
Essa ha però un effetto sul piano probatorio, al pari del riconoscimento di debito: fa presumere
l’esistenza del debito e di una causa idonea a giustificarlo, salvo che il promettente dia la prova
del contrario (art. 1988).
2. La promessa al pubblico:
- È la promessa, fatta al pubblico, di una prestazione a favore di chi si trovi in una determinata
situazione o compia una determinata azione.
- Si possono distinguere promesse al pubblico a titolo oneroso, nelle quali la prestazione a carico
del promettente è il corrispettivo di una prestazione a suo favore, e promesse al pubblico a titolo
gratuito, dettate da spirito di liberalità: queste ultime non richiedono la forma pubblica dell’atto.
- Se alla promessa non è apposto un termine, e questo non risulta dalla natura o dallo scopo della
medesima, il vincolo del promettente cessa qualora entro un anno non gli sia stato comunicato
l’avveramento della situazione o il compimento dell’azione prevista nella promessa (art. 1989).
- La promessa può venire revocata prima di questo termine solo per giusta causa, purché la revoca
sia resa pubblica nella stessa forma della promessa, o in forma equivalente. La revoca, però, non
ha effetto se la situazione si è già verificata o se l’azione è già stata compiuta (art. 1990 c.c.).
- Non va confusa con l’offerta al pubblico, che tende alla conclusione di un trattato. La promessa
al pubblico vincola immediatamente il promittente, senza la contropartita di un impegno
corrispettivo.

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