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1.

Contratti tipici e atipici:


- La legge prevede e regola una serie di figure contrattuali tipiche: la vendita, il mandato, la
transazione ecc.
- Alle parti è consentito anche concludere contratti che non appartengono ai tipi aventi una
disciplina particolare, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo
l’ordinamento giuridico (art. 1322): questi sono detti contratti atipici.
- Al tempo della promulgazione del codice civile i contratti atipici erano pochi, ma con lo sviluppo
delle tecniche finanziarie e dei modi di progettazione ed esecuzione di operazioni industriali del
XX secolo, vi è stata una diffusione di contratti atipici, mediante l’importazione dei modelli
contrattuali statunitensi (leasing, franchising, factoring, locazione finanziaria…). Questi talvolta
possono essere utilizzati per coprirsi contro certi rischi finanziari.
- Talvolta il contratto atipico si presenta come una combinazione di diversi contratti tipici (es:
contratto di logistica unisce contratto di deposito e trasporto, uniti a servizi di gestione del
magazzino e pianificazione aziendale), altre volte il distacco da figure tipiche è più spiccato.
- Gli interventi del legislatore in questa materia si sono generalmente limitati a disciplinare alcuni
aspetti dei nuovi contratti, senza dettarne una disciplina completa. Ai contratti atipici si applicano
norme e principi generali e le norme speciali eventualmente emanate per disciplinare alcuni
aspetti.
- Qualora si riscontrino lacune occorrerà procedere all’integrazione del contratto secondo la legge
o, in mancanza secondo gli usi e l’equità. Molti contratti, non oggetto di disciplina di legge, sono
tipici socialmente, per la loro diffusione pratica, dalla quale si possono trarre importanti
indicazioni al fine dell’integrazione del contratto lacunoso.
2. Strutture contrattuali:
a. A titolo oneroso e a titolo gratuito: si parla di contratto a titolo oneroso quando al sacrificio
patrimoniale di ciascuna parte fa riscontro un vantaggio corrispondente. Altrimenti il contratto
è gratuito. Chi compie un’attribuzione gratuita è assoggettato a una responsabilità contrattuale
meno rigorosa. Inoltre, i suoi interessi vengono tenuti in maggior considerazione (es: il
donatario può ritirare la donazione in caso ad esempio di ingratitudine). Inoltre l’affidamento di
chi acquista a titolo gratuito non è tutelato, o ha una tutela attenuata.
b. Unilaterali: solo una parte esegue o si obbliga ad eseguire una prestazione nei confronti
dell’altra. Il concetto di contratto unilaterale non va confuso con quello di negozio unilaterale:
nel primo l’unilateralità attiene agli effetti, nel secondo essa attiene alle dichiarazioni di volontà
che costituiscono il negozio stesso (il contratto unilaterale è un negozio giuridico bilaterale).
c. A prestazioni corrispettive: la prestazione di una parte è corrispettiva di quella della
controparte. Il rapporto fra le prestazioni corrispettive si chiama sinallagma. Il concetto di
contratto a prestazioni corrispettive non va confuso con quello di contratto a titolo oneroso:
ogni contratto sinallagmatico è a titolo oneroso, ma non è il reciproco, poiché sono a titolo
oneroso anche i contratti associativi, la cui struttura è diversa da quella dei contratti a
prestazioni corrispettive. Il rapporto sinallagmatico si manifesta sia alla conclusione del
contratto (sinallagma genetico) che nella sua esecuzione (sinallagma funzionale). Al momento
della conclusione del contratto, l’illiceità o l’oggettiva impossibilità disuna delle prestazioni
rende nulla anche la promessa o l’attribuzione corrispettiva. Il sinallagma si manifesta anche nei
rimedi concessi a ciascuna parte contro l’inadempimento dell’altra:
- Ciascuno dei contraenti può opporre all’altro l’eccezione di inadempimento: può rifiutarsi,
cioè, di adempiere la sua obbligazione, se l’altro non adempie contemporaneamente la
propria, salvo termini diversi. Questa eccezione non può porsi quando sia contraria a buona
fede.

- Anche quando siano fissati termini diversi per l’adempimento, il contraente che deve
adempiere per primo può esigere immediatamente la controprestazione, se si verificano
determinati fatti, previsti dalla legge, tali da far temere che questa non sarà eseguita
(decadenza del beneficio del termine) e se la controparte non adempie, le potrà opporre
l’eccezione di inadempimento.
- Se una parte adempie la controparte, qualora non preferisca agire per ottenere l’adempimento,
può chiedere la risoluzione del contratto (risoluzione per adempimento).
- Se una parte è liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione, anche l’altra parte è
liberata dall’obbligo di eseguire la controprestazione, e ha diritto di farsi restituire quel che
abbia già eseguito (risoluzione per impossibilità sopravvenuta).
Vi sono contratti nei quali ciascuna parte può pretendere una prestazione dall’altra, senza che le
prestazioni reciproche siano l’una il corrispettivo dell’altra (contratti bilaterali imperfetti).
Sono negozi inizialmente unilaterali, durante i quali una parte è costretta ad assumersi
obbligazioni da cui era inizialmente esente.
d. A struttura associativa: più persone conferiscono beni o servizi per uno scopo comune. Si
distinguono dai contratti di scambio: ciascun contraente si ripromette un vantaggio, ma questo
non consiste in una controprestazione dovutagli da un altro contraente, bensì nella
partecipazione ad un’utilità o profitto comune. Il rimedio concesso al singolo nel caso di
irregolare svolgimento del rapporto sociale consiste nel recesso per giusta causa.
e. Commutativi e aleatori: nel caso dei contratti commutativi si tratta di una suddistinzione dei
contratti sinallagmatici, in quanto questi sono solitamente tali: non implicano l’assunzione di un
rischio. Sono, invece, aleatori, i contratti in cui l’esistenza, l’estensione o il valore di una
almeno delle prestazioni corrispettive dipende da eventi incerti, così che ne derivano per
ciascuna delle parti possibilità di guadagno e rischi di perdita, che esse intendono accettare. Un
contratto può essere aleatorio per sua natura o per volontà delle parti.
f. Ad esclusione continuata o periodica: sono contratti la cui esecuzione si protrae nel tempo,
con prestazioni continuative o ripetute, per soddisfare un bisogno del creditore che si estende
anch’esso nel tempo: sono ad esempio la locazione, il comodato o i contratti di lavoro. Non
vanno confusi con i contratti ad esecuzione differita, in quanto il differimento della prestazione
ha lo scopo di facilitare il debitore, mentre in questo caso la continuità della prestazione del
debitore è correlata all’interesse prolungato del creditore. La risoluzione o il recesso non
estendono i loro effetti alle prestazioni già eseguite (art. 1458). Spesso questi contratti sono
conclusi a tempo indeterminato. In tal caso il rapporto può cessare per recesso unilaterale di una
delle parti. Il recesso deve venire comunicato con un certo preavviso, salvo che sia intimato per
una giusta causa.
3. Consensuali: sono consensuali i contratti che si perfezionano con il semplice consenso.
Costituiscono la grande maggioranza poiché il principio è quello della libertà di forme.
4. Formali: sono i contratti per la conclusione dei quali occorre che il consenso sia manifestato in
forme particolari predeterminate.
5. Reali: sono quelli che si perfezionano la consegna della cosa. Questa categoria proviene dal
diritto romano. Nel diritto moderno il principio del consensualismo riduce il significato di
questa classificazione. Il concetto di contratto reale può correttamente riferirsi solo alle ipotesi
in cui, mancando la consegna, il nudo consenso non avrebbe alcuna validità giuridica. Il
concetto di contratto reale non va confuso con i contratti ad effetti reali: i primi si
perfezionano con la consegna della cosa, i secondo trasferiscono o costituiscono un diritto reale
sulla cosa.

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