Produzione di energia nucleare: utilizza l’energia presente nel nucleo dell’atomo; due
tecnologie possibili: reazioni di fissione nucleare (separazione dei nuclei dei materiali
radioattivi pesanti) e reazione di fusione nucleare (unione di nuclei di elementi leggeri). Al
momento la fissione è l’unica realizzabile, controllabile e proponibile a livello industriale.
Il combustibile: l’uranio 235 è il solo che può subire reazioni di fissione. Viene estratto
nelle miniere allo stato grezzo e trasformato in gas; al termine del processo l’uranio
gassoso è riportato allo stato metallico e trasformato in pastiglie. Infine è destinato come
combustibile delle centrali nucleari a fissione (3,7%) e per fini militari e bellici (80%).
Il reattore nucleare: impianto che permette l’attuazione del processo di fissione,
composto da un nocciolo (dove avviene reazione vera e propria), da uno scambiatore di
calore (genera vapore), turbine (che generano attraverso un trasformatore energia
elettrica da mandare in rete) e da un moderatore (acqua naturale che rallenta i neutroni).
Evoluzione della tecnologia del nucleare:
I^ generazione: include prototipi e reattori destinati alla produzione di energia elettrica o
plutonio per armi nucleari, costruiti prima degli anni 70. In Italia presenti 3 centrali nucleari
ma spente dal 1986.
II^ generazione: comprende i reattori ad acqua leggera costruito dagli anni 70 e 80 e
ancora operativi. Centrale di Caorso attualmente spenta in fase di decommissioning.
III^ generazione: include reattori avanzati derivanti dall’ottimizzazione degli attuali reattori
ad acqua leggera. Alcuni rettori costruiti in Giappone sono già in funzione.
Aspetti economici: le voci principali che contribuiscono ai costi diretti della produzione di
energia elettrica dal nucleare sono:
costo del capitale: costituisce la parte maggiore del costo complessivo e incidono fattori
quali: il costo dell’energia, la durata del periodo di costruzione, il profilo di spesa nel
periodo, tempi di ammortamento e oneri fiscali:
costo overnight: costo che si avrebbe se la costruzione dell’impianto nucleare fosse
istantanea, senza i costi finanziari sostenuti durante il periodo di costruzione e dipende dai
seguenti fattori: tecnologia di costruzione, localizzazione dell’impianto, costi di ingegneria,
riduzione di costo per fattori di scala e per effetto della costruzione di più unità sullo stesso
sito.
costo del ciclo del combustibile: il costo dell’uranio incide solo marginalmente sul costo
della produzione elettrica ma elevati prezzi del minerale potrebbero incentivare le attività di
esplorazione e le nuove scoperte:
costo di operation & maintenance: coprono tutte le attività necessarie per coprire il
funzionamento in sicurezza del reattore durante la sua vita operativa essi includono i costi
per il personale, le assicurazione, i contratti di manutenzione e i controlli sulla sicurezza.
costo di decommissioning: riguarda la fase di declassamento, decontaminazione e
smantellamento delle installazioni e ripristino del sito:
altri costi di esercizio: costi per controllo e sicurezza, costi del deposito geologico per
custodire le scorie della produzione nucleare.
L’efficienza energetica= è definita dal rapporto tra Prodotto utile di un processo e Energia
spesa nel processo (ovvero dal rapporto inverso dell’intensità energetica).
L’efficienza energetica può essere valutata anche in termini macroeconomici, stimando
l’intensità energetica del PIL.
In Europa i consumi di energia crescono al pari passo dei tassi di crescita del PIL.
L’aumento della domanda di energia è legato a: maggiore penetrazione di apparecchiature
tradizionali; nuove apparecchiature; il crescente presenza di case abitate che porta a
consumi di luce calore/freddo ecc..
Il gas naturale (presente nel sottosuolo, comune fonte di energia) : è una miscela di
diversi gas combustibili, idrocarburi (composti organici costituiti da carbonio e idrogeno e
sono etano, propano, butano e metano) e non idrocarburi (anidride carbonica, azoto,
idrogeno solforato). Il gas si intriga con lo sviluppo delle fonti rinnovabili intermittenti. L’uso
del gas riguarda tre macrosettori: industria, uso residenziale-commerciale e generazione
di energia elettrica.
Le sue origini sono recenti: in Italia i primi ritrovamenti risalgono al 1938 ad opera
dell’AGIP. Fra il 1946 e il 1950 la produzione italiana di gas passò da 20 a 305 MLN di
metri cubi coprendo così il 10% del fabbisogno di energia primaria del paese.
L’energia si produce in centrali di ultima generazione turbogas chiamate CCGT (combined
cycle gas turbine).
Vantaggi del GN: L’impatto ambientale del gas rispetto ad altre fonti di energia fossile è
decisamente inferiore(minori emissioni di CO2); non produce SO2, NOx, e non causa
piogge acide e malattie respiratorie.
La filiera del gas naturale comprende le fase di:
1)Approvvigionamento (upstream): coltivazione(o produzione) o importazione.
Contratti di approvvigionamento : (Gas Supply Agreement): è una contratto con il quale il
produttore (seller) vende ad un compratore (buyer) una certa quantità di gas naturale. Gli
elementi comuni dei GSA sono: la durata tra 10 e 20 anni, una clausola di ritiro take or
pay (clausola di ritiro minimo garantito che obbliga il compratore al pagamento, non al
ritiro fisico, di una quantità minima di gas ogni anno della durata contrattuale; inoltre il
contratto prevede una clausola di riapertura annuale sul prezzo pattuito per la fornitura e
ha una durata di 10/20 anni. Al momento della consegna si verifica non solo la quantità ma
anche la qualità della merce consegnata.), e una clausola di riapertura annuale.
2)Trasporto: via gasdotti, via terra o via mare (shipping)
3)Stoccaggio: il gas viene collocato temporaneamente in depositi sotterranei (giacimenti
di idrocarburi esauriti, giacimenti che sfruttano le falde acquifere, giacimenti che sfruttano
le cavità di depositi salini o di miniere di carbone abbandonate.)
Vi sono tre tipi di stoccaggio: modulare = soddisfa l’andamento giornaliero, stagionale e
di punta dei consumi; strategico= fa fronte a mancanze o riduzioni di approvvigionamenti
o crisi del gas; minerario= necessario per motivi tecnici ed economici a consentire lo
svolgimento della coltivazione di giacimenti di gas.
4)Distribuzione: l’attività dei distributori è quella di veicolare il gas agli utenti, per conto
dei venditori (vettoriamento). Distribuzione primaria: erogazione del gas ai grandi
utilizzatori o alle aziende distributrici. Distribuzione secondaria: erogazione del gas alle
famiglie e alle piccole industrie.
5)Vendita: comprende le operazioni di approvvigionamento, marketing operativo, gestione
commerciale e bollettazione.
Gli Hub del gas: è un punto contrattuale dove convergono compratori e venditori per
effettuare transazioni di gas naturale;
un hub può essere fisico: luogo fisico dove si incontrano più gas provenienti da diversi
gasdotti, vi convergono compratori e venditori per effettuare transazioni;
virtuale: piattaforma finanziaria dove i vari competitors scambiano quantitativi di gas
indipendentemente dalla loro provenienza (borsa del gas: mercato standardizzato che
simula le condizioni di un hub fisico). Per il gas l’Hub costituisce un punto di discontinuità
nella catena che va dalla produzione in un giacimento al consumatore domestico.
Il prezzo del gas è composto da una quota fissa: importo annuale posto a copertura dei
costi di distribuzione e quota variabile: comprende il costo della materia prima e il costo
dei servizi (stoccaggio, trasporto, distribuzione); alle due quote si sommano le imposte
nazionali e regionali (accise, IVA).
Gas non convenzionali: quel gas che fino a poco tempo fa è stato considerato difficile da
estrarre o costoso da produrre. Oggi esistono tre categorie di Gas non convenzionale:
1) Shale gas: contenuto all’interno di formazioni rocciose (argille o scisti) impermeabili e
quindi il gas fa fatica a fluire attraverso le rocce. Quando molte quantità di materia
organica e sedimenti si depositano sui fondi marini, si forma un materiale solido
chiamato kerogene che con il tempo e con l’azione della temperatura sulle rocce, si
trasforma in gas, aumenta così la pressione all’interno delle rocce e il gas viene
espulso. La nazione con la più grande riserva di scisti è la Cina, inoltre gli USA hanno
aumentato la loro produzione e da importatori sono diventati esportatori (USA patria
della rivoluzione del gas scisto.
2) Tight gas: (da sabbie compatte) gas difficile da raggiungere a causa delle rocce e
della sabbia che coprono il deposito. Le rocce sono porose e poco permeabili e il gas
rimane intrappolato al loro interno. Per estrarre il gas si usa la stessa tecnologia usata
per lo shale gas: si effettua prima una perforazione nel sottosuolo, poi si effettua una
perforazione orizzontale e/o una fratturazione idraulica per rompere le rocce porose e
liberare il gas intrappolato. La perforazione orizzontale ha reso economico e
convenzionale il gas non convenzionale.
3) Coalbed gas: (gas da carbone) Si trova all’interno del carbone e la sua estrazione è
più complessa, a differenza di quello presente nei pori dei depositi dei gas tradizionali,
questo metano si trova assorbito all’interno degli strati di carbone e la sua estrazione
risulta più complessa.
Petrolio: è una materia prima globale che ha origine dal sapropel, grazie al processo di
naftogenesi che trasforma i residui organici in idrocarburi. E’ un liquido viscoso
infiammatile, è stato ed è tuttora il sostituto del carbone per due ragioni: è facile da
trasportare e il suo potere calorifico è quasi il doppio di quello del carbone. Il processo di
trasformazione del petrolio si chiama raffinazione ovvero la distillazione frazionata della
materia prima, previo riscaldamento in appositi forni. Più il greggio è di buona qualità
(leggero, a basso contenuto di golfo), meno complesso sarà il processo di raffinazione e
anche meno costoso. Attualmente nel mondo si producono circa 80MLN di barili al giorno,
circa 27MLN provengono dall’OPEC; le riserve mondiali mondiali ammontano a
1200MLRD di barili. Negli ultimi anni il consumo di petrolio non va di pari passo con la
crescita del PIL, come invece accadeva fino agli anni 80 (disaccoppiamento).Tra il luglio e
il novembre del 2014 si ebbe un discesa del 41% in circa 3 mesi, un calo simile si verificò
solo nel 1985.
Le cause della crisi nell’offerta di petrolio sono: le guerre nel Medio Oriente negli ultimi
25 anni, carenze di investimenti, capacità produttiva di alcuni paesi che si è ridotta, rischio
di attacchi terroristici, instabilità politica dell’Iraq, della Libia e dell’Egitto, concentrazione
delle riserve solo in alcuni paesi, svalutazione del dollaro, scarsa capacità di raffinazione e
speculazione.
I principali motivi dell’instabilità del prezzo del petrolio sono: sanzioni americane ed
europee applicate all’Iran; bassa crescita dell’economia mondiale; deprezzamento
dell’euro rispetto al dollaro.
La catena del valore (value chain) dell’oil&gas è articolata in tre fasi: upstream: attività di
ricerca e produrione; midstream: attività di trasporto ai mercati; downstream: attività di
raffinazione del petrolio e distribuzione.
Le caratteristiche che determinano la dimensione delle compagnie petrolifere sono il
volume delle vendite, le riserve disponibili, la produzione annua e la capacità di
raffinazione.
Prezzi sul mercato del greggio:
-CIF= include i costi di assicurazione e di trasporto
-FOB= tipico dei mercati spot, non include i costi di assicurazione e di trasporto(costi del
nolo della nave).
La storia del petrolio è caratterizzata da due periodi:
1) Primo periodo (inizio 900-1970)= dominato dalle compagnie petrolifere straniere,
sopratutto angloamericane, in particolare fu caratterizzato dalle Sette Sorelle che
controllavano il mercato petrolifero e nel 1960 nasce l’OPEC (associazione dei paesi
esportatori di petrolio).
2) Secondo periodo (1970-oggi)= dominato dai paesi produttori, che cercano, senza
successo, di fare a meno delle compagnie straniere. Periodo caratterizzato da due
shock petroliferi(’73/’79).
I mercati mondiali del petrolio sono il WTI (Mercato Americano/West Texas
Intermediate), il BRENT (Mercato Europeo) e TAPIS e DUBAI (Mercato Asiatico)
Le fasi economiche del petrolio (ciclo di vita)=
I 1859-1900 decollo da concorrenza a monopolio
II 1900-1940 sviluppo concorrenza
III 1940-1970 crescita coordinamento oligopolistico
IV 1970-1985 maturità transizione
V 1985-? maturità concorrenza
Mercato internazionale del petrolio: esistono oltre 400 quantità di greggio alle quali
vengono associati prezzi ogni momento. Ciascun benchmark ricopre un delicato compito
nel processo di determinazione dei prezzi e infatti le loro quotazioni influenzano
l’andamento del valore di ogni barile scambiato. Sono scambiati su mercati Fisici (Spot) o
Cartacei (future).
Gran parte della crisi ambientale globale deriva dal sistema energetico basato sull’uso dei
combustibili fossili nel mondo. Oltre l’80% di tutta l’energia primaria del mondo proviene da
carbone, petrolio e gas, e quando questi vengono bruciati, emettono biossido di carbonio,
che sta cambiando il clima della terra. L’alternativa è dunque quella di passare a un nuovo
sistema energetico a basso contenuto di carbonio (da petrolio a gas naturale). Per
passare ad una società decarbonizzata occorrono 3 fasi:
1) Attraverso una migliore efficienza energetica (meno energia per raggiungere
lo stesso livello di benessere):
2) Passare all’energia solare, eolica, idrica, geotermica, nucleare e ad altre
forme energetiche, cd carbon free;
3) Prevede di catturare ed immagazzinare le emissioni di CO2 derivanti da
centrali termoelettriche prima che finiscano nell’atmosfera.
• Tecnico meccatronico (sviluppo di motorizzazioni più efficienti come quelle elettriche per
il miglioramento ambientale)