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EMPI

Capitolo primo: La produzione di energia e le tecnologie energetiche (PT 1) +


Capitolo quarto: La produzione di energia e le tecnologie energetiche(PT2)

Energia: l’energia rappresenta la capacità di un sistema di compiere lavoro. Ogni sistema


fisico contiene un determinato quantitativo di energia. Non tutta l’energia di un sistema è
immagazzinata in forma utilizzabile (la quantità di energia di un sistema, disponibile per
produrre lavoro, può essere inferiore a quella totale del sistema). Tutta l’energia
disponibile nel nostro pianeta deriva direttamente o indirettamente dal sole (idrica, eolica,
chimica, delle biomasse). Dai campi gravitazionali del sole, della luna e della terra, deriva
l’energia delle maree. Risalgono alla formazione della terra l’energia geotermica e quella
nucleare.
Energia primaria: l’energia può essere utilizzata così come si trova in natura; fonti
primarie= carbone, petrolio, gas naturale, sole, vento, maree, fiumi, calore della terra.
Energia secondaria: deriva dalla trasformazione delle fonti primarie di energia = benzina
(trattamento del petrolio grezzo).
Energia elettrica: fonte di energia più versatile: si trasporta a grandi distanze dal luogo di
produzione e si distribuisce agli utilizzatori mediante reti capillari.
Un processo non può creare o distruggere energia, ma solamente convertirla secondo le
leggi della termodinamica, infatti il primo principio afferma (legge di conservazione
dell’energia): l’energia di un sistema termodinamico isolato non si crea né distrugge, ma si
trasforma, passando da una forma ad un’altra.
L’unità di misura per rappresentare il consumo e la domanda di energia è il TEP
(tonnellata di petrolio equivalente) e rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla
combustione di una tonnellata di petrolio e vale circa 42Gj (miliardi?) o 11,630Mwh o 10
milioni di kcal (1 TEP= 7,4 barili di petrolio), il Kwh (chilowattora) è l’unità di misura
dell’energia elettrica, pari all’energia prodotta in un’ora alla potenza di 1Kw.
I combustibili: le materie prime per produrre energia:
Un combustibile brucia quando l’energia chimica contenuta al suo interno si trasforma in
calore; quest’ultima forma di energia si può trasformare in altre forme di energia in base al
suo potere calorifico e alla sua qualità.
Combustibile fossile: sostanza solida, liquida o gassosa, in grado di reagire con
l’ossigeno dell’aria e sviluppare energia termica, ovvero calore e quindi lavoro. Un
combustibile brucia quando l’energia chimica contenuta al suo interno si trasforma in
calore, è importante dunque il potere calorifico e la qualità del combustibile. Alla base dei
combustibili vi è il processo di combustione.
Combustibili liquidi: petrolio e suoi derivati e quelli utilizzati nei motori a scoppio si
chiamano carburanti.
Combustibili gassosi: principalmente gas naturale e altri gas artificiali.
Combustibili nucleari: materiale fissile che viene posto nel nocciolo di un reattore
nucleare. Non c’è combustione ma trasformazione di tipo nucleare, ovvero areazioni
nucleari. (materiali radioattivi già liberamente in natura).
Alla base dell’attuale utilizzo dei combustibili solidi, liquidi e gassosi, vi è il processo di
combustione: processo chimico di ossidazione.
I CF hanno assunto un ruolo dominante nella nostra società (vantaggi) per: costo
relativamente basso dell’energia ottenuta, elevata densità energetica, disponibilità di
strutture idonee e capienti per il trasporto e la lavorazione del petrolio e dei suoi derivati,
semplicità delle tecnologie per la loro combustione.
Svantaggi: inquinamento e sono esauribili.
Processo produzione energia elettrica: energia chimica(combustione combustibile)—>
da luogo al vapore: energia termica—> il vapore gira in delle turbine: energia meccanica
—> tramite generatori: energia elettrica.
Come e dove si produce l’energia:
centrali termoelettriche: trasformano l’energia meccanica, generata dalla formazione di
vapore che aziona potenti turbine in energia elettrica; il vapore viene generato da acqua
riscaldata in caldaie alimentate in genere da CF e viene inviato alla turbina, per poi essere
rinviato in caldaia per un nuovo risurriscaldamento. La turbina rotando genera energia
meccanica che a sua volta viene convertita in energia elettrica tramite alternatori e
trasformatori. Comprende: caldaia, turbina, alternatore, bruciatore e impianto di
raffreddamento.
Vantaggi: costi impianti ridotti, ubicazioni centrali: facile, costo produzione competitivo
Svantaggi: uso combustibili fossili esauribili, emissioni inquinanti, perdite di energia
durante le trasformazioni.
centrali idroelettriche: sfruttano l’energia meccanica(cinetica) di caduta dell’acqua (in
movimento) per trasformarla in energia elettrica (con turbine).
Gli impianti possono essere gestiti anche da piccole comunità e hanno scarso impatto sul
territorio (salvaguardia ambiente). La tecnologia si divide in mini-idro basata sulle
tecnologie consolidate degli impianti maggiori e micro-idro con tecnologie più innovative e
con ampi margini di sviluppo e permettono lo sfruttamento di una fonte energetica
rinnovabile che altrimenti andrebbe dispersa e con un bassissimo impatto ambientale. I
costi di installazione e i tempi di ritorno dell’investimento sono competitivi rispetto alle altre
fonti di energia rinnovabile grazie anche a forme di incentivazione.
Tipologie di centrali idroelettriche: centrali acqua fluente; centrali a bacino(lago artificiale);
centrali con impianti ad accumulazione(dotate di un bacino di raccolta anche a valle).
Vantaggi: inesauribile; bassissime emissioni inquinanti; molto diffuso.
Svantaggi: progressivo interramento dei bacini, erosione, impatti ambientali e
socioeconomici (modifica del paesaggio e distruzione di habitat natural), accettazione da
parte della comunità, modifica del clima , inquinamento acustico e incidenti rilevanti.
centrali solari: sono centrali che sfruttano l’energia radiante del sole come calore o
mediante effetto fotovoltaico per produrre corrente elettrica. Esistono due tipologie:
1)centrali fotovoltaiche: convertono la luce solare in energia elettrica tramite l’effetto
fotovoltaico e è differente dalla maggior parte delle centrali perché NON utilizza il gruppo
turbina-alternatore. L’elemento base è la cellula fotovoltaica, cioè una sottile lamina di
silicio. Gli impianti fotovoltaici si suddividono in impianti isolati (energia prodotta alimenta
direttamente un carico elettrico e se resta una parte in eccesso viene accumulata in
batterie di accumulatori) e in impianti connessi ad una rete elettrica di distribuzione
(energia prodotta viene convertita in corrente elettrica alternata per alimentare il carico
elettrico, o immessa nella rete con la quale lavora. Mettendo insieme una serie di celle
fotovoltaiche si ottiene un generatore fotovoltaico).
2)centrali elettriche termiche: possono essere a pannello (immagazzina l’energia solare
attraverso dei pannelli che convogliano la luce solare in un fluido che assorbe l’energia e
si riscalda fino a giungere ad ebollizione e una volta diventato vapore/gas viene inviato ad
una turbina-alternatore) o a specchi ( gli specchi vengono puntati verso un serbatoio posto
alla sommità di una torre, la luce concentrata dagli specchi fa evaporare il liquido
contenuto nel serbatoio e il vapore viene inviato ad una turbina e all’alternatore).
Vantaggi: permanente; diffuso in tutto il pianeta; non inquinante; non richiede combustibili
per il funzionamento; ridotte esigenze di manutenzione e elevata durata di vita dei
pannelli.
Svantaggi: discontinuo (dipende dal grado di soleggiamento); costo elevato per l’acquisto
dei pannelli (silicio caro).
centrali geotermiche: utilizzano l’energia termica naturale del sottosuolo(energia
primaria) nelle zone dove si manifestano sotto forma di geyser. Attraverso vapordotti il
vapore viene indirizzato ad una turbina che lo trasforma in energia elettrica attraverso un
alternatore.
centrale eolica: impiantate in zone particolarmente ventose, raccolgono energia
sfruttando l’azione del vento (energia cinetica, per trasformarla in meccanica) che muove
le enormi pale degli aerogeneratori, connessi tra loro elettricamente attraverso un
cavidotto interrato e al soffiare del vento girano e azionano il generatore elettrico.
Tecnologie eoliche: sistemi di pompaggio meccanico: convertono l’energia del vento in
energia meccanica per azionare una pompa; sistemi di pompaggio elettrico: convertono
l’energia del vento in energia elettrica e con questa si alimenta la pompa; sistemi elettrici:
trasformano direttamente l’energia del vento in elettrica.
Vantaggi: produzione di energia da immettere su reti locali; disponibilità di potenza vicino
ai centri di carico; emissioni inquinanti NULLE.
Svantaggi: discontinuo; costi molto alti; impatto ambientale (occupazione territorio, effetti
visivi, ecc..)

Produzione di energia nucleare: utilizza l’energia presente nel nucleo dell’atomo; due
tecnologie possibili: reazioni di fissione nucleare (separazione dei nuclei dei materiali
radioattivi pesanti) e reazione di fusione nucleare (unione di nuclei di elementi leggeri). Al
momento la fissione è l’unica realizzabile, controllabile e proponibile a livello industriale.
Il combustibile: l’uranio 235 è il solo che può subire reazioni di fissione. Viene estratto
nelle miniere allo stato grezzo e trasformato in gas; al termine del processo l’uranio
gassoso è riportato allo stato metallico e trasformato in pastiglie. Infine è destinato come
combustibile delle centrali nucleari a fissione (3,7%) e per fini militari e bellici (80%).
Il reattore nucleare: impianto che permette l’attuazione del processo di fissione,
composto da un nocciolo (dove avviene reazione vera e propria), da uno scambiatore di
calore (genera vapore), turbine (che generano attraverso un trasformatore energia
elettrica da mandare in rete) e da un moderatore (acqua naturale che rallenta i neutroni).
Evoluzione della tecnologia del nucleare:
I^ generazione: include prototipi e reattori destinati alla produzione di energia elettrica o
plutonio per armi nucleari, costruiti prima degli anni 70. In Italia presenti 3 centrali nucleari
ma spente dal 1986.
II^ generazione: comprende i reattori ad acqua leggera costruito dagli anni 70 e 80 e
ancora operativi. Centrale di Caorso attualmente spenta in fase di decommissioning.
III^ generazione: include reattori avanzati derivanti dall’ottimizzazione degli attuali reattori
ad acqua leggera. Alcuni rettori costruiti in Giappone sono già in funzione.
Aspetti economici: le voci principali che contribuiscono ai costi diretti della produzione di
energia elettrica dal nucleare sono:
costo del capitale: costituisce la parte maggiore del costo complessivo e incidono fattori
quali: il costo dell’energia, la durata del periodo di costruzione, il profilo di spesa nel
periodo, tempi di ammortamento e oneri fiscali:
costo overnight: costo che si avrebbe se la costruzione dell’impianto nucleare fosse
istantanea, senza i costi finanziari sostenuti durante il periodo di costruzione e dipende dai
seguenti fattori: tecnologia di costruzione, localizzazione dell’impianto, costi di ingegneria,
riduzione di costo per fattori di scala e per effetto della costruzione di più unità sullo stesso
sito.
costo del ciclo del combustibile: il costo dell’uranio incide solo marginalmente sul costo
della produzione elettrica ma elevati prezzi del minerale potrebbero incentivare le attività di
esplorazione e le nuove scoperte:
costo di operation & maintenance: coprono tutte le attività necessarie per coprire il
funzionamento in sicurezza del reattore durante la sua vita operativa essi includono i costi
per il personale, le assicurazione, i contratti di manutenzione e i controlli sulla sicurezza.
costo di decommissioning: riguarda la fase di declassamento, decontaminazione e
smantellamento delle installazioni e ripristino del sito:
altri costi di esercizio: costi per controllo e sicurezza, costi del deposito geologico per
custodire le scorie della produzione nucleare.

L’efficienza energetica= è definita dal rapporto tra Prodotto utile di un processo e Energia
spesa nel processo (ovvero dal rapporto inverso dell’intensità energetica).
L’efficienza energetica può essere valutata anche in termini macroeconomici, stimando
l’intensità energetica del PIL.
In Europa i consumi di energia crescono al pari passo dei tassi di crescita del PIL.
L’aumento della domanda di energia è legato a: maggiore penetrazione di apparecchiature
tradizionali; nuove apparecchiature; il crescente presenza di case abitate che porta a
consumi di luce calore/freddo ecc..

Capitolo secondo: Gas naturale: il combustibile della nuova transizione energetica


“La Gas Industry”

Il gas naturale (presente nel sottosuolo, comune fonte di energia) : è una miscela di
diversi gas combustibili, idrocarburi (composti organici costituiti da carbonio e idrogeno e
sono etano, propano, butano e metano) e non idrocarburi (anidride carbonica, azoto,
idrogeno solforato). Il gas si intriga con lo sviluppo delle fonti rinnovabili intermittenti. L’uso
del gas riguarda tre macrosettori: industria, uso residenziale-commerciale e generazione
di energia elettrica. 

Le sue origini sono recenti: in Italia i primi ritrovamenti risalgono al 1938 ad opera
dell’AGIP. Fra il 1946 e il 1950 la produzione italiana di gas passò da 20 a 305 MLN di
metri cubi coprendo così il 10% del fabbisogno di energia primaria del paese.
L’energia si produce in centrali di ultima generazione turbogas chiamate CCGT (combined
cycle gas turbine).
Vantaggi del GN: L’impatto ambientale del gas rispetto ad altre fonti di energia fossile è
decisamente inferiore(minori emissioni di CO2); non produce SO2, NOx, e non causa
piogge acide e malattie respiratorie.
La filiera del gas naturale comprende le fase di:
1)Approvvigionamento (upstream): coltivazione(o produzione) o importazione.
Contratti di approvvigionamento : (Gas Supply Agreement): è una contratto con il quale il
produttore (seller) vende ad un compratore (buyer) una certa quantità di gas naturale. Gli
elementi comuni dei GSA sono: la durata tra 10 e 20 anni, una clausola di ritiro take or
pay (clausola di ritiro minimo garantito che obbliga il compratore al pagamento, non al
ritiro fisico, di una quantità minima di gas ogni anno della durata contrattuale; inoltre il
contratto prevede una clausola di riapertura annuale sul prezzo pattuito per la fornitura e
ha una durata di 10/20 anni. Al momento della consegna si verifica non solo la quantità ma
anche la qualità della merce consegnata.), e una clausola di riapertura annuale.
2)Trasporto: via gasdotti, via terra o via mare (shipping)
3)Stoccaggio: il gas viene collocato temporaneamente in depositi sotterranei (giacimenti
di idrocarburi esauriti, giacimenti che sfruttano le falde acquifere, giacimenti che sfruttano
le cavità di depositi salini o di miniere di carbone abbandonate.)
Vi sono tre tipi di stoccaggio: modulare = soddisfa l’andamento giornaliero, stagionale e
di punta dei consumi; strategico= fa fronte a mancanze o riduzioni di approvvigionamenti
o crisi del gas; minerario= necessario per motivi tecnici ed economici a consentire lo
svolgimento della coltivazione di giacimenti di gas.
4)Distribuzione: l’attività dei distributori è quella di veicolare il gas agli utenti, per conto
dei venditori (vettoriamento). Distribuzione primaria: erogazione del gas ai grandi
utilizzatori o alle aziende distributrici. Distribuzione secondaria: erogazione del gas alle
famiglie e alle piccole industrie.
5)Vendita: comprende le operazioni di approvvigionamento, marketing operativo, gestione
commerciale e bollettazione.

Gli Hub del gas: è un punto contrattuale dove convergono compratori e venditori per
effettuare transazioni di gas naturale;
un hub può essere fisico: luogo fisico dove si incontrano più gas provenienti da diversi
gasdotti, vi convergono compratori e venditori per effettuare transazioni;
virtuale: piattaforma finanziaria dove i vari competitors scambiano quantitativi di gas
indipendentemente dalla loro provenienza (borsa del gas: mercato standardizzato che
simula le condizioni di un hub fisico). Per il gas l’Hub costituisce un punto di discontinuità
nella catena che va dalla produzione in un giacimento al consumatore domestico.
Il prezzo del gas è composto da una quota fissa: importo annuale posto a copertura dei
costi di distribuzione e quota variabile: comprende il costo della materia prima e il costo
dei servizi (stoccaggio, trasporto, distribuzione); alle due quote si sommano le imposte
nazionali e regionali (accise, IVA).

Le nostre bollette elettriche sono composte da 8 componenti:


1) TRAS: copre i costi per il trasporto dell’energia elettrica sulla rete nazionale
2) DISTR: copre i costi di distribuzione
3) MIS: copre i costi di installazione e manutenzione
4) COV: copre i costi di commercializzazione
5) CCA: copre costi vari
6) A: copre i costi per lo smantellamento delle centrali nucleari, per la promozione delle
fonti rinnovabili, copre i costi di finanziamento, finanzia le attività di ricerca e sviluppo e
remunera i costi richiesti dalle società elettriche (Enel)
7) UC: copre i costi delle trasmissioni
8) MCT: finanzia le misure di compensazione territoriale a favore di siti che ospitano
quello che resta delle centrali nucleari e degli impianti del ciclo del combustibile

Gas Naturale Liquefatto (GNL): dopo opportuni trattamenti di depurazione e


disidratazione il gas naturale viene sottoposto a successive fasi di raffreddamento e
condensazione, fino alla temperatura di circa -164 gradi per ottenere il GNL ed il volume si
riduce di circa 600 volte. Il GNL si distingue dal gas compresso CNG che prevede un
costoso processo di compressione per trasformare il gas in liquido. La catena industriale
del GNL è composta da: impianti di liquefazione, trasporto mediante navi dette metaniere
e impianti di rigassificazione che riportano il gas allo stato gassoso. Una volta trasportato il
GNL viene messo nei serbatoi di stoccaggio dell’impianto di rigassificazione e poi inviato ai
vaporizzatori. I costi vanno dai due ai 5 miliardi di dollari per volumi di gas che variano dai
5 ai 10 miliardi di metri cubi all’anno e comprendono per il 25/35% lo sviluppo del
giacimento, per il 30/35% gli impianti di liquefazione, per il 20/25% il trasporto marittimo e
per il 10/15% gli impianti di rigassificazione.

I costi di trasporto del GAS si suddividono in rata noleggio giornaliera, fuel cost, costi
amministrativi (spese portuali, passeggi di canali, assicurazioni) ed è legato alla
percorrenza navale, infatti cresce all’aumentare della distanza tra il luogo di partenza e il
luogo di arrivo. E’ più conveniente trasportare gas via pipeline su brevi distanze, mentre il
trasporto di GNL è più vantaggioso su distanze superiori a 3000 km.
I dati sui prezzi internazionali del gas si ottengono dall’ ESGM per il mercato europeo e
dall’INSIDE FERC per il mercato americano; i fattori sul lato dell’offerta che influiscono sul
prezzo del gas sono: la produzione e le riserve, gli incidenti operativi e i fenomeni
atmosferici; mentre sul lato della domanda sono: la stagionalità, la concorrenza e i
fornitori.

Gas non convenzionali: quel gas che fino a poco tempo fa è stato considerato difficile da
estrarre o costoso da produrre. Oggi esistono tre categorie di Gas non convenzionale:
1) Shale gas: contenuto all’interno di formazioni rocciose (argille o scisti) impermeabili e
quindi il gas fa fatica a fluire attraverso le rocce. Quando molte quantità di materia
organica e sedimenti si depositano sui fondi marini, si forma un materiale solido
chiamato kerogene che con il tempo e con l’azione della temperatura sulle rocce, si
trasforma in gas, aumenta così la pressione all’interno delle rocce e il gas viene
espulso. La nazione con la più grande riserva di scisti è la Cina, inoltre gli USA hanno
aumentato la loro produzione e da importatori sono diventati esportatori (USA patria
della rivoluzione del gas scisto.
2) Tight gas: (da sabbie compatte) gas difficile da raggiungere a causa delle rocce e
della sabbia che coprono il deposito. Le rocce sono porose e poco permeabili e il gas
rimane intrappolato al loro interno. Per estrarre il gas si usa la stessa tecnologia usata
per lo shale gas: si effettua prima una perforazione nel sottosuolo, poi si effettua una
perforazione orizzontale e/o una fratturazione idraulica per rompere le rocce porose e
liberare il gas intrappolato. La perforazione orizzontale ha reso economico e
convenzionale il gas non convenzionale.
3) Coalbed gas: (gas da carbone) Si trova all’interno del carbone e la sua estrazione è
più complessa, a differenza di quello presente nei pori dei depositi dei gas tradizionali,
questo metano si trova assorbito all’interno degli strati di carbone e la sua estrazione
risulta più complessa.

Problemi ambientali del gas non convenzionale:


- contaminazione delle falde durante l’iniezione di acqua/solventi/sabbia (fratturazione
idraulica).
- ruolo nella lotta al cambiamento climatico.
- non tutti sono favorevoli all’uso delle fonti non convenzionali di gas


Capitolo terzo: Petrolio (PT1) e industria di raffinazione
Capitolo quinto: Petrolio (PT2) e carbone fossile

Petrolio: è una materia prima globale che ha origine dal sapropel, grazie al processo di
naftogenesi che trasforma i residui organici in idrocarburi. E’ un liquido viscoso
infiammatile, è stato ed è tuttora il sostituto del carbone per due ragioni: è facile da
trasportare e il suo potere calorifico è quasi il doppio di quello del carbone. Il processo di
trasformazione del petrolio si chiama raffinazione ovvero la distillazione frazionata della
materia prima, previo riscaldamento in appositi forni. Più il greggio è di buona qualità
(leggero, a basso contenuto di golfo), meno complesso sarà il processo di raffinazione e
anche meno costoso. Attualmente nel mondo si producono circa 80MLN di barili al giorno,
circa 27MLN provengono dall’OPEC; le riserve mondiali mondiali ammontano a
1200MLRD di barili. Negli ultimi anni il consumo di petrolio non va di pari passo con la
crescita del PIL, come invece accadeva fino agli anni 80 (disaccoppiamento).Tra il luglio e
il novembre del 2014 si ebbe un discesa del 41% in circa 3 mesi, un calo simile si verificò
solo nel 1985.
Le cause della crisi nell’offerta di petrolio sono: le guerre nel Medio Oriente negli ultimi
25 anni, carenze di investimenti, capacità produttiva di alcuni paesi che si è ridotta, rischio
di attacchi terroristici, instabilità politica dell’Iraq, della Libia e dell’Egitto, concentrazione
delle riserve solo in alcuni paesi, svalutazione del dollaro, scarsa capacità di raffinazione e
speculazione.
I principali motivi dell’instabilità del prezzo del petrolio sono: sanzioni americane ed
europee applicate all’Iran; bassa crescita dell’economia mondiale; deprezzamento
dell’euro rispetto al dollaro.
La catena del valore (value chain) dell’oil&gas è articolata in tre fasi: upstream: attività di
ricerca e produrione; midstream: attività di trasporto ai mercati; downstream: attività di
raffinazione del petrolio e distribuzione.
Le caratteristiche che determinano la dimensione delle compagnie petrolifere sono il
volume delle vendite, le riserve disponibili, la produzione annua e la capacità di
raffinazione.
Prezzi sul mercato del greggio:
-CIF= include i costi di assicurazione e di trasporto
-FOB= tipico dei mercati spot, non include i costi di assicurazione e di trasporto(costi del
nolo della nave).
La storia del petrolio è caratterizzata da due periodi:
1) Primo periodo (inizio 900-1970)= dominato dalle compagnie petrolifere straniere,
sopratutto angloamericane, in particolare fu caratterizzato dalle Sette Sorelle che
controllavano il mercato petrolifero e nel 1960 nasce l’OPEC (associazione dei paesi
esportatori di petrolio).
2) Secondo periodo (1970-oggi)= dominato dai paesi produttori, che cercano, senza
successo, di fare a meno delle compagnie straniere. Periodo caratterizzato da due
shock petroliferi(’73/’79).
I mercati mondiali del petrolio sono il WTI (Mercato Americano/West Texas
Intermediate), il BRENT (Mercato Europeo) e TAPIS e DUBAI (Mercato Asiatico)
Le fasi economiche del petrolio (ciclo di vita)=
I 1859-1900 decollo da concorrenza a monopolio
II 1900-1940 sviluppo concorrenza
III 1940-1970 crescita coordinamento oligopolistico
IV 1970-1985 maturità transizione
V 1985-? maturità concorrenza
Mercato internazionale del petrolio: esistono oltre 400 quantità di greggio alle quali
vengono associati prezzi ogni momento. Ciascun benchmark ricopre un delicato compito
nel processo di determinazione dei prezzi e infatti le loro quotazioni influenzano
l’andamento del valore di ogni barile scambiato. Sono scambiati su mercati Fisici (Spot) o
Cartacei (future).

I carboni sono rocce sedimentarie, costituite da accumuli vegetali modificati nelle


profondità terrestri da alte temperature e pressioni;
La progressiva e lenta trasformazione del carbone porta all’arricchimento in carbonio
(potere calorifico di oltre 5000Kcal/Kg). Le zone più favorevoli sono le pianure costiere, gli
acquitrini e lagune.
In Italia esistono modesti giacimenti di carbone fossile a causa della giovane età delle
rocce sedimentarie e delle sollecitazioni tettoniche nel Mediterraneo. Il carbone, come il
petrolio, è una risorsa non rinnovabile cioè soggetta ad esaurimento.
Le riserve accertate del minerale sono superiori a quelle del petrolio e si stima che ne
vengono sfruttate solo il 10%.
In Italia vi è una risorsa di carbone in Sardegna, ma la maggior parte è importato via mare
da Indonesia, USA, Sud Africa, Colombia e Cina. (ben distribuito).
Successo del carbone: E’ abbondante poiché viene estratto in 70 diversi Paesi; è sicuro
in quanto stabile ed il trasporto e lo stoccaggio non implicano grossi rischi come per il
petrolio; è affidabile dal punto di vista delle riserve ed è pulito quando viene utilizzato con
impianti con tecnologia avanzata.
Principali usi: produzione di energia elettrica; metallurgia (produzione acciaio e ghisa);
Liquefazione del carbone: processo utilizzato per la produzione di carburanti sintetici.
Problemi ambientali: per molto tempo il carbone è stato considerato come un
combustibile “sporco” ma oggi grazie alle nuove tecnologie è possibile ridurre in modo
consistente le emissioni inquinanti. Le tecnologie chiamate “Clean Coal Technologies”,
sono state sviluppate di recente e garantiscono la rispondenza a standard ambientali
molto severi. Oggi si interviene su due fronti: abbattimento delle emissioni inquinanti e
prevenzione della loro formazione per abbattere all’origine la produzione di emissioni
inquinanti. L’uso di miscele acqua-carbone permette di utilizzare questo combustibile
riducendo l’impatto ambientale; infatti le miscele possono essere trasportate come liquidi e
le emissioni presentano livelli più bassi.
Le tecnologie più importanti sono: la polverizzazione del carbone (PCF) è la macinazione
finissima del carbone, la cui polvere viene iniettata nella camera di combustione grazie ad
un flusso di aria, e la sua efficienza è superiore al 99%; e la gassificazione del
carbone(IGCC) che rappresenta un’alternativa alla combustione e consiste nel portare la
polvere ad elevata temperatura a contatto con vapore e acqua.
Carbone e costi esterni: il carbone determina un insieme di benefici e costi. I benefici
sono a vantaggio esclusivo dell’utente ( e perciò interni); i costi invece sono solo in parte
sostenuti dall’utente( interni) gli altri ricadono su terzi o sullo stato e sono esterni.
I costi esterni falsano la competitività dei sistemi di produzione energetica, penalizzano i
prodotti e i servizi più sostenibili, impoveriscono le risorse ambientali e costituiscono un
ostacolo ad uno sviluppo sostenibile.

Capitolo sesto: Energie rinnovabili: le biomasse

Biomassa: qualunque sostanza organica di origine animale ma soprattutto vegetale


derivante direttamente o indirettamente dalla fotosintesi clorofilliana; il termine biomassa
indica quindi un insieme di sostanze organiche molto diversificato in termini di umidità, di
zuccheri o di grassi, di sostanze azotate, di lignina o cellulosa; in base a queste differenze
anche i processi di conversione energetica che sfruttano le biomasse sono molto
differenziati e numerosi. Quando vengono bruciate producono CO2, tuttavia questa
quantità viene assorbita dell’atmosfera durante la fase di crescita delle biomasse. Le
biomasse comprendono la legna, colture legno-cellulosiche, sottoprodotti di colture
arboree, erbacee, forestali, scarti agro industriali(rifiuti) e agricoltura ( filiere della
biomassa). La brevità del periodo di ripristino fa si che le biomasse rientrino tra le fonti
energetiche rinnovatili: infatti il tempo di sfruttamento della sostanza è uguale a quello di
rigenerazione. Per valutare la sostenibilità economica della fonte di energia occorre
considerare: costi di investimento; costi di smaltimento delle ceneri; rendimento (dividendo
energia utile per energia immessa).
Processi di trasformazione delle biomasse:
1)Processo biochimico: permette di ottenere biocombustibili grazie a reazioni chimiche
prodotte da enzimi, funghi, microrganismi.
2)processo termochimico: si basa sulla degradazione termica della biomassa per produrre
energia termica. Le biomasse più adatte a subire questo tipo di processo sono la legna,
tutti i suoi derivati e gli scarti di lavorazione.
3)processo di estrazione di oli vegetali: si tratta di tecnologie applicate a piante oleaginose
e consistono di una fase di spremitura e a freddo dei semi e successiva filtrazione dell’olio
vegetale puro che può essere utilizzato come biocombustibile.
I mercati/processi delle biomasse sono di tipo industriale maturo (caratterizzati da
combustione diretta, produzione di biogas da fermentazione anaerobica di reflui
zootecnici, civili e agroindustriali, trasformazione di biocombustibili liquidi di prima
generazione legati a coltivazioni di tipo alimentare) o non ancora maturi (include
gassificazione e pirolisi e produzione di biofombustibili liquidi di seconda generazione).

I principali processi di conversione termochimica sono:


1.combustione diretta: consiste nell’ossidazione completa del combustibile a H2O e
CO2 e si realizza in caldaie in cui avviene anche lo scambio di calore tra i gas di
combustione e i fluidi di processo (acqua, olio diatermico, ecc);
2.Carbonizzazione: processo di pretrattamento del materiale vegetale mirato a
conferire migliori caratteristiche termiche. Si trasformano le molecole strutturate
dei prodotti legnosi e cellulosici in carbone mediante somministrazione di calore
in presenza di poco ossigeno e la conseguente eliminazione dell’acqua e delle
sostanze volatili non combustibili dalla materia vegetale;
3.Pirolisi: processo di degradazione termochimica di materiali organici, attraverso
l’azione del calore a temperature elevate, in completa assenza o in quantità
ridottissima di aria o ossigeno. Si ottengono prodotti gassosi, liquidi e solidi.
4.Gassificazione: trasformazione di un combustibile solido (es biomasse) o liquido, in
combustibile gassoso, ad alta temperatura. Questa tecnologia presenta ancora
dei problemi legati al non elevato potere calorifico dei gas ottenuti e per le
impurità in loro presenti. Per rendere economicamente più valido questo
processo si trasforma in alcool metilico il gas (metanolo) che può essere
impiegato per l’azionamento di motori.
5.Steam explosion: trattamento innovativo a basso impatto ambientale, mediante il
quale si può ottenere una vasta gamma di prodotti utilizzando come materia
prima le biomasse vegetali. Consiste nell’uso del vapore saturo ad alta pressione
per riscaldare rapidamente qualsiasi materiale lignocellulosico in un reattore.
Vantaggio rispetto agli altri: separa in 3 differenti correnti le frazioni costituenti I
substrati vegetali (emicellulosa, cellulosa e lignina) per rendere l’utilizzazione
delle biomasse totale.
Processi di conversione biochimica: 
1.Digestione anaerobica: processo di demolizione delle sostanze organiche
complesse contenute nei vegetali e nei sottoprodotti di origine animale da origine
a biogas che viene raccolto ed utilizzato per diversi scopi (combustibile). Gli
impianti di questo tipo (digestori) inoltre possono essere alimentati in diversi
modi, tra cui dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani.
2.Fermentazione alcolica: processo che trasforma i glucidi (zuccheri) contenuti nelle
produzioni vegetali, in ETANOLO (alcol etilico).
3.Estrazione di oli vegetali: alcune essenze vegetali (oleaginose) hanno dei semi
ricchi di oli che possono essere estratti e utilizzati come combustibili (biodiesel).
Vantaggi biomasse: emissioni di CO2 praticamente nulle (produzione di energia pari a
quella assorbita durante la crescita delle piante), riduzione di piogge acide, benefici a
livello occupazionale e a livello di politica energetica e riduzione delle importazioni di
combustibili fossili e dunque maggiore indipendenza energetica.
Svantaggi: maggiore impiego di acqua per la coltura di biomasse dedicate, rischio di
inquinamento da pesticidi e di corpi idrici, effetti negativi su fauna e flora dovuti alla perdita
della biodiversità e impatti acustici.
Biocarburanti: combustibile gassoso o liquido da impiegare nel settore del trasporto
(unico sostituto diretto dei combustibili fossili) e derivato dalla biomassa. L’UE sostiene lo
sviluppo dei biocarburanti di seconda generazione. Secondo l’ENEA il biocarburante
ideale deve avere i requisiti di fungibilità, competitività e sostenibilità.
Vantaggi: sostenibilità (riduzione delle emissioni di gas serra), produzione fatta con
materie prime non destinate al mercato alimentare, migliore impatto ambientale,
opportunità di sviluppo economico, rilancio della produzione agricola, incremento
occupazionale, nuove tecnologie di processo innovative.
Svantaggi: alti costi di produzione, investimenti considerati ad alto rischio, accettabilità
delle caratteristiche dei biocarburanti da parte dell’industria e dei consumatori, difficoltà
nella logistica e negli approvvigionamenti delle materie prime, difficoltà di valutazione degli
impatti ambientali.
Esistono 4 generazioni di biocarburanti: nella 1^ troviamo il biodiesel (ottenuto
attraverso un processo chimico denominato transesterificazione=estrazione di oli vegetali
e si applica agli oli di semi di piante oleaginose. Carburante usato nei motori diesel) e il
bioetanolo o alcool etilico di origine vegetale (carburante usato nei motori a benzina.
Risultato della fermentazione di substrati zuccherini, seguita da distillazione per estrarre
l’alcool formatosi. Le colture dedicate alla produzione di bioetanolo possono essere
“zuccherine” e comprendono la barbabietola, la canna da zucchero e il sorgo zuccherino
oppure “amidacee” e comprendono mais e patate).
Nella 2^ generazione i carburanti utilizzano la biomassa o residui di mais/agricoli come
fonte per la produzione di biocarburante;
Nella 3^ generazione si cerca di migliorare la qualità delle materie prime e di progettare
colture in grado di aumentare la resa; e infine nella 4^ si fa riferimento a dei microrganismi
geneticamente modificati in grado di catturare gradi quantità di CO2 in modo tale che
questi come rifiuto producano combustibile.

Capitolo settimo: le politiche energetiche europee e nazionali

Gran parte della crisi ambientale globale deriva dal sistema energetico basato sull’uso dei
combustibili fossili nel mondo. Oltre l’80% di tutta l’energia primaria del mondo proviene da
carbone, petrolio e gas, e quando questi vengono bruciati, emettono biossido di carbonio,
che sta cambiando il clima della terra. L’alternativa è dunque quella di passare a un nuovo
sistema energetico a basso contenuto di carbonio (da petrolio a gas naturale). Per
passare ad una società decarbonizzata occorrono 3 fasi:
1) Attraverso una migliore efficienza energetica (meno energia per raggiungere
lo stesso livello di benessere):
2) Passare all’energia solare, eolica, idrica, geotermica, nucleare e ad altre
forme energetiche, cd carbon free;
3) Prevede di catturare ed immagazzinare le emissioni di CO2 derivanti da
centrali termoelettriche prima che finiscano nell’atmosfera.

I problemi ambientali non sono una novità per la storia dell’umanità, ma


adesso ci sono nuove forme e nuovi ambiti di alterazione ambientale:
contaminazione dei mari, smog da scarico della motorizzazione di massa,
l’inquinamento prodotto dai rifiuti non biodegradabili.
Si è invertita una linea di tendenza storica che favoriva i prodotti ad alto
contenuto di tecnologia e quelli primari; oggi le ragioni di scambio si sono
spostate a favore di questi ultimi prodotti.
Gli obiettivi energetici dell’UE: garantire il funzionamento del mercato dell’energia
(competitività); garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico nell’Unione;
promuovere il risparmio e l’efficienza energetica e lo sviluppo di energie nuove e
rinnovabili, promuovere l’interconnessione delle reti energetiche e ridurre la dipendenza
energetica attraverso la diversificazione delle fonti, dei fornitori e delle rotte di
approvvigionamento. Per quanto riguarda la politica climatica l’UE aspira a diventare
leader mondiale e per il 2020 ha posto i seguenti obiettivi: ridurre del 20% emissioni di gas
serra (e del 40% per il 2030) e portare al 20% la quota di rinnovabili del consumo
energetico (27% nel 2030): Pacchetto clima energia, anche noto come pacchetto
20:20:20. Il fondamento dell’UE in materia di efficienza energetica è la direttiva 2012/27/
UE.
La transazione energetica n atto in Italia: il gas occupa un ruolo centrale nel mix
energetico nazionale infatti l’Italia dipende dal gas sia per la generazione elettrica (oltre
50%) sia più in generale come quota di consumi primari (circa 40%); è il paese in Europa
più dipendente dal gas.
Il gas rappresenta un fattore fondamentale per la sicurezza energetica dato l’elevato grado
di dipendenza dalle importazioni (oltre 90% del fabbisogno). La strategia energetica
nazionale SEN è il documento di programmazione ed indirizzo nel settore energetico
(2013) che tutt’ora vige, ed è stata elaborata in seguito ad altri due documenti
programmatori: il Piano d’azione nazionale per le energie rinnovabili (PAN) e il Piano
d’azione italiano per l’efficienza energetica (PAEE).
Gli obiettivi principali della strategia energetica in Italia sono: 

La riduzione dei costi energetici per cittadini e imprese e progressivo allineamento dei
prezzi all’ingrosso ai livelli europei;

Riduzione delle emissioni di gas serra del 21% rispetto al 2005;

Riduzione del 24% dei consumi primari rispetto all’andamento inerziale e raggiungimento
del 20% di incidenza dell’energia rinnovabile sui consumi finali lordi;

In conclusione possiamo dire che ci si attende che le rinnovabili diventino la prima fonte
nel settore elettrico al pari del gas con un incidenza del 35-38%.


Capitolo ottavo: La produzione e il consumo sostenibile


E’ in corso una vera e propria rivoluzione che sta interessando i sistemi produttivi e i nostri
modelli di consumo dando sempre più interesse ai nuovi modelli legati a domanda/offerta
di prodotti più sostenibili.

Il consumo sostenibile consente: risparmio di risorse non rinnovabili e incentiva l’uso di
quelle rinnovabili; kriduzioni di output inquinanti negli ecosistemi; tutela la biodiversità;

accesso equilibrato a tutti alle risorse naturali; uso di tecnologie eco-efficienti;
Il consumo consapevole porta all’integrazione, nel sistema dei prezzi, delle esternalità
ambientali e sociali dell’intero ciclo di vita dei prodotti.

Esso porta al cambiamento del modello economico attuale basato sulla teoria della
crescita e sullo sfruttamento illimitato delle risorse naturali.

Quindi i mercati non devono più mirare alla massimizzazione del profitto ma devono
concentrarsi su modelli che valorizzano la cooperazione e la reciprocità.


Sustainable Consumption and Production (SCP):

Gli elementi del nuovo approccio SCP sono: connessione tra modelli di consumo e sistemi
produttivi, ovvero le scelte dei consumatori e le tendenze dei mercati devono incidere sulle
decisioni del sistema produttivo nell’ambito della tutela ambientale; sostenibilità a tutto
campo, ovvero considerare l’impatto sull’ambiente, la sicurezza per i consumatori, l’etica
delle produzioni. Il modello “produzione e consumo” si è basato su obbiettivi di crescita
economica, che non prendevano in considerazione i limiti di carico del sistema naturale,
della scarsità e dei tassi di riproduzione delle risorse. Nel corso degli ultimi 30 anni i paesi
avanzati hanno sviluppato produzioni consistenti nel settore dei servizi, mentre i paesi
emergenti hanno sviluppato produzioni ad alta intensità di energia e di materiali.
Dobbiamo preoccuparci dell’impatto ambientale dei prodotti e dei servizi perché ci sono
molte problematiche che affliggono il nostro pianeta (riscaldamento, acidificazione,
ecotossicità..) che portano al deterioramento degli ecosistemi, hanno impatti sulla salute
umana, portano alla riduzione delle materie prime e risorse.


Earth summit: Nella conferenza ONU su “ambiente e sviluppo” conosciuta come Earth
Summit, sono stati elaborati due importanti documenti: il primo è la dichiarazione di Rio su
ambiente e sviluppo, ovvero 27 principi sullo sviluppo sostenibile, in particolare il principio
8 afferma che per raggiungere uno sviluppo sostenibile e migliori standard qualitativi di
vita, gli stati dovrebbero ridurre e eliminare modelli di produzione e consumi non-sostenibili
e promuovere politiche demografiche. L’Agenda 21 è l’altro documento di 40 capitoli che fa
riferimento allo sviluppo sostenibile, in particolare il capitolo 4 afferma che la principale
causa del continuo deterioramento del nostro ambiente è rappresentata dai modelli
insostenibili di produzione e consumo, problema che nei paesi industrializzati desta seria
preoccupazione ed aggrava la povertà e le diseguaglianze. Per alcune sostanze
l'esposizione ad alti livelli di concentrazione per tempi brevi è meno pericoloso di
esposizioni a lungo termine ma a più basse concentrazioni.
Smog estivo: è causato da un eccesso di ozono prodotto a livello di troposfera (fascia
dell’atmosfera a contatto con la superficie terrestre). Questo ozono è considerato maligno
perché è corrosivo e capace di distruggere qualunque materiale, è pericoloso anche per
l’uomo, gli animali e le piante. Lo smog estivo si presenta solo in alcune stagioni dell’anno
ed è dovuto a complesse reazioni che avvengono per la presenza contemporanea di
idrocarburi, di NOx e di luce solare nell’atmosfera.
La produzione sostenibile riguarda: il versante dell’offerta e studia il miglioramento delle
performance ambientali, come l’agricoltura, l’energia, l’industria, il turismo e i trasporti
Il consumo sostenibile riguarda: il versante della domanda e studia come prodotti e
servizi necessari per soddisfare i bisogni primari e migliorare la qualità della vita
Il consumo sostenibile implica che: i consumi delle generazioni presenti e future,
migliorino in qualità.
Quali sono le tre conseguenze principali, in ambito di Produzione e Consumo
sostenibile in termini sociali/ambientali, che derivano dalla produzione e dall’utilizzo
di prodotti e servizi?
• Deterioramento degli ecosistemi
• Impatti sulla salute umana, molte sostanze tossiche, come i metalli pesanti e le sostanze
cancerogene, causano danni agli esseri umani
• Riduzione di materie prime, risorse e spazi fisici
LCA (life cycle thinking): Si utilizza come supporto alle decisioni delle grandi aziende
statunitensi, dall’Epa e dai produttori di bottiglie inglese. L’obbiettivo era la
caratterizzazione del ciclo di vita di alcuni prodotti impiegati in importanti produzioni
industriali. Lo scopo era confrontare diversi materiali, usati per le stesse applicazioni, il
confronto veniva fatto da un punto di vista ambientale, si cercava di usare materiali diversi
per diverse funzioni d’uso, ovvero ci si pone la domanda: quale materiale e quale strategia
di impiego a fine vita di un prodotto è ecologicamente migliore? (es.i contenitori di
bevande)

Cos’è la politica integrata di prodotto (IPP)? un approccio sistemico alle politiche
ambientali dei prodotti nel contesto dell’intero ciclo di vita.

Cos’è l’LCA secondo SETAC? È un procedimento che valuta i carichi energetici e
ambientali relativi ad un processo o un’attività, effettuato attraverso l’identificazione
dell’energia e dei materiali usati e dei rifiuti rilasciati nell’ambiente.

Cos’è l’LCA secondo le norme ISO? Una compilazione e valutazione attraverso tutto il
ciclo di vita dei flussi in entrata e in uscita, nonché i potenziali impatti ambientali di un
sistema di prodotto
Opzioni possibili per i materiali nell'End of Life:
• Riuso; • Riciclo; • Recupero energetico
Le nuove professioni verdi:

• Informatico ambientale (è il più ricercato e riguarda la gestione dei servizi legati al


consumo energetico)

• Economista ambientale (per assecondare la natura del territorio e sviluppare tale


business in armonia con esso)

• Meccanico industriale green (certificatore per il collaudo, la verifica secondo le norme


ambientali dei sistemi installati)

• Tecnico meccatronico (sviluppo di motorizzazioni più efficienti come quelle elettriche per
il miglioramento ambientale)

• Esperto di acquisti verdi (acquista i materiali per la lavorazione salvaguardando


l’ambiente)
• Promotore edile di materiali sostenibili (svolge consulenza e supporto tecnico per
garantire un corretto uso di materiali edili naturali)
• Esperto economico finanziario di interventi energetici (interventi per fonti rinnovabili,
efficientemente energetico)

• Energy manager 2.0 (aggiornare processi e tecnologie)


• Agricoltore bio (gestione d’impresa agricola)
• Programmatore agricolo della filiera corta (pianificazione e programmazione dei processi
produttivi secondo le esigenze locali)
• Disegnatore industriale per la sostenibilità e l’efficienza (dice quali sono i materiali da
usare, la loro sicurezza e l’utilità per l’utente finale)
• Comunicatore ambientale (capacità di tradurre le innovazioni sostenibili dei prodotti e
processi)

• Esperto del restauro urbano storico


• Esperto della borsa dei rifiuti dell’edilizia
Blue economy: è un modello rigenerativo che si basa sullo studio dei percorsi evolutivi
degli ecosistemi cercando di mimarli. Paoli è stato il fondatore di Zeri (zero emission
research and initiatives), una rete internazionale di 3000 tecnologi ed economisti, che
intendono sviluppare nuovi processi produttivi, in cui gli scarti di un processo possono
essere utilizzati come materie prime per un altro in modo da ridurre gli scarti da eliminare
in modo improduttivo e dannoso per l’ambiente. L’obiettivo è 0 incidenti, 0 sprechi, 0
emissioni.


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