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L’energia nucleare

Per Energia nucleare si intendono tutti quei fenomeni a partire dai quali avviene una
produzione di energia a seguito di specifiche trasformazioni dei nuclei atomici. L'intuizione
che l'atomo potesse rappresentare una fonte energetica l'abbiamo all'inizio del XX secolo
grazie a Albert Einstein che, nel 1905, pose le basi per la teoria della relatività.La ricerca
sull'atomo, in più di un secolo di studi, è progredita in modo talmente spedito che oggi, su
tutto il pianeta, sono molte le centrali nucleari che producono energia per soddisfare le più
svariate richieste energetiche.
Le modalità di produzione di energia si ritrovano nella fusione (unione) di nuclei leggeri o
dalla fissione (rottura) di un nucleo atomico pesante.Ad oggi, però, non esistono centrali
nucleari in grado di utilizzare la fusione come modalità sicura ed affidabile per la
produzione di energia. Si tratta, infatti, di un procedimento instabile e soprattutto in grado
di produrre enormi quantitativi di energia il cui effetto può essere decisamente
catastrofico.
La fissione, invece, è la modalità di produzione energetica che viene attualmente utilizzata
e destinata all'uso umano e industriale. In particolare si tratta di metodologie che, partendo
dagli atomi di uranio e plutonio, vengono portate avanti da circa 50 anni.
La storia della fissione nucleare è, però, recente: i primi risultati pratici si devono ad un
illustre fisico italiano.Fu Enrico Fermi che, per la prima volta nel 1934, bombardò l’uranio
con alcuni neutroni, arrivando così a creare un nuovo tipo di energia. Una scoperta, oltre a
conferirgli il premio Nobel, fu anche il punto di partenza di diverse sperimentazioni che
presero il via poi in tutto il mondo.In termini di storia delle centrali nucleari, i primi veri
risultati in termini di utilizzo di energia si ebbero nel 1954, quando la centrale di Obninsk
divenne il primo impianto in grado di generare elettricità. Tuttavia la prima vera e propria
centrale atomica entrò in funzione solo due anni dopo, nel 1956 a Sellafield in Inghilterra.
Un grande problema dell’energia nucleare è quello dello smaltimento delle scorie
radioattive, derivanti dalla lavorazione degli atomi di uranio. Questi scarti, infatti,
conservano un alto grado di radioattività purtroppo che si smaltisce in tempi lunghissimi.
Attualmente non esistono metodi per distruggerli e, conseguentemente, il loro smaltimento
deve avvenire tramite stoccaggio in luoghi deputati ad accoglierli per milioni di anni, senza
che entrino in contatto con l'attività umana.
L’uso del nucleare
L’utilizzo pacifico dell’energia nucleare è iniziato a metà degli anni ‘50. Nel 1953 l’allora
presidente americano Eisenhower nel suo discorso inaugurale all’Assemblea delle Nazioni
Unite delineò la sua visione riguardo all’utilizzo pacifico dell’energia nucleare. Nel 1957 fu
istituita l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) e la Svizzera fu un membro
fondatore.
Dagli anni ’70 fino all’inizio degli anni ’80 in Svizzera e nel resto dell’Europa occidentale
l’energia atomica diventò sempre più utilizzata. Nel contempo il movimento anti-nucleare
acquisì sempre più importanza soprattutto in seguito agli incidenti di Three Mile Island nel
1979 e di Černobyl nel 1986.
L'incidente al reattore nella centrale nucleare giapponese di Fukushima nel marzo 2011,
causato da un terremoto seguito da uno tsunami, ha scatenato in molti Paesi accese
discussioni sullo sfruttamento dell'energia nucleare. Oltre alla Svizzera, anche la Germania
ha deciso, in seguito a quanto accaduto in Giappone, di abbandonare l'energia nucleare. La
Spagna e il Belgio intendono abbandonare l’energia nucleare entro il 2030; la Svizzera
continua a impegnarsi a favore di un elevato standard di sicurezza nazionale e
internazionale al fine di mantenere le competenze tecniche in materia nucleare atte a
giudicare la situazione e a reagire di conseguenza.
Attualmente sono la Francia, la Slovacchia e il Belgio a puntare maggiormente sull'energia
nucleare: il 70 per cento dell’energia elettrica prodotta in Francia è di origine nucleare e in
Slovacchia e in Belgio supera di poco la metà della produzione nazionale.
Le armi nucleari
Nell'ambito delle armi nucleari, la capostipite è la «bomba atomica»,seguita dalla «bomba
all'idrogeno».Quanto alle parti che le compongono, distinguiamo la «testata», cioè la carica
che esplode, dal «vettore» che è il veicolo (aereo, missile) che la trasporta. La bomba
atomica sfrutta il fenomeno della «fissione» nucleare:: il nucleo di certi atomi pesanti,
autonomamente o perchè bombardato con un neutrone, si spacca in due parti e libera un
certo numero di neutroni.Questi neutroni possono produrre nuove fissioni di altri nuclei,
se il materiale che circonda il primo nucleo è sufficientemente denso ed esteso.
In questo caso si produce una reazione a catena nella quale si liberano grandi quantità di
energia.
Il 6 agosto del ‘45 venne lanciata la prima bomba atomica sulla città di Hiroshima, in
Giappone, uccidendo all’istante circa 70.000 persone, e radendo al suolo un’area urbana di
11,4 km quadrati.
La bomba all'idrogeno si basa invece su un processo nucleare opposto a quello dell'atomica:
la «fusione». Nuclei leggeri si fondono in modo da formare un nucleo più pesante di elio e
liberano energia a causa della maggiore stabilità del nucleo prodotto. Per ottenere la
temperatura necessaria alla fusione dei nuclei leggeri è necessario un innesco costituito da
una «piccola» bomba a fissione. La quantità di energia liberata è, a parità di peso di
esplosivo, circa dieci milioni di volte maggiore di quella degli esplosivi convenzionali.
Gli effetti di una bomba nucleare (atomica o all'idrogeno) sono tre:
1) Effetto meccanico: l'energia prodotta dalla fissione o dalla fusione genera innanzitutto
un'onda di pressione, uno spostamento d'aria che abbatte tutto ciò che ostacola il suo
cammino nel raggio di chilometri.
2) Effetto termico: all'onda d'urto segue un'onda di calore. La temperatura nel punto di
scoppio è di alcune decine di milioni di gradi centigradi. E' la temperatura che raggiunge la
materia all'interno del Sole, in grado di «sublimare», ossia di trasformare in gas ionizzato,
qualunque oggetto.
3) Effetto radioattivo: quest'ultimo è anche il più spaventoso. In parole semplici possiamo
dire che le radiazioni danneggiano gli oggetti e gli esseri viventi che ne sono colpiti,
sottoponendoli a trasformazioni strutturali più o meno rapide.

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