ambito tecnologico e digitale, che sono in atto a partire dagli ultimi decenni del secolo
rivoluzione investe inevitabilmente anche il mondo della scuola. Dopo anni di totale
sostanziali e, alle porte del nuovo millennio, si compie uno sforzo importante per
dalla riforma del Titolo V della Costituzione che introduce il concetto di “autonomia”.
Di qui sono necessarie però alcune riflessioni in merito agli sviluppi futuri:
indubbiamente il passaggio dalla “scuola del programma” alla “scuola del curricolo”,
delle tappe fondamentali per mettere la scuola a servizio dei futuri “cittadini del
mondo”; tuttavia molti passi restano ancora da compiere per poter assicurare a tutti gli
cittadinanza.
Se, ad oggi, abbiamo individuato gli strumenti necessari per mettere in atto processi di
apprendimento basati su conoscenze e competenze utili per vivere nel Pianeta del
1
DALLA SCUOLA DEL PROGRAMMA ALLA SCUOLA DEL CURRICOLO
La scuola italiana si è caratterizzata negli anni del secolo scorso per una didattica
molto lenta e settoriale: nella scuola dell’infanzia i primi Orientamenti delle attività
educative del 1969 sono stati aggiornati solo nel 1991; nella scuola primaria i
programmi didattici del 1955 sono stati sostituiti 30 anni dopo, nel 1985; nella scuola
secondaria di I grado i programmi del 1963 sono stati modificati nel 1979. Queste
revisioni sono rimaste poi in vigore fino alle porte del nuovo millennio, con l’avvio
dell’autonomia scolastica (Legge 59/1997, art. 21), la riforma dei cicli e delle
nazionali del 2004 e la più recente riforma della Buona Scuola (Legge 107/2015).
abbiano richiesto tempi lunghi e si siano scontrati con un immobilismo generale del
cambiano anche i bisogni educativi degli alunni, che necessitano sempre più di disporre
non solo di solide basi culturali, ma soprattutto di strumenti che permettano loro di
È anche per questo motivo che le Indicazioni nazionali non siano state emanate quali
dei bisogni di sviluppo degli alunni, delle aspettative della società, delle risorse
2
I programmi nazionali fortemente ancorati ai contenuti vengono dunque sostituiti con il
Piano dell’Offerta Formativa che – come affermato nel DPR 275/1999 – rappresenta “il
Il cuore didattico del Piano dell’Offerta Formativa (POF) è il curricolo, che viene
predisposto dalla comunità professionale nel rispetto degli orientamenti e dei vincoli
e di orientamento personale.
Grazie a questa nuova prospettiva basata sulla flessibilità e sulla libera implementazione
del ribattezzato Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), seppur secondo alcuni
criteri stabiliti a livello nazionale tramite le Indicazioni, «fare scuola» oggi significa
territoriale. Non solo, «fare scuola» oggi significa anche “mettere in relazione la
irrinunciabili perché sono le fondamenta per l’uso consapevole del sapere diffuso e
1
DPR n. 275 dell’8 maggio 1999, Capo II, art. 3, comma 1.
2
Lawrence Stenhouse, Dalla scuola del programma alla scuola del curricolo, Armando Editore, 1991, p.
18
3
perché rendono precocemente effettiva ogni possibilità di apprendimento nel corso
della vita.”3
Per questo risulta fondamentare che ogni istituto stili un PTOF che contenga le sue linee
continuo.
In base ai princìpi dell’autonomia scolastica, la stesura del PTOF da parte delle scuole
economico nel quale l’istituto risulta inserito, coerentemente con gli obiettivi generali
ed educativi dei vari indirizzi di studio. Per questo, fondamentale è l’apporto degli
necessità.
Il PTOF viene elaborato dal collegio dei docenti “sulla base degli indirizzi generali per
3
Annali della Pubblica Istruzione, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del
primo ciclo d’istruzione, Le Monnier, numero speciale 2012, p. 8.
4
La scuola dell’autonomia, Disposizioni legislative ed amministrative, a cura di Luisa Preden e
Sebastian Amelio, Editrice La Scuola, 2008, pp. 30-31.
4
dal consiglio di circolo o di istituto, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati
dagli organismi e dalle associazioni anche di fatto dei genitori e, per le scuole
istituto.”5
“Il Piano dell'offerta formativa è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie
all'atto dell'iscrizione.”6
rispetto delle finalità, dei traguardi per lo sviluppo delle competenze, degli obiettivi di
Il curricolo è costituito da una quota definita a livello nazionale e una quota riservata ai
singoli istituti che comprende le attività e le discipline scelte dagli stessi. Interessante
notare come questa commistione tra l’apporto nazionale e quello definito dalle singole
Inoltre, “la determinazione del curricolo tiene conto delle diverse esigenze formative
5
DPR n. 275 dell’8 maggio 1999, Capo II, art. 3, comma 3.
6
DPR n. 275 dell’8 maggio 1999, Capo II, art. 3, comma 5.
7
La scuola dell’autonomia, Disposizioni legislative ed amministrative, a cura di Luisa Preden e
Sebastian Amelio, Editrice La Scuola, 2008, p. 19.
5
continuità e di orientamento, delle esigenze e delle attese espresse dalle famiglie, dagli
indicazione del Consiglio di Istituto, del Collegio docenti, delle famiglie e degli stessi
non intende fare tabula rasa del patrimonio maturato negli ultimi quindici anni, anzi ne
fa tesoro “per costruire con nuovi strumenti un’identità che possa costituire
LE COMPETENZE CHIAVE
Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per
l’apprendimento permanente”:
“Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo
8
DPR n. 275 dell’8 maggio 1999, Capo III, art. 8, comma 4.
9
MIUR, Orientamenti per l’elaborazione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa,
http://www.istruzione.it/allegati/2015/orientamento_piano_triennale_offerta_formativa.pdf, p. 2.
10
Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio
del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente (2006/962/CE),
http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32006H0962&from=IT, p. 4.
6
occasioni di apprendimento e nell’ottica di aggiornare e integrare le competenze
4) competenza digitale;
5) imparare a imparare;
Le otto competenze sono tutte ugualmente importanti e non sono da intendere in modo
capacità di problem solving e di gestione del rischio e l’abilità nel prendere decisioni
ponderate.
qualità a tutti gli studenti che possa renderli capaci di affrontare processi di
apprendimento futuri. Il dinamismo che interessa tutti gli ambiti della nostra esistenza ci
11
Ibid.
7
CRESCERE IN OTTICA DI APPRENDIMENTO PERMANENTE
Una delle sfide educative più importanti consta nell’insegnare agli alunni il “saper stare
al mondo”. Per questo la scuola non è più solo chiamata ad assolvere una funzione di
senso più ampio del termine, dove la figura del docente assume un ruolo chiave di
educatore.
irrinunciabili perché sono le fondamenta per l’uso consapevole del sapere diffuso e
della vita.”12
Per questi motivi, le competenze chiave rappresentano la pietra angolare sul quale
12
Annali della Pubblica Istruzione, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del
primo ciclo d’istruzione, Le Monnier, numero speciale 2012, p. 8.
8
CONCLUSIONI
Se quindi a livello teorico abbiamo posto i pilastri per l’edificazione della società del
saldi del nuovo modo di «fare scuola», ancora molti passi sono da compiere
completare il passaggio dalla “scuola del programma” alla “scuola del curricolo”.
nozionismi senza fornire un risvolto pratico e attuale del sapere, troppo spesso si assiste
Occorre dunque un impegno collettivo e costante per mettere in atto soluzioni e “buone
pratiche” incentrate sui cardini dell’autonomia e delle competenze necessarie agli alunni