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LEZ 4

Tratta della dimensione diatopica. Essa determina l’italiano regionale. Una caratteristica
interessante della variazione diatopica è che è molto estesa cioè possiamo trovarla a diversi livelli
diafasici cioè caratteristiche e tratti regionali della varietà di origine si possono trovare anche ad un
livello colto (dunque non si deve associare l’italiano regionale ad un italiano popolare o di uso
volgare). È la lingua che di fatto usiamo, è molto vicina al neostandard ma non si confonde con
esso perché è da quando andiamo a scuola che iniziamo ad apprendere la variante neostandard.
L’italiano regionale è caratterizzato da una base regionale però e comunque un italiano che può
essere usato ad un livello alto. L’italiano regionale si caratterizza come una interlingua perché è
ancora prevalente la doppia forza di interferenza da un lato da parte del cosiddetto dialetto e
dall'altro dall’italiano standard. Fra questi due grossi poli si colloca appunto l’italiano regionale che
si caratterizza come una varietà di apprendimento di parlanti che hanno come madrelingua il
dialetto e che trasferiscono nell'italiano i tratti morofintattici, fonetici e prosodici della loro lingua
materna che è appunto il dialetto. Però essi allo stesso tempo sono costretti a scuola ad assorbire i
tratti linguistici dell’Italiano. Il livello di interlingua (di interferenza) dell'italiano e del dialetto è
abbastanza bilanciato perché ci sono parti di dialetto che entrano nell'italiano e viceversa. Un
aspetto del dialetto che influenza l'italiano e non viceversa è la fonetica e un aspetto dell’italiano
che tende ad influenzare il dialetto è la morfologia.
La varietà e le variabilità dell’italiano regionale sono molto alte. Qui troviamo i concetti di
convergenza e di divergenza. L’italiano regionale si può porre in due modi rispetto all’italiano
standard: o cerca di convergere verso l’Italiano e quindi si parla di un italiano regionale colto
oppure abbiamo un fenomeno di divergenza che si attesta soprattutto ad un livello popolare (è un
italiano regionale che tende ad allontanarsi parecchio dall'italiano standard.
Come abbiamo visto dalle isoglosse, abbiamo individuato delle aree linguistiche che possiamo
chiamare macro aree dialettali  distinguiamo un italiano regionale settentrionale, italiano
regionale centrale, italiano regionale meridionale ed italiano regionale meridionale estremo.
A livello fonetico:
Italiano regionale settentrionale = sonorizzazione della S intervocalica casa vs caza  è sempre
sonora
Italiano regionale centrale = riduzione del dittongo wo nuovo vs novo e gorgia kasa vs hasa
Italiano regionale meridionale = desonorizzazione della sibilante intervocalica vizo vs viso --> è
sempre sorda
Italiano regionale meridionale estremo = apertura delle vocali toniche centrali pere vs pėra
A livello morfosintattico:
La parlata regionale è contraddistinta dalla scelta dell'ausiliare. Nell'italiano standard si usano
essenzialmente due ausiliari (avere ed essere) ma in alcune parlate del centro sud si trova anche
stare (sto stanco invece di sono stanco).
Tratti morfosintattici:
Italiano regionale settentrionale: antroponimi personali femminili preceduti da articolo
determinato La Paola
Italiano regionale centro meridionale: verbi pronominali intensivi mi sono ascoltato una canzone

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