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Terenzi Mattia III F

Isolamento e solitudine
La pandemia in corso sembra aver mutato i comportamenti e le relazioni interpersonali. Perse le
vecchie abitudini relative al dialogo, al confronto e all’incontro tra individui diversi, si riflette sugli
effetti, positivi o negativi che siano, di questo cambiamento di abitudini e del relativo
distanziamento e isolamento che ne sono conseguiti. Socrate, al fine di comprendere tali effetti
sulla società, si rivolge a Francesco Alberoni, sociologo e rettore emiliano.

SOCRATE: “In questo periodo ho sentito tanto parlare di lei professore, in particolar modo per
quanto riguarda i suoi studi relativi al comportamento della società e al mutamento, seppur forzato,
delle proprie abitudini. Ho ragione di credere che lei sia uno dei migliori osservatori del
comportamento degli individui, e che dunque io possa rivolgermi a lei al fine di ottenere dei
chiarimenti a riguardo. Per questo io le rivolgo la seguente domanda: questo isolamento, dato dalla
circolazione del Covid-19, ha portato benefici nel vivere quotidiano della società alla quale
apparteniamo noi stessi? O ha causato l’effetto contrario, ossia un danneggiamento al vivere
quotidiano delle persone? Qual è la sua opinione a riguardo?”

ALBERONI: “Sono molto felice, Socrate, di trovarmi a colloquio con te riguardo tale argomento
così complesso; ebbene, ora darò una risposta alla tua domanda: sono fermamente convinto che
questa pandemia, e il conseguente isolamento che essa ha portato, abbia giovato molto per quanto
riguarda la salute fisica e mentale delle persone”.

SOCRATE: “Così dunque, secondo quanto da lei affermato, il totale isolamento di ogni individuo
e la mancanza di vita sociale ha contribuito al miglioramento della qualità della loro vita? È questo
ciò che intende?”

ALBERONI: “Esatto Socrate, è proprio ciò che ti ho affermato in precedenza”.

SOCRATE: “Dunque, saprà sicuramente rispondere ad un'altra mia curiosità: in che modo questo
isolamento ha portato benefici nella società?”

ALBERONI: “Sarò felice di risponderti, poiché ho la convinzione che tale isolamento abbia
contribuito ad un rafforzamento dei rapporti familiari, in quanto le famiglie hanno avuto modo di
passare molto più tempo assieme, non potendo vivere le loro giornate come al solito”.

SOCRATE: “Dunque secondo lei professore, il miglioramento e lo sviluppo sociale si basa solo ed
esclusivamente sul quantitativo di tempo che una famiglia riesce a passare assieme?”
ALBERONI: “Esatto Socrate, è ciò che ho osservato e che ritengo sia corretto”.

SOCRATE: “Allora lasci che le ponga un’altra domanda: se è vero ciò che lei afferma, quale
posizione sociale dovremmo attribuire a quegli individui che, per un motivo o per l’altro, sono
rimaste senza un gruppo famigliare con cui condividere questa nuova situazione?”

ALBERONI: “Socrate, sostengo che anche tali persone abbiano una posizione rilevante, per il
semplice fatto che questi individui che hai preso in considerazione, seppur lontane dai loro
familiari, hanno comunque la possibilità di contattarli, così come i propri amici e conoscenti, in
modo da poter mantenere i propri rapporti sociali”.

SOCRATE: “Dunque secondo lei, i rapporti sociali che si costruiscono mediante l’uso di
tecnologie sono gli stessi rispetto a quelli costruiti con incontri reali? È consapevole che, a causa di
tale pandemia, non è possibile organizzare incontri reali, e che tecnologie costituiscono l’unica
forma comunicativa utilizzabile?”

ALBERONI: “Certamente Socrate, sono perfettamente a conoscenza della situazione e delle regole
da seguire al fine di contenere e arginare questa pandemia. E sostengo favorevolmente ciò che lei
mi ha domandato, per il semplice fatto che le tecnologie, nella nostra società, hanno assunto un
ruolo preponderante: ormai gran parte della popolazione mondiale ha accesso alla rete Internet e ai
canali di comunicazione, e questo ne deriva, soprattutto in tale periodo, una completa sostituzione
dei rapporti reali con quelli virtuali”.

SOCRATE: “Dunque secondo lei, i rapporti virtuali, creati mediante l’uso di tecnologie, sono
facilmente sostituibili ai rapporti creati di persona? Ho inteso bene?”

ALBERONI: “Hai inteso bene Socrate, non sbagli, ho affermato proprio questo”.

SOCRATE: “Ma questo utilizzo costante delle tecnologie al fine di comunicare con altre persone
non porta alla falsificazione del proprio essere?”

ALBERONI: “Le persone non nascondono quello che sono in realtà, dunque sostengo che tale
rischio non possa neanche essere preso in considerazione”.

SOCRATE: “Allora, se è vero ciò che ha affermato, perché viene divisa la realtà virtuale da quella
reale? Perché tali due realtà vengono considerate così diverse fra di loro?”

ALBERONI: “Non possono essere la stessa cosa, in quanto nella realtà virtuale non si comunica
con un’entità reale, bensì un’entità astratta”
SOCRATE: “Dunque, secondo quanto lei mi ha appena affermato, la tecnologia non può ricreare
entità, né tantomeno rapporti reali. È ciò che ho compreso?”

ALBERONI: “Esatto Socrate, è corretto ciò che comprendi”

SOCRATE: “Dunque, se è vero ciò che ho compreso, i rapporti con i propri familiari, amici e
conoscenti, in tale periodo pandemico, non possono essere costruiti con le tecnologie come se
fossero rapporti reali, giusto?”

ALBERONI: “…esatto Socrate, è corretto ciò che dici”.

SOCRATE: “Dunque, se anche quest’ultimo concetto che ho appreso è vero, dunque, in tale
periodo pandemico, durante il quale i rapporti sociali reali non possono essere stati coltivati, né
tantomeno possono essere stati sostituiti con i rapporti virtuali, l’isolamento ha rappresentato un
danno alla società alla quale apparteniamo, è giusto ciò che dico?”

ALBERONI: “…Socrate, non posso far altro che dar ragione alle tue parole”.

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