Sei sulla pagina 1di 15

CERVELLO

Il cervello costituisce la porzione superiore dell’encefalo


ed è quella di gran lunga più voluminosa. Esso occupa la
maggior parte della cavità del cranio, essendo la sua
faccia superiore in rapporto con l’intera volta cranica e
quella inferiore in rapporto con le fosse endocraniche
anteriore, media e con il tentorio del cervelletto della
dura madre. Ha forma ovoide ad asse maggiore antero-
posteriore, con l’estremità posteriore più espansa di
quella anteriore. Il suo diametro antero-posteriore è di
circa di 17 cm nell’uomo e 16 cm nella donna. Quello
trasversale di 14 cm nell’uomo e 13 cm nella donna.
Diametro verticale 13 cm nell’uomo e 12,5 cm nella
donna. Il peso è di circa 1154 gr nell’uomo e di 1016 gr
nella donna.
Il cervello risulta costituito dal diencefalo e dal
telencefalo. Il telencefalo consta dei due emisferi
cerebrali e rappresenta la parte di gran lunga
preminente sulla superficie esterna del cervello. Il
diencefalo sporge sulla faccia inferiore del cervello, nella
zona interposta tra i due emisferi cerebrali.

Diencefalo
Il diencefalo è in gran parte nascosto dal telencefalo,
solo alcune sue parti affiorano sulla faccia inferiore del
cervello nella zona mediana: i corpi mammillari, il
tuber cinereum con l’ipofisi, il chiasma ottico con i
nervi ed i tratti ottici e la lamina terminale.
I corpi mammillari sono due rilievi biancastri di forma
emisferica, uno per lato della linea mediana.
Il tuber cinereum è una lamina grigia compresa tra i
corpi mammillari e l’infundibolo, il quale
(l’infundibolo) è congiunto mediante il peduncolo
ipofisario con l’ipofisi. L’ipofisi è un organo impari e
mediano, che è accolto nella sella turcica dello
sfenoide, consta di due parti nettamente distinte per
origine, per struttura e per funzione. Ossia, una parte
posteriore, più piccola e di colore più chiaro, la neuroipofisi e di una parte anteriore, più grande e di colore
più scuro, che è l’adenoipofisi.
Il chiasma ottico è una lamina bianca dove nei suoi due angoli anteriori riceve il nervo ottico (II° nervo
cranico) e dai due angoli posteriori si diparte il tratto ottico, il quale raggiunge il corpo genicolato laterale.
La lamina terminale* è una sottile lamella grigia che si porta verso l’alto per unirsi al corpo calloso.

Encefalo Pagina 1
*contiene l’organo vascoloso e quindi collabora per un ottimale regolazione del bilancio idrico.
Le altre parti che compongono il diencefalo sono nascoste entro gli emisferi cerebrali, distribuite attorno
alla cavità del terzo ventricolo. Nell’immagine sopra il III° ventricolo è aperto e si nota un solco grosso modo
orizzontale: è il solco ipotalamico del Monroe (circonvoluzione paraterminale). Al di sotto di tale solco una
superficie grigia triangolare ad apice inferiore prende forma: è l’ipotalamo. Al di sopra del solco si osserva il
talamo. In posizione alta posteriore si vedono le formazioni dell’epitalamo.

Ipotalamo
È la parte inferiore del diencefalo, situato al di
sotto del talamo. Osservato in sezione frontale
l’ipotalamo presenta due parti:
1. l’ipotalamo periventricolare lamina grigia
che è direttamente in rapporto con il III°
ventricolo;
2. il subtalamo, un compleso di nuclei di
sostanza grigia che si estende al di sotto del
talamo, di lato all’ipotalamo
periventricolare.

Ipotalamo periventricolare. È una lamina di sostanza grigia: sostanza grigia centrale, che rappresenta la
prosecuzione di quella che circonda l’acquedotto cerebrale del Silvio.
Nell’ipotalamo periventricolare si distinguono
numerosi nuclei distribuiti nella parte profonda (vicino
alla cavità del III° ventricolo), nella parte intermedia e
nella parte superficiale.
Queste tre parti contengono moltissimi nuclei che
ricevono input da parecchie zone dell’encefalo che in
parte vengono smistate verso il tronco cerebrale (vi
ricordo il fascicolo longitudinale dorsale dello Schütz)
ed in parte entrano nella costituzione anatomica delle
relazione con l’ipofisi e da qui con tutti i sistemi degli assi endocrini. Le connessioni dell’ipotalamo
periventricolare pertanto sono Afferenti, quindi provenienti dai lobi frontale e temporale, dal talamo e dal
globus pallidus. Sono particolarmente da ricordare: 1) dai sistemi di fibre olfattive (fornice, setto pellucido,
amigdala); 2) sistema ascendente viscerale (proviene dai nuclei del fascicolo solitario e dall’ala cinerea); 3)
fascicoli reticolari ascendenti (catene multisinaptiche che salgono dal midollo spinale e dal tronco
encefalico). I principali sistemi Efferenti dell’ipotalamo periventricolare sono: 1) il fascicolo longitudinale
dello Schütz che scende attraverso il mesencefalo, ponte e bulbo e “sinapsa” con i nuclei visceroeffettori del
III° nervo cranico (nucleo di Edinger e Westphal), del nervo faciale (nucleo salivatorio superiore e
lacrimatorio dello Yagita), del nervo glosso-faringeo (nucleo salivatorio inferiore) e del nervo vago (nucleo
motore dorsale del vago). Il fascicolo dello Schütz, inoltre, si reca nei nuclei somatomotori del nervo
trigemino, del nervo faciale, dei nervi glosso-faringeo e vago (nucleo ambiguo) e del nervo ipoglosso,
nonché alla formazione reticolare; 2) il fascio mammillo-talamico del Vicq d’Azyr; 3) i fasci ipotalamo-
talamici; 4) i fascicoli ipotalamo-tegmentali che vanno alla formazione reticolare e da qui al midollo spinale;
5) il fascio ipotalamo-ipofisario che dai nuclei sopraottico e paraventricolare entrano nel peduncolo
ipofisario si porta alla neuroipofisi.

Encefalo Pagina 2
Quindi, proprio per le sue connessioni l’ipotalamo periventricolare è un centro d’integrazione delle funzioni
viscerali. Domanda…
… è possibile che disfunzioni osteopatiche viscerali possano alterare i ritmi circadiani endocrini?
Fra cinque minuti la risposta.
L’ipotalamo periventricolare riceve impulsi olfattivi, gustativi, stimoli viscerali e somatici di diversa
provenienza; scarica poi mediante il fascicolo longitudinale dello Schütz, impulsi nervosi sui nuclei
visceroeffettori e somatomotori del tronco cerebrale, stimolando la secrezione salivare, gastrointestinale e
la peristalsi e soprattutto mettendo in azione i muscoli masticatori e quelli della deglutizione. Tramite i
fascicoli ipotalamo-tegmentali (formazione reticolare) l’ipotalamo controlla la temperatura corporea,
provocando vasodilatazione che protegge dal caldo e vasocostrizione che difende dal freddo. A causa delle
sue afferenze dalla corteccia cerebrale (vedi sopra) interviene ampiamente nelle espressioni emotive,
determinando modificazioni del ritmo cardiaco, della pressione sanguigna e della peristalsi del tubo
gastrointestinale, provocando inoltre midriasi (apertura pupilla), rossore e pallore del viso, sudorazione.
L’ipotalamo periventricolare funge anche da “centro del bere”, regolando l’appetito e la ricerca
discriminata degli alimenti. Interviene poi nel determinare il sonno e la veglia. Influenza il comportamento
sessuale. “Infine”, oltre alle sue connessioni nervose, esercita le proprie azioni mediante gli ormoni
elaborati da alcuni suoi neuroni, così mediante la vasopressina favorisce l’assorbimento dell’acqua da parte
del rene e stimola la contrazione della muscolatura liscia delle arteriole, provocando un aumento della
pressione sanguigna; e tramite l’ossitocina, causa contrazione della muscolatura liscia dell’utero durante il
parto ed agisce sulla muscolatura liscia degli organi in genere. Quindi la risposta?

Il subtalamo situato lateralmente all’ipotalamo


periventricolare diretta prosecuzione verso
l’alto della callotta del mesencefalo, della quale
accoglie le estremità superiori della sostanza
nera del Sömmering (confr. pag 33), del nucleo
rosso (confr. pag 35) e della formazione
reticolare del mesencefalo. Sotto al talamo vi è il
nucleo ipotalamico del Luys e la zona incerta
(confr. pag 25). Questi due nuclei sono motori e
appartengono alle vie extrapiramidali. Il nucleo
del Luys riceve fibre dalla corteccia cerebrale dell’area
motrice secondaria (o area 6) tramite l’interposizione
del corpo striato (nucleo caudato e putamen) e del
globus pallidus. Esso dà luogo a sistemi di fibre che
ritornano al globus pallidus e alla formazione reticolare
mesencefalica.
La zona incerta, oltre che dalle aree motrici della
corteccia cerebrale riceve fibre dal globus pallidus. Da
qui parte il fascio centrale della callotta (già visto con il
nucleo olivare inferiore pag. 25) verso il nucelo olivare
inferiore o direttamente oppure tramite interposizione
della formazione reticolare del mesencefalo (ricordo
che la formazione reticolare del mesencefalo e del

Encefalo Pagina 3
ponte hanno azione facilitatrice sui motoneuroni del midollo spinale e lo stesso dicasi per i neuroni
pregangliari).
Anche il nucleo del campo del Forel cede fibre alla formazione reticolare del mesencefalo dopo aver
ricevuto fasci dal globus pallidus e putamen.
Il globus pallidus. Nucleo motore
diencefalico pertinente al sistema
extrapiramidale. Voluminoso nucleo a
forma triangolare ed insieme al
putamen forma il nucleo lenticolare. È
connesso con la corteccia cerebrale
dell’area 6 oltre che direttamente,
soprattutto tramite i sistemi che gli
arrivano dal corpo striato (l’unione di
putamen e nucleo caudato).
Il globus pallidus dà origine innanzitutto alle fibre
pallido-nigre (confr. pag 33) e alle fibre pallido-
rubre (confr. pag 35). Altri sistemi efferenti sono
quelli con gli altri nuclei subtalamici (al nucleo del
campo del Forel, alla zona incerta e al nucleo del
Luys), fasci verso il talamo (fascicolo talamico) ed
anche all’ipotalamo periventricolare (fascicolo
pallido-ipotalamico).

Talamo
Il talamo ha forma ovoide, misura 4 cm in lunghezza, 2 cm in altezza e 1,5 cm in larghezza. È
fondamentalmente costituito da sostanza grigia, la quale è organizzata in numerosi nuclei: i nuclei talamici.
I nuclei talamici. La lamina midollare interna suddivide i nuclei talamici in tre grandi gruppi: i nuclei anteriori
che sono compresi fra le due lamine della biforcazione anteriore della lamina midollare interna; i nuclei
laterali che sono posti lateralmente alla lamina midollare interna e che sono a loro volto distinti in nuclei
ventrali e nuclei dorsali; i nuclei mediali che sono situati medialmente alla lamina midollare. Dal punto di
vista funzionale, i nuclei talamici sono da distinguersi in nuclei
specifici e nuclei non specifici.
Quelli specifici del talamo proiettano le loro fibre efferenti
ciascuno ad un preciso territorio della corteccia cerebrale del
telencefalo; comprendono i nuclei intercalati sulle vie sensitive,
nei quali le vie sensitive stesse subiscono interruzione per
proseguire poi con i loro ultimi tratti verso la corteccia cerebrale.
Questi nuclei sono collegati in doppio senso; pertanto ciascun
nucleo, oltre ad emettere le fibre talamo-corticali per un
determinato territorio della corteccia cerebrale, riceve fibre
cortico-talamiche dal territorio corticale stesso. I nuclei specifici sono rappresentati dai nuclei anteriori, dai
nuclei laterali sia ventrali che dorsali e dai nuclei mediali.
I nuclei non specifici del talamo ricevono afferenze dalla formazione reticolare del tronco cerebrale, recanti
impulsi sensitivi che seguno vie ascendenti multisinaptiche, inviano poi le loro efferenze alla corteccia
cerebrale del telencefalo mediante sistemi talamo-corticali diffusi; essi assolvono ad una funzione attivante

Encefalo Pagina 4
della corteccia cerebrale stessa, così da mantenere l’attività corticale tipica dello stato di veglia (confr. pag
26) che consente una migliore
valutazione degli impulsi sensitivi
trasmessi dai nuclei specifici. I nuclei
non specifici del talamo
comprendono i nuclei intralaminari, il
nucleo reticolare ed i nuclei della
linea mediana.

Nuclei anteriori. Di cui uno principale


e due accessori. Essi ricevono il fasci
mammillo-talamico del Vicq d’Azyr
(confr. pag 2), dal corno di Ammone
e fascia dentata tramite il fornice. E
da qui verso la corteccia del lobo
limbico. Appunto per questo sono
connessi con la via olfattiva e con la
via della memoria (il famoso
circuito di Papez) che è formato da
regioni cerebrali collegate fra loro
in cui avvengono la registrazione e
l’immagazzinamento delle tracce
mnemoniche.

Nuclei ventrali. Costituiscono un


voluminoso complesso che occupa
la parte latero-inferiore del talamo,
continuandosi in addietro con i
corpi genicolati. Essi sono:
- nucleo ventrale anteriore
(nVA) riceve fibre dal globus
pallidus che a sua volta ha ricevuto fibre sia dall’area soppressoria (o area 4s) e sia dalla sostanza nera di
Sömmering. Questo implica che le integrazioni che avvengono nei nuclei ventrali vengono spedite all’area
motoria primaria (area 4) e secondaria (area 6) del lobo frontale dell’emisfero cerebrale avendo funzione
sia soppressoria (GABAergica, cioè di provocare il rilassamento dei muscoli) e sia di stabilizzazione dei
movimenti volontari partecipando alla produzione del tono muscolare.
- Nucleo ventrale laterale (in alcuni testi è unito al nucleo ventrale intermedio) (nVL). Connesso con il
cervelletto, ricevendo infatti la via cerebello-rubro-talamica e le fibre cerebello-talamiche; dà origine a fibre
talamo-corticali che si recano alla corteccia cerebrale dell’area motrice primaria (area 4) e area motrice
secondaria (area 6). Questo nucleo pertanto stabilisce una connessione fra la corteccia cerebellare e la
corteccia cerebrale, inviando a queste gli stimoli cerebellari atti a stabilizzare gli impulsi motori.
- Nucleo ventrale posteriore. (nVP) il maggiore dei nuclei ventrali del talamo ed è intercalato sulle vie
sensitive. Riceve:
1. il lemnisco mediale (nuclei del fascicolo gracile e cuneato) e reca gli impulsi della
sensibilità tattile epicritica e propriocettiva cosciente del tronco e degli arti;

Encefalo Pagina 5
2. fasci spino-talamici anteriore e laterale (dal nucleo proprio del corno posteriore)
conducono gli impulsi della sensibilità tattile protopatica e delle sensibilità termica e
dolorifica del tronco e degli arti;
3. il lemnisco trigeminale, che proviene dal nucleo della radice discendente, sensitivo
principale e della radice mesencefalica del nervo trigemino recando impulsi della
sensibilità della testa;
4. lemnisco viscerale, che dai nuclei sparsi viscero-sensitivi fanno pervenire nel talamo
impulsi della sensibilità viscerale;
5. Fibre bulbo-talamiche (confr. pag 27-28) (nucleo del fascicolo solitario e ala cinerea)
recando sia impulsi della sensibilità gustativa, sia impulsi della sensibilità viscerale dei
territori dei nervi glosso-faringeo e vago.
Dal nucleo ventrale posteriore originano fibre talamo-corticali (radiazione sensitiva) questa si porta alla
corteccia cerebrale della circonvoluzione parietale ascendente dell’emisfero cerebrale, dove ha sede l’area
sensitiva primaria (aree 3, 1,2).
- Corpo genicolato laterale. Intercalato nella via ottica. Ad esso giunge il
tratto ottico, formato da fibre nervose che sono nate dalla retina
d’ambedue gli occhi e che recano impulsi nervosi. Da questo nucleo
origina la radiazione ottica (del Gratiolet) che si porta al lobo occipitale
dell’emisfero cerebrale dove termina nella
scissura calcarina, sede dell’area ottica primaria
(area 17).
- Corpo genicolato mediale. Intercalato nella via
acustica: riceve infatti sia il lemnisco laterale
(proviene dai nuclei cocleari del ponte) (confr.
pag 31) e sia le fibre tetto-genicolate (confr. pag
37). Dà origine alla radiazione acustica che si porta alla corteccia cerebrale
dell’area acustica primaria (aree 41, 42) situata nella circonvoluzione
temporale trasversa (dell’Eschl) del lobo temporale.

Nuclei dorsali. Sono il:


- Nucleo dorso-laterale (nLD) e nucleo
laterale posteriore (nLP), posti nella
faccia superiore del talamo. Ricevono
afferenze sensitive dai nuclei ventrali
del talamo; proiettano poi fibre
talamo-corticali alla corteccia cerebrale dell’area
stereognosica* (aree 5, 7) situata nella parte posteriore del
lobo parietale.
- Pulvinar. Grosso nucleo posto nel polo posteriore del talamo. Qui giungono fibre afferenti, recanti
impulsi sensitivi, dal nVP, dal corpo genicolato laterale e dal corpo genicolato mediale. Da esso partono
fibre talamo-corticali per le aree sensitive secondarie per l’area stereognosica (aree 5, 7), per l’area ottica
secondaria (aree 18, 19) del lobo occipitale e per l’’area acustica secondaria (area 42) del lobo temporale.

Nuclei mediali. Premessa funzionale. I nuclei mediali sono nuclei associativi per le sensazioni somatiche e
viscerali di tipo protopatico e sono i responsabili nella genesi del tono affettivo* 1. Tra i nuclei mediali quello

Encefalo Pagina 6

*consente il riconoscimento degli oggetti senza l’uso della vista.


*1sensazione per cui l’individuo può sentirsi contento o triste, ottimista o pessimista, calmo o eccitato.
prevalente è il nucleo dorso-mediale (nMD). Questo nucleo scambia ampie connessioni con l’ipotalamo
periventricolare; è inoltre connesso in doppia direzione con la corteccia cerebrale (corteccia prefrontale o
aree 9, 10, 11 e 12) che è deputata a manifestazioni intellettive ed emozionali e con la corteccia cerebrale
della superficie orbitale (aree 13 e 14) del lobo frontale stesso. Riceve infine afferenze sensitive dal nVP
tramite neuroni di associazione intratalamica.
Ricevendo afferenze dall’ipotalamo periventricolare, il nMD, associato agli impulsi viscerali nonché dal nVP
distribuisce le proprie fibre alla corteccia cerebrale del lobo frontale dove viene a determinarsi il sopradetto
“tono affettivo”. Il nMD riceve fibre dalle stesse parti della corteccia cerebrale ed invia le fibre all’ipotalamo
periventricolare fungendo così da mediatore tra impulsi corticali e le risposte ipotalamiche nell’ambito della
sfera emotiva e di quella vegetativa.

Nuclei intralaminari. Sono i nuclei sparsi nella lamina


interna; il maggiore e meglio delimitato è il nucleo
centro-mediano del Luys (nCM). Ricevono afferenze
sensitive dalla formazione reticolare del tronco
cerebrale, e spediscono ad essa stessa le loro fibre
efferenti determinando così, un ruolo primario nel
meccanismo sonno-veglia, in relazione alle afferenze
dalla formazione reticolare.

Nucleo reticolare. È uno strato di sostanza grigia che


forma la superficie laterale del talamo. Riceve afferenze sensitive della formazione reticolare del tronco
cerebrale ed invia alla corteccia cerebrale fibre con funzione attivante aspecifica.

Nuclei della linea mediana. Sono nuclei posti nella faccia mediale del talamo, costituiscono l’adesione
intertalamica (commessura grigia intertalamica), sorta di ponte di sostanza grigia che attraversa la cavità
del III° ventricolo, collega l’un talamo all’altro. I nuclei della linea mediana ricevono afferenze sensitive dalla
formazione reticolare del tronco cerebrale, dal nVP e dall’ipotalamo periventricolare. Essi inviano fibre, con
funzione attivante aspecifica, alla corteccia cerebrale.

Epitalamo.
L’epitalamo consta: della stria midollare del talamo
con il trigono dell’abenula; l’epifisi con le abenule;
della commessura posteriore.
- La stria midollare del talamo (o tenia del
talamo) è un fascetto bianco che decorre
orizzontalmente lungo il margine superiore del
talamo giungendo posteriormente fino al trigono
dell’abenula. Essa è costituita da fibre nervose della
via olfattiva che provengono dal nucleo
amigdaloideo* (quindi entra nella costituzione di
circuiti limbici) seguendo la tenia corioidea. Il trigono
dell’abenula è una zona compresa tra il talamo ed il
mesencefalo. Massa di sostanza grigia che accoglie il
nucleo dell’abenula cui mette capo la stria midollare del talamo; è pertanto una via pertinente alla via

Encefalo Pagina 7

*Per essere più precisi, le abenule tramite la stria midollare ricevono impulsi dalle aree settali, dalla regione preottica ipotalamica, dai nuclei
talamici anteriori e dal globus pallidus e proiettano al nucleo interpeduncolare. Questi son circuiti antichissimi che modulano afferenze ed
olfattiva. Dal nucleo dell’abenula partono le fibre abenulo-interpeduncolare (vedi nota) che si dirigono al
nucleo interpeduncolare e da qui alla formazione reticolare del mesencefalo.
Per noi osteopati è importante considerare che dal nucleo dell’abenula nascono fibre abenulo-tegmentali,
direttamente destinate alla formazione reticolare del mesencefalo. Da qui si dipartono poi fibre che entrate
nel fascicolo longitudinale dorsale dello Schütz (confr. pag 26) che mette capo a tutti i nuclei somatomotori
e visceroeffettori dei nervi cranici. In particolare al nucleo motore dorsale del nervo vago (per cui stimoli
olfattivi possono determinare la secrezione della saliva e dei succhi digestivi ed eccitare la peristalsi dello
stomaco e dell’intestino), al nucleo motore del nervo trigemino e al nucleo ambiguo dei nervi glosso-
faringeo e vago, per cui i medesimi stimoli olfattivi possono causare anche movimenti dei muscoli
masticatori e di quelli della deglutizione.
- L’epifisi (o ghiandola pineale) consta di cellule della nevroglia, che sono dette pinealociti: sono
cellule di varia grandezza e sono fornite di prolungamenti che prendono attacco sul connettivo che
sepimenta l’organo e sulle pareti dei vasi sanguiferi. Tra i pinealociti sono frammisti numerosi astrociti ed
inoltre fibre gliali che si fanno particolarmente numerose con il progredire dell’età. Dopo il ventesimo anno
di età, entro l’epifisi si formano concrezioni calcaree che costituiscono la sabbia cerebrale.
- La commessura posteriore è un cordone posteriore, posto alla base dell’epifisi, che decorre
trasversalmente al confine tra il mesencefalo ed il diencefalo. Tra i sistemi di fibre che costituiscono la
commessura posteriore ricordiamo quelle nate dal nucleo della commmessura del Darkschewitcsh che
discende nel fascicolo longitudinale mediale ed importante nella regolazione della motilità oculare
volontaria.

Telencefalo
Il telencefalo risulta costituito dai due emisferi cerebrali destro e sinistro
e dalle formazioni interemisferiche, rappresentate dal corpo calloso, dal
fornice, dalla commessura anteriore e dal setto pellucido. Visto dall’alto,
il telencefalo mostra i due emisferi cerebrali, separati da una profonda
fessura sagittale: la fessura interemisferica (o fessura longitudinale del
cervello), nella cui profondità, limitatamente alla sua parte media, si
trova il corpo calloso. Osservato inferiormente, il telencefalo mostra i
due emisferi cerebrali ancora separati in avanti ed in addietro, dalla
fessura interemisferica; nella parte di mezzo essi risultano congiunti con
il diencefalo e mesencefalo.

Conformazione esterna degli emisferi cerebrali


Ciascun emisfero cerebrale offre a considerare tre facce; laterale,
mediale ed inferiore; mostra poi tre margini; superiore, infero-laterale ed
infero-mediale; presenta infine due poli: uno anteriore, o polo frontale,
ed uno posteriore, o polo occipitale. La superficie di ciascun emisfero
cerebrale è percorsa da numerose solcature a varia direzione. Di esse,
alcune si affondano notevolmente entro l'emisfero cerebrale e sono dette scissure cerebrali; altre invece
sono meno profonde e sono chiamate solchi cerebrali. Le scissure cerebrali delimitano sulla superficie
dell'emisfero cerebrale ampi territori, che sono detti lobi cerebrali. I solchi cerebrali, unitamente alle
scissure cerebrali, circoscrivono nell'ambito dei diversi lobi cerebrali una serie di rilievi, che sono chiamati
circonvoluzioni cerebrali (o giri cerebrali).
Encefalo Pagina 8
Faccia laterale dell’emisfero cerebrale. Fortemente convessa è in rapporto con la volta del cranio. La faccia
laterale dell'emisfero cerebrale è percorsa da tre
scissure: la scissura laterale (del Silvio), la scissura
centrale (del Rolando), la scissura (incisura)
perpendicolare esterna.
Le tre scissure ora descritte circoscrivono, sulla faccia
laterale dell'emisfero cerebrale, quattro lobi cerebrali: il
lobo frontale, il lobo parietale, il lobo occipitale, il lobo
temporale.
①il lobo frontale si estende al davanti della scissura
centrale (del Rolando), che Ìo divide dal retrostante lobo
parietale. Esso è delimitato inferiormente dalla scissura
laterale (del Silvio), che lo separa dal lobo temporale.
Importante in questa parte cerebrale la circonvoluzione
frontale ascendente (confr. pag 14)… vedi file sui lobi
cerebrali.
②il lobo parietale è posto dietro la scissura centrale del
Rolando e sopra la scissura laterale del Silvio che lo
separa dal lobo temporale. Confina in addietro con il lobo occipitale. Importante la circonvoluzione
parietale ascendente che corrisponde all’area somestesica primaria che è un'area della corteccia
telencefalica deputata alla ricezione di stimoli sensitivi.
③il lobo occipitale è situato dietro ai lobi parietali e temporali. Ricordo in questa sede la scissura calcarina
deputata a raccogliere le informazioni visive.
④il lobo temporale posto al di sotto dei lobi frontale e parietale dai quali è separato dalla scissura laterale
del Silvio. Confina posteriormente con il lobo occipitale.

Faccia mediale dell’emisfero cerebrale. La faccia mediale dell’emisfero cerebrale è pianeggiante. Essa
guarda la fessura interemisferica; è pertanto contigua
alla faccia mediale dell’emisfero cerebrale eterolaterale
essendone separata dall’interposizione della falce del
cervello. Le scissure della faccia mediale sono la grande
scissura del cingolo, la scissura perpendicolare interna e
la scissura calcarina. I lobi che emergono dalla
suddivisione delle scissure mediali sono:
❶Lobo limbico, rappresentato dalla circonvoluzione del
cingolo, la quale circonda il corpo calloso. Si collega con
la circonvoluzione dell’ippocampo.
❷Lobo frontale.
❸Lobo parietale.
❹Lobo occipitale.

Encefalo Pagina 9
Faccia inferiore dell’emisfero cerebrale. La faccia inferiore
dell’emisfero cerebrale è attraversata dalla scissura
laterale del Silvio che la divide in una porzione antistante
la scissura che poggia sulla fossa endocranica anteriore;
una porzione retrostante la scissura che poggia sulla fossa
endocranica media ed infine, una posteriore che si riposa
sul tentorio del cervelletto della dura madre.
Le scissure presenti sono la scissura laterale del Silvio e la
scissura collaterale. I lobi presenti sono:
1 Lobo frontale, porzione dinanzi alla scissura laterale.
2 Lobo temporale, porzione che si estende di lato alla
scissura collaterale. Il suo limite anteriore è la scissura
laterale.
3 Lobo limbico, rappresentato dalla circonvoluzione
dell’ippocampo.
4 Lobo occipitale.

Costituzione interna degli emisferi cerebrali


Ciascun emisfero cerebrale è costituito, in superficie, da uno strato di sostanza grigia: la corteccia cerebrale.
All’interno è formata da sostanza bianca in cui è scavata la cavità del ventricolo laterale.
La corteccia cerebrale (o pallio) ricopre l’intera superficie dell’emisfero cerebrale, affondandosi anche a
rivestire le scissure ed i solchi cerebrali. Lo spessore della corteccia cerebrale è molto mutevole secondo le
zone. La corteccia cerebrale di gran lunga prevalente appartiene al neopallio, è cioè corteccia cerebrale
filogeneticamente recente. Solo zone limitate della corteccia sono di origine filogenetica antica denominate
archipallio (corteccia cerebrale del corno di Ammone, della fascia dentata = ippocampo dorsale e ventrale.
Ricordo che l’archipallio costituisce un centro di correlazione di stimoli olfattivi) e paleopallio (corteccia
cerebrale del lobo olfattivo e lobo anteriore dell’ippocampo = parte del lobo limbico).
Anche nella corteccia cerebrale (come la cerebellare) si presentano i vari tipi di neuroni in strati
sovrapposti. La corteccia del neopallio ha sei strati di neuroni con una stratificazione molto regolare
(chiamata isocortex), mentre l’archipallio e il paleopallio hanno un numero minore di strati e una
stratificazione disordinata (chiamata allocorteccia).
Come si nota in figura, qui di fianco, le cellule
nervose sono rappresentate da un gran numero
di cellule piramidali, chiamate così per la loro
forma piramidale del pirenoforo. Dal loro apice si
diparte un lungo e grosso dendrite che sale
verticalmente sino a raggiungere lo strato
molecolare dove emette le sue ramificazioni
terminali che assumono un andamento
orizzontale nello strato medesimo. Questo
aspetto è molto importante per la nostra filosofia
osteopatica, in quanto lo strato granulare esterno
e lo strato molecolare possiedono fibre orizzontali
che collegano vari distretti della corteccia che
possono sconfinare anche in lobi del cervello che

Encefalo Pagina 10
non hanno la stessa funzione (per esempio possono creare connessioni tra la corteccia sensitiva e la
corteccia motoria). Infatti, esistono altre cellule nella corteccia, alcune non possiedono un neurite che
abbandoni la corteccia stessa ed hanno solo funzione associativa. Generalmente dalla base delle piramidali
originano neuriti che si dirigono in profondità e divenuta fibra mielinica esce dalla corteccia dando luogo a
sistemi efferenti dell’isocorteccia.

Aree corticali. La corteccia cerebrale viene suddivisa in aree corticali che diversificano tra loro per i caratteri
morfologici (spessore della corteccia cerebrale, spessore dei suoi strati, concentrazione di neuroni, ecc) e
per la funzione.
Nel lobo frontale sono da considerarsi
l’area 4, l’area 4s, l’area 6, l’area 8, le
aree 9, 10 e 12, le aree 13 e 14.
1. Area 4, occupa la
circonvoluzione frontale
ascendente e si estende anche
sulla parete anteriore della
scissura centrale del Rolando.
Essa è l’area motrice primaria (o area
somato-motrice primaria) nella quale si
generano gli impulsi motori volontari
per tutti i muscoli della metà
eterolaterale del corpo, fatta eccezione per l’occhio. Sono identificabili vari territori, i quali rappresentano
la famosa somatotopia motrice chiamata “omuncolo motorio”. Quest’area ha
numerose afferenze, tra cui quelle provenienti dal nucleo ventrale anteriore del
talamo (confr. pag. 5). Come fibre efferenti dà origine alle fibre del fascio
piramidale che discende nel tronco cerebrale e nel midollo spinale, dove le sue
fibre mettono capo ai nuclei somatomotori dei nervi encefalici e spinali e recano gli
impulsi motori volontari.
2. L’area 4s è una stretta striscia di corteccia cerebrale che si estende subito
davanti all’area 4. È l’area soppressoria; tramite un circuito passante per il
corpo striato e poi per il nucleo ventrale anteriore del talamo, invia impulsi
inibitori all’area 4, determinando il rilassamento muscolare.
3. L’area 6, occupa l’area dinanzi alla 4s. Essa è l’area motrice secondaria,
dalla quale originano le vie extrapiramidali, vie che sono deputate al controllo ed alla regolazione
dei movimenti volontari e che sono preposte al tono posturale ed ai movimenti semivolontari ed
automatici che si associano ai movimenti volontari. L’area 6 oltre che con l’area 4 ha connessioni
con il corpo striato tramite il nucleo ventrale anteriore del talamo, e con il cervelletto mediante il
nucleo ventrale laterale del talamo (Confr pag. 5). Dall’area 6 originano le fibre cortico-nigre (per la
sostanza nera del Sömmering nel mesencefalo) e le fibre cortico-rubre (per il nucleo rosso; sempre
mesencefalo). Da qui prende il via, anche, il fascio cortico-pontino frontale dell’Arnold, che si reca
ai nuclei basilari del ponte (confr. pag 30).
4. L’area 8, si estende davanti all’area 6. È l’area motrice dalla quale originano gli impulsi motori
volontari che determinano i movimenti degli occhi mediante fibre nervose che vanno ai nuclei dei
nervi motori dei muscoli estrinseci dell’occhio, posti nel mesencefalo e nel ponte, ossia ai nuclei dei

Encefalo Pagina 11
nervi oculomotore, trocleare e
abducente. Chiamata pure
area oculocefalogira in quanto
presiede pure ai movimenti
coniugati dei due occhi,
associato ai movimenti della
testa.
5. Le aree 9, 10, 11 e 12
occupano le parti anteriori
della faccia laterale e della
faccia mediale del lobo
frontale dell’emisfero
cerebrale davanti all’area 8;
vengono globalmente indicate
con nome di corteccia
prefrontale. Sono aree
associative, ampiamente
collegate con le altre parti
dell’emisfero cerebrale, sia
omolaterale che eterolaterale.
Sono deputate alle funzioni
intellettive più complesse ed
elevate. Ricevono fibre, anche,
dal nucleo dorso-mediale del
talamo (confr. pag. 6 e 7) che recano loro impulsi viscerali e somatici; questi influenano poi
l’insorgenza, nelle aree corticali medesime, di quei particolari stimoli che determinano il “tono
affettivo”, per cui l’individuo è contento o scontento, ottimista o pessimista, tranquillo o iracondo
ecc. In più, per le loro connessioni con le aree corticali motrici, si ritiene che esse siano anche il
centro regolatore della motilità volontaria o centro della previsione,il centro cioè dei meccanismi
mentali che progettano l’attività motrice.
6. Le aree 13 e 14 si trovano sulla superficie orbitale del lobo frontale dell’emisfero cerebrale. Sono
anch’esse aree associative ed hanno connessioni e funzioni pressoché simili a quelle della corteccia
prefrontale. In particolare, danno risposte emotive che, tramite le ampie connessioni con
l'ipotalamo periventricolare, influenzano le funzioni viscerali ed endocrine (confr. pag 2).
Nel lobo parietale, le aree corticali sono: le aree 3, 1 e 2 e le aree 5 e 7.
1. Le aree 3, 1 e 2 occupano la circonvoluzione parietale ascendente. L’area
3 occupa la parete posteriore della scissura centrale (del Rolando), larea
1 lungo il labbro posteriore della stessa scissura e larea 2 si estende sulla
restante parte della circonvoluzione parietale ascendente. Esse
costituiscono nell’insieme l’area sensitiva primaria, la quale tramuta in
sensazioni coscienti gli impulsi della sensibilit generale della metà
eterolaterale del corpo che le vengono proiettati dalla radiazione
sensitiva proveniente dal nucleo ventrale posteriore del talamo (confr.
pag 5). Nell’area sensitiva primaria vi è una rappresentazione sensitiva
somatotopica dei vari territori della metà eterolaterale del corpo

Encefalo Pagina 12
chiamata omuncolo sensitivo, che è alqunato simile a quella che si riscontra nell’area motrice
primaria. Queste aree sono ampiamente connesse con l’area 4 in modo tale che le sensazioni che
ad esse giungono da un determinato territorio del corpo vengono inviate alla zona dell'area 4 che
presiede alla motilità del territorio medesimo. Si crea in tal modo l'arco diastaltico corticale, che
determina risposte motrici agli stimoli sensitivi.
2. Le aree 5 e 7 si trovano immediatamente dietro l’area 2. L’area 5 occupa la circonvoluzione
parietale superiore e l’area 7 è localizzata nella circonvoluzione parietale inferiore. Queste aree
costituiscono nell’insieme l’area stereognosica (o area sensitiva secondaria), che permette di
riconoscere gli oggetti in base alle sensazioni, senza l'ausilio della vista. Esse sono infatti aree di
integrazione, nelle quali si accumulano i ricordi mnemonici delle sensazioni pregresse.
Nel lobo occipitale dell’emisfero cerebrale sono da considerarsi l’area 17, le aree 18 e 19, l’area 39.
1. L’area 17 è posta sulla faccia mediale del lobo occipitale dell’emisfero cerebrale in corrispondenze
della scissura calcarina. Essa è l’area ottica primaria (o area visiva primaria) dove gli impulsi
luminosi, che vi giungono tramite la radiazione ottica (del Gratiolet) proveniente dal corpo
genicolato laterale (confr. pag 6), vengono trasformati in sensazioni visive coscienti. La
sistematizzazione esistente nell'area ottica primaria è tale per cui la sua parte posteriore è la sede
della percezione delle immagini captate dalla zona maculare della retina, e quindi è deputata alla
visione distinta ed all'esatta discriminazione cromatica, mentre le sue parti via via anteriori sono la
sede della percezione delle immagini captate dalle parti della retina sempre più distali rispetto alla
zona maculare, e pertanto presiedono alla visione periferica; inoltre, la parte dell'area ottica
primaria che corrisponde al versante superiore della scissura calcarina percepisce le immagini
captate dai quadranti retinici superiori, mentre quella che corrisponde al versante inferiore della
scissura calcarina percepisce le immagini captate dai quadranti retinici inferiori.
2. Le aree 18 e 19 si estendono perifericamente all’area 17. Rappresentano l’area ottica secondaria (o
area visiva secondaria) che è sede della memoria visiva. Presiedono anche ai movimenti coniugati
degli occhi nel seguire un oggetto in movimento ed alla fissazione dello sguardo, ciò avviene per un
loro collegamento con i tubercoli quadrigemini superiori (confr. pag 37).
3. L’area 39 viene considerata unitamente alle aree del lobo occipitale quantunque risieda nel giro
angolare, collegante la circonvoluzione parietale inferiore con la circonvoluzione temporale media,
perché essa è strettamente connessa con le funzioni visive. E' infatti il centro verbo-visivo, che dà la
capacità di comprendere il significato delle parole scritte.
Le aree corticali del lobo temporale sono le aree 41 e 42, l’area 22.
1. Le aree 41 e 42 costituiscono l’area acustica primaria (o area uditiva primaria) nella quale gli
impulsi acustici, che le vengono recati dalla radiazione acustica proveniente dal corpo genicolato
mediale (confr. pag 6), sono tramutati in sensazioni uditive coscienti. Nell'area acustica primaria
esiste una sistematizzazione tale per cui la sua parte profonda è sede della percezione dei suoni
acuti, mentre quella superficiale è sede della percezione dei suoni bassi.
2. L’area 22 occupa la circonvoluzione temporale superiore. Essa è l'area acustica secondaria (o area
uditiva secondaria), nella quale sono localizzati i ricordi nmemonici dei suoni. E' inoltre sede della
comprensione del linguaggio parlato, ossia della capacità di intendere il significato delle parole
ascoltate.
Le aree corticali del lobo limbico dell’emisfero cerebrale vengono considerate sulla circonvoluzione del
cingolo le aree 33, 24, 31 e 23 e, sull’istmo del lobo limbico, le aree 26, 29 e 30. Tali aree ricevono fibre,
principalmente dai nuclei anteriori del talamo (confr. pag 5); sono pertanto deputate alle funzioni
mnemoniche, oltre che olfattive. Comunque, le aree corticali del lobo hanno un’azione regolatrice sulle

Encefalo Pagina 13
funzioni viscerali e sulle manifestazioni emotive, mediante fibre nervose che esse inviano ai nuclei
dell’ipotalamo periventricolare (confr. pag 2).
I centri corticali del linguaggio (o centri corticali della parola) sono zone particolari della corteccia cerebrale
alle quali si deve la possibilità di esprimersi con le parole e quella di recepire il significato delle parole. Tali
centri corticali risiedono nell'emisfero cerebrale dominante, che generalmente è quello sinistro, tranne che
nei mancini nei quali è invece quello destro.
I centri corticali del linguaggio si distinguono in motori e sensoriali.
I centri corticali motori del linguaggio sono il centro del linguaggio articolato ed il centro della grafia.
Mediante il primo ci si esprime parlando,
mediante il secondo ci si esprime scrivendo.
Ambedue i centri ricevono le fibre dalle aree
motrici 4 e 6.
I centri corticali sensoriali sono il centro verbo-
acustico ed il centro verbo-visivo. Il centro verbo-
acustico risiede in corrispondenza dell’area 22. È
il centro della memoria acustica del linguaggio e
permette di comprendere esattemente il
significato delle parole ascoltate.
Il centro verbo-visivo si trova nell'area 39. E' il
centro della memoria visiva delle parole e dà la percezione esatta del significato delle parole scritte quando
si legge.

Nuclei del telencefalo. Sono il corpo striato, il claustro ed il nucleo amigdaloideo. Essi unitamente al globus
pallidus ed al talamo del diencefalo, costituiscono i nuclei della base, così denominati perché accolti nella
parte basale dell’emisfero cerebrale.
Il corpo striato consta di due parti: il nucleo caudato ed il putamen.
1. Il nucleo caudato ha forma di una grande virgola e si
distinguono tre parti e sono: la testa, il tronco e la coda.
2. Il putamen si trova in una posizione laterale rispetto al nucleo
caudato. Esso è una lamina di sostanza grigia che è applicata
lateralmente al globus pallidus, unitamente al quale forma il
nucleo lenticolare.
La parte anteriore del putamen è congiunta alla testa del nucleo
caudato che passa al di sotto della capsula interna (sostanza bianca
che è interposta tra testa del nucleo caudato e nucleo lenticolare).
I principali sistemi afferenti ed efferenti del corpo striato sono i seguenti.
Tra i sistemi afferenti al corpo striato sono da considerarsi in primo
luogo le fibre cortico-
striate, che provengono
fondamentalmente dalla corteccia dell’area motrice
secondaria (o area 6) e dell’area soppressoria (o area 4s)
del lobo frontale dell’emisfero cerebrale.
Un altro grande sistema afferente al corpo striato è
rappresentato dalle fibre nigro-striate provenienti dalla
sosta nera del Sömmering del mesencefalo. Il sistema

Encefalo Pagina 14
nigro-striale è coinvolto nel controllo del movimento e la degenarazione di questi neuroni provoca il morbo
di Parkinson con conseguenti tremori, rigidità, scarso equilibrio e difficoltà di movimento.
Un ultimo sistema afferente è dato dalle fibre ipotalamo-striate, che provengono dal nucleo ipotalamico del
Luys del subtalamo (confr. pag 3).
Tra i sistemi efferenti del corpo striato troviamo le numerosissime fibre strio-pallidali che vanno al
globus pallidus e l’ansa lenticolare che da fibre provenienti dal putamen+nucleo caudato+globus pallidus si
dirigono ai nuclei del campo del Forel e da qui convergono verso il basso mettendo capo sia al nucleo rosso
e sia alla formazione reticolare mesencefalica (confr. pag. 4).
Il claustro è una sottile lamina grigia interposta tra putamen e lobo dell’insula, riceve fibre nervose da
diversi territori della corteccia cerebrale e a diversi territori della corteccia cerebrale ne invia.
Su Frontiers in System Neuroscience in una rewiev del 2014 con titolo “ A role of the claustrum in auditory
scene analysis by reflecting sensory change” conferma il ruolo di struttura multisensoriale con funzioni
integrative di informazioni sensoriali in special modo si evidenzia una zona visiva e una zona uditiva. Le due
modalità non si influenano l’uno con l’altra (almeno a livello del claustro). Gli autori concludono che il
claustro gioca un ruolo importante nel contribuire alla consapevolezza sensoriale dei due input.
Il nucleo amigdaloideo o amigdala,

Encefalo Pagina 15

Potrebbero piacerti anche