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Universita degli Studi di Parma Facolta di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Matematica Introduzione alla Teoria Analitica dei Numeri Alessandro Zaccagnini (versione preliminare 11 marzo 2008) Anno Accademico 2006-2007 testo & stato composto per mezzo di un pacchetto di macro creato dall’ Autore € basato sti ISH:X2e, © American Mathematical Society. La figure sono state create con MetaPost. [ultima versione di questo testo & disponibile all’indirizzo http://w t/-zaccagni/psfiles/lezioni/tdn2005 .paf La data di questa versione @ 11 marzo 2008 ipr ‘Questa versione su Internet & a disposizione di chiunque, gratuita- mente, per un qualsiasi valide scopo di istruzione, a patto che non se ne faccia commercio, che non venga posta in condivisione su siti web senza Pautorizzazione scritta dell’ Autore e che non venga modificata in alcun modo. Si prega di inviare suggerimenti e critiche, e di segnalare eventuali errori di stampa all’indirizzo qui sotto. Prof. Alessandro Zaccagnini Dipartimento di Matematica Universiti degli Studi di Parma Parco Area delle Scienze, 53/a — Campus Universitario 43100 Parma, ITALIA Tel. 0521 906902 — Telefax 0521 906950 e-nail: alessandro. zaccagnini@unipr.it pagina web: http://www.math.unipr. it/-zac agni/hone. html Indice Simboli e notazioni 1 Risultati Elementari LL Lalgoritmo di Euclide 12 I Teoremi di Fermat, Eulero, Wilson e Gauss 1.3. Teme pitagoriche 14 Somme di due quadrati 15 UTeorema dei quattro quadrati 1.6 Lallegge di reciprocita quadratica 1.7 Formule per i numeri primi 18 Problemiaperti. 2 Funzioni Aritmetiche 2.1 Definizioni e prime proprieta 2.2 Alcune funzioni atitmetiche important 2.3 Uprodotto di Eulero 24° Serie di Dirichlet formali 2.5 Problemi aperti 3 Distribuzione dei Numeri Primi 3.1. Risultati clementari 3.2 I Teoremi di Bulero e di Chebyshev 3.3 Le formule di Mertens . 3.4 Le formule di Selberg coe 3.5 Dimostrazione del Teorema dei Numeri Primi 3.6 Altri risultati su aleune funzioni aritmetiche . 3.7. Grandi intervalli fra numeri primi consecutivi 3.8 Problemi aperti 4 Primi nelle progressioni aritmetiche 4.1 Caratteri di un gruppo abeliano 4.2. Caratteri e funzioni L di Dirichlet 4.3. Preliminari per il Teorema di Dirichlet 4.4 Il Teorema di Dirichlet 45 La disuguaglianza di Pélya—Vinogradov 4.6 Il Teorema di Gauss—Iacobi 4.7 Problemi aperti 5 Metodi di Crivello 5.1 Il principio di inclusione-esclusione ¢ la formula di Legendre 5.2 Merivello diBrun..... 5.3. Applicazioni del erivetlo di Brua 53.1 Primie polinomi . 53.2 Mageiorazione del numero di prim in un intervallo . 5.3.3 Polinomi di primo grado 5.3.4 Polinomi di secondo grado 5.3.5 Rappresentazioni come somma di quadrati 5.4 Merivello “grande” 5.5. Applicazioni del crivetlo grande 5.6 Problemi aperti 6 Introduzione alla Teoria Analitica dei Numeri 6.1 I programma di Riemann . . 6.2. Lequarione fanzionale delta fanzione zeta 6.3 Distribuzione degli zeri della funzione zeta 6.4 Laregione libera da zeri . 6.5 La formula esplicita: legame fra psi e zeta 6.6 Dimostrazione del Teorema dei Numeri Primi 6.7 Lacongettura di Riemann . 6.8 Una famosa affermazione di Eulero 69 Considerazioni finali 6.9.1 Ancora sul Teorema di Dirichlet 6.9.2 Distribuzione degli zeri e termine d'errore . 6.10 The Zeta Function Song 6.11 Problemi aperti 7 [problema di Goldbach 7.1 Problemi additivi: il metodo del cerchio 7.2. Uproblema di Goldbach 7.3. Dove sono le difficolta? A. Zaccagnini. Introduzione alla Teoria Analitica dei Numeri (2007) 87 88 89 94 97 98 100 102 103 104 107 112 112 113 113 114 115 116 121 127 129 129 130 136 140 144 146 148 150 152 152 152 153 156 187 157 161 167 Indice c D 7.3.1 Approssimazione della funzione theta di Chebyshev 7.3.2 Icontributo degli archi secondari 7.4 Risultati “per quasi tutti” gli interi pari 7.5. Varianti: il Teorema dei tre primi ed i primi gemelli Appendice A.1_ Formule di sommazione A2 Le funzioni Gamma e Beta A3 La formula di Wallis ¢ Ja formula di Stirling . A4 Lemmi...... Distribuzione dei Numeri Primi Funzioni Aritmetiche Elementari Generatori e Ordini modulo p Bibliografia 168 169 170 171 173 173 176 7 179 183 185 187 189 A. Zaccagnini. Introduzione alla Teoria Analitica dei Numeri (2007) Simboli e notazioni Scriveremo f := g per indicare l’uguaglianza per definizione. Dato un qualunque insieme finito A, indicheremo con |A| la sua cardinalita. Le lettere d, i, j, k, ‘m, n, q indicano di solito numeri interi (non necessariamente positivi), mentre la lettera p denota sempre un numero primo. Le lettere x, y, t indicano numeri reali Per convenzione N indica l’insieme degli interi non negativi, e quindi 0 ¢ N, Z, Q, Re C hanno il significato consueto, mentre F, indica il campo finito con q clementi (se g & una potenza di un primo). Indicheremo con Z, l’insieme delle classi di resto modulo n, che ricordiamo costituire un anello commutative con identita, ¢ con Z; I'insieme delle unita di Z,, cio’ l'insieme dei suoi element invertibili. Scriveremo d | n quando d ed n sono interi ed esiste un altro intero q tale che dq =n. Osserviamo che con questa convenzione d | 0 per ogni d € Z, mentre 0 | n implica n = 0. Scriveremo d | n per negare questa relazione, Scriveremo anche p® || n ma solo per numeri primi p) se ot é la pid grande potenza di p che divide n, cio’ se p® |n ma p*+! tn, Quando n, m sono numeri interi non entrambi nulli, indicheremo con (n,m) e con [n,m rispettivamente il massimo comun divisore ed il minimo comune multiplo din ed m. Supporremo sempre (n,m) > 0 [n,m] > 0, anche se n o m sono numeri negativi. Quasi sempre py indica I’n-esimo numero primo, e log, x Viterata nesima della funzione logaritmo: log, x := loglogx e log, ,, x := loglog,, x per n > 2. Scriveremo y y YF te amoig — amotg rispettivamente per indicare una somma estesa a tutti i divisori positivi d din (anche quando n & un numero negativo), per indicare una somma su tutte le classi diresto modulo qo su tutte le classi a mod q con (a,q) = 1 (quando queste somme sono ben definite). Le somme ¢ i prodotti indicati con XY oppure TT sono estesi a tutti i numeri naturali nell’intervallo [1,x]. Quando la variabile & p & sottinteso che queste somme o prodotti sono estesi solo ai primi che soddisfano le 7 A. Zaccagnini. Introduzione alla Teoria Analitica dei Numeri (2007) condizioni richieste. Per convenzione, assegneremo il valore 0 alla somma vuota, cd il valore 1 al prodotto yuoto, Con [x] = max{n € Z: n < x} indichiamo 1a parte intera del numero reale x, € con {x} :—x— [x] € [0, 1) la sua parte frazionaria, R(z), S(z) e Z denotano rispettivamente parte reale, parte immaginaria e coniugato del numero comples- so z. Indicheremo con i I'unita immaginaria, con e(x) la funzione esponenziale complessa e7** (di solito quando x & un numero reale) ¢ con e,(x) 1a funzione e(x/a) Useremo i simboli di Bachmann—Landau (0, 0), di Vinogradov (<, >) ¢ di Hardy-Littlewood (Q) con il seguente significato: siano f, g funzioni definite in ‘un intomo di xo, ma non necessariamente in xp (che pud essere +e). Se g & non negativa in un intomo di xp scriviamo f(x) = O(g(x)) oppure f(x) < g(x) se tins <0, cio’ se esiste C € R* tale che per tutti glix in un opportuno intorno di xy si ha If)| < a). Se la costante C non & uniforme, ma dipende dai parametri A, B, ..., scriveremo F(8) = Onn, (2%) oppure f(x) g(x) se f 2 positiva ed inoltre g(x) < f(x). Seriviamo f(x) — o(g(a)) se tim £0) <9 ed f(x) = (¢(x)) se /(x) non & o(¢(x)), cio’ se ner >0. Scriveremo f(x) = 2(¢(x)) oppure f(x) — 24 (g(x)) per indicate, rispettiva- mente, _ linnne <0 e fins >0. Con f(x) = Q4.(g(x)) indichiamo che le due relazioni precedenti valgono simul- tancamente. Scriveremo inoltte f ~ g se ed f= g per indicare che g(x) < f(x) < g(x) quando x — xo, Indice Quando ¢ € R, useremo I’ abbreviazione Jide pe fle, cio’ per V’integrale sulla retta verticale dei numeri complessi di parte reale c. La definizione e le proprieta elementari di alcune funzioni speciali sono da- te nel testo: pit precisamente, la funzione ¢ di Riemann & definita nel §2.4, la funzioni I’ e B di Eulero nell’ Appendice A.2. Struttura Per quanto possibile queste dispense sono autocontenute. Solo qualche risultato & stato citato ed utilizzato senza dimostrazione. Il simbolo nel margine rimanda all’ Esercizio 3 del §1.2, Tmumeri fra parentesi quadrate si riferiscono ai testi citati nella Bibliografia Ogni paragrafo contiene un elenco di esercizi e riferimenti bibliografici per approfondimenti. Altri esercizi si possono trovare nei libri di Apostol [5], di Hua [69] e di Landau [85]. Nel paragrafo finale di ogni. capitolo presentiamo infor- malmente ¢ rapidamente alcuni dei pit importanti problemi aperti pertinenti. La scelta naturalmente arbitraria e discutibile: per una panoramica ben pit vasta, si vedano i libri di Guy [49], di Ribenboim [127] e di Shanks [134] Un’introduzione molto semplice e discorsiva agli argomenti trattati si trova nel libro di Beiler [8]. La storia della Teoria dei Numeri é trattata in enorme dettaglio nei volumi di Dickson [27], ¢ piti in generale in Ore [1 13] Altre letture consigliate sono i libri di Gauss [40], Knopfmacher [77], Landau [83], Narkiewicz [1 10], Nathanson [111], Prachar [125], Turén [138], Lang [86] I libro di Montgomery & Vaughan [105] contiene gli sviluppi della teoria svolta qui ed & un ottimo libro per approfondire seriamente il contenuti di questo corso; inoltre, contiene anche diverse centinaia di esercizi. Si veda anche I’Enciclope- dia on-line delle successioni di interi all'indirizzo http://www. research. at com/-njas/sequences/ Ringraziamenti Desidero ringraziare quanti mi hanno segnalato errori, imprecisioni, migliora- menti e nuovi riferimenti bibliografici. Fra questi, in particolare A. Languasco, G. Molteni, A. Perelli, G. Rossi e C. Viola. 10 A. Zaccagnini. Introduzione alla Teoria Analitica dei Numeri (2007) Capitolo 1 Risultati Elementari In questo Capitolo iniziale parleremo di divisibilita, congruenze e della struttura dei gruppi Z, ¢ Z%. Affronteremo anche qualche problema classico o clementa- re come la determinazione di tutte le teme pitagoriche e dell’insieme degli interi cche si possono rappresentare come somma di due o di quattro quadrati di numeri interi. Concluderemo con un importante Teorema di Gauiss (la Legge di Recipro- cita Quadratica) ¢ con una discussione sulla possibilita di trovare “formule” per ottenere numeri primi. 1.1 Lalgoritmo di Euclide ‘Teorema 1.1.1 (Euclide) Dati n,m € Z non entrambi nulli, siano A(n,m) {an+bm: a, b €Z} e d= (n,m). Allora A(n,m) = dZ, Vinsieme dei multipli interi di d, ¢ dunque esistono h, € Z tali che d = n+ ym. Dim. E evidente che d divide ogni clemento di 4. Sia § = An +m il minimo elemento positivo di A (che esiste perché almeno uno fra n ¢ m non & nullo). Poiché d | 8, resta da dimostrare che 8 | d. Consideriamo il resto r della divisione euclidea di n per 5 (cio’ 'intero r tale che 0 2 si dice primo se d | n implica \d| = 1 oppure || =n. Corollario 1.1.3 (Euclide) Se p @ un numero primo e p | ab, allora p | a oppure pb. ul 12 A. Zaccagnini. Introduzione alla Teoria Analitica dei Numeri (2007) Dim. Se p {a allora (a, p) = 1 ¢ per il Teorema 1.1.1 esistono interi 2 ¢ ys tali che Ap +a = 1. Moltiplichiamo questa uguaglianza per b ed otteniamo Apb + nab = b. Poiché p ne divide il primo membro, deve dividere anche il secondo o Definizione 1.1.4 Dato n € N* chiamiamo fattorizzazione canonica din la de- composizione k n=[] pM, dove pj < pj sei< j, 0 EN" peri et ed i p; sono numeri primi, Sen = \ allora k = e il prodotto & vuoto. Teorema 1.1.5 (Fattorizzazione Unica) Ognin € N* ha un'unica fattorizzazio- ne canonica, Dim. Sian > 2 il pid piccolo numero naturale con due fattorizzazioni canoniche diverse 1 =I1a? ast con le convenzioni della Definizione 1.1.4. Per il Corollario 1.1.3, se py | n allora pi & uno dei primi gj, ed analogamente qi & uno dei primi p; ¢ dungue pi = 41 (poiché entrambi sono uguali al pid piccolo fattore primo di n). Quindi anche il numero n/p; — n/qi 1 non é divisibile per alcuno dei primi p € . o Corollario 1.1.8 Sia p, I'n-esimo numero primo. Si ha py <2 Esercizi € 1, Dimostrare che, fissato un intero m € Z*, per ogni intero a esistono unici q¢ZedreNtalichea=mg+re0 0, Riferimenti, Hardy & Wright [57], Capitoli 1, 2, 5,6 e 7, Landau [85], Dirichlet [28] 1.2 I Teoremi di Fermat, Eulero, Wilson e Gauss Definizione 1.2.1 Fissato m € Z, se m |a—b diciamo che a® congruo ab modulo ‘me scriviamo a= b mod m. Sem €N" ed x € Z, si dice minimo residuo positivo di x modulo m l'unico intero a tale che a € {0, ..., m—1} ed x =a mod m, e lo si indica con x mod m. Osservazione 1.2.2 La relazione di congruenza 2 una relazione di equivalenza. Liinsieme quoziente si indica con Zyy. Inoltre, per ogni ¢ € Z si ha mod m modm e ac=be modm, ac =be b mod ma Pultima delle quali segue dal Teorema 1.1.1, poiché questo implica che se (ct,) Lallora esiste 0! mod B. Dunque, Zm 2 un anello commutativo con identita, che 2 un campo se ¢ solo se mé primo. Z, 2 Vinsieme degli elementi invertibili di 2. Lemma 1.2.3 Dato a € Z;, ” Vapplicazione fy: Zi, —> Zi}, definita da fax) = ax mod q 2 una biiezione. ‘Teorema 1.2.4 (Teorema Cinese del Resto) Se mi, nz © Z* ed inolire (ni,n2) = L, il sistema seguente ha un'unica soluzione modulo niny, | Dim. Sia A := {a; | bny: b=0, ..., m2 —1}. E evidente che tutti gli elementi di A soddisfano la prima congruenza, ¢ vogliamo dimostrare che sono tutti distinti modulo nz. Supponiamo che a; + bin, = a +b2m, mod np per due valori distinti by, by € {0, ..., np — 1}. Per I’ Osservazione 1.2.2 abbiamo bym = hyn, mod np, da cui by = by mod mz, poiché (m,nz) = 1. Ma questo & assurdo, perché 0 < [by — bal < me. 1 a, modm, a modny € 23 a5 14 A. Zaccagnini. Introduzione alla Teoria Analitica dei Numeri (2007) ‘Teorema 1.2.5 (Fermat) Se p 2 un numero primo, qualunque sia a Z si ha @ mod p. Dim. Se p | a la tesi & evidente. Se p+ a sufficiente dimostrare che a?~! = 1 mod p. Per il Lemma 1.2.3 V'insieme 4: {na mod p: n=1,..., p—1} ha utti gli elementi distinti e quindi, per il principio dei cassetti, A= {1,..., p—1} Dunque, moltiplicando fra loro tutte le congruenze corrispondenti, abbiamo (p-1)!=(p—1)ta?* mod p, o Il Teorema di Fermat da una condizione necessaria ma non sufficiente per la primalita: per esempio 2? = 1 mod 341 come si pud vedere facilmente dato che 21° — 1024 = 1 mod 341, ma 341 = 11-31 (si osservi che 2° = —1 mod 11 ¢25= 1 mod 31 ¢ quindi 2! = 1 mod 11-31 per il Teorema Cinese del Resto 1.2.4), op- pure 3° = 1 mod 91 poiché 3° = 1 mod 7 ¢ 3° = 1 mod 13, ma91=7-13. Ancor pi semplicemente, 4!4 = 1 mod 15, poiché 4!4 = 167 = 17 mod 15. Questa é una situazione generale, come mostra il seguente Teorema. ela tesi segue immediatamente osservando che (p,(p—1)!) = Teorema 1.2.6 (Cipolla) Fissato un intero a> 2, esistono infiniti numeri compo- stim tali che a"! = 1 mod m, detti pseudoprimi in base a. Dim. Sia p un numero primo tale che p+ a{a”— 1). Osserviamo che p & necessa- riamente dispari e consideriamo il numero intero dep? 1 _ a1 ah +1 @-1 a-1 a+l (a) al? opal) (al) al tevnatl). (1.2.1) Per ipotesi a> — 1 @ invertibile modulo p, e quindi m = 1 mod p, dato che per definizione (a — 1)m = a?? — 1 =a? —1 mod p, per il Teorema di Fermat 1.2.5. Inoltre, ciascuno dei due fattori a destra nella (1.2.1) & dispari, poiché contiene un numero dispari di addendi ed a®/ + J! = @/—"(a + 1) & pari. Quindi m = 1 mod 2p ed a? = 1+m(a? — 1) = 1 mod m. Infine m— 1 = 2pr per qualche intero r da cui a@"~! = (a7")’ = | mod m. Tl Teorema @ dimostrato poiché la condizione p | (a? — 1) esclude solo un numero finito di numeri primi. Oo ‘Vi sono interi n che non sono primi ma per i quali a"-! mod n per ogni a Z tale che (a,n) = 1. Questi sono detti numeri di Carmichael ¢ nel 1992 stato dimostrato che sono infiniti, I pit piccoli sono S61, 1105 ¢ 1729. ao Capitolo 1. Risultati Elementari 15 ‘Teorema 1.2.7 (Wilson) Se p & un numero primo allora si ha (p-1)!=-1 mod p. Dim. Ricordiamo che Zp & un campo. Quindi, 'equazione x7 — 1 ha al pitt 2 soluzioni (che naturalmente sono +1) ¢ cio’ se x € Zp \ {0, 1, —1} allora x # x! mod p. Nel prodotto (p— 1)! mod p possiamo associare ciascun fattore # +1 al suo reciproco ottenendo (p-Dt=t-(-1)-1? 9? =-1 modp. Alternativamente, per il Teorema di Fermat 1.2.5, il polinomio x°~! — 1 ha co- me radici x= 1, ..., p—1 (Cutti gli elementi non nulli di Z,) quindi si ha la fattorizzazione : b TI @-2). (1.2.2) rel 11 Teorema di Wilson segue ponendo x = 0 in questa identita, a Osserviamo che se n > 6 non @ primo allora (n ~ 2)! = 0 mod n e quindi il Teorema di Wilson da una condizione necessaria ¢ sufficiente affinché n sia pri- ‘mo, che non pud essere usata come criterio di primalita efficiente poiché richiede essenzialmente n moltiplicazioni. Osservazione 1.2.8 J Teoremi di Fermat e Wilson permettono di dare le espres- sioni esplicite a~! = a?-? = ((p—2)!/a) mod p se pta. Osservazione 1.2.9 Per p > 3 poniamo a(Fo-n), (Gorn) -@-0 in modo tale che xy = (p— 1)! Poiché per ogni fattore n nel prodotio che definisce il fattore p—n = —n mod p nel prodotto per y, si hax = y(—1)-9)/? mod p. Moltiplichiamo ambo i membri dell’ultima uguaglianza per x ed usiamo il Teorema di Wilson 1.2.7: si ha quindi x2 = —1 mod p se p = 1 mod 4 ed x* 1 mod p se p =3 mod 4. xe Teorema 1.2.10 (Eulero) Sen, a € Zed (n,a) = 1, allora a =1 modn, dove . Si dimostra come il Teorema di Fermat 1.2.5, sfruttando il Lemma 1.2.3. 0

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