Sei sulla pagina 1di 9

NEUROANATOMIA #4A

DISSEZIONE DELLA REGIONE DEL CRANIO E DEL CONTENUTO DEL CRANIO


Prof.ssa Serena Bianchi —06/12/2021 - 14:30-15:30 Sbobinatore e Revisore: Roberta Francioso e Martina
Francioso

Video dissezione della regione del cranio e del suo contenuto https://aclandanatomy.com/

La parte iniziale del video mostra i muscoli della testa, e poi comincia con le strutture endocraniche.
L’encefalo è quella parte del sistema nervoso contenuto nella scatola cranica ed è composto da diverse
porzioni.
Il video fa una tipica classificazione anglosassone; cervello, cervelletto e tronco encefalico.
Anche noi lo dividiamo così.
L’encefalo è composto quindi dal cervello, cervelletto e tronco encefalico.
Nell’ambito del cervello individuiamo due parti; i due emisferi telencefalici e il diencefalo posto
medialmente e più in profondità ai due emisferi.

Quindi cos’è il cervello? È il telencefalo e il diencefalo.

Il limite tra midollo spinale e tronco encefalico è un limite che


facciamo passare per il forame magno dell’osso occipitale.

Quando andiamo a studiare le strutture endocraniche dobbiamo ripassare il cranio.


Nel cranio ci sono diverse fosse. Ognuna di queste fosse (fossa cranica anteriore, media e posteriore)
corrisponde alla localizzazione di una precisa parte dell’encefalo (N.B. NON del cervello).
Questo è importante per capire poi, i rapporti all’interno della scatola cranica e soprattutto il percorso che
fanno in nervi cranico-encefalici che devono uscire dalla scatola cranica per portarsi in determinate regioni
del tronco.
Per quanto riguarda i nervi spinali, questi escono dai forami intervertebrali, che si creano dalla
sovrapposizione delle vertebre.
Nel cranio invece, abbiamo tanti fori che servono per far uscire i nervi o per farli entrare a seconda che siano
sensitivi o motori oppure per fare entrare vasi arteriosi o per far uscire vasi venosi. Spesso alcuni fori danno
passaggio sia a vasi venosi o arteriosi che a nervi; quindi sono comuni a uno vaso e ad uno o più nervi.

Il margine posteriore delle piccole ali dello sfenoide, i due processi clinoidei anteriori e la parte ossea
compresa tra i due processi clinoidei (solco del chiasma ottico), vanno a delimitare la regione della fossa
cranica anteriore dalla regione della fossa cranica media.
La fossa cranica anteriore è un po’ più alta rispetto alla fossa cranica media che risulta più bassa; si trovano
quindi su due livelli diversi.
Il polo frontale del cervello detto lobo frontale si trova nella fossa cranica anteriore, i lobi temporali si
trovano nella fossa cranica media in posizione più laterale.
Il margine superiore delle due piramidi del temporale segna la maggior parte del confine tra la fossa cranica
media e la fossa cranica posteriore.
In mezzo alla fossa cranica media c’è la fossetta ipofisaria, delimitata posteriormente dai processi clinoidei
posteriori.
Tutto ciò che c’è dietro, compreso il forame magno sarà la fossa cranica posteriore.

Nella fossa cranica posteriore troviamo il cervelletto e il tronco encefalico che ovviamente avranno un
rapporto.
Il cervelletto sarà più posteriore, occuperà quelle che sono le fosse cerebellari dell’occipitale, invece il tronco
encefalico continuerà con il midollo spinale al livello del forame magno e quindi sarà nella porzione più
anteriore della fossa cranica posteriore, poggiando sulla parete posteriore della sella turcica.

LA DURA MADRE

Esiste qualcosa di translucido che riveste l’interno della cavità cranica, e lo va anche a
compartimentalizzare, cioè lo va a dividere in diverse zone, così come il peritoneo riveste la cavità
addominale, è lo stesso ragionamento.
Questa cosa che vediamo nelle immagini in alto, aderente all’interno della cavità cranica è una delle tre
meningi, la dura madre.
Questa è la più superficiale, strettamente adesa al periostio, tanto che tra la dura madre e l’osso, non c’è uno
spazio a livello del cranio, invece nel midollo spinale e nel canale vertebrale la situazione è un po diversa.
La dura madre riveste tutto l’interno della cavità cranica e continua in basso al livello del forame magno
verso il canale vertebrale, dove però si staccherà dalle pareti ossee del canale vertebrale.

Adesso vediamoo quelle che sono delle dipendenze della dura madre che come dicevamo vanno a
compartimentalizzare, a dividere cioè questa superficie interna.

Vediamo un sepimento che ha una direzione trasversale e va a dividere la zona della fossa cranica posteriore.
In questa dipendenza, si vede il forame magno e se mettiamo questa struttura della dura madre, detta
tentorio della dura madre, dividiamo la fossa cranica posteriore in una parte che rimane sotto questa
struttura in cui ci sono le strutture sotto-temporiali e una parte che invece rimarrà sopra. (La struttura di cui
parliamo è il numero 1 nelle immagini in alto).
Sopra ci rimarrà una porzione del telencefalo, il polo occipitale, sotto al tentorio del cervelletto troveremo
invece il cervelletto stesso e davanti a questo, il tronco encefalico.

Al suo interno il tentorio presenta un foro: il forame ovale di Pacchioni, attraverso di esso passa il
mesencefalo. Quindi sopra il tentorio troviamo i due emisferi cerebrali, sotto il tentorio troviamo cervelletto
e tronco.
Il forame che si crea è una struttura tipica delle meningi, mentre il forame magno è un foro dell’osso.
Sono due concetti diversi che serviranno in neurologia.
Quindi questo forame non corrisponde al forame magno, sono due cose diverse.
Il video del link in alto, mostra i punti in cui si inserisce la lamina trasversale, ovvero il tentorio, per poi
congiungersi con quello controlaterale e per andare di lì a separare una zona più bassa della fossa cranica
posteriore da una zona più alta. La zona più bassa è quella che conterrà il cervelletto e davanti a questo il
tronco encefalico e quella sopra invece conterrà il foro occipitale del telencefalo.
Ovviamente anteriormente la dura ha formato questo tentorio, ma in questo punto cominciamo ad avere la
fossa cranica media e quindi il tentorio continua con la dura madre che ricopre la fossa cranica media (zona
molto particolare).

Il tentorio presenta medialmente un’altra lamina che giace sul piano sagittale, chiamata falce cerebellare,
(freccia rossa) che andrà a dividere i due emisferi del cervelletto, ed è molto piccola. Il tentorio (freccia
verde) separa anche i due emisferi cerebrali dal cervelletto. Infine abbiamo la grande falce cerebrale
(freccia blu) che invece risulta essere molto voluminosa e separa i due emisferi cerebrali.

PROIEZIONE INFERIORE DELLA DURA MADRE

La grande falce cerebrale si impianta sul tentorio del cervelletto posteriormente e va ad occupare un solco
che si chiama solco interemisfrico (freccia rossa). Senza la presenza del cervello si nota bene la grande falce
cerebrale, ma nella realtà questa andrà ad infilarsi nel solco appena citato. La grande falce cerebrale si
diparte dal tentorio del cervelletto
posteriormente per arrivare alla fossa
cranica anteriore.
Assumendo proprio questa forma di
falce.
La crista galli (che fa parte dell’osso
etmoide) serve esclusivamente a dare
inserzione al margine anteriore della
grande falce cerebrale.
Sezionando la parte della grande
falce cerebrale e guardandola sul
piano in sezione, la dura madre va a
dividersi in due strati vicino alla
superficie ossea (freccia nera).

Questa divisione genera uno spazio nella compagine della dura madre, ed è una particolarità rispetto al resto
del corpo, perché in questo spazio si vanno a creare dei vasi chiamati seni venosi della dura madre e a
differenza degli altri vasi non hanno una parete classica, ma la parete di questi seni venosi è formata proprio
dallo sdoppiamento della dura madre. Sempre nell’immagine soprastante vediamo il seno sagittale superiore
che decorre sul margine superiore della grande falce cerebrale.

In questa immagine vediamo tutti e tre gli strati meningei: la dura madre (freccia rossa), l’aracnoide (freccia
verde) e la pia madre (freccia blu).
Per vedere la pia madre e l’aracnoide bisogna rimettere la materia cerebrale, perché queste due meningi sono
più aderenti alla struttura nervosa di quanto lo siano all’osso.
La pia madre è quasi del tutto indistinguibile dal tessuto nervoso. Se invece vogliamo vedere solo la dura
madre basta togliere l’encefalo e vediamo che rimane adesa all’osso. Per vedere invece la membrana
sottostante dell’aracnoide dobbiamo necessariamente mettere l’encefalo. L’aracnoide risulta essere
trasparente, infatti riusciamo a vedere la struttura nervosa sottostante, la quale non presenta una struttura
liscia ma è piuttosto irregolare e sopratutto molto vascolarizzata. Quindi la pia madre e l’aracnoide non sono
membrane opache come la dura madre ma sono piuttosto trasparenti. Per vedere la pia madre dobbiamo
sezionare l’encefalo, perché va a rivestire le parti superficiali dell’encefalo che però si trovano nelle
profondità dei solchi e delle scissure (freccia bianca) quindi lo segue come se fosse un domopak , aderisce su
tutta la superficie dell’encefalo.

In questa foto possiamo notare bene la differenza tra le due meningi: anche la
pia madre è trasparente come l’aracnoide, ma sembra quasi di vedere la
superficie dell’encefalo (freccia rossa).
Osservando ai lati, vediamo l’aracnoide (frecce verdi) che sovrapponendosi
alla pia madre conferisce un colore leggermente più opaco. Ma nel
complesso, nonostante la sovrapposizione delle due meningi, risultano
piuttosto trasparenti, a differenza della dura madre che è completamente
bianca. La dura madre serve come struttura di supporto, mentre la pia madre e
l’aracnoide hanno delle funzioni diverse e questo ovviamente è il riflesso
della loro struttura.

Le immagini che vediamo sono di un cadavere.


Afferrando l’aracnoide, essa si solleva a differenza della pia madre che risulta strettamente adesa alla
superficie dell’encefalo. Gli spazi tra le meningi, sono spazi in cui non c’è nulla in questo momento, perché
in un cadavere i liquidi evaporano. Però se inseriamo del liquido come si vede nelle foto sottostanti, notiamo
lo spazio tra la pia madre e l’aracnoide che prende il nome di spazio subaracnoideo. In un uomo vivo quello
spazio è occupato dal liquor o liquido cefalo-rachidiano.

Senza liquido

Iniezione liquido

Questo spazio subaracnoideo, in alcune zone specifiche chiamate cisterne subaracnoidee all’interno della
cavità cranica, assumono un volume abbastanza notevole.
Le superfici interne delle ossa craniche, sono costituite da una serie di solchi dei vasi meningei che sono
presenti soprattutto sulla superficie delle ossa parietali su cui poggia l’arteria meningea media.
Questi stessi solchi vengono riprodotti sulla superficie della dura madre perché questi vasi meningei
passeranno tra l’osso e la dura madre (stiamo parlando solo dei vasi meningei, perché poi ci sono i vasi più
profondi che sono dipendenti dal poligono di willis, sono due ordini di vasi).
Quindi sulla superficie della dura madre c’è la stessa impronta che è presente sulla superficie dell’osso
parietale dell’arteria meningea media (immagini sottostanti).

Per quanto riguarda i fori cranici come ad esempio il foro spinoso, foro ovale, rotondo ecc.. quando questi
sono sovrapposti dalle meningi, soprattutto dalla dura madre, la loro morfologia cambia un pò, perché la dura
madre sembra passare quasi a ponte. Quindi con la sovrapposizione delle meningi, i fori cranici non
appaiano alla stesso modo come quando osserviamo la base endocranica senza le meningi.
Siccome la dura madre avvolge tutte le strutture nervose, necessariamente dovrà avvolgere anche una prima
porzione dei nervi che attraversano i fori e li accompagnerà fino alla loro fuoriuscita. Quindi i fori cranici
sono tanti quanti sono i fori delle meningi, i quali si sovrappongono a quelli ossei.
Questo succede anche per i nervi spinali che sono accompagnati dalla dura madre fino ad un certo punto.
Nella fossa cranica media, la corrispondenza fra foro osseo e foro delle meningi non è proprio così standard,
infatti la dura madre nella fossa cranica media va a formare una zona particolare, che forma un seno, detto
seno cavernoso che si scolla dalla struttura ossea.

La fossa ipofisaria viene quasi del tutto chiusa, rimane solo un piccolo foro centrale, da un’altra dipendenza
della dura madre che si chiama tentorio della sella turcica. Che rimane però bucato perché l’ipofisi è
collegata attraverso un peduncolo all’ipotalamo.
Ai lati dell’ipofisi si viene a creare il seno cavernoso.

Potrebbero piacerti anche