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2019
Riassunti tratti dal Simone, Trimarchi, Bianca, A.Torrente
P.Schlesinger, UTET/PLURIS 2018
Aggiornamenti:
Capitolo 1
La norma giuridica
1
1. La norma giuridica: concetto, caratteri. La sanzione
2. Le fonti delle norme giuridiche. Il codice civile
3. L’efficacia della norma giuridica
4. L’interpretazione della norma giuridica
5. Interpretazione della norma giuridica. L’analogia
Capitolo 2
1. Il rapporto giuridico
2. Vicende del rapporto giuridico
3. Le situazioni soggettive attive
4. Le situazioni soggettive passive
5. Classificazione dei diritti
6. Esercizio ed abuso del diritto soggettivo
Capitolo 3
Capitolo 4
2
1. La capacità di agire: nozione
2. Le vicende della capacità d’agire
3. Le figure di incapacità parziale di agire
4. Le figure di incapacità totale di agire.
5. Gli istituti di protezione degli incapaci
6. La capacità di autodeterminarsi: Il biotestamento
7. Le vaccinazioni obbligatorie ex L. 119/2017
Capitolo 5
1. Nozione e caratteri
2. Principali tipi
Capitolo 6
1. Nozione
Capitolo 7
Capitolo 8
1. Il concetto di <<famiglia>>
2. La famiglia di fatto
Capitolo 9
Il matrimonio
1. Premessa
2. La promessa di matrimonio
3. Condizioni per la celebrazione del matrimonio
4. La celebrazione del matrimonio
5. Le invalidità del matrimonio
6. Il matrimonio putativo (art. 128 cc)
7. Il matrimonio canonico con effetti civili
8. Il matrimonio <<acattolico>>
9. Il matrimonio come rapporto giuridico
4
Capitolo 10
1. La comunione legale
2. Scioglimento della comunione
3. I regimi patrimoniali convenzionali
4. L’impresa familiare
Capitolo 11
Capitolo 11bis
Capitolo 12
La filiazione
5
1. L’unicità dello status di figlio
2. Diritti e doveri dei figli, responsabilità genitoriale e rapporti con gli ascendenti
3. Il riconoscimento del figlio nato fuori dal matrimonio
4. Il riconoscimento dei figli <<incestuosi>>
5. Il disconoscimento della paternità
6. Altre azioni dello stato di figlio
Capitolo 13
L’adozione e l’affidamento
Capitolo 14
Gli alimenti
1. Generalità
6
Capitolo 15
Capitolo 16
La successione a titolo universale
Capitolo 17
1. Nozione:
2. L’acquisto del legato
3. La rinunzia al legato
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Capitolo 18
1. La comunione ereditaria
2. La divisione della comunione ereditaria
3. La divisione dei debiti e pesi ereditari
4. La collazione
Capitolo 19
Le donazioni
1. Nozione
2. Il contratto di donazione
3. Le donazioni indirette
4. Il negozio misto con donazione
5. La donazione rimuneratoria
6. La donazione obnuziale
7. La revoca della donazione
Capitolo 20
Capitolo 21
1. Generalità
2. Il decorso del tempo sui rapporti giuridici
8
3. La prescrizione
4. La decadenza
Capitolo 22
La pubblicità e la trascrizione
Capitolo 23
Capitolo 24
I diritti reali
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Capitolo 25
Il diritto di proprietà
Capitolo 26
1. Concetto e distinzioni
2. Fonti e disciplina giuridica della comunione
3. Il condominio negli edifici
4. Aspetti fondamentali della disciplina giuridica del condominio
5. La multiproprietà
Capitolo 27
Il diritto di superficie
1. La norma
2. La disciplina giuridica del diritto di superficie
Capitolo 28
L’enfiteusi
Capitolo 29
1. Nozione:
2. Oggetto dell’usufrutto e il <<quasi usufrutto>>
3. Durata e modi d’acquisto dell’usufrutto
4. Obblighi dell’usufruttuario
5. Obblighi del nudo proprietario
6. L’estinzione dell’usufrutto
7. L’uso e l’abitazione
Capitolo 30
Le servitù prediali
Capitolo 31
Il possesso
1. Concetto ed elementi
2. Oggetto del possesso
3. Detenzione e possesso
4. Mutamento della detenzione in possesso
5. Acquisto, perdita e successione nel possesso
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6. Gli effetti giuridici del possesso
7. La tutela del possesso
8. Frutti, miglioramenti, spese, danni
Capitolo 32
L’usucapione
1. Nozione
2. Requisiti ed oggetto del possesso ad usucapione
3. Usucapione ordinaria e abbreviata
Capitolo 33
Capitolo 34
Il negozio giuridico: concetto, elementi e classificazione
1. Il negozio giuridico
2. L’autonomia negoziale
3. Elementi del negozio
Capitolo 35
1. Generalità
2. Casi di mancanza di volontà
3. Casi di divergenza tra volontà e dichiarazione
4. La simulazione
5. Effetti della simulazione
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6. Segue: L’azione di simulazione e prova della simulazione
7. I vizi della volontà in generale
8. L’errore
9. Il dolo
10. La violenza
Capitolo 36
Capitolo 37
1. Concetto:
2. Causa e motivi
3. La causa come criterio di distinzione tra differenti categorie negoziali
4. Mancanza di causa
5. La illiceità della causa
6. Rilevanza dei motivi
7. Il negozio in frode alla legge
Capitolo 38
La rappresentanza
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Capitolo 39
1. Nozione
2. La condizione
3. Pendenza e mancanza della condizione
4. Il verificarsi della condizione
5. Illiceità ed impossibilità della condizione
6. Ambito di applicazione della condizione
7. Il termine
8. Gli effetti del termine
9. Negozi in cui non può essere apposto il termine
10. Il modo (modus) o onere
Capitolo 40
1. Generalità
2. L’inesistenza del negozio
3. La nullità del negozio
4. L’annullabilità del negozio
5. Il principio di conservazione
6. Inefficacia in senso stretto
7. L’irregolarità
Capitolo 41
Il rapporto obbligatorio
1. Generalità
2. Gli elementi del rapporto obbligatorio
3. Il dovere di correttezza e la buona fede
4. Obbligazioni naturali
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Capitolo 42
1. I soggetti dell’obbligazione
2. L’obbligazione parziaria
3. L’obbligazione solidale
4. Obbligazioni divisibili ed indivisibili
5. Le obbligazioni divisibili
6. Le obbligazioni indivisibili
7. Obbligazione cumulativa (o congiunta)
8. L’obbligazione alternativa
9. Obbligazione facoltativa
10. Obbligazioni positive o affermative
11. Le obbligazioni negative
12. Obbligazioni <<di mezzi>> e obbligazioni <<di risultato>>
13. Obbligazioni generiche e specifiche
Capitolo 43
Capitolo 44
L’adempimento
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1. Modi di estinzione delle obbligazioni
2. Disciplina dell’adempimento
3. La prestazione in luogo dell’adempimento
Capitolo 45
Capitolo 46
L’inadempimento e la mora
1. L’inadempimento in generale
2. L’imputabilità
3. Impossibilità sopravvenuta per causa non imputabile al debitore
4. Inadempimento imputabile ad debitore
5. La mora del debitore
6. La mora del creditore
7. Gli effetti dell’inadempimento imputabile al debitore: A) risarcimento in forma specifica
8. B) Il risarcimento del danno
9. La clausola penale
10. La caparra
Capitolo 47
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1. La responsabilità patrimoniale
2. Le garanzie dell’obbligazione: i privilegi
3. Tipi di privilegi
4. I diritti reali di garanzia: pegno e ipoteca
5. Il pegno
6. L’ipoteca
7. Ipoteca legale, giudiziale e volontaria
8. La pubblicità ipotecaria e i suoi effetti
9. Le garanzie semplici o personali: La fideiussione
10. La fideiussione
11. L’avallo
12. Il mandato di credito
13. Il diritto di ritenzione
Capitolo 48
1. Generalità
2. L’azione surrogatoria
3. L’azione revocatoria
4. Il sequestro conservativo
5. L’esecuzione forzata
6. La cessione dei beni ai creditori
7. L’anticresi
Capitolo 49
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Capitolo 50
1. Generalità
2. Nozione di culpa in contrahendo
3. Fasi delle trattative: la proposta ed ipotesi di sua irrevocabilità
4. L’offerta al pubblico (art. 1336)
5. L’accettazione
6. Conclusione del contratto
7. Il contratto preliminare
8. Trascrizione del preliminare ; Il preliminare di preliminare
Capitolo 51
1. Nozione
2. Interpretazione soggettiva
3. Interpretazione di buona fede
4. Interpretazione oggettiva
5. Interpretazione del cd. <<contratto oscuro>>
Capitolo 52
Capitolo 53
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La rescissione e la risoluzione del contratto
1. Premessa
2. La rescissione
3. La risoluzione
4. Inadempimento
5. Impossibilità sopravvenuta della prestazione
6. Eccessiva onerosità
Capitolo 54
I singoli contratti
Capitolo 55
La Compravendita
1. Definizione
2. Promessa di vendita, opzione, prelazione
3. Vendita ad effetti reali e vendita obbligatoria
4. Obbligazioni del venditore
5. La garanzia per evizione
6. La garanzia per i vizi
7. Le obbligazioni del compratore
8. La vendita con patto di riscatto
Capitolo 56
1. La permuta
2. I contratti di borsa
3. Il riporto
4. Il contratto estimatorio
5. La somministrazione
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Capitolo 57
1. La locazione
2. La locazione di immobili urbani
3. Altri contratti
Capitolo 58
1. Il mandato
2. Gestioni patrimoniali
3. La commissione
4. Il contratto di spedizione
5. Il contratto di agenzia
6. Franchising
Capitolo 59
1. Il deposito regolare
2. Il deposito irregolare
3. Il deposito nei magazzini generali
4. Il comodato
5. Il mutuo
Capitolo 60
I contratti bancari
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1. Il deposito bancario
2. I prestiti alla clientela
3. L’apertura di credito
4. L’anticipazione bancaria
5. Sconto
6. Il conto corrente
7. Cassette di sicurezza
Capitolo 61
1. La transazione
2. La convenzione di negoziazione assistita
Capitolo 62
Capitolo 63
Capitolo 64
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Le obbligazioni nascenti da atto illecito
Norma giuridica è il comando generale ed astratto rivolto a tutti i consociati con il quale si
impone ad essi una determinata condotta, sotto la minaccia di una determinata reazione (e cioè
una sanzione).
Le fonti sono quegli atti o fatti dai quali traggono origine le norme giuridiche.
Le leggi costituzionali sono poste nella scala gerarchica sullo stesso piano della Costituzione,
in quanto vengono emanate dal Parlamento, mediante l’adozione di una procedura più
complessa di quella prevista per le leggi ordinarie.
Sono leggi formali quelle leggi approvate dal Parlamento, secondo la procedura ordinaria
espressamente prevista dalla Costituzione.
Sono invece leggi sostanziali (o materiali) tutti gli atti a contenuto normativo,
indipendentemente dagli organi che l hanno posti in essere e quale che sia il procedimento per
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la loro formazione (anche gli atti aventi forza di legge del Governo rientrano in questa
categoria).
Per legge, dunque, si intende qualsiasi atto normativo posto in essere dagli organi
competenti nei modi e nelle forme previste dalla Costituzione.
1. Rientrano in tale ampio concetto: la Costituzione e le leggi costituzionali, le leggi ordinarie
in senso stretto, le leggi delegate e i decreti legge.
Sotto la legge e gli atti ad essa equiparati, quali fonti secondarie, vi sono i regolamenti
dell’Esecutivo, che sono atti formalmente amministrativi ma sostanzialmente normativi.
Infine troviamo gli usi o consuetudini, fonti (terziarie) non scritte caratterizzate dalla
necessaria compresenza di due elementi:
- Oggettivo, per cui il comportamento deve essere tenuto dalla generalità dei soggetti in
modo costante ed uniforme nel tempo (cd. diuturnitas);
- Soggettivo, per cui deve sussistere la convinzione della giuridica doverosità di quel
comportamento (cd. opinio iuris ac necessitatis).
Gli usi possono regolare solo materie non disciplinate dalla legge (cd. consuetudini praeter
legem) e quelle già regolamentate dalla legge nei limiti in cui siano da questa espressamente
richiamati (cd. consuetudine secundum legem).
Il codice civile è, senz’altro, la fonte di gran lunga più importante del diritto privato.
L’efficacia di una norma giuridica è circoscritta sia da limiti di tempo sia da limiti spaziali.
Nel caso specifico di conflitto tra più fontidotate della stessa forza giuridica la norma
successiva abroga quella precedente.
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- Dichiarazione espressa del legislatore;
- Dichiarazione tacita del legislatore ;
1. Referendum popolare (art. 75 Cost.);
2. Decisione di illegittimità costituzionale pronunziata dalla Corte Costituzionale;
Spesso il giudice si trova di fronte a casispecifici che nessuna norma prevede e dunque
disciplina.
Il giudice può sopperire alle deficienze legislative applicando la disciplina giuridica dettata per
un caso simile o per una materia analoga (analogia legis).
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Il ricorso all’analogia è ammissibile solo se:
- Il caso in questione non è previsto da alcuna norma;
- esistealmeno un elemento di identità tra la fattispecie prevista dalla legge e quella
non prevista;
- Il rapporto di somiglianza riguarda gli elementi della fattispecie prevista che hanno
costituito la ratio del legislatore.
L’analogia non va confusa con l’interpretazione estensiva: con quest’ultima, infatti, si resta
sempre nell’ambito della norma, che viene intesa nel suo significato più ampio;
Norme speciali sono quelle che, per soddisfare particolari esigenze, si applicano solo in
alcune materie o in alcune circostanze o per alcune categorie di soggetti.
1. Il rapporto giuridico
È rapporto giuridicoogni relazione tra due o più soggetti, regolata dal diritto.
Si distinguono:
- Il soggetto attivo, che è colui al quale l’ordinamento giuridico attribuisce determinati
poteri (diritto soggettivo);
- Il soggetto passivo, che è colui su cui grava il corrispondente obbligo o su cui
incombe una soggezione.
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B) Modificazione del rapporto
Ricorre in relazione a determinati fatti, al verificarsi dei quali il rapporto subisce un
mutamento.
C) Estinzione
Si verifica quando il diritto (o l’obbligo) viene meno definitivamente nei confronti di tutti.
Il diritto soggettivo: è il potere di agire per il soddisfacimento del proprio interesse, protetto
dall’ordinamento giuridico.
L’aspettativa: è la posizione in cui si trova il soggetto a favore del quale viene maturato un
diritto soggettivo.
Gli status: costituiscono un complesso di diritti (e doveri) che fanno capo ad un individuo in
relazione alla posizione che esso occupa in un gruppo sociale (ad esempio stato di
cittadino, stato di figlio, di coniuge etc.):
Gli interessi diffusi: sono situazioni giuridiche attive appartenenti alla generalità dei
soggetti di una comunità nel suo complesso indifferenziato.
Gli interessi collettivi: sono situazioni giuridiche attive appartenenti ad una collettività
determinata, la cui tutela è affidata ad un ente esponenziale.
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5. Classificazione dei diritti
Diritti assoluti (cd. erga omnes): sono quelli che garantiscono al titolare un potere che questi
può far valere indistintamente verso tutti gli altri soggetti, a carico dei quali sussiste un
generico obbligo negativo di non turbare l’esercizio del diritto stesso .
Diritti relativi (in personam): sono quelli che assicurano al titolare un potere che si può far
valere sono verso una o più persone determinate. (es. diritti di credito).
Diritti patrimoniali: sono i diritti che tutelano gli interessi economici dei soggetti e, pertanto,
sono suscettibili di valutazione in danaro.
Diritti non patrimoniali: sono i diritti che realizzano interessi di prevalente natura morale.
Diritti intrasmissibili: sono quelli che non possono essere trasferiti ad altri soggetti.
Diritti reali:sono quelli che attribuiscono al loro titolare una signoria piena o limitata su un
bene.
Il diritto reale può essere definito come la facoltà di agire di un soggetto sopra un bene per la
soddisfazione di un proprio interesse (Barbero).
I diritti di obbligazione sono diritti relativi, caratterizzati dal fatto che alla pretesa di un
soggetto corrisponde un obbligo facente capo ad un altro soggetto
L’esercizio del diritto soggettivo consiste nell’esplicazione dei poteri in cui il diritto consta.
Tale diritto, essendo espressione di libertà ->dev’essere garantito al titolare qualunque sia lo
scopo che questi persegua.
La legge, tuttavia, pone dei limiti generali all’esercizio del diritto.
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L’uomo è riconosciuto dall’ordinamento come soggetto del mondo giuridico, capace, cioè, di
essere titolare e di esercitare diritti e doveri giuridici.
2. Il concetto di status
Col termine status si indica la posizione di un soggetto in relazione alla sua appartenenza ad
una comunità .
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In linea generale il criterio seguito dalle leggi presuppone la verifica dell’assenza di qualsiasi
attività elettrica celebrale.
La perdita della capacità giuridica consegue altresì alla dichiarazione di morte presunta.
4. La commorienza
Si ha commorienza quando:
- Più persone muoiono a causa dello stesso evento e non si può stabilire la priorità
della morte dell’una o dell’altra.
Per l’ordinamento giuridico è spesso rilevante stabilire se una persona è ancora in vita;
La legge prevede una serie di istituti nelle ipotesi nelle quali non sia possibile stabilire con
certezza se un soggetto è vivo o morto. Tali istituti sono:
A) Scomparsa
Si concretizza nell’allontanamento della persona dal suo ultimo domicilio o residenza e
nella mancanza di notizie relative alla persona stessa.
A questo fatto sono collegate due conseguenze giuridiche:
1. Lo scomparso non può ricevere eredità né può acquistare altro diritto;
2. Il Tribunale dell’ultimo domicilio (o residenza) dello scomparso può – su istanza di
qualunque interessato o del P.M. – nominare un curatore che provveda alla
conservazione del patrimonio dello scomparso (art. 48).
B) Assenza
L’assenza è una situazione di diritto, in quanto, al contrario della scomparsa, è dichiarata con
provvedimento giudiziale se:
- la scomparsa di una persona si protragga per due anni dall’ultima notizia
Il Tribunale opera solo nel campo dei diritti patrimoniali a differenza della morte presunta.
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La dichiarazione di morte presunta prescinde da una precedente dichiarazione di assenza.
Oltre che nel caso indicato può essere dichiarata la morte presunta entro più brevi termini se la
scomparsa:
- Si riconnette ad avvenimenti che fanno ritenere probabile la morte;
- Se la scomparsa è avvenuta in seguito ad infortunio e si protrae da due anni.
Gli effetti della dichiarazione di morte presunta sono analoghi agli effetti della morte
accertata e riguardano tanto il campo patrimoniale, quanto quello personale.
In caso di ritorno o della prova dell’esistenza del presunto morto cessano gli effetti della
dichiarazione ex nunc (dal momento, cioè, del ritorno).
La capacità di agireè l'idoneità del soggetto a porre in essere validamente atti idonei a
incidere sulle situazioni giuridiche di cui è titolare senza l'interposizione di altri soggetti di
diritto.
Tale maturità viene individuata dal legislatore al compimento della maggiore età.
Alcune eccezioni:
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La capacità di agire è limitata o esclusa se un soggetto si trova in condizioni psicofisiche che lo
rendono (in tutto o in parte) incapace di provvedere ai propri interessi, ovvero abbia subito
particolari condanne penali.
L’inabilitazione
L’inabilitazione pone il soggetto in una condizione di parziale incapacità (la stessa in cui
versa il minore emancipato).
Si haad esempio nei casi di infermità abituale e attuale di mente non grave o in alcune
imperfezioni o menomazioni fisiche, come la sordità o la cecità dalla nascita ecc..
Gli atti eventualmente compiuti senza l’osservanza delle formalità prescritte sono annullabili
su istanza dell’inabilitato o dei suoi eredi o aventi causa .
La minore età
La minore età dà luogo ad una figura di incapacità legale assoluta.
Pertanto egli:
- Non può compiere atti di natura negoziale, né può stare in giudizio; Può tuttavia,
per il diritto penale, commettere reati ed essere imputabile se ha compiuto gli anni
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- Può compiere gli atti giuridici in senso stretto, idonei ad acquistare o conservare un
diritto;
- Risponde delle conseguenze dell’atto illecito, purché sia stato capace di intendere e
volere al momento del compimento dell’atto;
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Il negozio compiuto dal minore è annullabile e l’azione di annullamento si prescrive in cinque
anni che iniziano a decorrere dal raggiungimento della maggiore età .
L’interdizione giudiziale
L’interdizione giudiziale si ha quando colui che si trova affetto da abituale infermità di mente
è dichiarato, con sentenza, incapace di provvedere ai propri interessi.
L’interdizione deve essere disposta solo quando ciò si riveli necessario ai fini dell’adeguata
protezione dell’incapace.
L’interdizione legale
L’interdizione legale è quella prevista dalla legge come pena accessoria per effetto della
condanna all’ergastolo o alla reclusione per un tempo non inferiore ai cinque anni per reato
doloso.
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Il legislatore ha distinto e differentemente disciplinato diverse ipotesi:
a) Per atti unilaterali: l’annullabilità è ammessa in tutti i casi in cui dall’atto possa derivare
un grave pregiudizio per colui che ha contratto in stato di incapacità naturale;
b) Per i contratti: l’annullabilità è ammessa solo quando sussiste la malafede dell’altro
contraente;
c) Per alcuni specifici atti (matrimonio, testamento, donazione): l’annullamento è sempre
ammesso senza che vi sia la necessità di altri requisiti.
A) La responsabilità genitoriale
Il decreto legislativo 154/2013, di attuazione della riforma della filiazione (L. 219/2012), ha
modificato l’art. 316 c.c., sostituendo alla potestà dei genitori il concetto di responsabilità
genitoriale, che incombe su entrambi i genitori (a meno che il figlio sia stato riconosciuto da
uno solo).
L’espressione <<responsabilità genitoriale>> è quella che meglio definisce i contenuti
dell’impegno genitoriale, non più da considerare come una <<potestà >> sul figlio minore ma
come un’assunzione di responsabilità da parte dei genitori nei confronti del figlio.
La riforma:
Il nuovo art. 316, comma 1, c.c. richiede ai genitori di esercitare la responsabilità genitoriale di
comune accordo e, sempre di comune accordo, di scegliere la residenza abituale del figlio
minore.
Se tale accordo dovesse venir meno, il comma 2 dell’art. 316 c.c. conferma la possibilità per i
genitori di rivolgersi al giudice senza formalità .
In caso di affidamento del minore a uno solo dei genitori, in base al comma 5 dell’art. 316 c.c., il
genitore che non esercita la responsabilità genitoriale assume il ruolo di vigilare sull’istruzione,
sull’educazione e sulle condizioni di vita del figlio.
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Limite: gli atti personalissimi(ad esempio testamento, donazione, riconoscimento di figlio,
matrimonio), non possono essere compiuti dal soggetto incapace neppure per il tramite del
proprio rappresentante legale. Si tratta di un impossibilità assoluta.
C) La curatela
La volontà dell’inabilitato e del minore emancipato viene integratadall’intervento di un
curatore.
La curatela, pertanto, si distingue dalla tutela perché:
- il curatore non ha funzioni di rappresentanza ma di assistenza: cioè, non costituisce, ma
integra la volontà dell’emancipato e dell’inabilitato;
- l’attività del curatore non viene in rilievo per tutti gli atti, ma solo per alcuni di essi;
- il curatore (contrariamente al tutore) cura solo interessi di natura patrimoniale.
- L’amministrazione di sostegno
E’ stato introdotto, con L. 6/2004, l’istituto dell’amministrazione di sostegno.
L’amministrazione di sostegno ha la finalità di offrire a chi si trovi nell’impossibilità (anche
parziale o temporanea) di provvedere ai propri interessi uno strumento che ne sacrifichi
nella minor misura possibile la capacità di agire.
Colui il quale sia incapace di provvedere ai propri interessi a causa di infermità anche parziale o
temporanea (pur non versando, dunque, in stato di <<abituale infermità di mente>>), ovvero di
menomazione fisica o psichica (intesa in senso ampio, ivi comprese patologie quali l’autismo o
la demenza senile), può ricorrere al giudice tutelare affinché nomini con decreto
un<<amministratore di sostegno>>.
Possono proporre ricorso avverso il decreto di nomina:
- il beneficiario, anche se minore, interdetto o inabilitato;
- il coniuge o la persona con esso stabilmente convivente;
- i parenti entro il quarto grado e gli affini entro il secondo;
- il tutore o curatore;
- i responsabili dei servizi sanitari o sociali;
- il pubblico ministero.
Il beneficiario dell’amministrazione di sostegno conserva la capacità di agire per tutti gli
atti che non richiedono la necessaria rappresentazione o l’assistenza dell’amministrazione di
sostegno.
L’amministratore di sostegnoha l’obbligo di informare, tempestivamente, degli atti da
compiere il proprio assistito.
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In data 13 Dicembre 2017 il Senato della Repubblica ha approvato definitivamente la legge sul
biotestamento.
Tra le novità più importanti, della citata legge, il nostro legislatore ha previsto che ogni
persona maggiorenne, nel pieno possesso delle proprie capacità , possa scegliere quali
trattamenti sanitari accettare o meno, in caso di una eventuale, futura, incapacità ad
autodeterminarsi.
Ciò avviene mediante delle disposizioni anticipate di trattamento (cd. DAT) redatte nei modi
previsti dalla legge stessa (atto pubblico, scrittura privata autenticata ecc…).
1. Nozione e caratteri
I diritti dell’uomo sono riconosciuti e garantiti dall’art 2 della Costituzione italiana riconosce e,
sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove di svolge la sua personalità sancendone
l’inviolabilità (art.2).
Tutela:Per la loro importanza, tali diritti ricevono tutela sia in sede in sede penale sia in sede
civile (sia dal diritto pubblico che dal diritto privato).
In campo civile vengono tutelati con:
- L’azione inibitoria, con la quale si richiede al giudice la cessazione del fatto lesivo;
- L’azione di risarcimento, sia in forma specifica sia per equivalente.
2. Principali tipi
Dal punto di vista civilistico, l’art 2043 ccprevede l’obbligo di risarcimento del danno a carico
di colui che, compiendo un fatto con dolo o colpa, abbia cagionato ad altri un danno ingiusto.
Eccezione all’indisponibilità: Gli atti di disposizione del proprio corpo sono validi se compatibili
col rispetto della dignità umana. L’art. 5 c.c. sancisce che <<gli atti di disposizione del proprio
corpo sono vietati quando cagionino una diminuzione permanente dell’integrità fisica, o quando
siano altrimenti contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume>>.
Il fondamento normativo:
- Art. 2 Cost. e dalle sue specificazioni (artt. 13, 14, 15);
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- Art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
D) Diritto al nome
Tale diritto è riconosciuto in quanto il nome rappresenta il segno legale distintivo della
persona.
La tutela: posta a protezione di un interesse individuale e sociale, viene attuata in casi di
usurpazione del nome o di contestazioni circa il diritto all’uso di esso.
Anche lo pseudonimo o nome d’arte gode della stessa tutela del diritto al nome, sempre che,
però , tale pseudonimo abbia acquistato l’importanza del nome; occorre, cioè, che il soggetto sia
noto soprattutto con lo pseudonimo (art. 9 cc).
1. Nozione
La sede in cui le persone vivono e svolgono la loro attività è rilevante giuridicamente, perché è
necessario conoscere il luogo in cui un soggetto opera e può essere reperito.
Le relazioni territoriali della persona sono:
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Presupposto: richiede esclusivamente la presenza fisica della persona in un
determinato luogo che abbia un minimo di stabilità.
B) La residenza: La residenza è, come la dimora, una situazione di fatto, ma implica l’effettiva
e abituale presenza del soggetto in un dato luogo.
La residenza può essere scelta e mutata liberamente, ma il trasferimento deve essere
denunciato nei modi prescritti dalla legge.
La legge 94/2009 (cd. Pacchetto Sicurezza) nel modificare la disciplina delle anagrafi della
popolazione residente, ha stabilito che la persona che non ha fissa dimora si considera residente
nel comune dove ha fissato il proprio domicilio, in mancanza di questo si considera residente nel
comune di nascita.
A) Il domicilio: È il luogo ove il soggetto stabilisce la sede principale dei propri affari ed
interessi (art. 43).Il domicilio, in particolare, ha rilievo per l’apertura della successione per
causa di morte (art. 456) e per la dichiarazione di fallimento dell’imprenditore commerciale
(art. 9 legge fallimentare).
Le persone giuridiche
Per persona giuridica si intende quel complesso organizzato di persone e di beni, rivolto
ad uno scopo, al quale la legge riconosce espressamente la qualifica di soggetto di diritto.
L’ordinamento attribuisce la soggettività giuridica anche ad enti diversi dalla persona umana
per ragioni pratiche, l’esigenza è quella di assicurare il conseguimento di quegli scopi che non si
prestano ad essere conseguiti isolatamente da singoli individui.
A) Corporazioni ed istituzioni
La corporazione è il complesso organizzato di persone fisiche, in cui predomina l’elemento
personale e si suddividono a loro volta in:
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- Associazioni (in senso stretto): se lo scopo sociale non è di natura prettamente
economica (ad esempio sportivo, culturale, politico);
- Società: se invece perseguono uno scopo lucrativo o mutualistico.
B) Pubbliche – Private
- Persone giuridiche pubbliche: che perseguono interessi generali, propri dello Stato e
spesso godono di una posizione di supremazia nei confronti degli altri soggetti con cui
vengono in rapporto (i cd. enti pubblici).
- Persone giuridiche private: che perseguono, invece, fini che, pur se comuni a molti
soggetti, non sono propri dello Stato. Esse, quindi, sono, dal punto di vista giuridico,
parificate ai soggetti privati, con i quali entrano in rapporto in condizione di parità .
C) Civili – Ecclesiastiche
- Ecclesiastiche: sono le persone giuridiche che perseguono fini di culto e che, come tali,
sono disciplinate anche dal diritto canonico;
- Civili: sono tutte le persone giuridiche private.
a) Per le corporazioni:
- Una pluralità (almeno due) di persone;
- Uno scopo comune (determinabile e lecito);
- Un patrimonio sufficiente.
Il patrimonio, anche se non può mancare in quanto esplicitamente richiesto dalla legge, è
elemento costitutivo di minore importanza e costituisce il mezzo per il raggiungimento dello
scopo.
b) Per le istituzioni:
- La persona o le persone dei fondatori e le persone che ricoprono gli organi direttivi
dell’ente;
- Un patrimonio sufficiente;
- Uno scopo (determinabile e lecito).
4. Segue: Il riconoscimento
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Il D.P.R. 361/2000 abrogando il previgente art. 12 c.c., ha previsto una radicale
semplificazione del procedimento di riconoscimento delle persone giuridiche private,
prevedendo che si ottenga con l’iscrizione nel registro delle persone giuridiche
appositamente istituito presso le regioni e le prefetture (uffici territoriali del governo).
Le società commerciali: acquistano la personalità giuridica con l’iscrizione nel registro delle
imprese, da cui scaturisce, appunto, ope legis, la personalità senza necessità di ulteriori
controlli (art. 2331 c.c.).
Si intende per autonomia patrimoniale perfetta il fatto che il patrimonio della persona
giuridica rimane nettamente distinto dal patrimonio dei suoi componenti.
Le associazioni non riconosciute, invece, hanno l’autonomia patrimoniale imperfetta, nel senso
che prevedono una responsabilità di alcuni o tutti partecipanti per i debiti dell'associazione.
1) Capacità giuridica
In tema di capacità giuridica, l’ordinamento non riconosce, alle persone giuridiche,quei diritti
strettamente attribuibili alle sole entità fisiche e cioè in materia di diritti personali, queste,
essendo prive di un organismo fisico, non possono far valere le situazioni e i diritti collegati ad
esso, come ad esempio quelli derivanti dalla vita familiare, tuttavia ha diritto al nome, ha una
sede giuridica etc..
2) Capacità di agire
Le persone giuridiche hanno piena capacità di agire; esse esprimono la loro volontà
attraverso le persone fisiche, gli amministratori, che costituiscono gli organi fisici della persona
giuridica.
Si parla, al riguardo, di rappresentanza organica, per indicare che tra la persona giuridica ed
il soggetto che agisce si instaura un rapporto di compenetrazione (c.d. immedesimazione
organica) il che significa che l’organo non si sostituisce all’ente, ma ne è parte integrante.
All’ente, perciò , va imputata ogni attività svolta dall’organo nell’esercizio delle sue funzioni.
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- Gli amministratori: che sono organi esecutivi, comuni ad ogni persona giuridica (e
normalmente dotati di rappresentanza), mediante i quali la persona giuridica manifesta
la propria volontà ed entra in relazioni giuridiche con gli altri soggetti.
Il contenuto dei loro poteri è sottoposto ad un particolare regime pubblicitario; gli
amministratori sono responsabili verso l’associazione secondo le regole del mandato
(art. 18);
- L’assemblea sociale: che è l’organo deliberativo delle sole associazioni formato
dall’intera collettività degli associati. Ad essa spetta ogni decisione relativa all’esistenza,
alla disciplina ed all’attività dell’ente, essa delibera secondo il principio maggioritario.
- La costituzione
Affinché la persona giuridica possa entrare a far parte del mondo del diritto, il riconoscimento
deve esser preceduto dalla costituzione o formazione dell’ente.Con riguardo alla
costituzione occorre distinguere tra associazioni e fondazioni.
- La costituzione delleassociazioni
Si ha attraverso:
- L’atto costitutivo: che è il negozio, da stipulare nella forma dell’atto pubblico, in forza
del quale si costituisce l’associazione;
- Lo statuto: che è, invece, il documento redatto nella forma dell’atto pubblico, che
contiene le norme che regoleranno la vita dell’ente.
b) L’atto di dotazione: con cui vengono attribuiti dei beni, a titolo gratuito, al futuro ente da
costituire.
Si tratta di un negozio unilaterale di diritto patrimoniale;
c) Lo statuto: per esso vale quanto detto per la costituzione delle associazioni.
Per quanto riguarda, in particolare, la fondazione, è da notare che l’autorità governativa può
trasformarla, assegnandole un nuovo scopo che si avvicini il più possibile alla presunta volontà
del fondatore (art. 28 cc);
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Gli enti di fatto
A) Nozione:
Si tratta di complessi di soggetti dotati delle stesse caratteristiche delle persone giuridiche
(persone, patrimonio, scopo), ma che non hanno chiesto un formale riconoscimento.
L’ordinamento non li disconosce.
B) Il <<fondo comune>>
I contributi degli associati e i beni acquistati dall’ente costituiscono il cd. fondo comune e su
di esso si possono eventualmente soddisfare i terzi creditori dell’associazione.
A seguito dalla legge 22 giugno 2000, n. 192, le associazioni possono ricevere per
donazione o per successione mortis causa ma con l’obbligo di accettare l’ eredità loro
devoluta con il beneficio di inventario.
9. I comitati
B) Responsabilità
Circa la responsabilità dei membri del comitato, distinguiamo:
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- Responsabilità verso gli oblatori:
i componenti del comitato sono responsabili personalmente e solidalmente verso gli
oblatori della conservazione del patrimonio e della sua destinazione allo scopo stabilito;
- Responsabilità verso i terzi creditori:
oltre al comitato stesso con i suoi fondi, tutti i componenti del comitato sono
responsabili solidalmente e personalmente delle obbligazioni assunte dal comitato.
a) Costituzione:ai sensi dell’art. 5, D.Lgs. 155/2006, l’impresa sociale si costituisce con atto
pubblico, che deve espressamente indicare, anche, il carattere sociale dell’impresa, ed in
particolare:
b) L’oggetto sociale;
- L’assenza di scopo di lucro.
L’impresa sociale può assumere la veste giuridica più diversa, per cui è senz’altro configurabile, ad
es., una s.p.a. senza scopo di lucro che persegue finalità di utilità sociale e di interesse collettivo.
La disciplina dell’impresa sociale è stata modificata dal decreto legislativo n. 112 del 2017.
La normativa in questione prevede che alle imprese sociali si applicano, in quanto compatibili
con le disposizioni del predetto decreto, le norme del codice del Terzo settore di cui al decreto
legislativo 3 luglio 2017, n. 117, e, in mancanza e per gli aspetti non disciplinati, le norme del
codice civile e le relative disposizioni di attuazione concernenti la forma giuridica in cui
l'impresa sociale è costituita.
Tra le modifiche più rilevanti introdotte dal d.lgs n.112 del 2017 troviamo:
- L’obbligo di depositare presso il registro delle imprese e pubblicare nel proprio sito
internet il bilancio sociale redatto secondo linee guida adottate con decreto del Ministro
del lavoro e delle politiche sociali (art 9 n. 2 - d.lgs n.112/17)
- L’obbligo per gli Enti Religiosi di costituire un patrimonio destinato e di tenere separate
le scritture contabili (art 1 n. 3 d.lgs n. 112/17 )
- L’acquisizione didiritto per le cooperative sociali e i loro consorzi acquisiscono della
qualifica di imprese sociali (art 1 n. 4 d.lgs n. 112/17)
Ai sensi dell’art 42 bis del codice civile, introdotto dal decreto legislativo n. 117 del
2017,se non è espressamente escluso dall'atto costitutivo o dallo statuto, le associazioni
riconosciute e non riconosciute e le fondazioni, di cui al titolo secondo libro primo del
codice civile, possono operare reciproche trasformazioni, fusioni o scissioni.
Con la trasformazione l'ente trasformato conserva i diritti e gli obblighi e prosegue in
tutti i rapporti anche processuali dell'ente che ha effettuato la trasformazione.
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L'organo di amministrazione deve predisporre una relazione relativa alla situazione
patrimoniale dell'ente in via di trasformazione contenente l'elenco dei creditori,
aggiornata a non più di centoventi giorni precedenti la delibera di trasformazione,
nonché una relazione che illustri le motivazioni e gli effetti della trasformazione.
Alle fusioni e alle scissioni si applicano, rispettivamente, le disposizioni di cui alle
sezioni II e III del capo X, titolo V, libro V, in quanto compatibili.
Gli atti relativi alle trasformazioni, alle fusioni e alle scissioni per i quali il libro V
prevede l'iscrizione nel Registro delle imprese sono iscritti nel Registro delle Persone
Giuridiche ovvero, nel caso di enti del Terzo settore, nel Registro unico nazionale del
Terzo settore.
1. Il concetto di <<famiglia>>
A) Nozione
Il codice civile non dà una definizione della famiglia.
La Costituzione (art. 29) si limita ad affermare che <<la Repubblica riconosce i diritti della
famiglia come società naturale fondata sul matrimonio>>.
La famiglia è una formazione sociale fondata sul matrimoniocon i caratteri:
della esclusività,
della stabilità,
della responsabilità.
Il grado di parentela:
si calcola: contando le persone fino allo stipite comune senza calcolare il capostipite,
così, ad esempio, i fratelli sono parenti di secondo grado i cugini sono parenti di quarto
grado.
Si distingue in:
parentela in linea retta: se le persone discendono le une dalle altre (padre/ figlio);
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parentela in linea collaterale: se le persone, pur avendo uno stipite comune, non
discendono le une dalle altre, come i fratelli;
- Il rapporto di affinità: che lega tra loro il coniuge ed i parenti dell’altro coniuge.
Nessun rapporto, invece, lega gli affini di un coniuge con quelli dell’altro coniuge, ad
esempio consuoceri.
2. La famiglia di fatto
Capitolo 9| Il matrimonio
1. Premessa
La parola matrimonio può essere intesa: come atto costitutivo della famiglia, cioè come atto
giuridico o come rapporto giuridico:
c) Il matrimonio come atto giuridico può essere regolato o dal diritto civile ovvero dal
diritto canonico. Si può dunque scegliere tra:
Il matrimonio civile, celebrato davanti all’Ufficiale di stato civile;
- Il matrimonio concordatario, celebrato davanti al Ministro del culto
cattolico, secondo la disciplina del diritto canonico e regolarmente trascritto
nei registri dello stato civile.
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2. La promessa di matrimonio
a) Il raggiungimento dell’età minima, che è di 18 anni, sia per l’uomo che per la donna. L’età
può essere abbassata a 16 anni compiuti se lo concede il Tribunale con decreto motivato e a
seguito di accertamento della maturità psichica e fisica del minore;
b) La sanità mentale:
o l’interdetto giudiziale non può contrarre matrimonio (art. 85 cc);
o E’impugnabile il matrimonio di colui che si provi essere stato incapace di
intendere e di volere al momento del compimento dell’atto (art. 120
cc);
c) La mancanza di un vincolo di matrimonio (cd. libertà di status), salvo che il precedente
matrimonio sia stato sciolto, sia nullo o sia stato annullato.
d) l’assenza di impedimenti al matrimonio che possono essere:
Impedimenti dirimenti, in presenza dei quali il matrimonio eventualmente
contratto è invalido. Tali sono i vincoli di parentela o affinità tra gli sposi, per cui il
matrimonio è vietato.
Il cd. impedimentum criminis per cui è vietato il matrimonio tra chi è stato
condannato per omicidio tentato o consumato ed il coniuge della persona offesa dal
delitto (art. 88);
Impedimenti impedienti, che rendono solo irregolare il
matrimonioeventualmente celebrato, che quindi resta valido, e che comportano
l’irrogazione di una sanzione nei confronti degli sposi.
Tali sono:
- L’omissione di pubblicazione, salvi i casi di esonero concessi dal Tribunale,
- La mancanza del decorso del tempo che va sotto il nome di lutto vedovile, per
cui la donna che intende passare a nuove nozze non può farlo se non siano trascorsi
almeno trecento giorni (cd. tempus lugendi) dallo scioglimento, annullamento o
cessazione degli effetti civili del precedente matrimonio;
- altre violazioni di legge (artt. 134 e ss.).
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4. La celebrazione del matrimonio
A) Pubblicazione
La pubblicazione precede la celebrazione vera e propria.
Essa consiste nell’affissione alla porta della casa comunale di residenza dei due nubendi,
per un periodo di tempo di almeno otto giorni consecutivi, di un atto in cui siano indicate le
complete generalità degli sposi ed il luogo ove essi intendono contrarre matrimonio.
1) Funzione:portare a conoscenza di tutti (cd. pubblicità notizia) l’intenzione dei nubendi
di contrarre matrimonio, affinché chiunque vi abbia interesse possa fare opposizioneove
sussistono impedimenti.
B) Celebrazione
La celebrazione del matrimonio civile avviene pubblicamente, dinanzi all’ufficiale dello stato
civile, alla presenza di due testi (art. 107).
Il matrimonio costituisce un actus legittimus, nel senso che i nubendi non possono apporvi né
condizioni né termini.
2) Celebrazione per procura:È ammessa se uno degli sposi risiede all’estero, in tempo di
guerra, per i militari. Il procuratore è solo un nuncius del nubendocioè semplice
portavoce di questi.
C) Prova
La prova del matrimonio può essere data solo con l’atto di celebrazione, estratto dai registri
dello stato civile, solo tale atto attribuisce lo status di coniuge.
Si ammette che le ipotesi di invalidità previste dal codice non esauriscono i possibili casi di
impugnazione del matrimonio.
Le varie ipotesi:
A) Irregolarità
In alcuni casi l’inosservanza di un requisito richiesto dalla legge non determina l’invalidità
del matrimonio, ma solo la sua irregolarità . Ciò avviene nei casi di impedimento impediente, e
quindi per l’ipotesi di:
- Inosservanza del divieto di nozze prima che sia trascorso il periodo di lutto vedovile;
- Violazione delle norme sulla pubblicazione (art. 140);
- Altre violazioni di legge (artt. 134 e ss.).
B) Inesistenza
Il matrimonio è inesistente quando nella fattispecie manchi anche quel minimo di elementi
necessari perché si possa identificare in essa un matrimonio. Ciò avviene quando:
- Manca la celebrazione;
- Il matrimonio è celebrato tra persone dello stesso sesso (ma v. supra Cass. 4184/2012);
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- Manca il consenso degli sposi.
C) Nullità ed annullabilità
In via di principio si tende a distinguere tra:
- Nullità:
- La relativa azione è imprescrittibile;
- La legittimazione è accordata a chiunque vi abbia interesse;
- Non esiste possibilità alcuna di sanatoria;
- Annullabilità assoluta:
- La relativa azione si prescrive nel termine ordinario di dieci anni;
- Le legittimazione è accordata a chiunque vi abbia interesse;
- La legge prevede la possibilità di una sanatoria per effetto del decorso del tempo;
- Annullabilità relativa:
- La relativa azione si prescrive nel termine ordinario di dieci anni;
- La legittimazione spetta solo ad alcune persone espressamente determinate;
- Ai fini della sanatoria valgono le stesse considerazioni esposte in materia di
annullabilità assoluta.
Gli effetti del matrimonio putativo sono disciplinati dalla legge, con riferimento alla buona
fede o alla malafede dei coniugi:
- Se i coniugi hanno contratto il matrimonio in buona fede, o il loro consenso è stato
estorto con violenza o determinato da timore di eccezionale gravità derivante da cause
esterne agli sposi,il matrimonio si considera valido fino alla pronuncia della sentenza di
annullamento che quindi non avrà efficacia retroattivaper cui sono fatti salvi tutti gli
effetti nel frattempo prodottisi, anche rispetto ai figli;
- Se i coniugi, invece, hanno contratto il matrimonio in malafede, questo ha gli effetti del
matrimonio valido rispetto ai figli nati o concepiti durante lo stesso, salvo che la nullità
dipenda da incesto.
- Se solo un coniuge era in buona fede, gli effetti del matrimonio putativo si producono
solo con riferimento a lui e ai figli.
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Il matrimonio canonico con effetti civili si sostanzia in un collegamento tra celebrazione
canonica ed ordinamento statale, e si attua mediante un vero e proprio procedimento
amministrativo.
Fasi:
1) Pubblicazioni: si devono effettuare, oltre che alle porte della chiesa parrocchiale, anche alla
porta della casa comunale;
2) Eventuali oppositori: se non vi sono oppositori, l’ufficiale di stato civile, deve rilasciare un
certificato con cui dichiara che non risulta l’esistenza di cause che si oppongono alla
celebrazione, in caso contrario, deve astenersi dal rilascio del certificato e dare
comunicazione dell’opposizione. Su questa deciderà il tribunale civile.
3) Celebrazione: secondo la disciplina canonica alla presenza del sacerdote competente e con
lettura degli articoli del codice civile che stabiliscono i diritti e i doveri derivanti dal
matrimonio (artt. 143, 144 e 147). Immediatamente dopo la celebrazione il ministro del
culto compila l’atto di matrimonio in doppio originale, trasmettendone entro cinque
giorni uno all’ufficiale dello stato civile del comune in cui il matrimonio è stato
celebrato, affinché provveda alla trascrizione di esso nei registri dello stato civile;
4) Trascrizione: dev’essere compiuta dall’ufficiale di stato civile entro ventiquattro ore dal
ricevimento dell’atto di matrimonio. Nelle successive ventiquattro ore ne deve, poi,
essere data la notizia al parroco.
La trascrizione costituisce l’atto essenziale per l’attribuzione degli effetti civili del
matrimonio canonico: in sua mancanza rimane un atto solo religioso, irrilevante sotto il
profilo civile.
8. Il matrimonio <<acattolico>>
Il matrimonio acattolico viene celebrato davanti ai ministri dei culti diversi da quello
cattolicoesso non costituisce un tipo a sé di matrimonio, ma è solo una forma particolare del
matrimonio civile. Esso èregolato dalle disposizioni del codice civile concernenti il
matrimonio celebrato davanti all’ufficiale di stato civile, salvo quanto è stabilito da leggi
speciali e dagli accordi successivamente intervenuti con i rappresentanti delle diverse
confessioni acattoliche.
Effetti:a seguito della trascrizione nei registri dello stato civile, produce anch’esso, dal
giorno della celebrazione, gli stessi effetti del matrimonio civile.
La legge disciplina i rapporti personali e patrimoniali tra i coniugi, fissando per essi una serie di
diritti e di doveri reciproci.
B) La fedeltà
Il dovere di fedeltà consiste nell’obbligo per i coniugi di astenersi da rapporti sessuali con altra
persona. L’inosservanza di esso è priva di ogni rilevanza penale, potendo rilevare solo come
elemento di imputazione della responsabilità per la separazione ad uno dei coniugi.
C) L’assistenza
Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale: ciascun
coniuge, cioè, deve far fronte alle esigenze anche materiali dell’altro allorché questi non è in
grado di provvedervi.
D) La collaborazione
I coniugi devono collaborare nell’interesse della famiglia.
Essi concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare, scegliendo di comune accordo i principi
di vita sui quali sviluppare e far crescere la propria famiglia ed assumendo tutte le decisioni più
importanti ai fini di una corretta gestione del ménage familiare.
1. La comunione legale
a) Gli acquisti compiuti dai due coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio,
ad esclusione di quelli relativi ai beni personali;
b) I frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, percepiti e non consumati allo
scioglimento della comunione;
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c) I proventi dell’attività separata di ciascuno dei coniugi se, allo scioglimento della
comunione, non sono stati consumati;
d) Le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio.
e) I beni destinati all’esercizio dell’impresa di uno dei coniugi costituita dopo il
matrimonio, se sussistono al momento dello scioglimento della comunione (art. 178);
f) Gli incrementi derivanti dall’esercizio dell’impresa di uno dei coniugi costituita
prima del matrimonio, se sussistono al momento dello scioglimento della comunione
(art. 178).
Non cadono in comunione e sono beni personali di ciascun coniuge 8art. 179):
a) I beni acquisiti dal coniuge prima del matrimonio;
b) I beni acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di donazione o successione,
quando nell’atto di liberalità o nel testamento non è specifico che essi siano attribuiti
alla comunione;
c) I beni di uso strettamente personale di ciascun coniuge (gli abiti, l’orologio etc.) ed i
loro accessori;
d) I beni che servono all’esercizio della professione del coniuge (gli strumenti di lavoro,
che possono essere anche beni immobili: si pensi infatti ad uno studio professionale);
e) I beni ottenuti a titolo di risarcimento del danno, nonché la pensione attinente alla
perdita parziale o totale della capacità lavorativa;
- Il divieto di costituzione di dote (art. 166bis): è nulla ogni convenzione che tenda alla
costituzione di beni in dote, ovvero quel complesso di beni che la moglie attribuiva in
godimento al marito, pur restandone proprietaria, per aiutarlo nell’adempimento dei
doveri di mantenimento della famiglia;
- L’inderogabilità, in caso di modifica della comunione legale, delle norme relative
all’amministrazione dei beni della comunione e all’uguaglianza delle quote (cfr. l’art.
210).
A) Le convenzioni matrimoniali
Le parti possono derogare al regime legale di comunione mediante un negozio giuridico, la
convenzione matrimoniale, che deve essere stipulata per atto pubblico a pena di nullità (art,
162, comma 1).
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- Deroghe: con la convenzione i coniugi non possono derogare le norme per
l’amministrazione della comunione, né evitare l’uguaglianza delle quote relativamente ai
beni che sarebbero oggetto di comunione legale.
Modalità: la scelta del regime di separazione viene attuata o attraverso una convenzione o
effettuata anche al momento stesso della celebrazione del matrimonio ed annotata a
margine dell’atto matrimoniale.
C) Il fondo patrimoniale
I coniugi o un terzo possono, sia prima sia durante il matrimonio, costituire tramite
convenzione un fondo patrimoniale impegnando determinati beni ad sustinenda onera
matrimonii (per sostenere i pesi del matrimonio).
La proprietà dei beni, se non è stato diversamente stabilito nell’atto di costituzione, spetta
ad entrambi i coniugi. I frutti del fondo, in ogni caso, devono essere impiegati per i
bisogni della famiglia e amministrati secondo le regole della comunione legale (art. 168).
Effetti per i creditori: trattandosi, dunque, di un patrimonio separato, risulta non facilmente
aggredibile, infatti il fondo patrimoniale, è sottratto al principio sancito dall’art. 2740ccper
cui il debitore risponde dell’obbligazione con tutti i suoi beni presenti e futuri dall’altro.
Eccezione: ai sensi dell’art. 170 c.c., infatti, possono essere oggetto di esecuzione forzata
non solo i frutti ma anche i beni che costituiscono il fondo patrimoniale, purché i crediti siano
sorti per far fronte ai bisogni della famiglia o i creditori ignorassero che le obbligazioni
fossero nate per motivi estranei al soddisfacimento di tali bisogni.
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Possono essere oggetto di esecuzione forzata diretta, anche se sono sottoposti a vincolo di
indisponibilità o se oggetto di alienazione a titolo gratuito, sempre che:
• il vincolo o l'alienazione siano successivi all'insorgere del credito e
• purché il pignoramento venga effettuato entro un anno dalla trascrizione del vincolo o
dell'alienazione.
4. L’impresa familiare
Il familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o
nell’impresa familiare acquista i seguenti diritti:
Le decisioni concernenti l’impiego degli utili e degli incrementi, nonché quelle inerenti
alla gestione straordinaria, agli indirizzi produttivi ed alla cessazione dell’impresa,
devono essere adottate, a maggioranza, dai familiari che partecipano all’impresa stessa.
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1. Lo scioglimento del matrimonio
La morte costituisce il caso tipico di scioglimento del vincolo matrimoniale; alcuni effetti del
matrimonio, tuttavia, continuano a verificarsi anche dopo il decesso del coniuge.
I più importanti:
a) Il coniuge superstite ha diritti successori sul patrimonio dell’altro;
b) La vedova non può contrarre nuovo matrimonio durante il periodo di lutto vedovile;
c) La vedova conserva il cognome del marito (accanto al proprio) finché non passa a
nuove nozze;
d) I rapporti di affinità sorti col matrimonio non cessano, salvo che per alcuni effetti
specialmente determinati.
3. Segue: il divorzio
- Nozione:
Il divorzio è una causa di scioglimento del matrimonio indipendente dalla morte (reale o
presunta) di uno dei coniugi.Pertanto, causa essenziale del divorzio è la disgregazione
definitiva della comunione tra i coniugi, che, sul piano oggettivo deve essere in concreto
accertata dal giudice.
- Cause:
a) Quando sia stata pronunciata, con sentenza passata in giudicato, la separazione
giudiziale fra i coniugi, ovvero sia stata omologata la separazione consensuale, e
siano trascorsi un anno dalla separazione giudiziale ovvero sei mesi da quella
consensuale (l. n. 55/2015);
b) Quando un coniuge sia condannato, anche per fatti anteriormente commessi,
all’ergastolo o a qualsiasi pena detentiva per reati di particolare gravità
c) Quando uno dei coniugi, che sia cittadino o straniero, abbia ottenuto all’estero
l’annullamento o lo scioglimento del matrimonio o abbia contratto all’estero
nuovo matrimonio;
d) Quando il matrimonio non sia stato consumato;
e) Quando sia passata in giudicato sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso
a norma della L. 164/1982 (ora v. D.Lgs. 150/2011).
Si ricordi che può essere sciolto sia il matrimonio civile che quello concordatario.
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Gli effetti:
- Effetti personali:
a) Possibilità di contrarre nuovo matrimonio.
b) La moglie perde il cognome del marito che aveva aggiunto al proprio a seguito del
matrimonio.
- Effetti patrimoniali:
c) L’obbligo per uno dei coniugi di corrispondere un assegno periodico all’altro, in
proporzione alle proprie sostanze ed ai propri redditi.
d) La perdita dei diritti successori. Spettano, tuttavia, all’ex coniuge superstite tali altri
benefici:
- L’attribuzione della pensione di reversibilità se l’ex coniuge risulti già titolare
dell’assegno e non sia passato a nuove nozze;
- L’attribuzione di un assegno periodico a carico dell’eredità qualora l’ex coniuge
versi in stato di bisogno e risulti già titolare dell’assegno alimentare;
- Il diritto ad una percentuale sulle indennità di fine rapporto di lavoro dell’ex
coniuge;
- Lo scioglimento della comunione legale, qualora non fosse già avvenuto a seguito
della separazione.
A) Nozione e caratteri
Diversa dal divorzio è la separazione personale dei coniugi. Essa è: “la situazione di legale
sospensione dei doveri reciproci dei coniugi, salvi quelli di assistenza e di reciproco”
rispetto>>
Permangono:
- L’obbligo di assistenza morale;
- L’obbligo di mantenimento, nonché l’obbligo di corrispondere gli alimenti verso il
coniuge cui non è addebitabile la separazione.
B) Tipi di separazione:
1) Separazione di fatto:
è l’interruzione della convivenza dei coniugi, senza l’intervento di alcun provvedimento del
tribunale, ma attuata ugualmente, in via di mero fatto.
2) Separazione consensuale:
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è quella che avviene per accordo delle parti; l’accordo, per avere efficacia, dovrà essere
omologato dal Tribunale, e lo sarà solo qualora non sia in contrasto con l’interesse della
prole.
3) Separazione giudiziale:
è quella pronunciata dal Tribunale, ad istanza di uno o di entrambi i coniugi, a seguito dei
fatti, anche indipendenti dalla loro volontà , che rendano intollerabili la prosecuzione
della convivenza o rechino grave pregiudizio alla educazione della prole (art. 151).
- L’art. 155 è stato sostituito dal D.Lgs. 154/2013 (di attuazione della riforma della
filiazione).
Testo attuale:in caso di separazione, riguardo ai figli si applicano le disposizioni del Titolo IX,
Capo II, avente ad oggetto l’esercizio della responsabilità genitorialea seguito di separazione,
scioglimento, cessazione degli effetti civili, annullamento, nullità del matrimonio ovvero all’esito
di procedimenti relativi ai figli nati fuori dal matrimonio.
- L’ art. 316 c.c. ultimo comma: <<il genitore che non esercita la responsabilità
genitoriale vigila sull’istruzione, sull’educazione e sulle condizioni di vita del figlio>>.
C) La riconciliazione
Fa cessare gli effetti della separazione e può essere:
1) Espressa, se consacrata in un accordo formale;
2) Tacita, se attuata con la ripresa della vita in comune.
Tanto la riconciliazione espressa che quella tacita non richiedono una pronuncia giudiziale
per far cessare gli effetti della separazione, producendo effetto di per sé (art. 157cc).
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Giurisprudenza
Con Ordinanza n. 25604 del 12/10/2018 la Cassazione Civile ha statuito che la casa familiare
deve essere assegnata tenendo prioritariamente conto dell'interesse dei figli minorenni
e dei figli maggiorenni non autosufficienti a permanere nell'ambiente domestico in cui sono
cresciuti, per garantire il mantenimento delle loro consuetudini di vita e delle relazioni sociali
che in tale ambiente si sono radicate, sicchè è estranea a tale decisione ogni valutazione relativa
alla ponderazione tra interessi di natura solo economica dei coniugi o dei figli, ove in tali
valutazioni non entrino in gioco le esigenze della prole di rimanere nel quotidiano ambiente
domestico, e ciò sia ai sensi del previgente articolo 155 quater c.c., che dell'attuale art. 337
sexies c.c. L'assegnazione della casa coniugale, pertanto, non rappresenta una componente
delle obbligazioni patrimoniali conseguenti alla separazione o al divorzio, od un modo per
realizzare il mantenimento del coniuge più debole, ma è espressamente condizionata soltanto
all'interesse dei figli.1
Giurisprudenza:
I criteri di attribuzione dell’assegno di divorzio fissati dalle Sezioni Unite del 2018
Le Sezioni Unite con decisione dell’ 11/07/2018 n. 18287 hanno concluso che dichiarato che
all'assegno di divorzio deve attribuirsi una funzione assistenziale e, in pari misura,
compensativa e perequativa. Ai fini del riconoscimento dell'assegno si deve adottare un
criterio composito che, alla luce della valutazione comparativa delle rispettive condizioni
economico-patrimoniali, dia particolare rilievo al contributo fornito dall'ex coniuge richiedente
alla formazione del patrimonio comune e personale, in relazione alla durata del matrimonio,
alle potenzialità reddituali future ed all'età dell'avente diritto. Il parametro così indicato si
fonda sui principi costituzionali di pari dignità e di solidarietà che permeano l'unione
matrimoniale anche dopo lo scioglimento del vincolo. Il contributo fornito alla conduzione della
vita familiare costituisce il frutto di decisioni comuni di entrambi i coniugi, libere e
responsabili, che possono incidere anche profondamente sul profilo economico patrimoniale di
ciascuno di essi dopo la fine dell'unione matrimoniale. 2
1
Massime a cura della Redazione di Pluris-Wolters –Kluwers Italia tratte dal portale telematico;
2
Massima a cura della Redazione di Pluris-Wolters –Kluwers Italia tratta dal portale telematico
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Tale convenzione può riguardare coniugi con o senza figli minorenni o con prole
maggiorenne incapace o portatrice di handicap ovvero economicamente non
autosufficiente (articolo 6 legge 162/2014). In quest’ultimo caso, tuttavia, l’accordo deve
essere trasmesso al PM che può “autorizzarlo” se ritiene lo stesso corrispondente
all’interesse dei figli oppure, se non valuta positivamente detto aspetto, lo trasmette entro 5
giorni al Presidente del tribunale.
1. L’unione civile
La legge Cirinnà (l. 76/2016), entrata in vigore l’05/06/2016, istituisce l’unione civile tra
persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale ai sensi degli articoli 2 e 3 della
Costituzione e reca altresì, la disciplina delle convivenze di fatto.
Con la legge Cirinnà, due persone maggiorenni dello stesso sesso, possono costituire
un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile ed alla presenza di
due testimoni.
L’ufficiale di stato civile provvede alla registrazione degli atti di unione civile tra persone dello
stesso sesso nell’archivio dello stato civile.
2. Cause impeditive
Sono cause impeditive per la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso:
1) la sussistenza, per una delle parti, di un vincolo matrimoniale o di un’unione civile
tra persone dello stesso sesso;
2) l’interdizione di una delle parti per infermità di mente;
3) la sussistenza tra le parti dei rapporti di parentela di cui all’articolo 87, primo
comma, del codice civile; non possono altresì contrarre unione civile tra persone
dello stesso sesso lo zio e il nipote e la zia e la nipote;
4) la condanna definitiva di un contraente per omicidio consumato o tentato nei
confronti di chi sia coniugato o unito civilmente con l’altra parte;
La sussistenza di una delle cause impeditive previste per legge, comporta la nullità
dell’unione civile tra persone dello stesso sesso.
L’unione civile costituita da una parte durante l’assenza dell’altra non può essere impugnata
finché dura l’assenza.
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L’unione civile può essere impugnata dalla parte il cui consenso è stato estorto con violenza
o determinato da timore di eccezionalegravità determinato da cause esterne alla parte stessa.
Può essere altresì impugnata dalla parte il cui consenso è stato dato per effetto di errore
sull’identità della persona o di errore essenziale su qualità personali dell’altra parte.
L’azione non può essere proposta se vi è stata coabitazione per un anno dopo che è cessata
la violenza o le cause che hanno determinato il timore ovvero sia stato scoperto l’errore.
Se si oppone la nullità della prima unione civile, tale questione deve essere preventivamente
giudicata.
L’unione civile tra persone dello stesso sesso è certificata dal relativo documento attestante la
costituzione dell’unione, che deve contenere:
1) i dati anagrafici delle parti,
2) l’indicazione del loro regime patrimoniale e della loro residenza,
3) oltre ai dati anagrafici e la residenza dei testimoni.
Mediante dichiarazione all’ufficiale di stato civile le parti possono stabilire di assumere, per la
durata dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, un cognome comune scegliendolo tra i
loro cognomi.
Con la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso le parti acquistano gli stessi
diritti e assumono i medesimi doveri;
dall’unione civile deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla
coabitazione.
Entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria
capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni.
Il regime patrimoniale dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, in mancanza di
diversa convenzione patrimoniale, è costituito dalla comunione dei beni.
In caso di morte del prestatore di lavoro, le indennità previste per legge devono
corrispondersi anche alla parte dell’unione civile.
L’unione civile si scioglie altresì nei casi previsti dall’articolo 3, n. 1) e n. 2) lettera a), c), d) ed
e) della legge sul divorzio, quindi per condanna a determinati reati di una delle due parti o in
caso di vizio totale di mente ecc…
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L’unione civile si scioglie, inoltre, quando le parti hanno manifestato anche disgiuntamente la
volontà di scioglimento dinanzi all’ufficiale dello stato civile.
->In tale caso la domanda di scioglimento dell’unione civile è proposta decorsi tre mesi dalla
data di manifestazione di volontà di scioglimento dell’unione.
5. I conviventi di fatto
I conviventi di fatto hanno gli stessi diritti spettanti al coniuge nei casi previsti
dall’ordinamento penitenziario.
Ciascun convivente di fatto può designare l’altro quale suo rappresentante con poteri pieni o
limitati:
a) in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e di volere, per le decisioni in
materia di salute;
b) in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del
corpo e le celebrazioni funerarie.
In caso di morte del convivente proprietario della casa di comune residenza, il convivente
di fatto superstite ha diritto di continuare ad abitare nella stessa per due anni o per un
periodo pari alla convivenza se superiore a due anni e comunque non oltre i cinque anni.
Ove nella stessa coabitino figli minori o figli disabili del convivente superstite, il
medesimo ha diritto di continuare ad abitare nella casa di comune residenza per un
periodo non inferiore a tre anni.
Nei casi di morte del conduttore o di suo recesso dal contratto di locazione della casa di
comune residenza, il convivente di fatto ha facoltà di succedergli nel contratto.
6. Il contratto di convivenza
I conviventi di fatto possono disciplinare i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune
con la sottoscrizione di un contratto di convivenza.
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Il contratto deve essere redatto in forma scritta, a pena di nullità, con atto pubblico o
scrittura privata con sottoscrizione autenticata da un notaio o da un avvocato che ne
attestano la conformità alle norme imperative e all’ordine pubblico.
Ai fini dell’opponibilità ai terzi, il professionista che ha ricevuto l’atto in forma pubblica o che
ne ha autenticato la sottoscrizione deve provvedere entro i successivi dieci giorni a
trasmetterne copia al comune di residenza dei conviventi per l’iscrizione all’anagrafe.
Il regime patrimoniale scelto nel contratto di convivenza può essere modificato in qualunque
momento nel corso della convivenza con le modalità prescritte, ovvero forma scritta a pena di
nullità .
Il contratto di convivenza è affetto da nullità insanabile che può essere fatta valere da
chiunque vi abbia interesse se concluso:
1) in presenza di un vincolo matrimoniale, di un’unione civile o di un altro contratto di
convivenza;
2) da persona minore di età;
3) da persona interdetta giudizialmente;
4) in caso di condanna per il delitto di omicidio consumato o tentato sul coniuge dell’altra.
La risoluzione del contratto di convivenza per accordo delle parti o per recesso unilaterale
deve essere redatta nelle forme previste dalla legge Cirinnà (quindi per iscritto attraverso
scrittura privata autenticata o atto pubblico).
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Qualora il contratto di convivenza preveda il regime patrimoniale della comunione dei beni, la
sua risoluzione determina lo scioglimento della comunione medesima e si applicano, in
quanto compatibili, le disposizioni del codice civile.
Nel caso di recesso unilaterale da un contratto di convivenza il professionista che riceve o che
autentica l’atto è tenuto, oltre agli adempimenti già descritti, a notificarne copia all’altro
contraente all’indirizzo risultante dal contratto.
Nel caso in cui la casa familiare sia nella disponibilità esclusiva del recedente, la
dichiarazione di recesso, a pena di nullità , deve contenere il termine, non inferiore a novanta
giorni, concesso al convivente per lasciare l’abitazione.
In caso di cessazione della convivenza di fatto, il giudice stabilisce il diritto del convivente di
ricevere dall’altro convivente e gli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in
grado di provvedere al proprio mantenimento.
In tali casi, gli alimenti sono assegnati per un periodo proporzionale alla durata della
convivenza e nella misura determinata ai sensi del codice civile.
Per i figli nati nel matrimoniolo status di figlio si forma d’ufficiocon la denuncia di
nascita e la formazione dell’atto relativo.
Invece, per i figli nati fuori dal matrimonio occorre il riconoscimento o un accertamento
giudiziario del rapporto di filiazione.
2. Diritti e doveri dei figli, responsabilità genitoriale e rapporti con gli ascendenti
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- Ha diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti;
- Deve rispettare i genitori e deve contribuire, in relazione alle proprie capacità , alle
proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia finché convive con
essa;
- Ha diritto di essere ascoltato in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano, se
ha compiuto 12 anni.
Il riconoscimento del figlio nato fuori dal matrimonio deve essere fatto:
- nell’atto di nascita,
- con un’apposita dichiarazione, successiva alla nascita o al concepimento, davanti a un
ufficiale dello stato civile o in un atto pubblico o in un testamento.
Il riconoscimento è irrevocabile.
Il figlio nato fuori del matrimonio può essere riconosciuto dalla madre e dal padre, anche se già
uniti in matrimonio con un’altra persona all’epoca del concepimento.
Riconoscimento del figlio che ha compiuto 14 anninon produce effetto senza il suo
assenso.
Per quanto concerne l’inserimento del figlio nato fuori dal matrimonio nella famiglia del
genitore che ha proceduto al riconoscimento:
occorre il consenso dell’altro coniuge convivente;
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Si ammette il riconoscimento dei figli nati da persone tra le quali esiste un vincolo di
parentela in linea retta all’infinito o in linea collaterale nel secondo grado o un vincolo di
affinità in linea retta con i seguenti presupposti:
a) autorizzazione del giudice
b) Interesse del figlio e alla necessità di evitare allo stesso qualsiasi pregiudizio.
Al riguardo occorre precisare che: il marito è padre del figlio concepito o nato durante il
matrimonio,
oppure
quando non sono trascorsi 300 giorni dalla data dell’annullamento, dello scioglimento o
della cessazione degli effetti civili del matrimonio.
L’art. 243bis c.c, prevede la possibilità di esercitare azione di disconoscimento anche sul figlio
nato nel matrimonio;
Non è più richiesta la sussistenza di specifici presupposti (come l’adulterio, l’impotenza,
la non coabitazione) per l’esercizio dell’azione.
Alla madreviene concesso il termine di 6 mesiper esercitare l’azione, non solo dalla nascita
del figlio, ma anche dal giorno in cui è venuta a conoscenza dell’impotenza di generare del
marito al tempo del concepimento.
Al padre viene concesso il termine di 1 anno per esercitare l’azione non solo dalla nascita ma
anche dal giorno in cui è venuto a conoscenza dell’adulterio della moglie ovvero della
propria impotenza a generare.
In entrambi i casi, tanto per la madre quanto per il padre l’azione non può essere esercitata
se sono trascorsi 5 anni dalla nascita.
L’azione può essere esercitata anche dal figlio che ha raggiunto la maggiore età , e in questo
casol’azione è imprescrittibile.
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E’ un’azione residuale rispetto alle altre due azioni più specifiche di disconoscimento della
paternità e di reclamo dello stato di figlio.
Tale situazione, sussiste, anche se il minore si trova presso istituti di assistenza o comunità di tipo
familiare ovvero siano in affidamento familiare.
Lo stato di adottabilità vienedichiarato dal tribunale per i minorenni (del luogo in cui il
minore si trova)
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La segnalazione della situazione di abbandono:
Può essere effettuata da parte di chiunquepresso la pubblica autorità ;
E’ obbligatoria per i pubblici ufficiali, gli incaricati di un pubblico servizio e gli
esercenti un servizio di pubblica necessità;
E’ obbligatoriaper chiunque abbia accolto,presso la propria abitazione,un minore
stabilmente e per un periodo superiore a sei mesi.
Procedimento di adozione:
- I coniugi che intendono adottare un minore devono presentare domanda al Tribunale
per i minorenni;
- Il Tribunale per i minorenni stabilisce un periodo di affidamento preadottivo, alla
coppia prescelta, della durata di un anno (prorogabile, nell’interesse del minore, per un
altro anno), prima che intervenga l’eventuale provvedimento definitivo di adozione;
- Dopo un anno, il Tribunale per i minorenni verifica che sussistono tutte le condizioni
previste dalla legge e, senza altra formalità di procedura, provvedere sull’adozione con
sentenza in camera di consiglio.
Effetti dell’adozione:
a) Effetto legittimante: il minore adottato acquista lo stato di figlio degli adottanti e ne
assume il cognome;
b) Effetto risolutivo: cessano i rapporti giuridici tra adottato e la famiglia d’origini, salvi i
divieti matrimoniali.
Caratteristiche:
a) E’ possibile anche quando non sussiste la dichiarazione dello stato di adottabilità;
b) la diversità di requisiti degli adottanti;
c) la semplificazione della procedura;
d) la necessità del consenso dell’adottante e dell’adottato che abbia compiuto i
quattrodici anni di età (se di età inferiore deve comunque essere sentito il legale
rappresentante);
e) la revocabilità dell’adozione.
3. L’adozione internazionale
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Le persone residenti in Italia che intendono adottare un minore straniero residente
all’estero devono:
- Presentare dichiarazione di disponibilità al Tribunale per i minorenni del distretto
in cui hanno la residenza e chiedere che lo stesso dichiari la loro idoneità all’adozione.
- Ottenuto il decreto di idoneità, dal Tribunale per i minorenni, devono conferire
incarico a curare la procedura di adozione ad un ente autorizzato,
- L’ente autorizzato svolgerà le pratiche di adozione presso le competenti autorità del
paese estero,
- Valutate le conclusioni dell’ente incaricato,verrà disposta l’adozione dalla competente
autorità del paese estero,
- La Commissione per le adozioni internazionali, dichiara che l’adozione risponde al
superiore interesse del minore e ne autorizzal’ingresso e la residenza permanetene
in Italia.
- Il minore adottato acquista la cittadinanza italiana per effetto della trascrizione del
provvedimento di adozione nei registri dello stato civile.
4. L’adozione di maggiorenni
E’ permessa alle persone che abbiano compiuto i 35 anni e che superino di almeno 18 anni
l’età di coloro che intendono adottare
Regole:
- I genitori naturali non possono adottare ipropri figli nati fuori del matrimonio;
- Con atti contestuali o successivi vieneammessal’adozione di più persone.
Requisiti:
- Consenso dell’adottante e dell’adottando;
- L’assenso dei genitori dell’adottando e del coniuge dell’adottante e dell’adottando, se
coniugati e non legalmente separati.
2) Conseguenze:
- A seguito del decreto (motivato) di adozione, l’adottato di regola assume il cognome
dell’adottante e lo antepone al proprio;
- L’adozione non attribuisce alcun diritto di successione all’adottante;
- L’adottatoacquista, nei confronti dell’adottante, i normali diritti successori spettanti
agli altri figli.
L’affidamento cessa: con provvedimento della stessa autorità che lo ha disposto, una volta che
sia venuta meno la situazione di temporanea difficoltà che lo ha determinato.
6. La stepchild adoption
La legge sulle unioni civili ( L. n.76 del 2016) non ha introdotto espressamente anche la
possibilità per uno dei componenti della coppia di adottare il figlio del partner.
La stepchild adoption, tuttavia, è stata, di fatto, riconosciuta dall’elaborazione
giurisprudenziale.
La Cassazione civile con la pronuncia n. 19599 del 2016 ha ammesso il riconoscimento e la
trascrizione degli atti di nascita formati all’estero che indicano come genitori due donne che
hanno contribuito alla generazione: l’una con l’apporto del proprio ovocita e l’altra con la
gravidanza ed il parto. Si è posto così in primo piano l’interesse dei bambini e la tutela dei figli
delle coppie omosessuali.
La stepchild adoption, pertanto, anche se non fa formalmente parte del nostro ordinamento è
comunque un istituto che di fatto viene riconosciuto ed applicato dai giudici.
1. Generalità
Fondamento:il principio della solidarietà familiare è alla base di tale obbligazione unito
aldiritto all’assistenza materiale della persona priva di mezzi e che prima veniva mantenuta
dalla famiglia.
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Caratteristiche:Il diritto agli alimenti è imprescrittibile nonché personalissimo, di
conseguenze non può essere:
- ceduto,
- compensato,
- sottoposto ad esecuzione forzata,
- trasmesso,
- rinunciato.
Invece l’obbligo del mantenimentosorge al momento della nascita e non è necessario uno
stato di bisogno.
Colui che è obbligato al mantenimento, inoltre, deve provvedere a tutte le occorrenze di vita
dell’avente diritto proporzionalmente alle sue sostanze e delle sue possibilità .
Misura degli alimenti: devono essere assegnati avente riguardo al bisogno di chi li domanda
e alle condizioni economiche di chi deve somministrare e in via proporzionale.
Non devono superare quanto dia necessario per la vita dell’alimentando, avuto riguardo alla
sua posizione sociale.
1) Nello specifico:
- Il donatario non è tenuto a corrispondere gli alimenti, oltre il valore della
donazionestessa .
- Tra fratelli e sorelle gli alimenti sono dovuti nella misura dello stretto necessario.
2) Il nuovo art 448bis, dispone laperdita del diritto agli alimenti da parte del figlio o
dei discendenti, nei confronti del genitore decaduto dalla responsabilità
genitoriale.
Successione mortis causa (per causa morte): trova il suo fondamento nella morte di un
soggetto.
Con la morte i diritti patrimoniali di una persona si trasmettono (salvo eccezioni) ad altri
soggetti, mediante testamento o dalla legge.
Oggetto di successione
Formano oggetto di successione soltanto:
- I rapporti patrimoniali di natura reale e le relative azioni, tranne quelli
personalissimi come l’usufrutto, l’uso, l’abitazione, che si estinguono con la morte del
loro titolare;
- I rapporti potestativi;
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- I rapporti patrimoniali personali (cioè i diritti di credito),
- I rapporti inerenti all’azienda del de cuius
Tutti i rapporti non patrimoniali che siano personalissimio familiari si estinguono con la
morte del titolare.
Sono:
1. Carattere patrimoniale della successione: la successione mortis causacostituisce uno dei
modi di acquisto di diritti patrimoniali;
2. Carattere della continuità fra de cuius (cioè defunto) e successore nella titolarità dei
rapporti giuridici attivi e passivi;
3. Carattere derivativo dell’acquisto dei beni per successione.
L’ erede:
Subentra nei rapporti attivi e passivi del de cuius;
Subentra nel possesso;
Risponde dei debiti del defunto anche coi propri beni, salvo che abbia accettato con la
formula del beneficio d’inventario.
Occorre che l’erede compia un atto di accettazione per l’acquisto dell’eredità
Il legatario:
Non subentra nel possesso ma inizia un nuovo possesso;
Non è tenuto a pagare i debiti ereditari, a meno che il defunto non abbia posto
espressamente a suo carico il pagamento di qualche debito che non sia, tuttavia,
superiore al valore del legato ricevuto;
Non è necessario un apposito atto di volontà del legatario in quanto opera ipso iure,
cioè di diritto. E’ tuttavia possibile una rinuncia.
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1. Caratteristiche della successione a titolo universale
C) La delazione
La delazione è l’attribuzione (offerta), in favore del chiamato, del diritto a succedere, sul
fondamento della vocazione; essa costituisce l’aspetto dinamico della vocazione.
Tipi di delazione
La delazione può essere:
1. Successiva (cd. devoluzione): se, per effetto di un’unica chiamata, due o più soggetti
sono destinati a succedere l’uno dopo la morte dell’altro;
2. Solidale: ciascun successore è chiamato per l’intero, in concorso con altri;
3. Condizionata: se l’istituzione di erede è fatta sotto condizione sospensiva o risolutiva
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4. Indiretta: essa si ha nella rappresentazione; infatti il rappresentante acquista la
medesima posizione del rappresentato.
E) il patto di famiglia
Nozione:Il patto di famiglia può essere definito come il contratto con cui l’imprenditore
trasferisce, in tutto o in parte, l’azienda, o il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in
tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti.
Natura giuridica: tali patti possono essere qualificati come patti successori di tipo
dispositivo, finalizzati a permettere agli imprenditori di garantire una successione certa
nelle aziende e, contestualmente, a non ledere i diritti degli altri legittimari.
Trattasi di un negozio traslativo inter vivos (che può produrre effetti anche post mortem) ad
efficacia reale.
G) L’eredità giacente
Quando si apre la successione con la morte del de cuius, può avvenire che il chiamato o i
chiamati (per testamento o per legge) non accettino subito l’eredità.
Onde evitare che il patrimonio rimanga abbandonato, è stato predisposto dal legislatore
l’istituto dell’eredità giacente al fine di tutelare gli interessi dell’eredità .
Il curatore dell’eredità è nominato, mediante decreto, dal tribunale del circondario in cui si è
aperta la successione.
3. La capacità e l’indegnità
A) La capacità di succedere
È l’attitudine a subentrare nella titolarità dei rapporti giuridici di cui era titolare il de cuius.
L’art. 462 stabilisce il principio generale per cui è capace di succedere chi sia nato nel
momento in cui si apre la successione.
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La capacità di succedere va riferita sempre al tempo dell’apertura della successione.
Pertanto, in caso di successione di leggi nel tempo, va applicata la legge vigente nel momento
dell’apertura della successione.
c) Categorie di incapaci
I premorti o coloro che non sono concepiti mancano della soggettività e dunque non si
può nemmeno parlare di capacità di succedere.
Secondo Bianca, l’indegnità è una sanzione civile fondata sul non poter consentire di trarre
profitto a colui il quale abbia gravemente offeso il de cuius o abbia attentato alla sua libertà
testamentaria.
I casi di indegnità (tassativi) sono previsti dall’ art. 463 c.c. cui si rinvia.
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Effetti dell’indegnità:
a) Se l’indegnità sia viene accertata al tempo dell’apertura della successione vi è
impossibilità per l’indegno di adire efficacemente l’eredità ;
b) Se l’indegnità viene accertata in seguito giudizialmentel’indegno deve restituire
l’eredità nonché i frutti percepiti dopo l’apertura della successione .
La sentenza ha pertanto effetto retroattivo, per cui l’indegno si considera come se non fosse
mai stato erede.
A) La sostituzione testamentaria
Si ha sostituzione testamentaria quando il testatore, dopo aver istituito l’erede o il legatario,
dispone che a questo debba subentrare un’altra persona al verificarsi di un determinato
evento.
B) La sostituzione ordinaria
Si ha quando il testatore, prevedendo il caso che il chiamato non possao non voglia accettare
l’eredità o il legato, designi al suo posto un’altra persona.
Verificandosi il presupposto per la sua chiamata, il sostituto subentra nella posizione che avrebbe
avuto l’istituito se avesse accettato, con tutti gli obblighi (purché non si carattere personale) ad
essa inerenti.
C) La sostituzione fedecommissaria
Si ha sostituzione fedecommissaria quando, nel testamento, il testatore impone all’erede o al
legatario l’obbligo di conservare i beni, affinché alla sua morte tali beni possano
automaticamente passare ad altra persona (cd. sostituito) indicata dal testatore medesimo.
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Limiti della sostituzione fedecommissaria:
- Istituito può essere solo un interdetto, che sia discendente o coniuge del testatore;
- Sostituito può essere solo la persona o l’ente che, sotto la vigilanza del tutore, ha
avuto cura dell’interdetto medesimo.
D) Il diritto di rappresentazione
La rappresentazione è l’istituto in forza del quale i discendenti subentrano nel luogo e nel
grado del loro ascendente in tutti i casi in cui questi non può o non vuole accettare l’eredità
o il legato del de cuius.
I presupposti sono:
- La chiamata a succedere di un soggetto che non voglia o non possa accettare (per
premorienza, indegnità , assenza o rinunzia alla successione);
- La mancanza di disposizioni sostitutive che prevalgono sulla rappresentazione,
Essi:
1. subentrano nel luogo e nel grado del loro ascendente,
2. possono succedere per rappresentazione anche se hanno rinunciato all’eredità della
persona in luogo della quale subentrano o se sono incapaci o indegni di succedere
rispetto a questa;
3. Non devono essereindegni rispetto al de cuius.
E) Il diritto di accrescimento
Nozione:L’accrescimento consiste nell’incremento della quota ereditaria allorquando sono
chiamate alla successione (eredità o legato) più persone congiuntamente ed una di esse non
voglia o non possa accettare.
In tal caso la quota di ciascun chiamato si accrescein quanto comprende anche quella del
chiamato che non ha accettato.
Nel legato, invece, è sufficiente che sia stato legato lo stesso oggetto a più persone, anche se in
base a separate disposizioni.
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- Dal testamento non risulti una diversa volontà del testatore
- Non sussistono i presupposti dell’istituto della rappresentazione
Modalità
Quando la prima vocazione resta in tutto o in parte inefficace, perché un soggetto chiamato
all’eredità non possa o non voglia accettare, si applicano in ordine i seguenti istituti:
- Se il testatore ha previsto la sostituzione, chiamata a succedere è la persona indicata dal
testatore;
- Se la sostituzione non è stata prevista opera, se ne ricorrono le condizioni, la
rappresentazione;
- In subordine opera l’accrescimento, se si tratta di successione testamentaria e ne
ricorrano i presupposti;
- Se, infine, nemmeno l’accrescimento può trovare applicazione, la porzione dell’erede
mancante si devolve agli eredi legittimi, mentre la porzione del legatario mancante resta
a profitto dell’onerato.
Effetti dell’accrescimento
I coeredi o legatari, a favore dei quali si verifica l’accrescimento, subentrano negli obblighi cui
era soggetto l’erede o il legatario mancante, ad eccezione di obblighi a carattere personale.
1. L’accrescimento opera di diritto non occorre, perciò , da parte di chi se ne avvantaggia,
un apposito atto di accettazione ed è irrinunziabile.
2. L’acquisto per accrescimento retroagisce al momento dell’apertura della successione.
La chiamata a succedere, perfezionata con la delazione, diventa efficace solo con l’accettazione
che rappresenta l’atto unilaterale con cui il chiamato acquista l’eredità .
A) Il diritto di accettazione
Nozione e natura giuridica
E’ il diritto del chiamato ad acquistare l’eredità : esercitando tale diritto il semplice chiamato si
trasforma in erede.
La natura del diritto potestativo è personale con conseguenze patrimoniali.
Tipi e forme
L’accettazione può essere:
- Pura e semplice: produce la confusione tra il patrimonio del defunto e quello
dell’erede e la responsabilità <<ultra vires>> dell’erede per i debiti ed i legati
ereditari;
- Con beneficio d’inventario.
82
Al riguardo occorre distinguere:
a) Se il chiamato è nel possesso dei beni ereditari: è tenuto ad inventariarli entro 3 mesi
dall’apertura della successione decidendo necessariamente se accettare o rinunziare nei 40
giorni successivi. Se questi termini non sono rispettati, il chiamato è considerato erede puro
e semplice
b) Se il chiamato non è nel possesso di beni ereditari: può accettare con beneficio finché
non sia prescritto il diritto di accettazione.
L’effetto del beneficio d’inventario si sostanzia nel tener distinto il patrimonio del defunto da
quello dell’erede. Pertanto:
- L’erede conserva verso l’eredità tutti i diritti e tutti gli obblighi che aveva verso il
defunto;
- L’erede ha una limitazione di responsabilitànon è tenuto al pagamento dei debiti
ereditari e dei legati oltre il valore dei beni a lui pervenuti;
- I creditori del defunto e i legatari hanno il diritto di essere soddisfatti sui beni ereditari
con preferenza rispetto ai creditori personali dell’erede.
- Soggetti legittimati:
- creditori del defunto
- legatari.
- Effetti: attribuire una preferenza nel soddisfacimento sui beni ereditari, a favore dei
creditori e legatari separatisti, nei confronti dei creditori dell’erede e dei creditori e
legatari non separatisti.
La separazione dei beni:
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- non crea patrimoni separati
- attribuisce ai separatisti un diritto reale di garanzia sui beni separati simi al pegno o
all’ipoteca ma da questi distinto.
Caratteri:
- E’ un’azione imprescrittibile;
- È un’azione esperibile erga omnes;
- È un’azione di condanna poichè diretta a rivendicare i beni che fanno parte del
patrimonio ereditario;
- Può essere di mero accertamento della qualità di erede;
- E’ un azione reale perché si esercita sui beni;
- E’ un’azione universale perché ha ad oggetto l’eredità
Presupposti
I presupposti dell’azione sono:
a) L’accettazione dell’eredità da parte dell’erede;
b) Il possesso da parte di un terzo di beni ereditari.
E) L’erede apparente
Nozione:Erede apparente è colui che, in base a qualche indizio oggettivo attendibile è apparso
in veste di erede ad un terzo.
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- Tutela:L’azione di petizione, intentata dall’erede effettivo può essere esercitata anche
contro gli aventi causa dal possessore (a titolo di erede o senza titolo).
L’avente causa dall’erede apparente, convenuto e soccombente in giudizio, ha l’obbligo
di restituire all’erede effettivo il bene in quanto è sprovvisto di titolo per continuare a
possedere. In questo caso, il bene, siconsidera come mai uscito dal patrimonio
ereditario.
F) La rinuncia all’eredità
Nozione:La rinunzia all’eredità è un negozio unilaterale tra vivi, non recettizio, con il quale il
chiamato dichiara di non voler acquistare l’eredità .
6. La successione legittima
L’espressione successione legittima evidenzia che la successione avviene per volontà di legge e
non per volontà privata espressa mediante testamento.
Con la successione legittima, il legislatore, ha inteso valorizzare il principio della solidarietà del
vincolo familiare, pertanto, in ossequio a ciò i beni del defunto sono devoluti al nucleo familiare.
- Presupposti:
- Morte del de cuius senza testamento;
- Esistenza di un testamento ma privo di disposizioni patrimoniali, o nullo, o annullato, o
revocato;
- Esistenza di un testamento che dispone solo per alcuni dei beni del de cuius (caso di
coesistenza di successione testamentaria e di successione legittima.
- Sono successori legittimi: il coniuge, i discendenti, gli ascendenti, i collaterali e gli altri
parenti fino al sesto grado. In mancanza di questi successori l’eredità è devoluta allo
Stato.
Si precisa che:
- Ciascun ordine esclude il successivo
- All’interno di ciascun ordine, di regola, il grado prossimo esclude quello più lontano.
- Il coniuge concorre con i primi due ordini ed esclude il terzo.
Al coniuge superstite spetta, inoltre, il diritto di abitazione sulla casa coniugale e di uso dei mobili
(C. Cost. 1988/527).
Lo Stato:
a) Acquistal’eredità di diritto, senza necessità di accettazione, a decorre dall’apertura
della successione;
b) E’ l’unica figura di erede che non può rinunciare;
c) Non risponde mai dei debiti ereditari e dei legati oltre il valore dei beni acquistati.
7. La successione testamentaria
Nozione e rilevanza
Il testamento è l’atto,unilaterale e revocabile, col quale un soggetto dispone di tutte le proprie
sostanze o di parte di esse per il tempo in cui avrà cessato di vivere.
Il testamento è destinato ad avere effetti a causa della morte e dopo la morte.
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- È negozio unilaterale: in quanto è valido indipendentemente dall’accettazione dei
successori;
- È negozio non-recettizio: la sua efficacia prescinde dalla conoscenza di tal negozio da
parte del chiamato;
- È un atto unipersonale;
- È negozio gratuito: in quanto, il testatore, non riceve alcun corrispettivo per gli atti di
disposizione;
- È atto revocabile e modificabile;
- È atto personalissimo: il testamento deve essere opera esclusiva del testatore; da qui il
divieto di rappresentanza e di ingerenza del terzo nel testamento;
- È negozio formale (o solenne): il testamento, a pena di nullità , deve essere redatto per
iscritto (forma costitutiva);
La volontà testamentaria
La volontà del testatore deve essere spontanea, e deve manifestarsi in modo espresso, in una
delle forme solenni previste dalla legge.
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- È nulla la disposizione subordinata alla condizione di reciprocità cioè alla condizione
di essere vicendevolmente avvantaggiato nel testamento dell’istituito;
- È nulla la condizione che impedisce le prime o ulteriori nozze dell’istituito.Resta,
però , valida la corrispondente disposizione
Il termine
Per quel che riguarda l’apponibilità del <<termine>> bisogna distinguere fra:
- Disposizioni testamentarie a titolo universale (istituzioni di erede) nelle quali
eventuali termini non sono validi e si hanno per non apposti;
- Disposizioni testamentarie a titolo particolare (attribuzione di legato) nelle quali il
termine iniziale, coincidente con la morte dell’erede è, secondo molti autori,vietato,
mentre il termine finale apposto ad un legato del diritto di proprietà su un bene non è
ammesso .
Il <<modus>>
Il modus o onereè una disposizione con la quale il testatore impone all’erede o al legatario un
determinato comportamento, per raggiungere gli scopi più vari è può essere apposto sia
all’istituzione di erede che al legato.
In tale tipologia testamentaria taluni elementi sono lasciati alla determinazione di un terzo o si
devono individuare in base a fatti precisi indicati dal testatore.
L’indicazione dei destinatari e dell’oggetto delle disposizioni devono provenire sempre e
solo dal testatore.
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Sono perciò nulle le disposizioni testamentarie con le quali si faccia dipendere dall’arbitrio di un
terzo l’indicazione dell’erede o del legatario, ovvero la determinazione della quota di eredità.
D) Le disposizioni fiduciarie
Nozione:Si ha disposizione fiduciaria (cd. fiducia testamentaria) allorquando il testatore
trasmette i beni ad una persona di fiducia, con l’intesa che la stessa li trasmetterà , a sua volta,
ad altro soggetto già indicato dal testatore o rimesso alla scelta dell’apparente beneficiato.
La soddisfazione del fine perseguito dal testatore è affidato alla fiducia che ripone nella persona
nominata dallo stesso.
L’istituito, quindi, non può mai essere giudizialmente costretto a trasferire i beni ereditari
all’altra persona: egli è erede, così come sarebbe se la disposizione non fosse fiduciaria.
F) Il testamento olografo
È il testamento redatto, datato e sottoscritto di pugno del testatore.
Requisiti:
Autografia: il testamento deve essere interamente scritto a mano dal testatore.
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Se manca l’autografia ovvero la sottoscrizione, il testamento è nullo.Se, invece, manca la
data il testamento è annullabile
G) Il testamento pubblico
Il testamento pubblico è un documento redatto in maniera formale e solenne dinnanzi ad un
notaio e alla presenza di due testimoni. Esso fa piena prova, fino a querela di falso, delle
dichiarazioni del testatore.
H) Il testamento segreto
Nozione: Si ha testamento segreto quando il testatore consegna una scheda contenente le
disposizioni testamentarie al notaio, che la riceve e la conserva tra i suoi atti.
Caratteri: la consegna della scheda deve avvenire alla presenza di due testimoni, il notaio
redige l’atto di ricevimento che deve essere sottoscritto dal testatore, dei testimoni e dal
notaio.
La scheda non deve essere necessariamente autografa ma deve contenere la sottoscrizione
del testatore.
Il testamento segreto può essere in ogni momento ritirato dalle mani del notaio presso il
quale si trova: in tal caso il notaio redige in verbale di restituzione.
Invalidità:opera, nei limiti di compatibilità, nelle stesse ipotesi previste per il testamento
pubblico.L’art. 607 cc dichiara efficace come testamento olografo il testamento segreto invalido
se la scheda ha i requisiti dell’olografo.
Possono disporre per testamento tutti coloro che non sono dichiarati incapaci di testare.
Sono incapaci di testare:
- Il minore;
- L’incapace naturale ovvero colui che al momento della redazione del testamento era
incapace di intendere e di volere;
- L’interdetto per infermità di mente;
In questi tre casi il testamento è annullabile su richiesta di chiunque vi abbia interesse con l’onere
della prova a carico di chi impugna il testamento.
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- Persona che ha scritto l’altrui testamento segreto e notaio che abbia ricevuto lo
stesso in plico non sigillato.
Effetti della nullità: Il testamento nullo non produce alcun effetto giuridico. L’azione di nullità
spetta a chiunque vi abbia interesse ed è imprescrittibile.
L’annullabilità delle singole disposizioni, invece, ricorre solo in presenza di vizi della volontà:
quando, cioè, le singole disposizioni siano effetto di errore, dolo o violenza.
d) Effetti: l’annullamento elimina ex tunc gli effetti del testamento, ma i terzi acquirenti a
titolo oneroso in buona fede fanno salvi i loro acquisti ex art. 534.
Inefficacia ed inesistenza
Casi di inefficacia:
- premorienza del chiamato rispetto al testatore, nel caso in cui non operi la sostituzione,
o il diritto di rappresentazione;
- mancato avveramento della condizione sospensiva o dall’avveramento della
condizione risolutiva;
- Inefficacia del legato di cosa quando la cosa stessa non si trova nel patrimonio del
testatore al tempo della sua morte
- decorrenza del termine per i testamenti speciali;
Inesistenza del testamento: è una forma testamentaria così carente degli elementi
essenziali da non potersi ritenere esistente giuridicamente ( es. testamento falso).
- La revocazione di diritto o caducità: i suoi effetti non fanno riferimento alla volontà
del testatore, ma si producono automaticamentee indipendentemente dalla
consapevolezza dello stesso, per effetto di circostanze sopravvenute.
93
- la confessione stragiudiziale,
- la ricognizione di debito.
B) Forme di revocazione
- Espressa: cioè consistente in un atto formale con cui il soggetto manifesta la volontà di
eliminare, in tutto o in parte, le proprie disposizioni di ultima volontà le quali
divengono totalmente o parzialmente inefficaci;
- Tacita:
Quando viene redatto un testamento posteriore il quale, pur non revocando
espressamente il precedente, renda inefficaci le vecchie disposizioni incompatibili con le
nuove;
Quando il testatore ritira il testamento segretodalle mani del depositario, sempre che
la scheda non possa valere come testamento olografo;
Nelle ipotesi di revocazione presunta si ammette la prova di una diversa volontà del testatore.
L’art. 681 cc stabilisce che la revocazione totale o parziale di un testamento può essere
a sua volta revocata. La revoca della revoca deve essere attuata con le forme della revoca
espressa. In questo caso si ha la riviviscenza delle disposizioni revocateche ritornano
valide ab origine.
L’esecutore nominato dal testatore può anche non accettare il suo ufficio.
Principi fondamentali:
- La dichiarazione di accettazione non può essere sottoposta a condizione o a termine;
- La durata dell’esecutore nell’ufficio è a tempo indeterminato;
- l’ufficio è gratuito, tuttavia il testatore può stabilire una retribuzione a carico
dell’eredità .
I compiti dell’esecutore:
a) Amministrare la massa ereditaria prendendo possesso dei beni che ne fanno parte.
b) Può compiere liberamente gli atti di ordinaria amministrazione, mentre la vendita
dei beni è consentita solo in caso di necessità e previa autorizzazione dell’autorità
giudiziaria;
c) Ha la rappresentanza processuale, attiva e passiva, nelle azioni relative all’eredità ;
d) Ha l’obbligo di far apporre i sigilli e di far redigere l’inventario dei beni ereditari;
e) Deve rendere conto della sua gestione al termine di essa.
A) Nozione:
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La successione dei legittimari è quella in favore di alcune categorie di successibili (legittimari, o
riservatari, o successori necessari), ai quali la legge attribuisce il diritto intangibile ad una
quota del patrimonio indipendentemente dalle disposizioni del testatore.
Le norme sulla successione dei legittimari sono di ordine pubblico quindi cogenti ed inderogabili.
B) Categorie di legittimari
I legittimari sono:
- Il coniuge superstite;
- I figli ed i loro discendenti in quanto succedono per rappresentazione;
- Gli ascendenti.
b. La riunione fittizia
È un’operazione contabile diretta a calcolare l’intera entità del patrimonio ereditario all’epoca
dell’apertura della successione, diretta a stabilire se siano stati lesi i diritti dei legittimari. Si
effettua tramite:
- La formazione della massa ereditaria: si calcolano i valori dei beni appartenenti al
defunto al momento della successione detraendone i debiti;
- La riunione fittizia vera e propria: alla massa così calcolata si aggiunge il valore dei
beni donati in vita dal de cuius;
- Calcolo della disponibile e della legittima: sulla base degli elementi ottenuti si calcola
il valore di cui il defunto poteva disporre (cd. disponibile) e la legittima.
B) L’azione di riduzione
Funzione:reintegrare la legittima mediante la riduzione delle disposizioni testamentarie e
delle donazioni eccedenti la quota di cui il testatore poteva disporre.
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I soggetti legittimati ad esercitare l’azione di riduzione sono:
- Il legittimato leso;
- L’erede del legittimario se subentra per trasmissione o per rappresentazione nei diritti
le legittimario;
- L’avente causa del legittimario;
- Il legittimario pretermesso dal testatore;
1. Nozione:
Il legato è una disposizione mortis causa a titolo particolare, in base alla quale un soggetto (cd
legatario) succede in uno o più determinati diritti reali o in uno o più rapporti determinati
che non vengano considerati come quota dell’intero patrimonio.
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- Legato di genere o di quantità:ha per oggetto una cosache fa parte di un genere (ad
esempio danaro). Solo a seguito della specificazione il legatario diventa proprietario
della cosa specificata, essendo titolare delle more solo di un diritto di credito;
- Legato obbligatorio: attribuisce al legatario un diritto di credito che nasce dal
testamento e che fa sorgere un’obbligazione a carico dell’onerato;
- Legato liberatorio: libera il legatario da un’obbligazione.
Sublegato:si ha quando il soggetto che è tenuto alla prestazione oggetto del legato è,
anziché l’erede, un altro legatario.
Costui, pertanto, cumula (a carico di tutta l’eredità) le due qualità di coerede e di legatario.
L’acquisto del legato ha luogo ipso iure, senza che occorra accettazione: pertanto, a differenza
che nell’acquisto dell’eredità , delazione ed acquisto del diritto coincidono logicamente e
cronologicamente.
3. La rinunzia al legato
La rinunzia al legato è un atto abdicativo: opera rispetto ad un diritto già acquistato e porta,
quindi, non ad un mancato acquisto, ma alla perdita di un acquisto già fatto.
La rinunzia al legato è un actus legitimus, pertanto non è possibile apporre termini e/o
condizioni alla stessa.
Forma della rinuncia: nessuna forma prescritta in generale, tuttavia, quando il legato ha ad
oggetto diritti reali sui beni immobili la rinunzia deve farsi, sotto pena di nullità , per
iscritto.
1. La comunione ereditaria
Alla comunione ereditaria sono applicabili i principi sanciti in tema di comunione ordinaria.
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Cessione della quota: ogni coerede può cedere la propria quota previa notifica della proposta
di alienazione del prezzo agli altri coeredi titolari, a parità di prezzo, del cd. diritto di
prelazione nei confronti dei terzi.
Diritto di riscatto:Se il coerede cede la propria quota a terzi senza compiere la preventiva
notificazione agli altri coeredi, questi hanno il diritto di riscattare dall’acquirente la quota
alienata.
Il diritto di riscatto si prescrive in dieci anni e si estingue nell’ipotesi in cui venga meno lo
stato di comunione che lo legittimava.
Divisione parziale: comporta lo scioglimento della comunione per alcuni beni, mentre altri
restano in comunione (cd. stralcio divisionale).
A) Tipi di divisione:
- Divisione amichevole o contrattuale: praticata con le modalità stabilite dagli stessi
coeredi sulla base dell’unanimità dei consensi;
- La divisione giudiziale:deliberata ed attuata dall’autorità giudiziaria quando manca
l’unanimità dei consensi e il coerede che ne abbia interesse proponga l’azione di
divisione ereditaria.
- La divisione testamentaria: È la divisione operata personalmente e direttamente dal
testatore, il quale può dividere i suoi beni tra gli eredi.
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L’azione di annullamento e quella di rescissione non sono esperibili in caso di
divisionegiudiziale. In questo caso viene impugnata la sentenza secondo le regole generali.
4. La collazione
A) Nozione:è l’atto con il quale i figli o i discendenti ed il coniuge del de cuius, che concorrono
alla successione, devono conferire alla massa attiva del patrimonio ereditario tutti i beni che
sono stati loro donati in vita dal defunto, in modo da dividerli con gli altri coeredi in
proporzione delle rispettive quote;
B) Funzione: la collazione svolge la funzione di mantenere tra alcuni coeredi del de cuius
quella proporzionalità di quote che è stabilita nel testamento o nella legge.
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- La collazione in senso stretto o in natura: si realizza rendendo alla massa ereditaria il
bene avuto in donazione. In tal caso, la collazione implica effetto risolutivo della
donazioni, in quanto il coerede cessa di essere donatario;
- La collazione per imputazione: il conferente addebita, alla propria quota ereditaria, il
valore (al tempo dell’apertura della successione) del bene donatogli.
La collazione per imputazione costituisce regola costante per i beni mobili ed il danaro, mentre,
per gli immobili, il conferente può scegliere tra collazione in natura o per imputazione.
1. Nozione
La donazione è il contratto col quale, per spirito di liberalità , una parte arricchisce l’altra,
disponendo a favore di questa di un suo diritto o assumendo verso la stessa un’obbligazione
(art 769 cc)
Caratteri:
- Animus donandi ovvero lo spirito di liberalità del donante: consiste nella coscienza e
volontàdi compiere un atto che arricchisce gratuitamente il donatario senza esservi
tenuto (cd. spontaneità della donazione).
L’animus donandi costituisce la causa della donazionee non va confuso con i motivi
individuali e contingenti che spingono il singolo dalla liberalità ;
- Arricchimento del donatario ovvero l’incremento del suo patrimonio;
- Negozio a titolo gratuito;
Il donatario:
- Ha sempre l’obbligo di fornire gli alimenti dal donante che in seguito venga ad averne
bisogno, purché non si tratti di donazione rimuneratoria o di donazione obnuziale;
- Non è tenuto ad obbligazione oltre il valore della donazione tuttora esistente nel suo
patrimonio.
2. Il contratto di donazione
A) Capacità:
- Capacità di donare:
- Per le persone fisiche si richiede la piena capacità di disporre. La donazione è atto
personale che non consente rappresentanza;
- Per le persone giuridiche, vi è capacità se è ammessa dal loro statuto o dall’atto
costitutivo;
- Capacità di ricevere:
- Per le persone fisiche non vi sono limiti particolari;
101
- Per le persone giuridiche: l’accettazione è subordinata all’autorizzazione
governativa.
B) Contenuto dell’atto:
- donazioni con effetti reali: si trasferisce o si costituisce un diritto su un bene;
- donazioni liberatorie: si rinuncia ad un diritto;
- donazioni promissorie: si assume un’obbligazione verso il donatario.
- Forma:La donazione deve essere fatta per atto pubblico, a pena di nullità , qualunque sia
l’oggetto della liberalità .Se, però , ha per oggetto cose mobili di modico valore, l’atto
pubblico non è necessario, ma occorre l’effettiva consegna della cosa.
3. Le donazioni indirette
Nozione:L’atto che, pur non essendo configurato formalmente come una donazione, raggiunge
il medesimo risultato di una donazione vera e propria.
Giurisprudenza:
Donazioni indirette
La Corte di Cassazione a Sezione Unite con sentenza n. 18725 del 2017 ha statuito che: “in tema
di atti di liberalità, il trasferimento, attraverso un ordine di bancogiro del disponente, di strumenti
finanziari dal conto di deposito titoli del beneficiante a quello del beneficiario non rientra tra le
donazioni indirette, ma configura una donazione tipica ad esecuzione indiretta, soggetta alla
forma dell'atto pubblico, salvo che sia di modico valore, poiché realizzato non tramite
102
un'operazione triangolare di intermediazione giuridica, ma mediante un'intermediazione
gestoria dell'ente creditizio.
Infatti, l'operazione bancaria tra il donante ed il donatario costituisce mero adempimento di un
distinto accordo negoziale fra loro concluso e ad essa rimasto esterno, il quale solo realizza il
passaggio immediato di valori da un patrimonio all'altro, e tale circostanza esclude la
configurabilità di un contratto in favore di terzo, considerato che il patrimonio della banca
rappresenta una "zona di transito" tra l'ordinante ed il destinatario, non direttamente coinvolta
nel processo attributivo, e che il beneficiario non acquista alcun diritto verso l'istituto di credito in
seguito al contratto intercorso fra quest'ultimo e l'ordinante”. 3
Nel negozio misto con donazione le parti stabiliscono un corrispettivo di gran lunga
inferiore a quello che sarebbe dovuto.
Elementi caratterizzanti:
- Sproporzione tra le due prestazioni;
- Intenzionalità nello stabilire la sproporzione.
5. La donazione rimuneratoria
È una donazione fatta in segno di riconoscenza o in considerazione dei meriti del donatario,
essa si qualifica, quindi, particolarmente per i motivi del donante: rimunerare il donatario.
Essa:
- non è soggetta a revoca per ingratitudine e per sopravvenienza di figli;
- non fa sorgere obbligo di alimenti in capo al donatario ed in favore del donante.
6. La donazione obnuziale
È una donazione fatta in vista di un futuro matrimonio dagli sposi tra loro, o da altri a favore
degli sposi o di figli nascituri.
- Si perfeziona senza bisogno di accettazione;
- non obbliga agli alimenti.
La revoca rappresenta l’esercizio del diritto potestativo di togliere efficacia alla donazione e si
attua con domanda giudiziale.
Effetti:
La sentenza che pronuncia la revoca:
- condanna il donatario alla restituzione dei beni;
- non pregiudica i terzi che hanno acquistato diritti anteriormente alla domanda di
revoca, salvi gli effetti della trascrizione.
- Se il donatario ha eliminato i beni, deve restituirne il valore con riguardo al tempo
della domanda.
Si distinguono:
- Fatti giuridici in senso stretto: sono quei fatti in cui manca del tutto la volontà umana;
- Atti giuridici o atti umani: sono i fatti caratterizzati da un’attività umana consapevole e
voluta, posta in essere da un soggetto capace di intendere e di volere cui l’ordinamento
attribuisce il potere di modificare la realtà esterna. A sua volta gli atti giuridici si
dividono in:
- atti giuridici in senso stretto;
- negozi giuridici.
B) I negozi giuridici
Sono, invece, quegli atti consapevoli e volontari le cui conseguenze giuridiche sono volute e
determinate, nei limiti del rispetto delle norme imperative, dai soggetti agenti.
104
Capitolo 21| La prescrizione e la decadenza dei fatti
giuridici
1. Generalità
Spazio e tempo vanno considerati come modi di essere dei fatti giuridici.
Il tempo:
- L’anno decorre da un determinato giorno al giorno corrispondente dell’anno successivo;
- I mesi sono calcolati da un determinato giorno al giorno corrispondente nel mese
successivo (indipendentemente dal numero dei giorni di ogni mese)
- Il computo del tempo avviene sulla base del calendario comune.Nel computo non si
calcola il giorno iniziale, ma si calcola il giorno finale.
- Il tempo utile:fuori dal tempo utile non è più possibile esercitare un diritto soggettivo
o compiere un atto giuridico.
Per il computo di tale tempo non si contano i giorni festivi, se il giorno di scadenza è
festivo, il termine si proroga al giorno seguente non festivo;
- Il tempo continuo: costituisce l’eccezione e si computa per intero comprendendo anche
i giorni festivi.
Il decorso di un determinato periodo di tempo, quando decorre con altri elementi cui
l’ordinamento dà rilevanza giuridica, può dar luogo:
3. La prescrizione
A) Nozione: la prescrizione è la perdita del diritto soggettivo per effetto dell’inerzia o del non
uso da parte del titolare di esso protrattosi per un periodo di tempo stabilito dalla legge.
Presupposti:
a) Un diritto soggettivo che può essere esercitato;
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b) Il mancato esercizio di tale diritto;
c) Il decorso del tempo previsto dalla legge.
2. Le parti non possono rinunciare alla prescrizione prima che questa si compia. È ,
invece, ammissibile la rinunzia dopo il compimento della prescrizione;
Sono imprescrittibili:
- Il diritto di proprietà ,
- Il diritto di rivendica,
- Il diritto di agire per far dichiarare la nullità di un atto,
- Il diritto di esercitare l’azione di petizione dell’eredità ,
- I diritti della personalità ,
- I diritti di stato,
- Le potestà di diritto familiare,
- Altri particolari diritti indicati alla legge,
- Le facoltà .
2. Prescrizione breve: si realizza con il decorso di un periodo di tempo più breve di dieci
anni.
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3. Prescrizioni presunte: in esse il decorso del tempo determina la nascita, a favore del
debitore, di una presunzione legale di pagamento e, quindi, di estinzione
dell’obbligazione.
Casi di sospensione:
- Particolari rapporti tra le parti (ad esempio tra coniugi);
- Una particolare condizione soggettiva del titolare del diritto (ved. art. 2942).
L’interruzione della prescrizione: si ha quando cessa l’inerzia del titolare del diritto:
a) O perché egli compie un atto col quale esercita il suo;
b) Ovvero perché il diritto stesso viene riconosciuto dal soggetto passivo del rapporto.
4. La decadenza
Il presupposto:fatto oggettivo del mancato esercizio del diritto nel tempo stabilito
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L’unico modo per evitare la decadenza è il compimento dell’atto previsto dalla legge nel termine
stabilito.
Funzione giuridica: soddisfa l’interesse generale alla conoscenza di alcune categorie di fatti
giuridici di particolare rilevanza.
La forma della pubblicità varia a seconda dei beni che ne formano oggetto, pertanto:
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- Per i beni mobili registrati è necessaria l’iscrizione in appositi registri;
- Per i beni immobiliè necessaria la trascrizione nei registri immobiliari;
- Per i crediti la pubblicità si ha con il sistema della notificazione al debitore.
3. La trascrizione
L’obbligo della trascrizione è stato esteso anche ai contratti preliminari aventi ad oggetto la
conclusione di taluno dei contratti previsti dall’art. 2643 c.c.
Gli effetti della trascrizione: cessano se entro un anno dalla data convenuta per la stipula del
definitivo, e comunque entro tre anni dalla trascrizione del preliminare stesso, non sia seguita la
trascrizione del definitivo o di altro atto che costituisca comunque esecuzione del contratto
preliminare o della domanda giudiziale.
a) Gli atti soggetti a trascrizione e non trascritti tempestivamente non possono essere
opposti a chi ha acquistato e trascritto tempestivamente il suo titolo;
b) Non possono avere effetto nei confronti di chi ha trascritto tutte le successive
iscrizioni o trascrizioni di diritti acquistati dallo stesso autore, quantunque l’acquisto
risalga a data anteriore.
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Priorità della trascrizione: se un soggetto, mediante successivi atti di disposizione, trasferisce
ad altri soggetti lo stesso diritto immobiliare il criterio in base al quale si risolve il conflitto è
quello della priorità della trascrizione.
La mancata trascrizione di un atto non vizia l’atto tuttavia espone l’acquirente alla possibilità
di vedersi sottrarre quanto legittimamente acquistato.
La trascrizione:
- Non è soggetta a prescrizione né a decadenza;
- È effettuabile in qualsiasi momento;
- Ha efficacia ex nunc (cioè dal momento in cui si trascrive).
La trascrizione deve essere seguita presso l’ufficio dei Registri Immobiliari nella cui
circoscrizione sono ubicati i beni oggetto degli atti da trascrivere.
Nel caso in cui un bene sia riportato in più Registri Immobiliari (ipotesi di immobili siti ai
confini di diverse circoscrizioni) la trascrizione sarà effettuata presso tutti gli uffici per la
parte di loro competenza.
7. I registri immobiliari
L’art. 810 cc definisce i beni come le cose che possono formare oggetto di diritti.
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- Esistono cose che non sono beni e non possono di conseguenza, pertanto, formare
oggetti di diritti (cd. res communes omnium: l’aria, lo spazio, la luce);
- Vi sono beni che non sono cose (cd. beni immateriali o incorporali:le opere
dell’ingegno).
Classificazione:
- Sono beni immobili quelli che naturalmente o artificialmente sono incorporati al suolo
(le sorgenti e i corsi d’acqua, gli alberi, le case…)
Disciplina giuridica:
- Forma degli atti:
- Atto scritto: per la validità dei negozi che si riferiscono ai diritti reali immobiliari;
- principio della libertà della forma: per i negozi relativi ai beni mobili non
registrati, salva una specifica forma imposta dalla legge in riferimento al tipo di
negozio;
- Garanzia:
- I beni immobili:sono oggetto di ipoteca,
111
- I beni mobili:sonooggetto di pegno salvo che si tratti di beni mobili registrati;
- Tutela possessoria: l’azione di manutenzione è concessa soltanto al possessore di
un bene immobile o di una universalità di mobili.
I beni mobili registrati: sono dalla legge equiparati con riferimento ad alcuni aspetti della
disciplina giuridica (forma ed onere di pubblicità, ipotecabilità), ai beni immobili. Sono i cd. beni
di locomozione e trasporto.
- Sono fungibili: le cose che possono essere sostituite con altre dello stesso genere. La
cosa fungibile per eccellenza è il denaro.
- Sono infungibili: le cose che non possono essere sostituite con altre in quanto
individuate dalle parti.
- Cose inconsumabili: sono, quelle che si prestano ad una utilizzazione continuata, senza
che restino distrutte o alterate.
Chi è tenuto a restituirle, dopo averle legittimamente usate, deve restituirle nello stato in
cui si trovano, non rispondendo del loro deterioramento.
112
F) Cose divisibili e indivisibili
- Divisibili: sono le cose che possono essere frazionate in modo omogeneo, senza che se
ne alteri la destinazione economica, ed in modo che ciascuna delle parti uguali
rappresenti una porzione identica del tutto;
- Indivisibili: tutte le altre.
Vi sono inoltre:
- Cose semplici: sono quelle i cui elementi sono talmente compenetrati fra loro che non
possono staccarsi senza alterare la fisionomia del tutto;
- Cose composte: sono quelle, invece, in cui più cose complementari formano un nuovo
bene, che viene ad avere funzione e valore economico diverso da quelli delle cose che lo
compongono.
Nella cosa composta le più cose semplici, che danno luogo al tutto, possono conservare
la loro individualità ed essere separabili;
- Cose connesse: si ha connessione quando due o più cose vengono poste in una
determinata relazione tra di esse, per cui è possibile distinguere una cosa principale ed
una accessoria.
- Figure di connessione:
- Incorporazione: quando una cosa mobile (accessoria) è naturalmente o
artificialmente compenetrata in un’altra immobile (cosa principale), entrambe le
cose devono appartenere alla stessa persona.
Le cose mobili incorporate (accessorie)perdono la propria individualità economica e
giuridica e seguono il regime del bene immobile (principale) cui sono incorporate;
3. Le universalità
113
Nozione: le universalità di mobili: cioè di quel complesso di cose che appartengono alla stessa
persona ed hanno una destinazione unitaria (ad esempio un gregge, una biblioteca).
Essi si distinguono:
Dalle cose composte perché mancano della coesione fisica tra loro;
Dalle pertinenze in quanto non configurano quel rapporto di subordinazione tipico dei
complessi pertinenziali.
- Le singole cose che compongono l’universalità non perdono, per effetto dell’unitarietà
della destinazione, la loro autonomia, per cui possono formare oggetto di separati atti e
rapporti giuridici;
4. Il patrimonio
In senso giuridico:è titolare di un patrimonio anche chi ha solo debiti, in quanto è soggetto
passivo di rapporti giuridici.
5. I frutti
L’art. 822 individua i beni che fanno parte del demanio pubblico:
114
demanio necessario: devono appartenere necessariamente allo Stato.
Essi sono: il lido del mare, la spiaggia, le rade e i porti, i fiumi, i torrenti, i laghi e le altre
acque definite pubbliche dalle leggi in materia, nonché le opere destinate alla difesa
nazionale.
I beni che fanno parte del demanio pubblico sono inalienabili e non possono formare
oggetto di diritti a favore di terzi se non nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi che li
riguardano.
Nozione: Sono quei diritti tipici che assicurano al titolare un potere immediato ed assoluto su
un bene.
Caratteristiche:
- Immediatezza: implicano una diretta signoria sul bene;
- Assolutezza: si fanno valere nei confronti di tutti i terzi (cioè erga omnes);
- Tipicità: i diritti reali sono quelli tipici previsti dalla legge;
- Attribuiscono al titolare il cd. diritto di sequela: il titolare cioè ha il potere di
perseguire la cosa presso qualunque soggetto si trovi,.
- Diritto di proprietà: consente la più ampia sfera di facoltà che l’ordinamento riconosce
ai soggetti sulle cose.
- Diritti reali su cosa altrui: tali diritti si caratterizzano per un contenuto più limitato
rispetto al diritto di proprietà e assicurano ai titolari delle facoltà inerenti a cose di
proprietà altrui
Caratteristiche:
115
- specialità ,
- limitatezza del loro contenuto
- possibilità di estinzione (per non uso ventennale o per confusione)
Si distinguono in:
- Diritti reali di godimento: sono quelli che limitano il potere di godimento del
proprietario della cosa, essi sono: la superficie, l’enfiteusi, l’usufrutto, l’uso, l’abitazione
e la servitù .
Caratteri:
1. Sono accessori ad un diritto di creditodi cui garantiscono l’adempimento;
2. Hanno durata limitata perché sono destinati a venir meno quando la funzione di garanzia
cui tendono abbia esaurito il suo scopo.
A) Obbligazioni reali
Le obbligazioni reali consistono in prestazioni accessorie ad un diritto reale e ad esso
strumentalmente collegate.
Caratteri:
- il rapporto con la cosa rileva soltanto come modo di determinazione del debitore che
sarà di volta in volta il titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale sulla cosa,
- le obbligazioni reali per essere opponibili ai terzi devono necessariamente avere forma
scritta ed essere trascritte
- La natura di vere obbligazioni comporta la responsabilità patrimoniale del debitore, con
tutti i suoi beni, presenti e futuri.
B) Oneri reali
Sono prestazioni a carattere periodico che sono dovute da un soggetto in quanto è nel
godimento di un determinato bene, e consistono in un dare o in un fare ( esempio canone
enfiteutico, tributo fondiario etc.)
116
1. Contenuto e caratteri del diritto di proprietà
L’art. 832 sancisce che: il proprietario <<ha diritto di godere e disporre delle cose in modo
pieno ed esclusivo>>.
b) Elasticità: il diritto di proprietà rimane integro anche nel caso in cui i poteri del
proprietario sono stati limitati dalla costituzione di altri diritti e riprende automaticamente
la sua ampiezza primitiva (cd. consolidazione) non appena viene meno il vincolo che lo
comprime;
d) Esclusività: implica il potere di escludere chiunque altro dal godimento del bene e
l’impossibilità di coesistenza sulla stessa cosa di più diritti di proprietà ;
117
- Intrinsecità: i limiti legali non nascono separatamente dal diritto ma sono immanenti e
connaturati con la proprietà ;
I limiti posti dalla legge al diritto di proprietà possono essere di due categorie:
- I limiti posti nell’interesse pubblico: sono i cd. vincoli ovvero quei provvedimenti
ablatori caratterizzati dal fatto di privare il proprietario della cosa oggetto del diritto di
proprietà . Per il pregiudizio sofferto, al proprietario, espropriato spetta una indennità .
Essi sono:
- l’espropriazione per pubblica utilità ,
- l’occupazione
- la requisizione.
e) Divieto di atti emulativi: l’art. 833 dispone che:<<il proprietario non può fare atti i
quali non abbiano altro scopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri>>.
118
- Un elemento oggettivo: la mancanza di utilità per il proprietario;
- Un elemento soggettivo: l’intenzione di nuocere o arrecare molestia ad altri.
Esempio: piantare alberi senza apprezzabile utilità per il proprietario, al solo fine di
togliere luce e panorama al vicino.
La proprietà si estende:
- In senso verticale: si estende all’infinito ossia al sottosuolo ed allo spazio
sovrastante il suolo;
- In senso orizzontale: si estende nell’ambito dei propri confini;
Si distinguono in:
- Modi d’acquisto a titolo originario: il diritto sorge per la prima volta nel patrimonio
dell’attuale proprietario e non dipende da un egual diritto del precedente titolare.
Opera ipso iure ovvero senza la necessità che sia preventivamente accertato dinanzi
al giudice;
A) Occupazione:
È la presa di possesso di cose mobili, accompagnata dall’animo di farle proprie. Essa riguarda
in particolare:
a) le cose mobili che non siano proprietà di nessuno (res nullius);
b) Le cose mobili abbandonate dal proprietario (res derelictae).
Ai fini dell’acquisto della proprietà è sufficiente che il soggetto sia capace di
intendere e di volere.
B) Invenzione:
119
Per invenzione, in senso giuridico, s’intende il ritrovamento delle cose smarrite che devono
essere consegnate al proprietario o, se questi è ignoto, al Sindaco del luogo ove vengono
rinvenute.
C) Accessione
L’accessione si verifica quando una proprietà preesistente (ad esempio suolo) attira nella sua
orbita altre cose che prima ne erano estranee (ad esempio alberi o costruzioni), in tal caso
l’acquisto si verifica sempre a favore del proprietario della cosa principale.
Tipi di accessione:
C) Alveo abbandonato: il terreno abbandonato dal fiume che forma un nuovo letto
rimane assoggettato al regime proprio del demanio pubblico;
D) Isola formata nel fiume: le isole e le unioni di terra che si formano nel letto di fiumi
o torrenti appartengono al demanio pubblico.
d) Accessione invertita:
Trattasi di un modo di acquisto a titolo originario che opera, però , in modo inverso a
quello dell’accessione.
Esso risponde al più generale principio secondo cui la proprietà del bene più rilevante
per il diritto attrae a sé la proprietà di quello meno rilevante.
Esempio costruzione di un edificio che occupa in buona fede una porzione del fondo
attiguo ed il proprietario di questo non fa opposizione entro tre mesi dal giorno in cui
ebbe inizio la costruzione.
D) Specificazione
Nella specificazione il lavoro dell’uomo trasforma la materia in una res nova.
5. Le azioni petitorie
Nozione: sono azioni poste a difesa della proprietà e mirano ad accertare ed affermare la
titolarità del diritto di proprietà contro chi la contesti direttamente o indirettamente.
1) La rivendica
È l’azione con cui il proprietario rivendica la cosa propria da chiunque la possiede o la detiene
senza titolo
Trattasi di un’azione di condanna perché mira a far riavere al legittimo proprietario il bene
indebitamente posseduto da altri.
Legittimato attivo è chi sostiene di essere proprietario. Sul piano probatorio la sua
posizione non è agevolePer ovviare alle difficoltà probatorie la legge soccorre con gli istituti
dell’usucapione, dell’accessione e della successione nel possesso.
Legittimatopassivo è chi possiede o detiene la cosa abusivamente ovvero cioè senza titolo;
La posizione del convenuto, sul piano probatorio, è molto meno gravosa di quella dell’attore
121
per il fatto che egli è il possessore o il detentore materiale della cosa Pertanto egli non deve
provare nulla.
c) Al possessore di buona fede è riconosciuto un diritto a ritenerela cosa finché non gli siano
corrisposte le indennità dovute ciò a tutela del suo diritto al rimborso.
2) L’azione negatoria
Nozione: azione con cui il proprietario tende a far dichiarare l’inesistenza dei diritti affermati
da altri sulla cosa quando ne teme il pregiudizio o intende far cessare le turbative o le molestie
che altri arrechino al suo diritto.
Legittimato passivo è colui che afferma di essere titolare di diritti reali sulla cosa o reca
turbative o molestie al proprietario.
- La cosa abbandonata:
si distingue dalla cosa smarrita ove la perdita del possesso avviene per errore o senza
l’intenzione di rinunciare a essa
Si distingue dalla cosa dimenticata della quale può anche non essere perduto il
possesso sebbene non si sappia dove si trovi.
Effetti dell’abbandono:
1) Abbandono di una cosa mobile: il diritto di proprietà si estingue e la cosa diventa res
nullius.
2) Abbandono di un bene immobile: il bene non diventa res nullius ma si aggiunge al
patrimonio dello Stato. Per l’abbandono di beni immobili occorre un atto di rinuncia
scritto.
1. Concetto e distinzioni
Nozione: la comunione ricorre in tutte quelle ipotesi in cui uno stesso diritto appartiene,
nella sua interezza, a due o più persone(cd. comunisti).
Si ha in tal caso la proprietà per quote ideali, ovvero ciascun contitolare ha un diritto che
non può essere individuato materialmente su una determinata parte del benema ha come
oggetto il bene nella sua integrità ;
123
La comunione si distingue in:
Comunione volontaria si ha su accordo dei partecipanti.
Comunione incidentale si ha per atto indipendente dalla volontà dei partecipanti.
o Ad esempio: comunione ereditaria;
Comunione ordinaria in cui ogni partecipante può chiedere la divisione.
comunione forzosa in cui la facoltà di divisione è negata in quanto diversamente il bene
cesserebbe di servire all’uso cui è destinato;
Comunione propria in cui l’oggetto della comunione è suscettibile di godimento
Comunione impropria ove l’oggetto, ad esempio diritto relativo, non ha la
caratteristica suddetta.
Disciplina giuridica:
I diritti dei singoli sono:
- Diritto all’uso della cosa comune: ogni comunista può servirsi della cosa comune,
senza alternarne la destinazione e senza impedire agli altri partecipanti alla comunione
di farne parimenti uso;
- Diritto di disposizione della quota: ogni partecipante può disporre della sua quota;
- Diritto al godimento degli utili: ognuno gode gli utili della cosa comune
proporzionalmente alla propria quota;
- Diritto a chiedere la divisione della cosa comune: salvo patto contrario o divieto
legislativo;
- Gestione della cosa comune: è affidata a tutti i comunisti.
124
Giurisprudenza:
In tema di comproprietà , la Cassazione Civile a Sezioni Unite con decisione n. 3873 del 2018 ha
statuito che, la costruzione eseguita dal comproprietario sul suolo comune diviene per
accessione, ai sensi dell'art. 934 c.c., di proprietà comune agli altri comproprietari del suolo,
salvo contrario accordo, traslativo della proprietà del suolo o costitutivo di un diritto reale su di
esso, che deve rivestire la forma scritta "ad substantiam"4.
4
Massima a cura della Redazione Pluris Wolters Kluwer Italia tratta dal portale telematico;
125
numero di voti che rappresenti la maggioranza degli interventi ed almeno i 2/3 del
valore dell’edificio;
- Principio della partecipazione dell’inquilino: l’art. 10 della L. 392/1978, consente
all’inquilino la partecipazione e il voto in assemblea condominiale riguardo a specifiche
questioni.
C) Regolamento condominiale
Il condominio, il cui numero dei condomini è superiore a dieci, deve avere un proprio
regolamento, in cui siano fissate le norme d’uso dei vari beni, le norme di funzionamento delle
assemblee, i criteri di ripartizione delle spese etc.
La riforma prevede:
- che il regolamento di condominio debba essere allegato nel registro dei verbali delle
assemblee tenuto dall’amministrazione;
- che le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali
domestici.
F) Il supercondominio
Tale figura ricorre quando più edifici autonomi hanno parti comuni (viale, giardino etc.).
L’art. 1117bis, introdotto dalla L. 220/2012, estende l’ambito di applicazione delle norme
relative al condominio a varie tipologie di condomini orizzontali, come ad es. i supercondomini,
i villaggi residenziali, i condomini parziali e altre figura di condomini complessi.
5. La multiproprietà
Disciplina giuridica:
L’art 69 del codice del consumo disciplina il contratto di multiproprietà , definendolo come:
<<contratto di durata superiore a un anno tramite il quale un consumatore acquisisce a titolo
126
oneroso il diritto di godimento su uno o più alloggi per il pernottamento per più di un periodo
di occupazione>>.
Forma del contratto: il contratto deve essere redatto per iscritto, a pena di nullità o su altro
supporto durevole facilmente accessibile al consumatore.
Recesso: l’acquirente può recedere entro quattordici giorni senza specificare i motivi e senza
pagare alcuna penalità.
Gli altri casi di recesso sono disciplinati dall’art. 73 del Codice del consumo.
1. La norma
L’art. 952 del codice civile statuisce che: <<Il proprietario può costituire il diritto di fare e
mantenere al di sopra del suolo una costruzione a favore di altri che ne acquista la proprietà .
Del pari può alienare la proprietà della costruzione già esistente, separatamente dalla proprietà
del suolo>>.
A) Nascita
Il diritto di superficie può sorgere:
- Per contratto o negozio (a titolo oneroso o gratuito);
- Per testamento.
Il titolare del diritto di superficie: può alienare la costruzione o costituire su di essa dei
diritti realii quali, però , si estinguono col venir meno del diritto di superficie.
127
B) Durata ed estinzione del diritto
Il diritto di superficie può essere costituito:
- in perpetuo
- a tempo determinato.
Estinzione:
- Diritto a tempo determinato:con lo scadere del termine il diritto si estingue e, per il
principio di accessione, il proprietario del suolo diventa proprietario anche della
costruzione
- Diritto prescritto: la superficie può estinguersi anche per prescrizione; occorre
distinguere:
1. Se la costruzione è già stata eseguita, allora non può esservi prescrizione;
2. Se, invece, la costruzione non è stata ancora eseguita, allora il diritto di eseguirla si
estingue se non è esercitato nei venti anni dalla sua costituzione.
- Consolidazione: consiste in una qualsiasi causa che determini il riunirsi nel diritto di
proprietà e di quello di superficie nella stessa persona;
- Per le altre cause previste dal titolo.
C) Tutela
Trattandosi, nella specie, di un diritto reale esso è tutelabile erga omnes.
Il superficiario può esercitare le azioni di carattere:
- petitorio,
- a tutela del possesso (qualora abbia il possesso dell’immobile).
Capitolo 28 |L’enfiteusi
- per usucapione,
- testamento,
- contratto.
Durata:
- enfiteusi in perpetuo
128
- enfiteusi a tempo determinato, in tal caso la durata non può essere inferiore ad anni
venti ( principio è inderogabile).
- L’enfiteuta può naturalmente disporre del suo diritto per atto tra vivi e per
testamento.
B) Disciplina giuridica
Bisogna distinguere:
- Diritti ed obblighi del concedente (cd. direttario):
a) Diritto al versamento del canone;
b) Diritto al miglioramento del fondo;
c) Diritto di chiedere la devoluzione del fondo;
d) Obbligo di rimborsare, quando cessa l’enfiteusi, i miglioramenti effettuati dall’enfiteuta
nella misura dell’aumento di valore conseguito dal fondo.
- Diritti ed obblighi dell’enfiteuta (cd. utilista):
1) Diritto sui frutti del fondo, sul tesoro, sulle utilizzazioni del sottosuolo e sulle accessioni;
2) Diritto di affrancazione;
3) Diritto al rimborso nella misura suddetta delle addizioni separabili ritenute;
4) Diritto al rimborso dei miglioramenti e delle addizioni non separabili nella misura
suddetta;
5) Diritto di ritenzione del fondo fino a quando non è soddisfatto tale credito;
6) Obbligo di pagare le imposte e gli altri pesi che gravano sul fondo, salve le disposizioni
delle leggi speciali;
7) Obbligo di pagare al concedente un canone periodico: esso può consistere in una somma di
danaro ovvero in una quantità fissa di prodotti naturali;
8) Obbligo di migliorare il fondo.
9) Diritto di modificare la preesistente destinazione economica del fondo,
10) Obbligo di fare una ricognizione del diritto del concedente.
2. Affrancazione
3. Devoluzione
È , invece, un diritto potestativo del proprietario il quale può ottenere la liberazione del
fondo quando l’enfiteuta:
A) deteriora il fondo
B) non adempie all’obbligo di migliorarlo
129
C) è mora nel pagamento di due annualità di canone.
Anche in questo caso l’Autorità Giudiziaria si pronuncia con sentenza costitutiva di caducazione
dell’enfiteusi e conseguente riespansione del diritto di proprietà .
L’enfiteusi si distingue:
- Per decorso del tempo, se costituita a termine;
- Per perimento del fondo;
- Per confusione: quando cioè l’enfiteuta diventa anche proprietario o viceversa;
- Per non uso ventennale del diritto da parte dell’enfiteuta;
- Per effetto di affrancazione o devoluzione.
1. Nozione:
L’usufrutto è un diritto reale di godimento di un bene altrui, mobile o immobile, con il rispetto
della sua destinazione economica e della limitazione imposta dalla legge.
La nuda proprietà è la situazione del proprietario del bene gravato da usufrutto, al quale è
sottratto il potere di usare il bene stesso e di farne propri i frutti.
L’usufrutto ha carattere temporaneo: esso non può eccedere in nessun caso la vita
dell’usufruttuario, se si tratta i persona fisica, o i trent’anni, se si tratta di persona giuridica.
Diritti dell’usufruttuario
Essi sono:
- Il diritto di conseguire il possesso della cosa;
- Il diritto di far suoi i frutti naturali e civili della cosa;
- L’usufruttuario ha diritto ad una indennità per i miglioramenti apportati al fondo;
- Il diritto di cedere il proprio usufrutto, concedere ipoteca sull’usufrutto e locare il bene.
4. Obblighi dell’usufruttuario
L’usufruttuario deve:
- Fare a sue spese l’inventario dei beni e prestare idonea cauzione per prendere possesso
della cosa;
- Non modificare la destinazione economica del bene oggetto dell’usufrutto;
a) Usare la diligenza del buon padre di famiglianell’esercizio del suo diritto;
b) Sostenere le spese e gli oneri relativi alla custodia, all’amministrazione ed alla
manutenzione ordinaria del bene;
c) Pagare le imposte, i canoni, le rendite fondiarie e gli altri pesi annuali che gravano sulla
cosa;
d) Denunciare al proprietario le usurpazioni commesse da terzi sul fondo;
6. L’estinzione dell’usufrutto
A) Tutela dell’usufrutto
A tutela del suo diritto l’usufruttuario può esercitare:
- Le azioni possessorie, in quanto è titolare del bene;
- L’azione di rivendica dell’usufrutto, contro chiunque contesti la sua titolarità del diritto;
- L’azione negatoria, contro chiunque vanti sulla cosa diritti pregiudizievoli dell’usufrutto;
- L’azione di mero accertamento del suo diritto;
- Le azioni di nunciazione.
7. L’uso e l’abitazione
L’uso:il diritto di uso attribuisce al suo titolare (cd. usuario) il potere di servirsi di un bene e, se
esso è fruttifero, di raccoglierne i frutti, ma solo limitatamente a quanto occorre ai bisogni suoi
e della sua famiglia;
Disciplina giuridica:
I diritti di uso e di abitazionehanno carattere personalissimo e, quindi, non possono essere
ceduti o locati.
132
Capitolo 30 |Le servitù prediali
Nozione:la servitù consiste nel peso (o limitazione) imposto sopra un fondo (cd. fondo
servente) per l’utilità di un altro fondo (cd. fondo dominante), appartenente a diverso
proprietario.
La servitù è posta a vantaggio del fondo e non del proprietario, pertanto questi riceve il
vantaggio della servitù appunto attraverso il suo bene.
- I fondi devono essere vicini: il concetto di vicinanza, infatti, non va inteso in senso
assoluto, ma solo in senso relativo rispetto al contenuto della servitù .
- L’utilità per il fondo dominante consiste in un qualsiasi vantaggio, anche non economico,
che consenta una migliore utilizzazione del fondo.
2. Caratteri generali
Essi sono:
- Appartenenza dei due fondi a proprietari diversi;
- Indivisibilità: la servitù si estende ad ogni parte del fondo ed è indivisibile da esso;
- Ambulatorietà attiva e passiva: le servitù si trasferiscono automaticamente e
congiuntamente al trasferimento del fondo dominante o servente cui accedono;
- la servitù può consistere solo in un non facere o in un pati del proprietario del
fondo servente, salvo che la legge o il titolo disponga altrimenti;
3. Tipi di servitù
b) Affermative e negative:
1) Affermative: sono le servitù per il cui esercizio è richiesto un comportamento attivo
del proprietario del fondo dominante, che il proprietario del fondo servente deve
sopportare (ad esempio passaggio);
2) Negative: sono quelleche comportano soltanto un non facere a carico del
proprietario del fondo servente (ad esempio servitù di non costruire oltre una certa
altezza).
133
c) Volontarie e coattive: a seconda che si costituiscono per volontà delle parti oppure per
legge;
d) Temporanee o perpetue.
4. Le servitù coattive
Servitù coattive sono quelle che trovano il loro titolo nella legge.
Non sorgono automaticamente, in quanto occorre sempre un atto di volontà del
proprietario, del futuro fondo dominante.
Il proprietario del fondo servente ha diritto ad una indennità .
Tipicità delle servitù coattive: esse sono soltanto quelle previste dalla legge.
A) Le principali figure sono:
- Servitù di acquedotto coattivo: consiste nel diritto di far passare acque proprie
attraverso fondi altrui;
- Servitù di passaggio coattivo: consiste nel diritto al passaggio sul fondo vicino per
accedere alla via pubblica:
Costituzione delle servitù coattive: la legge costituisce il solo titolo astratto per il sorgere della
servitù per la costituzione della servitù occorrerà sempre una dichiarazione di volontà di diritto
sostanziale (contratto) o processuale (sentenza).
B) Il modo di esercizio della servitù: è determinato dal titolo o dal possesso, a seconda
che la servitù stessa derivi dalla volontà delle parti o dall’usucapione.
L’art 1065 cc sancisce che:nel dubbio la servitù deve ritenersi costituita in guisa da
soddisfare il bisogno del fondo dominante col minor aggravio del fondo servente.
Esse sono:
- Azione di mero accertamento: mira a far riconoscere in giudizio l’esistenza della
servitù .
- Azione confessoria: mirante ad ottenere la cessazione di impedimento e turbative alla
servitù .
- Azioni possessorie.
1. Concetto ed elementi
135
Nonsono suscettibili di possesso:
- le parti non separabili di cose composte,
- le pertinenze,
- lo spazio aereo,
- beni demaniali,
- le universalità giuridiche (ad esempio l’eredità e l’azienda),
3. Detenzione e possesso
Nozione:La detenzione può definirsi come un mero potere di fatto sulla cosa non
accompagnato dall’intenzione di esercitare un’attività corrispondente ad un diritto reale.
Tipi di detenzione:
- detenzione qualificata: quando è nell’interesse proprio (es.: locatario)
- detenzione non qualificata: quando è nell’interesse altrui (es.: domestici, depositari).
136
5. Acquisto, perdita e successione nel possesso
L’acquisto del possesso si dice derivativo se dipende da una trasmissione dal precedente
possessore.
Perdita de possesso
Si verifica quando viene meno uno degli elementi del possesso: corpus o animus.
Protezione possessoria: chi sia stato spogliato del possesso o molestato nel suo esercizio può
ottenere per via giudiziaria la reintegrazione del possesso medesimo o la cessazione della
molestia.
Se è minacciato un danno alla cosa posseduta, può ottenere dei provvedimenti cautelari.
Il possessore può inoltre difendersi da sé, quando ricorrano gli estremi della legittima difesa.
Lo spoglio e la molestia costituiscono atti illeciti, ai quali il possessore può reagire con azioni
giudiziarie che gli consentono di ottenere la reintegrazione del possesso o la cessazione della
molestia (azioni possessorie).
A) L’azione di reintegrazione
Quest’azione è concessa a chi sia stato violentemente od occultamente spogliato del possesso,
per consentirgli di ottenere una rapida reintegrazione del possesso medesimo.
La tutela è concessa indipendentemente dalla legittimità del possesso, dal modo in cui esso è
stato acquistato, dalla buona o malafede del possessore.
L’azione va esercitata entro un termine di un anno dal giorno dello spoglio o, trattandosi di
spoglio clandestino, dal giorno della sua scoperta (art. 1168 c.c.).
B) L’azione di manutenzione
L’azione di manutenzione del possesso è data a chi sia stato molestato nel possesso di un
immobile, di un diritto reale sopra un immobile o di un’universalità di mobili.
137
Il possesso deve durare da oltre un anno, continuo e non interrotto, e non deve essere stato
acquistato violentemente o clandestinamente.
Entrambe sono concesse al semplice possessore; sono date però anche al titolare del diritto
reale o al proprietario, pur quando non abbia il possesso.
La denunzia di nuova opera (art. 1171 c.c.) spetta a chi abbia ragione di temere che da una
nuova opera, da altrui intrapresa sul proprio come sull’altrui fondo, sia per derivare danno alla
cosa che fonda l’oggetto del suo diritto o del suo possesso.
L’opera non deve essere ancora terminata e non deve essere trascorso un anno dal suo
inizio.
La denunzia di danno temuto (art. 1172 c.c.) spetta a chi abbia ragione di temere che da
qualsiasi edificio, albero o altra cosa sovrasti pericolo di un danno grave e prossimo alla cosa
che forma l’oggetto del suo diritto o del suo possesso.
Quanto ai frutti che abbia percepito o potuto percepire, alle spese fatte, ai miglioramenti e ai
danni apportati alla cosa, si applicano le regole seguenti.
Frutti: il possessore di malafede deve restituire i frutti, naturali e civili, che ha percepito.
Capitolo 32 |L’usucapione
1. Nozione
Con l'espressione "usucapione" si indica un modo d'acquisto della proprietà e degli altri
diritti reali a titolo originario.
In particolare, la norma disciplina l'acquisto della proprietà e degli altri diritti reali sui beni
immobili che si perfeziona attraverso il protrarsi del possesso sul bene per un periodo
ultraventennale.
138
Fondamento dell'usucapione è, dunque, una particolare situazione di fatto, e non un diritto.
b) Usucapione abbreviata
Richiede alcuni requisiti in più e si realizza in minor tempo.
Oltre ai requisiti già visti, per l’usucapione abbreviata (possesso e durata) occorrono anche:
1) La buona fede;
2) Un titolo valido ed astrattamente idoneo al trasferimento del diritto;
3) La trascrizione del titolo: dalla trascrizione, infatti, decorre il tempo necessario per
usucapire.
Durata:
Beni immobili dieci anni;
- Beni mobili registrati tre anni;
- Fondi rustici cinque anni.
139
a. se il possessore è di mala fede, l’usucapione si compie con il decorso di venti
anni
Mentre è stato negato che il diritto d'autore possa formare oggetto di usucapione. (C.
826/1977);
Tuttavia, più di recente, nelle aule di merito è stata ammessa l'usucapione dei diritti di
riproduzione, diffusione e spaccio della fotografia attraverso il possesso continuato e di
buona fede di un negativo o di un analogo mezzo di riproduzione di fotografia semplice,
oggetto della protezione prevista agli artt. 87 s. l. dir. aut. (A. Milano 7.3.1995).
1. Il negozio giuridico
Il negozio giuridico è quella particolare figura di atto giuridico lecito i cui effetti non sono
prestabiliti dalla legge, ma sono liberamente determinabili dalle parti, in conformità alla
volontà manifestamente espressa ed alla causa (cioè alla funzione economico-sociale) che l’atto
stesso è obiettivamente capace di raggiungere.
140
- Lecito, in quanto conforme alle prescrizioni dell’ordinamento;
- Consistente in una dichiarazione di volontà;
- Produttivo di effetti giuridici.
2. L’autonomia negoziale
Con l’espressione di autonomia, si suole indicare la libertà del contrarre, alla quale si
contrappongono obblighi di contrarre di fonte legale .
Tale libertà tuttavia, è sottratta ai privati dalla legge, quando norme imperative contengono
clausole destinate a inserirsi nel contenuto del contratto a prescindere e contro la volontà dei
contraenti .
Le parti possono liberamente determinare il contenuto del contratto anche in relazione alla
sua durata.
Se non sono previsti particolari limiti di legge che impongono un tetto massimo per la durata
del contratto le parti possono liberamente convenire che il contratto obbligatorio sia
perpetuo.
Elementi naturali:
Essi non sono veri e propri elementi, ma piuttosto debbono considerarsi effetti impliciti di
un particolare negozio o del negozio in generale (ad esempio nella compravendita sono
elementi naturali la garanzia per i vizi della cosa e la garanzia per la evizione altrui).
Elementi accidentali:
A differenza degli elementi essenziali, non incidono sul piano della completezza del negozio ma
ne condizionano solo l’efficacia
141
Tipi di negozi:
1) Negozi unipersonali in cui la manifestazione di volontà proviene da una sola persona
fisica;
2) Negozi unilaterali pluripersonali che promanano da più persone, le quali
costituiscono, però , una parte unica.
3) Negozi recettizi sono quelli che, per produrre effetti, devono essere portati a
conoscenza di una determinata persona
4) Negozi non recettizi sono quelli che producono effetti in virtù della sola manifestazione
di volontà (ad esempio il testamento).
5) Negozi bilaterali Sono quelli che risultano da dichiarazioni di volontà provenienti da
due parti, e producono effetti per entrambe.
6) Negozi plurilaterali Sono quelli che risultano da manifestazioni di volontà provenienti
da più parti e producono effetti per tutte le parti (ad esempio il contratto di società ).
7) Negozi non patrimoniali essi attengono alla sfera dei rapporti familiari (ad esempio
matrimonio);
8) Negozi patrimoniali riguardano rapporti economicamente valutabili (ad esempio tutti i
contratti).
9) Negozi a titolo oneroso quando all’attribuzione in favore di un soggetto faccia
riscontro un corrispettivo a carico dello stesso (ad esempio compravendita);
10) Negozi a titolo gratuito quando manca il corrispettivo, essendo il negozio diretto ad
accrescere il patrimonio altrui senza controprestazione (ad esempio donazione)
11) Negozi a causa di morte nel nostro ordinamento è previsto un solo negozio mortis
causa, il testamento, e sono vietati tutti i patti successori e le donazioni mortis causa.
12) Negozi inter vivos: sono tutti gli altri che prescindono da tale presupposto.
1. Generalità
Durante tali fasi possono intervenire dei fattori di disturbo che cagionano il formarsi di
una volontà viziata o una divergenza tra la volontà dichiarata e la volontà interna.
142
Esempio dichiarazioni fatte durante una rappresentazione (ad esempio teatrale) o
emesse a scopo didattico o per scherzo .
B) Violenza fisica
La violenza fisica ricorre quando un soggetto emette una manifestazione di volontà negoziale
perché costretto a forza da un altro soggetto.
A) Riserva mentale
Si ha riserva mentale quando il soggetto intenzionalmente dichiara cosa diversa da quella che
vuole.
in questi casi la riserva, rimanendo esclusivamente interna al dichiarante, non ha alcuna
conseguenza ed il negozio è perfettamente valido ed efficace.
B) Errore ostativo
È l’errore del dichiarante che cade:
a) Sulla dichiarazione (ad esempio dico 100 e volevo 1000);
b) Sulla trasmissione della dichiarazione stessa
C) Dissenso
Il dissenso è un caso di divergenza tra volontà e manifestazione tipico dei soli contratti.
D) Simulazione
La simulazione si sostanzia in una divergenza voluta dalle stesse parti.
4. La simulazione
Distinguiamo:
A) Simulazione assoluta: si ha quando le parti stipulano un negozio che in realtà non
vogliono.
B) Simulazione relativa: ricorre quando le parti pongono in essere un dato negozio (cd.
simulato), ma in realtà vogliono un negozio diverso (cd. dissimulato):
143
a. Esempio le parti stipulano un contratto di vendita, ma in realtà si tratta di una
donazione.
Ai sensi dell'art. 1414, 1° co., il negozio ostensibile (che si può far vedere) è stato variamente
qualificato come inesistente, nullo o inefficace.
A) Inesistenza.
Alcuni autori sostengono che il contratto simulato sia inesistente alla stessa stregua del
contratto stipulato per finzione scenica.
B) Nullità.
Secondo la tradizionale concezione volontaristica, la nullità del negozio simulato troverebbe
fondamento nella mancanza di volontà del suo contenuto ossia nella divergenza assoluta tra
volontà dichiarata e volontà effettiva.
144
Si afferma, infatti, che il fenomeno simulatorio inciderebbe sull'efficacia del negozio (e non
sulla sua validità ) tanto nel senso di inefficacia-conseguenza della nullità , quanto di
inefficacia in senso tecnico conseguenza di un contratto valido.
Il problema degli effetti della simulazione nei confronti dei terzi va dunque risolto in base al
principio della tutela dell’affidamento, per cui:
I terzi pregiudicati dal contratto simulato sono interessati a dedurre la simulazione e
possono farne dichiarare la nullità.
I terzi subacquirenti per quanto concerne tale categoria, la simulazione non può essere fatta
valere nei confronti dei terzi subaquirenti in buona fede che, avendo fatto affidamento sulla
dichiarazione, hanno acquistato diritti dal titolare apparente.
[2] I creditori del simulato alienante possono far valere la simulazione che pregiudica i loro
diritti, e, nel conflitto con i creditori chirografari del simulato acquirente, sono preferiti a
questi, se il loro credito è anteriore all'atto simulato.
Le parti dunque non possono opporre la simulazione ai creditori del simulato acquirente che
in buona fede abbiano dato inizio all'esecuzione forzata sui beni oggetto del negozio
apparente.
Si ritiene (ai sensi dell'art. 2915, 2° co.), che nel caso in cui l'esecuzione riguardi beni
immobili o mobili registrati, i creditori del titolare apparente godano della protezione prevista
dall'art. 1416, 1° co., solo se il pignoramento venga eseguito - in buona fede - prima della
trascrizione della domanda giudiziale di simulazione.
Ai sensi dell'art. 1416, 2° co., i creditori del simulato alienante conservano la garanzia
patrimoniale sul bene apparentemente alienato e possono agire per fare accertare la simulazione
dell'atto che pregiudichi i loro diritti.
Il pregiudizio sussiste ogni qualvolta l'atto che si assume simulato determinerebbe - se efficace
- una modificazione, quantitativa o qualitativa, del patrimonio del debitore tale da rendere la
soddisfazione del credito più incerta, più difficile e comunque più onerosa.
Per far accertare la simulazione, il soggetto interessato deve adire l’Autorità Giudiziaria con
una speciale azione, la cd. azione di simulazione.
Sotto il profilo probatorio si distingue a seconda che siano le parti o i terzi a far valere la
simulazione.
Si intendono per vizi della volontà quegli elementi perturbatori che si inseriscono nel processo
formativo della volontà fuorviandola e determinandone una formazione anormale.
I vizi della volontà cui la legge attribuisce rilevanza sono: l’errore, il dolo e la violenza.
8. L’errore
L’errore può influire sulla formazione del negozio giuridico in diversi modi.
146
Esso può cadere sulla dichiarazione (errore ostativo).
Oppure l’errore può cadere su circostanze che influenzano la formazione della volontà
negoziale (errore vizio).
Ciò significa che la legge impone a ciascuna parte un onere di attenzione all’esistenza di
eventuali vizi della volontà o della dichiarazione dell’altra parte.
L’errore deve essere anche essenziale, intendendosi con ciò un errore che cade sulla natura o
sull’oggetto del contratto, sull’oggetto della prestazione o, infine, sull’identità o sulle qualità
della persona dell’altro contraente, sempre che l’una o le altre possano considerarsi importanti
in relazione alla natura del contratto e alle circostanze (art. 1428 c.c.).
1) La nozione di errore essenziale è specificata nell’art. 1429, che prevede che l’errore è
essenziale quando riguarda:
a) la natura o l'oggetto del contratto;
b) l'identità dell'oggetto della prestazione ovvero sopra una qualità dello stesso che deve
ritenersi determinante del consenso;
c) l'identità o sulle qualità della persona dell'altro contraente, sempre che l'una o le altre
siano state determinanti del consenso;
d) l’esistenza o il contenuto di una norma giuridica (anche se l’errore di diritto rileva solo
se esso è stato la ragione unica o principale del contratto).
2) La nozione di errore riconoscibile è specificata dall’art. 1431, che prevede che l'errore si
considera riconoscibile quando, in relazione al contenuto, alle circostanze del contratto
ovvero alla qualità dei contraenti, una persona di normale diligenza avrebbe potuto
rilevarlo (mentre è irrilevante il fatto che il contraente l’abbia effettivamente rilevato).
Conseguenze dell’errore
Il negozio viziato da errore giuridicamente rilevante è annullabile.
147
Tuttavia la parte in errore non può domandare l’annullamento del contratto se, prima che essa
possa derivarne pregiudizio, l’altra offre di eseguirlo in modo conforme al contenuto e alle
modalità del contratto che quella intendeva concludere (art. 1432 c.c.).
9. Il dolo
Il dolo è un inganno che altera il processo di formazione della volontà della controparte (c.d.
dolus malus).
Il dolo può essere commissivo (cioè realizzato mediante commissione) oppure omissivo (cioè
realizzato mediante omissione).
Il dolo è causa di annullamento del contratto quando è determinante, cioè quando i raggiri
usati da uno dei contraenti sono stati tali che, senza di essi, l'altra parte non avrebbe
contrattato (art. 1439).
1) Quando i raggiri sono stati usati da un terzo, il contratto è annullabile se essi erano noti
al contraente che ne ha tratto vantaggio.
2) Non è rilevante che il dolo riguardi elementi interni o esterni del contratto.
Quando invece il dolo è solo incidente, cioè i raggiri non sono stati tali da determinare il
consenso, il contratto è valido, benché senza di essi sarebbe stato concluso a condizioni diverse
(cioè, qui il dolo non ha inciso sulla conclusione del contratto, ma solo sul suo contenuto).
--> in questo caso però il contraente in mala fede risponde dei danni (1440).
N.B. dal dolus malus appena analizzato si distingue il c.d. dolus bonus, che consiste nella
tendenziale esaltazione della qualità della merce o del servizio, ricorrente nella pratica degli
affari
---> esso è normalmente tollerato, ma nel caso di contratto con i consumatori a volte la
giurisprudenza lo ritiene possibile causa di annullamento.
10. La violenza
La violenza quale vizio del consenso consiste in una minaccia che determina un’alterazione del
processo formativo della volontà .
Si tratta di violenza in senso morale o psichico e non in senso fisico (nel caso di violenza fisica
il contratto sarebbe nullo o inesistente).
Si tratta del c.d. metus ab extrinseco, che deve cioè provenire dall’esterno rispetto al contraente.
Il codice prevede che essa sia causa di annullamento del contatto se (art. 1435):
1) è seria, cioè tale da far impressionare una persona sensata (prendendo in
considerazione l'età , il sesso e alla condizione dei contraenti).
2) ha ad oggetto la minaccia di un male ingiusto (cioè lesivo di un interesse protetto dalla
legge) e notevole (cioè qualitativamente o quantitativamente rilevante)
3) riguarda la persona o i beni del coniuge del contraente o di un discendente o ascendente
di lui
--> se invece il male minacciato riguarda altre persone, l'annullamento del contratto è
rimesso alla prudente valutazione del giudice (art. 1436).
o Non rileva che la violenza sia stata esercitata da un terzo (art. 1434).
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Il codice precisa inoltre:
- che il timore riverenziale (cioè la soggezione psicologica verso persone autorevoli o
influenti in campo professionale, familiare o sociale; c.d. metus ab intrinseco) da solo non è
causa di annullamento del contratto (art. 1437).
- che la minaccia di far valere un diritto può essere causa di annullamento del contratto
solo quando è diretta a conseguire vantaggi ingiusti, cioè quando la minaccia non mira a
soddisfare il diritto del soggetto che la esercita, bensì è rivolta a fini diversi (art. 1438).
La forma: è il mezzo con cui si manifesta la volontà negoziale. E’ un elemento essenziale del
negozio giuridico poichè non può mancare in nessun negozio.
Forma vincolata: in alcuni casi l’ordinamento subordina la validità del negozio all’uso di una
forma determinata (ad substantiam). Ciò al fine:
- Richiamare l’attenzione del dichiarante sull’importanza dell’atto che compie;
- Predisporre una documentazione e dare certezza all’atto che si compie.
149
Quando la forma scritta è richiesta dalla legge solo per la prova del negozio (cd. forma ad
probationem) la mancata osservazione dell’onere formale non influisce sulla validità del
negozio, ma solo sulla possibilità di provarlo.
Principio della forma per relationem: secondo tal principio, desumibile dall’art. 1351 cc, in
ogni ipotesi di connessione tra negozi la forma del negozio principale si riflette sugli altri.
Pertanto, tutti i patti successivi che importino modifiche ad un elemento del contratto già
stipulato richiedono la stessa forma prevista per il contratto sul quale incidono (es. recesso,
convalida, cessione del contratto)
3. Il documento informatico
A seconda della struttura del negozio, per determinare il momento della formazione dello
stesso, occorre distinguere tra:
1) Negozi bilaterali o plurilaterali: il negozio si forma (si dice anche si perfeziona) al
momento dell’incontro delle due o più volontà ;
2) Negozi unilaterali recettizi: il negozio si forma quando la dichiarazione giunge a
conoscenza del destinatario;
3) Negozi unilaterali non recettizi: il negozio si perfeziona ed è efficace al momento della
manifestazione, non occorrendo che essa sia portata a conoscenza di alcuno.
dal concetto di perfezione del negozio va tenuto distinto quello di efficacia ( l’attitudine del
negozio) a produrre i suoi effetti in quanto non sempre il negozio perfetto è anche efficace.
Esempio:negozio sottoposto a termine iniziale che seppur perfetto in tutti i suoi elementi, non
produce effetti fini alla scadenza del termine.
150
Capitolo 37|La causa del negozio giuridico
1. Concetto:
Elemento essenziale di ogni negozio giuridico è la sua causa. Si parla di causa dell’obbligazione
per indicare “il titolo” da cui il debito deriva.
La mancanza di causa comporta la nullità dell’atto.
2. Causa e motivi
Dalla diversità tra causa e motivi scende una diversità di disciplina: mentre, infatti, la
causa è elemento essenziale del negozio ed è rilevante a molteplici fini, i motivi sono
normalmente irrilevanti, salvo particolari eccezioni.
b) Negozi atipici: sono quei negozi posti in essere dai soggetti e non corrispondenti ai tipi
previsti e particolarmente disciplinati dalla legge.
c) I negozi misti: sono il risultato della fusione delle cause di due o più negozi tipici.
esempio: contratto di posteggio, nel quale confluiscono la causa della locazione per lo
spazio occupato dall’auto, e la causa del deposito per l’obbligo di custodia del cd.
posteggiatore.
151
d) I negozi collegati: si ha collegamento negoziale quando una complessiva funzione
economica si realizza solo attraverso il ricorso a più negoziI negozi utilizzati
producono effetti propri ma concorrono ad un unico risultato
Negozi astratti: sono quelli i cui effetti si producono astraendosi dalla causa, la quale resta
in un primo momento accantonatapur potendo venire eventualmente in rilievo
successivamente.
L’ astrazione può essere:
- Sostanziale:quella per cui il negozio nel suo funzionamento resta svincolato dalla causa;
- Processuale: presuppone che il negozio sia casualechi agisce in giudizio per
ottenere la prestazionenon ha l’onere di dimostrare l’esistenza e la liceità della
causaIl convenutodeve provarne l’eventuale mancanza o l’illiceità , se vuol sottrarsi
alla condanna.
4. Mancanza di causa
La causa, in un negozio giuridico può mancare:
- Ab origine: si ha allora il cd. difetto genetico della causa che, a sua volta, può essere: -
a)totale se la causa manchi del tutto: comporta la nullità del negozio;
b) parziale se manca solo in parte: si tratta di una sproporzione fra le due
prestazioni. In presenza delle particolari condizioni previste dalla legge (artt. 1447-
1448) la parte danneggiata può chiedere la rescissione del contratto (il negozio non è
nullo);
- In un momento successivo: si parla dicd. difetto funzionale o sopravvenuto della
causa.Ricorre nei soli contratti a prestazione corrispettive, e in particolare nei casi di
impossibilità sopravvenuta della prestazioneVerificandosi tali situazioni, il soggetto
nei cui confronti viene a mancare la causa della prestazione può chiedere la risoluzione
del contratto
- la causa può mancare originariamente solo in parte: si configura in questi casi il cd.
difetto genetico parziale della causa (es. contratti a prestazioni corrispettive come la
vendita, nella quale il venditore trasferisce la cosa e il compratore paga il prezzo).
L’art art.1343 c.c prescrive che: la causa è illecita quando è contraria alla legge e all’ordine
pubblico ( negozio illegale) e al buon costume (negozio immorale).
E’ riconosciuto il diritto ad ottenere la restituzione di ciò che ha dato (cd. ripetizione
dell’indebito)l’immoralità è solo da una parte.
Il diritto di restituzione è negato se l’immoralità proviene da entrambi le parti (es. di colui che
dà danaro per corrompere un pubblico funzionario).
I motivi che determinano le parti a compiere il negozio sono normalmente irrilevanti, tranne in
alcuni casi espressamente previsti dalla legge.
A) L’art. 1345 cc sancisce la nullità del contratto quando le parti si siano determinate a
concluderlo esclusivamente per un motivo illecito comune ad entrambe.
Occorre, pertanto:
- che l’accordo abbia per entrambe le parti lo stesso motivo;
- che il motivo comune sia illecito;
- il motivo illecito comune deve essere stato esclusivo e quindi determinante
del consenso;
B) Inoltre l’art. 624, comma 2, e l’art. 787 sanciscono l’annullabilità del testamento e della
donazione quando questi siano effetto di errore sul motivo.
A tal fine:
- il motivo deve risultare dall’atto;
- quel motivo deve essere stato il solo ad averlo determinato.
Nozione: Con il negozio in frode alla legge le parti mirano ad ottenere un risultato
equivalente a quello vietato dalla legge.
La frode alla legge costituisce un vizio della causa dell’atto che si concreta in un abuso della
funzione strumentale tipica del negozio
Negozio contra legem: Con il negozio contrario alla legge le parti mirano direttamente ad
un risultato vietato;
153
particolare finalità antigiuridica ovvero quella di eludere le disposizioni di una
norma imperativa.
Forme di rappresentanza:
A) Rappresentanza diretta;
B) Rappresentanza indiretta;
C) Rappresentanza legale;
D) Rappresentanza volontaria;
E) Rappresentanza organica.
A) Rappresentanza diretta
Si ha rappresentanza diretta quando il rappresentante agisce per conto (e cioè nell’interesse)
e nel nome del rappresentato.
B) Rappresentanza indiretta
Si ha rappresentanza indiretta quando il rappresentante agisce solo per conto ma non nel
nome del rappresentato.ilrappresentato non diviene parte del contratto ed i relativi effetti si
riversano nel patrimonio del rappresentante che ha agito in nome proprio.
C) Rappresentanza legale
Qui il potere di rappresentanza è conferito dalla legge.
Pertanto essa trova la sua fonte esclusivamente nella legge e nei soli casi della stessa
previsti Esempi:
i genitori hanno la rappresentanza legale dei figli minori di età (v. art. 320),
così come un potere di rappresentanza legale è riconosciuto al tutore (art. 357),
al protutore (art. 360),
al curatore dello scomparso (art. 48) etc.
Funzione:rendere possibile all’incapace di agire il compimento di atti che altrimenti gli sarebbero
preclusi.
D) Rappresentanza volontaria
Trova la sua fonte esclusivamente nella volontà dei soggetti.
Essa è conferita attraverso un apposito negozio, la procura.
La procura:
E’ un negozio un atto a rilevanza esterna con il quale una persona conferisce ad un’altra il
potere di rappresentarla. Con tale atto il rappresentante, acquista il potere di impegnare
direttamente il rappresentato con i terzi coi quali viene in contatto.
C) Rappresentanza organica
155
In tale fattispecie non c’è alcuna scissione tra ente e persona che agisce a suo nome, ma tra
di essi si instaura un rapporto di compenetrazione (cd. immedesimazione organica)essa
esclude una sostituzione dell’organo all’ente costituendo il primo integrante del secondo cui
andrà ogni attività svolta dall’organo nell’esercizio delle sue funzioni.
La rappresentanza volontaria non è ammessa in tutti quei negozi che per legge possono essere
compiuti esclusivamente dal titolare del diritto (cd. negozi personalissimi).
Essi sono:
- Il testamento;
- La donazione;
- Il matrimoni (Nel cd. matrimonio per procura non c’è un rappresentatne ma un
nuncius);
- I negozi familiari.
Capacità, vizi della volontà e stati soggettivi rilevanti nel negozio concluso dal
rappresentante
A) Capacità
La capacità di diventare titolare dei rapporti giuridici negoziali deve essere valutata con
riferimento alla persona del rappresentato in quanto è nella sfera giuridica di costui che si
produrranno gli effetti giuridici del negozio compiuto dal rappresentante.
se ad una persona è vietato acquistare un certo diritto l’acquisto non potrà essere fatto
neppure per mezzo di un rappresentante.
Pertanto:
a) Il rappresentato:deve avere la capacità d’agire.
b) Il rappresentante:deve avere la capacità d’intendere e di volere, avuto riguardo alla
natura e al contenuto del contratto.
Il negozio sarà annullabile se la volontà del rappresentante si è formata in modo viziato: per
errore, violenza o dolo.
L’art. 1388 sancisce che il contratto concluso dal rappresentante in nome e per conto del
rappresentato vincola costui soltanto se il primo ha agito nei limiti delle facoltà concessegli.
A) Abuso di potere
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Nozione:Si ha abuso di potere quando il rappresentante abbia fatto cattivo uso del potere
conferitogliagendo per un fine diverso da quello per cui veniva incaricato al fine di perseguire
un interesse proprio o di terzi in contrasto con gli interessi del rappresentato.
Occorre pertanto:
- che il rappresentante sia portatore di interessi incompatibili con quelli del
rappresentato,
- che il rappresentante persegua l’interesse proprio o di un terzo in via esclusiva.
2) Difetto di potere:Si ha difetto di potere, invece, nel caso del falsus procurator, del
soggetto, cioè, che si sia finto rappresentante senza averne i poteri.
In entrambi i casi:
- il contratto concluso non vincola minimamente il rappresentato;
- l’atto compiuto in tal caso è inefficace: tuttavia se ratificato dal rappresentato diviene
efficace a tutti gli effetti di legge;
- colui che ha compiuto il negozio è tenuto a risarcire i danni al terzo contraente a titolo
di responsabilità precontrattuale.
4. La ratifica
Nozione:La ratifica è un negozio unilaterale e recettizio con cui il rappresentato accetta gli
effetti e conferisce efficacia al negozio compiuto in suo nome dal falsus procurator o dal
rappresentante che abbia ecceduto dai limiti della procura.
157
1. Nozione
Nozione: Sono accidentali quegli elementi che le parti possono liberamente apporre ad un
negozio giuridico, influenzandone in tal modo l’efficacia.
Essi possono mancare ma una volta inclusi nel contenuto di un negozio diventano vincolanti ed
essenziali per le parti.
Gli elementi accidentali sono:
- la condizione,
- il termine,
- il modus o onere.
2. La condizione
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a) Condizione potestativa vera e propria: consiste in un fatto che, pur essendo
volontario, non è indifferente compiere perché si riferisce a qualche apprezzabile
interesse per la parte ad esempio se aprirò un certo stabilimento, ti assumerò ;
b) Condizione meramente potestativa (o arbitraria): consiste in un comportamento
della stessa parte obbligata, che può tenere o meno a suo arbitrio.
L’art. 1358 sancisce l’obbligo per ciascuna parte di comportarsi, durante la pendenza,
secondo buona fede, per conservare integre le ragioni dell’altra parte
159
A differenza del caso precedente, qui il contratto è immediatamente
produttivo di effetti, salva la possibilità che detta efficacia venga meno ex tunc
qualora si realizzi l’evento dedotto in condizione.
Tali regole possono subire delle eccezioni per volontà delle parti o per la natura del rapporto.
A) La condizione illecita:
la condizione è illecita se contraria a norme imperative, all’ordine pubblico o al buon
costume.
La condizione illecita:
a) Negli atti tra vivi: rende nullo il negozio;
b) Negli atti di ultima volontà: si ha per non apposta a meno che risulti come motivo
unico determinante della disposizione.
B) La condizione impossibile:
è quella che consiste in un avvenimento irrealizzabile, o dal punto di vista naturale o da
quello giuridico.
La condizione impossibile produce effetti diversi sul negozio a seconda che si tratti di:
a) Atti tra vivi: Se è sospensiva rende nullo il negozio. Se è risolutiva si considera non
apposta, per cui l’atto resta perfettamente efficace;
b) Atti di ultima volontà:si ha per non apposta salvo sia stata motivo unico determinante
della disposizione.
Esistono negozi (cd. actuslegitimi) che, per loro natura, non tollerano la condizione.
7. Il termine
Nozione: Può definirsi come un avvenimento futuro e certo dal quale le parti fanno dipendere
l’inizio o la cessazione di efficacia del negozio giuridico.
160
Differenze con la condizioneÈ il carattere della certezza dell’evento che distingue la
condizione dal termine.
- Termine del diritto: è quello fissato dalle parti relativamente ai diritti che non hanno
durata perpetua o indeterminata ad esempio, diritto di superficie ventennale, diritto
di servitù decennale etc.
Il termine, a differenza della condizione, non mette in dubbio gli effetti del negozio ma li
differisce e li fa cessare in un momento successivo.
Si distingue:
- Pendenza del termine:E’ il periodo di tempo in cui il termine non si è ancora verificato.
In tale frangente:
- Il diritto non può essere esercitato tuttavia
- se una parte adempie la sua obbligazione in pendenza di termine non può chiederne la
restituzione e potrà solo essere rimborsata del vantaggio arrecato all’altra parte
adempiendo primaad esempio interessi;
- Scadenza del termine: è in questo momento che si verificano gli effetti del negozio
(termine iniziale) o vengono meno (termine finale).
Il termine non opera con effetti retroattivi, pertanto, esplica la sua efficacia ex nunc.
Caratteri:
- Il modo quando è impossibile o illecito si ha per non apposto, sia negli atti di liberalità
tra vivi che in quelli mortis causa;
1. Generalità
Il negozio giuridico per essere valido e vincolante deve avere i requisiti prescritti
dall’ordinamento giuridico.
Se uno di tali elementi manca o è viziato il negozio è difforme dalla legge,
pertanto:
a) il negozio non è in grado di produrre i suoi effetti, oppure
b) se questi si producono, egualmente,il negozio è destinato a divenire inefficace.
162
2. Inefficacia in senso stretto: che comprende i casi in cui la mancanza di effetti deriva da
un’inettitudine transitoria del negozio a produrre effetti per una qualunque ragione
non patologicaad esempio il negozioè sottoposto ad una condizione sospensiva non
ancora verificatasi.
Nozione:Si ha inesistenza del negozio quando questo manca addirittura di quel minimo
necessario di elementi indispensabiliper poter essere concepito, qualificato o identificato
come negozio giuridico.
Effetti dell’inesistenza: non sono identici a quelli derivanti dalla nullità ; infatti a differenza del
negozio nullo:
- il negozio inesistente non ammette mai convalida;
- il negozio inesistente non produce alcun effetto nemmeno indiretto;
- Il negozio inesistente non può convertirsi.
A) Nozione: Si ha nullità quando il negozio giuridico è inidoneo a produrre i suoi effetti tipici.
La nullità è:
- testuale, quando è prevista espressamente dalla legge;
- virtuale, quando si desume dal complesso delle norme;
- strutturale, quando riguarda i difetti strutturali del negozio.
Dunque la clausola negoziale difforme dalla legge è nulla ma ciò non comporta la nullità
dell’intero negozio che resta in vita modificato con le clausole inserite o sostituite
automaticamente dalla legge.
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Nozione:L’annullabilità deriva dall’inosservanza delle regole chemirano a proteggere
particolarmente uno dei soggetti (art.1425 c.c.).
Il negozio annullabile produce tutti gli effetti a cui era diretto (c.d. efficacia precaria del
negozio annullabile), ma questi effetti vengono meno se viene proposta ed accolta l’azione di
annullamento
A) Caratteristiche dell’annullabilità
Esse sono:
a) L’efficacia interinale (o temporanea) del negozio annullabile:finchè non
viene annullato il negozio produce tutti i suoi effetti;
b) La relatività: di norma l’annullamento può essere domandatosoltanto dalla parte
nel cui interesse è stabilito dalla legge;
c) L’irrilevabilità d’ufficio: il giudice non può , senza domanda di parte, rilevare
l’annullabilità ;
d) La sanabilità: il negozio annullabile può sanarsi sia per effetto della prescrizione,
sia per effetto dell’azione di annullamento che per causa di convalida;
e) La prescrittibilità: l’azione di annullamento è soggetta a prescrizione
quinquennale. Il termine comincia a decorrere dal giorno in cui è cessata la causa
che ha dato luogo al vizio del negozio oppure dal giorno in cui questo è stato
concluso;
f) La natura costitutiva dell’azione di annullamento:l’azione di annullamento ha
natura costitutiva in quanto questa mira a modificare una situazione giuridica
preesistente. La sentenza di annullamento elimina gli effetti prodotti dal negozio.
B) Effetti dell’annullamento
a) Efficacia retroattiva (ex tunc) tra le parti: la sentenza di annullamento distrugge gli
effetti prodotti dal negozio annullabile come se questi non si fossero mai verificati.
Da ciò deriva che:
- Colui che ha ricevuto una prestazione in base a negozio annullabile è tenuto a
restituirla per l’intero;
- L’incapace (nel caso di negozio annullato per incapacità ) deve restituire solo
quanto della prestazione è stato rivolto a suo vantaggio;
b) Effetti della retroattività nei confronti dei terzi:
- Se l’annullamento dipende da incapacità legale, gli effetti retroattivi
dell’annullamento si esplicano anche nei confronti dei terzi;
- Se l’annullamento deriva da altre cause (ad esempio vizi della volontà ), la sentenza
di annullamento non pregiudica i diritti acquistati a titolo oneroso dai terzi in buona
fede.
165
La convalida è un negozio:
- Unilaterale,
- accessorio,
- a forma libera,
- non recettizio.
5. Il principio di conservazione
7. L’irregolarità
Nozione:Il negozio giuridico si dice irregolare quando, pur essendo perfettamente valido ed
efficace, abbia tuttavia violato qualche comando legislativo.
La relativa sanzione non si riflette sull’atto, ma consiste in una pena per chi lo ha posto in
essere.
Esempi di negozio irregolare mancata pubblicazione nel negozio matrimoniale,
inosservanza del lutto vedovile.
Il legame che nasce con l’obbligazione crea un vincolo giuridico fra le parti differenziando
l’obbligazione da altri obblighi che nascono dal costume, dalla morale e dalla religione.
Le fonti dell’obbligazione
Nozione: È fonte dell’obbligazione ogni fatto giuridico dal quale trae origine l’obbligazione stessa.
A) Il debito
Il debito è la posizione giuridica passiva del rapporto obbligatorio ed ha come suo contenuto il
dovere di adempiere ad una determinata prestazione.
B) Il credito
Il credito è il diritto all’adempimento, ossia la pretesa giuridicamente tutelata del creditore ad
ottenere la prestazione è un diritto soggettivo.
C) L’oggetto
Nozione: L’oggetto del rapporto obbligatorio consiste nella prestazione ovvero nel
comportamento cui è tenuto il debitore.
La prestazione:
Nozione: La prestazione si sostanzia nel comportamento al quale è obbligato il debitore.
167
Patrimonialità significa che la prestazione deve poter essere suscettibile di valutazione
economica, ossia deve essere tale da potersene determinare il valore in danaroÈ questo
il requisito che distingue l’obbligazione in senso tecnico da obblighi di altra natura.
2) Possibilità
La prestazione deve essere possibilel’impossibilità può essere d’ordine materiale o
d’ordine giuridico.
3) Liceità
La liceità della prestazione presuppone che questa non sia contraria a norme imperative,
all’ordine pubblico o al buon costume.
4) Determinatezza o determinabilità
La prestazione deve essere determinata fin dall’inizio o determinabile in seguito
mediante un processo oggettivo e logicoLe parti possono anche stabilire che il contenuto
della prestazionesia rimesso alla determinazione di una persona competente e di loro
fiducia. cd. Arbitro.
Secondo l’art. 1175<<il debitore ed il creditore devono comportarsi secondo le regole della
correttezza>>L’obbligo di correttezza trova il suo fondamento nei principi di solidarietà
umana e sociale sanciti dall’art. 2 Cost.
a) Il debitore deve eseguire tutte quelle prestazioni strumentali o accessorie che siano
dovute secondo un criterio di correttezza, ai fini di realizzare compiutamente l’interesse
del creditore alla prestazione;
b) Il creditore è tenutoalla cooperazione per facilitare al debitore l’adempimento o,
almeno, per evitargli inutili aggravi.
168
4. Obbligazioni naturali
1. I soggetti dell’obbligazione
- Il principio della dualità dei soggetti: il rapporto intercorre tra due distinti titolari,
portatori di interessi contrappostiI soggetti possono essere anche più di due, nei
casi in cui una delle parti del rapporto o entrambe sia soggettivamente complessa
- Il principio della determinatezza dei soggetti: essi devono essere determinati dal
momento della nascita dell’obbligazione o quanto meno determinabili.
2. L’obbligazione parziaria
169
L‘obbligazione parziaria è un’obbligazione con più soggetti, ciascuno dei quali è portatore di
un diritto o obbligo parziale, proporzionato alla sua partecipazione al vincolo obbligatorio.
Di conseguenza:
- Se vi sono più creditori: ognuno di essi ha il diritto di esigere dal debitore soltanto la
sua parte;
- Se vi sono più debitori: ognuno è obbligato solo per la sua parte.
3. L’obbligazione solidale
A) Nozione e presupposti
Nozione: è un’obbligazione con pluralità di soggetti in cui ogni creditore ha diritto di
pretendere la prestazione per l’intero (solidarietà attiva), oppure ogni debitore ha l’obbligo di
eseguire l’obbligazione per intero (solidarietà passiva) il pagamento effettuato dal debitore
richiesto,estingue l’obbligazione.
B) Funzione
Nella solidarietà attivaviene agevolato l’esercizio del diritto di credito poichè ciascun
creditore solidale può ottenere l’intera prestazione dal debitore. L’agevolazione si ha anche per
il debitore che può liberarsi eseguendo l’intera prestazione ad uno dei creditori.
Nella solidarietà passiva il creditore può ottenere da ciascuno dei debitori l’intera
prestazione senza escutere gli altri.
170
c) Estensione dei fatti favorevoli: se si verifica un fatto o un atto favorevole nei confronti
di un debitore o creditore solidale, gli effetti si comunicano agli altri, salvo sia previsto
diversamente.
La distinzione delle obbligazioni in divisibili ed indivisibili attiene alla natura dell’oggetto del
rapporto obbligatorio.
5. Le obbligazioni divisibili
6. Le obbligazioni indivisibili
Nozione: l’obbligazione è indivisibile quando la prestazione ha ad oggetto un bene che, per sua
natura o per volontà delle parti, non è suscettibile di frazionamento in parti omogenee.
L’art. 1317 prescrive che:le obbligazioni indivisibili, salvo eccezioni, sono regolate
dalle stesse norme delle obbligazioni solidali.
- Sia con riferimento alla volontà delle parti (indivisibilità relativa o soggettiva):
quando l’indivisibilità è stabilita dalle parti..
8. L’obbligazione alternativa
Nozione: obbligazione alternativa è quella in cui sono previste due o più prestazioni, ma il
debitore si libera eseguendone una sola ad esempio: Tizio è obbligato a consegnare l’auto A o
la moto B.
- Determinazione del soggetto con diritto di scelta: Se le parti non hanno stabilito
diversamente, la scelta spetta al debitore (art.1286 c.c.).
9. Obbligazione facoltativa
Possono essere:
a) Obbligazioni di dare: tali obbligazioni comportano l’effettiva consegna di una cosa.
b) Obbligazioni di fare: hanno per oggetto un’attività in senso proprio del debitore.
Possono essere:
- Infungibili:quando l’adempimento deve essere fatto dal debitore e soltanto da lui
- Fungibili: quando la prestazione può essere anche eseguita da un terzo ;
c) Obbligazioni miste di dare e fare: si realizzano in alcune figure complesse esempio
nei contratti di somministrazione, di appalto e in alcuni contratti atipici misti.
172
- Obbligazione di risultato: si ha quando l’oggetto dell’obbligazione non è costituito dal
lavoro, ma dal risultato del lavoro. In questo caso il debitore non può dirsi adempiente
(e non ha diritto al corrispettivo), fino a quando non abbia procurato il risultato.
Il debitore è adempiente (ed ha diritto al compenso) se dimostra di aver fatto quanto poteva
richiedersi alla diligenza del buon padre di famigliarimanendo così esente da responsabilità
per inadempimento.
Disciplina giuridica:
a) Estinzione delle obbligazioni per impossibilità sopravvenuta: l’impossibilità
non può mai verificarsi rispetto alle cose generiche salvo che si tratti di genere
limitato;
b) Contratti con effetti reali: la proprietà delle cose generiche si acquista solo con la
specificazione cioè con l’individuazione dell’oggetto della prestazione nell’ambito
del genere.
2) L’obbligazione è specifica quando ha per oggetto della prestazione, una cosa specifica.
A) Le obbligazioni pecuniarie
Nozione: sono pecuniarie le obbligazioni a carattere generico che hanno per oggetto una
somma di denaro.
- L’art. 1277 dispone che: i debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso
legale nello Stato al momento del pagamento ed al suo valore nominale (cd. principio
nominalistico).
Si distinguono:
1) Interessi legali: la fonte è nella legge che, all’art. 1282 cc, stabilisce il principio generale
per cui ogni credito di somme liquide ed esigibili produce interessi di pieno diritto.
L’ammontare degli interessi legali è determinato con Decreto del Ministro dell’economia.
2) Interessi convenzionali: sono quelli previsti dalla volontà delle parti che possono
fissare una misura diversa da quella legale (purché non usuraia) Devono essere stabiliti
per iscrittoin mancanza sono dovuti nella misura legale.
Inoltre:Ai sensi dell’art. 1224 comma 2 al creditore che dimostra di aver subito un danno
maggiore di quello risarcibile con gli interessi moratori, spetta l’ulteriore risarcimento.
Gli interessi scaduti producono a loro volta interessi soltanto in due casi:
- dal giorno della domanda giudiziale specificamente diretta ad ottenere il pagamento
degli interessi scaduti o per effetto di convenzione posteriore alla scadenza degli
interessi (sempre che siano dovuti almeno per sei mesi);
- se esistono usi che espressamente li prevedono.
Nozione: La cessione del credito è il contratto con cui il creditore (cedente) trasferisce ad
altro soggetto (cessionario) il proprio diritto di credito Per effetto della cessione si
sostituisce un nuovo creditore a quello originario.
I crediti <<incedibili>>
L’art. 1260 cc esclude la cedibilità dei seguenti crediti:
- I crediti strettamente personali fra i quali vanno ricordati i crediti alimentari;
- Alcuni crediti il cui trasferimento è vietato per legge;
- I crediti la cui cessione è esclusa dalle stesse parti (cd. incedibilità convenzionale).
175
Efficacia della cessione
Nei confronti del debitore ceduto
La cessione del credito ha efficacia nei confronti del debitore ceduto quando questi:
- l’abbia accettata,
- gli sia stata notificata
- comunque ne abbia avuto conoscenza.
Il debitore ceduto:
- può opporre al cessionario le stesse eccezioni che poteva opporre al cedente,
- Non può opporre al cessionario la compensazione che avrebbe potuto opporre al
cedente se ha accettato puramente e semplicemente la cessione.
- Se non ha accettato potrà opporre la compensazione solo per i crediti anteriori
alla notificazione.
- Cessione pro soluto: si ha la liberazione del cedente nei confronti del cessionario al
momento del trasferimento.
- Cessione pro solvendo:produce la liberazione solo quando il cessionario abbia
effettivamente riscosso il creditopertanto, se il debitore ceduto non paga, pagherà
per lui il cedente.
Se la cessione è a titolo gratuito: la garanzia dell’esistenza del credito <<è dovuta solo
nei casi e nei limiti in cui la legge pone a carico del donante la garanzia per evizione>> art.
1266 cc.
2) Per volontà del debitore che, prendendo a mutuo una somma per pagare il creditore, può
surrogare il mutuante nella posizione del creditore pagato (detta anche surroga per
imprestito).
176
3) Per volontà della legge (surrogazione legale): ricorre in tutti quei casi in cui la legge
autorizza il terzo a surrogarsi nei diritti del creditore, indipendentemente dalla
volontà del creditore e del debitore.
6. La delegazione in generale
In particolare avremo:
- Delegazione attiva: nel caso in cui si delega la posizione di creditore assegnando al
debitore un altro creditore;
- Delegazione passiva: nel caso in cui si delega la posizione del debitore assegnando al
creditore un altro debitore.
177
Delegazione titolata e pura
Nella delegazione sono distinguibili due rapporti:
- Il rapporto tra delegante e delegato, in base al quale il secondo assume il debito o
paga cd.rapporto di provvista;
- Il rapporto tra delegante e delegatario, in base al quale il primo deve adempiere un
obbligo cd. rapporto di valuta.
Si specifica che:
- Qualora il delegato, in esecuzione di un ordine del delegante, promette od adempie la
prestazione senza richiamare alcuno dei rapporti su menzionati si ha delegazione
astratta o pura.
- il debitore fa espresso riferimento a questi rapporti sottostantisi ha delegazione
titolata o causale.
B) Forme di delegazione
La delegazione può assumere due forme:
8. L’espromissione
178
- Espromissione cumulativa: l’espromittente è obbligato in solido col debitore
originario;
- Espromissione liberatoria o privativa: il creditore espressamente dichiara di liberare
il debitore originario.
Eccezioni:
L’espromittente non può opporre al creditorele eccezioni che avrebbe potuto opporre il
debitore originario tranne:
- Le eccezioni personaliad esempio incapacità del debitore;
- Le eccezioni derivanti da fatti successivi all’espromissione;
- Le eccezioni di compensazione.
9. L’accollo
Nozione:è un contratto fra debitore (accollato) e terzo (accollante), con il quale il terzo si
assume il debito dell’altro. A tale accordo non partecipa il creditore (accollatario) mala sua
adesione del creditore ha soltanto la funzione di rendere irrevocabile la stipulazione a suo
favore.
L’accollo è qualificato dalla maggior parte della dottrina come contratto a favore del
terzo creditore.
Tipi di accollo:
a) Interno (o semplice): interviene quando l’accordo tra il debitore e l’accollante non è
manifestato al creditore che rimane terzo estraneo al rapporto (qui non si riscontra il
favore del terzo) l’efficacia del contratto di accollo rimane circoscritta inter partes;
179
10. Le cessione del contratto (art. 1406)
- Il cessionario è sostituito nella posizione del cedente, perciò il contraente ceduto può
opporre al cessionario tutte le eccezioni derivanti dal contratto tranne quelle fondate sui
rapporti personali col cedente e non dipendenti dal contratto,
Capitolo 44 |L’adempimento
180
- Modi non satisfattori: determinano la liberazione del debitore senza che il creditore
riceva la prestazione e sono novazione, remissione del debito, impossibilità
sopravvenuta.
2. Disciplina dell’adempimento
- Se il debitore paga al cd. creditore apparente è liberato solo se prova di essere stato in
buona fede.
B) Il luogo dell’adempimento
Esso è determinato:
1. Innanzitutto, dalla volontà delle parti;
2. In secondo luogo, dagli usi;
3. Dalla natura della prestazione e da altre circostanze obiettive;
4. Dalle norme suppletive dettate dall’art. 1182 cc.
181
- L’obbligazione avente ad oggetto una somma di danaro deve essere adempiuta al
domicilio del creditore al tempo della scadenza;
- Negli altri casi l’obbligazione deve essere adempiuta al domicilio del debitore al
momento della scadenza.
C) Tempo dell’adempimento
Il termine di scadenza dell’obbligazione
Il creditore non può opporsi all’adempimento del terzo, tranne che nelle seguenti eccezioni:
- Se il creditore ha interesse che il debitore esegua personalmente la prestazione;
- Se il debitore gli ha manifestato la sua opposizione.
182
In tal caso, se le parti non hanno diversamente pattuito, l’obbligazione si estingue solo con
l’effettiva riscossione del credito ceduto.
Nozione:Quando tra due persone intercorrono rapporti obbligatori reciproci, questi ultimi
possono estinguersi, in modo parziale o totale, senza bisogno di provvedere ai rispettivi
adempimenti, mediante compensazione tra i rispettivi crediti.
La compensazione, ha carattere satisfattorio perché ciascun creditore, pur non ricevendo la
prestazione, ottiene, mediante l’estinzione di un proprio debito, un vantaggio identico a quello
che avrebbe conseguito dalla prestazione medesima.
2. La confusione
Si ha confusione quando le qualità di credito e debito vengono a riunirsi in capo alla stessa
persona.
a) Quando la confusione si verifica in relazione a diritti reali limitati essa prende il nome di
consolidazionead esempio l’usufruttuario che divenga proprietario del bene che aveva
in usufrutto.
Con l’estinzione del rapporto originario si estinguono anche i diritti accessori, come i
privilegi, il pegno e le ipoteche del credito originario, salva espressa volontà contraria
dei soggetti interessati (art. 1232).
Tipi di novazione:
- Novazione soggettiva: si ha quando la nuova obbligazione presenta una diversità di
soggetti.
- Novazione oggettiva: si ha quando, fra gli stessi soggetti, si costituisce un nuovo
rapporto diverso dal precedente o nell’oggetto ovvero nel titoload esempio invece di
dare una somma a titolo di risarcimento di danni, la si trattiene a titolo di mutuo.
184
- L’esistenza dell’obbligazione novanda (obbligazione da novare): la novazione è senza
effetto se non esisteva l’obbligazione originaria (art. 1234).
- L’aliquid novi: ossia un mutamento dell’oggetto o del titolo
- L’animus novandi: ossia la volontà di estinguere l’obbligo precedente creandone una
nuova. L’animus novandi non è presumibile ma deve risultare in modo non equivoco,
diversamente si avrà l’ assunzione di un nuovo rapporto obbligatorio accanto a quello
già esistente.
2. Non costituiscono causa di impossibilità della prestazione fatti che si limitano a rendere
difficile per il debitore l’adempimento dell’obbligo.
1. L’inadempimento in generale
2. L’imputabilità
- L’impedimento deve essere assoluto ovvero tale da non consentire in alcun modo di
adempierecaso fortuito o forza maggiore;
186
- L’impedimento deve essere totale ossia deve riguardare l’intera prestazione,
diversamente verificherà solo una impossibilità parziale.
Nel caso di impossibilità parzialeil debitore si libera dall’obbligazione eseguendo la
parte che è rimasta possibile.
Il creditore per il cd. principio di buona fede non può esigere una prestazione che richiede al
debitore uno sforzo eccessivo.
A) Concetto di mora
La mora del debitore consiste in un ritardo ingiustificato ovvero nella violazione dell’obbligo di
adempiere tempestivamente.
187
- quando l’obbligazione deriva da fatto illecito;
- se il debitore dichiara per iscritto di non volere adempiere l’obbligazione: qui
sarebbe inutile la richiesta del creditore;
- se l’obbligazione è a termine e la prestazione deve essere eseguita al domicilio
del creditore: in quest’ipotesi è la scadenza del termine che non giustifica
l’indugio dell’inadempimento;
In questo casoIl debitore si libera solo sedimostra che l’oggetto della prestazione
sarebbe ugualmente perito presso il creditore.
A) Nozione:Si ha mora del creditore quando questi rifiuti, senza legittimo motivo, di ricevere il
pagamento offertogli dal debitore.
188
C) Effetti della mora del creditore
La costituzione in mora del creditore produce i seguenti effetti:
- Il rischio dell’impossibilità sopravvenuta della prestazione non imputabile al
debitore resta a carico del creditore;
- Il debitore dev’essere risarcito dei danni derivanti dalla mora, nonché rimborsato dalle
spese sostenute per la custodia e la conservazione della cosa dovuta;
- Il debitore non è più tenuto a corrispondere gli interessi e i frutti della cosa (salvo
quelli già percepiti prima della mora).
Se il creditore rifiuta l’offerta solenne, il debitore può liberarsi depositando la res debita, nella
forma dell’art. 1212.
A) Nozione:Si intende per danno patrimoniale il pregiudizio che il creditore ha sofferto per
l’inadempimento (o il ritardo).
Esso si sostanzia:
- Nel danno emergente, ossia nella perdita effettivamente subita per la mancata
prestazionead esempio la mancata ricezione di merce comprata e pagata ha come
danno emergente l’ammontare del prezzo versato;
- Nel lucro cessante: è il mancato guadagnorealizzato se avesse utilizzato la prestazione
ottenutaad esempio il guadagno che avrebbe conseguito rivendendo la merce.
189
- Prevedibili al momento in cui è sorta l’obbligazione. Se l’inadempimento è dovuto al
dolo del debitore, questi è tenuto a risarcire anche i danni imprevedibili.
Si ricordi che: ai sensi dell’art. 1229, comma 1 è nullo il patto che esclude o limita
preventivamente la responsabilità del debitore per dolo o colpa grave cd. clausola di
esonero della responsabilità.
9. La clausola penale
Nozione: la clausola penale è un patto accessorio con cui la legge consente alle parti di
determinare preventivamente una somma da pagare o altra prestazione da eseguire nel caso
di inadempimentoart. 1382cc.
Si precisa che: la stipulazione della penale per l’inadempimento non dà al debitore il diritto di
liberarsi dell’obbligazione pagando la penale, in quanto il creditore potrà sempre pretendere
l’esecuzione della prestazione.
Penale per il ritardo: è diversa dalla penale per inadempimento in quanto quest’ultima ha la
funzione di stimolare il debitore alla puntualità nell’adempimento.
10. La caparra
Nozione:la caparra è una somma di denaro o una quantità d'altre cose fungibili versata a titolo
di reciproca e mutuale garanzia contro l'inadempimento nel contratto oppure come
corrispettivo per il caso di recesso dal contratto.
- Caparra penitenziale (art. 1386): la somma che una parte dà all’altra è il corrispettivo
per l’attribuzione della facoltà di recesso dalla obbligazione contrattuale.
Una volta versata la caparra, i contraenti si riservano la scelta tra l’adempimento ed il
recesso.
Il recesso: si attua per volontà unilaterale, rinunziando alla caparra nelle mani della
controparte se recede il soggetto che l’ha consegnata. Se recede la parte che ha ricevuto la
caparra, questa è obbligata alla restituzione del doppio di quanto ricevuto.
1. La responsabilità patrimoniale
Fonte dei privilegi è soltanto la legge: le parti non possono creare altri crediti privilegiati
oltre quelli previsti dal legislatore.
191
3. Tipi di privilegi
Sono privilegi speciali quello del locatore sulla vendita dei mobili di proprietà del
locatario che arredano la casa locata etc.
C.d. diritto di seguito dei privilegi speciali:se la legge non dispone diversamente i privilegi
speciali possono esercitarsi anche in pregiudizio dei diritti acquistati dai terzi
posteriormente al loro sorgere.
Graduazione fra cause di prelazione: nel caso in cuicoesistano più crediti privilegiati, la legge
stabilisce un ordine di preferenza fra gli stessi, fondati esclusivamente sulla causa del
credito e non sulla priorità nel tempo di costituzione dell’uno o dell’altro.
A) Generalità
Il pegno e l’ipoteca sono cause legittime di prelazione che in quanto diritti reali presentano
altresì i seguenti requisiti:
- L’immediatezza: per il loro esercizio non occorre la cooperazione di alcun soggetto;
- L’assolutezza: sono opponibili erga omnes;
- Il diritto di sequela (di inseguire, cioè, il bene) nel senso che il creditore ha il potere di
soddisfarsi sul bene anche se la proprietà dello stesso è passata ad altra persona.
192
- Divieto del patto commissorio: è vietato il patto con cui si stabilisce che, ove il
debitore sia inadempiente, la proprietà della cosa oggetto del pegno o dell’ipoteca spetti
al creditore.
5. Il pegno
Oggetto del pegno: beni mobili (eccetto quelli registrati), le universalità di mobili, i crediti ed
altri diritti aventi per oggetto beni mobili che siano infungibili.
Pegno irregolare:Quando vengono consegnate in pegno cose fungibili (ad esempio il denaro),
si ha il cd. pegno irregolare. In tale ipotesi, una volta adempiuta l’obbligazione garantita, il
creditore deve restituire lo stessa quantità e lo stesso genere di cose.
Spossessamento ha la funzione di pubblicità ovvero di rendere noto ai terzi che il bene non
è nella piena disponibilità del suo proprietario.
Forma: Il contratto di pegno deve essere stipulato in forma scritta, con data certa, quando il
credito garantito superi i 2,58 euro.
C) Disciplina giuridica:
Il legislatore prevede che:
- Il possesso della cosa passa al creditore, ma non l’uso e la disponibilità , salvo che il
concedente abbia consentito l’uso o questo sia necessario per la conservazione
dell’oggetto del pegno;
- Il creditore ha l’obbligo di custodire la cosa;
- Il creditore ha diritto di farsi pagare con prelazione sulla cosa ricevuta in pegno. Se il
debitore non adempie il creditore può far vendere la cosa ai pubblici incanti con diritto
di conseguire il pagamento in preferenza rispetto agli altri creditori sul prezzo della
vendita.
- Il creditore può , altresì, chiedere al giudice l’assegnazione in pagamento del bene
pignorato;
193
- Il creditore pignoratizio può esercitare tutte le azioni a difesa del possesso della cosa
data in pegno e può anche esercitare l’azione di rivendicazione, se la stessa spetta al
costituente;
- Il creditore è tenuto a restituire la cosa quando il credito sia stato interamente
soddisfatto.
6. L’ipoteca
Efficacia dell’ipoteca: l’ipoteca ha efficacia anche nei confronti di chi acquisti l’immobile dopo
l’iscrizione, pertanto, i creditori ipotecari possono far espropriare i beni ipotecati anche dopo
l’alienazione.
In relazione alle fonti, la legge distingue tra: ipoteca legale, giudiziale e volontaria.
A) L’ipoteca legale
194
- All’alienante, sull’immobile alienato, a garanzia dell’adempimento degli obblighi
derivanti dal contratto;
- Al coerede,al socio e ad ogni altro condividente, a garanzia del pagamento dei
conguagli;
- Allo Stato, sui beni del condannato, a garanzia del pagamento delle spese di giustizia.
B) L’ipoteca giudiziale
Chi ha ottenuto una sentenza di condanna(o altri provvedimenti giudiziali ai quali la legge
attribuisce il suddetto effetto) al pagamento di una somma o all’adempimento di un’altra
obbligazione o al risarcimento dei danni, ha titolo per iscrivere ipoteca sui beni del debitore,
anche se la sentenza non ha forza esecutiva o è sottoposto a impugnazione.
C) L’ipoteca volontaria
Nasce da contratto o da
dichiarazione
Ha per oggetto beni mobili unilaterale di volontà
da Il bene si trasferisce materialmente al creditore
parte del concedente
(con atto pubblico o Ha per oggetto immobili o beni mobili registrati
scrittura privata). Il Il bene resta nel materiale godimento del proprietario
testamento viene Pegno
escluso come fonte
di ipoteca volontaria.
Ipoteca
L’ordine di preferenza fra varie ipoteche iscritte sullo stesso bene, è determinato non dalla
data del titolo, ma dalla data dell’iscrizione. Ogni iscrizione, infatti, riceve un numero d’ordine,
che determina il cd. grado dell’ipoteca.
Nel caso in cui più persone si presentano contemporaneamente per ottenere iscrizione
di ipoteca contro lo stesso soggetto e sui medesimi immobili, le iscrizioni avranno tutte
lo stesso numero e le ipoteche uguale grado. Pertanto, i creditori,concorreranno tra
loro in proporzione dell’importo dei rispettivi crediti.
L’ipoteca si estingue:
- per estinzione del credito garantito,
195
- per cause proprie (ad esempio perimento del bene oggetto dell’ipoteca).
A seguito dell’estinzione, affinché l’immobile appaia libero da ipoteca, è necessario procedere alla
cancellazione della stessa.
Nozione: le garanzie semplici o personali sono quelle garanzie che consistono nella creazione
di un nuovo rapporto obbligatorio (accessorio all’obbligazione principale) fra lo stesso
creditore e un altro soggetto il quale si aggiunge, col suo patrimonio, a rafforzare la garanzia
del creditore.
10. La fideiussione
Disciplina giuridica:
a) Sussiste un rapporto di solidarietà fra il debitore e il fideiussore che diviene <<obbligato
in solido>> col debitore garantito;
c) Nel caso di più fideiussioni, può essere stabilito il beneficio delle divisione: il debito si
divide in tante parti quanti sono i fideiussori e ogni fideiussore può esigere che il creditore
richieda solo la parte di sua spettanza;
d) Il fideiussore che ha pagato è surrogato nei diritti che il creditore aveva contro il debitore
ed ha l’azione di regresso con la quale può agire contro il debitore per farsi rimborsare di
quanto ha pagato;
11. L’avallo
Caratteristiche dell’avallo:
- È espresso con una sottoscrizione (apposizione della firma in calce al documento) con
cui si garantisce il pagamento di un assegno o di una cambiale.
196
- È una garanzia cartolare del pagamento che risulta dovuto in base al titolo di
credito (assegno o cambiale);
- Il garante è obbligato nello stesso modo di chi è tenuto al pagamento in forza del
titolocd. natura cartolare;
- L'avallante non è l'obbligato principaletuttavia può opporre al creditore cartolare
la nullità dell'obbligazione garantita.
Nozione:Il mandato di credito, previsto dall'art.1958 cod.civ., è l'accordo con il quale una
persona si obbliga verso un'altra, che le ha conferito l'incarico, a fare credito ad un terzo , in
nome e per conto proprio.
In questo caso colui che ha dato l'incarico risponde come un fideiussore di un debito futuro.
Nozione: consiste nella facoltà di trattenere un bene altrui al fine di indurre quest’ultimo a
soddisfare un suo debito.
E' unicamente consentita la detenzione del bene fino a che il proprietario non abbia effettuato i
rimborsi dovuti.
Presupposti:
a) il possesso della res ;
b) l'esistenza del credito;
c) il collegamento tra il credito e il bene posseduto.
197
- indivisibilità: il soddisfacimento parziale del credito non estingue il diritto di
ritenzione.
1. Generalità
La legge appresta dei mezzi in favore del creditore, diretti a conservare la garanzia
patrimoniale del debitore quando vi sia reale pericolo che, per negligenza o dolo del debitore, il
patrimonio possa subire diminuzioni che incidano sulla solvibilità dell’obbligato.
2. L’azione surrogatoria
Presupposto:la negligenza o il dolo del debitore nei confronti del proprio patrimonio con
conseguente pregiudizio per le legittime aspettative dei creditori sui beni del debitore .
Fondamento dell’istituto: è dunque l’interesse del creditore alla conservazione della garanzia
del patrimonio del debitore.
198
3. L’azione revocatoria
Nozione:è l'azione che permette al creditore di far dichiarare inefficaci gli atti di disposizione
che il debitore abbia compiuto in pregiudizio delle sue ragioni.
L'atto compiuto prima della nascita del credito è revocabile se sussiste la dolosa
preordinazione
4. Il sequestro conservativo
Disciplina giuridica:
199
Il sequestro conservativo si attua nelle stesse forme del pignoramento anche se è diverso lo
scopo (il sequestro è una generica misura cautelare) e il titolo (il sequestrante non acquista
ragioni preferenziali sul bene sequestrato).
5. L’esecuzione forzata
Al fine di conseguire ciò che gli è dovuto, il creditore, può far espropriare i beni del debitore
o anche i beni di un terzo che siano vincolati a garanzia del credito.
Oggetto di espropriazione è tutto il patrimonio del debitore (esclusi i beni elencati negli
artt. 514 e 545 c.p.c.):
- beni immobili,
- Beni mobili,
- Crediti,
- Diritti di ogni genere.
Nozione:la cessione dei beni ai creditori è un contratto con cui il debitore incarica tutti o
alcuni creditori di liquidare tutte o parte delle sue attività e di ripartirne tra di loro il ricavato,
in soddisfacimento dei rispettivi crediti.
Forma:Il contratto di cessione va fatto per iscritto a pena di nullità e deve essere trascritto se
ha per oggetto immobili o mobili registrati.
Poteri del debitore:il debitore, pur in esito alla conclusione dell'accordo di cessione dei beni,
conserva pur sempre la titolarità di essi nonché la possibilità di esercitare in via diretta tutte le
azioni relative alle attività cedute.
La liberazione del debitore: si verifica, salvo patto contrario, soltanto quando i creditori
ricevono la somma loro spettante dal ricavato della liquidazione.
7. L’anticresi
200
Nozione: è un contratto con cui il debitore si obbliga a consegnare un immobile al creditore,
affinché questi ne percepisca i frutti, imputandoli agli interessi, se dovuti, e quindi al capitale.
Il diritto del creditore anticretico vale anche nei confronti dei successivi acquirenti del
bene gravato
Il contratto viene definito dalla legge come l’accordo di due o più parti per costituire,
regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale (art. 1321).
2. Fonti ed elementi
La capacità di contrattare è l’idoneità a compiere atti produttivi di effetti giuridici, che deve
esistere al momento della dichiarazione.
L’inabilitato, non ha autonoma capacità di disporre, in considerazione del suo stato di infermità
mentale.
L’oggetto del contratto (artt. 1325 e 1346) è rappresentato dalla cosa o dal comportamento che
è materia dello scambio, della promessa o del conferimento.
I requisiti dell’oggetto sono richiesti al momento dell’efficacia del negozio.
Il contenuto del contratto è dato da tutto ciò che viene stabilito dalle parti per regolare i loro
privati interessi.
5. La causa
Si avrà mancanza di causa ogni volta che sia inesistente l’obbligazione che il negozio intende
eseguire, garantire o modificare.
L’ordinamento giuridico non riconosce la validità del negozio, se non quando esso abbia una
causa lecita e degna di tutela.
La causa del negozio è illecita quando sia contraria a norme imperative, all’ordine
pubblico o al buon costume (art. 1343 c.c.).
Alle parti è consentito anche di concludere contratti atipici, o innominati, purchè siano diretti
a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico (art. 1322 c.c.).
Si parla invece di contratto imposto, per quei casi in cui la conclusione del contratto è imposta
autoritariamente dalla legge.
Relativamente al contenuto, vi sono alcuni casi in cui i contraenti non sono liberi di fissare il
prezzo di determinati beni o prodotti soggetti a prezzo legale (ad esempio beni di prima
necessità , come il pane, lo zucchero etc.).
O il contenuto può risultare imposto unilateralmente dal contraente più forte per mezzo di
condizioni generali di contratto (cd. contratto per adesione).
203
1. Generalità
La formazione del contratto avviene con l’incontro delle volontà (cd. accordo delle parti);
questo incontro riguarda:
- Una volontà che propone: proposta;
- Una volontà che accetta: accettazione.
Sul piano giuridico, l’art. 1337 impone alle parti, nello svolgimento delle trattative e nella
formazione del contratto, il dovere di comportarsi secondo buona fede, cioè con correttezza
e lealtà reciproca (cd. buona fede oggettiva).
Si parla, invece, di buona fede soggettiva in riferimento allo stato psicologico di chi agisce
ignorando di ledere il diritto altrui.
La violazione del dovere di correttezza comporta una responsabilità con il conseguente dovere
di risarcire il danno.
Le trattative iniziano con la proposta: essa, per essere idonea a costituire il vincolo
contrattuale, deve essere completa, e cioè deve contenere tutti gli elementi essenziali del
contratto cui è diretta.
In ogni caso:
- Il proponente può revocare la proposta finché il contratto non sia concluso, cioè fino al
momento in cui egli viene a conoscenza dell’accettazione dell’altra parte (art. 1328),
perché è in questo momento che il contratto deve ritenersi concluso (art. 1326).
204
- La proposta perde efficacia e libera il proponente qualora l’accettazione non intervenga
entro il termine stabilito dal proponente, o entro quello ordinariamente
necessariosecondo la natura dell’affare o secondo gli usi (art. 1326);
- La proposta è caducata dalla morte o dalla sopravvenuta incapacità di contrattare
del proponente.
Consiste in un’offerta diretta al pubblico e fatta col sistema dei pubblici proclami affinché
sia eventualmente accettata da persona cui essa convenga.
È necessario, tuttavia, a tal fine, che l’offerta contenga gli elementi essenziali del contratto
alla cui conclusione è diretta.
5. L’accettazione
È una dichiarazione recettizia di natura prenegoziale, come la proposta, che diviene elemento
perfezionativo del contratto quando è portata a conoscenza del proponente.
Deve essere tempestiva e coincidente in pieno con tutte le clausole contenute nella
proposta.
Accettazione tacita Si ha qualora l’esecuzione immediata del contratto sia richiesta dal
proponente o dalla natura dell’affare o dagli usi.
Il contratto è concluso quando l’accettazione sia giunta all’indirizzo del proponente (art.
1326), salvo che questi dimostri che egli, per un fatto non dovuto a sua colpa, non ne abbia
avuto conoscenza (art. 1335).
205
7. Il contratto preliminare
Contratto preliminare è quello con cui le parti si obbligano a stipulare un futuro contratto
detto definitivo.
Per l’art. 1351 il contratto preliminare è nullo se non è stipulato nella stessa forma del
contratto definitivo (forma ad substantiam).
Si tratta di un effetto prenotativo che tuttavia non ha una durata illimitata nel tempo: esso cade
se il contratto definitivo o la domanda giudiziale volta ad ottenere la sentenza costitutiva di cui
all’art. 2932 non siano a loro volta trascritti entro un anno dalla data in cui era prevista la
stipula del definitivo, e comunque non oltre tre anni dalla trascrizione del preliminare.
9. Il preliminare di preliminare
La Suprema Corte di Cassazione (CASSAZIONE CIVILE, sez. un., 6 marzo 2015 , n. 4628) ha
stabilito che in presenza di contrattazione preliminare relativa a compravendita immobiliare
scandita in due fasi il giudice di merito deve preliminarmente verificare se tale accordo
costituisca già esso stesso contratto preliminare valido e suscettibile di conseguire effetti
206
ex artt. 1351 e 2932 c.c., ovvero anche soltanto effetti obbligatori ma con esclusione
dell'esecuzione in forma specifica in caso di inadempimento.
1. Nozione
2. Interpretazione soggettiva
Si, è, peraltro, osservato che tale separazione non è sempre possibile, in quanto
l'interpretazione talvolta opera come vera e propria sostituzione di clausole, talvolta quale
parametro comportamentale nell'esecuzione di prestazioni già contrattualmente definite.
(Costanza, Interpretazione dei negozi di diritto privato, in Digesto civ., X, Torino, 1993, 25).
Ex art. 1362 “Nell'interpretare il contratto si deve indagare quale sia stata la comune
intenzione delle parti e non limitarsi al senso letterale delle parole”.
“Per determinare la comune intenzione delle parti, si deve valutare il loro comportamento
complessivo anche posteriore alla conclusione del contratto”.
Ai sensi dell’art. 1363, poi, le clausole del contratto vanno interpretate le une per mezzo delle
altre, attribuendo a ciascuna il senso che risulta dal complesso dell’atto.
207
3. Interpretazione di buona fede
Secondo l’art. 1366 il contratto deve essere interpretato secondo buona fede.
La buona fede è rappresentata dal comportamento leale dei soggetti, da apprezzarsi secondo la
media coscienza sociale.
Il criterio della interpretazione secondo buona fede (art. 1366) costituisce regola ermeneutica
sussidiaria, alla quale è consentito ricorrere soltanto quando non sia possibile individuare il
senso delle clausole e la volontà effettiva delle parti alla stregua delle regole interpretative
dettate dagli articoli precedenti
4. Interpretazione oggettiva
Nel caso in cui l’indagine sulla comune volontà delle parti , non ha portato ad una soluzione, si
applicano le norme di interpretazione oggettiva (artt. 1367/1370).
Le regole sull’interpretazione del contratto sono rette dal seguente principio gerarchico:
- le norme sull’interpretazione soggettiva prevalgono su quelle dell’interpretazione
oggettiva
- l’interpretazione secondo buona fede prevale sulle altre .
Ex art. 1371 c.c. “qualora, nonostante l'applicazione delle norme contenute in questo capo, il
contratto rimanga oscuro, esso deve essere inteso:
Se è a titolo gratuito nel senso meno gravoso per l'obbligato
Se è a titolo oneroso nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli
interessi delle parti
208
Capitolo 52 |Gli effetti del contratto
Ai sensi dell’art. 1372 : Il contratto ha forza di legge tra le parti. Non può essere sciolto che
per mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge.
Il contratto non produce effetto rispetto ai terzi che nei casi previsti dalla legge.
2. Il recesso
L'art. 1373, 1° co., non prevede ope legis una facoltà di recesso, ma conferisce alle parti la
possibilità di introdurla nel contratto.
All'istituto del recesso unilaterale sembra attribuirsi carattere di eccezionalità, rispetto al più
generale principio del vincolo bilaterale, ricavabile dall'art. 1372.
L’art. 1373 prevede che il diritto di recesso possa essere esercitato finché il contratto non abbia
avuto un principio di esecuzione.
Invece, il mutuo consenso e la revoca unilaterale incidono sul contratto facendone venire
meno ex tunc ogni effetto.
La clausola di recesso non prevede oneri formali legali; ma essa prende la forma del contratto
al quale accede.
Contratti obbligatori sono quelli che producono solo effetti obbligatori (es. locazione).
209
Tali contratti, possono essere consensuali (come la compravendita) o reali (come il mutuo).
A) Nozione di terzo
Terzo è chi non è parte del contratto e dunque chi è estraneo al relativo rapporto.
B) Il terzo e il contratto
La regola generale è quella della limitazione degli effetti del contratto alle sole parti.
La regola della relatività degli effetti del contrattoimpedisce di imporre limiti alla
libertà di comportamento di un terzo rimasto estraneo alla contrattazione.
Esempio: ex art. 1381 c.c. se si promette, mediante un contratto, l’obbligazione o il fatto del
terzo, quest’ultimo non resta in alcun modo vincolato, essendo estraneo alla pattuizione.
È, invece, il promittente a restare obbligato e a dovere indennizzare l’altro contraente se il terzo
non si obbliga o non compie il fatto.
Il contratto a favore del terzo è un negozio in virtù del quale una parte (stipulante) designa
un terzo quale avente diritto alle prestazioni dovute dalla controparte (promittente).
Lo stipulante deve avere un interesse, anche soltanto morale, a che il terzo riceva un benefizio
dal promittente (art. 1411).
Il contratto produce i suoi effetti nei confronti del terzo solo se:
- La dichiarazione di nomina viene comunicata nel termine fissato dalle parti (in
mancanza entro tre giorni);
- La dichiarazione è accompagnata dall’accettazione della persona nominata;
210
- La dichiarazione è espressa nella stessa forma che le parti hanno usato per il contratto,
Altrimenti il contratto produce i suoi effetti nei confronti dello stipulante originario.
1. Premessa
Il codice prevede, oltre ai casi di nullità e di annullabilità , due modi di scioglimento del
contratto: la rescissione e la risoluzione.
2. La rescissione
La rescissione è una forma di invalidità del contratto che incide sul rapporto contrattuale e
non sul contratto.
Il contratto può essere rescisso quando è stato concluso a condizioni inique a causa di
un’alterata libertà del voleree precisamente quando il soggetto ha concluso il contratto a
certe condizioni in quanto si trovava in:
stato di pericolo;
stato di bisogno
A) Si ha stato di pericolo (art. 1447) quando una parte ha stipulato un contratto a condizioni
inique (cioè con sproporzione tra le prestazioni in base ai valori di mercato), per la necessità ,
nota alla controparte, di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla
persona(non rileva che il pericolo sia reale, evitabile o involontario).
---> in tal caso:
- la domanda di rescissione va presentata dallaparte che si è obbligata.
- il giudice nel pronunciare la rescissione, può , secondo le circostanze, assegnare un
equo compenso all'altra parte per l'opera prestata
B) Si ha stato di bisogno (art. 1448) quando una parte per necessità economica ha concluso
un contratto caratterizzato da sproporzione tra la sua prestazione e quella della controparte
(requisito della lesione) e quest’ultima ha approfittato della situazione per trarne vantaggio
(requisito dell’approfittamento)
---> in tal caso:
- la parte danneggiata può domandare la rescissione del contratto.
- L'azione non è ammissibile se la lesione non eccede la metà del valore che la prestazione
eseguita o promessa dalla parte danneggiata aveva al tempo del contratto.
211
- La lesione deve perdurare fino al tempo in cui la domanda è proposta.
- Non possono essere rescissi per lesione icontratti aleatori, in cui è tipica l’assunzione di
un rischio (es. assicurazione, scommessa).
Il codice prevede poi altre regole per la rescissione (art. 1449 ss.):
1- l’azione di rescissione si prescrive in un anno dalla conclusione del contratto e la
rescindibilità del contratto non può essere opposta in via di eccezione quando l'azione è
prescritta.
2- Il contraente contro il quale è domandata la rescissione può evitarla offrendo una
modificazione del contratto sufficiente per ricondurlo ad equità (c.d. rettifica del
contratto).
3- il contratto rescindibile non può essere convalidato.
La rescissione del contratto ha effetto retroattivo solo tra le parti e non pregiudica i diritti
acquistati dai terzi (anche in mala fede), salvi gli effetti della trascrizione della domanda di
rescissione.
3. La risoluzione
Si può ricorrere allo strumento della risoluzione nei casi di alterazione della causa in
concreto o del sinallagma contrattuale nei contratti a prestazioni corrispettive.
Cause di risoluzione
a) inadempimento
b) impossibilità sopravvenuta
c) eccessiva onerosità sopravvenuta
d) mutuo consenso
e) recesso
4. Inadempimento
A) Forme di risoluzione
Di diritto senza ricorso al giudice (basta la dichiarazione della parte di volersi valere della
risoluzione) quando:
212
1) Nel contratto è inserita la clausola risolutiva espressa;
2) Pur mancando della clausola, la parte adempiente inoltri all’inadempiente una diffida ad
adempiere, assegnandogli un congruo termine che non può essere inferiore ai 15 giorni;
decorso inutilmente detto termine, il contratto si intende risolto;
3) È scaduto il termine essenziale senza che si sia avuta la prestazione.
4) Per effetto di una sentenza costitutiva (cd. risoluzione giudiziale), in tutti gli altri casi.
Si avrà sentenza dichiarativa di risoluzione, quando il giudice sarà chiamato ad intervenire nei
casi di risoluzione di diritto.
B) Presupposti
- Che una parte sia inadempiente, in quanto, per colpa o dolo, non abbia eseguito la
prestazione dovuta;
- Che l’inadempimento non sia di scarsa importanza,
L’impossibilità sopravvenuta per una causa non imputabile estingue l’obbligazione con
conseguente liberazione della parte che vi era tenuta.
6. Eccessiva onerosità
Quando si tratta di rapporti contrattuali che si svolgono nel tempo, può accadere che
avvenimenti straordinari, successivi alla stipulazione del contratto e anteriori alla sua
213
esecuzione, modifichino profondamente il rapporto di valore tra prestazione e
controprestazione, in una misura abnorme, non prevedibile e non compresa nell’alea
accettata dalle parti.
In questi casi il diritto concede rimedi alla parte per la quale l’esecuzione del contratto è
divenuta eccessivamente onerosa.
Nessun rimedio è concesso se l’eccessiva onerosità è sopravvenuta durante la mora del
debitore: ogni aggravio derivante dal ritardo deve pesare sul debitore che ne è responsabile.
I rimedi di legge
I rimedi contro l’eccessiva onerosità si applicano solo se questa è sopravvenuta prima che il
contratto abbia avuto esecuzione.
I rimedi contro l’eccessiva onerosità sopravvenuta sono preclusi anche quando sia stata
eseguita una sola delle prestazioni corrispettive.
214
7) I contratti diretti a dirimere una controversia (transazione e negoziazione assistita).
1. Definizione
E’ un contratto consensuale: per il suo perfezionamento non occorre la consegna della cosa,
che, invece, costituisce una delle obbligazioni del venditore.
La vendita è un contratto ad effetti reali, cioè la proprietà o il diritto oggetto dello scambio si
trasmettono automaticamente per effetto del consenso delle parti.
Nel caso di opzione di vendita il beneficiario non ha più bisogno dl consenso della
controparte e la vendita si perfeziona con una sua dichiarazione unilaterale.
Vendita ad effetti reali quando produce, in virtù del consenso, il trasferimento della
proprietà della cosa.
215
c) la vendita di cose generiche (benzina, stoffa, grano);
d) la vendita di cose altrui.
La vendita di beni immobili e dei beni mobili registrati, deve farsi per atto scritto ed è soggetta
a trascrizione.
La tutela del compratore è diversa secondo che, al momento della conclusione del contratto, egli
conoscesse, oppure no, il difetto del diritto in capo al venditore.
La garanzia per vizi deve tutelare il compratore nell’ipotesi che la cosa abbia difetti che la
rendano inidonea all’uso a cui è destinata o ne diminuiscano in modo apprezzabile il
valore (art. 1490 c.c.), e nell’ipotesi che la cosa venduta non abbia le qualità promesse,
oppure quelle essenziali per l’uso a cui è destinata (art. 1497 c.c.).
216
La garanzia non è dovuta se:
- al momento del contratto, il compratore conosceva i vizi della cosa;
- i vizi erano facilmente riconoscibili, salvo, in questo caso, che il venditore abbia
dichiarato che la cosa era esente da vizi (art. 1491 c.c.).
L’obbligazione principale del compratore consiste nel dovere di pagare il prezzo pattuito nel
termine e nel luogo fissati dal contratto.
La vendita con patto di riscatto è una vendita sottoposta a condizione risolutiva potestativa:
- il venditore si riserva il diritto di riavere la cosa venduta mediante la restituzione del
prezzo e i rimborsi stabiliti dalla legge.
1. La permuta
2. I contratti di borsa
La loro conclusione può avvenire esclusivamente tramite gli intermediari abilitati a operare
nei mercati regolamentati e nel rispetto delle regole previste per gli stessi.
Le tipologie dei contratti di borsa sono elencate nel regolamento predisposto dalla Borsa
Italiana S.p.A., che ne indica, altresì, le regole di perfezionamento (negoziazione) e di
esecuzione (liquidazione).
Di particolare importanza è il divieto del c.d. insider trading ossia di uno sfruttamento
abusivo, con vantaggi personali, di notizie riservate che una persona conosca ed utilizzi per
anticipare i movimenti di mercato che si può prevedere avverranno nel momento in cui quelle
notizie diverranno pubbliche.
217
3. Il riporto
Al tempo stesso, il riportatore si obbliga a trasferire al riportato, alla scadenza del termine
fissato nell’accordo iniziale, la proprietà di altrettanti titoli della stessa specie contro
rimborso del prezzo, che però può essere, a seconda del patto :
- maggiore di quanto a suo tempo ricevuto (ipotesi normale)
- o inferiore (deporto),
- oppure uguale riporto (alla pari).
4. Il contratto estimatorio
Con il contratto estimatorio, una parte (tradens) consegna una o più cose mobili all’altra
(accipiens), che si obbliga a pagare il prezzo, con la facoltà però di liberarsi da tale
obbligazione restituendo la cosa nel termine stabilito.
5. La somministrazione
1. La locazione
La locazione è il contratto con il quale una parte (locatore) si obbliga a far utilizzare ad un
altro soggetto (affittuario) una cosa per un dato tempo, in cambio di un corrispettivo.
Il contratto di locazione:
- può essere a tempo determinato o non;
- l’alienazione del bene locato non determina lo scioglimento del contratto, purchè la
locazione abbia data certa anteriore al trasferimento;
218
- il locatore ha l’obbligo di consegnare e di mantenere la cosa in stato da servire all’uso
convenuto.
- l’affittuario ha l’obbligo di servirsi della cosa secondo l’uso pattuito e con la diligenza
del buon padre di famiglia;
- salvo patto contrario l’affittuario ha la facoltà di sublocare il bene, ma non può cedere il
contratto senza il consenso del locatore.
L. 9.12.1998, n. 431 prevede espressamente, all'art. 1, 4° co., la forma scritta per la stipula di
validi contratti di locazione aventi ad oggetto immobili adibiti ad uso abitativo.
1) Per i contratti liberila determinazione del canone è interamente lasciata alla libera
negoziazione delle parti, ferma una durata minima quadriennale del contratto.
2) Per i contratti tipo le parti aderiscono, beneficiando di sgravi fiscali, ad un contratto
tipo, le cui condizioni sono fissate mediante accordi stipulati in sede locale fra le
organizzazioni della proprietà edilizia e le organizzazioni dei
conduttorimaggiormente rappresentative, sulla base di indicazioni contenute in una
Convenzione nazionale da promuovere a cura del Ministro dei lavori pubblici.
Per questo tipo di contratti la durata non può essere inferiore a 3 anni
Per le locazioni di immobili adibiti ad uso diverso da quello di abitazione vi sono altre regole
stabilite dalla legge. Ad es.: durata locazione non inferiore a 6 anni ecc…
3. Altri contratti
Appaltoè il contratto con cui una parte (appaltatore) assume, con organizzazione dei mezzi
necessari e con gestione a proprio rischio, l'obbligazione di compiere in favore di un'altra
(committente o appaltante) un'opera o un servizio.
Subfornituraè il rapporto contrattuale tra un'impresa committente, titolare di un
contratto verso terzi, per la fornitura di un dato prodotto, e un'altra impresa, detta
subfornitrice, cui viene demandata la produzione del prodotto.
219
Capitolo 58| I contratti di cooperazione nell’altrui
attività giuridica
1. Il mandato
Il mandato è il contratto col quale una parte si obbliga a compiere uno o più atti giuridici per
conto dell'altra.
Il contratto di mandato si connota, sotto il profilo soggettivo, per l'autonomia del mandatario,
che è privo di vincoli gerarchici di dipendenza dal mandante.
Distinguiamo, quindi:
Mandato con rappresentanza (art. 1704 c.c.):
- il mandatario agisce in nome e per conto del mandante.
- gli effetti giuridici degli atti compiuti dal mandatario ricadono nella sfera giuridica del
mandante;
- oltre al mandato c'è il conferimento di una procura
220
- gli effetti giuridici degli atti compiuti non ricadono nella sfera giuridica del mandante, ma il
mandatario ha l'obbligo di trasmetterli nella sfera giuridica del mandante
i. possibile: non può concernere atti o negozi personalissimi, come quelli di diritto
familiare, il testamento o la donazione
ii. Lecito : cioè non contrario a norme imperative, all'ordine pubblico e al buon costume
iii. determinato o determinabile : dovendosi precisare l'attività giuridica che il
mandatario deve compiere o almeno indicare i criteri per determinarla.
Estinzione del mandato: per scadenza, revoca, rinunzia o morte del mandatario o mandante.
2. Gestioni patrimoniali
4. Il contratto di spedizione
5. Il contratto di agenzia
È un contratto con cui una parte, detta "agente" assume stabilmente l'incarico di
promuovere, per conto dell'altra persona, detta "preponente", contro retribuzione, la
conclusione di contratti di zona determinata.
6. Franchising
La mediazione
222
Capitolo 59 | I principali contratti reali
1. Il deposito regolare
Il deposito è il contratto reale con il quale una parte (depositario) riceve dall’altra
(depositante) un cosa mobile con l’obbligo di custodirla e di restituirla in natura, quando il
depositante gliela richiede .
2. Il deposito irregolare
La particolarità risiede nel fatto che il depositario non è tenuto a restituire proprio le stesse
cose, ma quando il deposito ha ad oggetto denaro o altre cose fungibili,deve restituirne
altrettante della stessa specie e qualità.
Il gestore del magazzino può procedere alla vendita delle merci depositate, previo avviso al
depositante, se:
alla scadenza del contratto, le merci non sono state ritirateo non è stato rinnovato il
contratto o, nel caso di contratto a tempo indeterminato, decorso un anno dalla data di
stipulazione del contratto e, in ogni caso, quando vi sia il rischio di deperimento delle
merci.
4. Il comodato
Il comodato è il contratto con il quale una parte (comodante) consegna all’altra (comodatario)
una cosa mobile o immobile, affinchè questa se ne serva per un tempo o un uso determinato,
con l’obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta, ma senza essere tenuta a pagare alcun
corrispettivo.
223
Il comodato è un contratto gratuito. (altrimenti diventerebbe un contratto di locazione)
5. Il mutuo
Il mutuo è il contratto con il quale una parte (mutuante) consegna all’altra (mutuatario) una
determinata quantità di danaro, o di altre cose fungibili, e l’altra si obbliga a restituire
altrettante cose della stessa specie e qualità.
Il mutuo si presume oneroso: salva diversa volontà delle parti, il mutuatario deve
corrispondere gli interessi al mutuante.
Se le parti non hanno pattuito il tasso di interesse dovuto, si applica il tasso legale.
1. Il deposito bancario
Ai sensi dell’art. 1834 c.c. nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa
ne acquista la proprietà, ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla
scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante , con la osservanza del
periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi .
Trattasi dunque di deposito irregolare in quanto la banca acquista la proprietà della
somma di denaro.
Forme di deposito:
224
3. L’apertura di credito
È il contratto con il quale la banca si obbliga a tenere a disposizione dell’affidato, per un dato
periodo di tempo o a tempo indeterminato, l’importo pattuito, con diritto dell’altra parte, di
ritirare o no, in tutto o in parte, le somme poste a sua disposizione e di procedere
successivamente con piena libertà a prelievi e versamenti in c/c, sempre nei limiti di quanto la
banca gli ha accordato.
4. L’anticipazione bancaria
5. Sconto
6. Il conto corrente
Il cliente può disporre delle somme esistenti nel conto mediante il rilascio di assegni,
l’esecuzione di bonifici, il pagamento tramite carta di credito.
La somma algebrica dei movimenti di dare e avere è annotata sul conto e forma un saldo di cui
il correntista può disporre in qualsiasi momento.
7. Cassette di sicurezza
225
2. una totale riservatezza, perché l’utente può introdurre nella cassetta a propria
esclusiva discrezione i valori che preferisce, senza che la banca debba o possa venirne
a conoscenza.
1. La transazione
Perché ricorra la fattispecie in esame è necessario che le parti risolvano tale conflitto mediante
reciproche concessioni: se la concessione fosse unilaterale non avremmo una transazione
bensì una rinuncia.
L’accordo in questione deve essere concluso in forma scritta, a pena di nullità, e deve
precisare il termine entro il quale completare la procedura e l’oggetto della controversia,
restandone sempre esclusi i diritti indisponibili (art. 2 D.L. 132/2014).
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B) La negoziazione obbligatoria(Fonte: Negoziazione assistita: guida al nuovo istituto -
www.StudioCataldi.it)
Accanto alla negoziazione facoltativa, il legislatore ha previsto anche ipotesi di negoziazione
assistita obbligatoria per le azioni riguardanti:
- il risarcimento del danno da circolazione di veicoli e natanti e
- per le domande di pagamento a qualsiasi titolo di somme, purché non eccedenti
50.000 euro e non riguardanti controversie assoggettate alla disciplina della c.d.
“mediazione obbligatoria”.
L’improcedibilità deve essere eccepita, non oltre la prima udienza, dal convenuto, a pena di
decadenza, o rilevata d’ufficio dal giudice.
Nel primo caso, (figli minori) l’accordo raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione
assistita è sottoposto al vaglio del procuratore della Repubblica presso il tribunale
competente, il quale, se non ravvisa irregolarità comunica il nullaosta agli avvocati.
Nel secondo caso, invece, il pm, cui va trasmesso l’accordo concluso entro 10 giorni, lo
autorizza solo se lo stesso è rispondente all’interesse dei figli.
Qualora, al contrario, il procuratore ritenga che l’accordo non corrisponda agli interessi
della prole lo trasmette, entro cinque giorni, al presidente del tribunale, il quale, nel
termine massimo di trenta giorni, dispone la comparizione delle parti, provvedendo senza
ritardo.
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La promessa unilaterale è un negozio giuridico unilaterale consistente in una dichiarazione
emessa da una parte che si obbliga ad effettuare una determinata prestazione verso un’altra
senza che quest’ultima debba accettare.
La promessa unilaterale non va confusa col contratto con prestazione di una sola parte (cd.
unilaterale) rimanendo quest’ultimo sempre un negozio bilaterale.
L’obbligatorietà cessa se, entro l’anno dalla promessa, non sia stato comunicato al promittente
l’avveramento della situazione o il compimento dell’azione prevista.
Gli atti che cita il c.c. come fonti delle obbligazioni (ogni altro fatto idoneo a produrle in
conformità con l'ordinamento giuridico), indica un richiamo generico.
228
La legge tuttavia dedica una disciplina specifica ad alcuni fatti.
La gestione di affari altrui è riconosciuta solo quando l’interessato non sia in grado di
provvedere da sé.
È sottoposto per legge a tutti gli obblighi del mandatario (diligenza del buon padre di
famiglia, obbligo di rendiconto etc.);
3. Il pagamento dell’indebito
Il pagamento dell’indebito è l’atto con cui taluno esegue un pagamento non dovuto.
Esso dà luogo ad un’obbligazione di restituzione.
Requisiti:
Nell’indebito soggettivo: per la restituzione la legge richiede che il solvens abbia pagato in
base ad un errore scusabile, cioè non dipendente da omissione di diligenza, anche in grado
minimo.
Se l’accipens (colui che ha ricevuto il pagamento) è in buona fede è tenuto a restituire, oltre
l’indebito, anche i frutti e gli interessi moratori maturati dal giorno della domanda giudiziale;
Se l’accipiens è in mala fede deve, oltre l’indebito, frutti ed interessi moratori maturati dal
giorno del pagamento ricevuto;
Se l’accipiens è un incapace, anche in mala fede, è tenuto alla restituzione soltanto nei limiti in
cui ciò che ha ricevuto sia stato rivolto in suo vantaggio o arricchimento.
5. L’ingiustificato arricchimento
Si ha arricchimento senza causa in tutti i casi in cui taluno converte in proprio profitto:
- un bene altrui,
- o si avvantaggia di un’attività altrui,con altrui danno, senza alcuna ragione che giustifichi
il profitto o il vantaggio .
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Capitolo 64 |Le obbligazioni nascenti da atto illecito
L’art. 2043 c.c. definisce illecito qualsiasi fatto, doloso o colposo, che cagioni ad altri un
danno ingiusto.
La norma dunque, sancisce l’obbligo, per colui che lo ha commesso, di risarcire il danno.
Uno stesso fatto può costituire allo stesso tempo sia un illecito civile che penale.
1) L’elemento oggettivo, consistente in un fatto che cagiona un danno ingiusto (contra ius).
2) L’elemento soggettivo (o colpevolezza), consistente nel dolo e nella colpa, sul
presupposto della capacità di intendere e di volere dell’agente.
2. Il fatto
Per il sorgere della responsabilità , si richiede che tra la condotta e l’evento intercorra un nesso
di causalità:
- l’evento dannoso deve essere infatti una conseguenza immediata e diretta dell’atto
Il nesso causale sussiste allorché il danno si verifica, in dipendenza del fatto umano, secondo
l’ordine naturale delle cose e non rappresenta il prodotto di circostanze eccezionali (principio
della causalità adeguata).
Perché il fatto dannoso possa essere imputato all’agente, l’art. 2046 richiede che questi sia
capace di intendere e di volere al momento in cui lo ha commesso.
Tuttavia, non viene esclusa la responsabilità dell’incapace di intendere e di volere nell’ipotesi in
cui il soggetto si sia trovato in tale stato psichico per propria colpaoper averlo dolosamente
determinato.
231
In caso di danno cagionato da persona incapace di intendere e di volere, il risarcimento è
dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell’incapace, salvo che provi di non aver potuto
impedire il fatto.
4. La colpa e il dolo
Il fatto dannoso, per essere illecito, deve essere commesso con dolo o con colpa.
L’atto illecito è doloso quando chi l’ha commesso ha agito con la coscienza e la volontà di
cagionare l’evento dannoso.
La colpevolezza è esclusa quando l’evento dannoso dipende da una causa estranea (caso
fortuito e forza maggiore), la quale spezza il nesso di causalità .
5. La responsabilità oggettiva
Siamo in presenza di responsabilità oggettiva tutte le volte in cui si risponde del danno
cagionato a prescindere dal dolo o dalla colpa.
- La responsabilità dei padroni e dei committenti per i danni arrecati dal fatto illecito
dei loro domestici e commessi nell’esercizio delle incombenze a cui sono adibiti;
- La responsabilità del proprietario per i danni cagionati dal veicolo, qualora il
proprietario sia persona diversa dal conducente;
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- La responsabilità dei genitori (o del tutore) per i danni cagionati dal fatto illecito dei
figli minorenni che abitano con essi;
Sulla natura della responsabilità civile della struttura sanitaria e del medico: legge n. 24
del 2017 (cd. legge Gelli)
La legge n. 24 del 2017 (la così detta legge Gelli) ha previsto una specifica disciplina della
responsabilità civile per l’esercente delle professioni sanitarie.
Nello specifico, la struttura sanitaria (pubblica o privata) che si avvalga dell'opera del
professionista risponderà delle condotte del medesimo ai sensi degli artt. 1218 e 1228 c.c.
Invece, la responsabilità del medico che svolge la propria attività all’interno della struttura
sanitaria, ha natura extracontrattuale e risponderà , pertanto, del proprio operato ex art. 2043
c.c., salvo il caso che lo stesso abbia direttamente assunto un obbligazione contrattuale con il
paziente.
La diversa natura dellaresponsabilità , rispettivamente contrattuale ed extracontrattuale,pone
in essere differenze non di poco conto sia sul piano sostanziale (esempio differente regime di
prescrizione) che su quello processuale (diversa distribuzione dell’onere della prova).
8. Il danno e il risarcimento
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Danno è qualsiasi lesione di un interesse giuridicamente apprezzabile e tutelato
dall’ordinamento.
Il criterio di distinzione tra danno patrimoniale e non patrimoniale è ambiguo e ciò rileva
soprattutto alla luce del fatto che il codice civile affida al carattere della patrimonialità il
compito di selezionare i danni risarcibili.
Questa scelta (art. 2059) è dovuta al fatto che l’ordinamento mostra in generale diffidenza nei
confronti del danno non patrimoniale.
Mentre, il danno non patrimoniale sarebbe quello che lede beni e quindi interessi non
patrimoniali.
Il danno non patrimoniale potremmo definirloin ogni pregiudizio recato direttamente alla
persona, senza colpire, né direttamente né indirettamente, il patrimonio o la capacità
produttiva della persona stessa.
I danni non patrimoniali sono risarcibili solo nei casi determinati dalla legge (art. 2059), ma
anche in tutti i casi in cui venga allegato e provato un pregiudizio conseguente alla lesione di
un qualsiasi altro interesse di rango costituzionale inerente alla persona.
Sono risarcibili anche tutti i danni derivanti da reato.
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1) La legittima difesa : per cui non è responsabile chi ha commesso il fatto per esservi stato
costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui dal pericolo attuale di
un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa;
- La L. 36/2019 ha stabilito che nei casi di cui ricorrano le ipotesi di legittima
difesa domiciliare, prevista all'articolo 52, commi secondo, terzo e quarto, del
codice penale, la responsabilità di chi ha compiuto il fatto è esclusa.
- Nel caso invece di eccesso colposo di legittima difesa domiciliare, prevista
all'articolo 55, secondo comma, del codice penale, al danneggiato è dovuta una
indennità la cui misura è rimessa all'equo apprezzamento del giudice, tenuto
altresì conto della gravità , delle modalità realizzative e del contributo causale
della condotta posta in essere dal danneggiato».
2) Lo stato di necessità : si ha quando chi ha compiuto il fatto vi è stato costretto dalla
necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, e il
pericolo non è stato da lui volontariamente causato.Il legislatore prevede però che al
danneggiato sia dovuta un’indennità.
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