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Le origini degli americani

Circa 18.000 o al massimo 20.000 anni fa uomini e donne dalla Siberia cominciarono a dirigersi verso est, in
direzione dell'odierno Stretto di Bering, il quale separa le estremità settentrionali dei continenti asiatico e
americano.
A causa dell’abbassamento del livello delle acque degli oceani lo stretto si era trasformato in un solido
ponte sul quale passavano, nelle due direzioni, piante e animali.
E probabilmente mandrie di caribù, cominciò quel passaggio di uomini e donne dall'Asia verso l'America che
portò, lentamente ma irreversibilmente, all'invasione del continente.

Diversità delle culture americane


La coltivazione del granturco provocò una rivoluzione nelle abitudini di vita di coloro che la adottarono. Essi
da cacciatori e raccoglitori nomadi si trasformarono in coltivatori semisedentari.
L'assenza di animali domestici, quali per esempio la mucca, il cavallo e la gallina, non aiutò però lo sviluppo
delle tecniche agricole, a differenza di quanto era avvenuto in Europa.
Nel loro movimento migratorio, oltre a differenziarsi quanto a tecniche di sussistenza, gli americani
diversificarono in maniera sostanziale le loro lingue.
Sono almeno un centinaio le famiglie linguistiche americane, e di queste undici, oltre agli Inuit (già noti
come "eschimesi") e agli Aleut, sono o sono state presenti nel territorio del futuro Canada.
Mentre gli Inuit si sono spostati da ovest verso est, raggiungendo Terranova e la Groenlandia, tutti gli altri
americani hanno proceduto da nord verso sud, alcuni anche per via mare, seguendo l'orografia.

La popolazione delle Americhe incontrata dagli europei alla fine del secolo XV era già in una fase di calo
demografico almeno da due secoli.
Vengono stimati circa 4.400.000 abitanti per il Nord America. Di questi ultimi (che abitavano il territorio
corrispondente agli odierni Stati Uniti, Canada, Alaska e Groenlandia), 500.000 vivevano all'interno dei
confini del Canada

Una storia di adattamento e di differenziazione


La storia degli americani prima del contatto fu dunque, fondamentalmente, una storia di adattamento che
portò allo sviluppo di culture molto diverse tra loro, che non precluse però la strada a reciproche influenze.
Ben prima dell'arrivo degli europei le culture americane intrattenevano tra loro rapporti legati soprattutto
al commercio e alla guerra. L'impiego della violenza era una pratica tanto comune nelle Americhe quanto lo
era nel resto del mondo
Gli americani organizzarono un sistema di scambi a livello internazionale che consentiva
l'approvvigionamento di risorse non presenti sul territorio, come i generi alimentari o di derivazione
animale (le pellicce).
Tali scambi ebbero luogo per migliaia di anni prima dell'arrivo degli europei e si svolsero lungo vie
tradizionali.
L'idea di profitto era estranea al mondo americano e continuò a esserlo anche per lungo tempo, lo scopo
era soddisfazione di alcune necessità, della possibilità di un miglioramento tecnologico, dell'apprezzamento
estetico per alcuni oggetti
Prima degli arrivo degli europei, la vicenda degli americani non fu soltanto migrazione e movimento. Essa fu
anche, e soprattutto, adattamento al nuovo ambiente naturale, sfruttamento della terra, utilizzazione della
fauna terrestre e marina, competizione con popolazioni vicine, perfezionamento tecnologico, scelta
cosciente di forme di convivenza sociale, creazione e sviluppo di un universo religioso, e interesse per
forme decorative e artistiche.

Il primo contatto
È provato che i primi americani che entrarono in contatto con popolazioni estranee, i norvegesi, furono gli
Inuit della Groenlandia e, più tardi, del Labrador e di Terranova, tra il 950 e il 1000.
Il contatto tra gli europei e gli americani (da allora noti come "indiani") che ebbe luogo a partire dal
1492 ebbe invece conseguenze catastrofiche per questi ultimi.
Essendo stati migliaia di anni separati dal resto del mondo, gli indiani avevano perso quelle difese
biologiche che invece consentivano a europei, asiatici e africani di affrontare con qualche possibilità di
successo semplici malattie come raffreddore e influenza.
Malattie infettive quali vaiolo, orecchioni, pertosse, varicella, morbillo e scarlattina, portarono conseguenze
di contatto devastanti. Nei Caraibi e nell'America Centrale in genere si arrivò a un tasso di spopolamento di
oltre il 900 per mille già nel corso del primo quarto di secolo seguente al contatto.
I microbi importati dagli europei tendevano a diffondersi tra gli indiani anche prima che questi avessero
personalmente incontrato un europeo. Inspiegabilmente, la gente cominciò a morire in numero inaudito e
in modi del tutto nuovi.
Forse già prima del 1492, gli europei erano sbarcati a Terranova e nel territorio della futura provincia della
Nova Scotia.
Gli indiani non rifiutarono il contatto, come avevano fatto cinquecento anni prima gli Inuit nei confronti dei
norvegesi.
Al contrario, essi lo favorirono, e continuarono a cercarlo anche quando gli europei dimostrarono di essere
inaffidabili e pericolosi.
Gli europei infatti, quando era loro possibile, approfittavano delle donne indiane, rapivano uomini, donne e
bambini, rubavano le provviste, bruciavano i campi coltivati e spesso uccidevano senza ragione.
Eppure tali violenze passavano in secondo piano di fronte a ciò che essi erano in grado di offrire in cambio
di quelle pelli e pellicce di animali che gli indiani ritenevano oggetti usuali e di poco conto.
Gli europei offrivano coltelli e asce in metallo più taglienti di quelli in pietra, aghi, forbici, ami da pesca,
paioli in metallo che non si rompevano come quelli in terracotta, copricapi, coperte e altri tessuti colorati,
nonché specchi, perline in vetro e altri ornamenti inusuali.
Ma le navi europee erano cariche di microbi; si calcola che il tasso di mortalità variò tra un minimo del 700
e un massimo del 980 per mille.
La prima epidemia di cui si sappia scoppiò nel 1616 sulla costa del Maine, e soltanto nel 1633 si ebbe la
prima epidemia di vaiolo nelle regioni dell'interno.
Ma anche per gli europei le cose non andavano bene, il più delle volte erano incapaci di provvedere al
proprio sostentamento alimentare, oppure morivano a causa delle rigide condizioni climatiche come nella
futura provincia del Quebec.
Nel corso del primo trentennio del 17° secolo gli europei che si insediarono in territorio indiano divennero
più numerosi e i loro villaggi assunsero carattere di maggiore stabilità, non si trattava più, come nel secolo
precedente, di piccoli insediamenti ma erano ora comunità indipendenti, le quali non soltanto rifiutavano la
collaborazione con gli indiani, ma desideravano la loro distruzione per potersi più facilmente impossessare
della loro terra.
Gli indiani reagirono con violenza, dando vita a vere guerre come Guerra dei Pequot (1637-1638).
Diverso l'atteggiamento degli indiani nei confronti dei nuovi insediamenti europei lungo il fiume San
Lorenzo. Gli europei si erano insediati in una regione nella quale, in quel momento, non era presente
alcun insediamento indiano.
In secondo luogo, essi erano poco numerosi. La costruzione dei loro villaggi procedeva molto lentamente.
Montreal fondata nel 1642.
Si trattava di insediamenti che dipendevano molto dagli scambi con gli indiani, inoltre la presenza di
missionari cattolici fece in modo che molti figli indiani predicassero l’istruzione religiosa, scambi che però si
rivelarono fatali per quest’ultimi, un serie di epidemie portò alla morte di numerose persone all’interno
delle tribù.
All'inizio degli anni 1650 il Nord America era ancora un continente indiano.
Gli Iroquois sembravano invincibili e spadroneggiavano sull'intero nord-est, eccezione fatta per la striscia
della costa atlantica e le terre bagnate dal fiume San Lorenzo, dove gli anglo-americani avevano ormai
sostituito gli originari abitatori e avevano instaurato residenze permanenti.

Il primo contatto con il nuovo mondo, fu da parte dei norvegesi che si spinsero fino alle coste della
groelandia intorno al 950. Ma non fu un contatto che portò a delle conseguenze rilevanti a causa di una
lotta sanguinaria tra norvegesi e inuit, lo scarso interesse economico di quelle terre e il clima ostile.
La scoperta di nuovi mondi era dirottata più verso africa ed asia, con l’arrivo in scena occidentale dei
mongoli nel 1221.
Abbagliati dalle notizie delle ricchezze che il Nuovo Mondo offriva Portogallo, ma soprattutto Spagna, nel
giro di una generazione esplorarono o si insediarono lungo buona parte delle coste sudamericane e
centroamericane.
Scopo della Spagna non era colonizzare, quanto piuttosto rapinare quante più ricchezze possibile con il
minor impegno di personale spagnolo, e quindi utilizzando, laddove necessario, manodopera locale.
Similmente, il Portogallo era impegnato a sfruttare al meglio le nuove possibilità commerciali e agricole
offerte dalle sue colonie africane e dai suoi contatti con l'Asia.
Le coste nordamericane, dalla Florida fino a Terranova, non avevano però per gli spagnoli ragioni di
interesse immediato. Esse non presentavano infatti risorse naturali immediatamente quantificabili in
termini di ricchezze.
Il Nord America restò dunque aperto alle incursioni dei sovrani di Francia e Inghilterra.
Essi non riuscirono immediatamente ad approfittare del Nuovo Mondo che si offriva davanti a loro.
In primo luogo perché, essendo ancora l'Asia l'oggetto dei loro desideri.

A partire dalla fine del secolo XV inglesi, francesi e portoghesi avevano scoperto le opportunità offerte dalla
pesca e fu proprio essa motore di un'ulteriore espansione verso est delle flotte pescherecce del nord
Europa già prima dell’arrivo di Colombo.
Le attività di pesca non portavano necessariamente alla colonizzazione, pur contribuendo a migliorare la
conoscenza dell'oceano da parte dei navigatori.
Il commercio delle pellicce era un mercato vantaggioso per entrambe le parti. Gli indiani ricevano in cambio
oggetti utili per cacciare e pescare e gli europei potevano arricchirsi attraverso la vendita di pelli e pellicce,
o per i più nobili approfittare del loro legame con la corona per impossessarli del monopolio di alcune zone
del nuovo mondo.
Per tutto il corso del secolo XVI dunque, mentre proseguivano e fiorivano le attività legate alla pesca e alla
tratta, tanto le spedizioni esplorative quanto quelle colonizzatrici andarono incontro a una serie di
insuccessi. Le prime non riuscirono a trovare alcun passaggio a nord-ovest e le seconde a fondare alcuna
colonia stabile.

Nel 1608, Champlain, fondò Québec, il primo insediamento permanente francese in territorio
nordamericano. Il sito offriva una serie di vantaggi di carattere militare e commerciale.
Il fiume San Lorenzo consentiva un accesso agevole e il promontorio era facilmente difendibile.
Ma soprattutto Québec era un importante crocevia del commercio indiano e permetteva, tramite il fiume,
l'accesso all'interno del continente. Commercio ed esplorazione erano infatti i due principali scopi per i
quali il posto di Québec era stato fondato. Inoltre la regione di Québec era disabitata.
Tra il 1608 e il 1620 Champlain procedette all'esplorazione sistematica della regione grazie all’alleanza con
due nazioni indiane della regione gli Algonkin e i Montagnais.
Tra il 1620 e il 1629 lo sviluppo della colonia fu affidato da una parte alla chiesa cattolica, e, dall'altra, agli
investimenti di compagnie commerciali a capitale privato. Tali compagnie erano esclusivamente interessate
alla tratta, e non fecero alcuno sforzo per un'effettiva colonizzazione del Canada.
Verso la fine del decennio la corona cominciò a mostrare maggiore interesse per la sorte dei suoi
possedimenti atlantici e a tentare di influenzarne lo sviluppo. Ciò avvenne parallelamente all'ascesa politica
di Armand-Jean Du Plessis, cardinale di Richelieu, il quale voleva eliminare ogni coinvolgimento dei
mercanti e degli investitori protestanti.
La fondazione della Compagnie des Cent-Associés fu accompagnata da un grande e dettagliato progetto di
colonizzazione e di cristianizzazione di tutto il Nord America, dalla Florida all'estremo nord, della quale la
compagnia sarebbe stata interamente responsabile.
Questa impresa però trovo difficoltà: pirati inglesi conquistarono i posti francesi a Miscou, Tadoussac e Cap-
Tourmente e impedirono alle navi della compagnia di raggiungere Québec. Nel 1629 fu la volta di Québec.
Le pellicce accumulate dai francesi vennero facilmente sequestrate e portate in Inghilterra.
Quasi tutti gli abitanti, incluso Champlain, furono deportati e soltanto più tardi rientrarono in Francia.
Quando, dopo un intervallo di tre anni e la firma del Trattato di Saint-Germain-en-Laye (29 marzo 1632), le
prime navi francesi ritornarono a Québec nel1632, la colonia ricominciò il suo lento cammino.
Dopo un quarto di secolo di esistenza (1608-1632) dal punto di vista della colonizzazione, sia l'Acadia che il
Canada erano stati degli insuccessi. Nessuna delle compagnie commerciali che si erano impegnate di fronte
alla corona a portare dei coloni dalla Francia erano riuscite nel loro intento.

Gli indiani desideravano riprendere quei rapporti di scambio con i francesi dei quali, evidentemente, erano
soddisfatti. Champlain approfittò della situazione favorevole, e pose quale condizione per la continuazione
della tratta l'accettazione di missionari gesuiti da parte delle nazioni indiane che volessero avere rapporti
con i francesi
La tratta era lo strumento attraverso il quale la corona francese si garantiva quelle alleanze indiane che sole
avrebbero reso possibile il popolamento del Canada.
La tratta consentiva inoltre alla corona di godere dell'amicizia degli indiani, senza la quale non sarebbe stato
possibile dare corpo al secondo obiettivo: procedere alla loro conversione attraverso lo strumento della
chiesa cattolica. L'era del risveglio missionario si trovò a coincidere con i primi cent'anni di presenza
francese nel Nuovo Mondo ed ebbe i suoi effetti maggiori nel Nuovo Mondo proprio tra il 1632 e l'inizio
degli anni 1650.

Nel 1627 Du Plessis, cardinale di Richelieu, proibì di lasciar entrare nella Nuova Francia stranieri e
protestanti.
Per tutto il corso seguente della sua storia la Nuova Francia fu una colonia esclusivamente cattolica nella
quale la chiesa si reggeva sulle stesse regole che venivano osservate nella madrepatria.
I gesuiti fecero il compito più grande di conversione dispetto a francescani, cappuccini ecc..

Convertire o tentare di convertire gli indiani non era compito facile.


I maggiori ostacoli erano rappresentati, nell'ordine, dalla lingua, dai costumi sessuali e dal cibo.
Per un certo periodo l'incomprensione dei fenomeni epidemici (dai quali i gesuiti sembravano immuni) e il
terrore degli Iroquois moltiplicò le conversioni.
Nel 1650, a tutti gli effetti, in Nord America era finita la grande era delle missioni.

Tanto i coloni francesi (in quanto europei) quanto i gesuiti avevano direttamente contribuito alla fine della
nazione huron. I francesi avevano, con i loro microbi, provocato gravissime epidemie tra gli indiani i gesuiti,
per parte loro, avevano destabilizzato la società huron con la loro presenza e la loro predicazione mettendo
tradizionalisti contro convertiti, giovani contro anziani, e donne contro uomini.
Decimata fisicamente dalle epidemie, e minata nella sua capacità di coesione culturale, la nazione huron si
trovò senza difese quando subì l'ultimo, decisivo attacco da parte degli Iroquois, una grande guerra civile
che da decenni vedeva gli Iroquois e gli Huron schierati.

Tra il 1632 e il 1650, dunque, i missionari contribuirono a legare intimamente la comunità francese con
quella degli Huron e le nazioni vicine.
Soltanto la spinta della chiesa cattolica permise alla colonia di sopravvivere e, seppure lentamente, di
crescere e di svilupparsi.
Dopo il 1632 le uniche iniziative che favorirono il popolamento della colonia furono ancora una volta legate
all'attività della chiesa. Furono soprattutto le comunità religiose a portare in Canada il maggior numero di
francesi per lavorare nei loro stabilimenti come contadini, artigiani, domestici e lavoranti in genere. Si
trattava solitamente di servi a contratto.
In cambio essi ottenevano il biglietto di viaggio di andata e (nel secolo XVII) ritorno, il mantenimento, a
volte un salario, e una buonuscita in natura, terra o denaro al termine della ferma.
Altri venivano come uomini liberi e si facevano una famiglia.
La grande maggioranza degli immigrati tendeva a tornare in patria, d'altra parte la Nuova Francia offriva
soltanto due prospettive di impiego per gli eventuali immigrati.
Una era legata alla lavoro di "produzione" e trasporto delle pellicce condotto dagli indiani.
L'altra era legata all'attività missionaria della chiesa, un'attività economicamente improduttiva che si basava
esclusivamente sull'apporto finanziario, a fondo perduto, dei cattolici europei.
Per tutto questo periodo la Nuova Francia continuò a essere formalmente amministrata dalla
Compagnie des Cent-Associés. Essa non riuscì a condurre a buon fine il popolamento della colonia né a
produrre profitti per i suoi azionisti. Per questo parte della compagnia venne rilevata da parte di alcune
famiglie canadesi o da gesuiti
Negli anni 1650 nuove opportunità di lavoro si presentarono anche nel settore dell'agricoltura in quanto
fine della guerra tra Huron e Iroquois, per la prima volta gli europei che vivevano sulle rive del fiume San
Lorenzo erano più numerosi degli indiani.
Non soltanto più persone arrivavano, ma più persone restavano, quindi vi era una maggiore richiesta di
terre da coltivare.
Rimane comunque una discrepanza numerica tra la popolazione della Nuova Francia e quella delle
colonie britanniche, che deve tenere conto di due elementi: la spinta ad abbandonare il paese
d'origine, e il richiamo esercitato dal paese d'accoglienza.

Perché si lascia l'Europa per il Nord America?


Nel corso del secolo XVII ben 400.000 persone partirono da Irlanda, Galles, ma soprattutto dall'Inghilterra
per emigrare nelle province poste sul continente o nelle Indie Occidentali.
Nella loro grande maggioranza, si trattava di persone non libere, cioè di indentured servants (servi a
contratto). La loro condizione era legalmente molto simile a quella degli engagés francesi tranne che per la
durata della ferma, che per i primi variava tra cinque e sette anni mentre era di tre anni per i secondi.
In quei anni nell’area Inghilterra-Galles la popolazione aumentò in maniera esponenziale, e queste persone
erano alla ricerca di impiego e di migliori condizioni di vita.
Esse tendevano a finire in città, e queste diventavano serbatoi di servi a contratto per le colonie d'America.
A differenza delle Isole Britanniche, la Francia non aveva subito un'impennata nel numero degli abitanti, né
la riorganizzazione delle campagne, né l'espulsione dei contadini dalle loro terre, né il crollo dell'indotto.
Il rapporto tra popolazione e terra era dunque rimasto sostanzialmente stabile.
Esisteva altresì un problema di immagine del luogo di accoglienza.
Fin dall'inizio il Canada ebbe gravi problemi di immagine, in buona parte legati a fatti reali. Un mondo fatto
di foreste densissime, con freddi polari durante l'inverno, vie di comunicazione interrotte per sei mesi
all'anno. Né si dimentichi il flagello delle zanzare, proprio nei mesi in cui si doveva lavorare nei campi, o
l'incombente terrore degli Iroquois.
Mentre le Antille, con il loro caldo e l'assenza (almeno reputata tale) di indiani sembravano rappresentare
una scelta più appetibile, dove si iniziò a produrre tabacco e zuccheri da asportazione.

Nel 1661 Luigi XIV divenne a tutti gli effetti re di Francia.


Nel 1663 la Compagnie des Cent-Associés venne chiusa e la Nuova Francia ritornò nelle mani del sovrano.
Cominciò immediatamente una nuova politica volta a fare delle diverse regioni francesi e delle colonie,
inclusa la Nuova Francia, una fonte di guadagno per la corona.
Le colonie esistevano non per procurare benessere a coloro che le abitavano (i coloni), ma per produrre
materie prime a basso costo da inviare in patria per l'uso della corona.
Mentre i suoi predecessori si erano affidati alle compagnie private e alla chiesa.
Luigi XIV impegnò le finanze della corona in una serie di investimenti diretti che avrebbero dovuto
sviluppare a tal punto la colonia da renderla autosufficiente e consentirle di produrre.
Lo sforzo promozionale della corona avvenne a quattro livelli: riorganizzazione delle attività
economiche, incremento dell'immigrazione, creazione di uno stabile quadro istituzionale e difesa
della colonia dai suoi nemici esterni.
La pesca rappresentava certamente l'attività più redditizia tra quelle legate al Nuovo Mondo.
Inizialmente lasciò mano libera ai pescatori, finché,
Luigi XIV optò per la fondazione di una colonia a Plaisance, sulla costa meridionale di Terranova, con tanto
di forte, guarnigione e apparato burocratico. Plaisance godeva di un clima più temperato di altri porti
dell'isola e poteva contribuire alla difesa del Golfo del San Lorenzo.
Il legname dalle foreste canadesi, si rivelò non conveniente esportarlo, così come le spedizioni minerarie
risultarono fallimentari.
L'attività che, per la sua importanza, certamente richiedeva una sostanziale riorganizzazione da parte
della corona era quella della tratta, tramite la tassazione dei suoi profitti e l'utilizzazione dei rapporti con
gli indiani intrattenuti dai coureurs-de-bois, questi ultimi così necessari per garantire la difesa e
quindi la sopravvivenza della colonia.
Nel 1679 vi erano tra 200 o 300 coureurs-de-bois nell'ovest, tutti irregolari (e quindi fuori della legge), oltre
ai voyageurs, che operavano nella legalità. Inoltre alcuni tra i rappresentanti della corona nella colonia non
intendevano comunque essere lasciati da parte nella corsa al facile guadagno procurato dalla tratta.
Negli ultimi vent'anni del secolo la tratta continuò a rappresentare un elemento di profonda
contraddizione nello sviluppo della Nuova Francia.
Il commercio illegale era rapida espansione su tutti i fronti.
Nel 1681 Colbert tentò una nuova regolamentazione della tratta, l’acquisto di un congè, ovvero licenza, per
chiunque volesse partecipare alla tratta.
Centinaia di canadesi continuavano a trafficare, con o senza congé, e a spingersi sempre più a ovest alla
ricerca di nuove nazioni indiane con le quali trattare.
Fine 600 l'accumulo delle pellicce nei magazzini della corona arrivò a un punto tale che il sistema delle
licenze venne abbandonato e il prezzo che veniva pagato ai commercianti subò una notevole diminuzione.
Il ministro della Marina, Phelypeux dal 1690 al 1699, ordinò il ritiro di tutti i canadesi dall'ovest e
l'immediata distruzione di tutti i forti e i posti di commercio.
La crisi non era stata provocata dalla diminuzione della domanda europea, quanto piuttosto
dall'enorme sovrapproduzione.
Alla fine del secolo il tentativo della corona di riformare la tratta rendendola un'attività redditizia per la
corona, e non soltanto per un gruppo d'interesse, si era risolto in un completo fallimento.

Se l'economia rappresentò il primo campo di intervento della corona, il secondo fu quello del
reclutamento di emigranti per il Canada.
Andava infatti da sé che senza un sostanziale incremento della popolazione complessiva della colonia la sua
economia non avrebbe potuto espandersi oltre un certo livello, soprattutto nel campo del prodotto
agricolo.
Tra il 1662 e 1672 arrivarono un gran numero di immigrati dal regime francese in Canada.
La maggioranza dei nuovi arrivati era composta di servi a contratto.
La maggior parte erano donne, senza famiglia e affidate all'assistenza della corona.
Ma gli sforzi migratori in Canada ebbero un successo soltanto relativo.
L’aumento degli abitanti era dovuto non tanto ai nuovi arrivi quanto all'incremento naturale degli abitanti,
cioè al saldo tra numero dei nati e numero dei morti.

Il terzo campo di azione per la corona francese era il livello istituzionale


In questo ambito la politica della corona godette di ampio successo.
La Francia veniva da un lungo periodo di instabilità dovuto al contrasto tra il potere della corona e quello
dell'aristocrazia.
Il regno di Luigi XIV fu caratterizzato da una serie di riforme che tendevano a riorganizzare il paese, e con
esso le sue colonie, intorno alla figura centrale del sovrano e alla sua burocrazia.
Fino ad allora il governo della colonia era stato affidato a compagnie commerciali i cui organi esecutivi
rappresentavano gli interessi, spesso conflittuali, del re e degli investitori.
La carica più alta della Nuova Francia era quella del governatore generale, che rappresentava il re,
comandava le forze armate ed era responsabile della politica estera.
In pratica, il governatore si occupava dei rapporti diplomatici con gli indiani, dei forti e dei posti di
commercio tanto in Canada quanto nell'ovest.
La Francia non aveva una legge soltanto, ma molte leggi locali, note come coutumes.
Nel 1664 il Costume di Parigi, che era prevalente nella Francia del nord ed era stato codificato in forma
scritta nel 1580, venne ufficialmente adottato quale legge della Nuova Francia.
Il suo quadro di riferimento sociale si basava sull'unità familiare, non sul singolo individuo.
Il più alto tribunale della colonia era il Consiglio Sovrano

Il quarto livello di intervento da parte della corona ebbe quale suo scopo la difesa della colonia dai
nemici esterni. Inglesi e provinciali americani non rappresentavano ancora una minaccia diretta per
la colonia posta lungo le rive del fiume San Lorenzo.
L'unica regione di vero contatto tra franco-canadesi e anglo-americani era l'Acadia, conquistati dagli
angloamericani e poi tornata in mano francese, rappresentava una posizione stategica per i commerci.
L'Acadia nel secolo XVII era infatti ancora una terra sotto il pieno controllo degli indiani, era grazie
all’allenza con essi che i francesi potevano difendere il territorio.
Gli iroquois erano diventati, agli occhi delle autorità francesi, la causa di tutti i mali della colonia: scarsa
immigrazione, sottosviluppo dell'agricoltura, imprevedibilità della tratta e impossibilità di procedere alla
conversione degli altri indiani.
Nel 1665, il re di francia decise di risolvere la questione iroquois una volta per tutte. Ci furono due
spedizioni militari, la prima con insuccesso, la seconda con la firma di un trattato di pace con gli iroquois.
In generale la difesa della nuova francia, dipendeva fondamentalmente dal rapporto con gli indiani e delle
guerre tra essi.

L'espansionismo iroquois e le altre nazioni indiane


Due furono i fatti di lungo periodo che caratterizzarono la storia del secolo XVII in Nord America.
Il primo fu la politica espansionista condotta dalla confederazione iroquois.
Il secondo fu la conquista e il popolamento della costa nordamericana da parte degli inglesi.
Gli effetti della politica espansionista della confederazione iroquois si fecero sentire lungo tutte le frontiere
del Nord America abitato dagli europei, dall'estremo nord, alle coste atlantiche, all'ovest.
Ciò che è certo è che gli Iroquois erano "il nemico" non soltanto dei francesi, ma anche di tutte le altre
nazioni nordamericane ed erano percepiti e trattati come tali.
Le altre nazioni indiane, come gli abenaki si schierarono con i francesi per combattere insieme gli iroquois,
un’allenza sia militare sia commerciale, alleanze che impedirono di portare a termine il progetto
espansionista degli iroquoi, con la firma della pace di montreal nel 1701.
Gli anni tra il 1682 e il 1701 furono dunque anni di ripiegamento, se non di sconfitte, per la confederazione
iroquois

La Pace di Montréal rappresentava l'alleanza delle nazioni indiane dell'ovest, suggellava diplomaticamente
i succcessi ottenuti sul campo nell'ultimo decennio e ribadivano la loro sovranità sui Grandi Laghi e
sull'ovest.
Ed inoltre assicurava la neutralità iroquois in un eventuale conflitto franco-inglese.
La Pace di Montréal fu un momento decisivo nella storia del Nord America.
La fine della potenza iroquois inaugurò una nuova era nella relazioni tra indiani e tra europei, ebbe anche
importanti conseguenze per il conflitto imperiale intereuropeo per il controllo del continente
nordamericano.
I veri perdenti della Pace di Montréal furono le autorità britanniche, che videro il loro prestigio
grandemente ridimensionato rispetto a quello del governatore generale della Nuova Francia.
Finno al 1701 le relazioni diplomatiche in tempo di pace si erano svolte secondo modalità tipicamente
indiane, e che le guerre indiane, anche quelle che avevano visto la partecipazione degli europei, erano state
combattute alla maniera degli indiani e diversi erano stati i rapporti tra indiani e francesi da una parte, e
indiani e inglesi dall'altra.
Il modo di far guerra (guerriglia) indiana: il nemico veniva attaccato di sorpresa, da gruppi che
potevano variare da pochi uomini fino ad alcune centinaia, potevano pianificare l’attacco ma momento del
contatto con il nemico non esisteva alcuna pianificazione della battaglia, ma soltanto una serie di
combattimenti individuali che si svolgevano indipendentemente l'uno dall'altro. Usavano le loro armi.
Durante la battaglia gli indiani uccidevano i nemici (ma soltanto gli uomini) fino a che questi cominciavano a
fuggire. La battaglia era allora considerata vinta, né i fuggitivi venivano necessariamente inseguiti.
Torturavano i priogionieri nemici.
Il guerriero indiano che assaltava il nemico a tradimento, lo torturava, lo faceva a pezzi e lo mangiava – era
l'immagine "americana" forse più diffusa nell'Europa dell'età moderna, un'immagine che contribuì a tenere
lontani dal Nord America molti potenziali emigranti.

Dall'inizio della colonizzazione europea è la diversità dei rapporti di francesi e inglesi con gli indiani.
Iroquoi erano nemici di tutte le altre nazioni indiane, che pertanto si alleavano con i francesi.
Mentre gli Iroquoi erano alleati degli inglesi.
La conquista delle terre nordamericane da parte degli inglesi e la conseguente distruzione dei loro originari
abitatori, gli indiani, o quantomeno il loro spostamento in terre più lontane dalla costa erano una funzione
diretta dell'immigrazione europea e del ripopolamento del Nuovo Mondo.
Tale conquista avveniva contemporaneamente all'indebolimento demografico delle popolazioni indiane
dovuto alle malattie importate dall'Europa.

All'inizio degli anni 1680 la Francia dominava l'Europa. Essa disponeva di venti milioni di
abitanti e di un'esercito dieci volte superiore per numero a quello inglese, ma con una marina pari
alla sua metà. La sua economia, pur profittandone, non era direttamente legata al traffico coloniale, come i
Paesi Bassi o la Spagna.
Nel 1689 l'Inghilterra si unì ai paesi della Lega di Augusta (Austria, Spagna, Paesi Bassi, Savoia, Brandeburgo,
Sassonia, Hanover e Baviera) ed entrò in guerra contro la Francia di Luigi XIV.
La cosiddetta Guerra della Lega di Augusta (1688-1697), detta anche della Grande Alleanza o dei Nove Anni,
era cominciata.
A differenza delle guerre precedenti, questa volta il conflitto, almeno nella sua prima parte, coinvolse in
pieno il Nord America.

Tra il 1651 e il 1682, dunque, la Nuova Francia voltò pagina, si avviava a diventare una colonia,
certamente piccola, ma stabile e autosufficiente, la cui presenza era tollerata e in parte apprezzata
dalle nazioni indiane che la circondavano.
In coincidenza con l'ascesa al trono di Luigi XIV la Nuova Francia, e soprattutto il Canada, raggiunse un
grado di ordine sociale, di sicurezza internazionale e di prosperità materiale a tutti i livelli.
Piano di riforma si evidenziò attraverso un programma che prevedeva la riorganizzazione dell'economia, lo
stimolo all'emigrazione, la creazione di un quadro istituzionale complessivo, e la difesa della colonia dai
nemici esterni. Fu dunque proprio l'intervento della corona a consentire alla colonia quel salto di qualità.
Ma non si riuscì ad evitare la dipendenza dalla dinamica delle guerre indiane, che restava comunque
l'elemento decisivo per la sopravvivenza e l'esistenza stessa della colonia.
Nel ventennio 1682-1701 due cose erano cambiate in Nord America.
In primo luogo, Francia e Inghilterra, e con loro canadesi e provinciali americani, avevano cominciato a
considerare in termini imperiali la presenza dell'avversario sullo stesso territorio geografico.
In secondo luogo, la Pace di Montréal (1701) aveva segnato il declino della potenza iroquois.
Questo a sua volta consentirà, per la prima volta, una maggiore ingerenza e libertà d'azione degli europei
negli affari del Nuovo Mondo.
Il 20/25 per cento degli abitanti della Nuova Francia viveva in un agglomerato urbano, mentre in
Francia tale percentuale era del 15 per cento.
Nella Nuova Francia le città erano poche (Québec, Trois-Rivières, Montréal, poi Louisbourg e Nouvelle-Orléans) e molto
distanti l'una dall'altra.
Soprattutto nel corso del secolo XVII, quanto l'agricoltura non aveva ancora preso nella colonia l'importanza
che assumerà in seguito, gli agglomerati urbani erano soprattutto dei centri legati alle attività commerciali,
amministrative, militari e religiose.

La società canadese era divisa in quattro ordini o classi: la nobiltà (la Gentry), il clero, gli uomini d'affari e i
contadini (habitant). L’elite della società erano la nobiltà e il clero. 59.
Al terzo ordine nella gerarchia sociale della Nuova Francia appartenevano gli uomini d'affari, artigiani di
livello superiori, impreditori edili, funzionari burocratici
Al quarto ordine gli habitants, cioè con coloro che vivevano nelle campagne, facevano in realtà parte
persone con enormi differenze tra loro, cenuari, mezzadri, braccianti liberi o servi a contratto, piccoli
artigiani, negozianti e soldati.
Censuari avevano proprietà terriera, mentre altri contadini lavoravano la terra loro concessa dal signore
che poteva essere tolta in quasiasi momento.
Poi vi erano anche gli schiavi africani ma anche indiani.
La mentalità dei pionieri della Nuova Francia durante il suo primo mezzo secolo di vita fu profondamente
legata e condizionata da esigenze di natura religiosa.
L'ideologia militare fu poi quella che dominò la società coloniale del secolo XVIII.

La corona, unica proprietaria delle terre del regno, concesse le terre della Nuova Francia sotto forma di
feudi e signorie a dei vassalli.
Questi, che furono sia individui sia gruppi di individui (le compagnie commerciali e gli ordini religiosi),
vennero così investiti del ruolo di signori. In cambio di tale investitura i vassalli erano tenuti a rispettare
alcuni doveri e a godere di altrettanti diritti, entrambi di tipo signorile e feudale, nei confronti della corona
e dei censuari.
Nella colonia la figura del signore era subordinata a quella del funzionario della corona, il quale poteva in
qualsiasi momento revocare la signoria, nel caso egli non rispettasse gli ordini della corona.
Sulla sua terra il signore riceveva una serie di omaggi simbolici che ne definivano lo status
sociale.
Il signore aveva il diritto presiedere un tribunale e amministrare la giustizia per questioni
legate alla sua signoria. L'insieme di tali omaggi garantivano al signore il riconoscimento del suo status
sociale superiore da parte non soltanto dei suoi censuari ma dell'intera popolazione della colonia.
Agli omaggi simbolici si univano una serie di diritti, in denaro o in natura, che costituivano
il vero e proprio reddito che il signore traeva dalla sua signoria.
La signoria era infatti anche un'azienda agricola che produceva per uso interno (cioè per la famiglia del
signore e per quelle degli habitants) e, potenzialmente, per il mercato canadese e quello transatlantico.
Dai censuari egli riceveva un canone di affitto annuale (rentes) e una bannalità (banalité), di solito un
quattordicesimo del macinato.
il regime signorile canadese presentò alcune novità, ma non snaturò affatto il modello sociale prevalente in
Francia
I rapporti di forza tra i funzionari della corona e i signori si spostarono a favore dei primi grazie alla
rinnovata importanza di antichi doveri verso la corona ormai desueti in Francia.
Altra novità, negando il concetto di proprietà individuale della terra, il regime signorile impedì la
speculazione terriera e l'accentramento nelle mani di pochi individu.
In generale, la colonia si propose come una variante regionale della madrepatria, con la stessa divisione in
ordini, lo stesso regime signorile e la stessa composizione sociale del ristretto gruppo dei signori.
Il tasso di incremento della popolazione della Nuova Francia, fu dovuto soprattutto all'incremento naturale,
piuttosto che alla esigua immigrazione, interprentadolo come indice positivo di qualità di vita.
L'organizzazione della società della Nuova Francia non differiva da quella di Francia: si trattava di una
società incentrata sulla figura del padre e sul passaggio ereditario per linea maschile.
Era il New England a offrire ai suoi ceti inferiori la più alta qualità della vita, mentre il Canada non andava
oltre la soddisfazione dei bisogni più basilari.
In linea di massima i ceti inferiori della Nuova Francia, delle quali facevano parte i poveri
e coloro che avrebbero potuto diventarlo, potevano aspettarsi un aiuto e un'assistenza da parte delle
istituzioni migliore di quanto non avrebbero potuto godere nella loro antica madrepatria.
La corona si impegnava finanziando la chiesa, che era l’organo che si occupava di educazione e assistenza
medica e sociale nella nuova francia.
A partire dagli anni 1660 il ruolo della chiesa nella Nuova Francia divenne, come lo era in Europa, quello di
mantenere la fede tra i cattolici, non di convertire pagani ed eretici.
Il livello morale della società canadese si abbassò dopo il 1663, a causa dell'incremento dell'immigrazione,
l'alto numero di soldati e la diminuzione percentuale del clero portò a un aumento del comportamento
immorale con caratteri di reato.

Nella Nuova Francia non esistevano né elezioni né organismi rappresentativi istituzionalizzati, nemmeno in
francia.
In caso di abuso o ingiustizia, l'unica azione possibile per il privato cittadino per ottenere soddisfazione era
il ricorso alla giustizia. Erano gli individui a iniziare le cause civili mentre le cause penali potevano invece
essere iniziate soltanto dai giudici della corona.
L'uso della prigionia era limitato dal fatto che in Canada non c'erano né una polizia giudiziaria né vere e
proprie carceri all'europea.

Il ceto superiore tendeva a divertirsi soprattutto in casa, i ceti inferiori preferivano incontrarsi fuori.
La maggior parte degli habitants utilizzava il tempo libero dagli impegni del lavoro partecipando a occasioni
collettive di svago e di divertimento, come le feste patronali, il carnevale, il primo dell’anno ecc..
Un'altra forma di intrattenimento collettivo era rappresentato dal teatro. Esso arrivò nella Nuova Francia a
Port-Royal nel 1606, rappresentazioni dirette a un pubblico di élite.
Vi erano anche manifestazioni collettive a carattere agonistico. Alcune di queste competizioni erano
tipicamente canadesi, in quanto erano nate dalla vicinanza e familiarità tra indiani e abitanti della Nuova
Francia, gare di canoa, corse a piedi, lotta e caccia.
Case, edifici e chiese avevano un’estetica simile a quella francese, gli arredi erano quasi simili alla
madrepatria pur avendo delle novitè tipiche del nuovo mondo. La pittura era perlopiù importata e
l’abbigliamento seguiva i costumi della madrepatria, diversificati per esigenze climatiche.

Ben pochi coloro che nella Nuova Francia erano in grado di leggere anche soltanto un avviso sulla porta di
una chiesa o il libro da messa. Erano poi ancora meno quelli che scrivevano.
I canadesi leggevano esclusivamente libri provenienti dall’Europa, e soprattutto dalla Francia.
La lingua francese usata in Canada, nell'Acadia e nella Louisiana per la scrittura non si differenziava dal
francese standard, mentre quella parlata era frutto di numerose mescolanze, quella standard parlata a
parigi e i dialetti regionali francesi che venivano importanti nel nuovo mondo.
La società della Nuova Francia si propose dunque come una variante regionale della madrepatria.
La divisione in ordini non fu diversa da quella della Francia.
La gerarchia sociale restò immobile e non venne legata al successo economico. La ricerca del profitto
e l'accumulazione di denaro non diventarono valori dominanti.
I valori dominanti restarono quelli della nobiltà, e l'ideologia militare assunse particolare importanza.
La natura dei rapporti tra un ordine e l'altro, e in particolare il rapporto tra i signori e i loro censuari, rimase
identico.
Nessuno prendeva la via della colonia nella speranza di dare la scalata alla sua élite.
Guerra di Successione Spagnola (1702-1713) Anna, fu la prima guerra mondiale dell'età moderna ed ebbe
importanti conseguenze sul prosieguo della storia
Ciò giustificava dunque nuovi investimenti a sostegno del Canada, il quale così a far parte di una nuova
strategia politica volta a espandere l'impero francese e a contenere l'espansione a ovest delle province
britanniche del continente
La corona francese ideò e cominciò una nuova politica aggressiva nei confronti del continente
nordamericano.
Questa prevedeva quattro obiettivi principali: l'ulteriore sviluppo economico del corridoio Québec-
Montréal; lo stabilimento di una base alle foci del fiume Mississippi (la Louisiana); il collegamento via terra
tra
il Canada e la nuova colonia con l'attivazione di una catena di posti fortificati tra i due centri; e il
rafforzamento dei posti di commercio dell'ovest, vicini e lontani.

La Guerra di Successione Spagnola si combatté soprattutto in Europa. In Nord America le uniche operazioni
militari significative ebbero luogo nel 1711, quando gli anglo-americani pianificarono il solito attacco via
mare da Boston verso Québec e via terra da Albany verso Montréal.
Entrambe le operazioni fallirono clamorosamente.
Il 12 aprile 1713 le potenze belligeranti firmarono il Trattato di Utrecht.
La Francia, indebolita dalle sconfitte in Europa, cedette soprattutto sul fronte nordamericano.
Gli inglesi ottennero il riconoscimento della loro sovranità sugli Iroquois e la facoltà di commerciare con gli
indiani dell'interno del continente. La Baia di Hudson, terranova e acadia passarono agli inglesi anche se ai
francesi rimase il diritto alla pesca in questa acque, l’unica vera ricchezza di queste zone.

Lo sviluppo dell'economia del corridoio Québec-Montréal, ricevette un forte impulso soprattutto tra il 1712
e il 1748.
L'agricoltura venne assistita e diversificata. Si produsse più grano, ma anche tabacco, canapa e lino. La
corona continuò a favorire l'immigrazione obbligando i capitani delle navi a trasportare servi a contratto,
inviando nella colonia criminali e indesiderabili, chiudendo gli occhi sugli ugonotti e facilitando la
naturalizzazione degli stranieri. I risultati restarono comunque di gran lunga inferiori alle attese delle
autorità.
Le due più celebri iniziative di intervento della corona nell'economia della colonia sono quelle relative ai
cantieri navali di Québec e alle Fonderie Saint-Maurice, con numerose fonderie che in quelli anni
produssero più di 200 navi.
Il trentennio 1713-1744 fu effettivamente un periodo di pace e di relativa prosperità per il Canada, in cui
ancora una volta l'intervento della corona in fin dei conti favorì lo sviluppo economico, rispetto alle colonie
inglesi dove la qualità della vita era peggiorata, scarsa igiene, povertà, malattie ecc..

La foce del fiume Mississippi rappresentò il secondo obiettivo della nuova politica imperiale francese.
La Louisiana era in realtà un'immensa palude, malsana dal punto di vista climatico e resa pericolosa dalla
sua fauna, priva di porti naturali e di rapide vie di comunicazione fluviale.
Così come all’inizio nel canada, la louisiana segue lo stesso percorso coloniale:
La corona investì somme enormi nel suo sviluppo, la chiesa cattolica operò il suo sforzo missionario nei
confronti degli indiani, l'immigrazione venne sovvenzionata, e gli inglesi vennero tenuti lontani grazie a una
costosa politica di amicizia nei confronti delle nazioni indiane. I risultati furono però ben diversi.
Il grande sforzo missionario della chiesa era da tempo finito, non vi era una migrazione spontanea, e quindi
la corona popolò la regione con criminali, o servi forzati.
Lo sviluppo decisivo si ebbe però con l’importazione di schiavi dall’africa nel 1712, impegati nelle grandi
piantagioni, i proprietari di essi erano l’elite della società della louisiana.
La nuova colonia servì agli scopi per i quali era stata creata: l'allargamento dell'impero francese e il
contenimento di quello britannico. Nonostante gli enormi investimenti e un’alleanza dipendente con gli
indiani per garantire sicurezza e pace.
La regione dell'Illinois rappresentò il terzo obiettivo della nuova politica francese.
Il terreno era fertile, i rapporti con gli indiani buoni e la nascente comunità era tutto considerato prospera e
tranquilla. Eppure la lontananza tanto da Québec quanto da Nouvelle-Orléans, che rimase il maggiore polo
di attrazione, non consentì un ulteriore sviluppo della regione.
Un quarto obiettivo francese, era il controllo sulla regione dei Grandi Laghi e l’espansione ad ovest verso le
montagne rocciose.
La razionalizzazione dell'interesse francese nell'ovest cominciò nel 1701 con lo stabilimento
di Fort Pontchartrain, a Détroit.
Le nazioni indiane permettavono agli europei di attraversare i loro territori in cambio di doni, ma essi erano
esclusiviste nei loro rapporti, e non ammettevano che questi intrattenessero rapporti con i loro nemici.
Nell'ovest si ripeté quanto già successo nell'est nei due secoli precedenti.
Gli europei non sembravano presentare alcun pericolo per gli indiani, non sapevano cacciare, non
conoscevano gli animali, avevano difficoltà a esprimersi.
La ragione dell'espansione a ovest era ormai slegata dall'interesse economico per la tratta e rispondeva a
una strategia di tipo imperiale.
Nella colonna delle uscite le spese genericamente militari facevano la parte del leone.
Esse includevano tutto ciò che consentiva la difesa dagli anglo-americani, ma soprattutto l'amicizia o
quantomeno la neutralità delle nazioni indiane e la costruzioni di forti.

Dopo il trattato di Untecht, il rafforzamento e la difesa dell'Acadia francese divenne il quinto obiettivo della
corona francese.
Nonostante ora fosse in mano ai britannici, gli acadiani continuavano a vivere come sempre, seppure in una
delicata situazione di incertezza che poteva venire incrinata in qualsiasi momento. La corona francese diede
loro una scelta se trasferisi o rimanere in acadia. Alcuni partirono altri rimasero.
I maggiori investimenti francesi in Acadia vennero effettuati nella costruzione e quindi nel mantenimento
della fortezza di Louisbourg, che divenne invece la sentinella del Golfo del San Lorenzo e quindi dell'intiero
Canada, la più potente base militare fortificata del Nord America e il terzo agglomerato
urbano della Nuova Francia. Dopo la conquista nemica, rimase un notevole centro economico.
Dopo il Trattato di Utrecht (1713) l'intervento della corona francese in Acadia privilegiò dunque Louisbourg,
l'Ile Royale e l'Ile Saint-Jean.

Il potere decisionale del governatore britanicco in Acadia era limitato soprattutto dall'atteggiamento di
inaspettata indipendenza da parte degli acadiani stessi.
Essi rifiutarono in massa, e a più riprese, di prestare giuramento alla corona britannica, ma pur vivendo
sotto autorità politiche e militari diverse per lingua e religione, godette di un notevole benessere materiale
e culturale. Era una regione strutturata socialmente diversa dal canada.
I Mi'kmaq non perdevano occasione di ribadire che la regione apparteneva unicamente a loro. Alcuni
favorivano una politica aggressiva che obbligasse gli inglesi a riconoscere la loro indipendenza. Come
abbiamo già visto, tale aggressività si espresse soprattutto in incursioni su navi e imbarcazioni britanniche e
relativo sequestro del carico.
Un rapporto dipendenza dalla Francia contraddistinse soprattutto l'élite della Colonia, eppure essi
presentavano differenze a seconda dell'anzianità di permanenza nella colonia.
La dipendenza era massima nel caso dei funzionari della corona di livello medio o superiore, gli ufficiali delle
truppe regolari francesi e i mercanti metropolitani.
Minore nel caso degli abitanti delle regioni più lontane, come l'Illinois e l'ovest,e di quasi tutto il clero,
mentre era sostanziale l'indifferenza dei ceti inferiori, più legati peraltro alla nuova terra che non a
un'antica madrepatria ormai lontana e spesso mai vista.

La Guerra di Successione Austriaca venne ufficialmente chiusa con la firma del Trattato di Aix-la-Chapelle
(19 ottobre 1748).
Tra Francia e Gran Bretagna vi fu uno scambio di colonie equilibrato, in cambio di Madras, in India, , gli
inglesi cedettero Louisbourg ai francesi, entrambi gli imperi sapevano che il trattato era solo un tregua, per
preparsi ad una successiva fase di controllo degli imperi coloniali.
Nei traffici coloniali le Antille facevano la parte del leone, zone nelle quali si coltivavano monoculture caffe,
zucchero con manodopera di schiavitù.
I regimi economici monoculturali tendono a sovrapprodurre, mentre i mercati tendono alla saturazione.
Da ciò le periodiche crisi, e poi nei traffici internazionali, le navi potevano essere soggette a
saccheggiamenti da parte di pirati o nemici.
L'aiuto finanziario della chiesa risultò essenziale per lo sviluppo del Canada nella prima metà del secolo XVII.
A partire dalla seconda metà del secolo XVII divennero invece fondamentali l'appoggio della corona. Senza
un diretto interesse della corona, non vi sarebbe stato sviluppo per il nuovo canada.

Le terre ad est del fium Missisipi, erano sottoposte di fatto alla sovranità indiana.
I francesi le ritenevano però sotto la loro sfera d'influenza e non vi ammettevano interferenze britanniche.
Il Trattato di Utrecht (1713) trent'anni prima aveva consentito ai commercianti angloamericani di
frequentare la regione. Esso non aveva però previsto né la crescente pressione delle province continentali
americane verso le loro frontiere occidentali, né la dinamica delle guerre indiane, che aveva avvicinato
importanti nazioni agli anglo-americani.

La seconda principale area di scontro tra inglesi e francesi era quella dell'Acadia.
Nel 1749 gli inglesi fondarono Halifax nel sud della Nova Scotia, che rapidamente divenne il centro politico,
economico e militare della regione e cominciò ad accogliere emigrati di lingua inglese o gaelica, fu qui che
venne presa la decisione di spopolare l’acadia, un gran numero vennero depotarti in altre terre, alcuni
vennero fatti priogionieri.
Dopo la Conquista del Canada (1760) gli ultimi sopravvissuti si arresero alle autorità britanniche. Fu il loro
nucleo, liberato dagli inglesi alla fine della guerra, quello che rifondò la presenza acadiana nella regione e
che consentì l'aggregazione di quegli acadiani che ritrovarono, in seguito, l'antica via di casa.

Scopo della deportazione era stato quello di pacificare l'Acadia, di renderla militarmente sicura e di
assimilare quelle terre al resto delle colonie britanniche. Da questo punto di vista la deportazione
degli acadiani fu un successo. Essa non soltanto evitò alla radice la possibilità di un guerra di
guerriglia condotta dagli acadiani, ma privò anche Louisbourg dell'aiuto logistico della regione.
Da allora in poi smisero praticamente qualsiasi ostilità nei confronti dei sudditi della corona britannica.
Fu l'inizio di una strada che conduceva verso una sempre maggiore dipendenza dagli europei, verso la
discriminazione e l'assimilazione.
Nessuno dei tentativi di ricreare comunità acadiane in Francia o in altre colonie francesi come la Guyana o
le Isole Malouines del Sud Atlantico ebbe successo.

Formalmente la Guerra dei Sette Anni (1754-1763) non ebbe inizio che nel maggio 1756. Guerra conquista.
Fu allora che la Gran Bretagna e la Francia dichiararono aperte le ostilità.
Si trattò di una vera e propria guerra mondiale che coinvolse tutti i continenti.
Della Guerra dei Sette Anni in Nord America si possono distinguere tre fasi principali.
La prima fu quella che precedette la dichiarazione formale di guerra, la conquista britannica di Fort
Beauséjour e Fort Gaspereau, la sconfitta francese a fort edward e la deportazione acadiana.
La seconda fase corrispose alla vittoriosa offensiva franco-canadese che distrusse Fort Bull, e respinsero gli
inglesi a Fort william henry.
La terza fu la conquista di Louisburg da parte dei britannici, della caduta di quebec e di montreal nel 1760.

Obiettivo della corona francese in Nord America fu dunque quello di evitare o ritardare quanto più possibile
tale eventualità, nell'attesa di un esito favorevole della guerra in Europa.
E bisognava quindi mantenere il più a lungo possibile i forti francesi nella zona del Lago Champlain, dei
Grandi Laghi e dell'Ohio. Partendo da quei forti e sfruttando soprattutto le vie d'acqua, colpire con
incursioni rapide ma incessanti di volta in volta un forte, un villaggio, un convoglio.
Nei primi anni la conduzione della guerra contro gli anglo-americani si dimostrò dunque un problema non
insormontabile.
Venne però progressivamente a mancare quell'accordo, e quindi quella centralità e coesione, negli alti
comandi franco-canadesi che era uno dei punti di forza tradizionali della Nuova Francia.
In Nord America il 1758 rappresentò l'anno della svolta su entrambi i fronti.
In quell'anno la guerra, fino ad allora prevalentemente per bande, si trasformò in guerra all'europea.
La conquista del Canada si spiega legandola alla concomitanza di due fattori.
Il primo l'incapacità degli alti comandi francesi, di gran lunga inferiori ai loro colleghi britannici.
Il secondo fu l'improvvisa cessazione di quel rapporto privilegiato che aveva fino ad allora segnato il
rapporto
tra colonia e madrepatria.
Le spese della corona erano state per lungo tempo di gran lunga superiori alle sue entrate . Nell'ottobre
1759 la corona francese fece fallimento, dichiarò la propria insolvenza e rifiutò di onorare le note di credito
sulle quali si basava l'economia atlantica e quella canadese in particolare.
Nel 1760 il Canada venne conquistato dai britannici e abbandonato dai francesi.
La corona francese cercò di convincere l'opinione pubblica che i fallimenti della sua politica nordamericana
e gli enormi costi della guerra erano stati causati da funzionari di livello medio-alto che avevano rubato e
speculato sugli appalti pubblici, nonché male amministrato la colonia.

La fase di conquista è intepretata in maniera diversa, negativa o positiva. Per alcuni storici è positiva, in
quanto ha permesso all’ex colonia francese di purificarsi dalle corruzioni politiche del re luig 15, e furia della
rivoluzione francese nel 1789.
Successivamente negli anni 70-80 del 900, la question del quebec e della sua conquista ha dato luogo a due
visioni: una neonazionalista, che mette il luce il lato catostrafico della conquista e del blocco dello sviluppo
del canada, e dell’altra federalista che vendono la conquista come una libertà politica ed econmica della
regione da una situazione stagnante.
La guerra dei sette anni fu conclusa con il trattato di parigi 1763, dove la francia cedette alla UK: canada, ile
royal, saint vincet, dominica e il senegal in africa, mentre con il trattato di sanildefonso (1762) la francia
cede alla spagna una parte della louisiana (l’altra agli uk) e nuovell d’orleans.
Per parte sua, la Gran Bretagna restituì alla Francia le isole di Guadalupa, Martinica, Sainte-Lucie, ma essa
affermava il suo dominio nell’oceano atlantico.

La Guerra di Pontiac, 1763-1766


Gli indiani riconobbero prima di ogni altro che la loro situazione stava cambiando.
Con il passaggio delle terre canadesi ai francesi, anche le alleanza indiane subivano mutamenti, i francesi
avevano creato con le nazioni indiane del territorio rapporti di alleanza tramite doni e omaggi mentre i
britanicci non ritenevano indispensabile creare questo rapporto.
La guerra aperta sembrò essere l'unica soluzione possibile. Tra il 1763 e il 1765, circa 11 nazioni indiane
attaccarono i porti britanicci.
Il suo obiettivo era l'eliminazione della presenza europea e la fine della dipendenza indiana dalla tecnologia
occidentale.
Tale consenso fu comunque limitato dalla tradizionale disorganizzazione militare e politica e fin da subito le
alleanze indiane iniziarono a venir meno tra loro.
Quella che era cominciata come una grande guerra si trasformò dunque in una serie di piccoli focolai di
scontro non più collegati. Nel 1766, quando indiani e britannici si accordarono sulle condizioni della pace.

L'enorme sforzo finanziario e militare compiuto nel corso della Guerra dei Sette Anni (1754-1763)
aveva dato alla Gran Bretagna il dominio assoluto sull'intiero territorio nordamericano a est del
fiume Mississippi.A partire dal Regio Proclama 1763, i possedimenti britannici in Nord America vennero
riorganizzati in diciannove province o colonie.
Il Trattato di Parigi (1763) eliminò il comune nemico francese dal suolo nordamericano.
La riorganizzazione del sistema coloniale prese varie forme.
Venne confermata la subordinazione delle province al parlamento britannico, venne dato corso a tutto quel
corpo di leggi fino ad allora sostanzialmente inapplicate che regolamentavano le loro attività economiche e
politiche, e venne ribadito il principio che fossero le province a pagare per la propria amministrazione e la
propria difesa.
Si trattò di una politica condotta in modo contradditorio e discontinuo, ma che godette di un consenso
pressoché unanime fino allo scoppio della guerra. (indipendenza)

La nuova politica coloniale britannica si scontrò immediatamento con le aspettative dell'élite delle province.
Queste andavano in senso esattamente opposto
Stamp Act (22 marzo 1765), venne letto dagli oppositori americani nel contesto di una serie di nuovi
obblighi finanziari decisi dal parlamento britannico già all'indomani della Guerra dei Sette Anni.
Disordini di piazza o manifestazioni simboliche portarono da una parte alla convocazione unilaterale del
Congresso Continentale (17 giugno 1774), al quale parteciparono i rappresentanti di dodici colonie o
province su diciannove, e dall'altra al Quebec Act (1774), che riproponeva riformandole le grandi linee del
Regio Proclama di soltanto undici anni precedente.

La Guerra Civile Nordamericana fu voluta dall’elite, e i rivoluzionari americani riuscirono a prolungare a tal
punto la guerra da provocare tanto l'intervento francese e l'internazionalizzazione della guerra stessa,
quanto la rottura del fronte britannico, che, all'inizio favorevole alla guerra, perse progressivamente la sua
unanimità
e cedette di fronte alle sconfitte militari subite a partire dall'inizio del 1781.
La Guerra Civile Nordamericana terminò con il Trattato di Parigi-Versailles (3 settembre 1783) e
l'indipendenza di tredici delle diciannove province esistenti sul territorio nordamericano all'inizio delle
ostilità. Non tutte le province parteciparono con altrettanta convinzione alla rivoluzione, né i loro cittadini si
schierarono da una parte o dall'altra
I residenti di Terranova non subirono alcuna tentazione di combattere al fianco dei troppo lontani
rivoluzionari americani.
In Nova Scotia una concomitanza di fattori diede il sopravvento ai lealisti.
Non si verificò fu quell'intervento armato francese sul suolo quebecchese, avrebbe rafforzato troppo i
rivoluzionari americani, con pericolose conseguenze per il futuro dell'ordine internazionale.
Il Trattato di Parigi-Versailles (1783), oltre che agli Stati Uniti, fu favorevole alla Francia. Essa tenne
per sé Sainte-Lucie e Tobago, rientrò in possesso dei suoi ex possedimenti in India, del Senegal e
di Gorea in Africa, e mantenne il diritto di pesca nel Nord Atlantico.

Lo sviluppo della società quebecchese, una mescolanza apparentemente esplosiva di lingue e


religioni, leggi e culture, esigenze e aspettative, fu caratterizzata tra il 1760 e la fine del secolo da
una sostanziale tranquillità e dall'assenza di traumi profondi.
Per gli Stati Uniti la rivoluzione fu un processo lungo e sanguinoso. In Canada la rivoluzione
avvenne di colpo all'indomani della conquista di Montréal (1760), non fece alcuna vittima e non fu
che la conseguenza inattesa di una guerra perduta.
Tutti i canadesi, ricchi e poveri, cittadini e campagnoli si trovarono a doversi rivolgere a nuove autorità che
parlavano inglese e non francese e che non soltanto non riconoscevano l'autorità del papa quale capo
della chiesa, ma che anzi proibivano formalmente l'esistenza della chiesa cattolica sui loro territori.

La storia della provincia del Québec tra il 1760 e il 1791 fu sostanzialmente la storia di un secondo contatto
tra due etnie differenti, in questo caso gli anglofoni e i francofoni.
Tra i due contatti però vi fu una differenza sostanziale: la violenza fisica sugli individui giocò in questo
secondo contatto un ruolo di ben minore importanza.

Tre considerazioni vennero elaborate e attuate le grandi linee della politica britannica nella provincia del
Québec all'indomani della Conquista.
La prima era che il processo di assimilazione sarebbe comunque durato molto più a lungo del previsto.
l'immigrazione anglofona fu scarsa, e molto forte fu il senso di coesione che si mantenne nella
società francofona. Era quindi necessario il compromesso.
La seconda era che, nella prospettiva di una riorganizzazione del sistema coloniale britannico, era bene
non ripetere nel Québec gli errori già compiuti nelle antiche province americane, la cui insubordinazione
stava raggiungendo livelli di guardia.
La terza era che lo stile di vita della cosiddetta aristocrazia francocanadese era in linea con il loro modo.
Dopo la caduta di Montréal (1760), l'antica Nuova Francia fu soggetta a un regime militare.
Il governatore militare di Québec, James Murray, doveva governare la colonia francese sulla base degli
Articoli di Capitolazione firmati da entrambe le parti dopo la resa di Québec (18 settembre 1759) e
soprattutto dopo la caduta di Montréal (8 settembre 1760).
il mantenimento di tutte le loro proprietà, inclusi gli schiavi africani e indiani, non toccavano il regime
signorile, concedevano il libero esercizio della religione cattolica e la sostanziale conservazione della
struttura ecclesiastica.
Questa politica di moderazione, non fu una catastrofe per i residenti della zona e venne assimilata
seneramente.
Successivamente il parlamento britannico approvò il Regio Proclama (7 ottobre 1763), il cui scopo era il
graduale assorbimento della comunità francocanadese all'interno di una nuova provincia britannica sul
suolo nordamericano, ma anche questo non comportò enormi modifiche, una era nel campo del diritto
penale venne imposto alla provincia di abbandonare il sistema inquisitorio a favore del sistema accusatorio
in uso in Gran Bretagna e in tutte le sue colonie.

(1774). Il Quebec Act era l'ultima di quelle leggi con le quali il parlamento britannico tentava di
riorganizzare il proprio sistema coloniale.
Esso assicurò uno sviluppo ordinato della nuova provincia in un regime sostanzialmente ancorato a valori di
antico regime e consolidare un consenso più generale così le autorità britanniche evitarono il sorgere nel
Québec di problemi simili a quelli che caratterizzavano da una decina d'anni i rapporti tra il parlamento
britannico e le antiche province americane, il Quebec Act ribadì la necessità di limitare l'espansione verso
ovest.
Non godette di una unanimità di consensi.
Essa venne osteggiata non soltanto da coloro che nelle antiche province americane avrebbero poi
guidato la rivoluzione, ma anche da chi rappresentava le stesse esigenze all'interno del Québec, definiti
come "mercanti inglesi", che intendevano sfruttare appieno le possibilità di guadagno offerte tanto dalla
nuova provincia quanto nell’ovest.

La gerarchia cattolica canadese con grande abilità e fiuto fu fondamentale per un nuovo progetto politico
che unisse diverse esigenze e richieste che venivano dai diversi settori della popolazione francocanadese.
Godeva di rispetto tra le popolazione francofona, e la situazione non mutò neanche dopo la Conquista,
quando la chiesa rimase l'unica istituzione che sembrava parlare nell'interesse di tutti i francocanadesi.
Rafforzando se stessa, la chiesa sembrò in realtà rafforzare la sopravvivenza religiosa, linguistica e culturale
di tutta la popolazione.
La gerarchia cattolica del Québec si schierò a fianco dei britannici con sorprendente unanimità.
Inoltre, durante la Rivoluzione Francese (1789-1799) preti, suore e vescovi vennero imprigionati, esiliati o
giustiziati; le chiese, i conventi e le istituzioni religiose vennero violate, espropriate o chiuse; benefici e
decime non contribuirono più al sostentamento della chiesa, l'abito ecclesiastico venne proibito.
La Francia era diventata il regno dell'anticristo ateo e sanguinario, mentre era la moderata Gran Bretagna a
garantire ai canadiens il pieno esercizio della loro religione in un contesto pacifico e ordinato.
L rapporto tra il nuovo ceto superiore di origine britannica , fatto soprattutto di militari e di funzionari della
corona, e la gerarchia cattolica, che si faceva portavoce dell'intera comunità francocanadese, nato da
immediate necessità contingenti di compromesso, divenne ben presto un'alleanza politica tra due entità
autonome

Ma l'ordinato e lento sviluppo del Nord America Britannico venne sconvolto da un improvviso e
inaspettato afflusso di immigrati, a causa della guerra civile nordamericana 1775-1783
Furono circa 40.000 i lealisti che si rifugiarono nel Québec e nella Nova Scotia.
L'enorme numero di lealisti che arrivò nella Nova Scotia e vi si fermò cambiò il volto della Provincia, insieme
a loro anche schiavi africani ora liberi che avevano sostenuto l’impero britannico anche se, ci sempre
discriminazione e segregazione per loro.

La politica di accomodamento con i francocanadesi, che aveva trovato la sua massima espressione nel
Quebec Act (1774), non rendeva possibile l'inserimento subitaneo in mezzo a loro di migliaia di nuovi
arrivati. Questi infatti si aspettavano di godere di tutti i privilegi di leali sudditi britannici, non di adattarsi ad
antiche regole di convivenza politica e sociale fatte per i sudditi del re di Francia.
La scelta del governatore della Provincia del Québec, hamiland fu di trovare nuove terre per i lealisti, ma
anche sovvenzionarli, nutrirli e approvvigionarli per diversi anni prima che questi si rendessero
autosufficienti, questo significava spingersi verso ovest. Così gli europei fecero un altro lungo passo verso
l'ovest, gli indiani perdevano un altra fetta delle loro terre originarie.

A causa della loro posizione geografica, gli Iroquois subirono in modo particolarmente grave la violenza
della guerra.
La campagna che il Congresso autorizzò nel 1779 ebbe tutte le caratteristiche delle guerre di
sterminio condotte da quello stesso governo nella prima metà del secolo successivo, e contribuì a
convincere il resto degli Iroquois dell'opportunità di schierarsi con i britannici.
Il Trattato di Parigi- Versailles (1783) tracciò il definitivo confine tra Nord America Britannico e Stati Uniti,
trasferendo sotto la sovranità statunitense tutte le terre indiane fino al fiume Mississippi, includendovi le
terre iroquois dello stato di New York.

Nel 1784, persi gli Stati Uniti, il parlamento britannico provò nuovamente a riorganizzare le sue colonie
nordamericane.
Il Constitutional Act (1791) portò con sé cambiamenti di più ampia portata.
La provincia del Québec venne separata in due parti, una fondamentalmente francofona detta Basso
Canada, e una popolata quasi esclusivamente di lealisti, detta Alto Canada.
La creazione di un parlamento provinciale consentì ai residenti di decidere del proprio regime fiscale.

Il Constitutional Act e l'Act of Union rappresentano due momenti molto importanti sulla strada della
costruzione dell'identità del Basso Canada e dell'Alto Canada
Il processo di unione canadese fu dettata per lo più da una ricerca di equilibrio e di compromesso di varie
esigenze.
Il fenomeno dell'aumento della popolazione fu senz'altro l'elemento che più segnò lo sviluppo della società
di origine europea e africana in Nord America nel secolo XIX.
Gli Stati Uniti passarono da 3.900.000 a 17.100.000 in cinquant'anni (1790-1840) mentre il Nord America
Britannico aumentò di oltre sei volte e mezzo, passando da 254.000 (1791) a 1.694.000 (c.1841).
Del fenomeno migratorio deve tenere conto di due elementi: il richiamo esercitato dal paese d'accoglienza
e la spinta ad abbandonare il paese d'origine.
Fino al 1791, buona parte dell'immigrazione nel Nord America Britannico era di provenienza statunitense e
aveva avuto nell'esodo dei rifugiati lealisti la sua punta massima che proseguì fino allo scoppio della Guerra
del 1812 (1812-1815) tra Stati Uniti e Gran Bretagna e si diresse soprattutto verso il Basso Canada e l'Alto
Canada, tutti gli altri immigrati arrivarono dalle Isole Britanniche.
Nella prima parte del 19° secolo sicuramente la qualità di vita dei ceti inferiori nelle isole britanniche era
peggiorata, aumento della popolazione, rivoluzione industriale, e cambio lavoro spinsero alla migrazione.
O era il governo che sollecitava le partenze così da risolvere i problemi interni, o erano imprenditori privati
ad incitare a lasciare la terra.
I francocanadesi della prima metà del secolo XIX si mossero contemporaneamente in tre direzioni.
In primo luogo, essi occuparono rapidamente gli spazi a loro disposizione dando vita a un grande
numero di agglomerati urbani che sostituirono definitivamente l’antica organizzazione spaziale del
territorio per parrocchie e signorie.
In secondo luogo, i francocanadesi si mossero dalle campagne verso le due grandi città, Québec e Montréal,
Montréal diventò a partire dall’inizio degli anni 1830, il vero polo dello sviluppo economico dell’asse
laurenziano con una diversificazione della sua attività.
Nel 1810 le pellicce non rappresentavano più del 10 per cento di ciò che usciva dal Basso mentre quello
stesso anno i prodotti legati al legno avevano già raggiunto il 75 per cento.
In realtà, per tutta la prima metà del secolo XIX, il Basso Canada importò (soprattutto dalla Gran Betagna)
ben più di quanto esportò in ogni categoria di prodotti.
In generale, la produzione agricola continò ad aumentare per tutto la prima metà del secolo
contemporaneamente all’incremento della manodopera occupata, alla buona qualità delle nuove terre e al
miglioramento dei metodi di lavoro. Si affiancavano sia l’allevamento di bestiame che la produzione
dell’industria, tanto urbana quanto rurale.

Il conflitto politico, nel Basso Canada e nell'Alto Canada della fine degli anni 1830, si manifestò con la
nascita di veri e propri partiti di opposizione che reclamavano una maggiore rappresentanza nell'ambito
degli organismi di governo provinciale.
Nel Basso Canada l'opposizione si aggregò intorno al Parti Canadien, un gruppo politico nato all'inizio del
secolo XIX di matrice soprattutto francofona, riuscì a raccogliere consenso anche tra gruppi etnici non
francofoni, quali gli irlandesi o gli inglesi, e a porsi come alternativa politica generale al ceto dirigente della
provincia.
Un processo simile ebbe luogo nell'Alto Canada, i reformers reclamavano democrazia ma non riuscirono ad
ottenere successo.
Questa vita politica di Basso Canada e Alto Canada, precipitò in manifestazioni dichiaratamente
insurrezionali, che furono in seguito note come le Ribellioni del 1837-1838.
Le Ribellioni del 1837-1838, furono due catene di eventi separati che si svolsero in province diverse ed
ebbero tre soli elementi unificanti.
Il primo fu l’ordine di grandezza, tutto sommato minore, degli episodi di violenza che vi ebbero luogo in
europa.
Il secondo elemento unificante fu l'opposizione allo status quo rappresentato dal governo britannico e
dall'autorità provinciale.
Il terzo elemento unificante fu che in entrambi i casi soltanto un'eventuale annessione agli Stati Uniti,
conseguenza di un intervento militare di quel governo a fianco dei ribelli, avrebbe potuto incamminare le
due province sulla strada di un diverso sviluppo politico e istituzionale.
Il canada era già allora una società multietnica le componenti anglofone presentavano origini e
caratteristiche diverse tra loro, e la comunità francofona era culturalmente omogenea tanto dal punto di
vista linguistico quanto da quello religioso. Socialmente la varietà era maggiore.
Una regione è definita tale quando i suoi residenti si sentono appartenere ad essa, tale percezione è
comunque il necessario collante senza il quale nessuna comunanza di lingua, di religione, di patrimonio
culturale o di attività economica riesce a formare una vera e propria regione.

Un primo elemento di unità fu certamente rappresentato dal desiderio di continuare a godere i vantaggi del
rapporto economico con la Gran Bretagna e il suo impero.
il commercio estero venne semplificato e incentivato l'uso dei porti della corona da parte degli
imprenditori, delle navi e delle merci non appartenenti all'impero.

In tutte le province lo sviluppo politico-istituzionale attraverso la sedimentazione di regimi clientelari.


Attraverso i regimi clientelari i governatori cercavano di formare o guidare un'élite locale la quale
consentisse loro l'attuazione di un piano di sviluppo del territorio coerente con le istruzioni ricevute dal
governo britannico.
Le terre erano vendute o controllare dai membri dell’elite, quindi la provincia era controllata da stretta
cerchia di persone.
Le uniche manifestazioni a carattere rivoluzionario furono quelle espresse dalle Ribellioni del 1837-1838 nel
Basso Canada e nell'Alto Canada.
Tra il 1841 e il 1855 gran parte del potere esecutivo venne trasferito nelle colonie, rendendo tutti gli organi
di governo provinciali intieramente responsabili (almeno in teoria) verso gli elettori, e non più verso il
parlamento britannico.
La novità del governo responsabile stava nel fatto che, l’insieme degli organi di governo della provincia
diventava "responsabile" non più verso il parlamento britannico, ma verso i rappresentanti eletti dai
residenti della regione in cui il governo stesso esercitava il suo mandato.
Il governo diventava dunque l'espressione della maggioranza del parlamento provinciale.
Il parlamento britannico approvò l’Act of Union (1841) messo in pratica nel 1848, riunì Basso Canada e Alto
Canada, creò un unico parlamento provinciale in cui le due parti , detti Canada Est (già Basso Canada) e
Canada Ovest (Alto Canada), avessero uguale rappresentanza, e lasciò nelle mani del governatore la
nomina del consiglio legislativo e del consiglio esecutivo.
In realtà, l'Act of Union rappresentò un ritorno al passato, perché innovò soltanto laddove limitava i
privilegi fino ad allora goduti dai francocanadesi all'interno della loro provincia.
Per di più, impose l'uso esclusivo dell'inglese quale lingua ufficiale della nuova provincia e sospese le
istituzioni francocanadesi in materia di educazione e di diritto civile. Ma non fu un punto di rottura, ma anzi
un nuovo punto di equilibro e compromesso.
il progressivo allargamento del diritto di voto condusse a una più ampia partecipazione al processo politico.
Ciò portò a una diminuzione dell'uso della partecipazione alla vita della chiesa come unico veicolo di
espressione politica.
Nella prima metà del secolo XIX aveva diritto di voto solo i maschi bianchi europei in posseso di qualche
terreno.
Il resto della popolazione faceva sentire la propria voce tramite petizioni o manifestazioni di piazza.

Gli unici che godevano di completa libertà di espressione religiosa erano gli abitanti del Basso Canada.
Nelle altre province, al contrario, i cattolici immigrati dopo la Conquista (1760), soprattutto irlandesi e
scozzesi, erano ancora soggetti alle penal laws.
Tutti i cattolici del Nord America Britannico erano formalmente sottoposti alla giurisdizione del vescovo di
Québec. La loro organizzazione, concepita per un'unico gruppo etnico di origine francese, non rispondeva
però alla nuova realtà multietnica posteriore alla Conquista.
La religione fu invece per le popolazioni delle province del Nord America Britannico un elemento di unità e
non di dispersione.
Tutte le chiese erano influenzate da tre elementi.
Il primo fu il razionalismo e il pragmatismo di derivazione illuministica, tendente a sottolineare gli elementi
comuni alle varie religioni piuttosto che le loro differenze.
Il secondo elemento fu il revivalismo evangelico, che al contrario metteva l'accento sull'esperienza
individuale del credente e sul risveglio spirituale della comunità inter.
Il terzo fu l'esigenza di tranquillità e di conservazione dopo la guerra civile e la riv. francese.
Tutte le chiese erano conservatrici e cervano di mantenere l’ordine gerarchico sociale e politico.
A livello ideologico, predicavano una riforma morale dell'individuo secondo valori di industria, lavoro,
perseveranza, frugalità, risparmio, diligenza, disciplina e rispetto
L’applicazione delle nuove tecnologie alla rete dei trasporti indubbiamente facilitò la comunicazione
interprovinciale e fornì un importante elemento di unità al Nord America Britannico.

L'antiamericanismo aveva radici lontane che risalivano agli anni immediatamente posteriori alla Conquista.
La storia dei rapporti tra Stati Uniti e Canada non mostra alcun tentativo di una parte del Canada di
trasformarsi in stato americano, né vi fu alcuna repressione violenta da parte di autorità che impedirono
tali supposti tentativi.
Nel Nord America Britannico le radici dell’antiamericanismo risiedettero soprattutto nel desiderio di
mantenere lo status quo, oltre che nell'origine britannica di tanti immigrati.

Fin dai tempi del regime francese, sia Terranova che Rupert's Land erano considerate non colonie di
popolamento, ma delle vere e proprie miniere da cui andava estratto l'oro locale, vale a dire il pesce nella
prima e le pellicce nella seconda.
Nella prima metà del secolo 19° ebbe luogo nell'ovest e sulla costa pacifica il contatto tra europei e indiani,
il quale ripropose la meccanica del primo contatto che aveva caratterizzato buona parte della storia della
Nuova Francia. Il punto d'incontro tra europei e indiani era ancora una volta il commercio delle pellicce . Gli
europei, rappresentati soprattutto dallo scarso personale della Hudson's Bay Company, rispondevano a
esigenze di carattere esclusivamente commerciale.
L'incontro ormai secolare tra indiani ed europei aveva prodotto nell'ovest la nascita di un'etnia métis.
Essa aveva avuto origine nella regione dei Grandi Laghi e si era successivamente concentrata soprattutto
nella regione meridionale dell'odierna provincia del Manitoba.
Le unioni tra i voyageurs e le donne indiane avevano avuto risultati positivi per entrambe le parti, sia sul
piano affettivo e sentimentale che sul piano della comprensione fra le culture che i partner
rappresentavano.
I métis, insomma, erano esistiti fin da quando i primi europei avevano messo piede sul suolo
nordamericano. La novità dell'inizio del secolo XIX è che ora essi cominciarono a vivere insieme e a
sviluppare un senso di identità etnica che ne faceva una comunità distinta da qualsiasi altra.
Finché la storia dell'ovest fu legata alla tratta la comunità métis non venne emarginata, ma anzi fu
avvantaggiata dal suo ruolo di mediatrice tra le culture di origine indiana ed europea.
La sua marginalizzazione non avvenne che più tardi, in concomitanza con il declino della tratta e il
popolamento del territorio da parte nei nuovi arrivati di origine europea.

Non era intenzione della Hudson's Bay Company dare vita a colonie di popolamento.
Infatti, il vero problema incontrato dalla Hudson's Bay Company sulla costa dell'Oceano Pacifico era
rappresentato non dalle nazioni indiane, ma dalla presenza di esponenti di altre nazioni europee e
soprattutto dalla concorrenza dei commercianti di pellicce russi e statunitensi.
Gli spagnoli si erano mossi verso nord per contrastare le attività condotte dalla Russia a partire dalla Siberia,
attività di caccia di mammiferi marini.
La compresenza di russi, americani, spagnoli e britannici in una regione densamente popolata da nazioni
indiane, che avevano tra loro ben poco in comune, portò negli anni successivi a una situazione di generale
confusione e conflitto dalla quale nel 1841 uscì vittoriosa la Hudson's Bay Company.

Migrazioni e popolazione, 1841-1871


La punta più elevata fu quella del 1847 (106.680), l’anno della maggiore migrazione irlandese causata dalle
conseguenze della Grande Carestia del 1845.
Il flusso migratorio relativo al periodo qui preso in esame era in buona parte rappresentato da irlandesi, per
il quali il Nord America Britannico rappresentava una delle due possibili destinazioni nordamericane.
L’altra erano gli Stati Uniti.
Le province nordamericane cominciarono ufficialmente nel 1851 a censire la loro popolazione, ma in modo
sporadico e a partire da esigenze locali-
Il secondo problema è che in questo periodo alle migrazioni verso il Nord America Britannico si aggiunsero,
in misura notevole, le migrazioni interne (cioè tra una provincia e l’altra), i flussi dal Nord America
Britannico verso gli Stati Uniti, e la non quantificabile migrazione di ritorno dal Nord America Britannico
verso l’Europa.

Québec era il porto d’arrivo di buona parte degli emigranti, ma pochi fecero del Canada Est la loro
destinazione finale. Le risorse agricole locali e le industrie estrattive (legname e miniere) non erano in grado
di sostenere la presenza di tutti i nuovi arrivati.
Nel fenomeno delle migrazioni interne al Nord America Britannico rientra anche la corsa all’oro degli ann i
1858-1866 sulle terre della New Caledonia.
Ma nel 1858 cominciò a circolare la voce che era stato trovato dell’oro nelle sabbie dei fiumi Fraser e
Thompson. In quegli anni sembrava fosse diventato possibile arricchirsi nello spazio di un mattino. Alla
grande corsa all’oro della California (1846-1849) era immediatamente seguita quella dell’Australia (1851).
D’accordo con la Hudson’s Bay Company, il governo britannico tentò di controllare l’inatteso afflusso di
cercatori d’oro e di tutti coloro che speravano di approfittare della nuova prosperità della regione creando,
in tempi rapidissimi, la British Columbia (1858), che divenne così la settima provincia del Nord America
Britannico.

Non ci fu nessuna un’inondazione umana, il rapporto tra la piccola densità di popolazione e vastità di
territorio.

l’abolizione, rispettivamente nel 1846 e nel 1849, delle Corn Laws e dei Navigation Acts tolse al sistema ciò
che restava del quadro giuridico iniziale.
Quell’impero che aveva dato loro stabilità, protezione e sicurezza stava finendo senza che essi avessero la
possibilità di intervenire. Nessun "coloniale" sapeva in che modo il nuovo sistema economico avrebbe agito
sulla sua azienda e sul suo lavoro, sulla sua casa e sulla sua famiglia.
L’assenza di tariffe protettive e l’avvento della competizione selvaggia avrebbe potuto rapidamente mutare
il quadro generale dal quale le province atlantiche avevano fino ad allora tratto vantaggio.
La fine progressiva del sistema delle tariffe diminuì le entrate fiscali dei governi locali, con il conseguente
impoverimento di tutti coloro che dipendevano, totalmente o parzialmente, dai pagamenti della corona.
L’arrivo dei tanti emigranti irlandesi non contribuì a migliorare la già difficile situazione.
Il Trattato di Reciprocità fu firmato il 6 giugno 1854 e restò in vigore fino al 1866.
Non si trattò di un accordo di libero scambio assoluto.
Esso rimosse qualsiasi impedimento al libero scambio di molte materie prime disponibili in entrambe le
parti e che riguardavano l’estrazione mineraria, la pesca, l’industria del legname e l’agricoltura.
L’accordo non si applicò invece ai prodotti lavorati, per i quali continuavano a essere in vigore restrizioni,
impedimenti e tariffe.
Il volume di affari tra gli Stati Uniti e il Nord America Britannico certamente aumentò, così come aumentò la
diversificazione delle attività e delle produzioni delle diverse province.
Ma si trattava di un processo già in corso da tempo e che sarebbe comunque proseguito. Il trattato
contribuì fortemente a orientare gli imprenditori e gli uomini politici del Nord America Britannico, e
soprattutto quelli della Provincia del Canada, verso il continente piuttosto che verso l’Europa.

L’invenzione del telegrafo nel 1837 trovò la sua prima applicazione negli Stati Uniti sulla linea Baltimora-
Washington nel 1844.
La rapidità nella comunicazione delle notizie ebbe notevoli effetti sul mondo degli affari, ma soprattutto
sulla pianificazione delle operazioni militari, come dimostrarono di lì a poco la Guerra Civile americana
(1861-1865). Ma ciò che davvero mutò nel quadro generale fu il peso crescente assunto dalla ferrovia.
Negli anni 1850 la favorevole congiuntura dell’economia internazionale consentì finalmente lo sviluppo
della rete ferroviaria. Era stato soprattutto l’appoggio dei governi provinciali, a loro volta sostenuti dal
governo imperiale, a consentire tale sviluppo.

l’organizzazione del lavoro determinata dall’industrializzazione.


La ferrovia e l’industria si presentarono sulla scena del mondo occidentale soprattutto a partire dagli anni
1840, e proprio le ferrovie diventarono presto le più grandi industrie del Nord America Britannico.
Prima di allora l’unica attività che poteva definirsi industriale su larga scala era quella dei cantieri navali di
Québec e di Saint John e le manifatture artigianali.
Montréal fu il centro urbano che si avviò più rapidamente sulla via dell’industrializzazione.
La nuova organizzazione del lavoro portò con sé cambiamenti evidenti nella vita sociale.
I luoghi di lavoro si allontanarono progressivamente dal centro città e dalle abitazioni dei lavoratori
Le mansioni di base del processo produttivo industriale potevano essere svolte da tutti, uomini e donne,
bambini e anziani, senza alcuna preparazione o conoscenza particolare.
Progressivamente il "padrone" dell’azienda NON ERA PIU’ il suo dirigente e il suo finanziatore.
I quadri dirigenti tecnici erano sempre più dei semplici impiegati dell’azienda, anche se ad alto livello,
mentre il controllo strategico sulle scelte dell’azienda, alla quale era riconosciuta una personalità giuridica,
veniva preso all’interno di un consiglio di amministrazione.
Su Terranova l’economia dell’isola, orientata esclusivamente sull’oceano, non subì alcun tipo di
industrializzazione, e, in presenza di un'agricoltura sempre insufficiente, le relazioni sociali restarono più o
meno quelle dei decenni precedenti.
Per quanto riguarda l'ovest, non vi fu un'espansione uniforme in direzione est-ovest,
Red River e la regione dell'Isola di Vancouver e della British Columbia, si svilupparono indipendentemente
l'uno dall'altro e non ebbero che una remota relazione con il procedere del movimento migratorio.
In secondo luogo, che tale sviluppo avvenne in sostanziale assenza di conflitto con gli indiani.
L'aumento della popolazione e la diversificazione dell'economia furono dunque fenomeni rispetto ai quali
gli abitanti del Nord America Britannico della metà del secolo XIX reagirono in modo diverso, mostrando
capacità di adattamento e spirito di iniziativa, o alternativamente rigidità e pigrizia mentale.
Un'esigenza che fu in primo luogo del governo imperiale britannico fu quella della riorganizzazione
complessiva dell'amministrazione dello stato.
Thomson e il Consiglio Speciale diedero inizio a una serie di importanti riforme nel campo della proprietà
terriera e del sistema bancario, della giustizia e dell'ordinamento locale, della sanità e dell'assistenza,
dell'istruzione e dell'ordine pubblico, dell'immigrazione e del servizio postale. Attuale canada.
Riduzione generalizzata del diritto di voto.
Tra il 1834 e il 1875 tale diritto venne ufficialmente tolto per legge alle donne e a certi gruppi etnici
facilmente identificabili.
A partire dal 1834, quando la schiavitù venne abolita nell’impero britannico, la comunità di origine africana
godette invece degli stessi diritti di voto della comunità di origine europea.

L’applicazione del principio del governo responsabile a tutte le province del Nord America Britannico
avvenne tra il 1848 e il 1855, contemporaneamente alla nascita dei partiti politici, e quindi di quella
disciplina di partito che impegnava i singoli parlamentari in prima istanza verso il leader del proprio partito
e soltanto in seconda istanza verso gli elettori
Grazie dunque al maggior intervento dello stato nella vita pubblica, alla riforma dell'amministrazione, alla
limitazione del diritto di voto e alle accresciute responsabilità del potere esecutivo locale, i tre decenni
centrali del secolo XIX consegnarono nelle mani delle élite provinciali un enorme potere, del quale esse non
avevano fino ad allora mai goduto.

In un regime di governo responsabile, il governatore non aveva altra scelta che quella di chiedere al leader
del partito che aveva vinto le elezioni di formare il nuovo governo scegliendosi
personalmente i ministri.
Si tratta del sistema di governo cosiddetto "britannico", ancora in vigore tanto in Gran Bretagna quanto in
Canada, il quale raggiunge il suo massimo livello di funzionalità quando vi siano soltanto due partiti a
contendersi il potere.
Formalmente anche la Provincia del Canada obbediva alle stesse regole.
Il suo caso fu però diverso dagli altri.
In primo luogo perché l’unificazione di Basso Canada e Alto Canada in un’unica provincia era stata
concepita
soprattutto per consentire la più rapida assimilazione della comunità francocanadese nella speranza di
evitare il ripetersi delle Ribellioni del 1837-1838 .
In secondo luogo perché le sue vicende ebbero implicazioni fondamentali anche per le altre province.

L’Act of Union (1841), il quale, ispirato da Lord Durham e da Thomson, si era dunque caratterizzato
soprattutto per il suo contenuto marcatamente antifrancocanadese.
Ma fu lo stesso Lord Sydenham si vide costretto a riconoscere la profonda differenza tra Canada Est e
Canada Ovest e a inaugurare la forma di governo della nuova provincia nominando non uno, ma due primi
ministri,
raddoppiando tutte le nomine degli alti funzionari della nuova provincia.
Fino al 1868 i suoi successori continuarono questa politica del doppio binario.
Insomma, il motivo ispiratore dell’Act of Union venne immediatamente contraddetto dall’implicito
riconoscimento dell’impossibilità di risolvere con invenzioni legislative la "questione francocanadese".
Perfino la lingua francese venne reintrodotta a fianco dell’inglese come lingua ufficiale della Provincia del
Canada già a partire dal 1842.

Nel Canada Est la leadership veniva contesa da due partiti principali:


Partito rosso (parti rouge): liberale, anticlericale, democratico, annessionista
Parito blu (parti blue): conservatore, antiamericano, favorevole al governo britannico (lui domina la scena)
L’Act of Union non "risolse" la questione francocanadese come avrebbero voluto i suoi ideatori, ma fornì
comunque alle due parti un nuovo quadro complessivo di relativa stabilità.

A trovarsi nel pieno di una crisi politica e finanziaria era soprattutto la Provincia del Canada, che trovava
sempre più difficoltà a dotarsi di una guida unitaria.
Inoltre fin dal 1857 la provincia era precipitata in una gravissima crisi finanziaria dovuta al fatto che né le
compagnie ferroviarie né le municipalità erano più in grado di pagare gli interessi sui prestiti contratti,
prestiti che erano stati garantiti dalla provincia stessa.
Il secondo polo di instabilità, in questo caso più economica che politica, era rappresentato dalle province
marittime.
Il Nord America Britannico, negli anni della guerra civile americana, si vedeva minacciato dagli Stati Uniti
tanto da sud quanto da nord.
Tutto ciò accadeva proprio mentre il governo imperiale britannico, che già aveva limitato il suo impegno
diretto tanto con la fine del protezionismo quanto con la scelta del governo responsabile, ora mostrava di
volere sostanzialmente ridurre anche la propria presenza militare nel Nuovo Mondo.

Nel Nord America Britannico esistevano dunque alcune situazioni di crisi a carattere locale, e una situazione
internazionale di instabilità che era comune a buona parte della province.
Si trattava di un amalgama che si era già presentato altre volte.
Questa volta però esso condusse alla nascita della Confederazione canadese. Tre sono gli elementi notevoli
di tale processo: il primo è la sua rapidità, il secondo è il ridotto numero dei protagonisti, e il terzo è la
lunga durata del nuovo equilibrio continentale.

Per quanto riguarda la rapidità del processo di unificazione, esso ebbe luogo tra il 14 giugno 1864 e il 29
marzo 1867, cioè tra l’inizio operativo della cosiddetta Grande Coalizione nella Provincia del Canada e
l’assenso della regina Vittoria (1819-1901) al British North America Act.
Nella Grande Coalizione furono rappresentati tanto i conservatori quanto i riformisti, ma non i rouges.

1864 a Charlottetown ci fu la prima riunione tra i diversi stati del nord americana britannico, per discutere
del processo di unificazione e dei vantaggi economici e del progetto ferroviario continentale.
AI delegati della Provincia del Canada fu data la possibilità di rassicurare i convenuti sul fatto che nella
nuova unione ogni provincia avrebbe conservato la propria identità locale (incluso il parlamento).
Una seconda riunione, ad ottobre dello stesso anno a Quebec partecipò anche terranova.
Alla fine si scelse di modellare la nuova struttura, tanto a livello locale quanto a livello centrale, su quella
britannica, vale a dire con una camera bassa e una camera alta.
Per la Camera dei Comuni si optò per un principio vagamente proporzionale e il senato venne divisio in
sezioni.
Il numero ridotto dei delegati nutrì lo spirito di familiarità e di solidarietà dei presenti, molti dei quali non si
erano mai incontrati.
Per la british columbia e l’isola di vancouver, le Settantadue Risoluzioni prevedevano comunque in dovuta
considerazione la possibilità di una loro adesione futura.
Il nuovo equilibrio continentale suggellato dalla Confederazione del 1867 è durato almeno 113 anni, e nel
2017 ha festeggiato il suo centocinquantesimo anniversario; meno quindi del regime francese (152 anni),
ma più dell’intiero regime britannico.
Una volta ottenuta dunque l’approvazione dei parlamenti delle tre province interessate, il passo successivo
era l’approvazione di Londra
Le due province che sostituivano Canada Est e Canada Ovest furono chiamate Québec e Ontario. Il Nord
America Britannico diventò semplicemente Canada e alla dizione Regno o Viceregno del Canada
Come stabilito dalla riunione di Londra, pochi giorni dopo lo stesso parlamento approvò anche l’Imperial
Canada Railway Loan Act (12 aprile 1867), che garantiva il prestito che avrebbe reso possibile la costruzione
dell’Intercolonial Railway.
Il 1 luglio 1867 venne quindi ufficialmente proclamata la nascita del Dominion of Canada e quello stesso
giorno venne affidato a J.A. Macdonald l’incarico di formare il primo governo della Confederazione.

I 146 articoli del British North America Act non mutarono lo status coloniale del Canada nei confronti
dell’impero. Anche se il Dominion cominciò ad avere relazioni con i paesi esteri a partire dal Trattato di
Washington tra Gran Bretagna e Stati Uniti (8 maggio 1871).
La nuova legge non era infatti una vera e propria "costituzione" ma una legge del parlamento britannico che
definiva il funzionamento di una sua colonia e i limiti della sua nuova capacità di autogoverno.
Il British North America Act poteva dunque essere modificato non dal parlamento federale canadese, ma
soltanto dalla Camera dei Comuni britannica.
La nuova legge innovò i rapporti tra le province laddove definì il potere della nuova entità federale, e,
all’interno di queste ultime, i poteri delle municipalità.
Al governo federale fu attribuito il compito di vigilare sulla "pace, l’ordine e il buon governo" attribuita la
responsabilità della macroeconomia (banche, moneta, importazione ed esportazione), del diritto penale,
del divorzio, delle comunicazioni, della burocrazia e dei rapporti con gli indiani, mentre per quanto
riguardava l’immigrazione, la navigazione, la pesca, e l’agricoltura esso avrebbe agito di concerto con le
province.
Ancora al governo federale furono attribuiti i "poteri originari", cioè la giurisdizione.
Il British North America Act garantiva altresì i diritti della popolazione anglofona e francofona , stabilendo
che lo status quo delle scuole confessionali, atti scritti in entrambe le lingue.

Per quanto riguarda la catena gerarchica del potere federale, questa venne modellata in tutto sul sistema
britannico. Al livello più alto vi era la figura del governatore generale, che agiva autonomamente potere
esec.
Nella sostanza il British North America Act (1867) non si discostò dalla Settantadue Risoluzioni di Québec
(1864). Ma la natura compromissoria dell’accordo di unificazione fece sì che le parti interpretarono lo
stesso in modo diverso e a volte antitetico.
Al governo federale erano stati attribuiti tutti i poteri originari, nonché la possibilità di intervenire
comunque negli affari delle province in caso di necessità. Aspetta a lui l’ultima parola.

Nessuna provincia atlantica fu immune dal "fazionalismo" (factionalism), parola di origine irlandese che sta
a indicare un atteggiamento partigiano, settario e intollerante di un gruppo verso un altro che si basi su
motivazioni di carattere soprattutto etnico, religioso e politico.

Nel mantenimento dell’ordine e del consenso sociale e della sostanziale unità del popolo fondamentale
furono il ruolo della scuola resa obbligatoria, e quello della chiesa.
Nel secolo XIX si era però ormai compiuta, nei fatti se non nella forma (eccetto che per la Chiesa
d’Inghilterra), la separazione tra chiesa e stato. Ciò significava che nessuna chiesa poteva utilizzare le armi
dello stato, o lo stato gli strumenti della chiesa.
In Nord America la tendenza all’intolleranza di parte cattolica è chiaramente visibile nel cosiddetto
"ultramontanismo", promosso nel Québec e negli Stati Uniti soprattutto dal clero francofono proveniente
tanto dal Canada Est quanto dalla Francia stessa.
La chiesa cattolica venne sempre più percepita e si riconobbe essa stessa come la chiesa nazionale della
comunità francocanadese dentro e fuori il Canada Est.
Nel panorama complessivo del Nord America Britannico, la chiesa cattolica del Canada Est fu il terzo
fondamentale gruppo, insieme al governo imperiale e alle élite provinciali, che riuscì a esprimere un
progetto organico di gestione del potere.
Fu il periodo successivo alla Confederazione (1867) a testimoniare del vero e proprio trionfo della gerarchia
cattolica nel Québec, ed era anche l’unica via per esprimere il senso di identità collettiva tra i francofoni.
Fu così che, nonostante le apparenze, gerarchia cattolica e autorità britanniche si trovarono uniti nel
perseguimento di un progetto politico che si basava sull’ordine, la stabilità, e il mantenimento dello status
quo.
Musica, ballo e teatro (francofoni testi teologici, educatrici e spirito nazionale)

Il 20 ottobre 1864 a St. Albans, una cittadina del Vermont a poche miglia dalla frontiera canadese venne
messa a ferro e fuoco da parte di razziatori.
L'opinione pubblica americana reagì violentemente, anche perché i confederati avevano usato il Canada
come base di partenza e vi avevano poi cercato rifugio.
Il raid su St. Albans era un caso non isolato che si iscriveva nel quadro di una tensione sempre più grave tra
Unione e Gran Bretagna nel corso della Guerra Civile.
Già alla fine del 1861 una nave da guerra unionista aveva fermato in alto mare il postale britannico Trent e
prelevato due rappresentanti confederati che si trovavano a bordo. E nonostante Washington avesse
ceduto alle proteste britanniche rilasciando i due uomini, Londra aveva inviato in Nord America un rinforzo
di 11.000 soldati.
Ad aumentare la tensione, navi corsare confederate costruite nei cantieri britannici, quali la Alabama, la
Florida, e la Shenandoah sparsero il terrore tra il naviglio mercantile nordista provocando perdite per
milioni di dollari. Il contenzioso era dunque aperto tra Washington e Londra e il Canada doveva in qualche
modo pagarne le spese.

La Fenian Brotherhood, decisa a lottare per l'indipendenza dell'Irlanda dall'odiato dominio britannico (vedi
cap. 9), voleva colpire la Gran Bretagna attaccando il Canada.
L’invasione feniana vicino niagara riucì ad unire il popolo canadese per difendere i propri confini.
La nascita della Confederazione non assicurava il destino del paese.
Nel 1867 il Dominion comprendeva solo quattro province: Nova Scotia, New Brunswick, Québec e Ontario.
Londra, in realtà, si voleva accelerare al massimo il processo di disimpegno dal Nord America e al contempo
assicurare che il nuovo stato potesse vivere in armonia con il potente vicino del sud.
Fu così che si giunse al Trattato di Washington (8 maggio 1871) che affrontò il contenzioso rimasto aperto
dai tempi della Guerra Civile, a cui si aggiungevano questioni interne al rapporto tra Canada e Stati Uniti
come la navigazione sul San Lorenzo, la definizione della frontiera della British Columbia nello Stretto di San
Juan de Fuca e i diritti di pesca nelle acque comuni tra i due paesi.
Il 1871 rappresenta una svolta fondamentale nei rapporti tra Stati Uniti e Canada.

Lo studioso inglese John A. Hobson nel suo saggio Imperialism, analizzò con chiarezza le motivazioni
economiche di questo nuovo spirito aggressivo.
A suo parere la rivoluzione industriale in Europa e negli Stati Uniti aveva raggiunto uno stadio che
richiedeva nuovi sbocchi per i prodotti finiti e gli investimenti di capitali e nuove fonti di materie prime . Si
era inoltre sviluppata una sorta di psicologia dell'imperialismo che poneva l'accento sulla superiorità di una
razza sulle altre e parlava della "missione" delle nazioni bianche.
Il Canada subì in pieno l'impatto di questo "nuovo imperialismo" che tendeva ad accentuare il ruolo
egemone della Gran Bretagna nel mondo. Inoltre, come parte dell'impero britannico, non poteva restare
indifferente di fronte ai pericoli che sembravano minacciare tale egemonia, infatti sul finire del 19 secolo il
dominio UK era minacciato dal crescente sviluppo di USA e DEU.
Tariffe protettive cominciarono a intaccare la supremazia britannica sui mercati mondiali basata sul libero
scambio.
La ricerca di nuovi mercati portò a una gara coloniale sempre più intensa.
In questo mutato clima internazionale i dominions assumevano un nuovo ruolo estremamente importante,
dato che tutte le risorse dell'Impero andavano chiamate a raccolta per fronteggiare i pericolosi concorrenti
europei.
Fu in questi anni che in Inghilterra si sviluppò un imperialismo liberale, un nuovo imperialismo che poneva
l'accento sulla superiorità razziale della nazione britannica (darwinismo sociale) e su quella sua missione
civilizzatrice.

La prima occasione di mettere alla prova il "legame imperiale" venne nell'estate del 1897 con il Giubileo di
Diamante della Regina Vittoria.
In una Conferenza Imperiale nella quale i premier dei dominions discussero con i leader britannici sullo
stato del mondo e sul futuro dell'Impero.
In sostanza, il Canada era pienamente soddisfatto delle relazioni esistenti tra il Regno Unito e le colonie
indipendenti e non vi era ragione di compiere passi affrettati per modificare lo status quo.
Guerra Anglo-Boera (1899-1902) fu l’occasione per mettere alla prova le relazioni tra UK e Canada.
Il sentimento imperialista toccava corde molto sensibili per i canadesi in un misto di emozioni e di
sentimenti che avevano una base concreta nel legame con la madrepatria e nell'orgoglio per la connessione
imperiale. Si deve ricordare che all'epoca circa il 60 per cento della popolazione del Dominion era di origine
britannica. Ciò non vuol dire, naturalmente, che vi fosse un'unanimità favorevole all’intervento canadese in
sud africa.
Chamberlain inviò ai governi delle colonie autonome una circolare nella quale si indicavano i modi
in cui i membri dell'impero avrebbero dovuto contribuire all'impresa africana
Laurier continuava a essere riluttante, anche perchè la questione africana stava provocando una spaccatura
all'interno del suo gabinetto, con i ministri francocanadesi che si opponevano drasticamente all'invio di un
contigente sotto qualunque forma.
Alla fine fu adottata una soluzione di compromesso. Sarebbe stata inviata una forza di 1.000 volontari
reclutata ed equipaggiata a spese del governo canadese; la Gran Bretagna avrebbe provveduto a tutte le
spese
L'insoddisfazione dei liberali francocanadesi fu profonda, il loro leader Bourassa si dimise per protesta.
La Guerra Anglo-Boera ravvivò dunque quel pericoloso dualismo tra Canada francese e Canada inglese che
esisteva sin dai tempi della Conquista e sarebbe riapparso con toni sempre più accesi a partire dal 1914.

4 maggio 1910 il Parlamento approvò un Naval Service Act che creava formalmente una marina canadese e
un Dipartimento della Marina. Inoltre la legge prevedeva che la nuova marina sarebbe stata controllata
interamente dal Canada.
il Canada era in guerra se l'Inghilterra lo era, ma ciò non comportava necessariamente un'attiva
partecipazione a tutte le sue guerre: in questo ambito la scelta sarebbe toccata al Parlamento.
In realtà la grande marina canadese immaginata da Laurier non fu mai costruita.
E proprio sulla questione navale il partito liberale subì una prima grave sconfitta.
In Québec anche una marina "nazionale" era vista come uno strumento dell'imperialismo britannico ed
inoltre nel 1911 un accordo di reciprocità doganale tra Canada e gli Stati Uniti il quale sarebbe divenuto il
partner economico privilegiato del Canada per il prossimo futuro provocò la caduta del governo Laurier.

Fattore razza, diversi correnti di pensiero nascevano in canada.


Il primo era la questione della razza nordica, il canada era definito il regno del nord, con clima freddo
questo avrebbe permesso solo alla razza anglossassone di sopravvivere in un clima così ostile.
Un’altre corrente era imperialista, rapporti diretti con la madrepatria, aver il priveligio di far parte del più
grande impero del mondo e di godere dei benifici.
Altre correnti erano antiimperialiste, il canada doveva essere una nazione indipendente, il governo di
ottawa doveva essere libero proprio come quello di londra.
Bourassa, leader francanadese invece faceva parte della corrente di nazionalismo bicultarale anglofono e
franfono, entrambe le razze potevano essere unite all’interno dello stato canadese.

Il 4 agosto 1914 la dichiarazione di guerra della Gran Bretagna contro la Germania poneva
automaticamente il Canada, come membro dell'Impero, in stato di guerra senza che vi fosse bisogno di una
delibera del Parlamento.
Nell'estate del 1914 il Canada non era pronto per la guerra: il suo esercito era troppo piccolo e troppo poco
addestrato e i piani per una rapida mobilitazione si dimostrarono ben presto inadeguati.
L'entusiasmo patriottico e, più prosaicamente, la forte disoccupazione seguita alla crisi economica
salvarono dunque la situazione. Già all'inizio di ottobre una forza di 31.200 uomini salpò da Québec alla
volta dell'Europa, il più grande contingente militare che avesse sino ad allora attraversato l'Atlantico.
Le truppe canadesi ebbero il loro battesimo del fuoco il 22 aprile 1915 alla seconda battaglia di Ypres,
quando i tedeschi lanciarono il loro primo attacco con i gas terrorizzando i reparti coloniali francesi schierati
sul fronte
L'Alto Commissario canadese a Londra George Perley (1857-1938) fu costretto a protestare presso il
governo inglese a causa dell’arroganza e la pretesa della madrepatria di utilizzare sangue canadese.

A Londra fu dunque approvata una mozione, stesa dallo stesso Borden e dall'influente leader politico
sudafricano Jan Smuts (1870-1950), che definiva le linee programmatiche per il dopoguerra.
Alla cessazione delle ostilità si sarebbe dovuta convocare una speciale conferenza imperiale che avrebbe
delineato una nuova forma di associazione basata sul pieno riconoscimento dell'autonomia dei dominions
come stati di un Commonwealth britannico e sul loro diritto di intervento nella definizione della politica
estera dell'impero.
Peraltro l'esperienza bellica servì a rafforzare il senso di appartenenza e l'orgoglio nazionale del Canada.
Il 14 aprile 1917, le truppe canadesi ottennero la grande vittoria di Vimy, che per moltì commentarono
come
il Canada divenne una nazione proprio su quel campo di battaglia, il lunedì di Pasqua del 1917.
Per loro la guerra terminò la mattina dell'11 novembre 1918 nella cittadina belga di Mons: il corpo di
spedizione aveva lasciato sul campo 60.661 morti.
La Prima Guerra Mondiale era costata molto al Canada in termini di perdite umane, ma il paese aveva
dovuto pagare anche un alto prezzo politico. La crisi della coscrizione obbligatoria del 1917 segnò infatti un
momento di durissimo scontro tra i partiti e soprattutto tra anglo e francocanadesi.
Passata infatti la stagione patriottica dell'agosto 1914 la tradizionale frattura tra Canada inglese e francese
era riemersa e si era anzi ulteriormente approfondita; alle accuse avanzate dagli anglocanadesi circa il fatto
che il Québec non facesse la sua parte nel conflitto, i francocanadesi replicavano ricordando antichi e
recenti episodi di discriminazione contro l'elemento francofono.
Il famigerato Regolamento 17, approvato nel 1912, che restringeva drasticamente l'insegnamento del
francese nelle scuole della provincia anche nelle zone densamente abitate da francofoni.
Il motivo dello scarso reclutamento franfono: la propaganda bellica era condotta soprattutto dalle élite
anglofone di Montréal e di Québec che aveva scarsi contatti con i francofoni, e il parlare solo inglese.

Borden all'indomani del suo discorso alla Camera avvicinò Laurier per proporgli un governo di coalizione,
Egli era infatti ben consapevole che appoggiare la coscrizione avrebbe significato il suo suicidio politico ed il
6 giugno del 1917 rifiutò l’offerta.
Alla fine non era solo il Québec a respingere la leva obbligatoria: specie nell'Ovest, i sindacati dell'industria
e gli agricoltori erano decisamente contrari.
Ma alla fine, Il Military Service Act fu presentato alla Camera nel giugno 1917 e dopo aspre discussioni
durate tutta l'estate fu approvato alla fine di agosto.
il leader conservatore presentò un nuovo ministero, detto Union Government, che includeva nove ministri
ex liberali e indisse per il successivo dicembre le elezioni generali e grazie ad una modifica di legge
elettorale vinse più seggi. Il tradizionale sistema bipartitico canadese usciva così momentaneamente
spezzato.
I dominions canadesi volevano ottennere una maggiore indipendenza da londra.
Nonostante la vittoria di principio, a Parigi i "coloniali" contarono ben poco
L'esperienza della Prima Guerra Mondiale segnò anche una tappa molto importante nei rapporti tra il
Canada e il suo grande vicino del sud: il 6 aprile 1917 per la prima volta Canada e Stati Uniti si trovarono
alleati in una causa comune.

La conferenza di pace aveva anche stabilito la creazione della Società delle Nazioni , che avrebbe dovuto
scongiuarare il ripetersi di altre guerre.
Il vero interesse del Canada rispetto alla Società delle Nazioni stava nella capacità di quest'ultima di
garantirgli lo status di nazione sovrana, mentre vi era scarsissima attenzione alla funzione del nuovo
organismo come mezzo di prevenzione della guerra.
Negli anni del 1920, si impose un nuovo tipo di nazionalismo, accompagnato da una corrente isolazionista ,
la quale attribuiva al vecchio continente europeo il massacro e il bagno di sangue della guerra, e che invece
il nuovo mondo avrebbe dovuto percorrere la strada verso progresso e civiltà.
il Canada era parte integrante dell'Impero, ma era anche una nazione nordamericana con le sue specificità
ed era fondamentale mantenere buone relazioni con gli Stati Uniti.
Durante tutta quella che è stata definita "l'età di Mackenzie King" (egli fu primo ministro sino al 1948 con la
sola eccezione degli anni 1930- 1935), il leader liberale mostrò senza ombra di dubbio che gli impegni
canadesi nel campo internazionale dovevano essere subordinati all'obiettivo primario di mantenere l'unità
interna del paese e dimostrarne efficacemente l'autonomia.
Chanak, l’impero teme un’offensiva turca in quel territorio e richiede lintervento delle proprie colonie, il
canada si rifiuta di inviare soldati.
L'incidente della nave canadese I'm Alone, che aveva a bordo liquori di contrabbando ed era stata colata a
picco dalla guardia costiera americana in acque internazionali a seguito di un'applicazione un po' troppo
zelante delle leggi proibizioniste del 1920.
Quando però il governo americano si rivolse all'ambasciata britannica, la risposta fu che ora esisteva una
legazione canadese che poteva occuparsi di tali questioni. Affondamento ingiustificato
Si trattava di piccoli ma significativi passi che servivano a mostrare al mondo un Canada che man mano
assumeva la fisionomia di nazione riconosciuta a tutti i livelli.
Successe che mentre accellerava l’idea di staccarsi dal dominio di londra, Mackenzie King fu sconfitto nelle
elezioni federali e dovette lasciare il posto al conservatore Richard B. Bennett uno strenuo difensore del
legame imperiale.
Ma le cose andarono diversamente, Bennet pur essendo difensore del legame imperiale, decise di seguire
l’idea che ormai da anni la politica canadase stava intraprendendo e la crisi di wstreet del 29 avvolarava
l’idea di un distacco da un impero ormai finito.
Fu così che, con il consenso dei canadesi e degli altri delegati alla Conferenza Imperiale, il Parlamento
Britannico approvò l'11 dicembre 1931 una legge, poi nota come Statuto di Westminster, secondo la quale
sei dominions, il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda, il Sud Africa, lo Stato Libero d'Irlanda e Terranova,
ottenevano la completa indipendenza legislativa, anche se poi spettava ai singoli paesi scegliere se e
quando applicare nei fatti il deliberato di Westminster.
Difatti Australia e Nuova Zelanda adottarono lo statuto soltanto rispettivamente nel 1942 e nel 1947. Per il
momento il Canada scelse una via di mezzo: in pratica il ministero degli Esteri britannico continuò a
rappresentare il Dominion in quasi tutte le nazioni del mondo e formalmente i canadesi rimasero cittadini
britannici fino all'approvazione della legge sulla cittadinanza nel 1946.
Manciura, giapponesi attaccano la regione cinese, il consiglio di ginevra non condanna i giapponesi.
La politica estera canadase si divide: chi pro sanzione come sostenavano gli americani chi contro sanzione.
Il giappone fu sanzionato e nel 1933 annunciò il suo ritiro dal Società delle Nazioni, cosa che avrebbe fatto
anche la germani nazista poco dopo.
Bennett continuava in ogni caso a centrare la sua attenzione sull'economia, in un periodo contrassegnato
dalla Grande Depressione (1929-1939), e prese dunque un'importante iniziativa cercando un nuovo
accordo commerciale con gli Stati Uniti.
L'accordo commerciale del 1935 tra McKing e Roosvelt, segnò un punto di svolta nella politica estera
canadese e diede inizio a un processo di avvicinamento con gli Stati Uniti che durò per lungo tempo; da
allora in poi il legame britannico sarebbe divenuto sempre meno importante mentre il Dominion si
spostava verso una prospettiva continentale.
Si creò una situazione decisamente paradossale, in canada si era prossimi alla elezioni proprio mentre
l’italia attacava l’etiopia.
Bennett e Skelton diedero istruzioni a Ferguson di astenersi dal votare sulla questione dell'aggressione
italiana contro l'Etiopia basandosi sul fatto che non si poteva anticipare la posizione che avrebbe preso il
nuovo Parlamento.
A Ginevra i rappresentanti canadesi furono costernati: agli occhi del mondo una loro astensione sarebbe
apparsa come un sostegno all'Italia e avrebbe significato una vera e propria rottura con la Gran Bretagna e
con i paesi del Commonwealth.
Alla fine Bennett diede il via libera autorizzando il capo della delegazione a votare assieme alla maggioranza
una mozione di condanna contro l'Italia. Poco dopo il Canada entrò a far parte del "Comitato dei Diciotto"
che avrebbe dovuto valutare l'applicazione delle eventuali sanzioni.
Alla fine le elezione le vinsero i liberali, Ferguson si dimise.
Riddel presa parola alla società delle nazioni, esprimendo le proprie idee riguardo la questione etiopica
senza consultare il governo di ottawa, il quale reagì spiegando la situazione per togliersi dall’imbarazzo.
In canada non tutti erano favorevoli al sanzionare l’italia, il quebec aveva una visione opposta e voleva il
ritiro del canada dalla società delle nazioni.
Nel luglio del 1936 scoppiò la Guerra Civile Spagnola (1936-1939) in seguito alla spedizione militare guidata
dal generale Francisco Franco contro il governo repubblicano. Franco fu aiutato apertamente da Hitler e
Mussolini, mentre Francia e Inghilterra adottarono una politica di non intervento.
Di fronte alla guerra ancora una volta il Canada si trovò diviso, ma alla fine Mackenzie King decise dunque di
seguire l'esempio della Gran Bretagna e nell'aprile 1937 presentò in Parlamento un Foreign Enlistment Bill
che vietava l'arruolamento di cittadini canadesi.
Nel suo incontro con Hitler, che ebbe luogo il 29 giugno 1937, Mackenzie King riferì effettivamente tale
messaggio, ma al contempo si lasciò sedurre dalla magnetica personalità del dittatore nazista che riuscì a
convincerlo delle proprie intenzioni pacifiche.
L’invasione della Cecoslovacchia, fece cambiar idea a King e pensò ad Hitler come un serio pericolo, ma
ovviamente agiva con cautela per evitare fratture politiche e di partito all’interno del suo stato.
Tra l’altro in Canada il regime nazista e la persecuzione ebraica non erano realmente percipiti come
pericolosi, e anche sul numero di profughi ebrei dall’europa, il canada fu quello che ne accolse di meno.
Dal 1936 era infatti stato lanciato un programma di graduale riarmo che venne accelerato dopo la crisi
dei Sudeti.
Inoltre nel 1938 il governo decise di raddoppiare il bilancio delle spese militari per il successivo biennio e al
contempo mise in atto una serie di misure per una più stretta collaborazione militare con la Gran Bretagna.
Il Canada si stava dunque attrezzando, pur lentamente e con riluttanza, per il futuro conflitto.
Il 1 settembre 1939 le truppe tedesche invasero la Polonia e il 3 settembre Francia e Inghilterra scesero in
guerra. La dichiarazione di guerra canadese arrivò una settimana dopo (10 settembre).
British Commonwealth Air Training Plan: il programma, che divenne operativo nell'aprile 1940, addestrò in
totale 130.000 aviatori, la metà canadesi, e diede un enorme impulso all'industria aeronautica e
all'economia in generale grazie ai due miliardi di dollari che vi furono investiti.
Nella primavera del 1940 l'attacco nazista sul fronte occidentale, culminato nella caduta della Francia nel
mese di giugno, trasformò radicalmente la natura della guerra. Da allora e per circa un anno la Gran
Bretagna restò sola, assieme ai suoi dominions, e il ruolo del canada cambiò.
Se si considera il contributo economico canadese alla guerra in termini di produzione di materiale bellico,
non vi è dubbio che esso sia stato sostanziale.
Tuttavia il Canada ebbe una notevole difficoltà a fare sentire la sua voce nei processi decisionali della
strategia alleata. Le truppe del Dominion impegnate sui vari teatri di guerra furono in generale sottoposti al
comando britannico, e gli ufficiali superiori canadesi non avevano voce in capitolo quando si trattava di
decidere il loro impiego.
La guerra servì senza dubbio a rendere più stretti i rapporti con gli Stati Uniti che già prima dello scoppio
delle ostilità avevano dichiarato la loro disponibilità a una difesa globale del continente nordamericano.
Mackenzie King e Roosevelt firmarono l'Accordo di Ogdensburg (18 agosto 1940), che istituiva un comitato
permanente per la difesa con lo scopo di discutere le questioni militari di comune interesse. I
n questo modo i due paesi si impegnavano a pianificare insieme la difesa del continente. Già nel 1938
Canada e Stati Uniti avevano cominciato a scambiarsi informazioni militari e nell'estate del 1940 la
posizione della Gran Bretagna era così precaria che di necessità il Canada doveva guardare altrove per
garantirsi la propria sicurezza.
Nel 1941, la Dichiarazione di Hyde Park, rappresentò una pietra miliare nei rapporti tra Canada e Stati Uniti
nel periodo bellico. L'accordo mirava a risolvere una serie di gravi problemi nati dal crescente aiuto
economico che il Canada stava dando alla madrepatria, sforzi più grandi di quanto potesse fare, quindi
l’accordo prevedeva che tanti prodotti finiti canadesi venissero acquistati dagli USA per far in modo di
rilanciare l’economia.
Manodopera bellica: Partito Liberale si era impegnato durante le elezioni provinciali nel Québec
dell'ottobre 1939 e nelle elezioni federali del marzo 1940 a non introdurre la coscrizione obbligatoria, allora
trovò la via della mediazione addestamento ma non invio di soldati oltremare, anche se alla fine visto le
sorti della guerra nel 41 decise di inviare 16k uomini in europa, nonostante temeva la frattura politica.

Il paese uscì dalla Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) grandemente rafforzato. La Grande Depressione
(1929-1939) era sfociata nella piena occupazione grazie all'enorme espansione dell'industria bellica.
Nonostante la cooperazione per distruggere il nemico nazista, nel continente nordamericano e anche in
canada si iniziava a vedere con preocuppazione l’occupazione sovietica in europa orientale, un sistema
sociale ed economico troppo diverso dal loro.
Igor Gouzenko (1919-1982), un impiegato in URSS, disertò portando con sé un'ingente quantità di
documenti segreti che a suo dire contenevano le prove di una vasta organizzazione spionistica sovietica in
Canada.
In totale dodici sospetti riportati nelle carte furono arrestati e portati di fronte a una Royal Commission che
confermò nel luglio 1946 l'esistenza della rete spionistica.
Cronologicamente l'Affare Gouzenko segnò l'apertura della Guerra Fredda (1945-1989).
Che l'anticomunismo non abbia mai raggiunto in Canada gli estremi del maccartismo è un fatto che non può
essere contestato. Piuttosto si dovrebbe valutare meglio se la collaborazione tra RCMP e FBI non abbia
portato a conseguenze non previste dal governo liberale in tema di violazione della privacy di singoli
cittadini. È ad esempio noto che molti intellettuali, sindacalisti e politici canadesi furono inclusi nella "lista
nera" dell'FBI e per alcuni anni non poterono attraversare il confine con gli Stati Uniti.
Il "maccartismo", inteso come una tecnica diffamatoria basata sulla cultura del sospetto, è presentato come
una violazione dei diritti dei cittadini
Il 1o gennaio 1947 entrava infatti in vigore il Canadian Citizenship Act in base al quale i canadesi non erano
più sudditi britannici, ma divenivano a pieno titolo cittadini del loro paese.
Il più importante risultato si ebbe però con la nascita della North Atlantic Treaty Organization (NATO), nella
quale i diplomatici canadesi svolsero un ruolo di rilievo.
1949, i negoziatori canadesi riuscirono a fare inserire nel trattato un articolo che obbligava i membri
dell'alleanza a cercare tra di loro una stretta cooperazione economica evitando guerre commerciali.
Attraverso la NATO il Canada aveva dunque voluto assumere il ruolo di cerniera tra Stati Uniti e Gran
Bretagna raggiungendo allo stesso tempo il risultato di stringere più saldi rapporti con i paesi dell'Europa
occidentale.
McKing successe Saint Laurent.
Nel 1949 in Cina il governo nazionalista cedeva definitivamente di fronte all'offensiva delle armate di Mao
Zedong (1893-1976) e si rifugiava nell'isola di Taiwan.
La "perdita" della Cina provocò un vero e proprio panico negli Stati Uniti e per molto tempo i maccartisti
cercarono capri espiatori in funzionari del Dipartimento
di Stato che avevano, a loro parere, provocato il disastro. Il Canada si trovò suo malgrado coinvolto nella
lotta contro il comunismo in Asia.
Il ministro degli esteri Person, compì la sua prima visita in Asia per partecipare alla conferenza dei ministri
degli esteri del Commonwealth che si teneva a Colombo, da qui ci fu la proposta del piano colombo, un
piano di investimenti in questi paesi asiatici per diminuire la povertà, considerata la base del comunismo.
Nel 1950, l'esercito nordcoreano varcò infatti la linea di demarcazione che divideva in Corea la zona di
occupazione sovietica da quella americana dando iniziò a un confronto politico e militare che ebbe
importanti conseguenze nell'intero teatro della Guerra Fredda.
Di per sé la Corea non era una questione cruciale, ma la minaccia andava affrontata per arrestare le tattiche
aggressive sovietiche che potevano svilupparsi anche in altre aree del mondo e soprattutto in Europa dove,
secondo Acheson, restava il pericolo più grave per la sopravvivenza del "mondo libero".
Pearson si convise di questa visione americana e decise di mandare truppe.
Durante questa esperienza le forze armate svilupparono un legame sempre più stretto con gli alleati
americani.
Alla fine di ottobre del 1950 ogni resistenza organizzata nordcoreana era in pratica cessata.
Il Canada aveva fatto la sua parte nella Guerra di Corea, ma aveva anche dimostrato di nutrire alcune
riserve sul modo in cui essa era stata condotta.
Due erano state le questioni maggiormente dibattute. Anzitutto a Ottawa si era notato come una guerra
nominalmente combattuta sotto l'egida dell'ONU fosse in realtà diretta da Washington: secondo i canadesi
da ciò era derivata una certa confusione tra gli scopi di guerra americani e quelli dell’ONU.
Dopo lo sbarco vittorioso di MacArthur a Inchon era apparso chiaro che gli Stati Uniti non intendevano
limitarsi a liberare la Corea del Sud ma volevano conquistare anche la parte settentrionale del paese,
ponendo così una. minaccia diretta al governo di Pechino.
Non privo di incomprensioni, il rapporto tra usa e canada procedeva, e il rafforzamento della cooperazione
tra le due nazioni per la difesa del continente e nel 1958 creò il comando NORAD (North American Air
Defence) che integrava i sistemi radar e le forze aeree americane e canadesi.
Nel 1956, a Budapest una sanguinosa rivolta popolare rovesciò il governo in carica, Mosca ordinò di
intervenire militarmente, molto scapparono ed il canada accolse migliaia di profughi.
Nel 1956 i drammatici eventi della Rivoluzione Ungherese s’intrecciarono con un'altra gravissima crisi
internazionale che questa volta vide in prima linea la diplomazia canadese: la questione del Canale di Suez.

In Egitto nel 1952 il corrotto regime monarchico era stato rovesciato da un colpo di stato militare guidato
da ufficiali nazionalisti che avevano proclamato la repubblica.
L’egitto decise di nazionalizzare il progetto del canale di suez (appoggiati dai sovietici), togliendolo dalle
mani di francesi e britanicci.
Ma quel territorio era la fonte primaria di investimenti petroliferi per i paesi europei,
Inglesi e francesi mobilitarono le proprie forze trasferendo nell'isola di Cipro contingenti di truppe
appoggiati dalla marina e dall'aeronautica e iniziarono colloqui con Israele per coordinare il loro attacco con
un'offensiva terrestre israeliana attraverso il Sinai.
L'affare di Suez veniva in tal modo a intrecciarsi con il conflitto arabo-israeliano originato dalla creazione
dello stato di Israele nel 1948.
Di fronte al rifiuto di cessar il fuoco di Nasser, Gran Bretagna e Francia iniziarono le operazioni militari
contro l'Egitto con bombardamenti aerei e sbarchi di truppe.
Le reazioni mondiali alla notizia dell'intervento furono di grande sconcerto e gli Stati Uniti presero subito
l'iniziativa presentando al Consiglio di Sicurezza dell'ONU una risoluzione che chiedeva il ritiro degli invasori
franco-britannici e israeliani.
Pearson propose all’ONU di inviare in Egitto una forza di pace che potesse separare i contendenti mentre
si lavorava a una soluzione politica. Il Canada, affermò il ministro, era pronto a contribuire con le sue truppe
a quest’azione di polizia internazionale.
Nasser, per riaffermare il suo prestigio malamente scosso dai rovesci militari, intendeva ora porre una serie
di condizioni per accettare l'intervento dell'ONU e la partecipazione canadese gli offrì l'occasione per fare
sentire la propria voce.
Molte erano le obiezioni sollevate dagli egiziani alla presenza di truppe canadesi sul suo territorio.
Nel complesso l'azione di pace di Pearson fu acclamata più all'estero che in patria e a ciò contribuirono
anche alcune dichiarazioni antibritanniche pronunciate in Parlamento dallo stesso ministro degli Esteri e dal
primo ministro Saint-Laurent.
Nelle elezioni del giugno 1957 i liberali furono sconfitti dopo essere stati al governo per ventidue anni.
L'affare di Suez ebbe dunque una certa influenza sull'esito delle votazioni. Pearson premio nobel per la
pace.

Diefenbaker
Diefenbaker, si schiera con il sudafrica, diventa repubblica e rifiuta di entrare nel commonwealth.
Nel 1961 s’insediò a Washington il nuovo presidente Kennedy e sin dal primo momento il primo ministro e
il presidente mostrarono di non intendersi.

Le prime aperte divergenze tra i due leader si manifestarono a proposito di Cuba, era ostile a chiudere i
rapporti con l’isola, così come avevano fatto gli americani.
La ricognizione aerea americana scoprì che l'Unione Sovietica aveva iniziato a installare sull'isola missili
nucleari a medio raggio capaci di colpire quasi tutto il territorio nordamericano. Kennedy, dopo avere
informato gli alleati occidentali della gravità della situazione, rispose a questa minaccia istituendo un blocco
navale attorno a Cuba e intimando a Chruscev di smantellare immediatamente i missili.
Il primo ministro fece, infatti, sapere a Kennedy che, in caso di un attacco contro gli Stati Uniti, il Canada
avrebbe adempiuto alle sue responsabilità di alleato, ma il governo per il momento non prese nessuna
decisione operativa.
Fortunatamente la crisi si risolse nel giro di pochi giorni, dato che il 29 ottobre Chruscev e Kennedy
raggiunsero un accordo in base al quale i missili sovietici venivano ritirati da Cuba in cambio di un impegno
americano a non invadere l'isola. La vicenda ebbe però in Canada serie conseguenze politiche e soprattutto
vide per la prima volta nella storia del paese la struttura militare agire all'insaputa e contro le direttive del
primo ministro.
La maggioranza del popolo canadese da sempre incline agli armamenti nucleari aveva cambiato idea e
Pearson (anche lui contrario) decise di cambiar politica e di esser a favore del nucleare.
Diefenbaker (invece contrario al nucleare e alle lezioni prepotenti degli americani) venne attaccato dagli
americani, dalla stampa americana e canadese, ci furono le elezioni e fuorno molto combattute, pearson
conquistop un governo di minoranza.
I rapporti tra Kennedy e Pearson riuscirono a ristabilire l’alleanza e amicizia tra USA e CANADA . Muore
Kenn.
All'inizio il nuovo presidente Johnson dimostrò di apprezzare il modo in cui il Canada si muoveva sulla scena
internazionale.
L'occasione fu fornita dalla vicenda di Cipro nel marzo 1964, quando nell'isola, che era appena divenuta una
repubblica indipendente, si fronteggiavano le etnie greca e turca appoggiate da truppe inviate dalle due
madrepatrie.
L’intervento del Canada fu decisivo per evitare la guerra tra grecia e turchia.
I due paesi negoziarono un accordo relativo all'industria automobilistica L'Auto Pact,
il Canada vide subito aumentare enormemente le sue esportazioni verso gli Stati Uniti, con la conseguenza
di un forte incremento dell'occupazione nel settore automobilistico.
Questo clima di buon vicinato cominciò però a deteriorarsi in seguito al sempre più pesante coinvolgimento
americano nella Guerra del Vietnam (1964-1975).
L'impegno americano in quel paese era cominciato già negli anni 1950, con il sostegno dato alla Francia che
intendeva mantenere il suo dominio coloniale sull'Indocina. Quando poi nel 1954 la Conferenza di Ginevra
aveva sancito l'indipendenza dell'Indocina, il Vietnam era stato diviso in due, con un nord sotto un regime
comunista e un sud filoccidentale appoggiato dagli Stati Uniti.
Sin d'allora il Canada era stato coinvolto nella questione dato che, assieme a Polonia e India, aveva
accettato di fare parte della Commissione Internazionale di Controllo che doveva supervisionare
l'applicazione degli accordi di Ginevra.
Pearson era invece convinto, che la guerra fosse sbagliata e che gli Stati Uniti dovessero cercare di uscirne
al più presto.
"Stop the Bombing Speech", fu il titolo del discorso che Pearson fece in università a Philadelphia, per
incoraggiare in maniera diplomatica a fermare la guerra in Vietnam, Johnson reagì male e lo prese come un
attacco alla politica americana.

Nel 1960 era iniziata nel Québec quella che venne poi definita la Rivoluzione Tranquilla (1960-1966), un
periodo di riforme che nel giro di pochi anni trasformò profondamente le istituzioni della provincia.
Il Quebec inizia a stringere accordi diplomatici e culturali con la Francia.
Furono le iniziative di De Gaulle a esacerbare uno stato di latente tensione.
Il presidente francese cominciò infatti a mostrare un diretto e personale interesse per la questione
quebecchese incoraggiando la provincia a muovere sempre di più verso la via dell'indipendenza.

A Pearson successe Tredeau


Le sue idee lasciarono molti ministri costernati: si proponeva infatti di tagliare drasticamente le forze
armate, di eliminare gli armamenti nucleari del contingente canadese in Europa e più in generale di ridurre
il ruolo del Canada nella NATO a quello di puro e semplice mediatore allo scopo di porre fine alla Guerra
Fredda.
Una delle poche affermazioni concrete era quella riguardante l’intenzione del governo di riconoscere la
Repubblica Popolare Cinese.
Il Canada già da tempo aveva rapporti commerciali con la Cina comunista, e ciò aveva suscitato l'irritazione
americana negli anni di Kennedy, ma ora si trattava di compiere un passo formale con l'instaurazione di
rapporti diplomatici.
cercò di impostare una politica che gli permettesse di mantenere rapporti con entrambe le Cine.
Il governo di Pechino si dimostrò però intransigente su questo punto, poiché non voleva rinunciare
ufficialmente alla rivendicazione della sovranità sull'isola di Taiwan. Alla fine, nell'ottobre 1970, il Canada
ruppe le sue relazioni con la Cina nazionalista riconoscendo la Repubblica Popolare Cinese.
Rapporti alti e bassi con USA
Nella strategia nixoniana, il Canada non godeva più di quel trattamento privilegiato che aveva avuto sino ad
allora.
L"offensiva di Natale" perpetrata dagli americani in vietnam fece agire il canada, a Parigi le delegazioni
americana e nordvietnamita avevano raggiunto una base d'accordo e a questo punto Washington si trovò
nuovamente a dover ricorrere agli alleati canadesi, mettendo da parte le recenti divergenze.
L'istituzione di una Commissione Internazionale di Controllo per supervisionare l'effettiva applicazione della
tregua. Gli Stati Uniti chiesero immediatamente al Canada di farne parte.
Tale richiesta per Ottawa rappresentava un'ottima occasione per placare l'irritazione dell'amministrazione
Nixon. Il Canada, assieme a Indonesia, Ungheria e Polonia.

Tredeau in termini di politica estera intraprese La "Terza Opzione", come fu chiamata all'epoca, avrebbe
dovuto rappresentare un radicale mutamento nella politica estera del paese con un deciso rafforzamento
dei rapporti economici con la Comunità Europea e il Giappone.
Modificando il ruolo del Canada oltreoceano e diminuendo la dipendenza nei confronti degli Stati Uniti.

Tredeau intraprese il programma “iniziativa di pace”, con il quale viaggiò per i vari paeasi occidentali ed
asiatici incontrando i vari primi ministri di ogni paese per convincerli ad abbandonare l’idea di armi
atomiche e per rilassare la tensione tra USA e URSS.
Non ebbe grandi effetti ma sicuramente, ma sotto la leadership di Trudeau, il Canada era stato ben visibile
sulla scena mondiale e si era inoltre guadagnato la simpatia dei paesi del Terzo Mondo con un'attività di
mediazione all'interno del Commonwealth e un nuovo efficace programma di aiuti diretti principalmente
verso le ex colonie francesi.

1984 Tredeau -> Mulroney (conservatore), il quale aveva più volte espresso il suo apprezzamento per il
presidente americano sia nel campo dell'economia sia in quello della politica estera. Riarmo canadese,
nuovo sistema di difesa ma questi investimenti furono poi ridemensionati a causa del disfacimento del
URSS.
Mulroney (disputa con americani sulle acque dell’artico) firmò il trattato di libero scambio con gli americani,
che prevedeva l’eliminazione delle tariffe doganali (un accordo che andava contro lo stesso partito
conservatore). 1988 si firmò l’accordo.
Poco dopo gli USA intrapresero trattive per un accordo simile con il messico, il canada voleva farne parte, e
così nacque la NAFTA.
Il problema fu che la disoccupazione aumentò tante imprese canadesi si traferirono o in USA o In MEX dove
la manodopera era più bassa ed attirava nuovi investitori.

9 novembre 1989 cade il muro di Berlino, fine la guerra fredda.


Poco dopo questo evento epocale che le forze armate canadesi tornarono a essere impegnate in
combattimento, in occasione di quella che è divenuta nota come Prima Guerra del Golfo (1990-1991).
Quando l'Iraq di Saddam Hussein invase il Kuwait nell'agosto del 1990,
il presidente americano Bush decise immediatamente di resistere all'aggressione irachena e iniziò a
concentrare truppe nell'Arabia Saudita.
Al contempo il governo americano, si assicurò l'appoggio dell'Unione Sovietica di Michail Gorbacev e
l’acquiescenza della Cina per un’iniziativa dell’ONU.
Il Consiglio di Sicurezza dunque l'applicazione di sanzioni economiche contro l'Iraq con la minaccia di un
intervento militare se questo non si fosse ritirato dal Kuwait.
In Canada le opinioni sulla questione erano fortemente divise.
Pertanto il Canada contribuì alla poderosa forza multinazionale schierata sul Golfo Persico, Mulroney
sosteneva chiaramente la posizione americana all’interno dell’ONU di arrivare sino all’uso delle armi per
cacciare l’Iraq dal Kuwait, l'opposizione liberale e il New Democratic Party si opponevano con energia alla
soluzione militare, sostenendo che ci si dovesse limitare alle sanzioni economiche.
Alla fine, il "nuovo ordine mondiale" americano sembrava avere trionfato, sia pure al prezzo di gravissime
perdite irachene tra la popolazione civile.
Il canada era simbolicamente conosciuto nel mondo come il peace keeping ma “l’affare Somalia”, come
scosse dalle fondamenta le certezze del pubblico canadese sui propri “soldati di pace”, tanto da diventare
una vera e propria vergogna nazionale.
Nel paese africano, nell'ambito di un'operazione ONU completamente fallita, i canadesi non solo per la
prima volta cedettero la scena agli americani, ma soprattutto furono protagonisti di gravissimi episodi di
violenza contro la popolazione civile.

Una delle quasi automatiche conseguenze della fine della Guerra Fredda (1945-1989) fu l'inizio di un
graduale disimpegno canadese rispetto alla NATO.
Il governo Mulroney, non poté non tenere conto della nuova situazione e a partire dal 1990 pianificò
drastiche riduzioni della presenza militare in Germania fino ad annunciare, nel 1992, senza una previa
consultazione con gli altri membri della NATO, il totale ritiro delle forze canadesi.
Alla fine del secolo XX il Canada era dunque in cerca di una ridefinizione del proprio ruolo internazionale.
La Gran Bretagna era quasi completamente scomparsa dall’orizzonte politico
L’antico affetto e la tradizionale lealtà si erano man mano dissolti assieme all’impero.
Nemmeno il Commonwealth poteva mantenere vivi questi rapporti, anche perché a partire dagli anni 1960
la Gran Bretagna era sembrata più interessata all’Europa che alle vecchie e nuove nazioni del
Commonwealth.
L’altra “madrepatria” del Canada, la Francia, era anch’essa fuori gioco e per lo stesso Québec contava poco
o nulla.

La data del 10 luglio 1867, oggi "Canada Day", costituisce un fondamentale punto di passaggio nello
sviluppo del Canada verso il suo assetto attuale.
1870 giunse a Ottawa una richiesta non del tutto inaspettata da parte della British Columbia, che chiedeva
di essere ammessa nella nuova unione.
Entrando nella Confederazione la British Columbia avrebbe ottenuto un governo responsabile, avrebbe
eliminato il problema del debito pubblico e, fattore molto rilevante nel dibattito politico dell'epoca,
avrebbe allontanato il pericolo di un'annessione da parte degli Stati Uniti, che proprio nel 1867 avevano
acquisito l'Alaska.
Gli abitanti della colonia inoltre insistevano, sulla costruzione di una ferrovia intercontinentale che
collegasse la costa atlantica con quella pacifica.
A causa di uno scandalo del partito conservatore di aver ricevuto soldi per costruire la rete ferroviaria, alla
elezioni vinse il governo liberale.
Sotto il governo liberale vennero anche introdotte importanti riforme nel campo dei diritti civili e politici.
La vecchia tradizione del voto pubblico di fronte all'addetto comunale fu definitivamente abolita in favore
del voto a scrutinio segreto.
Nel 1875 fu creata la Corte Suprema del Canada come ultima istanza d'appello nella maggior parte dei
procedimenti giudiziari.
Il completamento della ferrovia del Pacifico faceva parte organica del programma della "politica nazionale"
e Macdonald mosse risolutamente verso la conclusione del progetto di cui era stato uno dei padri.

Una sostanziale differenza tra la colonizzazione dell'ovest canadese e quella dell'ovest americano, avvenuta
peraltro alcuni decenni prima.
Difatti negli Stati Uniti i coloni si diedero proprie istituzioni nei nuovi territori e in generale prevalse per
lungo tempo un concetto di amministrazione della giustizia abbastanza rudimentale e basato
sull'autorità individuale
Nel 1873 Macdonald istituì il corpo della polizia a cavallo e lo dotò della sua caratteristica uniforme: divisa
rossa, diversa da quella blu americana.
Al contrario "l'apertura" dell'ovest canadese seguì un processo del tutto opposto, nel senso che l'iniziativa
del governo federale nel predisporre una struttura amministrativa precedette l'arrivo dei coloni.
Le Giubbe Rosse, che oltre ai compiti di polizia assolvevano anche a funzioni giudiziarie limitate a processi
per reati minori, furono in grado sin dal primo momento di garantire un'amministrazione della giustizia che
derivava la sua autorità dallo stato e non dai singoli individui.
Il governo federale istituì ben 11 trattati che regolavano il rapporto e l’ingresso degli indiani nella società
canadese, esso fu un processo canadezizzazione forza che privò indiani della loro cultura e usi.

Il Manitoba Act aveva stabilito un sistema di scuole pubbliche in entrambe le lingue riconoscendo pari diritti
ai cattolici e ai protestanti. Venti anni dopo la situazione era profondamente mutata e la bilancia si era
decisamente spostata a favore degli anglofoni.
Pesarono su questa vicenda le divisioni tra clero francofono e clero anglofono, ma l'intervento della Santa
Sede fu senz'altro decisivo. Come sostiene Perin, il Vaticano riteneva estremista il nazionalismo cattolico
francocanadese e per questo motivo decise di sacrificare le aspirazioni del clero quebecchese alla più
generale esigenza di mantenere rapporti politici con il governo canadese.

Laurier si propose di costruire una nuova immagine del canada.


Venne dunque lanciata una vera e propria campagna pubblicitaria per promuovere la colonizzazione ad
ovest
Gli sforzi del governo si indirizzarono verso le Isole Britanniche, gli Stati Uniti e i paesi dell'Europa orientale.
A partire dal 1897 si ebbe un costante e significativo aumento del flusso immigratorio, che raggiunse
il suo apice nei primi anni del secolo XX.
La politica canadese sulle concessioni agricole stabiliva che il colono dovesse diventare suddito britannico
prima che il titolo di proprietà divenisse permanente. In questo modo si scoraggiava l'immigrazione
temporanea e si promuoveva l'afflusso di gruppi che intendessero stabilirsi definitivamente nel paese.
Un'ordinanza, datata 12 giugno 1901, stabilì che tutte le scuole dovevano essere pubbliche e che
l'istruzione religiosa poteva essere impartita solo alla fine del normale orario delle lezioni.
La scelta di insegnanti cattolici o protestanti dipendeva dalla confessione maggioritaria nei singoli distretti.

Nel primo decennio del secolo XX il Canada divenne una società urbana e industriale.
Questa trasformazione fu il risultato di un'accelerata crescita economica che venne potentemente favorita
dall'ondata migratoria e dalla colonizzazione dell'ovest.
Il governo di Laurier lanciò nel 1901 l'ambizioso progetto di una nuova ferrovia transcontinentale che
sarebbe stata costruita dalla compagnia Grand Trunk Railway con cospicui finanziamenti federali.
L'intera economia dell'ovest avrebbe goduto del boom ferroviario in termini di aumento del prezzo dei
terreni e di un più facile accesso ai mercati esteri.
Inoltre vi sarebbe stata una nuova richiesta sia di manodopera per i cantieri ferroviari che di materiali
industriali necessari per l'impianto di una ferrovia moderna.

Se sino agli anni 1870 prevaleva un'economia commerciale basata sui trasporti marittimi, questa situazione
venne modificata dalla rivoluzione tecnologica che consacrò il trionfo della macchina a vapore. Ferro e
carbone divennero dunque gli elementi chiave della crescita economica e i poli di sviluppo si spostarono
verso le regioni dell'interno. In questa fase il Québec, che era scarsamente provvisto di entrambe le materie
prime, subì un rallentamento di crescita mentre l'Ontario si avvantaggiò
Nella prima fase della rivoluzione tecnologica l'Ontario disponeva di una rete capillare di linee ferroviarie.
Ciò gli permise di rifornirsi agevolmente di materie prime dagli Stati Uniti e di integrare le aree urbane
industriali con quelle rurali ed aveva una numerosa serie di centri manifatturieri disseminati soprattutto
sulla riva settentrionale del Lago Ontario.
Inoltre, mentre nel Québec esistevano solo due importanti città industriali, Montréal e Québec.
In seguito all'industrializzazione le grandi città canadesi mutarono aspetto. L'introduzione dei tram elettrici
permise alle classi abbienti di spostarsi verso le zone suburbane e i centri cittadini divennero zone abitate
prevalentemente dalla classe operaia.
10-12 ore al giorno di lavoro e manodopera femminile o infatile sottopagata.
I lavoratori cominciarono a costituire delle proprie organizzazioni.
Negli ultimi due decenni dell'Ottocento tre sindacati operarono in Canada a livello nazionale.
Il movimento mancava però di unità e non aveva un peso politico tale da influire sulla politica governativa.
Difatti il governo di Laurier in temi di conflitti di lavoro oscillò tra la neutralità e l'appoggio agli imprenditori,
creò il dell'Industrial Disputes Investigation Act, il quale vietava scioperi, serrate e picchetti.
A livello più generale il ritorno alle province del controllo sul suffragio segnò l'abbandono del sistema
censitario e l'introduzione del suffragio universale maschile.
Il voto alle donne per le elezioni federali fu concesso nel 1917-1918.
Sul fine del 19 secolo i partiti politici non usarono più il controllo dei giornali per la propria propaganda, in
quanto in quel periodo nasceva la stampa indipendente molto diffusa tra gli ambienti popolari.

Dopo la vittoria del settembre 1911 il nuovo governo conservatore guidato da Robert Borden
Gli investimenti esteri in Canada iniziarono a venir meno, complice il clima europeo che stava scoppiando
sull’orlo della prima guerra, e così la disoccupazione canadese aumentò.
Ma il peggio fu evitato grazie allo sviluppo dell'economia di guerra, che avrebbe cancellato lo spettro di una
massiccia disoccupazione.
Nelle prime settimane di guerra il governo prese immediate misure per dotarsi di poteri straordinari.
Sentimenti xenofobi contro i nuovi immigrati raggiunsero dimensioni preoccupanti e si ebbero in varie città
disordini e violenze contro questi cittadini stranieri che erano ritenuti sleali e quindi potenziali spie e
sabotatori. Nuovi immigrati (enemy aliens)
Come risultato il governo emanò regolamenti che prevedevano la registrazione dei sudditi nemici, e più di
8.000 persone furono internate in campi di detenzione. Quasi tutti gli internati erano immigrati di origine
ucraina.
L'Imperial Munitions Board divenne infatti una delle più importanti imprese canadesi allargando la sua
attività alla costruzione di esplosivi, cannoni, navi e aerei. Nel 1917 il Board aveva anche cominciato a
stabilire una rete di fabbriche da esso direttamente possedute e controllate.
L'economia di guerra canadese si era in parte nazionalizzata.
La creazione di un'economia di guerra ebbe come conseguenza una rapida scomparsa della disoccupazione.
La guerra cambiò la vita e fu promotrice di molte riforme e rivoluzioni, il richiamo alle armi spinse molti
industriali ad occupare nelle proprie fabbriche manodopera femminile, questo fenomeno spinse alla
creazione di movimenti per i diritti femminili. Le basi della società tradizionale non c’erano più.
Nel periodo post bellico della prima guerra i disordini fioccavano all’ordine del giorno.
Gran parte del popolo era contrario al mantenimento di truppe in siberia, anche finita la guerra.
Il pericolo rosso, a causa dei cambiamenti rivoluzionari comunisti, si iniziava a sentire anche in canada e il
governò optò per dar meno voce ai sindacati, la reazioni della classe operai furono pesanti e sfociarono
disordini e scioperi nelle città e nelle fabbriche.
Winnipeg i disordini furono molti, in particolare una giornata passò alla storia per il sabato di sangue del
1919, dove manifestanti attaccarono un tram che passava per la città e la reazione della polizia fu forte, alla
fine la commissione di inchiesta dichiarò veritieri i disagi dei lavoratori e questo permise al governo di dar
autorità ai sindacati.

Dopo 1921, fine del boom del dopoguerra, far i conti con la produzione e l’economia, i sindacati e i
cambiamenti della società, più persone nei centri urbani che rurali, USA primo partener commerciale, UK
passa in secondo piano. Le leggi di proibizionismo di consumo alcolico hanno fatto la ricchezza della
distilleria canadesi per l’esportazione e il contrabbando in USA.

29 ottobre 1929, il "martedì nero" di Wall Street, il boom postbellico degli Stati Uniti giunse
improvvisamente alla fine con il crollo della Borsa di New York. In poco tempo la caduta dei titoli azionari
provocò una generale compressione dei consumi con conseguenze gravissime sull'industria e il commercio.
CAN: In particolare entrò in crisi il sistema delle esportazioni e ciò ebbe conseguenze gravissime. Con l'80
per cento dei prodotti agricoli e minerari venduti all'estero, l'economia canadese era difatti estremamente
vulnerabile a una diminuzione della domanda esterna.
Tra il 1929 e il 1932 la produzione industriale diminuì di un terzo
King inizialmente disse che la disoccupazione era un fenomeno stagionale, e che non avrebbe dato agli stati
un centesimo, tra l’altro nel 1930 vi furono le elezioni e King venne sconfitto da Bennett.
Un terzo della popolazione era disoccupata, le manovre finanziare non ebbero molte conseguenze, molti
nomadi viaggiano sui treni da città a città.
Vennero istituiti dei campi di lavoro nei quali veniva fornito a questa sorta di "intoccabili" un'occupazione,
cibo e alloggio. I campi, gestiti da personale civile, ma con una sorta di disciplina militare, si trovavano
soprattutto all'ovest. Le condizioni erano pessime tanto che i lavoratori decisero di marciare fino ad ottawa
per manifestare ma Bennet rispose con il pugno duro.
Poco dopo qualcosa cambiò e Bennet propose un piano di riforme, quello che venne chiamato il New Deal
bennet.
Per combattere la crisi era necessario introdurre una legislazione che regolasse le ore di lavoro, i salari e le
condizioni lavorative. Era anche previsto un sistema di assicurazioni contro la disoccupazione, le malattie e
gli incidenti industriali.
In realtà Bennett, allo stesso modo di Roosevelt, vedeva nell'intervento dello stato l'unica via per salvare il
sistema capitalistico, e salvarsi in vista delle elezioni, ma questo piano fu poca roba in realtà.

Vi fu anche la creazione del partito comunista canadese, anche se al massimo della sua espansione il Partito
Comunista raggiunse solo i 30.000 iscritti, esso divenne però un elemento importante nelle lotte operaie tra
le due guerre mondiali. Articolo 98 (prevista deportazione senza processo per i sovversivi dello stato)
In generale anche durante le persecuzioni e gli arresti, essi si appellarono all’antidemocrazia e diritti civili e
questo permise loro di avere una certa popolarità, anche tra la classe operaia con creazioni di sindacati,
Workers' Unity League (WUL).
Pesava però sul partito la stretta tutela di Mosca. Questa provocò dure divisioni al suo interno sino a
quando, il 23 agosto 1939, la firma del patto di non aggressione tra l'Unione Sovietica e la Germania nazista
ne provocò la crisi e la successiva messa fuori legge.
Nella prima fase della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) i comunisti e in genere i radicali vennero
considerati nemici della nazione in guerra e 100 di loro vennero posti in campo d'internamento sino
all'attacco nazista contro l'Unione Sovietica nel giugno 1941.
Dal 1930 anche il fascismo entrò in canada, molti emigrati italiani aderirono ideologicamente al fascismo, e
alla figura di benito che fece assumere all’italia un ruolo maggiore a livello internazionale, si distaccarono
dalla guerra in etiopia e all’appoggio alla germania.
Il sorgere del fascismo e del nazismo ebbe la conseguenza di far nascere in Canada dei movimenti autoctoni
che chiaramente si ispiravano alle due ideologie, e soprattutto a quella nazista.
Nel 1933 venne fondato a Winnipeg il Canadian Nationalist Party, un'organizzazione di ispirazione nazista a
partire dalla divisa, ma che faceva anche appello al nazionalismo canadese.
Un fenomeno anch'esso di destra ma del tutto avulso da esperienze europee fu invece quello del Ku Klux
Klan.
Il Klan era nato nel 1865 negli Stati Uniti del sud come setta segreta che aveva lo scopo di terrorizzare gli
americani di origine africana appena liberati dalla schiavitù.
Nel 1871 il governo di Washington, dopo il verificarsi di innumerevoli atti di violenza mise fuori legge e
provocando in tal modo la sua scomparsa.
Essa risorse però nel 1915 ad Atlanta, nella Georgia, e questa volta il nuovo Klan allargò il concetto di
"supremazia bianca" aggiungendo alla lista dei propri nemici i cattolici, gli ebrei e gli immigrati in genere.

La Grande Depressione agì come catalizzatore per riunire forze eterogenee che ritenevano il cauto
programma economico dei liberali del tutto inadeguato per risolvere la crisi che devastava il paese.
Il socialismo sembrava l'unica via d'uscita.
Si trattava della League for Social Reconstruction (LSR), fondata nel 1931 da un gruppo di professori
universitari.
La prima convenzione del partito a regina Manifesto di Regina: un programma dichiaratamente socialista
che invocava la nazionalizzazione delle industrie essenziali e l'introduzione di un sistema di welfare
generalizzato includente l'assistenza sanitaria, l'assicurazione contro le malattie e la disoccupazione, le
pensioni.

La soluzione stava appunto nel Social Credit, secondo il quale il governo doveva strappare alle banche il
controllo del sistema finanziario e distribuire ai cittadini un "dividendo sociale”
La Social Credit League ottenne il 22 agosto 1935 una vittoria schiacciante guadagnando sessantatrè seggi
su settanta

Duplessis al potere dello stato del Quebec adotto una politica nazionalista anticomunista
Loi du cadenas" o "Padlock Law" (24 marzo 1937) che dava al procuratore generale del Québec l'autorità
di porre sotto sequestro per la durata di un anno sale o case private dove venissero svolte attività tese
a "propagare il comunismo o il bolscevismo".
Che l'ideologia di destra abbia permeato profondamente il Québec degli anni 1920 e 1930 è un dato
incontrovertibile

Fu appunto la guerra a far uscire il Canada dalla crisi, a somiglianza di quanto avvenne per gli Stati Uniti.
Difatti nel 1938 Mackenzie King, stimolato da una ripresa della disoccupazione, aveva iniziato un modesto
programma di lavori pubblici finanziato aumentando il deficit, ma nel 1939 i disoccupati rimanevano il 10
per cento, più di mezzo milione di persone. Una volta iniziata la guerra in Europa, e soprattutto dopo la
caduta della Francia nel giugno 1940, il Canada divenne l'arsenale della Gran Bretagna e la sua industria
cominciò a lavorare a pieno regime per la produzione bellica.
Nel giro di un anno dallo scoppio delle ostilità la piena occupazione era stata quasi raggiunta.
La più grande novità indotta dalla guerra nella società canadese fu l'entusiasmo con cui le donne risposero
all'appello rivolto loro dal governo nel 1942 perché contribuissero allo sforzo bellico.
Per la prima volta le donne entrarono nelle forze armate.
Il quasi completo raggiungimento della piena occupazione ebbe come conseguenza un rafforzamento dei
sindacati operai, che si impegnarono in costanti scontri con gli industriali per il riconoscimento del diritto
alla contrattazione collettiva. Nel solo 1943 gli scioperi costarono un milione di ore di lavoro.
La leadership di King veniva messa in discussione in Quebec e Ontario ma King ebbe la meglio.
Abitanti canadesi di orgine europea specie tedeschi e italiani furono messi sotto controllo alcuni arrestati.
Questi arresti erano stati decisi sulla base di informazioni raccolte dalla polizia e le singole posizioni furono
in seguito vagliate da funzionari del ministero degli Esteri e della Giustizia. Nel complesso si trattò di misure
severe e che comportarono anche diversi errori, ma che appaiono però in gran parte giustificate alla luce
delle precedenti attività fasciste e naziste in Canada e dalla grave situazione militare degli Alleati nel primo
scorcio del conflitto. La comunità giapponese in British Columbia venne rinchiusa in campi e le loro
abitazioni vendute.

Il successo dei liberali non fu però dovuto soltanto alla fedeltà dell'elettorato francocanadese in Quebec.
King e i suoi successori si fecero fautori di programmi di riforma la cui necessità era avvertita in tutto il
paese, la costruzione del welfare state, che costituì uno dei cavalli di battaglia dei liberali, il sussidio di
dioccupazione, gli assegni famigliari, assistenza ospedaliera pubblica.
A king successe Saint Laurent che continuò la politica del suo predecessore, nonostante le difficoltà
incontrate con il partito conservatore di opposizione guidato da Geroge Drew che accusava il governo di
aver rappresentanti comunisti e di metter fuori legge il Labour Progressive Party. (partito comunista canadese)
Nel secondo dopoguerra, boom economico, piena occupazione, grande immigrazione. Grande consumo di
prodotti domestici che il canada poteva produrre solo in una certa quantità.
Quindi grande influenza statunitense non solo sul piano commerciale, ma alcuni temettero
un’americanizzazione del canada, televisioni con programma americani e iscrizioni a sindacati americani
che operavano in canada.
Più di 1milione di immigrati europei arrivano del decennio degli anni 50, la guerra fredda aumentò questo
spostamento da europa a canada e provocò difatti un clima di sospetto nei confronti dei potenziali
immigrati. Furono istituiti speciali controlli di sicurezza tesi a evitare l'ingresso di comunisti europei.
Al contempo la rete dei controlli avrebbe dovuto anche escludere coloro che avevano simpatizzato con il
nazismo e combattuto per il Terzo Reich.
1 aprile 1949 Terranova entrò nella Confederazione come decima provincia.
A Saint Laurent successe Diefenbaker (conservatore) fu l'uomo che difese accanitamente l'autonomia del
Canada dall'arroganza di Washington e che si impegnò in prima persona sulla questione dei diritti civili in
Canada e in Sudafrica.
Diefenbaker condusse un'aggressiva campagna nella quale bollò con efficacia l'arroganza del Partito
Liberale accusandolo di gestire la cosa pubblica come se si trattasse di un suo monopolio privato.
La promessa dell’aereo di caccia Arrow poi cancellato, la crescente disoccupazioni e disordini di piazza
specie a terranova iniziarono a far calare la sua popolarità.
L'introduzione del Bill of Rights, alla concessione del voto agli indiani.

Quebec
Sotto Duplessis il Québec cambiava volto e continuava la sua modernizzazione.
Definito il suo "regime", condusse una lineare ed efficace politica tesa a stabilire una volta per tutte
l’autorità del governo provinciale nei confronti di Ottawa. Egli non esitò neppure ad asserire una certa
indipendenza dalla gerarchia cattolica.
Quanto al welfare, la legislazione sui salari minimi e sulle sovvenzioni ai meno abbienti per acquistare
alloggi fu una delle più avanzate dell’intero Canada.
Il suo sistema, che faceva appello all’autonomia nei confronti di Ottawa e aveva una forte impronta
populista, sembrava fatto apposta per rispondere alle aspirazioni della classe media della provincia e di
parte della classe lavoratrice. Inoltre il controllo della macchina elettorale gli garantì una lunghissima
permanenza al potere.
Quella che venne definita la Rivoluzione Tranquilla si aprì con le elezioni provinciali del 22 giugno 1960 che
videro la vittoria dei liberali guidati da Jean Lesage.
In questa fase fu la chiesa cattolica, come portatrice della tradizione, a subire i più gravi contraccolpi.
Alla fine degli anni 1960 il Québec si era profondamente laicizzato. Un segnale preciso era costituito dal
crollo dell’indice di natalità, che era divenuto il più basso dell’intero Canada.
La pillola contraccettiva aveva nei fatti segnato la fine del vecchio Québec cattolico e in generale i
francocanadesi non guardavano più alla Chiesa come fonte di guida e ispirazione. La partecipazione alle
funzioni religiose declinò.
Le scuole era quasi esclusivamente sotto il dominio cattolico non del governo.
Si arrivò alla fine a un compromesso. La legge venne approvata nel gennaio 1964 con una clausola che
prevedeva l’istituzione di un comitato consultivo in materia religiosa.

Il progetto della nazionalizzazione dell’industria elettrica, in mano a imprenditori american, fu realtà


La nuova Hydro-Québec divenne nel giro di pochi anni un colosso che coordinò gli investimenti in quel
settore chiave e intraprese la costruzione di nuove centrali dando un fortissimo impulso allo sviluppo
dell’intera provincia.
Hydro-Québec rappresentò il più importante simbolo della nazione francocanadese e il suo successo
contribuì a sfatare il residuo mito dell’arretratezza del Québec.
Per la prima volta grandi impianti industriali vennero progettati e gestiti da personale tecnico quebecchese
che adoperava la lingua francese, e lo stereotipo che identificava l’inglese con il progresso tecnologico
venne finalmente messo in discussione. In tal modo era nei fatti iniziata la “decolonizzazione” del Québec.
È dunque in questi anni che cominciò a prendere piede tra i francocanadesi la visione del Québec come
nazione-stato.
La sconfitta del partito di Lesage non significò però la fine della Rivoluzione Tranquilla.
Troppo profondi erano stati i cambiamenti nella società quebecchese perchè si potesse d’un colpo voltare
pagina e tornare ai sistemi del passato.
La "rivoluzione quebecchese" degli anni 1960 va inserita in un contesto nazionale e internazionale in cui le
società occidentali vivevano un periodo di riformismo sociale e politico e l’interventismo statale si
accompagnava alla prosperità economica.

Defenbacker  Pearson
Uno dei primi punti nell’agenda di Pearson era il riallacciamento di buoni rapporti con gli Stati Uniti,
compromessi sotto Diefenbaker. In questo campo vennero ottenuti buoni risultati anche se ben presto la
crisi della Guerra del Vietnam (1964-1975) provocò un duro scontro tra il primo ministro e il presidente
Lyndon B. Johnson
Il 15 dicembre 1964 la Camera votò l’adozione della nuova bandiera che fu innalzata per la prima volta a
Ottawa il 15 febbraio 1965. È importante notare che le polemiche vennero ben presto dimenticate. La
nuova bandiera con la foglia d’acero fu rapidamente accettata dalla popolazione e divenne un simbolo
d’identità nazionale soprattutto per i giovani canadesi che si recavano all’estero e non volevano essere
confusi con gli americani.
Come al solito ricatti e accuse reciproche tra conservatori e liberali (affare monsigneaur)
Grande attenzione venne dedicata al problema dell’istruzione, un campo di stretta competenza delle
province, ma in cui il governo federale poteva far sentire la propria voce attraverso incentivi e aiuti
finanziari. Già nel 1960 i conservatori avevano lanciato un programma di larghi contributi per l’istruzione
tecnica, ma sotto Pearson furono le università a essere messe al primo posto.
Pearson adottò un piano di assistenza sanitaria universale e gratuita i cui costi sarebbero stati coperti per la
metà da Ottawa.

Pearson aveva mostrato una precisa sensibilità di fronte alla questione del futuro della società
francocanadese all’interno del Canada.
Accettò che il Québec introducesse un suo sistema pensionistico separato e nella pubblica amm uso del
bilinguismo.
A Pearson non sfuggiva che la Rivoluzione Tranquilla (1960-1966) aveva messo in moto un processo che
portava naturalmente all’emergere di idee separatiste non ancora prevalenti nella provincia francofona ma
senza dubbio popolari, soprattutto tra le giovani generazioni. Expo 67 a Montreal, un gran successo.
La visita della Regina Elisabetta II in Quebec era stata accolta con manifestazioni da parte degli studenti.

Tredeau
Non condannava i rapporti omosessuali, il divorzio o l’aborto.
Fu proprio questa immagine di novità e di rottura con i tradizionali schemi della politica a radunare folle
entusiaste.
Alle grandi enunciazioni e ai grandi progetti dunque spesso non corrisposero effettive realizzazioni.
Nel giro di pochi anni l’immensa popolarità del 1968 si dissolse e Trudeau, nonostante la sua lunga durata al
potere, non fu mai più in grado di riguadagnare il grandissimo consenso di cui aveva goduto all’inizio.
Nel 1969 propose l’abolizione dell’indian act, che prevedeva la fine dello special status riservato agli indiani,
proposta come discriminante in realtà essa prevedeva l’assimilazione canadese.
Altro passo falsò fu il ridurre il welfare statale, meno fondi alla spesa pubblica e questo ebbe come
conseguenza scontri e manifestazioni.
Fece una legge che consentiva il bilinguismo nell’amministrazione federale che venne però recepita in malo
modo, nelle altre province si parlava esclusivamente inglese e in quebec il bilinguismo era sinonimo di
minaccia per i francofoni.

Nel 1967 il discorso di Charles De Gaulle dal balcone del municipio di Montréal (vedi cap. 10) aveva
contribuito a infiammare gli animi.
A Montréal si susseguivano le manifestazioni di piazza e nel marzo 1969 una grande massa di dimostranti
marciò sull’anglofona McGill University chiedendo la sua conversione al francese.
Il 5 ottobre 1970 una cellula del Front de libération du Québec (FLQ ), un’organizzazione clandestina nata
nel 1963, sequestrò a Montréal il diplomatico britannico James Cross ponendo una serie di pesanti
condizioni per il suo rilascio.
L’FLQ, conduceva da tempo una campagna terroristica a base di attentati dinamitardi in nome della causa di
un Québec indipendente e socialista.
10 ottobre i terroristi sequestrarono Pierre Laporte, ministro del Lavoro nel governo provinciale.
Il primo ministro dispose più di 10mila soldati per le strade di Montreal.
Nelle prime ore del mattino seguente il governo federale dichiarò che esisteva in Québec uno stato
d’insurrezione e decretò la legge marziale, applicando per la prima volta nella storia canadese.
La "Crisi di Ottobre" si risolse in un grande successo per Trudeau anche tra i quebecchesi.
Nel 1984 venne creato un nuovo servizio di sicurezza separato dalla RCMP, il Canadian Security Intelligence,
Tutto questo non bloccò la crescita del separatismo, e il PQ continuò costantemente a guadagnare sostegno
popolare.
Il 16 giugno 1971 un congresso costituzionale a cui parteciparono tutti i primi ministri delle province a
victoria venne presentata solennemente al paese la Victoria Charter/Charte de Victoria, che in sostanza si
limitava a estendere alcune prerogative delle province, soprattutto nel campo delle politiche sociali.
Ma Bourassa quando tornò in quebec fu accolto da critiche in quanto questo accordo non importava diritti
allo stato del quebec e fu costretto a non ratificare, il che ebbe conseguenza rapporti duri con tredeau.
Capovolgendo la sua politica del 1970, Trudeau adottò misure largamente popolari aumentando a
dismisura la spesa pubblica per il settore dell’assistenza e introducendo riforme tributarie.

Il più grande successo di Trudeau fu però la sua gestione della grave crisi petrolifera innescata dalla Guerra
Arabo-Israeliana.

Il governo di Lévesque approvò nell’agosto 1977 la Charte de la langue française, detta comunemente Loi
101, una vera e propria carta dei diritti del francese che intendeva fare del Québec una provincia
interamente francofona.
Il francese diventava la lingua ufficiale della provincia sia nella pubblica amministrazione che nel mondo del
lavoro. L’istruzione in inglese venne drasticamente limitata e si impose che negozi e uffici esponessero
cartelli solo in francese.
Lévesque decise nel 1980 che era giunto il momento di compiere il fondamentale passo del referendum che
avrebbe dovuto decidere il futuro del Québec.
Il quesito posto alla popolazione riguardava infatti solo la concessione al governo provinciale del mandato a
intraprendere negoziati con Ottawa sulla base della formula "sovranità associazione".
Il 60 per cento degli elettori si pronunciò per il "No", dimostrando che la maggioranza della popolazione
della provincia conservava ancora una forte affezione per il Canada e non era pronta a drastici
cambiamenti.
Sempre in quell’anno Tredeau introdusse la Charter of Rights and Freedoms che portò alla introduzione di
un articolo che affermava l’uguaglianza delle persone di sesso maschile e di sesso femminile e di una
sezione che garantiva i diritti dei popoli nativi (indiani e Inuit). Nel 81 venne applicata carta dei diritti da
parte delle province.

Tredeau Mulroney (conservatore) rimase alla guida del paese furono caratterizzati da due politiche
fondamentali: la ricerca di una ridefinizione dei rapporti con gli Stati Uniti e il tentativo di inserire il Québec
nella nuova struttura costituzionale del 1982 che facesse venire meno l’opzione separatista.
Nel primo campo egli ebbe successo e raggiunse nel 1988 l’importante accordo di libero scambio con USA.
Quando però cercò di realizzare il sogno di Trudeau di un nuovo federalismo, il tentativo di Mulroney si
arenò, dato che non fu capace di raccogliere il consenso di tutti i settori del paese attorno al suo progetto.

L’Accordo del Lago Meech, formalizzato a Ottawa il 3 giugno 1987, allargava le prerogative delle province
nel campo dell’immigrazione e per quanto riguardava la nomina dei membri del Senato e dei giudici della
Corte Suprema, ma la clausola fondamentale dal punto di vista politico era quella relativa al riconoscimento
del Québec come "società distinta" all’interno del Canada. Ma non tutti i ministri delle rispettive pronvince
firmarono l’accordo specie i rappresentanti indiani che vedevano venire meno i loro diritti. Il progetto morì.
Nell’agosto 1992, in una riunione tenutasi a Charlottetown venne preparato un nuovo testo di
emendamento costituzionale che in sostanza ricalcava l’Accordo del Lago Meech, con l’aggiunta di clausole
di garanzia per i diritti di indiani e Inuit e di una serie di altri provvedimenti a favore delle province.
Ma il risultato non cambiò
Mulroney si ritirò cedendo il posto a Kim Campbell, la prima donna a diventare primo ministro del Canada,
sia pure per pochi mesi.
Il nuovo primo ministro Jacques Parizeau indusse un referendum in Quebec per il sovranismo, prevalse il
no, ma la metà degli elettori quebecchesi si espresse a favore della separazione.
Problema del 20 e 21 secolo: rapporto con il quebec e tra canada e USA
Antiamericanismo andò nei secoli scomparendo, i sistemi di massa come la tv o anche lo sport d’eccellenza
canadese l’hockey è in gran parte controllato dagli americani. Differenza sul multicuralismo.
Proclamato come suo obiettivo politico dal governo federale nel 1971, il multiculturalismo è diventato
legge il 21 luglio 1988 (Canadian Multiculturalism Act).
Tale legge riconosce il Canada come società caratterizzata dalla eterogeneità etnica e culturale. Sul piano
concreto il governo si è impegnato a lanciare o sostenere iniziative tese alla conservazione dell’eredità dei
vari gruppi etnici.

Sul piano culturale si notò una maggiore sensibilità da parte del governo nel riconoscere il ruolo delle
popolazioni indiane e Inuit nella storia del paese.
Significativo è il fatto che all’Expo 67 di Montréal venne costruito con aiuti federali un padiglione degli
indiani del Canada. Tutto il materiale esposto voleva comunicare il messaggio della fondamentale
importanza della preservazione dei valori, del modo di vivere e dell’eredità culturale indiana. La via scelta
era dunque quella anti-assimilazionista.

Il comune di Oka decise di costruire un campo da golf su un terreno rivendicato dai Mohawk. Scontri.
La crisi di Oka provocò in tutto il paese il rinnovarsi di forti ostilità contro gli indiani e dimostrò che i
rapporti tra la società aborigena e quella dominante erano ben lontani dall’avere raggiunto lo stadio di
un’accettazione e comprensione reciproca

11 09 2001
Il primo aiuto fu molto concreto. Poiché gli Stati Uniti avevano subito chiuso il loro spazio aereo,
Washington chiese al Canada di accogliere tutti i voli transoceanici che non potevano essere richiamati ai
loro punti di partenza in Europa e altrove. 33k passegeri
Nel suo discorso Bush, oltre ad a ringraziare i paesi alleati (non citando il canada) aveva identificato il
nemico nel gruppo terroristico al- Qaeda, ospitato e protetto dai talebani al potere in Afghanistan.
Dunque, per colpire il nemico bisognava invadere quel paese e rovesciarne il governo.
L’opinione pubblica tra il 2001 e il 2014 rimase fortemente divisa sull’appoggio alla missione.
Senza dubbio l’alto numero dei caduti ebbe un grande peso. Un sondaggio del 2011, alla fine delle vere e
proprie operazioni militari, mostrò che il 58 per cento dei canadesi riteneva che il loro sacrificio fosse stato
inutile.
Nei primi 2000, il primo ministro canadese fu il figlio di Tredeau, che mostrò una specifica attenzione ai
diritti della persona, soprattutto sul tema dell’aborto.
La sua difesa del diritto di scelta della donna lo mise in contrasto con le frange più tradizionaliste del suo
partito e con la gerarchia cattolica. Sulla questione delle popolazioni indiane, il governo dichiarò di sentirsi
politicamente e moralmente obbligato a garantire i loro diritti.

Italiani
Nel periodo compreso tra l'unificazione dell'Italia (1861) e il 1981 entrarono in Canada circa 700.000
immigrati italiani.
Il contributo dei lavoratori di origine italiana fu essenziale nella costruzione delle infrastrutture del Nord
America, in particolare delle ferrovie. Proprio per questo motivo la politica immigratoria canadese, che
ufficialmente incoraggiava solo l'ingresso di agricoltori, permise l'entrata di manodopera di origine italiana
quando questa veniva ritenuta necessaria per lo sviluppo del paese.
Inizialmente la maggior parte degli italiani che entravano in Canada lo facessero su base temporanea.
Si trattava di target migrants, di persone cioè che erano solo in cerca di un lavoro stagionale.
I padroni erano gli agenti che reclutavano manova li e operai italiani per il canada.

Nacquero organizzazioni comunitarie italiane, come l'Ordine dei Figli d'Italia, che era nato a New York nel
1905 come società di mutuo soccorso in risposta all'ostilità nativista rivolta contro gli immigrati di origine
italiana.
Queste organizzazioni comunitarie subirono l’influenza del fascismo, il regime mirava ad attrarre sempre
più italiani, ma dalla guerra in etiopia fino all’ingresso nella seconda guerra contro gli alleati, il tutto si
arrestò e i giornali cessarono di pubblicare inoltre alla fine della guerra risultava che il 30 per cento dei
canadesi di origine italiana non usava più la madrelingua e che il tasso di matrimoni al di fuori del gruppo di
origine italiana raggiungeva il 45 per cento.
Solo negli anni 50 con il grande numero di nuovi migranti cambiò.
Nelle "scuole italiane" delle maggiori città insegnavano docenti di sicura fede fascista inviati dall’Italia e che
adoperavano libri di testo preparati appositamente per i figli degli immigrati.
In tutta questa fase cultura e politica tendevano dunque a identificarsi. Ciò produsse risultati molto negativi
durante la Seconda Guerra Mondiale e nel periodo immediatamente successivo.
Nei primi anni successivi al 1945 era difficile definirsi "italiani" in Canada

Italian Immigrant Aid Society (IIAS) con sedi a Toronto e a Montréal. Tali strutture fornivano una prima
assistenza per trovare casa e lavoro e assicuravano servizi di consulenza.
Dopo la 2 guerra, i legami di amicizia tra Canada e Italia e la nuova ondata immigratoria resero quasi
naturale una rinnovata presenza della comunità di origine italiana nella vita politica locale.
Negli anni 1950 e 1960 consiglieri comunali e sindaci di origine italiana vennero eletti in numero sempre
maggiore in tutte le province.
Il primo canadese di origine italiana eletto al Parlamento di Ottawa fu il conservatore Quinto Martini.
Si formarono anche editoriali e giornali in italiano come il corriere italiano a montreal o l’eco d’italia a
vancouver.
Con il passare degli anni la stampa dovette però confrontarsi con il fenomeno del declino della conoscenza
della lingua italiana tra i canadesi di origine italiana di seconda e terza generazione.
Anche le televisioni e le radio ebbero programmi o interi canali in italiano.
La University of Toronto, vanta il più grande dipartimento di italianistica del Nord America.

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