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Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with
JSTOR to digitize, preserve and extend access to Rivista di Filosofia Neo-Scolastica
1 Cfr. in particolare gli studi di Weber (1970) e (1991); di segno opposto sono le opi-
nioni espresse in Bazan (1974); per un giudizio recente e complessivo della questione, cfr.
Petagine (2004), pp. 196-210.
Tutto ciò che è ricevuto in un soggetto, vi è ricevuto secondo il modo di essere del
ricevente, infatti ogni cosa è conosciuta così come la forma è nel conoscente. Ora
l'anima intellettiva conosce una cosa nella sua essenza, assolutamente: conosce
per esempio la pietra in quanto è pietra, assolutamente. Dunque la forma della pie-
tra è nell'anima intellettiva secondo la propria ragione di forma, assolutamente.
Sebbene gli animali siffatti ricevano la forma che è principio del moto attraverso
la sensibilità, tuttavia non si propongono da sé il fine della loro operazione o del
5 "Actio est proprie actualitas virtutis, sicut esse est actualitas substantiae vel essentiae"
(Summa theologiae , I, 54, 1, c.).
6 Pietrosanti (1996), p. 149.
Essendo l'anima una sola e molte le sue potenze, e poiché dall'uno si procede al
molteplice rispettando un certo ordine, è necessario che si dia un ordine tra le poten-
ze dell'anima. E si riscontra tra di esse un triplice ordine. Due ordini sono da con-
siderare in rapporto alla dipendenza di una potenza dall'altra; il terzo è desunto dal-
l'ordine degli oggetti. La dipendenza di una potenza dall'altra si può assumere in
due modi: nel primo modo secondo l'ordine di natura, in quanto le cose perfette
sono per natura anteriori a quelle imperfette; nel secondo modo, in relazione all'or-
dine della generazione e del tempo, in quanto si procede dall'imperfetto al perfetto.
Stando alla prima accezione di ordine fra le potenze, le potenze intellettive
vengono prima di quelle sensitive, pertanto le dirigono e le comandano. E pari-
menti le potenze sensitive, in questo ordine, vengono prima delle potenze dell'a-
nima nutritiva.
Presente nella totalità della sua essenza tutta in tutte le parti del corpo, in
relazione al dispiegamento della sua potenza operativa l'anima è presente
diversamente nelle diverse parti del corpo, e ogni sua operazione avviene
non direttamente per l'essenza, ma attraverso un termine medio. Questo
dato ha un riflesso problematico anche circa quell'operazione particolare,
attraverso la quale l'anima conosce se stessa: spirituale nell'ordine della
sostanza, non è altrettanto pura nella spiritualità in ordine all'azione anche
per quell'atto che sviluppa intellettivamente allorché conosce la propria
operazione intellettiva, la propria intellezione. Più volte Tommaso ricono-
sce che, essendo per essenza forma del corpo, l'anima non può conoscersi
per essenza, ma solo per riflessione: l'atto diretto dell'intelletto è rivolto
piuttosto verso la natura degli enti sensibili, poiché la pura potenza nel-
l'ordine del pensiero non potrebbe offrire, in quanto tale, alcuna presa
all'intelletto. Molto puntuali in questo senso le osservazioni di J. De
Finance, riprese da A. Petagine, secondo cui, in base ai testi di Tommaso,
la conoscenza di noi stessi non è mai un dato di conoscenza immediata, sul
modello del cogito cartesiano, ma implica sempre un momento riflessivo
dell'intelletto, riflessione che produce la conoscenza vera e propria di sé
come potenza che conosce9.
Nel De unitate intellectus (IV, § 92), l'ipotesi dell'intelletto unico sepa-
rato sostenuta dagli aristotelici radicali viene respinta anche perché se il
principio per il quale l'uomo intende fosse separato dall'anima forma del
corpo, esso risulterebbe contemporaneamente intelligente ed inteso (intel-
ligens et intellectum ) rispetto a se stesso; ciò non è accettabile perché, per
conoscere se stesso, non avrebbe bisogno della specie intelligibile o di atti,
ma si conoscerebbe mediante la propria essenza, come accade per le so-
stanze separate.
Questa riflessione di Tommaso chiarisce la differenza tra l'operare di
una sostanza intellettiva separata e quella di una sostanza intellettiva inte-
8 Ibi , I, 77, 4.
9 Cfr. De Finance (1946), pp. 34-40; Petagine (2004), pp. 96-98.
10 Cfr. Unità dell'intelletto contro gli averroisti, IV, pp. 164-166, 205-207.
11 "Sicut est de anima rationali, quae esse, quod sibi in corpore acquiritur, etiam post
corpus retinet, et in partecipationem illius esse per resurrectionem adducitur, cum non sit
aliud esse corporis et aliud animae in corpore" (Tommaso d' Aquino, In IV Sent., d. 44, q.
1, a. 1, p. 1074).
Bibliografia
17 Sugli sviluppi dell'antropologia averroista, cfr. Illuminati (1999), pp. 95-117. Sulle
implicazioni del confronto tra l'antropologia di Tommaso, Bonaventura e Sigieri, cfr.
Petagine (2004), pp. 243-294 e Ghisalberti (2003), pp. 47-63.