Sei sulla pagina 1di 1

22/4/2014 (4) Rosacroce

Rosacroce
2 aprile 2013 alle ore 11.01

« Rappresentiamoci una pianta radicata nel suolo, che caccia fuori una foglia dopo l’altra e si sviluppa
finalmente nel fiore.
Immaginiamoci ora un uomo allato di quella pianta, e suscitiamo nell’anima nostra il pensiero, che l’uomo
ha capacità e facoltà più perfette di quelle della pianta; occorre riflettere come egli possa recarsi qua o
là a seconda dei suoi sentimenti e della sua volontà, mentre la pianta è vincolata al suolo.
Ma ci si dica ora anche questo: «Sì, certamente, l’uomo è più perfetto della pianta; ma scopro in lui delle
qualità che mancano, nella pianta, e per tale ragione essa mi appare, sotto un determinato punto di
vista, più perfetta dell’uomo. L’uomo è pieno di desideri e di passioni alle quali uniforma la sua condotta.
Posso affermare veramente, che i suoi desideri e le sue passioni lo trascinano a molte aberrazioni. La
pianta invece segue le pure leggi della crescita di foglia in foglia, essa schiude senza passione i suoi
fiori ai raggi puri del sole».
Posso dire a me stesso: l’uomo gode di una certa perfezione rispetto alla pianta, ma per acquistarsi
questa perfezione ha dovuto permettere che oltre alle forze pure che vedo nella pianta, gli istinti, i
desideri e le passioni penetrassero nel suo essere.
Io mi rappresento ora che il verde succo scorre attraverso la pianta ed è l’espressione delle leggi pure e
prive di passione della crescita; mi rappresento poi, come il sangue rosso scorra attraverso le arterie
dell’uomo, e in esso vedo l’espressione degl’istinti, dei desideri e delle passioni.
Queste idee devono divenir viventi nella mia anima.
Mi rappresento, inoltre, come l’uomo sia capace di evoluzione; come egli possa purificare i suoi istinti e
le sue passioni per mezzo delle facoltà superiori della sua anima.
Penso come in tal modo gli elementi inferiori di questi istinti e di queste passioni rimangano annientati e
quelle qualità purificate rinascano sopra un gradino superiore.
Il sangue potrà quindi rappresentare l’espressione degli istinti e delle passioni purificate.
Allora con lo sguardo spirituale considero la rosa e dico a me stesso: «Nel succo rosso della rosa vedo il
colore del verde succo della pianta trasformato in rosso; e la rosa rossa segue, come la foglia verde, le
leggi pure, scevre di passioni, della crescita. Il rosso della rosa può ormai diventare per me il simbolo di
un sangue, in cui si esprimono gli istinti e le passioni purificate, che hanno eliminato i loro elementi
inferiori, e nella loro purezza uguagliano ormai le forze che sono attive nella rosa rossa».
Devo ora elaborare tali pensieri, non soltanto nella mia mente, ma farli vivere nel miei sentimenti.
Può invadermi un sentimento di beatitudine, quando mi rappresento la purezza e la mancanza di
passione della pianta crescente; posso creare in me il sentimento che determinate perfezioni superiori
debbano essere acquistate al prezzo di brame e passioni.
Questa idea può trasformare la beatitudine che prima sentiva in un sentimento più serio, mentre può
destarsi allora in me un senso di felicità liberatrice, se mi abbandono all’idea del sangue rosso che,
come il succo rosso della rosa, può diventare il veicolo delle pure esperienze interiori.
È importante di non restare impassibili di fronte ai pensieri, che servono alla costruzione di una
rappresentazione simbolica.
Dopo essersi dati a questi pensieri e sentimenti, occorre trasformarli nella seguente rappresentazione
simbolica.
Ci si rappresenta una croce nera.
Questa deve essere il simbolo degli elementi distrutti, inferiori, degl’istinti e delle passioni, e là dove le
braccia della croce s’incrociano, bisogna raffigurarsi sette rose raggianti, ordinate a forma di circolo.
Queste rose saranno il simbolo del sangue che esprime le passioni e gl’istinti purificati. »

Brano tratto da « La Scienza Occulta » di Rudolf Steiner

https://www.facebook.com/notes/maurizio-barut/rosacroce/562878117075973 1/2

Potrebbero piacerti anche