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No manuale il mondo contemporaneo dal 1848 ad oggi se seguo con appunti. (primi 6 cfu)
Con storia contemporanea si intende il periodo del 1800 con la rivoluzione francese, il congresso di
Vienna o il 1848 per poi arrivare al 1900.
In Italia furono avanzate richieste di concessioni di costituzioni nei vari regni ; in quello delle due
Sicilie, nel regno sabaudo con lo statuto albertino, nel gran ducato di Toscana e nello stato della
chiesa con Pio VIX. Celebri furono le 5 giornate di Milano contro gli occupanti austriaci. Il 23 Marzo
1848 il regno di Sardegna di Carlo Alberto dichiarerà guerra all’Austria, con l’obbiettivo di liberare
Veneto e Lombardia; altri sovrani si allearono con l’obbiettivo di rivendicare la democrazia .
Questo fu il primo tentativo di innestare una guerra verso l’indipendenza nazionale, passando alla
storia come prima guerra di indipendenza (fine 22 agosto 1849). Il papa ritirò le truppe, perché
non era conveniente appoggiare un conflitto contro un popolo cattolico. Rimasero solo i
piemontesi e le truppe volontarie guidate da Garibaldi, duramente sconfitte dagli austriaci. Infine
fu firmato un armistizio di ritiro delle truppe italiane. Nel frattempo fu costituita a Roma la
repubblica, con l’esilio del papa a Gaeta e la realtà dei vari regni è ancora molto fluida. Il 20 Marzo
1849 riprese la guerra, ma abdicò 3 giorni dopo lasciando il posto al figlio Vittorio Emanuele II. La
repubblica Romana , guidata da un triumvirato sarà a lungo luogo di esuli e cospiratori democratici
(Mazzini, Garibaldi, Mameli). Il 4 Luglio 1849 il papa si ritorna al possesso dei suoi territori grazie
all’appoggio di stati europei.
Nel giro di pochi anni la Francia tornerà a una situazione prerivoluzionaria, dove Luigi Bonaparte
assume un atteggiamento clerical-conservatore intervenendo nel 1849 a favore del papa contro la
repubblica romana. Nel 1851 organizzerà un colpo di stato, che condurrà all’arresto degli
oppositori e riporterà la Francia a una restaurazione dell’impero, diventando imperatore
Napoleone III.
Le rivoluzioni del 48-49 segnano la sconfitta dei movimenti democratici e una restaurazione dei
sovrani, seguita dall’influenza della borghesia e del movimento operaio. Nuove classi sociali
emergono e iniziano ad attribuire sempre più importanza allo stile di vita borghese (ruolo del
capofamiglia, etica del lavoro come miglioramento della condizione sociale). La fiducia nel
progresso tecnico e nell’umanità conducono a grandi conquiste in ambito tecnologico e
all’affermazione della corrente positivista (la conoscenza come principale fonte del progresso).
Darwin fu il più noto ricercatore dell’epoca, al quale si deve lo studio sulla teoria dell’evoluzione ,
che condizioneranno il pensiero dell’epoca. L’uomo diventa frutto di un evoluzione e non del
volere divino , mettendo in crisi le interpretazioni religiose. Lo sviluppo economico fu influenzato
dal miglioramento delle comunicazioni e dei trasporti. Inizialmente in Inghilterra venne introdotta
la macchina a vapore anche nelle aziende. Si instaurano masse sempre maggiori di proletari in
aree limitate creando fenomeni come l’inurbamento. A livello politico, dopo il fallimento dei moti,
il manifesto comunista di Marx e Angeles diventa uno dei principali riferimenti del programma
rivoluzionario del proletariato europeo. Con la pubblicazione del “Capitale” si condizionerà la
nascita in tutt’Europa di partiti socialisti, che andranno a influenzare le politiche rivoluzionarie. il
movimento operaio iniziò a mettere in atto motti per la rivendicazione del diritto al lavoro e si creò
un’associazione internazionale dei lavoratori, la cui riunione si tenne a Londra nel 1864 e venne
ricordata come Prima Internazionale. Le delegazioni più importanti furono quella inglese, francese,
italiana (rappresentata dai Mazziniani che nel frattempo avevano creato società operaie). Marx
ebbe un ruolo fondamentale nell’organizzazione internazionale per la difesa del lavoro. Gli venne
attribuito lo statuto e riuscì a fare qualificare l’organizzazione in senso strettamente classista,
secondo cui la società era governata dal conflitto tra classi. In particolare, in quel periodo, il
conflitto fondamentale era quello tra capitalisti e operai.
Processo di unificazione nazionale.
Dopo il fallimento delle rivoluzioni si assiste a una seconda restaurazione (la prima era quella del
congresso di Vienna). Nel gran ducato di Toscana vennero reintrodotte le antiche leggi e nello
stato pontifico Pio VIX si opporrà duramente alle vicende risorgimentali italiane, volte alla
modernizzazione della società. Anche nel regno delle due Sicilie i Borboni rinstaureranno un duro
conservatorismo. L’unica realtà in cui lo statuto introdotto non si interruppe fu il Piemonte sotto il
regno di Sardegna con un governo guidato da Azelio verso una modernizzazione delle garanzie
costituzionali. Ciò comporterà la nascita di una serie di leggi Siccardi nel 1850, le quali disposero la
fine di privilegi della Chiesa, come il foro ecclesiastico (prerogativa di essere giudicati da tribunali
speciali), la censura sui libri o il diritto d’asilo. Il Piemonte cercava di adeguarsi alle politiche di
modernizzazione dei principali stati europei. Il conte di Cavour, proprietario del giornale “Il
Risorgimento”, ebbe un ruolo importante nel processo di unificazione nazionale dopo aver
maturato una serie di esperienze politiche ed economiche. Dal 1847-48 divenne politico
ispirandosi a un liberalismo moderato con l’obbiettivo di favorire la libertà economica d’impresa,
garantire la proprietà privata e trasformare lo stato in un soggetto snello ed efficiente. Nel 1850
diventa ministro dell’agricoltura e nel ’52 presidente del consiglio. Cavour riuscì a trovare un
connubio tra l’ala progressista dei moderati e la componente moderata della sinistra democratica.
Cavour porta avanti una politica libero scambista, che prevedeva nessun ostacolo alla circolazione
delle merci e introduce opere pubbliche per il miglioramento del regno (potenziamento porto di
Genova e della rete ferroviaria) e delle imprese , come l’Ansaldo. Anche il sistema bancario fu
organizzato intorno a una banca centrale. Il Piemonte diventò patria di esuli modernizzatori.
Cavour tentò di inserire il Piemonte nella schiera degli Stati Europei più innovati, sotto il ruolo di
media potenza. Nel 1855 aiutò Francia e Gran Bretagna nella guerra di Crimea contro la Russia e
individuò nel conflitto la possibilità di innalzare il regno. Il conflitto ha esito positivo e permette
l’inserimento del regno di Sardegna nella stipulazione dei trattati di pace, rappresentando la
situazione di instabilità italiana. Nel portare avanti il progetto, Cavour guarda alla Francia e riesce a
firmare un’alleanza a Plombieres nel 1858, dove venne stabilita una sistematizzazione della
politica italiana divisa in 3 stati : regno del Nord d’alt Italia sotto la dinastia Savoia, regno dell’Italia
centrale sotto lo stato Pontifico e il regno del Sud liberato dalla dinastia Borbonica. La Francia
credeva di porre la penisola sotto il proprio controllo, mentre Cavour sperava di ostentare la forza
del Piemonte su tutti i regni. Nel Gennaio del 1859 fece pronunciare a Vittorio Emanuele II un
discorso di minaccia contro l’Austria, ancora occupante nel Lombardo-Veneto. Con l’ultimatum
austriaco nel 23 Aprile 1859 scoppia la seconda guerra d’indipendenza. Il primo scontro avvenne a
Montebello con la penetrazione dei volontari di Garibaldi in Lombardia, ma Napoleone III decide
unilateralmente di interrompere la campagna militare con la proposta dell’armistizio di Villafranca.
Esso prevedeva la rinuncia dell’Austria sulla Lombardia cedendola alla Francia, che a sua volta
l’avrebbe passata al regno di Sardegna. Cavour per protesta si dimesse dalla posizione di
presidente del consiglio. Nel frattempo gli altri regni italiani iniziarono a manifestare una tensione
verso l’unificazione nazionale con la creazione di governi provvisori. Con la pace di Zurigo , il regno
di Sardegna dovette accettare e Cavour tornò al governo nel 1860 negoziando gli accordi stabiliti
con la Francia (gli era promesso Nizza e Savoia) in cambio di un’annessione dell’Italia centrale. Il
Piemonte si accingeva a diventare uno stato nazionale; i democratici, però, rilanciarono l’iniziativa
proponendo un’estensione al sud e allo stato della Chiesa. Due Mazziniani (Pilo e Crispi), esuli in
Piemonte, concepirono l’idea di una spedizione di volontari in Sicilia per alimentare un movimento
insurrezionale inteso a portare il regno a rivoltarsi contro la dinastia dei Borboni. La spedizione
passò alla storia come la spedizione dei Mille, guidata da Garibaldi.
Proveniente dal mondo democratico fu uomo di grandi imprese, repubblicano combatté a fianco
dei Savoia nella compagna del 1859. Cavour, preoccupato dall’iniziativa dei Mazziniani si rivelò
contrario ma non ne impedì l’impresa. I Mille furono accolti dalla popolazione siciliana e riuscirono
ad allontanare l’esercito Borbonico a Palermo. Viene formato un governo civile provvisorio guidato
da Crispi e il 20 Luglio i Borboni furono sconfitti a Milazzo. Le masse contadine siciliane
intravedono in Garibaldi l’occasione di ottenere delle terre e la borghesia locale colse la palla al
balzo per far fronte a queste insurrezioni contadine. Il 20 Agosto 1860 Garibaldi sbarcò anche in
Calabria , con l’obbiettivo di risalire fino alla capitale Napoli dove il sovrano Francesco II si rifugia a
Gaeta. Cavour, con il consenso dei Francesi volti a mantenere intatta Roma, inviò una spedizione
per bloccare i Mille. Nel frattempo il parlamento sabaudo aveva istituito una legge, che
permetteva l’annessione di altre regioni semplicemente attraverso la manifestazione del volere
popolare tramite un plebiscito. Il 25 Ottobre del 1860 il re Vittorio Emanuele II e Garibaldi si
incontrano a Teano, dove i Mille concedono la vittoria al regno Sabaudo. L’Italia unita fu dunque il
frutto di un allargamento del regno di Sardegna, stato forte e dinamico, e unico a mantenere in
vita la costituzione dello statuto albertino, dopo i moti del 1848.
La centralità Europea.
Dopo il ’48-’49 le nazioni che orientarono le politiche internazionali furono la Francia, la Gran
Bretagna, la Prussia, l’impero Austro-Ungarico, la Russia e dopo l’unificazione anche l’Italia. Il
ventennio 1850-1870 fu segnato da un elevato tasso di conflittualità e dall’esplosione di 4
conflitti ; fu soprattutto la Francia a voler interpretare un ruolo da protagonista, che però
sembrava minacciato dalla Prussia. L’impero Austro-Ungarico stava affrontando un periodo di crisi
nella sua tendenza alla conservazione, che frenava le spinte della borghesia. Nel contesto di
crescente debolezza di questo impero cerca di inserirsi la Prussia, rivendicano il ruolo di
protagonista verso la costruzione di una nazione tedesca con Bismarck a capo. Personaggio
determinato all’unificazione, era consapevole che l’ostacolo era il regno Austro-Ungarico. Egli si
allea con il regno d’Italia, interessata al Veneto e si assicura la neutralità della Francia e della
Russia. La guerra contro l’Austria si verificò come lampo e fu vittoriosa, grazie all’assoluta
superiorità militare prussiana. L’impero Austro-Ungarico si divise in due e la Prussia affermò la
propria egemonia.
L’obbiettivo di Bismarck era quello di unificare tutti i paesi della confederazione germanica. La
Francia rappresentava un ostacolo, il conflitto diventa inevitabile e esplose nel Luglio 1870 con una
guerra piuttosto rapida. La vittoria Prussiana innescò negli stati tedeschi, la richiesta di
unificazione pur mantenendo un’indipendenza in ogni stato. Il 18 Gennaio del 1871 nella reggia di
Versailles Guglielmo I si fece incoronare imperatore tedesco ; alla Francia venne posta una forte
indennità di guerra e venne privata dell’Alsazia e della Lorena, regioni importanti per i bacini
minerali. Da qui nacque il senso di revanchismo francese e l’approccio di Bismarck condizionerà le
logiche dell’equilibrio europeo nei decenni a venire. Nella seconda metà dell’ottocento si verificò
una tendenza al colonialismo e all’imperialismo. Caratteristico della politica bismarckiana, fondata
sulla potenza fu la costruzione del reich, mosso sul piano di accordi internazionali.
1) Con il patto dei 3 imperatori del 1873 si allearono Germania, Russa e l’Austria.
2) In occasione del congresso di Berlino del 1878 fu stabilita la spartizione dei territori africani
non ancora colonizzati dalle potenze europee.
3) Infine il terzo accordo internazionale fu firmato nel 1882 con la Triplice Alleanza, stipulata
tra Germania, Austria e Italia. Nonostante l’annessione del Veneto al territorio italiano,
esistevano ancora terre irredente , non ancora liberate dall’impero Austro-Ungarico.
Guglielmo II, giovane imperatore volto alla politica estera iniziò a scontrarsi con Bismarck, che
voleva mantenere intatta la sua impresa. Nel frattempo in Francia nacque la terza repubblica nel
1870 (1 dopo la rivoluzione francese 1792, 2 dopo i moti rivoluzionari), sulle macerie della
sconfitta francese contro la Prussia.
La Gran Bretagna è uno stato con economia solida e intenso sviluppo nel regno della regina
Vittoria.
La Russia, sotto la guida dello Zar Alessandro II, si conferma come la potenza più arretrata priva di
istituzioni politiche rappresentative. Si tenta una modernizzazione nella riforma scolastica,
burocratica, militare, nel sistema giudiziario e fu abolita la servitù della gleba, conducendo
all’acquisizione dei contadini una parità.
Gli Stati Uniti apparivano come un paese in grande espansione, attraversato da notevoli flussi
migratori e investimenti importanti in infrastrutture. L’industrializzazione della costa atlantica
(New York) comportò la distinzione di 3 realtà: nord-est sviluppato con un forte proletariato
urbano culturalmente e politicamente progressista; sud caratterizzato dalla proprietà terriera e
prevalenza dell’economia agricola (cotone) al limite del paternalismo e manodopera discendente
dagli schiavi; l’ovest con territori poco popolati da liberi allevatori di bestiame. In questo contesto
scoppierà uno scontro tra nord e sud, a causa della riduzione dei prodotti agricoli del sud per le
industrie del nord, delle relazioni dell’est con l’ovest più funzionale alle industrie e del contrasto
tra nord contro la schiavitù e un sud fortemente dipendente dal lavoro degli schiavi. Su queste basi
scoppierà la guerra di secessione americana. Dopo le elezioni del 1860 di Lincoln, 11 stati del sud
decidono di staccarsi dall’unione costituendosi in un’unica federazione indipendente con sede in
Virginia. Il conflitto scoppiò nell’Aprile del 1861 quando l’esercito del sud, maggiormente
addestrato dal generale Lee, attaccò l’esercito del nord, più sviluppato numericamente e
economicamente. La guerra fu sanguinosa e finì nel 1865 con la sconfitta degli stati federati del
sud. La conseguenza fu l‘omicidio di Lincoln da parte di un fanatico sudista. Nel 1863 fu decretata
la liberazione della schiavitù negli stati del sud, anche se quest’ultimi saranno comunque soggetti a
marginalità e stereotipi. Successivamente alla guerra si avviò un ampio fenomeno di
trasformazioni interne, segnate da una rapida colonizzazione dei territori dell’ovest (west) e da
campagne contro i pellerossa, popolazioni autoctone. La fase di grande sviluppo economico fu
legata alla presenza cospicua di risorse naturali, a un mercato interno, a fenomeni di
urbanizzazione e a uno spirito competitivo che animò il “sogno americano”.
Il Giappone fu una realtà apparentemente sconosciuta, che nel corso del 1800 fece enormi passi
avanti nella modernizzazione a partire da un impero feudale. Le figure simboliche erano
l’imperatore, lo Shogun che deteneva il potere militare, i grandi feudatari e i Samurai,
rappresentanti di una piccola nobiltà dedita al mestiere delle armi. Infine vi erano i contadini,
classe sociale inferiore costituente l’80% della popolazione dell’epoca. La società arcaica venne
scoperta nel 1854 con l’invio di una squadra navale statunitense per cercare di ottenere libero
accesso al porto giapponese e espandere la propria rete commerciale. Ciò condusse alla firma nel
1858 di trattati ineguali, i quali davano alle potenze occidentali ampia possibilità di infiltrazione
nello stato giapponese. Il forte risentimento nazionalistico che seguì fu condotto dai grandi
feudatari e dai samurai, conducendo allo scoppiò di una crisi. Nel 1868 le forze dei sei maggiori
feudi occuparono la città imperiale, dichiarando decaduto lo Shogun e innalzando un nuovo
governo a Tokyo. In questa fase una nuova classe dirigente, discendente dai samurai, portò avanti
una politica di restaurazione conducendo alla creazione di uno stato moderno. Nel 1871 furono
proclamati un serie di principi modernisti: l’uguaglianza giuridica dei cittadini, abolizione dei diritti
feudali, introduzione dell’istruzione obbligatoria, riforma del sistema fiscale e coscrizione militare
obbligatoria. Il Giappone passa da una struttura feudale a una struttura più industriale.
Questo periodo di cambiamento globale viene indicato dagli storici come seconda rivoluzione
industriale. Essa è caratterizzata da una grande e rapida trasformazione delle strutture industriali
nel sistema capitalistico occidentale. Vengono introdotte significative innovazioni tecnologiche ,
come la macchina a vapore e le tecniche lavorative migliorano (il lavoratore si muove all’interno di
una logica produttiva più funzionale). Nascono grandi lobbies, grandi concentrazioni di imprese,
che andranno a occupare e spartirsi il mercato fino alla nascita delle grandi multinazionali. Si
sviluppa, così, un ideale liberista, che però verrà intaccato da questa espansione imprenditoriale.
Gli ultimi anni del 1800 vedono l’instaurarsi di grandi interessi economici e un crescente
intervento statale nell’economia; gli stati, superando i concetti del liberismo, impongono dazi
doganali alle importazioni dall’estero e forniscono contributi alle merci nazionali esportate.
L’aumento della capacità produttiva condurrà a un eccesso di produzione, che deve essere
smaltito anche all’esterno tramite una tendenza crescente all’imperialismo e al colonialismo. Sono
gli anni in cui le potenze compiono l’ultimo balzo alla conquista dei territori ancora liberi. Nascono
notevoli fenomeni di emigrazioni, sia interne, che riguardano lo spostamento dalle campagne alle
città, sia esterne, come lo spostamento dall’Europa alle Americhe. A livello tecnologico fanno la
loro apparizione strumenti come la lampadina elettrica, l’ascensore, il telefono, il grammofono,
cambiando completamente le prospettive del lavoro e dei rapporti sociali. Si sviluppa una nuova
cultura positivistica, legata a una crescente fiducia nello sviluppo scientifico e nelle scienze in
campo medico. Con la nascita del microscopio ottico seguono grandi progressi nel campo
dell’igiene e in quello farmacologico.
Il montare di nazionalismi sempre maggiori , come l’unificazione italiana e la nascita della nazione
germanica, conduce a un assoggettamento politico e a uno sfruttamento economico nei territori
conquistati. Gli obbiettivi dell’ultima corsa all’imperialismo sono volti all’apertura a nuovi mercati,
tendando di accedere a territori con materie prime utili a basso prezzo. Con disponibilità
economiche nuove si cercano nuove aree dove investire in infrastrutture. Il nazionalismo e la
politica di potenza, con venature razziste legate al mito della superiorità, conducono alla nascita di
una grande ondata missionaria volta alla conquista religiosa. L’Africa diventa una delle mete
principali dello spirito missionario, che anima la chiesa con la certezza di essere portatori di una
cultura superiore. In Europa si sviluppano le grandi società geografiche con espliciti obbiettivi di
esplorazione e esotismo, allargando gli orizzonti della conoscenza ad aree inesplorate. Gli
obbiettivi furono perseguiti con poco rispetto verso le popolazioni natali, con la convinzione che
fosse un dovere . Si realizzeranno una serie di conquiste tali per cui le aree africane libere erano
ormai pochissime (Libia).
La questione meridionale. Alla fine del 1800 l’Italia è ancora un paese prevalentemente agricolo,
soprattutto al sud dov’è esteso il latifondo. Si accusa il governo di aver favorito politiche riguardanti
l’industria e l’abolizione della tassa sul macinato provocò problemi a livello di bilancio. Il sud viene messo in
secondo piano verso un tentativo di industrializzazione del triangolo industriale di Genova, Milano e
Torino. Il dualismo nord-sud tende ad accentuarsi durante i governi della sinistra storica, allargandosi con il
governo di Giolitti a inizio 1900. Vengono anche approvate politiche doganali, che finirono per danneggiare
l’economia del sud facendo lievitare il prezzo del pane e andando a colpire le esportazioni meridionali di
agrumi e vino.
La triplice alleanza.
Dopo l’unificazione l’Italia e la Germania mantennero a livello internazionale una situazione di equilibrio.
Nel 1882 il paese decise di aderire alla triplice alleanza , uscendo da una situazione di relativo isolamento.
L’alleanza di tipo difensivo (entrano in guerra se uno dei paesi viene attaccato) vede coinvolte l’Italia, la
Germania e l’Austria riapre la questione delle terre irredente quali Trento, Trieste e Friuli. Nel 1887 viene
rinnovata con una clausola rafforzativa, che prevede un compenso all’Italia nel caso vengano conquistati
altri territori Balcani. Sul fronte coloniale l’Italia cerca di essere più attiva con l’obbiettivo dell’impero
etiopico, non ancora colonizzato insieme alla Libia. Una volta acquisita una piccola postazione sul mar rosso
gli italiano tentano di penetrare nel territorio, ma nel 1887 avviene l’eccidio di Dogali, dove una colonna
militare viene trucidata. Nello stesso anno De Pretis muore e il nuovo leader diventa Crispi, primo
meridionale presidente del consiglio. Egli collaborò con Garibaldi nell’impresa dei Mille e proveniva dai
repubblicani, ma col tempo manifesta piena lealtà alla dinastia dei Savoia. Crispi matura atteggiamenti
nazionalistici, individuando in Bismarck una sorta di modello ammirando al suo approccio patriottico nel
portare un paese a diventare una potenza. Gli ultimi decenni dell’800 sono segnati da difficoltà e da una
guerra doganale con la Francia, diversi istituti bancari falliscono e esplode lo scandalo della banca romana.
Si rafforzano, però, organizzazioni socialiste e cattoliche , che tendono ad attuare situazioni contro il
governo: il partito socialista, che nacque nel 1892 e il movimento intransigente. Quest’ultimo è composto
da cattolici, che dopo la breccia di Porta Pia, si dimostrano vicini al papa. Il mondo cattolico si divide in 2
correnti: una più vicino al pontefice, che viene chiamato intransigente. Essi accettano una particolare
disposizione non-expedit, la quale afferma la non convenienza nel partecipare alla vita politica italiana fino
al 1919. Il giornale cattolico intransigente di Torino, chiamato “Armonia”, pubblica alla vigilia delle elezioni
un articolo intitolato “né eletti né elettori” e diventerà il motto di quel movimento. Una parte del mondo
cattolico, invece, ritiene comunque che i cattolici debbano trovare un accordo con lo stato: il movimento
transigente. A partire del 1870 il movimento intransigente porrà le basi per l’azione cattolica, composta da
reti associative antigovernative. I governi nazionali si trovano a dover fronteggiare i socialisti e i cattolici.
Crispi cerca di proporre nuove riforme tra cui:
- Riforma della vecchia legge comunale e provinciale, rendendo la carica di sindaco elettiva.
- Entrata in vigore di un nuovo codice penale, ponendo l’abolizione della pena di morte e diritto di
sciopero.
- Interventi nell’ambito ecclesiastico, come il passaggio all’amministrazione pubblica delle opere pie.
- Provvedimenti per rafforzare il paese a livello internazionale e il governo rispetto al parlamento.
Nel 1891 il papa Leone XIII, molto intransigente nella questione romana (conflitto tra stato e chiesa dopo
l’unificazione fino ai patti lateranensi),pubblica l’enciclica Rerum Novarum, documento con cui il pontefice
fa conoscere l’alto ministero in un particolare momento. Da un lato continua a manifestare un
atteggiamento di opposizione al governo e dall’altro prende atto che i cattolici debbano rivelarsi attivi nella
società.
Nel sud il malcontento si sviluppa fino alla formazione dei fasci siciliani, leghe di braccianti nate per
difendersi dai proprietari terrieri. A cogliere il grido di protesta fu il partito socialista. Nel 1893 Crispi torna
al governo e con la legge marziale soffoca i movimenti rivoluzionari. Il clima che si instaura è di grande
conflitto contro i socialisti. Qualche anno prima, dopo la batosta dell’eccidio di Dogali, fece un tentativo di
stringere rapporti con un principe del regno Etiopico, formato dall’imperatore e da vari principi o feudatari.
Il principe Menelik firmò il trattato di Uccialli del 1889, accordo di amicizia tra regno di Italia e regno dello
Shua che fu interpretato come accordo di protettorato con la possibilità di trasformarsi nel tempo. Forte di
ciò, Crispi nel 1895 avvia la campagna d’Etiopia. Gli italiani vennero sconfitti ad Adua nel 1896. La sconfitta
segnerà la prima occasione in cui un esercito bianco fu sconfitto da uno di colore. Il mito di superiorità dei
bianchi era stato fino ad allora indiscutibile.
Sul piano politico iniziano a instaurarsi partiti di massa e con il voto delle masse la geografia elettorale
cambia. Infine viene approvata una nuova legislazione, che investirà nuovi settori come scuola, igiene, orari
lavorativi, sicurezza, regolamentazione lavoro femminile e minorile. I sistemi fiscali assumono natura
sempre più progressiva, aumentando il peso delle imposte dirette. Entra nella logica di molti stati il
principio riequilibratore nel campo delle differenze sociali e si rafforzano i movimenti socialisti
nell’occidente europeo. Al loro interno si dividono una prospettiva più riformista, sostenitrice
dell’intervento del partito nella società , e una componente rivoluzionaria, la quale puntava alla teorie
capitaliste Marxiste . Il più importante fu il partito socialdemocratico tedesco del 1875, ispirato ai valori
classici del superamento del sistema capitalistico e del pacifismo. Nel 1889 i vari rappresentati si riuniscono
a Parigi fissando obbiettivi programmatici del movimento operaio; la giornata lavorativa viene ridotta a 8h e
viene istituita la giornata mondiale per la difesa dei lavoratori il 1^ Maggio. Nello stesso anno, durante un
nuovo congresso a Bruxelles, diedero vita alla seconda internazionale socialista (la prima viene sciolta nel
1876), la quale si connotò per un’impronta marxista escludendo gli anarchici. Si manifestarono 2
orientamenti: uno democratico-riformista con a capo Bernstein e uno rivoluzionario con a capo Lenin. Sorel
diventa esponente del sindacalismo rivoluzionario e ispirerà figure come Mussolini.
La Chiesa si impegna socialmente attraverso società di mutuo soccorse, casse rurali dopo la Rerum
Novarum di Leone XIII. Proprio in quegli anni si sviluppano tendenze moderniste (Modernismo) verso gli
studi biblici, puntando sull’applicazione di analisi critico-scientifica alle sacre scritture.
Nascono movimenti nazionalisti, oppositori dell’internazionalismo socialista, muovendosi verso prospettive
democratiche e liberali. Si inizia a parlare di difesa degli interessi nazionali e nascono correnti come il
Romanticismo, il Razzismo , le componenti razionali della psicologia cognitiva. La presunta presenza di razze
pure spinge etnie a reagire e unificare sotto uno stesso territorio etnie uguali (es. pangermanesimo o
panslavismo). Cresce sempre di più l’antisemitismo e il sionismo, puntando a creare uno stato ebraico in
Palestina. Le correnti nazionalistiche manifestano antipatia verso le conquiste e si instaura una fase
pessimista.
In questo quadro si posero le basi per lo scoppio della prima guerra mondiale.
Russia e popoli slavi. Oltre a un potenziale rafforzamento delle correnti nazionalistiche, ci furono crescenti
conflitti di nazionalità nell’Austria-Ungheria. Impero fortemente caratterizzato da una mescolanza di etnie,
tra le quali si distinguevano i popoli Slavi. Essi erano attratti dallo stato serbo, che puntava a diventare una
piccola Prussia. Quanto alla Russia era la potenza più arretrata e prevalentemente agricola. La parte operaia
era profondamente influenzata dal partito social democratico del 1898, che si divise in tendenza riformista
( Menscevico) e tendenza rivoluzionaria (Bolscevico) . Tra i contadini, invece, riscuoteva successo il partito
socialista rivoluzionario del 1900. Nel 1905 avvenne una rivoluzione russa, a causa di una guerra contro il
Giappone provocando ulteriore peggioramento della situazione economica russa. A Pietroburgo un corteo
di 150000 persone si diresse verso il Palazzo d’Inverno, residenza imperiale, chiedendo migliori condizioni
sociali ed economiche e maggiore libertà politica. La reazione violenta delle autorità provocò 2000 feriti e
morti, scatenando case di ammutinamento e rivoluzioni in tutto il paese. Si creò una situazione di quasi
anarchia e nacquero nei centri industriali i Soviet, consigli rivoluzionari formati da operai. Il Soviet
principale fu quello di Pietroburgo e funse da guida per gli altri. Alla fine del 1905 , con la firma della pace
con il Giappone e il rientro dei militari, la situazione fu ristabilita. Lo Zar si impegnò a convocare per la
prima volta un’assemblea rappresentativa parlamentare, chiamata Duma del 1906. I menscevichi furono
favorevoli, mentre i bolscevichi continuavano a puntare alla rivoluzione. Essa si rivelò uno strumento molto
povero di potere politico.
Francia. I Francesi non si erano ancora ripresi dalla sconfitta franco-prussiana del 1870 e si instaurava
sempre più la tendenza al revanchismo.
Germania. Assunse una politica sempre più restrittiva con l’ascesa di Guglielmo I, che mirava a un
rafforzamento militare e a superare la Gran Bretagna in una lotta navale. Inoltre si aggiunsero questioni sui
possedimenti africani, soprattutto in Marocco, ambito sia dalla Francia che dalla Germania.
L’impero ottomano, da tempo in decadenza, vide nel 1908 l’instaurarsi della rivoluzione dei giovani turchi,
costituita da intellettuali e ufficiali aspiranti a una modernizzazione dell’impero. Di questa debolezza ne
approfittò l’Austria-Ungheria, che si annesse la Bosnia e l’Erzegovina, provocando attriti con la Serbia
aspiratrice di diventare u punto di attrazione delle popolazioni slave.
In Italia Giolitti era presidente del consiglio e nel 1911 fu spinto a muovere un’impresa coloniale contro la
Tripolitania (Libia), ricca di stabilimenti minerari e appartenente all’Impero Ottomano. L’età giolittiana (15
anni) subentrò dopo la crisi di fine secolo, durata 4 anni dalle dimissioni di Crispi per la vergogna subita
nella sconfitta di Adua. Le popolazioni lottavano contro una situazione economica e sociale sempre
peggiore e il governo aveva timore di una rivoluzione da parte dei socialisti. Nella parte politica liberale si
proporranno norme stringenti per contenere le proteste. Nel Maggio del 1898 Milano fu sede di tumulti
molto gravi, in cui la popolazione chiederà un miglioramento delle condizioni, tant’è che il governo affidò la
situazione al generale Beccaris, il quale sparò sulla folla. Questo passaggio ebbe conseguenze, perché il
generale venne onorato della croce di grande ufficiale dei Savoia da parte del re Umberto. Il generale
Pelloux colse la situazione di fermento presentando decreti per limitare ulteriormente le libertà del
popolo. I provvedimenti non vennero approvati, ma la situazione rimase tesa e nel 29 Luglio 1900
l’anarchico Bresci uccise il re Umberto I per vendicare i morti di Beccaris. Con il 1901 e 1903 il paese entra
nella nuova fase politica di Giolitti. Nel 1901 in nuovo re Vittorio Emanuele III chiamò al governo Zanardelli,
esponente della sinistra storica, che nel 1903 elesse Giolitti presidente del consiglio fino al 1914. L’azione di
governo puntava a un riformismo liberale per garantire ordine e stabilità senza reprimere con forza le
proteste sociali. La sua politica riuscì ad assecondare il processo di crescita economica, tramite una serie di
riforme per aiutare il movimento operaio . Lo Stato non poteva intervenire nella dialettica capitale-lavoro,
migliorando anche le retribuzioni dei lavoratori stessi. Uno dei segnali significativi dell’azione riformista
senza scontri fu la proposta a Turati , leader dei socialisti, di entrare nel suo governo senza successo. In
occasione del grande sciopero nazionale dei lavoratori del settembre 1904, si manifestò la strategia
giolittiana priva di intervento dell’esercito. Giolitti nella strategia inclusiva , cercherà anche di tendere la
mano al mondo cattolico, dove la carica del non expedit si stava affievolendo di fronte alla nascita del
partito socialista. Tra il 1905 e il 1909 si esprime la massima azione giolittiana; all’interno del partito
socialista, le tendenze rivoluzionarie sembrano affievolirsi. Giolitti cercò di migliorare l’impianto
infrastrutturale, riscattando la statalizzazione di tutte le principali linee ferroviarie private. Inoltre attuò
provvedimenti nel campo sociale del lavoro, come l’imposta del limite orario di 12h al giorno e dell’età
minima a 12 anni. Venne introdotto il riposo festivo e il divieto del lavoro notturno per donne e bambini. Il
diritto di sciopero venne esteso a tutti i settori e venne introdotta la legislazione per la prevenzione degli
infortuni. Per quanto riguarda l’economia, ci fu un tentativo di risanamento dei conti pubblici cercando di
abbassare i tassi di interesse sui titoli di stato. La moneta venne rafforzata e la banca d’Italia assunse il ruolo
di ente d’emissione. Si approvò una legislazione speciale per il sud, tentando di favorire la crescita
economica del mezzogiorno. Nel 1908 la Sicilia fu colpita da un terribile terremoto e maremoto e venne
attivato un sistema di protezione civile. I provvedimenti giolittiani andavano ad influire su un paese
instabile e in quegli anni l’Italia conobbe la maggiore fase di emigrazione. Una delle critiche mosse
all’attività di Giolitti è di aver favorito uno sviluppo industriale al nord a spese del sud. Salvemini definirà
Giolitti come ministro della malavita. Con le elezioni del 1909 il sistema di equilibro si affievolisce e iniziano
a manifestarsi tendenze nazionaliste, ritenenti che l’Italia debba porsi obbiettivi più alti (D’Annunzio,
Corradini). Questi settori e le banche cattoliche, che avevano iniziato ad investire in Africa, lo spinsero a
guardare verso una prospettiva coloniale al di fuori del paese. La retorica guerresca di D’Annunzio sfocerà
alla prima guerra mondiale spingendo le folle a combattere. Le pressioni condussero Giolitti alla guerra
coloniale di Libia tra il 1911 e il 1912 contro l’Impero Ottomano. Il conflitto vide la messa in scena di
tecnologie, che portarono al successo del governo italiano che si assicurò il possesso della Cirenaica, della
Tripolitania e di Rodi. Da un punto di vista economico e politico fu un fallimento, perché i territori erano
poveri e fomentò la polemica nel partito socialista nel congresso del 1919 a Reggio Emilia, dove il partito si
divise in due con il trionfo dell’ala massimalista. Mussolini avrà grande visibilità in quell’occasione. Tra le
ultime riforme in ambito legislativo, Giolitti diede vita a una nuova riforma elettorale del 1912, la quale
sanciva il suffragio universale maschile, di coloro con più di 21 anni e per gli analfabeti solo se avessero
prestato servizio militare o avessero compiuto i 30 anni. L’anno successivo si presentò alle elezioni con un
improvviso ingresso di classi sociali medio-basse e strinse rapporti con il mondo cattolico, anch’esso
timoroso del potere socialista. L’intreccio di interessi portò al patto del conte Gentiloni, con il quale si
sottoscrissero accordi pre-elettorali promettendo il voto cattolico a patto che gli esponenti liberali non
portassero avanti leggi contro gli interessi della chiesa. Con questo fatto si superò il non expedit e 220
deputati liberali furono eletti, anche se i gruppi liberali conservatori stavano acquisendo potere.
Nel 1912, altri stati balcanici (Serbia, Montenegro, Grecia e Bulgaria) si coalizzano e sconfiggo nuovamente
l’Impero Ottomano, che perse tutti i possedimenti in Europa. Questo fatto passerà alla storia come la Prima
Guerra Balcanica. Al momento della spartizione dei territori conquistati scoppia la Seconda Guerra
Balcanica , la quale porterà alla sconfitta della Bulgheria. La Serbia rafforzata era molto temuta dall’Austria.
Gli Stati Uniti conoscono una crescita industriale e militare, assumendo un ruolo da protagonisti. Essi
iniziarono a manifestare un atteggiamento baldanzoso con la dottrina Monroe, enunciata dal quinto
presidente, il quale stabiliva che non avrebbero accettato intromissioni nel continente e escludevano la
volontà di intromettersi nelle dispute europee. Sotto la presidenza del repubblicano Roosevelt nel 1901 si
iniziò a guardare all’oceano pacifico, dando alla politica una connotazione aggressiva fino all’ascesa del
democratico Wilson.
In Giappone la riforma interna, guidata dall’estromissione del potere dello Shogun porterà lo stato a fare un
salto notevole, presentandosi all’inizio del 1900 come una grande potenza. Anche la Cina, entità fino ad
allora poco conosciuta, iniziò ad entrare nella geopolitica occidentale. Il pericolo si verificò quando il
Giappone volle espandersi a nord-est verso i territori cinesi, spaventando Cina e Russia. L’iper attivismo
politico portò nel 1903 a un accordo con la Russia per spartirsi i territori della Manciuria , dal quale scaturirà
una guerra Russo-Giapponese dal 1904 al 1905. Il conflitto si rivelò negativa per i russi, più arretrati, e si
concluse con il possesso del Giappone sulla Manciuria e un protettorato sulla Corea. Gli europei erano
spaventati dai risultati della guerra, perché dopo si stava verificando nuovamente ciò che era accaduto
nella sconfitta di Adua, dove un esercito di colore sconfisse uno bianco.
All’indomani dello scoppio della guerra, l’Italia si dichiarò neutrale, anche se, con l’andare del tempo, il
fronte interventista acquisì sempre più potere e mobilitarono l’opinione pubblica contro le decisioni del
governo. L’interventismo andava in due direzioni, un ingresso verso l’alleanza e uno verso l’intesa, portato
avanti dalla sinistra. Esso riteneva che la guerra contro l’Austria avrebbe finalmente concluso il processo
risorgimentale aiutando le nazionalità oppresse, quali il Trentino. L’interventismo di destra dei nazionalisti,
invece, portavano avanti un’idea di guerra come necessaria per un cambiamento profondo nel paese dopo
Giolitti, neutralista. Nell’aprile del 1915 il presidente del consiglio e il ministro degli esteri, con l’appoggio
del re, firmarono segretamente il patto di Londra, stabilendo l’entrata in guerra al fianco dell’Intesa. Il 23
Maggio dichiarò guerra all’Austria, mobilitando la produzione industriale verso una riconversione delle
aziende. A livello sociale ebbe grande impatto l’ingresso femminile nell’industria.
Il 1917 fu un anno importante sia per i fronti internazionali, con l’entrata in guerra degli stati uniti e la
rivoluzione russa, sia sul fronte italiano.
La rivoluzione Russa si verificò in 2 fasi, una più moderata portata avanti dai Soviet operai, come era
successo nel 1905, e l’altra più aggressiva. Gli operai di Pietro grado portarono avanti una manifestazione
contro lo zar, conducendo la Russia, colosso arretrato economicamente, a sottoporsi alla guerra con una
situazione interna molto pesante. L’esercito rifiutò di reprimere con durezza le manifestazioni e lo zar
Nicola II fu costretto ad abdicare, insediando un governo provvisorio nel Marzo. Le tendenze liberal
democratiche erano propense a continuare il conflitto, mentre quelle dei soviet iniziarono a trattare con le
altre potenze e a pensare all’uscita dalla guerra, accettando le clausole . Nel frattempo Lenin, capo del
partito social democratico, rientrato dalla Svizzera , proclama le tesi di Aprile, 10 punti programmatici
prevendenti la strategia da attuare. Innanzitutto bisognava porre fine alla guerra, passare alla seconda fase
rivoluzionaria con potere ai soviet, confiscare le grandi proprietà fondiarie e trasformare il partito social
democratico in quello comunista. La fase più aggressiva, invece, si verificò nella notte tra il 6-7 Novembre
(per i russi il 25 Ottobre ) i bolscevichi portarono avanti un’insurrezione e un governo rivoluzionario guidato
da Lenin, assumendo il controllo del Palazzo d’Inverno. Trotskij venne nominato commissario alla guerra e
Stalin commissario alle nazionalità. Il consiglio dei commissari del popolo dispose la legalizzazione
dell’occupazione delle terre da parte dei contadini, l’esproprio senza indennizzo delle grandi proprietà
fondiarie, nazionalizzazione delle banche, il controllo operaio sulle imprese industriali, costituzione di
tribunali del popolo, controllo sulla stampa, divieto di sciopero e militarizzazione della società. Le elezioni
dell’assemblea costituente , che seguirono, non fu un successo per i bolscevichi tant’è che Lenin la sciolse e
delineò 2 organi: i Soviet e il Partito. Egli firmò l’armistizio con l’Austria e la Germania, che si sposteranno
in Italia. Il 3 Marzo del 1918 venne firmata la pace, con la quale la Russia perse territori. La guerra peggiorò
la struttura già arretrata e provocò un peggioramento delle classi, un aumento delle diserzioni nell’esercito
e favorì un implosione delle società inglobate nell’impero. Il regime era instabile e all’interno del paese si
scatenò una guerra civile tra nazioni. Successivamente venne introdotta la NEP (nuova politica economica)
nel 1921, come risposta alla situazione di crisi, la quale prevedeva : la fine delle requisizioni obbligatorie dei
generi alimentari, possibilità per i contadini di vendere una parte delle proprie merci e riapertura dei negozi
al dettaglio, maggiore libertà per i sindacati, fine della militarizzazione della società e ripristino di libertà
nella piccola industria, affidata ai vecchi proprietari espropriati. Seguì un miglioramento delle condizioni dei
contadini e le nazionalità perse , che diventarono stati autonomi, furono in parte riconquistate. Il 30
Dicembre 1922 entrò in vigore una nuova costituzione, la quale prevedeva l’istituzione di uno stato federale
formato da 12 repubbliche socialiste chiamato Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (URSS). Al
partito comunista, CUS, vennero attribuiti pieni poteri in una forma di dittatura e divenne l’esempio per
altri partiti comunisti europei. Sin dal 1919, su impulso di Lenin, fu fondato un organismo di collegamento
nazionale per tutti i partiti che si ispiravano al modello russo, chiamato Internazionale Comunista (terza
internazionale). Stalin fu nominato segretario del partito comunista, passaggio importante che si incrociò
con l’ictus di Lenin, con il quale si intaccò la guida al paese. Aumentarono i dissensi tra Trotskij, favorevole
ad estendere il processo rivoluzionario agli altri stati europei e Stalin, portatore di socialismo in un solo
paese.
Il 6 aprile gli Stati Uniti, grande potenza commerciale , dichiararono guerra alla Germania perché i
sottomarini tedeschi avevano iniziato a intaccare quelle americane, che approvvigionavano l’Intesa. Guidati
dal presidente Wilson, l’intervento americano era volto a creare un sistema internazionale per evitare una
guerra simile in futuro. Le linee ispiratrici vennero definite in 14 punti, tra cui la costituzione della società
delle nazioni, una riduzione del livello generale degli armamenti e il rispetto delle nazionalità.
In Italia, il papa Benedetto XV invitò i paese belligeranti a mettere fine all’inutile strage, definizione spesso
rievocata che portò a definire il pontefice “papa della pace”. Il 24 Ottobre un’armata austriaca e 7 divisioni
tedesche, orientate sul fronte italiano, attaccarono le linee italiane a Caporetto. L’urto provocò un
gravissimo sbandamento dell’esercito per due settimane e fu la prima volta che si verificò uno
sfondamento. Cadorna, capo dell’esercito, viene sostituito dal generale Diaz, il quale dimostrò una
concezione più moderna nella psicologia dei soldati. Venne creato un servizio di propaganda per lavorare
sulla psicologia dei soldati l fronte, favorendo una coesione patriottica nella difesa dei territori italiani. Con
l’ottobre del 1918 gli italiani lanciarono una potente difensiva sul Piave , nella la vittoria di Vittorio Veneto.
Il 3-4 Novembre fu firmato l’armistizio con l’Austria.
Nel 1918 in Germania si propagò un moto rivoluzionario social democratico che porterà alla nascita di un
nuovo governo, segnando la caduta del kaiser, costretto a fuggire con l’imperatore austriaco. L’11
Novembre sarà costretta a firmare l’armistizio e a sottoporsi a condizioni durissime: restituzione unilaterale
dei prigionieri e riparazioni di guerra .
Le trattative di pace avvennero il 18 Gennaio 1919 a Versailles, entro le quali si deve ridisegnare la mappa
della nuova Europa con il crollo dell’impero Austriaco, Ottomano, Russo e Tedesco. Inizialmente si posero
come punti di partenza quelli di Wilson, ma al momento delle decisioni fondamentali, essi cominciarono a
saltare. Nacquero piccole repubbliche, come quella di Weimar e di Ungheria, che non si ritaglieranno più un
ruolo di primo piano nelle vicende internazionali. La nuova Polonia ebbe territori sia dall’impero Russo, che
da quello tedesco; Slovacchi e Boemi confluiranno nella repubblica di Cecoslovacchia ; i Croati, gli Sloveni,
gli abitati della Bosnia Erzegovina , di Serbia e quelli del Montenegro diedero vita alla Jugoslavia
(panslavismo). L’impero ottomano si trasformò nello stato nazionale della Turchia e uscì dal panorama
europeo. La neonata società delle nazioni, che si poneva l’obbiettivo di riconciliare i paesi nel caso di un
altro conflitto, escluse inizialmente i paesi sconfitti (Russia) e proprio i fondatori (USA) non ne fecero parte,
perché il nuovo presidente portò avanti una politica isolazionista.
La Germania subì l’abdicazione del kaiser e la proclamazione della repubblica con la lega di Spartaco, che
parteciperà alla fondazione del partito comunista. Esso mirò a una rivoluzione contro il governo di Berlino
sul modello sovietico. Le prime elezioni del dopo guerra vedranno la vittoria di due grandi partiti di massa :
il social democratico e quello cattolico (zentrum). Nell’agosto del 1919 lo stato divenne una repubblica
federale, costituita di 17 nazioni e un sistema parlamentare classico. Le pesanti riparazioni imposte dai
trattati di Versailles accentuarono l’odio dei nazionalisti contro il nuovo stato, insieme alla crisi economica,
all’inflazione e alla povertà. Nacque anche il partito nazional socialista tedesco dei lavoratori, fondato da
Hitler, che si avvalse di squadre armate (sessioni di assalto). Questi squadristi tenteranno nel novembre del
1923 un colpo di stato e nel 1925 fu pubblicato il “Mein Kampf”, dove venne riassunta la dottrina nazional
socialista. Essa prevedeva la superiorità del popolo tedesco, la necessità di conservare la purezza della razza
ariana contro le contaminazioni e l’essere antagonista rispetto alle tendenze dell’epoca. Alle SA vennero
affiancate le SS (squadre di difesa) e nel frattempo il cancelliere tedesco tentò di stabilizzare la situazione
nel paese grazie a prestiti dagli USA. Nel 1925 firmò il trattato di Locarno, ottenendo la possibilità di aderire
alla società delle nazioni.
L’Inghilterra perse il peso specifico nel dominio marittimo e in quello commerciale, superata dagli Stati Uniti
e dal Giappone. Alcuni possedimenti coloniali si trasformeranno in domini (dotati di autogoverno) oppure
otterranno l’indipendenza.
La Francia uscì dal conflitto con l’obbiettivo di punire la Germania, tramite acquisizioni territoriali in Africa e
la ripresa dell’Alsazia e della Lorena. Ottenne anche un mandato speciale sulla Siria e sul Libano.
Gli Stati Uniti irrisero nella politica europea, anche se i punti di Wilson non ottennero successo nelle
potenze vincitrici. La vittoria dei repubblicani andava verso una crescente isolazionismo e espansionismo
della potenza nel pacifico. L’esplosione della capacità produttiva del paese andrà ad intaccare anche i paesi
europei. Venne attuata una dura politica di controllo su movimenti che potessero alterare equilibri interni.
Frattura all’interno dei partiti socialisti e nascita del movimento fascista, che si alimentò con la situazione di
povertà dell’epoca. Il 23 Marzo 1919 nacque il movimento dei fasci di combattimento in un teatro
milanese, nei pressi della piazza di San Sepolcro. I sansepolcristi erano ex combattenti, futuristi,
anarcosindacalisti, con in comune la maturazione di malcontento per la situazione italiana dell’epoca. Il
movimento eterogeneo era guidato da Benito Mussolini, nato a Predappio nel 1883 figlio di fabbro
socialista, uomo condizionato da Sorel. Nel 1912 diventò direttore dell’”Avanti”, organo fondamentale del
partito socialista fino alla conversione al partito interventista. Fondò un nuovo giornale chiamato “il popolo
d’Italia”, che assumerà connotazioni guerresche e sarà voce dell’applicazione della violenza alla lotta
politica. Il programma politico era una miscela confusa di postulati diversi come la lotta alla monarchia, alla
chiesa, il suffragio universale anche femminile, la partecipazione degli operai alla gestione delle aziende,
terra ai contadini, riduzione degli orari di lavoro e rivendicazione di Fiume e della Dalmazia. I fascisti
intendono capovolgere una società affetta da difetti congeniti, come il parlamentarismo, trovando
l’appoggio di forze conservatrici spaventate da movimenti operai. Di fronte alla nascita di nuovi partiti di
massa , i proprietari terrieri e gli industriali individuarono nei fascisti un’opportunità antisocialista. Inoltre il
timore sociale di una rivoluzione, come quella bolscevica, condusse a un maggiore appoggio per questo
partito che prometteva ordine e disciplina. Ad alimentare la paura per una rivoluzione fu il fenomeno di
proteste e occupazione delle fabbriche, che passò alla storia come biennio rosso. In alcuni grandi centri
operai del triangolo industriale, militanti socialisti, riuniti attorno alla rivista “L’ordine nuovo”, danno vita a
uno sciopero generale guidato dai consigli di fabbrica. Da quel momento saranno gli stessi operai a gestire
l’azienda, comportando una vera e propria occupazione. Prese piede il mito della vittoria mutilata,
sensazione di aver ottenuto molto meno di quello che era stato promesso dalle altre potenze. Ciò condurrà
all’impresa di Fiume guidata da D’Annunzio con una legione di 9000 volontari irredentisti con l’obbiettivo di
annettere la città all’Italia. Venne instaurato un governo e una carta costituzionale con programma
corporativista e nazionalista. Si manifestò, inoltre l’insofferenza di soldati, che si ritrovarono nel
dopoguerra senza un ruolo preciso nella società. Dopo la corsa alla produzione durante la guerra, si verificò
una riduzione delle commesse con aumento della disoccupazione e deficit della bilancia commerciale alto.
Il 1919 fu la prima volta in cui le elezioni avvennero con il sistema proporzionale, il quale garantisce un
parlamento proporzionale ai voti ottenuti, sottolineando l’oggettiva debolezza della classe dirigente
liberale, che aveva guidato il paese nel periodo risorgimentale. Si presentarono due partiti di massa: il
partito socialista, che poteva avvalersi del mito della rivoluzione russa e il partito popolare italiano, fondato
dal sacerdote Sturzo. Esso segnò la definitiva abolizione del non expedit (divieto papale di partecipazione al
voto per la comunità religiosa) ed era fondato sui principi della chiesa. Giolitti tornò al governo e cercò di
applicare nuovamente la strategia del decennio precedente , riuscendo a gestire la questione di Fiume con
il trattato di Rapallo, il quale la denominava città libera e indipendente e proclamava la rinuncia dell’Italia
sulla Dalmazia. Cercò di migliorare il bilancio , colpendo i redditi più elevati e le classi sociali arricchitosi
nella guerra. Le sedi liberali e dei due partiti di massa iniziarono a colpire quelle dei quotidiani che erano
voce di rivoluzioni; Giolitti sottovalutò il fenomeno cercando di utilizzarli a proprio vantaggio al posto di
combatterli. Nelle elezioni anticipate del 1921 si presentarono candidati fascisti e i partiti di massa si
rafforzarono, sconfiggendo Giolitti. Avvenne una scissione nel partito socialista, che condurrà alla nascita di
quello comunista.
Una delle tante manovre attuate da Mussolini consistette nel far passare un fascismo nella prospettiva della
rivoluzione e della tradizione allo stesso tempo. Trasformò un movimento in partito (se nella domanda
chiede il movimento nasce nel 1919, mentre il partito nel 1921). Il 28 Ottobre 1922 Mussolini organizzò la
marcia su Roma, azione di 4 quadrumviri militanti fascisti nel confluire verso la capitale per costringere il re
a decidere tra la firma dello stato di assedio, reprimendoli con l’esercito, o l’investimento sul leader di quel
movimento. Dopo la fiducia del re ai fascisti, la lista dei ministri era costituita da 4 fascisti, 4 liberali, 1
nazionalista, 2 popolari e personaggi dalla società civile, come il filosofo gentile e il generale Diaz. Il
programma puntava al:
- Approvazione della Legge Acerbo nel 1923, dal nome del promotore, che introduceva un sistema
elettorale proporzionale con premio di maggioranza. Chi avesse avuto la maggioranza relativa
avrebbe ottenuto il 2/3 dei seggi complessivi in parlamento. Il 6 Aprile 1924 avvennero ulteriori
elezioni anticipate, che favorirono il partito fascista, il quale ottenne il 65% dei voti complessivi. La
situazione ingiusta venne denunciata da Matteotti , esponente del partito socialista, il quale venne
ucciso in un omicidio di stato. Il gesto innescò un meccanismo nell’opinione pubblica non fascista,
che aveva comunque individuato un’utilità nel partito fascista, tanto che i giornali liberali, iniziali
sostenitori, si tirano indietro. Il secondo discorso di Mussolini fu quello del 3 Gennaio 1925, nel
quale si attribuì la responsabilità politica di quello che era successo e rilanciò affermando che la
situazione verrà chiarita su tutta l’area nelle successive 24h. I deputati della residua opposizione
abbandonarono l’aula parlamentare e costituirono la secessione dell’Aventino, riunendosi a parte.
Da quel discorso prenderà il via l’attività politica, che condurrà alla vera e propria creazione del
regime fascista a partire dal 1926 con l’attuazione delle leggi fascistissime. Esse prevedevano:
*lo scioglimento di tutti i partiti non fascisti.
*l’ abolizione dei sindaci sostituiti dai podestà.
*fine della libertà di associazione.
*decadenza dei deputati dell’opposizione.
*istituzione di tribunali speciali con rete di investigazione politica e organizzazione OVRA, costituita
da polizia segreta che mise in atto una grande opera di spionaggio portando terrore nel paese.
- Approvazione Patto di Palazzo Vidoni, accordo che prevedeva il riconoscimento dei sindacati fascisti
e della confederazione dell’industria sotto un unico soggetto. Mussolini creò una serie di istituzioni
le quali si proposero di andare incontro ai cittadini, come l’opera sociale del dopo lavoro,
organizzando il tempo libero sotto l’ideale fascista. Anche l’opera nazionale di maternità e infanzia
era volta ad assistere le madri nella crescita dei propri figli e l’opera nazionale balilla,
organizzazione della gioventù italiana dai 6 anni in poi preparandoli alla logica fascista. Vennero
attuate opere pubbliche come la bonifica di paludi, la creazione di città nuove , il tentativo di
sfruttamento delle risorse interne nella logica dell’autarchia (l’Italia avrebbe dovuto fare da sola
senza dipendere da altre potenze) e l’apparato di controllo della stampa e della radio. Anche se non
previsto nello statuto albertino, venne fondato il grande organo del gran consiglio del fascismo nel
1928, il quale doveva diventare il supremo organo politico del paese. Il mondo culturale e
intellettuale non si schierò dalla parte fascista e per molto tempo il partito venne definito
ignorante. Gentile chiese al mondo intellettuale di firmare il manifesto degli intellettuali fascisti, al
quale Croce risponderà con il manifesto degli intellettuali anti fascisti, firmato da molte persone di
grande spicco. Agli inizi degli anni 1930 fu imposto ai docenti universitari di firmare un giuramento
di fedeltà al regime. Mussolini investì molto in opere culturali, quali l’Accademia d’Italia e
l’Enciclopedia Treccani, composta da una serie di voci monografiche che raccoglievano il contributo
dei maggiori esperti italiani.
- Investimenti nella battaglia demografica , che determinava la potenza di un popolo in base al
numero di cittadini.
- Firma dei Patti Lateranensi, firmati l’11 Febbraio 1929 per porre fine alla questione Romana. Essi
comprendevano 3 documenti: il trattato, che prevedeva il reciproco riconoscimento di Stato-
Chiesa; la convenzione finanziaria, conto che la Chiesa pose allo stato di quello che le era stato tolto
nel risorgimento (legge delle guarentigie); il concordato, accordo che avrebbe dovuto stabilire i
rapporti tra i due soggetti. Quest’ultimo segnò un intreccio tra sfera civile e sfera religiosa,
prevedendo: l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica esteso anche alle medie, il
riconoscimento civile del matrimonio religioso e esenzioni tributarie alla chiesa.
- Sul piano economico vennero stabiliti enti pubblici, come l’IMI (istituto mobiliare italiano) e l’IRI
(istituto di ricostruzione industriale), che sosteneva le imprese in difficoltà e portò a un
riconoscimento internazionale nella gestione delle variabili economiche.
- Sul piano politico gli anni 1930 si presentarono con esperimenti che si ispiravano al modello fascista
in altri stati europei. Il rafforzamento dell’immagine internazionale di Mussolini, lo resero un
interlocutore importante nel momento in cui nel 1933 salì al potere Hitler. Nella conferenza di
Stresa manifestò la capacità di mediazione tra le potenze internazionali e all’indomani portò avanti
l’impresa coloniale in Etiopia nel 1935. Proposta fuori luogo perché in tutt’Europa iniziava a
manifestarsi lo spirito decolonizzatore e l’Etiopia faceva parte della società delle nazioni. Mussolini
era intenzionato a ottenere consenso internazionale dopo la sconfitta di Adua e a mettere in atto
un’ opera propagandistica. Inoltre l’Etiopia era divisa in mussulmani e cristiani ortodossi , dunque la
chiesa avrebbe potuto iniziare un processo di cattolicizzazione dell’Impero. Tramite strumenti
avanzati, il fascismo riuscì a vincere l’impresa.
In Europa le reazione alla crisi avvenne attraverso politiche deflazioniste, l’aumento del prelievo fiscale e
politiche protezionistiche. In Italia trovò ampia azione l’autarchia, riducendo al massimo le importazioni e
producendo quello che serve nel paese. La crisi condusse a:
Nel corso degli anni 30 la democrazia in Europa conosce uno dei suoi periodi più bui con la nascita di
totalitarismi. A essere coinvolti in forme di governo autartico furono l’Italia, l’Austria, la Grecia, il
Portogallo e Spagna e si fece strada la convinzione che i governi democratici fossero troppo deboli per
tutelare gli interessi nazionali. I fascismi sembravano capaci di cogliere i tratti di una nuova società di massa
costituita da propaganda e da un approccio totalizzante sull’individuo. In Germania gli effetti della crisi
furono particolarmente gravi, perché gli Stati Uniti furono i principali sostenitori economici dopo la guerra.
Sono anni caratterizzati da una gravissima disoccupazione, che coinvolse anche ceti medi portando allo
scoppio di conflitti sociali. I partiti estremi, invocatori della revisione dei trattati di pace di Versailles, si
avvantaggiarono mentre il centro cattolico e social democratici ebbero più difficoltà. Presero piede il partito
comunista e quello nazional socialista di Hitler. Nelle elezioni del 1930 quest’ultimo, che portò avanti una
campagna propagandistica molto viva, ottenne grande consenso. Nel 1932 ci furono le elezioni
presidenziali dove i cittadini rinnovarono la fiducia al maresciallo Hindenburg, che godeva di rispetto nel
mondo burocratico e militare. La linea politica fu fortemente conservatrice, appoggiata dal centro cattolico
verso una direzione iper conservatrice e autoritaria. Il cancelliere Von Papen si dimesse e nominò Hitler,
che divenne cancelliere il 30 Gennaio 1933. Come in Italia si assistette a un tentativo di istituzionalizzare un
leader che avrebbe portato ordine nel paese. La sera del 27 febbraio 1933 il palazzo del Reichstag fu
bruciata e l’evento sconvolse l’opinione pubblica con attribuzione della colpa a un militante comunista.
Hitler sfruttò l’occasione e pretese nuove elezioni. Hitler chiede nuove elezioni attribuendo tutte le
responsabilità al partito comunista (opposizione di sinistra) , il 5 marzo 1933 si va ai voti. Sono elezioni che
si svolgono con uno stesso clima di quello che si era svolto in Italia nel 1924 (grave situazione di tensione
del paese che danno al partito nazionale socialista il 44% dei voti, l’8% al partito nazionale che era un
alleato del partito nazionale socialista e Hitler ha la maggioranza dei voti). Per 4 anni a Hitler furono affidati
pieni poteri per uscire dalla crisi del paese. Questo clima che favorisce l’ascesa non altera una classe
costituzionale che fu rispettata. Hitler in meno di un anno creò la struttura di quello che passerà alla storia
come III Reich . Hitler nel giro di poco tempo dispone una serie di misure che porta di fatto : -all’abolizione
dei singoli staterelli (Länder) che componevano la federazione tedesca ; -tutti i partiti vengono dichiarati
fuori legge tranne quello nazional-socialista (partito unico come in Italia) ; -i sindacati vengono aboliti
tranne quelli ascrivibili al partito nazionale socialista ; -totale controllo del governo sulla cultura e
sull’informazione (verrà creato un ministero della cultura popolare) ; -inquadramento delle masse
attraverso organizzazioni di regime (secondo fasce d’età in modo di fare emergere le popolazioni in questo
nuovo clima) ; -regolamento di conti interno , dove convivano le SA ( squadre d’azione) guidate da Rom e le
SS guidate da Himmer . Ci sarà un regolamento di conti fra di loro che passerà alla storia come “la notte dei
lunghi coltelli” (29\30 maggio 1934) , molti leder dell’organizzazione paramilitare delle SA furono assisiati ; -
poteri illimitati alla polizia segreta chiamata GESTAPO (nata nel aprile del 1933), che sarà una polizia molto
attiva nella repressione del dissenso. Già nel marzo del 1933 furono creati dei Lager dove vennero rinchiusi
tutti gli oppositori politici alla nazional socialista (sindacalisti, esponenti della sinistra comunista …) Le
promesse di Hitler : -porre fine al discontento\disordine nazionale ; -ridar prestigio internazionale alla
Germania dopo l’umiliazione dei trattati di Versailles; -abbattere il modo d’intendere la democrazia come
precedentemente si faceva (incapaci di difendere i diritti sacri del popolo) ; -bisognava riguadagnare
prestigio internazionale, riprendendosi quello che alla Germania spettava (Alsazia e Lorena ma non solo) ; -
ricongiungere tutte le popolazioni tedesche comprese in altri stati (Pangermanesimo); -esaltazione del
uomo eletto (farsi chiamare Fuhrer -> Duce) ; -elaborazione più netta del mito della razza ariana, ma ci sono
altre razze inferiori (la peggiore delle quali è quella ebraica) . Hitler fu molto abile a indirizzare il
malcontento che covava verso un nemico (gli ebrei). Ci furono delle dottrine razziste sostenute dal nazismo
e da molti scienziati intellettuali tedeschi che fornirono delle competenze pseudo scientifiche. Ci furono
esperimenti folli che connotarono l’esperienza nazista nel campo della ricerca genetica tesi per esempio al
miglioramento genetico della specie umana (le persone considerate di razza inferiore, gli omosessuali …
furono impediti materialmente di procreare e adottate persone come “cavie umane”). Per quanto concerne
gli Ebrei già dal 1933 furono attuate i licenziamenti di dipendenti pubblici di razza ebraica e nel maggio del
1935 furono banditi dall’esercito , nell’estate del 1935 fu vietato l’ingresso degli ebrei nei ristoranti e negozi
tedeschi . Poi ci furono due leggi approvate nel settembre del 1935, chiamate leggi di Norimberga (che
danno esempio dell’accettazione del progetto antisemita nazista) , la prima delle due negava agli ebrei la
cittadinanza tedesca (venivano definiti come appartenenti allo stato ma non cittadini-> perdita di tutti i
diritti legati alla cittadinanza) invece la seconda legge proibiva il matrimonio tra ebrei e tedeschi (questo
avrebbe infettato la purezza della razza tedesca). Erano considerati tedeschi di pura razza tutti cittadini che
avevano tutti e quattro i nonni tedeschi, erano ebrei i cittadini che avevano tre o quattro nonni ebrei, chi
stava a metà era considerato di sangue misto. TUTTI I CITTADINI QUINDI VENGONO ETICHETTATI SECONDO
LA PROVENIENZA RAZZIALE. Nel novembre del 1938 l’assassinio di un funzionario tedesco dell’ambasciata a
Parigi da parte di un ebreo polacco, fu preso come pretesto per un operazione nazista in tutta la Germania ,
nella notte del 10 novembre 1938 furono uccise e assassinate decine di persone , radendo al suolo
Sinagoghe (tradizionali luoghi di culto per gli Ebrei) , devasti milioni di negozi e pestando i proprietari ,
passò alla storia come “notte dei cristalli” per le migliaia di vetrine infrante che erano state distrutte. Il 12
novembre del 1938 gli ebrei furono esclusi dalle scuole, l’avvio della d’esportazione nei campi di
concentramento e la definitiva arianizzazione dell’economia. Gli ebrei furino di fatto costretti a vendere ai
tedeschi a prezzi stracciatissimi le proprie attività commerciali ed economiche. Il Nazismo ebbe una sua
liturgia di massa laica fondata sulla supremazia della nazione , della razza ; in cui confluirono elementi che
andarono dall’occultismo all’esoterismo, astrologia (ben lontani da una prospettiva cristiana , ancora di più
cattolica)… Il Nazismo ebbe una sua liturgia di massa , i suoi simboli come la svastica e la croce inclinata
(non integrabili con i simboli della tradizionale religione cattolica). C’erano chiaramente delle regioni di urto
e d’incomprensione maggiore tra la dimensioni politica del nazismo e la dimensione religiosa della chiesa
rispetto al fascismo. Secondo i veridici della Santa sede il fascismo sarebbe stato un qualcosa con un volto
diverso rispetto al nazismo che era sicuramente qualcosa d’anti clericale , pagano. Invece il regime fascista
era un qualcosa di molto più integrabile con la tradizione cattolica romana. C’erano altri caratteri che in
qualche maniera avvicinavano idealmente i modelli propagandati dal nazismo e quelli della chiesa cattolica.
In Germania il mondo cattolico (e i cristiani in genere) vede come favore la nascita del nazismo rispetto alla
preoccupazione per il partito comunista e una certa tradizione anti semita covava in alcuni settori della
Chiesa Cattolica. Da un lato il nazismo era inconciliabile con la chiesa cattolica ma d’altra parte c’erano
alcuni aspetti che tutto sommato erano visti con un certo interesse. La chiesa cattolica in quel periodo
individua il nemico numero uno nel socialismo e comunismo , individuando in una serie di governi fascisti o
para fascisti una sorta di “male minore” (molto spesso la chiesa finì per scendere a patti con questi regimi).
In Germania non a caso, la chiesa cattolica stipulò con il regime Hitleriano un concordato, firmato nel aprile
del 1933. Anche la Chiesa protestante venne, in qualche maniera , a patti col governo Hitleriano ,
garantendogli un appoggio non indifferente. Hitler dopo la crisi del dopo guerra, si pone l’obiettivo di
risollevare l’economia tedesca soprattutto nel suo sistema industriale. Ci si può riprendere militarizzando
l’economia , Hitler passa attraverso una severissima disciplina nel campo del lavoro: divieto di sciopero ,
controllo della manodopera , inquadramento di tutti i lavorati nel sindacato unico (quello nazista) ,
militarizzazione delle aziende. Questo perché bisogna produrre tanto, bene e soprattutto certi prodotti utili
alla rinascita (soprattutto in armamenti, industria pesante e investimenti strategici per lo sviluppo
dell’industria). Hitler , in questa azione di militarizzazione dell’industria, godrà dell’appoggio di tutti i
maggior gruppi industriali tedeschi (Fier, Baier…) perché gli garantiva le merci nazionali ecc.… Crea
all’interno della Germania un clima di esaltazione nazionalista tale per cui riesce a far sentire tutti gli
abitanti tedeschi protagonisti di una rinascita. Hitler può contare sulla riduzione del prezzo delle materie
prime e c’è poi un massiccio intervento pubblico in economia. Con lavori pubblici, politiche autarchiche e ri
militarizza il paese (fregandosi delle imposizioni imposte alla Germania nel dopo guerra). In politica estera
Hitler dichiara che non si riconosce nelle clausole dei trattati sottoscritti dopo la I guerra mondiale. I suoi
obiettivi nuovi sono il recupero dei territori perduti e la costrizione di un grande impero tedesco sotto il
governamento della superiore razza ariana. Cosa fa a livello internazionale? -Nel 1933 firma un patto a 4
per il mantenimento della pace e la conservazione dei confini esistenti con Italia, Gran Bretagna e Francia
(segna la prima uscita internazionale di Hitler). Inoltre ritira la Germania dalla Società delle Nazioni. -Nel
1934 firma un patto di non aggressione con la Polonia , in funzione anti sovietica . -Nel 1935 denuncia
pubblicamente ciò che era stato imposto alla Germania con la forza nei trattati di Versailles, per esempio la
limitazione dell’esercito a 100 mila uomini . Quindi Hitler ricostruisce la flotta tedesca, introduce la leva
obbligatoria (tutti i maschi), il riarmo generalizzato e riannette nei confini tedeschi attraverso un plebiscito
la regione della SARS.
Lo stalinismo.
Ci sono forti caratteri di vicinanza tra Stalin e Hitler benché le due esperienze nascano in modi diversi.
Verso la fine del 1924 Stalin enuncerà la tesi del socialismo in un solo paese , in cui diceva: “prima di
estendere la rivoluzione e il modello socialista anche agli altri paesi, è necessario consolidare il regime
all’intento dell’Unione Sovietica”. Trotskij invece riteneva che il destino della rivoluzione pendesse dalla sua
capacità di non arrestarsi ma di coinvolgere i paesi più sviluppati dell’occidente (prospettiva della
rivoluzione permanente e generale). Trotskij viene progressivamente emarginato, messo in esilio prima in
Turchia , poi in Messico e successivamente viene assassinato (1940). Stalin si libera anche di possibili
disturbatori interni e darà vita di quella che diventerà una dittatura personale. Sotto la guida di Stalin
l’unione sovietica avvierà un processo di industrializzazione forzata (guidata dal partito comunista)
mediante una transizione di movimenti finanziari e di forza lavoro (dall’agricoltura all’industria, Stalin come
Hitler individua nell’industria pesante il settore da potenziare). La Nep (nuova politica economica introdotta
da Lenin) viene cancellata e sostituita dai “piani quinquennali” (nuova politica che viene inventata da Stalin
nel settore industriale), erano piani di sviluppo forzato dell’economia (nascevano da una militarizzazione
dell’economia) che avrebbero dovuto produrre secondo dei piani stabiliti dal centro. Fu inoltre imposta la
collettivazione forzata delle campagne. Sul modello tedesco Stalin avvia un’azione sistematica di
deportazione degli oppositori o di quelli che vengono considerati come nemici dello stato e della
rivoluzione . C’è l’introduzione del lavoro coatto per sostenere le grandi infrastrutture , molto spesso gli
oppositori vengono costretti a lavorare in maniera coatta per la costruzione di grandi infrastrutture
(ferrovie, autostrade) . C’è , come nel caso del nazional socialismo e del fascismo italiano, il tentativo di
andare incontro alle esigenze dei cittadini. Ad esempio con la creazione di un sistema pubblico di
previdenza sociale , d’istruzione obbligatoria, modello di assistenza sanitaria che avrebbe dovuto
contribuire a radicare meglio la coscienza di Stalin soprattutto nelle campagne. Era un progetto con due
risvolti opposti, da un lato trasformare l’arretrata unione sovietica in un paese moderno e dall’altro
introduzione di metodi dispostici liberali in cui tutti gli obbiettivi erano rivolti al potenziamento del ruolo
della nazione. Questi obbiettivi erano perseguiti con gli stessi metodi repressi adottati anche nei paesi
fascisti e nel casco del nazional socialismo tedesco. In agricoltura la proprietà delle campagne fu
collettivizzata e furono create delle fattorie collettive , oppure la proprietà fu direttamente acquisita dallo
stato che la gestiva attraverso proprie aziende. Dal 1929 i Culati (i contadini piccoli proprietari) furono
costretti con la forza a entrare in queste strutture, perdendo la proprietà delle terree. Chi si opponeva alla
collettivazione forzata fu ucciso o deportato nei campi di lavoro, ciò provocò l’uccisione o la deportazione di
circa 11 milione di persone. I risultati del primo piano quinquennale furono molto buoni (durò dal 1928 al
1932), la produzione quasi triplicò in quel periodo. L’Unione Sovietica diventerà di fatto la seconda potenza
industriale al mondo dopo gli Stati Uniti. Gli addetti all’industria passarono da circa il 17% a circa il 33%. La
produzione realizzata attraverso il lavoro coatto fu realizzata soprattutto all’interno di campi di lavoro che
assunsero il nome di Gulag (campi di concentramento di fatto dove oppositori politici, contadini verranno
deportati dove erano costretti a lavorare in condizioni pessime dal punto di vista sanitario e alimentare).
Nei Gulag moriamo centinaia e migliaia di persone, anche perché molto spesso erano collocati in regioni
che non erano località turistiche (per esempio in Siberia). Il regime messo in piedi da Stalin assunse il nome
di Stalinismo, si fondò su ampia e libera rielaborazione delle dottrine rivoluzioniste piegate ad esigenze di
carattere più nazionalistico. Stalin manifesterà subito una certa tendenza a manifestare il primato della
nazionalità russa rispetto alle minorane etnico linguistiche. Ci sarà anche una venatura di anti semitismo
che sarà soprattutto una subordinazione completa del partito all’autorità di Stalin che rincorrerà alla polizia
segreta per controllare ogni possibile occasione di dissenso alla società sovietica . Tra il 1935 e il 1939 Stalin
darà vita anche alle cosiddette “grandi purghe” che sono azioni repressive periodiche per stanare presunti
cospiratori all’interno dell’esercito e nel partito comunista sovietico (sia tra i nemici che tra gli amici ma che
lui considerava potenziali nemici). L’eliminazione sommaria degli oppositori fu stimata da quasi 800 mila a 5
milioni di persone. Ciò ci fa capire fino a quale punto di depravazione arrivano i regimi totalitari per avere
consenso e successo. Analoga durezza fu attuata dallo Stalinismo anche nel tentativo di sradicare ogni
riferimento alla religione . L’accanimenti verso la religione è più applicato rispetto ai due regimi che
abbiamo già incontrato (Fascismo e Nazismo) . La dimensione religiosa passerà attraverso la confisca dei
beni ecclesiastici e la deportazione di sacerdoti. Sul piano internazionale Stalin tenta di recitare un ruolo
tradizionale dal punto di vista politico e diplomatico, movendosi sullo scenario internazionale in maniera
piuttosto spregiudicata: -nel 1934 chiede l’ingresso dell’Unione Sovietica nella società delle nazioni e la
ottiene ; -firma una serie d’accordi internazionali tesi ad arginare la minaccia tedesca ; -dal 1935 all’interno
della terza internazionale del Commintel, Stalin abbandona la pregiudiziale anti social democratica e
promuoverà anche negli stati occidentali delle politiche di alleanza tra comunisti , socialiste e altre forze
della sinistra (politica dei fronti popolari) -> lo stalinismo abbandona la pregiudiziale (che era stata fino ad
allora tipica dei bolscevichi) e i partiti socialisti , comunisti possono collaborale a livello parlamentare (nei
paesi del sud) in una politica dei fronti internazionali, per sostenere le rivendicazioni delle classi sociali non
abbienti. Nel agosto del 1939 il ministro degli esteri (Molotov) stipula con la Germania di Hitler un patto di
non aggressione . Si stabilisce di fatto una spartizione dell’Europa orientale tale da riportare l’Unione
Sovietica ai confini del 1917 e la Germania torna a esercitare un ruolo da protagonista nell’Europa centrale.
La Polonia era proprio la linea di demarcazione tra questi due soggetti che sarà la prima vittima di questo
accordo.
SPAGNA:
Situazione complicata che assunse spiccate connotazione di politiche internazionale:
Anni ‘20: un regime monarchico, che a partire dal 1923 c’era stata una guida del generale Primo
de Rivera che aveva instaurato un regime semi-dittatoriale; la Spagna era come l'Italia, un paese
agricolo, con un elevata conflittualità politica, e una serie di particolarismi territoriali.
Anche in Spagna ci sono realtà diverse: un contesto difficile e complesso quello spagnolo.
Abbastanza inaspettatamente dopo 7 anni di governo, nel 1930 → questo generale è costretto a
dimettersi anche su pressioni della stessa monarchia, perché il suo governo non si dimostra capace
di gestire questa situazione politica ed economica complessa.
La crisi del 29 picchia duro anche in Spagna, e la crisi economica non ben gestita da De Rivera
porterà alle sue dimissioni
Agosto del 30: si rafforzano le posizioni antimonarchiche con un comitato rivoluzionario che pone
alla base un governo provvisorio che avrebbe dovuto guidare il paese. c’è un momento di
conflittualità, richieste da partiti per la costituzione di una repubblica, ecc..
31: elezioni spagnole che porteranno alla vittoria di una coalizione formata da repubblicani e
socialisti: le forze antimonarchiche vincono le elezioni. E’ un risultato eclatante che porta davvero
alla caduta temporanea del re, Alfonso 13 e alla costituzione della repubblica → caduta della
monarchia
la repubblica verrà affidata a Manuel Asaña → il suo nuovo governo repubblicano instaurerà una
politica (?) camino che pone la Spagna in controtendenza rispetto al resto d'Europa.
Vengono anche avviate una serie di riforme che tendono a contenere il potere tradizionalmente
rivestito in Spagna dall’esercito, dalla proprietà terriera e dalla chiesa. Si sviluppa anche un
movimento anticlericale. → porta a una serie di vicende persecutorie nei confronti di tradizionali
forze che avevano esercitato un potere → molte vittime tra sacerdoti e suore.
‘33: nuove elezioni → netta vittoria alle forze di destra e cattoliche. Nuovo governo tentò di
smantellare le vecchie riforme di Asaña. Questo ritorno delle destre non riuscì a pacificare le forze
nel paese e i furono dei moti rivoluzionari economicistici che furono repressi dall’esercito (‘ottobre
spagnolo’)
il partito comunista spagnolo riconosciuto dal Comintern e i partiti della sinistra, si riorganizzano in
vista dei successivi appuntamenti elettorali e lo fanno sulla base di quanto stabilito dal Comintern.
Il fronte popolare vinceranno le elezioni → di fatto in 5 anni ci saranno ben 3 cambiamenti politici
in Spagna di un certo rilievo (caduta della monarchia, sinistra, destra e di nuovo sinistra)
perché questa alternanza?
La vittoria dei fronti popolari segnerà il ritorno di Asaña, ma segnerà anche una progressiva
radicalizzazione dello scontro politico. Il clima si radicalizza: azioni terroristiche della destra, di
sinistra, nuovi atti di violenza e persecuzioni contro la chiesa, azioni di gruppi anarchici, azioni
violente da parte di gruppi autonomiste
‘36: alcune guarnigioni militari inizieranno a sollevarsi contro il governo repubblicano con l’aiuto
della destra, e il gruppo ‘falange’.
La guida di questo blocco di destra che si oppone al governo di Asaña, viene assunto da un
generale delle truppe coloniali in Marocco, Francisco Franco.
La situazione diventa complessa: c’è un governo di sinistra sempre più debole e diviso che fa
appello al popolo contro le forze militari che stanno attuando nel paese. E’ un clima che porterà
allo SCOPPIO DELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA (DOMANDA DI ESONERO) che vede da un lato il
governo legittimo e chi intende difendere questo governo e le forze militari para-fasciste di
Francisco. E un a guerra che durerà fino al marzo de 39 che causerà più di (?? di morti.
Perché è importante la guerra civile spagnola?
Perché assume un rilievo internazionale che riproduce uno scontro ideologico che si sta
verificando anche in altre realtà.
Da un lato i repubblicani e tutti quelli che in Spagna ed Europa si riconoscono in quell'ideale,
dall’altra parte le forze ultraconservatrici che trovano l’appoggio di quei regimi che si ispirano a
quel modello → questa contrapposizione farà si che accorrano a difesa dei cittadini di un altro
stato (?)
sul fronte repubblicano assicureranno il loro contributo volontari che andranno in Spagna a
combattere, e dall’altra parte ci saranno stati con altri modelli (Germania e Italia) che invieranno in
Spagna reparti regolari per sostenere l’altro modello.
Quindi in Spagna c’è un anticipazione tra forze fasciste e antifasciste che caratterizzerà la seconda
guerra mondiale.
L'Italia in occasione di quella guerra, invierà 35,000 soldati e la Germania 6,000 uomini→ Hitler e
Mussolini faranno di quella lotta (?)
Le forze italiane e tedesche consentiranno a Franco un notevole supporto, soprattutto l’aviazione
di aerei inviati in Spagna.
In questo scontro, ci saranno alcune nazioni democratiche manterranno un atteggiamento di
distacco che favorirà le forze di Franco, il quale alla fine avrà la vittoria in questo scontro tra
ideologie e forze militari.
-La gran Bretagna se ne disinteressò: non poteva stare s favore di un governo così (?)
-La Francia non volle dare un reale contributo a quella guerra.
Se da un lato ci fu il sostegno di stati, dall’altro il sostegno venne da forze volontarie di antifascisti
che corsero in Spagna.
Importante il movimento di giustizia e libertà (1930) dai fratelli Rosselli, perseguitati dal fascismo
e avevano creato questo movimento antifascista di giustizia e libertà. Celebre anche il motto →
‘oggi in Spagna, domani in Italia’
(verranno poi assassinati per volere dello stesso Mussolini.)
Notevole sostegno al fronte franchista fu dato dalla chiesa cattolica che fu molto attiva nel cercare
di dipingere i repubblicani come dei barbari comunisti in lotta contro la civiltà cristiana. → la
guerra civile spagnola assunse anche delle connotazioni religiose.
I fronte di franco dimostro d avere degli alleati potenti e solidi, mentre il fronte repubblicano
venne difeso dal (?)
1 aprile 1939: vincita del (?)
La nuova falange, diventerà il partito unico in Spagna, e con la vittoria di Franco ci sarà la
costituzione di una dittatura personale vera e propria sostenuta dalle forze ultramoderate e
conservatrici (esercito e chiesa)
Il modello di riferimento di franco è quello di una dittatura di destra molto vicina al fascismo
italiano.
La guerra fu anche un successo per Hitler e Mussolini che dimostrano sul campo che alla fine le
forze fasciste erano più potenti e potevano garantire vittoria. Da quel momento franco diventerà
alleato delle forze tedesche e italiane.
GERMANIA:
1938: Annessione al Reich dell’Austria.
Una politica che rientrava di riunire alla Germania tutte le etnie tedesche.
3 milioni di tedeschi nel (?) → quindi ha diritto ad essere ricompreso nei confini del grande Reich.
Hitler riesce a imporre delle decisioni: alla fine del settembre del 38, sarà Mussolini a lanciare
l’idea di una conferenza che si svolse a Monaco → importante perché radunò alcune tra le
maggiori potenze europee allo scopo di risolvere quelle questioni sollevate con l’atteggiamento
aggressivo di Hitler.
Che cosa derivò?
Passò la proposta italiana, che accoglieva le rivendicazioni hitleriane→ annettendo l’annessione
dei (?) al Reich (la Cecoslovacchia non fu nemmeno invitata alla conferenza di Monaco.
Importante quella conferenza perché emerse come la politica hitleriana godesse di un avvallo da
parte delle (?)
ITALIA→ appena vincolata dal patto di Acciaio, proclama la NON BELLIGERANZA il 4 settembre:
Mussolini sapeva che l'Italia era impreparata a uno scontro bellico che sarebbe poi diventato
lungo. Aveva impiegato tanti mezzi nella conquista dell’Etiopia. (che aveva avuto un grande
significato propagandistico)→ l'Italia si dichiara neutrale.
A partire dall’autunno 1943, l’Italia fu non solo divisa di fatto da un fronte, ma anche spezzata in due entità
statali distinte, in guerra l’una contro l’altra: a) Sud : il vecchio Stato monarchico sopravviveva col suo
governo e la sua burocrazia, esercitando la sua sovranità sotto il controllo alleato b) Nord: il fascismo
risorgeva dalle sue ceneri sotto la protezione degli occupanti nazisti Il 12 settembre 1943, un commando di
aviatori e paracadutisti tedeschi libero dalla prigionia Mussolini che annuncio la sua intenzione di dar vita,
nell’Italia occupata dai tedeschi, a un nuovo Stato fascista, la Repubblica sociale italiana (RSI), a un nuovo
Partito fascista repubblicano e a un nuovo esercito che continuasse a combattere a fianco degli antichi
alleati. La RSI, con capitale a Salo, si proponeva di combattere contro gli artefici del tradimento del 25
luglio. In generale la Repubblica di Mussolini non acquistò mai una vera credibilità per la sua totale
dipendenza dai tedeschi. La principale funzione effettivamente svolta dal governo di Salo fu quella di
reprimere e combattere il movimento partigiano che stava nascendo nell’Italia occupata per opporsi ai
tedeschi. I partigiani agivano soprattutto lontano dai centri abitati, con attacchi improvvisi ai reparti
tedeschi e con azioni di sabotaggio e disturbo; ma erano presenti anche nelle città con i Gruppi di azione
patriottica. In qualche caso i tedeschi risposero con spietate rappresaglie (Fosse Ardeatine). Tra le
formazioni partigiane: Brigate Garibaldi (comunisti), Giustizia e Libertà (formazioni che si ricollegavano
all’omonimo movimento antifascista anni ’30), Brigate Matteotti (socialisti). Le faccende della Resistenza si
intrecciarono strettamente con quelle dei partiti antifascisti. Già prima della caduta del fascismo era sorto il
Partito d’azione (Pda, fra liberalismo progressista e socialismo); nello stesso periodo numerosi esponenti
cattolici formarono la Democrazia cristiana (Dc, destinata a raccogliere l’eredita del Partito popolare); dopo
il 25 luglio fu costituito il Partito liberale (Pli) e rinacquero il Partito repubblicano (Pri) e quello socialista con
nome Partito socialista di unita proletaria (Psiup). Nei giorni immediatamente successivi all’8 settembre, i
rappresentanti di sei partiti (Pci, Psiup, Dc, Pli, Pda, Democrazia del lavoro) si riunirono a Roma e si
costituirono in Comitato di liberazione nazionale (Cln), incitando la popolazione alla lotta e alla resistenza.
Al centro nord si crea un nuovo neofascismo nella sua versione repubblica perché i tedeschi chiedevano la
costituzione di uno stato nuovo: REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA.
(Quello che più interessava ai tedeschi era che questa parte del centro nord italiano sotto la loro
occupazione continuasse a funzionare bene e che le aziende continuassero a produrre a favore della
Germania; alcuni territori italiani però verranno annessi al Reich: le città di confine verranno considerate
provincie del Reich → sottrazione territoriale).
Tutti gli atti di governo di Mussolini, dovranno essere approvati da due consiglieri tedeschi, quindi Mussolini
rientra in Italia con tutti questi limiti.
- 27 settembre 1943→ riunisce il nuovo governo di questa repubblica sociale italiana, raduna i suoi
fedelissimi e fonda questo nuovo stato repubblica sociale italiana → questa repubblica si chiamo anche
REPUBBLICA DI SALO’ che però non ebbe nessun riconoscimento →La RSI fu uno soltanto riconosciuto
soltanto dagli stati alleati della Germania. Salò fu uno dei centri principali dove ebbero sede alcuni
ministeri. (In realtà non ebbe una capitale vera e propria.)
- Fu ricostituito il partito unico che non si chiamò più partito nazionale fascista ma si chiamò PARTITO
FASCISTA REPUBBLICANO, perché diverso era il contesto istituzionale.
- Novembre 1943: si svolse il famoso congresso di Verona, dove il neonato partito fascista propose il suo
nuovo programma che avrebbe dovuto attuare, sono 18 punti: ci rendiamo conto che si trattava in gran
parte di tentativo di vecchio fascismo, ritorno al fascismo delle origini.
Che cosa si dice in quell'occasione?
Il nuovo stato avrebbe dovuto avere una struttura diversa da quella dei Savoia:
un’abolizione del sistema capitalistico
una socializzazione delle imprese
una compartecipazione alle aziende da parte degli operai
una espropriazione delle terre incolte,
Tutta una serie di punti che andavano nella direzione di quella terza via che il fascismo aveva cercato di
portare avanti→ rilancio dei vecchi valori (di operai e datori di lavoro che cercano di operare insieme per il
bene del paese)
Perché questo richiamo al fascismo delle origini?
Perché quando Mussolini rientra in Italia, si trova di fronte un popolo molto diverso da quello del 1922,
perché gli italiani escono da un periodo di guerra, instabilità e sofferenze, e non hanno nessuna intenzione
di credere in quel Mussolini che aveva promesso molto, nessuna volontà degli italiani di rimotivarsi in
quella direzione. Quindi il fascismo cerca di concedere qualcosa e di dire che si andava verso il popolo e di
migliorare le condizioni degli operai e delle classi più deboli.
Da un lato fu un tentativo velleitario, dall’altro la realtà dei fatti.
In quel congresso si chiede la punizione dei traditori del 25 luglio: Mussolini si ricorda bene di chi gli aveva
votato contro → fu creato un tribunale speciale, e furono messi sotto accusa tutti i traditori del 25 luglio →
questi avrebbero dovuto subire una punizione esemplare → lo stesso Hitler volle questa punizione. Molti di
questi gerarchi avevano fatto perdere le loro tracce ma il genero scappò in Germania, dove Hitler lo
consegno nelle mani di Mussolini.
Fu solo un processo politico di punizione esemplare: 19 furono gli imputati, 18 quelli condannati a morte.
Solo uno fu salvato perché poco dopo il voto si era pentito e aveva scritto una lettera a Mussolini, lettera
che gli garantì di non essere fucilato a morte.
Quindi, il tentativo di ricostituzione di un esercito repubblicano da affiancare i tedeschi portò ben poche
soddisfazioni a Mussolini.
L’occupazione tedesca nell’Italia centro-settentrionale fu segnata da diverse azioni anti partigiane che
portarono a rastrellamenti e stragi: da un lato Mussolini non riuscì a costituire un esercito significativo,
dall’altra parte si manifestarono ampie sacche di resistenza condotta da quei soldati che dopo l’8
settembre avevano lasciato la divisa, non erano stati presi dai tedeschi, e non avevano nessuna intenzione
di schierarsi al fianco dei tedeschi. → in molti casi, dopo la nascita della RSI, si arruoleranno nelle file della
RESISTENZA PARTIGIANA di cui faranno parte esponenti dei partiti antifascisti che nel frattempo si erano
costituiti.
DOMANDA DA SEGNARE: Ma in Italia la resistenza contro l’occupazione nazifascista e la
resistenza della RSI , da chi fu realizzata? → Da quelle forze anti-partitiche che si opposero a
quell’occupazione e si organizzarono in un esercito non regolare che in gran parte fu connotato
politicamente secondo il colore dei partiti antifascisti che combatterono quella battaglia.
Ci saranno brigate organizzate dal partito comunista (le brigate Garibaldi), brigate vicine al partito
socialista (le brigate Matteotti), le brigate vicine al mondo monarchico, brigate vicine al mondo
cattolico, brigate vicine al partito d’azione (giustizia e libertà).
In quei 20 mesi, dal settembre/ottobre 1943 – 25 aprile 1945, nella porzione d Italia non occupata dagli
alleati ma dai tedeschi, si combatterà una GUERRA CIVILE che verrà opporsi: i tedeschi e l’esercito regolare
della RSI, dall’altro una resistenza antifascista delle brigate partigiane con l’ausilio degli alleati che nel
frattempo da sud, risaliranno verso la penisola.
Quando arriveranno a Roma?
Nel giugno del 1944 Roma sarà liberata. Il nord del paese invece il 25 aprile del 1945.
RICORDARE→ alla fine del 43, l’Italia fu divisa in due, con un fronte mobile che assumerà a seconda delle
posizioni, nomi diversi → un fronte che si muoverà da sud verso nord.
QUADRO INTERNAZIONALE:
Tra il 43/44, la Russia riprese l’iniziativa: con una marcia che si concluse solo nel maggio del 1945 con la
conquista di Berlino.
In quella fase complessa per la Germania, gli equilibri della guerra si modificano e i leader dei paesi che
sembravano diventare vincitori, iniziarono ad accordarsi sui possibili scenari futuri.
Chi erano i potenziali probabili vincitori?
STATI UNITI con Roosevelt
UNIONE SOVIETICA con Stalin (unione sovietica)
GRAN BRETAGNA con il leader inglese Churchill
Questi 3 leader si riuniscono nel dicembre 1943 a Teheran per decidere i possibili scenari futuri in vista di
una prossima fine della guerra.
Nella conferenza di Teheran→ fu deciso per la primavera del ‘44 uno sbarco sulle coste francesi, in
particolare in Normandia: uno sbarco che avrebbe dovuto spostare gli equilibri del conflitto a favore delle
forze alleate.
Fu quello che si sarebbe realizzato a partire dal 6 giugno 1944 → SBARCO IN NORMANDIA.
Questa ultima decisione dei leader, portò nel giro di un paio di mesi, gli alleati ad entrare a Parigi il 25
agosto.
Da quel momento per il resto del conflitto, la Germania dovrà subire dei bombardamenti devastanti da
parte delle forze alleate. In questo caso per fiaccare la resistenza dei tedeschi, molto spesso i
bombardamenti coinvolgeranno obiettivi non militari, ma civili: città come Amburgo e Dresda saranno rase
al suolo.
- Ottobre 1944: durante una conferenza a Mosca si abbozza una possibile sistemazione dell'Europa
postbellica con la definizione di possibili sfere di influenza → che avrebbe connotato tutti i rapporti politici
diplomatici tra potenze nel secondo dopoguerra.
- In un successivo incontro nel febbraio 1945 a Yalta in Crimea, fu stabilita la divisione della Germania in 4
zone di occupazione
-In Italia da ricordare:
NASCITA DEI FASCI DI COMBATTIMENTO: marzo 1919, Milano
MARCIA SU ROMA: 28 ottobre 1922
PRIMA CADUTA DI MUSSOLINI: 25 luglio 1943
RITORNO DI MUSSOLINI
FINE DI TUTTO: 25 aprile 1945 → giorno della liberazione definitiva del paese dalle forze
nazifasciste. (in realtà non tutto il territorio del nord fu liberato il 25 aprile)
DATE:
3 agosto 1945: bomba su Hiroshima
6 agosto 1945: bomba a Nagasaki
150.000 morti + persone che moriranno nel corso dei mesi e anni per gli effetti delle radiazioni.
Il Giappone è costretto alla resa senza condizioni firmata il 2 settembre 1945. → RESA DEL GIAPPONE =
FINE DEL CONFLITTO MOSTRUOSO dal punto di vista dei costi umani.
155.000 milioni di morti alla fine della Seconda Guerra Mondiale → guerra che coinvolse 4
continenti (Europa, Asia, Africa e Oceania) e che costò molto agli italiani che persero 450.000
cittadini.
Guerra che lascio milioni di prigionieri sparsi per tutto il mondo: ancora nel 46/47 prigionieri italiani
nei posti più strani.
Enormi danni al patrimonio artistico e culturale.
Terrore atomico mai esistito: di bomba atomica si era già parlato prima ma mai nessuno prima era
riuscito a costruito (i primi furono gli americani).
Il dopoguerra.
La Seconda guerra mondiale lascia un panorama internazionale diviso, segnerà la definitiva fine della
centralità europea nella politica internazionale e ci saranno due nuove super potenze, ovvero Stati Uniti ed
Unione Sovietica che da quel momento in poi avranno un ruolo eccezionale; da un lato ci sarà il movimento
liberale adottato dagli Stati Uniti e dall’altra il modello sovietico. La guerra portò alla nascita
dell’organizzazione delle nazioni unite (ONU), San Francisco nel giugno del ’45. Fu prevista la costituzione di
un correttorio per garantire un migliore ed efficiente governo negli affari internazionali, il consiglio di
sicurezza dell’ONU era l’organo formato da 15 membri di cui 5 permanenti (Stati Uniti, Unione Sovietica,
Francia, Gran Bretagna e Cina), gli altri 10 membro erano eletti a turno. È un organismo centrale all’interno
di questa organizzazione e va considerato che ciascuno dei 5 membri permanenti ha anche diritto di veto,
quindi, può bloccare le decisioni che vengono fatte all’interno dell’associazione. Anche a livello di economia
il ruolo svolto dagli Stati Uniti fu importante, tutto finì per riflettere la filosofia americana favorevole ad un
mercato internazionale senza vincoli protezionistici. Fu creato un fondo monetario internazionale, una
banca mondiale, fu posto in una posizione di assoluta centralità il dollaro che si confermò essere l’unica
moneta di cui era stabilita la garanzia di convertibilità in oro. Fu anche creato un organo che da quel
momento avrebbe dovuto garantire la libertà di commercio internazionale che assunse il nome di GATT,
creato nell’ottobre ’47. All’interno di questo periodo di contrapposizione fra modelli diversi si genera la
Guerra Fredda. La strategia americana fu sin dall’inizio chiaramente orientata a cercare di contenere anche
con la forza la potenza sovietica e si espresse in quella che venne definita dal presidente Truman
(subentrato a Roosevelt) del contenimento, ovvero Stati Uniti e i loro alleati si impegnavano ad intervenire
sullo scenario internazionale mondiale tutte le volte in cui le libertà fossero stato in qualche modo
minacciate da potenze straniere, riferendosi prevalentemente all’Unione Sovietica. Politica del
contenimento significa contenere su tutti gli scenari possibili i tentativi dell’Unione Sovietica si espandere la
sua sfera d’influenza. Nello stesso tempo gli Stati Uniti lanciarono anche un importante piano d’aiuto (1947)
per la ricostruzione dell’Europa pesantemente distrutta dalla Seconda guerra mondiale, chiamato “Piano
Marshall” che aveva come corrispettivo l’accettazione della dottrina economiche e politiche americane che
miravano alla creazione in Europa di una serie di governi “amici” che potessero dialogare con la grande
potenza americana.
Un caso emblematico fu quello dell’Italia in cui nel secondo dopoguerra si insidiarono governi unitari di cui
facevano parti partiti moderati come la democrazia cristiana sia forze più vicine alla sinistra come il partito
socialista e comunista. Nel momento in cui gli americani manifestarono l’intenzione di sostenere
l’economia italiana attraverso il piano Marshall fecero intende che gli aiuti sarebbero stati corrisposti solo
nel caso in cui dal governo italiano fossero usciti i partiti considerati più pericolosi, partito socialista e
comunista.
Dalla parte del blocco sovietico, nel settembre ’47 Stalin stabilì la costituzione di un ufficio d’informazione
per i partiti comunisti di cui faranno parte tutti i partiti comunisti dei paesi dell’est Europa. Il komminform
era una specie di terza internazionale che era stata sciolta nel 1943, si propone come una continuazione di
essa. In questo modo si amplifica sempre di più la contrapposizione che segnerà l’inizio della Guerra
Fredda, una guerra non combattuta se non su scenari periferici, tra i due blocchi, una guerra soprattutto
ideologica. L’emblema fu costituito dalla questione tedesca e di Berlino che si trovava formalmente divisa in
quattro zone di influenza: Unione Sovietica, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Nel 1949 verrà decisa una
divisione in due, da una parte la Germania dell’Est che entra a far parte del blocco sovietica ed ha come
capitale Berlino, dall’altra parte la repubblica federale tedesca con capitale a Bonn. Berlino è formalmente
nel territorio della Germania dell’Est ma metà della capitale appartiene all’Ovest. Nell’aprile del ’49 fu
firmato il patto Atlantico, un’alleanza militare difensiva che metteva assieme tutti i paesi dell’Europa
Occidentale, alleati della nuova potenza americana. Il patto prevedeva anche la creazione di un dispositivo
militare integrato che si chiamò NATO. L’Unione Sovietica creò poi il patto di Varsavia. Stalin morirà nel
1953 ma il clima di guerra fredda proseguirà negli anni successivi. Nei paesi del blocco orientali sottoposti
all’influenza dell’URSS, vennero creati dei sistemi molto simili a quello sovietico, l’unico paese che riuscì
almeno in parte a sottrarsi fu la Jugoslavia guidata da Tito che cercò di manifestare un certo tentativo di
indipendenza e nel ’48 sarà esclusa dal komminform proprio per l’opposizione che Tito dimostrò rispetto il
modello staliniano di governo. Anche la Jugoslavia sarà di fatto una dittatura ma con qualche aspetto di
maggiore apertura, adotterà anche una forma di stato federale che riuscirà a tenere a bada i conflitti etnici
che caratterizzano l’area balcanica. Il modello federale inaugurato da Tito si dimostra, almeno inizialmente,
capace di tenere a bada queste forze. Nel 1949 c’è anche un’importante trasformazione a livello di
geopolitica internazionale: la rivoluzione comunista cinese, che porterà alla guida del paese la figura
carismatica di Mao Tse-Tung, che propose sin dall’inizio un modello suo non perfettamente in linea con il
modello sovietico, nonostante la rivoluzione fosse di tipo comunista e marxista. Dal ’49 la Cina si propone
come possibilità terza protagonista dello scenario mondiale, e nell’ottobre dello stato anno fu proclamata la
repubblica popolare cinese. All’interno di questo nuovo clima, si svilupperà uno degli emblemi della guerra
fredda, la guerra di Corea (1950/1953), un chiaro esempio di scontro indiretto fra due grandi blocchi. La
Corea era stata divisa in due zone demarcate dal trentottesimo parallelo, al nord del parallelo fu costituito
un regime comunista sostenuto dall’Unione Sovietica mentre a sud un regime sostenuto dagli Stati Uniti.
Nel giugno 1950 il nord Corea invase il sud con il sostegno sovietico e gli Stati Uniti fedeli alla strategia
politica del contenimento, a loro volta reagirono invidiando consistenti truppe, con l’appoggio dell’ONU.
Alla fine, la guerra portò ad un ristabilimento degli antichi confini del trentottesimo parallelo. Ci fu un
intervento della Cina che nel frattempo si era affacciata nello scenario internazionale, che riportò la
situazione al punto iniziale. La guerra di Corea fu una delle prime manifestazioni concrete della
contrapposizione. Un altro fenomeno che segnerà gli anni ’50 è quello che riguarda un anno importante per
l’arcipelago sovietico, il 1956 fu segnato dall’ovvio di un processo che passò alla storia come
destalinizzazione. Dopo la morte di Stalin, alla guida del partito salì Nikita Krushov, che avviò una serie di
iniziative che sembravano poter andare nella direzione di una distensione a livello interno ed
internazionale, Krushov si riconciliò con la Jugoslavia, nel ’56 ci fu lo scioglimento formale del komminform
e nel febbraio dello stesso anno, durante il ventesimo congresso del CUSS, Krushov denunciò in maniera
pubblica i crimini di Stalin come arresti, deportazioni, il culto della personalità, questa fase di
destalinizzazione instaurò in tutti i paesi membri dell’Unione Sovietica la speranza di un qualche
cambiamento e libertà e infatti proprio in alcuni di questi paesi ci saranno dei tentativi di cambiamento,
soprattutto in Polonia ed Ungheria. Furono speranze che andarono in gran parte disattese perché anche
sotto il governo di Krushov i tentativi furono stoppati fin dall’inizio. Nell’Europa occidentale si affermano
sempre di più sentimento europeisti che avevano già portato alla nascita della CECA (comunità europea del
carbone e dell’acciaio), un primo tentativo di accordo tra paesi europei limitato al commercio di carbone e
acciaio. Nel corso di alcuni anni si arriva alla sottoscrizione di un protocollo e nel 1957 alla firma a dei veri e
propri trattati firmati a Roma che vedranno di fatto 6 nazioni europee (Francia, Italia, Germania, Belgio,
Olanda e Lussemburgo) costituirsi in una nuova comunità chiamata Comunità economica europea (CEE).
L’obiettivo della CEE era quello di riuscire a creare un mercato comune europeo (MEC) in cui potessero
liberamente circolare le merci e i lavoratori. Furono creati degli organismi che in qualche maniera cercava
di replicare il modello presente nei singoli stati; fu creato un parlamento europeo, una corte di giustizia
europea, una commissione europea che riprendono la divisione dei modelli che c’è in ogni stato. La CEE era
una confederazione tra stati che mettevano in comune alcune strategie in alcuni ambiti ma che poteva un
giorno trasformarsi in qualcosa di più.
Dopo la Seconda guerra mondiale, lo smantellamento del sistema coloniale e l’accesso all’indipendenza di
una serie di popoli ed etnie. La decolonizzazione caratterizza il secondo dopoguerra e ferma il paradigma
che poneva l’Europa al centro del mondo e presupponeva il diritto delle popolazioni bianche di civilizzare le
popolazioni “inferiori” del pianeta, appartenenti soprattutto al continente africano, indiano, dell’America
latina e Oceania. Il diritto di colonizzare viene a meno dopo ciò che succede durante la Seconda guerra
mondiale, dopo ciò che Hitler fece alla popolazione ebraica. Questo segna anche la crisi di alcuni
presupposti che le potenze europee avevano portato avanti essendo tradizionalmente nazioni
colonizzatrici, segna l’emergere di ex colonie che chiedono la libertà e di diventare indipendenti, sono
sostenuti dalle due principali potenze mondiali che erano favorevoli ad avviare un processo di
decolonizzazione che garantisse il diritto dei popoli di autodeterminarsi. Sull’onda di questo cambiamento
si avvierà la fase che porterà all’indipendenza molte nazioni del continente africano ed asiatico, tra i primi ci
furono l’India, Pakistan (1947), la Birmania, Indonesia, Filippine, che insediarono dei governi di stampo
nazionalista. Nelle ex colonie francesi altri paesi si liberarono segnando una prevalenza di regimi comunisti
come il Vietnam, in cui si creò una repubblica di chiaro stampo comunista che terminerà quando il Vietnam
venne diviso in due stati: nord comunista e sud filoccidentale. La Palestina invece, alla fine della Seconda
guerra mondiale era abitata da mezzo milione di ebrei ed il restante erano arabi, nel ’39 la Gran Bretagna si
era impegnata a renderla indipendente entro 10 anni, nel frattempo però, con la Seconda guerra mondiale
Hitler iniziò a sterminare gli ebrei e fu impossibile negare agli ebrei il diritto di avere un luogo in cui poter
vivere liberamente. Nel ’47 la Gran Bretagna annunciò che a partire dall’anno dopo avrebbe liberato la
Palestina ed affidò all’ONU il compito di gestire la situazione che vedeva da un lato il territorio abitato da
ebrei e arabi e dall’altra il popolo ebraico che voleva trovare un posto in cui stare. Alla fine, l’ONU approvò
un piano per la formazione di due stati nel territorio palestinese, fu una proposta che trovò l’opposizione
degli stati arabi, ma nel maggio del ’48, gli ebrei che si trovavano all’interno di quei territori, proclamarono
la nascita dello stato di Israele. Gli stati della lega araba reagirono a quella decisione e non accettarono la
costituzione dello stato d’Israele e ci fu la prima guerra arabo-israeliana, che durerà dal maggio ’48 al
gennaio ’49. L’Israele sconfisse le truppe arabe poiché aveva a fianco una grande potenza che era la Gran
Bretagna, ed occuparono anche altri territori come Gerusalemme ovest. Lo stato arabo di Palestina non
nacque ed un milione di profughi arabi furono costretti ad abbandonare lo stato d’Israele e si rifugiarono in
Giordania. Il conflitto segna tuttora le sorti delle due popolazioni.
Nel Maghreb (Marocco, Tunisia, Algeria) che erano ex colonie francesi, Tunisia e Marocco raggiunsero
l’indipendenza nel ’56, complesso fu il caso dell’Algeria, dove vivevano molti francesi che vivevano in
condizioni di privilegio. Il processo d’indipendenza fu più cruento, nel ’57 ci fu la battaglia algerina, ci sarà
una dura repressione francese ma alla fine, anche se molto più tardi, otterrà l’indipendenza dalla Francia
(1962). Nell’Africa “nera” il processo di decolonizzazione fu più tardivo ma una volta avviato fu più rapito e
meno conflittuale. Il primo paese ad ottenere l’indipendenza fu il Ghana, ma già nel ’60, 17 stati africani
avevano ottenuto l’indipendenza. L’unica vera rocca forte del potere bianco in Africa che rimase per diversi
anni fu il sud africa, dove negli anni 50 e 60 fu inasprito il regime di divisione netta tra le popolazioni
bianche che gestivano il potere e la minoranza della popolazione e i 20 milioni di cittadini autoctoni
sottoposti ad un regime raziale. Molti stati rimasero fragili ed ereditarono le vecchie strutture coloniali,
finendo per accettare i confini che erano stati stabiliti. Spesso questi stati erano caratterizzati da una
debolezza economica, alcuni mantennero dei legami con gli stati colonizzatori, altri li troncarono. Molti
paesi si trovarono a decidere in qualche blocco rivedersi, capitalismo o modello sovietico? Molti di loro
cercano di trovare una nuova strada per non schierarsi, la politica del non allineamento. Per questa ragione
molti paesi furono etichettati come “paesi del terzo mondo”, in questo contesto la consacrazione della
nascita di questo terzo polo di paesi non allineati con nessuno dei due blocchi, la consacrazione fu una
conferenza che si tenne in una città dell’Indonesia nel 1955, 29 paesi non allineati di cui facevano parte
anche alcuni grandi paesi come la Cina e la Jugoslavia, si riunirono a voler dimostrare la loro intenzione di
rappresentare un terzo polo.