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ASPETTI STORICI E

AMBIENTALI DEL FIUME


ANIENE

Gruppo 1:
Beatrice Filieri, Riccardo Coccia, Daniele Refolo, Simone Costantini, Claudiu Ungureanu.
STORIA
L’Aniene era un fiume molto importante per i primi abitanti che si insediarono lungo le sue rive,
compresi i romani, al tal punto che lo rispettavano come una sorta di divinità.
Il suo nome, infatti, devira da una leggenda dello scrittore Plutarco:
Aniene devira da «Anio», un re etrusco affogato nelle sue acque nel tentativo di catturare il
rapitore di sua figlia.
Successivamente, però, venne chiamato Teverone dai popoli insediati nella parte bassa del
fiume.
Il primo acquedotto fu costruito nel II secolo a.C., e da allora l’Aniene è diventato una risorsa
fondamentale per Roma e i paesi intorno.
Una volta era la risorsa più grande: la sua forza era usata per
muovere le pale dei mulini, veniva utilizzato per l’agricoltura, le
donne vi lavavano i panni e serviva per dissetare gli animali.

Successivamente è stato abbandonato ed è diventato quasi una


discarica…
ORIGINE DEL FIUME
Il Teverone nasce sui Monti Simbruini, sul confine tra il Lazio e
l’Abruzzo.
Questo territorio è caratterizzato da un alto tasso di piovosità e il
terreno è prevalentemente costituito da rocce calcaree. Questi
elementi insieme formano sorgenti perenni che alimentano il bacino
dell’acqua.
PERCORSO
Dai Monti Simbruini, attraversa tutta la provincia ciociara per poi
entrare in quella di Roma all’altezza del comune di Jenne.
Nella prima parte del suo percorso si presenta come un torrente con
buche profonde, poi, nel secondo tratto, scende di quota e
diminuisce la pendenza, quindi la sua velocità, il suo letto si allarga
ed aumenta la portata idrica.
INQUINAMENTO
Nei nostri giorni l’abbondanza che aveva il fiume nei secoli passati è
solo un ricordo: ormai è rimasta soltanto un’unica sorgente che
alimenta il fiume, quella del Pertuso, oltre a tutti gli scarichi
industriali e gli imponenti depuratori.
Proprio quest’ultimi rendono il tratto abruzzese del fiume molto
inquinato.

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