Sei sulla pagina 1di 27

Funzionalismo

Parsons – Merton
Il funzionalismo ha posizione dominante tra le teorie sociologiche contemporanee.
Alcuni autori hanno sostenuto che sociologia e analisi funzionalista sono la stessa cosa.

Davis (1959) sociologia comporta:


• L'esame del ruolo (funzione) che un’istituzione o comportamento svolgono all'interno della
società
• La spiegazione di tutto ciò in termini essenzialmente sociali

Spesso questa prospettiva viene definita come struttural-funzionalismo:


• pone l'accento sui requisiti funzionali di un sistema sociale
• e sulle strutture che soddisfano tali requisiti.
I sistemi sociali tendono ad assolvere determinati compiti che sono necessari alla loro
sopravvivenza: l'analisi sociologica deve occuparsi delle strutture sociali che svolgono tali compiti.

Per funzionalismo si intende l'analisi dei fenomeni culturali e sociali nei termini delle funzioni che
essi svolgono in un sistema socioculturale. Il funzionalismo adotta un approccio macrosociologico:
• interrelazione tra le parti del sistema
• l'esistenza di uno stato di equilibrio
• la capacità di riorganizzazione grazie alla quale le parti del sistema riportano una
situazione squilibrata alla normalità.
------->Sempre una tendenza al ripristino dell'equilibrio!
Importante il concetto di valori condivisi: una condivisione dei valori significa che gli individui
sono moralmente integrati nella società cui appartengono.
Il funzionalismo mette in evidenza la coesione della società.

I predecessori del funzionalismo sono: Comte – Spencer – Pareto (interdipendenza delle parti di
un sistema sociale), Durkheim (concetto di integrazione o solidarietà)

Comte → considerato fondatore della sociologia, ha enunciato il principio base del funzionalismo,
statica (ordine) dinamica (progresso), affermando che la sociologia statica deve avere come oggetto
permanente lo studio positivo, sperimentale e razionale, delle azioni e reazioni reciproche che tutte
le parti del sistema sociale esercitano le une sulle altre.
La perdita di equilibrio porta a una situazione patologica → concetto funzionalista di equilibrio
Concetto preso dalla biologia → OMEOSTASI

Spencer → importante il concetto di differenziazione, con cui intende la reciproca dipendenza tra
parti diverse del sistema sociale che un aumento delle dimensioni di una società porta con sé.
Questa differenziazione è necessita intrinseca (non è così in Durkheim)
Considerava come fattore determinante del progresso sociale la ricerca individuale della felicità.
(origine psicologica a differenza di Durkheim che vedeva nei fatti sociali come oggetto di studio
della sociologia)

Pareto → il primo a fornire una descrizione precisa del sistema sociale in termini di interrelazioni
e reciproca dipendenza tra le parti. Basata sul sistema dell'organismo biologico, gli individui sono
molecole, da qui partita il ragionamento di Parsons.
Parsons. → Al centro della sua teoria si trova il concetto di sistema. La teoria generale dell'azione
prevede quattro sistemi:
• sistema culturale: ha come unità di base il significato o il sistema simbolico (come la lingua le
credenze religiose o i valori nazionali). Importanti i valori condivisi, concetto centrale è quello di
socializzazione inteso come processo mediante il quale i valori della società sono interiorizzati dai
suoi membri. - Da qui provengono i VALORI
• sistema sociale: l'unità di base è l'interazione tra i ruoli. Un sistema sociale consiste in una
pluralità di attori individuali interagenti tra loro, spinti da una tendenza all'ottimizzazione
della gratificazione, il cui rapporto con la situazione è definito da un sistema di simboli
culturalmente strutturati e condivisi. Da qui provengono le ASPETTATIVE DI RUOLO
• sistema della personalità: unità di base è la persona umana. Attenzione puntata sui bisogni,
le motivazioni e gli atteggiamenti individuali (ottimizzazione della gratificazione). Da qui proviene
l'IDENTITA’ INDIVIDUALE
• sistema dell'organismo comportamentale: l'unità di base è costituita dall'individuo come
essere biologico. Da qui proviene la DOTAZIONE BIOLOGICA

La visione parsoniana del processo di socializzazione insiste sull'interrelazione di questi sistemi.


Alla nascita siamo semplici organismi biologici solo sviluppandoci come individui raggiungiamo
un’identità personale, con la socializzazione poi interiorizziamo i valori che ci trasmette in sistema
culturale apprendendo da altri attori ciò che ci si aspetta da noi in base al ruolo che noi ricopriamo
diventando così membri della società a pieno titolo.

La teoria parsoniana dell'azione prende le mosse da un attore motivato a raggiungere uno scopo
desiderabile dal sistema culturale. L'azione si colloca in una situazione che comprende mezzi e
vincoli. Tutto ciò è regolato dagli standard normativi del sistema sociale.
Le norme vengono interiorizzate dall'attore, che è motivato ad agire in maniera appropriata.
Le variabili strutturali sono concepite come strumenti per classificare le aspettative e la struttura
delle relazioni.
• relazioni espressive nelle società tradizionali (rapporti personali e stabili)
• relazioni strumentali nelle società moderne (rapporti impersonali e formali).
La distinzione non è così netta è nelle società moderne esistono e sono necessari entrambi i tipi di
relazione (es uomo leadership strumentale, donna leadership espressiva)

Una variabile strutturale è una dicotomia all'interno della quale l'attore deve scegliere uno dei
termini contrapposti per definire il significato della situazione e agire in modo ad essa appropriato.
Questo modello va oltre la semplice dicotomia espressivo/strumentale costituisce un’elaborazione
della tipologia tradizionale/moderno 5 coppie contrapposte.
Ogni variabile strutturale rappresenta un dilemma che l'attore deve risolvere prima di
intraprendere l'azione.

1. ascrizione/acquisizione, ovvero il dilemma tra comportarsi con gli altri in base alla loro
identità (qualità ascritte sesso, etnia, razza, età) o in base alle loro prestazioni.
2. diffusione/specificità. nella società moderna una scelta appropriata prevede generalmente
comportamenti di tipo specifico, mentre nelle società tradizionali la maggior parte dei
rapporti era di tipo diffuso (amico= diffuso c'è sempre, medico= specifico c'è quando serve)
3. affettività/neutralità affettiva, la scelta sta nell'aspettativa o meno di una gratifica emotiva.
4. particolarismo/universalismo, ovvero la scelta tra relazioni personali o basate su norme
generali. (raccomandazione= particolarismo)
5. collettività/individuo, assolvimento interessi privati o obblighi e doveri collettivi.
(dicotomia eliminata dopo il 1953)
Anche se Parsons si definisce “inguaribile teorico” applica le variabili nello studio del rapporto
medico paziente
Modello AGIL
Parsons - Bales → Studio sui piccoli gruppi
• orientamento comune dato dallo scambio di informazioni
• valutazione prendendo decisioni sul compito
• controllo sociale che assicura un certo grado di consenso
• riduzione della tensione che hanno lo scopo di riparare i danni arrecati all'integrazione
sociale e riportare il gruppo a una condizione d'equilibrio.
Dubbi su questo studio perché il campione era di soli maschi bianchi agiati, e perché Bales
assumeva che le stesse persone non possono assumere ruoli sia strumentali che espressivi ipotesi
sconfessata da studi successivi.

L'equilibrio sociale è un concetto secondo cui la vita sociale tende a essere e rimanere un
fenomeno funzionalmente integrato, di modo che ogni mutamento di una parte del sistema sociale
porti con sé aggiustamenti in altre sue parti.
Tutti i sistemi d'azione devono assolvere quattro funzioni fondamentali:
• Adattamento: il sistema deve ricavare sufficienti risorse dall'ambiente circostante e
distribuirle ad ogni sua parte. Compito delle istituzioni economiche. Produzione e distribuzione
ricchezza
• Raggiungimento dello scopo: il sistema deve mobilitare le proprie risorse per ottenere gli
scopi che si prefigge. Compito delle istituzioni politiche. Uso legittimo del potere
• Integrazione: il sistema deve coordinare e regolare le relazioni tra le sue unità. Compito
delle istituzioni giuridiche. Implementazione delle norme
• Mantenimento della struttura: accertarsi che gli attori siano abbastanza motivati a svolgere il
proprio ruolo nel sistema. Compito delle istituzioni familiari, educative e religiose. Impegno morale
verso i valori condivisi.

In società semplici diverse funzioni coincidono, ma in generale queste quattro funzioni non sono
distinguibili con chiarezza e le istituzioni non rientrano sempre nettamente in una singola casella.
Questo schema non serve a prevedere quali istituzioni si svilupperanno in una determinata società e
quali funzioni svolgerà una determinata istituzione ma serve solo a classificarle dopo che tutto si è
verificato. Il modello deve poi essere applicato a tutti i sottosistemi di una determinata società tipo
la famiglia, rendendone sempre più complessa l’applicazione.
La famiglia tradizionale in questa società poi diventa sempre meno la norma rendendo il modello
parsoniano superato.

L'assolvim
ento
quotidiano
delle
quattro
funzioni
sistemiche
è
assicurato
da due
meccanism
i:

socializzazione: tutti i membri di una società di attengono ai valori condivisi, facendo le
scelte appropriate tra le variabili strutturali. Una socializzazione riuscita produce una
complementarità delle aspettative, da cui scaturisce l'equilibrio
• controllo sociale: davanti a casi di devianza delle norme, il controllo sociale si occupa di
sanzionarle per obbligare gli attori a conformarsi.

Gli squilibri possono sorgere a causa di mutamenti o tensioni che investono il modo in cui vengono
soddisfatti i quattro bisogni del sistema. Essi possono avere qualsiasi origine, ma la società reagirà
all'elemento di disturbo, ristabilendo l'equilibrio.
Parsons è molto vago riguardo all'origine di queste tensioni, e è incapace di analizzare in modo
adeguato il conflitto tra i ruoli.
Non specifica fino in fondo nemmeno i meccanismi attraverso i cui sistemi sviluppano risposte ai
propri bisogni, come affrontano i problemi strutturali ma soprattutto non chiarisce come i sistemi
reagiscono a situazioni di squilibrio.
Parsons non è nemmeno neutrale riguardo l'equilibrio, egli poggia la sua idea su un equilibrio
intrinsecante desiderabile.

Merton → Non si è fermato a teorie astratte ha formulato ipotesi empiriche che spesso a
verificato di persona raccogliendo dati ed analizzandoli.
Il suo pensiero è divergente dal funzionalismo parsonsiano, in quanto rifiuta il tentativo di
elaborare una teoria onnicomprensiva, ma crede che la sociologia abbia come compito anche quello
di elaborare teorie specifiche, applicabili a una serie limitata di dati.
Le teorie a medio raggio vanno oltre la semplice descrizione dei fenomeni sociali, esse sono basate
su un numero limitato di assunti, da cui si possono derivare ipotesi specifiche verificabili
empiricamente. Le TMR dovrebbero poi gradualmente consolidarsi in un quadro teorico più
generale.
I funzionalisti concepiscono generalmente la società come un sistema di parti interconnesse e
questo vale anche per Merton, ma lui è più vicino a orientamento generale più vicino alla sociologia
nel suo complesso che a Parsons.
Infatti, per Parsons tutte le istituzioni sono buone o funzionali, Merton invece mette in rilievo
l'esistenza di disfunzioni. E la sua concezione di disfunzione si divide in 2 punti:

• Un elemento può avere effetti disfunzionali generali, ovvero produrre conseguenze che
riducono l'adattamento o l'adeguamento del sistema.
(Es Burocrazia che diventa ritualismo quando diviene fine a sé stesso, caso Bernet Balchen)
• Un dato elemento può essere funzionale per alcuni individui e disfunzionale per altri.
(Es. Matrimonio e Famiglia, o Religione Istituzionale) (Studio povertà di Gans)

• Funzioni manifeste sono quelle osservabili o attese,


• Funzioni latenti non sono né riconosciute né intenzionali.

Merton presta particolare attenzione a quelle latenti, perché l’analisi di queste impedisce la
sostituzione dell’analisi sociologica con giudizi morali ingenui.
(Es Analisi della macchina politica locale americana, f.m. corruzione compravendita voti f.l.
funzionale per gli immigrati, volto umano del welfare statale)
In Merton il funzionalismo è più un sistema di orientamento della ricerca che un insieme di
proposizioni della struttura delle società.

Egli elabora però il concetto di prerequisiti funzionali, sottolineando però che non vi è ragione di
supporre che particolari istituzioni siano le sole capaci di soddisfare tali prerequisiti. Può esistere
infatti, un'ampia gamma di quelle che chiama alternative funzionali che possono svolgere lo stesso
compito.
(Es religioni alternative, istruzione superiore e formazione professionale, diversi tipi di famiglia)
Respinge quindi con forza l’idea che le istituzioni esistenti siano necessarie e di conseguenza buone.
M. non chiarisce a sufficienza cosa intende per prerequisito funzionale e perché possano essere
soddisfatti in modi cosi vari “concetto dei più nebulosi e empiricamente discutibili della teoria
funzionale”

Teoria della devianza

M. utilizza i concetti di mete culturali e mezzi istituzionalizzati, oltreché quello di anomia.


L'anomia è una variabile indipendente, una discrepanza tra mete culturali e mezzi legittimi
utilizzabili per raggiungerle.
L'innovazione è il ricorso ai mezzi non istituzionalizzati o illegittimi per raggiungere la meta;
il ritualismo è il seguire le regole al punto di perdere di vista la meta;
la rinuncia è il rifiuto sia della meta che dei mezzi per raggiungerla;
la ribellione è il rifiuto della meta e dei mezzi, accompagnato dalla loro sostituzione con altre mete
e altri mezzi.

(Es società americana e ricerca del successo economico)


M. ipotizza che in America dove tutti cercano il successo economico e i mezzi non sono a portata di tutti si
riscontrerà una quota elevata di devianza soprattutto concentrata nelle classi inferiore perché sono loro quelle
che si scontrano più duramente con gli ostacoli per il successo.
M. solleva il problema della disuguaglianza quando si chiede chi può trarre vantaggio da determinate
strutture sociali, ponendosi cosi in una posizione più critica rispetto a Parsons.
La teoria del conflitto
È la principale alternativa al funzionalismo.
È una prospettiva meno unitaria, gli elementi in disaccordo tra i sui stessi fautori sono più
pronunciati rispetto ad altri approcci.
I funzionalisti non negano l’esistenza del conflitto ma credono che la società produca sistemi per
controllarlo. I conflittualisti invece vedono nella società un'arena in cui i gruppi lottano tra loro per
il potere, mentre il controllo del conflitto consiste nel fatto che, per un certo tempo, un gruppo
riesce a prevalere sui propri oppositori.

L’orientamento conflittualista si costituisce di 3 presupposti:


• gli individui posseggono alcuni interessi di base, comuni a tutte le società
• il potere è il nucleo delle relazioni sociali ed esso è scarso, distribuito in modo diseguale,
quindi fonte di conflitto. Esso è essenzialmente coercitivo (interesse per la distribuzione
delle risorse che permettono di acquisirlo)
• i valori e le idee sono armi usate dai diversi gruppi per perseguire i propri fini (ideologie)

La teoria del conflitto si divide in due filoni:


• i CRITICI ritengono che gli scienziati sociali abbiano l'obbligo morale di impegnarsi nella
critica della società. Rifiutano di separare l’analisi dal giudizio, i fatti dai valori. Sono convinti che
possa esistere una società senza conflitti
• gli ANALISTI considerano il conflitto un aspetto inevitabile e permanente della vita sociale,
respingono l'idea che le affermazioni delle scienze sociali siano per forza giudizi di valore.
Le scienze sociali devono seguire gli stessi canoni di obbiettività delle scienze naturali.

Gli elementi di base delle teorie del conflitto vengono riprese dalle sociologie di Marx e Weber, i
quali condividono lo stesso interesse per il modo in cui le posizioni sociali procurano potere a
coloro che le occupano e per il ruolo delle idee nel riconoscere o negare la legittimità a una
determinata posizione sociale

Marx→ ritiene che gli individui abbiano interessi definiti.


Se non agiscono in base ad essi è perché sono stati ingannati sui loro veri interessi da un sistema
sociale che opera a vantaggio di altri. Egli analizza le società passate e presenti in termini di
conflitti di gruppi portatori di interessi diversi. Sottolinea il legame tra ideologie e interessi di chi le
elabora e diffonde. Le idee prevalenti di un'epoca riflettono gli interessi di una classe dominante.
Mette in evidenza l'importanza prioritaria della tecnologia e dei modelli di proprietà nel determinare
la vita degli individui e l'andamento del conflitto sociale.

Weber → definì la razionalità moderna come una gabbia d'acciaio,


che imprigiona un mondo disincantato dominato dalla burocrazia. Egli vede le attività umane mosse
dagli interessi, ma crede che esistano interessi universali. Non è solo l’interesse economico a
muovere gli individui come invece pensava Marx.
Formula la nozione di tipo ideale, che descrive le proprietà tipiche o necessarie di un concetto. È
importante perché è capace di rendere intellegibili eventi storici e contemporanei anche se questi
non corrispondono esattamente al modello proposto.
Interessato inoltre al fenomeno del potere e alla distinzione tra legittimo (o autorità) e illegittimo.
Il concetto di autorità presuppone che determinati individui abbiano il diritto di essere obbediti.
Tre tipi ideali di autorità sono:
CARISMATICA, che si basa sulle qualità personali del leader
TRADIZIONALE, è personale ma il suo riconoscimento deriva dal passato (un re può non essere
un buon governante ma l'autorità gli è conferita dalla consuetudine)
LEGALE, si fonda su regole formali (burocrati moderni)

Weber distingue tra diverse categorie sociali:


Classi (insieme di individui che condividono la stessa posizione economica),
Ceti (gruppi caratterizzati dallo stile di vita fondato su un'educazione comune)
Partiti (associazioni con lo scopo di conquistare per i propri capi una posizione di potere che
consenta loro di ottenere vantaggi per i propri membri)

Weber ritiene che idee e valori esercitino un'influenza rilevante e autonoma sulla storia e che non
siano semplici riflessi di interessi soggiacenti, ma è anche consapevole del ruolo dei valori e le idee
possano avere nel rafforzare e garantire la posizione di un gruppo, infatti per Weber è molto
importante il concetto di legittimità ossia la convinzione che la posizione di in individuo e il
sistema che lo incorpori siano giusti e appropriati.

Teoria delle élite


interesse egoistico e la natura ineguale del potere rendono il conflitto inevitabile e permanente.
In ogni organizzazione solo un numero ristretto di individui può esercitare l'autorità, il che li pone
in contrasto con i propri sottoposti. Inoltre, le élite dirigenti condividono la stessa cultura e sono
organizzate in modo da difendere la propria posizione ed usarla a proprio vantaggio.

Pareto → importanza delle élite di governo che controllano la società, classi dominanti a cui le
classi dominate si contrappongono come nazioni straniere.
Mosca → il potere politico una fonte di dominio su tutte le altre sfere compresa quella economica.
Michels → legge ferrea dell'oligarchia piccoli gruppi si mettono alla guida di partiti gruppi e
organizzazioni per raggiungere i loro scopi
Veblen → Analizza la società in termini di interessi conflittuali tra diversi gruppi sociali. Crede che
la società moderna sia caratterizzata dal conflitto tra gruppi economici opposti: la classe industriale
(che produce le merci) e la classe agiata (che gestisce la finanza e il commercio e ha carattere
parassitario)
Gli individui desiderano intensamente la considerazione altrui, oggetto quindi di costante
competizione, poiché uno status elevato alla portata di tutti sarebbe una contraddizione.

Scuola di Chicago
Simmel → fu interessato a identificare i modelli universali nel comportamento umano.
Propose di elaborare un insieme di proposizioni circa le relazioni umane e il comportamento sociale,
applicabili indipendentemente dal contesto storico. → Matematica della società.
Insiste sul fatto che associazione e conflitto tra individui e gruppi sociali coesistono e sono
intimamente correlati. Non è possibile suddividere nettamente gli individui in gruppi chiusi con
interessi diversi da quelli di altri gruppi chiusi ad essi antagonisti, una società è attraversata da
molteplici conflitti che si intersecano, coloro che stanno insieme per un verso si contrappongono per
un altro.
“il rapporto sociale implica sempre armonia e conflitto, attrazione e repulsione, amore e odio.

Park → elabora un sistema di concetti generali che descrivono le caratteristiche fondamentali della
vita sociale → Competizione, conflitto, adattamento e assimilazione di una cultura comune.
Sostiene che la competizione determini le carriere e il conflitto riguardi lo status e l'allocazione del
potere a livello sociale. Interessato a studiare i confitti tra gruppi etnici (non lotta di classe come
Marx nella uniforme società europea)
I teorici critici considerano la ricerca sociale come legata al particolare punto di vista dello studioso,
che a sua volta è influenzato dalla società a cui appartiene. Ciò porta a rifiutare l'idea che quali
siano i valori e le motivazioni dello scienziato le sue teorie sono fondate o infondate a seconda se
siano suffragate da prove, i teorici critici sono certi che le loro valori e parametri sono giusti
La critica di questi autori è rivolta al modo in cui ricchezza, status e potere sono distribuiti nella
società. Alla società esistente essi contrappongono la possibilità di un ordine migliore.

Marx → considera i fattori economici come determinanti della struttura e del mutamento sociale.
Distingue tre aspetti dell'organizzazione sociale:
Forze materiali di produzione, (risorse)
Rapporti di produzione (regolano l'uso delle f. m. di produzione relazioni, diritti di proprietà)
Forme di coscienza sociale.
Il modo di produzione quindi rappresenta in ultima analisi l'organizzazione sociale, dando un
significato moto materialista a questa teoria.
La tecnologia e i rapporti di produzione costituiscono la struttura che determina il carattere di una
particolare società compresa la sua sovrastruttura di idee leggi e istituzioni politiche.

Una classe è formata da individui che condividono la stessa posizione economica, i quali
tendono ad agire come gruppo. Le classi economiche sono i gruppi più importanti di una società.
Esse sono antagoniste e il risultato dei loro conflitti determina l'evoluzione della società.
La teoria delle classi non è solo una teoria di struttura Una classe è costituita da individui che
condividono lo stesso rapporto con la proprietà dei mezzi di produzione.

Ciascuno dei principali sistemi economici della storia ha privilegiato una particolare
classe, in modo da metterla in grado di esercitare il proprio sfruttamento ai danni di altre.
Marx sostiene che il valore di una merce è uguale alla quantità di lavoro impiegata per produrla.
Il plusvalore non andrà al lavoratore, ma al capitalista.
Sostiene che in ogni epoca storica il conflitto di classe definisce il carattere fondamentale di una
società ed esso genera cambiamento sociale. La misura in cui i membri di una classe riconoscono i
propri interessi dipende dal livello della loro coscienza di classe.

È rilevante che il potere abbia caratteri della legittimità. Considera le idee come
mezzo per stabilire una forma di dominio. La sovrastruttura giuridica, politica e culturale è un
prodotto e un riflesso dei rapporti economici sottostanti. Lo scopo di un'ideologia è quello di
legittimare coloro che detengono il potere. L'ideologia serve a installare una falsa coscienza.
La società di classe è un male perché crea alienazione. L'uomo possiede una sua natura distintiva,
che si realizza grazie al lavoro creativo.
Il capitalismo aliena, estrania, l'uomo dal suo prodotto e dall'attività di produzione, ma anche da sé
stesso e dai suoi simili. Il capitalismo e la ricchezza da esso prodotta sono le precondizioni
necessarie per la realizzazione dell'utopia comunista.
La proprietà rappresenta il fattore determinante degli interessi di classe. L'abolizione di questa
potrebbe porre fine al conflitto sociale.
Descrive lo stato come strumento del dominio di classe e vede nel potere politico un riflesso dei
conflitti tra classi. In una società senza classi anche lo stato andrebbe abolito.
Lo stato rende possibile lo sfruttamento di classe, mantenendo le condizioni sociali che
consentono a un gruppo di essere quello dominante. Inoltre, è esso stesso strumento della classe
dominante, il cui fine è quello di difendere i propri interessi.
Scuola di Francoforte
L'espressione teoria critica è associata agli studiosi della Scuola di Francoforte. Mettono in rilievo
l'importanza dei conflitti d'interesse basati sui rapporti di proprietà e sono molto interessati a trovare
un punto di unione tra psicoanalisi e marxismo. Esponenti sono Horkheimer, Adorno, Marcuse e
Fromm.
L'approccio di questa scuola poggia su due tesi:
1. le idee degli individui sono un prodotto della società in cui vivono
2. è impossibile arrivare ad una conoscenza obiettiva

gli intellettuali non dovrebbero cercare di essere obiettivi e di separare i fatti dai giudizi di valore,
ma adottare un atteggiamento critico nei confronti della società che studiano e sorvegliare
criticamente il proprio lavoro.
I teorici francofortesi erano interessati ad analizzare la personalità e il comportamento in
termini di interazione tra la struttura socioeconomica sottostante e le pulsioni psichiche.

Fromm → studiò le modalità attraverso cui una particolare struttura libidica, formata e trasmessa
all'interno della famiglia, può funzionare da cemento sociale.
Egli esprime il concetto di alienazione per descrivere l'esperienza psicologica del mondo da parte
dell'individuo. Questa nozione costituisce l'elemento centrale nell'analisi degli effetti del
capitalismo sulla personalità.
I teorici francofortesi accusano la società moderna nello studio sulla “personalità autoritaria” che
analizzava il pregiudizio e l’antisemitismo in America. Concludendo che gli individui più
antidemocratici e con maggiori pregiudizi possiedono una personalità particolare e provengono in
genere da famiglie in cu i rapporti tra genitori e figli sono caratterizzati da dominio sottomissione e
intolleranza verso qualsiasi forma di anticonformismo.

La tesi di Adorno e Horkheimer → è che vi sia una connessione tra la personalità e la struttura
sociale. I fattori che determinano la presenza di pregiudizi sono visti come psicologici. Gli individui
con maggiori pregiudizi dimostrano in modo più evidente l'influenza del modello culturale
complessivo prodotto dalla struttura sociale.
Horkheimer sostiene che cultura e ideologia non siano un semplice riflesso della struttura
economica sottostante, ma un ambito semiautonomo.
La cultura popolare viene considerata strumento di manipolazione.
Marcuse afferma che il progresso tecnico ha reso possibile un intero sistema di dominio e
coordinamento che inibisce ogni tentativo di protesta.

Mills → adotta una prospettiva conflittualista accompagnata da una forte critica dell'ordine sociale.
Riteneva che, grazie alla conoscenza, fosse possibile creare una società buona e che gli uomini di
cultura dovessero assumersi la responsabilità di questo progetto.
Per Mills l'immaginazione sociologica è in grado di connettere livelli micro e macro. Gli individui
riescono a comprendere le proprie esperienze personali solo se sono in grado di calarsi dentro la
propria epoca storica.

Importante distinzione tra:


Problemi personali → riguardano l’individuo come entità biografica e il suo contesto più prossimo
Questioni pubbliche → istituzioni di una società data nel suo complesso

Sostiene che le privazioni materiali di un tempo siano state sostituite oggi da un disagio psicologico
che ha le sue radici nell'alienazione del lavoratore dalla propria attività.
Condanna il capitalismo burocratico in quanto aliena l'individuo dal processo e dal prodotto del suo
stesso lavoro. Il sistema di mercato estrania l'individuo da sé stesso e dagli altri, perché induce a
considerare manipolativi tutti i rapporti. L'alienazione del lavoro stimola una frenetica ricerca di
svago, ma l'industria del divertimento popolare produce emozioni artificiali.

Una struttura sempre più centralizzata, priva di valori tradizionali e popolata da individui
costantemente ansiosi, è esposta alla minaccia di totalitarismi.
Mills ritiene che la crescita delle grandi organizzazioni sia stata accompagnata da una
centralizzazione del potere.
Elabora il concetto di élite del potere. Potere formato su elementi diversi dalla proprietà e che si
integrano tra loro, promuovendo un’economia di guerra.
Afferma che le sfere economica, politica e militare sono interconnesse in modo che i leader di
ciascuna tendano ad associarsi per formare l'élite del potere.

Bourdieu → critica l'idea marxista secondo cui la società possa essere analizzata semplicemente in
termini di classi, interessi di classe e ideologie di classe.
Il suo lavoro riguarda il lavoro indipendente dei fattori educativi e culturali.
Utilizza il concetto di campo inteso come luogo in cui gli individui agiscono, sviluppano strategie e
si contendono risorse. È un sistema di posizioni sociali strutturato internamente in relazioni di
potere. I diversi campi possono essere significativamente autonomi e le società complesse tendono a
creare un ampio numero di campi distinti. Aggiunge che il potere associato ai diversi campi dipende
in modo cruciale da distinte forme di capitale.

Ci sono tre tipi fondamentali di capitale:


1. economico (controllo delle risorse economiche)
2. sociale (controllo delle relazioni sociali)
3. culturale (i gusti e la percezione del bello variano secondo la classe e i membri delle élite
tendono ad accentuare la distinzione con le classi popolari).

Il suo interesse va soprattutto ai modi in cui il capitale culturale si traduce in vantaggi educativi,
un’uguaglianza formale che in realtà avvantaggia le classi più ricche che hanno più mezzi.
La teoria di Bourdieu riguarda la riproduzione sociale: i modi in cui una determinata classe è in
grado di riprodursi trasmettendo ai propri discendenti i privilegi di cui gode.
Il funzionamento latente dell’apparato educativo che, ha dispetto della libertà di accesso e del
funzionamento formale determina di fatto una selezione basata sui criteri culturali della classe
dominante.

La legittimazione del capitale culturale è cruciale per garantire la sua efficacia come fonte di potere
e successo viene definita come violenza simbolica. È quindi la violenza esercitata su un attore
sociale con la sua complicità: gli individui accettano i sistemi di significato come legittimi,
fraintendendo quanto accade davvero. (accesso Ecoles in maggior parte da licei selezionati)
Ogni socializzazione riuscita rende gli individui complici del proprio destino.
Il capitale simbolico non è altro che un capitale economico o culturale riconosciuto e accettato.

Il concetto di habitus indica un sistema di modelli percettivi, di pensiero e di azione acquisiti


stabilmente e generati da condizioni oggettive, che tendono a persistere anche dopo il mutamento di
tali condizioni. È il generatore delle pratiche costanti e ripetute che costituiscono la vita sociale.
I cambiamenti nella struttura economica hanno ripercussioni sull'istruzione in quanto meccanismo
di riproduzione dei vantaggi di classe. (Es. rapida espansione istruzione superiore)

È critico nei confronti della sociologia che pretende di fornire analisi oggettive basate sul modello
scientifico. Rifiuta quella che considera una falsa contrapposizione tra oggettivismo e soggettivismo
e insiste sull'importanza di una sociologia riflessiva: i sociologi devono condurre le ricerche
prestando attenzione consapevole agli effetti della propria posizione sociale e delle proprie strutture
interiorizzate. Le pratiche umane vanno intese come un processo dialettico che coinvolge tanto le
disposizioni prodotte dall'habitus, quanto le condizioni oggettive dei campi in cui gli individui
operano.

I Teorici Analitici del Conflitto


sono convinti che la prospettiva conflittualista sia fondamentale per lo sviluppo di una sociologia
scientifica, ma si distinguono dai teorici critici per tre aspetti:

1. considerano essenziale la separazione tra politica e idee/valori (le idee non sono
necessariamente distorsioni della realtà solo perché il prodotto di particolari circostanze
sociali o tendono a favorire un particolare gruppo)
2. non ritengono che la società sia divisibile in un gruppo dominante opposto alla massa
3. non contrappongono alla condizione presente un ideale razionale o privo di conflitti: il
conflitto è permanente e i conflitti di interessi sono inevitabili

Dahrendorf → ritiene che esista una tendenza al conflitto insita nel sistema sociale:
i gruppi dotati o privi di potere perseguiranno i rispettivi interessi, che saranno necessariamente
diversi. Il conflitto è la grande forza creativa della storia umana. Il fattore determinante della
struttura sociale è la distribuzione del potere. L'essenza del potere sta nel controllo delle sanzioni,
che consente ai suoi detentori di impartire ordini e di ottenere obbedienza. Le persone non accettano
la sottomissione da ciò deriva l'inevitabile conflitto di interessi: coloro che sono privi di potere
lottano per conquistarlo, gli altri per difenderlo.
Una visione coercitiva del potere diversa da quella funzionalista. Non è la comunità che concede il
potere ad alcuni per realizzare una volontà comune, ma sono essi a appropriarsene per usarlo per
fini personali. Ma la lotta per il potere non è l’essenza della vita sociale perché talvolta gli individui
sono liberi di fare ciò che vogliono indipendentemente dagli altri.
Liberta negativa (“libertà da” distinta dalla “libertà di”)
Secondo lui non è il consenso a generare e definire le norme sociali.
La teoria del conflitto afferma che le norme vengono stabilite e mantenute dal potere e che il loro
fondamento va spiegato in termine di interessi dei potenti. Le norme sono imposte.
Esiste sia una differenziazione sociale tra le posizioni, sia una stratificazione sociale basata sulla
reputazione e la ricchezza.
La stratificazione è riconducibile a norme che definiscono certe cose come desiderabili rispetto ad
altre. I conflitti avranno luogo sistematicamente tra gruppi che differiscono per l'autorità che
possono far valere su altri.

Con il termine autorità, Dahrendorf indica il potere connesso a un ruolo o a una posizione
sociale che gode di legittimità in quanto definito e delimitato da norme sociali e sostenuto da
sanzioni applicabili entro i limiti stabiliti da tali norme.
I modelli stabili e ricorrenti di autorità istituzionali fanno sorgere conflitti sociali tra chi possiede
autorità e chi no. Modello dicotomico.

Il termine classe identifica gruppi di conflitto generati dalla distribuzione differenziale di autorità
all'interno di associazioni coordinate da norme imperative.
I requisiti strutturali necessari affinché gli individui formino gruppi di interesse attivi sono di tipo
• tecnico: richiede un fondatore e uno statuto o ideologia
• politico: più lo stato è liberale, più è probabile la mobilitazione e viceversa
• sociale: la formazione del gruppo è tanto più probabile quanto più i suoi membri sono
a) concentrati a livello geografico
b) possono comunicare facilmente tra loro
c) hanno la stessa estrazione
Gli interessi di classe sono più reali per chi condivide la stessa cultura, inoltre e meno probabile che
le persone si mobilitino per i propri interessi quando più è ampio il numero di associazioni a cui
appartengono.

La violenza di un conflitto dipende dal tipo di armi scelte (il grado di istituzionalizzazione del
conflitto), mentre la sua intensità dipende dal dispendio di energia e il grado di partecipazione delle
parti del conflitto. I tre fattori dell'intensità sono:
• se i subalterni in una determinata associazione lo sono anche nelle altre associazioni di cui
fanno parte
• la misura in cui chi detiene l'autorità in un certo ambito la detiene anche in altri ambiti;
• la mobilità, quanto più è alta tanto meno intenso sarà il conflitto.

Nello stato le linee fondamentali di sviluppo del conflitto passano tra chi impartisce e chi riceve
ordini. Quanto più ampia è la classe che detiene l'autorità, tanto più grande sarà il gruppo pronto a
schierarsi contro ogni minaccia da parte dei subordinati. (grande stabilità degli stati burocratici,
bizantino o antico Egitto)

Coser → affronta il conflitto sociale come risultati di fattori diversi dagli interessi di gruppo
contrapposti. Si interessa alle conseguenze del conflitto.
Conflitti e disaccordi sono parte integrante dei rapporti interpersonali e non necessariamente segnali
di instabilità e rottura. Afferma che i caratteri dell'ostilità e del conflitto variano per ragioni
sociologiche. Il conflitto porta spesso al cambiamento, tuttavia si concentra sul ruolo del conflitto
nel conservare la coesione di gruppo. Vede la coesione come uno dei possibili esiti del conflitto.

Il conflitto esterno è essenziale per l'identità di gruppo, in quanto delimita i confini tra i gruppi
all'interno di un sistema sociale rafforzando la consapevolezza che ciascun gruppo ha di sé come
entità separata, stabilendo così l'identità dei gruppi all'interno del sistema.
Il conflitto esterno può rafforzare il gruppo, oppure accelerare il processo di disintegrazione.
Il conflitto interno con i devianti di un gruppo rende evidente ai suoi membri la condotta da
tenere. Questo può aumentare la sopravvivenza, la coesione e la stabilità di un gruppo.
Egli assume che qualsiasi cosa agevoli la sopravvivenza, agevola anche la coesione, ma una società
può rimanere coesa e sopravvivere anche usando la forza bruta o il terrore (Es la Corea del nord, o
la Russia di Stalin)
È probabile che un conflitto interno coinvolga i principi sociali di base e risulti disgregante in
società rigide. L'interdipendenza in altri casi modera e contiene le spaccature di base, rendendo
molto meno probabile un conflitto interno disgregante.

Coser osserva che oltre alla rigidità sociale e all'interdipendenza tra individui, anche le idee
influiscono sulla radicalità del conflitto. I conflitti sono tanto più intensi quanto più i soggetti
coinvolti sentono di lottare nell'interesse del gruppo e non solo per se stessi. L'asprezza e il
radicalismo dei conflitti viene accresciuta dalla presenza degli intellettuali.

Collins → vuole mostrare che è possibile spiegare un'ampia gamma di fenomeni sociali in base
all'assunto generale dell'esistenza di interessi conflittuali. Assume che da una parte esistano
determinati beni cui gli individui aspirano in ogni società e dall'altra che tutti considerino
intollerabile ricevere ordini. Esisterà sempre un conflitto sociale, perché la distribuzione del potere
è ineguale. Il conflitto esiste perché la coercizione violenta resta una possibilità, ed è una risorsa a
somma zero.

Varie tipologie di risorse che gli individui investono nel conflitto:


a) risorse tecniche e materiali
b) forza nei rapporti personali
c) numero e varietà di persone con cui si hanno contatti
d) strumenti culturali che consentono di invocare solidarietà emotiva (ovvero la capacità di
creare e sostenere una visione del mondo condivisa che favorisce chi la promuove)

Secondo Collins tre sono principali ambiti caratterizzati da una distribuzione ineguale di risorse e
posizioni sociali, che insieme danno luogo alla stratificazione sociale:
1. il lavoro (classi)
2. la comunità (ceti)
3. la politica (partiti)

Non è preminente un particolare aspetto della stratificazione ma la posizione predominante di alcuni


individui è semplicemente la somma delle loro risorse e posizioni nei diversi ambiti.

Collins si è sempre interessato al modo in cui le credenziali educative


vengono usate nella lotta per il potere, la ricchezza e il prestigio. Egli considera l'istruzione come
una base importante di differenziazione. Chi possiede un'istruzione superiore stabilisce requisiti
occupazionali che giocano a loro favore; tutti riconoscono l'importanza dell'istruzione ai fini del
successo e si sforzano di accrescere la propria. L'istruzione è importante nel determinare lo status e
nel consentire ai genitori privilegiati di assicurare la posizione sociale ai figli.
(Es ingegneri, non i più richiesti perché l’istruzione non è collegata alla produttività, lavori appresi
con la pratica non a scuola. → inflazione delle credenziali)
(risultati ottenuti dai bambini nei test cognitivi, sempre più legati al reddito col crescere dell’età)

Collins considera le organizzazioni come arene nelle quali chi occupa posizioni superiori controlla i
propri subordinati.
Si può analizzare la struttura di un'organizzazione esaminando le sanzioni a disposizione di chi
esercita il controllo.

Esistono tre tipi di sanzioni:


1. coercizione (a cui corrisponde resistenza passiva)
2. ricompense materiali
3. controllo normativo (più efficaci perché i subordinati condividono gli scopi dei superiori).
un modo per creare controllo normativo è aumentare la base dell’autorità, oppure si può
reclutare individui legati sa solidarietà o amicizia con il nepotismo.
Per mantenere un controllo adeguato, bisogna mescolare questi tre sistemi.
Quanto più un'organizzazione esalta i propri rituali, quanto più è isolata dal mondo e si sente
minacciata dall'esterno, tanto più l'identificazione e la fedeltà si rafforzano.

La coercizione è al centro della vita sociale. Lo stato è un tipo particolare di organizzazione, in


quanto esercita il controllo della violenza. (esercito, polizia)
Collins è attento agli effetti della tecnologia e dell'organizzazione militare sulla vita politica e
sociale. Una società in cui larga parte delle famiglie combatte con arme proprie e poco costose è più
democratica di una in cui un gruppo ristretto e dotato di un equipaggiamento dispendioso (cavalieri
medievali)

In tutte le società il genere costituisce una delle più importanti caratteristiche individuali che
determinano le opportunità di una persona. Le donne sono sempre svantaggiate rispetto agli uomini.
Egli ritiene che la condizione di inferiorità femminile sia il risultato del desiderio di gratificazione
sessuale dell'essere umano e del fatto che i maschi sono nella maggior parte dei casi più grandi e più
forti.

L'oggetto dei suoi studi resta l'individuo. I tipi di esperienza che Collins identifica sono:
✓ dare e ricevere ordini
✓ comunicare con gli altri

Chi dà ordini tenderà a identificarsi con gli ideali dell'organizzazione di cui detiene il potere e in
nome del quale giustifica quegli ordini. Chi li riceve si sentirà estraneo agli ideali
dell'organizzazione. Gli individui desiderano massimizzare la loro possibilità di dare ordini.
I modelli di comunicazione influiscono sul grado di accettazione delle norme e dei valori di una
società e quindi sulla legittimità dell'ordine sociale.

Gli aspetti rilevanti della comunicazione umana sono


✓ Il controllo reciproco (quantità di tempo trascorso insieme)
✓ la varietà dei contatti

Quanto più è alto il controllo reciproco, tanto più gli individui accettano la cultura del gruppo e si
aspettano altrettanta conformità da parte degli altri. Questo perché la compresenza fisica rende più
probabile lo sviluppo di I rituali “sequenze non verbali automatiche che si rinforzano
reciprocamente” che a loro volta aumentano la risposta emotiva e quindi indurre le persone a una
più stretta identificazione con determinate visioni della realtà.
La varietà dei contatti tra persone influenza in modo simile il loro modo di pensare.

Collins ritiene che i fattori che determinano l'ascesa e il declino degli stati e degli imperi siano
dimensioni e risorse, posizione geografica e espansione militare.
L'elemento di maggiore forza della teoria del conflitto sta nel mettere in relazione le strutture sociali
con gli interessi di gruppo e la distribuzione delle risorse. Insiste sulla necessità di mettere valori e
ideali in relazione con l'ambiente sociale
Evoluzione sociale e modernità: prospettive macrosociologiche

La prospettiva evoluzionista ebbe un ruolo di grande rilievo agli esordi della sociologia:
Comte → l'umanità progredisce attraverso tre stadi di pensiero, corrispondenti a tre tipi di
società: stadio teologico, stadio metafisico, stadio positivo.
Spencer → ha adottato l'evoluzionismo darwiniano. Sostiene l'esistenza della tendenza alla
differenziazione sia negli organismi che nelle società.
Durkheim → sostiene l'esistenza di un processo evolutivo della società: la solidarietà
meccanica viene col tempo sostituita dalla solidarietà organica.

Schumpeter → associa il cambiamento sociale alla posizione di potere delle diverse classi.
Queste classi conquistano il potere perché hanno capacità nuove o più rilevanti che in
passato in virtù di mutate circostanze. Le classi al potere vengono a loro volta rimpiazzate, da nuove
che negano la legittimità di quelle vecchie. (Es intellettuali contro la borghesia capitalista)

Marx → teoria della storia che vede le società procedere, attraverso il conflitto, verso
l'utopia comunista
La teoria sociale di Marx è una teoria del mutamento, che vuole offrire un'interpretazione
complessiva della storia passata e futura.
Ogni sistema economico contiene in sé i germi del cambiamento.
Questo processo avviene in forma dialettica: a una tesi si contrappone un'antitesi, da
cui scaturisce una nuova sintesi (il passaggio ad un nuovo ordine).
Individua quattro tipi principali di società di classe, ciascuno contraddistinto da una classe
dominante: asiatico (basato sul dispotismo e sulla proprietà terriera), antico, feudale, borghese.
Le contraddizioni insite nel capitalismo avrebbero dato luogo a una società comunista in cui la
proprietà e classi sarebbero scomparse e l'autorealizzazione avrebbe preso posto dell’alienazione.

La teoria leninista dell'imperialismo → sostiene che il capitalismo avanzato ha continuamente


bisogno di espandere i propri mercati e creare nuove occasioni di investimento: ciò porta a una
politica estera imperialista e a guerre distruttive tra paesi rivali per i possedimenti coloniali.
(Ma anche paesi non capitalistici come Cina e URSS sono imperialisti e quelli capitalisti si sono
ritirati nelle colonie)

Wallerstein → sostiene che il capitalismo ha creato per la prima volta un sistema autenticamente
globale, tenuto insieme da legami economici. La crescita del capitalismo è stata possibile grazie
all'espansione geografica dei maggiori paesi d'Europa.
Le diverse parti del sistema-mondo si specializzano in funzioni diverse. La periferia fornisce le
materie prime alle industrie del centro (disparità). L'organizzazione statale è forte nei paesi del
centro e debole in quelli periferici.
Le forze economiche sono le determinanti del mondo moderno. Molti critici della globalizzazione
vedono crescere il potere delle multinazionali mentre gli stati sono sempre più incapaci di
controllare la produzione e la finanza globali.
(Ma oggi gran parte degli investimenti è per i paesi in via di sviluppo, Australia anche se centrale è
una grande esportatore, grande crescita della Cina)

Parsons → Le idee sull'evoluzione sociale sono un'estensione del suo modello di variabili
strutturali.
Vede nell'epoca primitiva il primo stadio dell'evoluzione sociale, seguito da uno stadio intermedio
caratterizzato dalla scrittura ed infine uno stadio moderno, caratterizzato da rapporti e procedure
formali, dall'istituzionalizzazione della legge e dalla piena alfabetizzazione.
Identifica degli universali evolutivi, definiti come strutture organizzative rilevanti per l'evoluzione.
Affinché una comunità possa uscire da uno stadio primitivo e diventare una società moderna sono
indispensabili il linguaggio, la parentela, la religione e qualche forma di tecnologia.
I sei principali universali evolutivi sono:
1. stratificazione sociale,
2. legittimazione culturale,
3. organizzazione burocratica,
4. economia monetaria e mercati,
5. norme universalistiche,
6. associazioni democratiche.

Queste strutture sono prodotte da quattro processi:


1. differenziazione (divisione di una singola unità in due o più unità che differiscono dal punto
di vista strutturale e funzionale),
2. crescita adattiva (aumenta la capacità di adattamento alle difficoltà ambientali),
3. inclusione (società deve riconoscere che anche i gruppi fino a quel momento rimasti esclusi
hanno la capacità di contribuire al funzionamento del sistema),
4. generalizzazione dei valori (un alto grado di differenziazione, crescita adattiva e inclusione
non può coesistere con un sistema di valori ristretto, condiviso solo da alcuni membri del
sistema) (Es religione civile che sposa valori come la vita la libertà e la ricerca della felicità)

Parsons identifica una serie di strutture che considera cruciali per l'evoluzione sociale, ma che non
possono essere attribuite in modo arbitrario a qualsiasi società. Aggiustamenti lenti e graduali
inadeguato a spiegare mutamenti sociali improvvisi e radicali,
Egli pensa che l'evoluzione conduca a mutamenti nel sistema, non di sistema.

Teoria della strutturazione


Giddens → l'importanza di integrare le prospettive macro e micro.
La teoria sociale deve riconcettualizzare il proprio oggetto come una dualità, la dualità della
struttura. L'attore umano ricrea, con le proprie azioni, le pratiche sociali e le istituzioni, che a loro
volta vincolano quelle azioni, ma nello stesso tempo le trasformano.
L'agire umano è essenzialmente trasformativo.
Le pratiche sociali sono sia riprodotte che modificate, perciò Giddens sottolinea l'aspetto creativo
dell'agire umano che non ci permette di fare previsioni.

Con struttura sociale intende i caratteri costanti dell'interazione sociale, capaci di assicurare la
riproduzione del sistema, che indicano agli individui come costruire la vita sociale e su quali risorse
contare per raggiungere i propri obiettivi.
Dimensione fisica dell’azione umana e della struttura sociale, gli esseri umani sono esseri
biologici e il corpo ha un ruolo fondamentale nell’agire sociale → ma i fattori biologici in quanto
tali non producono direttamente regolarità sociali rilevanti → non è una posizione di tipo
sociobiologico.

Elabora una classificazione originale dei tipi sociali.


Si concentra sulle forme economiche della proprietà e sulle differenze fondamentali tra le società
contemporanee e tutte quelle che le hanno precedute (basate sulla comunicazione diretta).
Nelle società contemporanee il cambiamento è stato assai rapido. Per Giddens la storia è stata
dominata prima dalle società tribali e poi dalle società divise in classe. Nelle società divise in classe
va posta l'attenzione sul ruolo della scrittura e dell'urbanizzazione. → Aumento delle distanze
La città non è puramente incidente nella storia sociologica, ma è un contenitore che permette una
distanza spazio-temporale molto superiore a quella delle società tribali.
Il capitalismo è il primo tipo globale di organizzazione sociale nella storia. Lo stato e l'economia
sono completamente scollegati dalla famiglia e dalla tradizione orale. Il costante cambiamento è tra
i caratteri del capitalismo moderno.

Uno degli aspetti più importanti della modernità consiste nel fatto che la tradizione viene
rimpiazzata dall'expertise in una dimensione sempre più globale.
La tradizione è lo strumento di organizzazione della memoria collettiva, con il suo contenuto
insieme morale ed emotivo, è difesa da custodi la cui autorità deriva dal rapporto che questi
intrattengono con quella memoria.

La modernità aveva distrutto la tradizione per poi ricostruirla, la rigenerazione della tradizione è
cruciale per la legittimazione del potere. Ora le tradizioni sono state distrutte senza essere state
ricostruite. A rimpiazzarle sono gli esperti, l’expertise, i sistemi esperti.
Producono disembedding (sradicamento, distacco): fanno valere principi esterni al concreto
ambiente locale ed esigono fiducia in presupposti di carattere universale.
L'accumulazione di conoscenza esperta comporta inevitabili processi di specializzazione. La
conoscenza esperta è instabile, in quanto è contrassegnata da scetticismo, universalismo,
atteggiamento di dubbio. La conoscenza è suscettibile di rettifica e continuo perfezionamento: la
società è attraversata da un senso di instabilità e precarietà.
La globalizzazione fa sì che ogni abitante del mondo sperimenti il disembedding per qualche
aspetto della propria vita.

Tutto nel mondo può essere trasformato: si afferma una visione di sé e della propria identità come
qualcosa che implica delle scelte decisioni e creatività. → Sforzo riflessivamente organizzato
Dobbiamo decidere noi il tipo di persona che vogliamo diventare. Questo implica sia l’aspetto
psichico che il corpo, che è sempre meno un dato esterno ma diviene anche esso riflessivamente
mutevole.
La riflessività moderna implica la consapevolezza che praticamente tutti gli aspetti dell'attività
sociale e del mondo fisico sono suscettibili di una revisione continua alla luce di nuove
informazioni e conoscenze.
Giddens sostiene che oggi siamo in un nuovo stadio dell’evoluzione sociale, la modernità
avanzata. Egli pone l'accento sul rischio: prima le persone erano a rischio costantemente (malattie,
carestie, guerra) ma non erano in grado di quantificare questi rischi, nella modernità avanzata
calcoliamo i rischi, ma ci sentiamo sempre meno capaci di controllo su questi ultimi.
La modernità è sperimentale, un grande esperimento di cui siamo tutti artefici ma su cui non
abbiamo nessun controllo.

Giddens non è contro la globalizzazione, essa è politica, tecnologica, culturale oltre che economica,
e comprende la rivoluzione delle comunicazioni e la trasformazione della famiglia tradizionale,
Tutte cose che sono positive (rapporto tra uomo e donna sempre più uguale), ma cose rimangono
indietro come i sistemi politici, ad esempio le nazioni sono ormai inadeguate ai compiti che
dovrebbero svolgere → Istituzioni guscio.

Beck → la società del ventesimo secolo non è l’apice della modernità, si sta dissolvendo e ne sta
emergendo un’altra la società del rischio “ho paura!”, che soppianta la vecchia società del bisogno
la società di classe “ho fame!”
Rischio come quello dall'inquinamento, la crescente consapevolezza di questi pericoli nell’opinione
pubblica toglie legittimità al processo di modernizzazione.
Interazionismo simbolico.

Blumer → conia l’espressione nel tentativo di chiarire la specificità dell'approccio psicosociale allo
studio della natura umana. Per Blumer la psicologia sociale era interessata allo sviluppo
dell'individuo e che il suo principale oggetto di indagine erano le modalità di sviluppo sociale
dell'individuo, data la sua partecipazione alla vita di gruppo.
È un approccio di tipo psicologico, il cui interesse primario è dato dal sé e dall'interazione tra
pensieri, emozioni e comportamento sociale.
Per Blumer bisogna considerare il bambino all'inizio della vita, discostandosi dalle teorie innatiste
dove è centrale l’istinto e l'approccio stimolo risposta, egli invece vede il neonato come un essere
“disorganizzato” che dipende dagli adulti per l'orientamento e la sua stessa sopravvivenza.
Gli Is assumo che elementi chiave dell'ambiente in cui il bambino cresce siano i simboli e le
conoscenze che orientano gli individui intorno a lui, a questo complesso di simboli condivisi, che
rende simbolico l'ambiente sociale del bambino, la prospettiva iterazionista attribuisce grande
rilievo
L’Interazionismo simbolico è un approccio fondamentale psicologico, il cui interesse principale è
dato dal “Se”, e allitterazione tra pensieri, emozioni e comportamento sociale.
Gli studi interazionisti sono dedicati ai rapporti interpersonali su piccola scala.
Gli individui sono gli artefici attivi della propria condotta, che valutano, interpretano definiscono e
progettano la propria condotta. La forma dell'interazione emerge dalla specifica situazione in cui ha
luogo. Contrapponendosi alla “camicia di forza” del funzionalismo.
Gli interazionisti simbolici si propongono di spiegare decisioni e azioni particolari degli individui,
dimostrando l'impossibilità di comprenderle attraverso norme prestabilite e forze esterne.

La teoria dell'azione di Weber → ha influenzato l'interazionismo simbolico, incentrata


sull'interpretazione individuale della situazione e sulla rilevanza del significato soggettivo.
Anche Simmel ha un ruolo centrale nello sviluppo della prospettiva iterazionista.
I due concetti chiave di Simmel sono quelli
Diade = rapporto diretto tra due persone che non consente di scaricare sul gruppo le rispettive
responsabilità
Triade = dove è possibile che uno dei partecipanti possa essere messo in minoranza dagli altri due.
Ciascun partecipante ha tre possibilità:
1. rivestire il ruolo di mediatore tra gli altri due, favorendo l'unità del gruppo
2. sfruttare a proprio vantaggio eventuali disaccordi tra gli altri due
3. creare intenzionalmente conflitti a proprio vantaggio

Il concetto di definizione della situazione di Thomas → indica che prima di ogni azione c'è
sempre una fase di esame e elaborazione che possiamo chiamare definizione della situazione.
Questa ha conseguenze sul comportamento. Se gli uomini giudicano reale una situazione, reali
saranno anche le conseguenze. Definizione soggettiva delle situazioni

Cooley → è stato tra i precursori dell'interazionismo simbolico.


Ha contribuito con il concetto di sé riflesso, ovvero la percezione di sé ricavata dai giudizi di coloro
con cui interagiamo. I tre elementi del sé riflesso sono:
1. il modo in cui immaginiamo di apparire agli altri
2. il modo in cui immaginiamo che gli altri ci giudichino
3. il sentimento di noi stessi (come l’orgoglio o la mortificazione)
“Le immagini che le persone hanno le une delle altre costituiscono fatti concreti della società
osservare e interpretare queste immagini deve essere lo scopo principale della sociologia”
Mead → ha elaborato il concetto di sé come un organismo che agisce.
Il sé è un processo sociale in cui l'attore umano indica a sé stesso i problemi da affrontare nelle
situazioni in cui agisce e organizza la propria azione secondo l'interpretazione che ha dato di quei
problemi. Il sé è attivo e creativo.
Mead sottolinea la capacità delle persone di orientare la propria condotta grazie al meccanismo di
interazione con se stessi. Gli individui agiscono sul proprio ambiente creando gli oggetti che lo
popolano, infatti Mead distingue tra “cose” che esistono prima e indipendentemente dall’individuo
e “oggetti” che esistono solo in rapporto con le azioni.

Mead sottolinea due dimensioni del sé:


1. l'io (risposta non organizzata agli atteggiamenti di altri) → SOGGETTO
2. il me (le idee su se stesso che l'individuo impara da altri) → OGGETTO
Il sé è costituito dall'io quando agisce come soggetto, è costituito dal me quando è in veste di
oggetto. L'interazione con se stessi rappresenta lo strumento attraverso cui gli esseri umani
percepiscono la realtà e si organizzano per l'azione.
Costituisce anche la premessa dell'assunzione di ruolo, fulcro della concezione di agire umano
elaborata da Mead.

L'agire umano prende forma attraverso l'interazione con se stessi. Gli stadi di sviluppo del sé sono:
• stadio dell'imitazione: agire imitativo privo di significato. (un’azione è significativa per gli
individui che condividono le stesse interpretazioni simboliche) il bambino a quell'età non è capace
di assumere l'atteggiamento dell'altro. - 2 anni -
• stadio del gioco libero: mettersi nella posizione di un altro ma non connettere tra loro ruoli di
molteplici attori; i bambini impersonano altri ruoli in un processo di assunzione semplice che
comporta al massimo 2 partecipanti (babbo/mamma, dottore/paziente), l'attore ha in mente un solo
ruolo alternativo per volta ciò consente comunque una formazione iniziale del se.
• stadio del gioco organizzato: l'altro è rappresentato nella forma organizzata degli atteggiamenti
di tutti i partecipanti. Questo altro generalizzato è costituito dagli atteggiamenti organizzati di tutta
la società. (calcio, baseball)

Critica Femminista: i maschi giocano più all'aperto in gruppi più grandi e più competitivi,
preparando quindi i bambini a un’ampia gamma di lavori, alle bambine viene imposto un tipo di
gioco limitato, che le prepara a un futuro di mamme e mogli.

La definizione di simbolo deriva per Mead da quella di gesto, che è elemento iniziale di un atto, ma
anche segno dell'intero atto. Un simbolo è uno stimolo cui è già data una risposta in anticipo.
(Es Fumatore/ non Fumatore)

Blumer → sostiene la necessità di includere nelle spiegazioni scientifiche dell'interazione umana


sia l'esperienza soggettiva, o comportamento nascosto, sia il comportamento osservabile.
L'interazione implica qualcosa di più del semplice meccanismo stimolo-risposta. Diventa stimolo-
interpretazione-risposta. L’interazionismo simbolico inserisce quindi un elemento intermedio.
Blumer rifiuta il comportamentismo, perché trascura l'interpretazione e concepisce l'individuo
esclusivamente in termini di risposte agli stimoli ambientali.
Parla di un processo di auto-indicazione attraverso cui gli individui segnalano a sé stessi lo stimolo,
per poi interpretarlo. I gesti sono elementi chiave del processo interpretativo, simboli significanti
→ possiedono lo stesso significato per tutti gli interessati.
L'interazione non simbolica avviene quando un individuo risponde in modo diretto all'azione di un
altro, senza interpretarla.
(combattimento tra cani, autodifesa/rabbia)
Le tre premesse fondamentali di Blumer riguardano il significato e sono:
• importanza dei significati per l'agire umano → gli esseri umani agiscono nei confronti delle
cose in base ai significati che esse hanno per loro
• origine dei significati → i significati delle cose emergono dall'interazione sociale con gli
altri; il significato è un prodotto sociale
• ruolo dell'interpretazione → i significati delle cose vengono elaborati e modificati attraverso
un processo interpretativo. (colloquio tra “se e se”)

L'interazionismo simbolico si basa su una premessa fondamentale: l'interazione umana emerge dalla
capacità degli individui di conferire significato a una situazione attraverso un processo
interpretativo.

Quando gli interazionisti parlano di ruolo, non intendono il ruolo sociale specificato dalla cultura
ma il ruolo interattivo, che è flessibile e suscettibile e di improvvisazione, ovvero una linea di
condotta plausibile che esprime la particolare personalità dell'individuo che occupa una certa
posizione e rappresenta il suo modo di far fronte alle aspettative generali di cui è oggetto chi si
trova in quella posizione.
Goffaman definisce distanza di ruolo quelle azioni che comportano un certo sdegnoso distacco
dall'attore del ruolo che ricopre. (Es bambini giostra)

Blumer non nega l'esistenza delle strutture sociali, afferma tuttavia che esse non determinano il
comportamento, l'interrelazione sociale avviene tra persone non tra ruoli sociali o istituzioni.
Ciò che critica è l'eccessiva enfasi sull'importanza dei fattori strutturali nel determinare la
condotta delle persone. Esistono situazioni definite e azioni strutturate però è anche vero che
esistono molte situazioni non definite e non strutturate nelle quali gli esseri umani devono trovare
una linea di condotta, e anche le situazioni in larga parte definite includono azioni che non lo sono.
Fermarsi alla dicotomia delle variabili strutturali parsoniane, porterebbe gli individui alla paralisi
senza interazionismo.

L'interazionismo simbolico adotta nei confronti del comportamento umano un approccio induttivo
secondo il quale la comprensione e la spiegazione vengono ricavate da dati che il ricercatore ha
studiato a fondo. La metodologia dell'interazionismo simbolico si concentra sui processi attraverso
cui gli individui definiscono il proprio mondo dall'interno.

Blumer indica due metodi di ricerca attraverso cui gli studiosi possono accostarsi al mondo sociale
empirico:
• l'esplorazione: serve a fornire al ricercatore una conoscenza ampia e approfondita di una
sfera del sociale a lui estranea e sconosciuta, per sviluppare l'indagine. Le tecniche sono
l'osservazione diretta, l'intervista, formare gruppi di discussione con esperti (appartenenti
all’ambiente in questione che siano osservatori acuti e ben informati). C’è la possibilità di
modificare le strategie nel corso della fase esplorativa
• l'ispezione: un esame intensivo e focalizzato del contenuto empirico di tutti gli elementi
utilizzati nello studio e delle relazioni empiriche tra loro. Un concetto sensibilizzante offre
una guida nell'affrontare i casi empirici, indica le direzioni in cui cercare. (modello di carriera
fumatori marijuana)

In un approccio qualitativo si considerano le due fasi come interconnesse (ricerca naturalistica).


Blumer considera la ricerca naturalistica superiore ad altri metodi di ricerca, poiché indaga
direttamente il mondo empirico e l'attività che vi si svolge. Ritiene la ricerca qualitativa molto
superiore a quella quantitativa.
(critica ai test d'intelligenza)
Goffman → considera gli esseri umani come attivi e perspicaci.
Creatività dei devianti, che riescono preservare il loro senso di identità in situazioni molto avverse.
Elabora il concetto di istituzione totale, un luogo di residenza e lavoro dove un ampio numero di
individui in condizioni simili, tagliati fuori dal tessuto sociale per un lungo periodo, conducono
un'esistenza segregata e amministrata formalmente (come gli internati), → adattamenti secondari,
“dispositivi ricorrenti attraverso i cui un membro di un’organizzazione utilizza mezzi non
autorizzati allo scopo di evitare le disposizioni dell’organizzazione” (tipo “artigianale” lavandino e
termosifone piccola lavanderia, “zona franca” posto dove fumare/giocare a poker)
Goffman si concentra sui modi in cui gli individui nella vita quotidiana rappresentano
agli altri sé stessi e le proprie attività. Si focalizza sulla gestione delle impressioni, ovvero i modi
in cui gli individui orientano le impressioni che gli altri si fanno di loro.

Modello drammaturgico di Goffman


La ribalta è quella parte dell'interpretazione di un individuo che funziona abitualmente in modo
generale e prefissato per definire la situazione a beneficio di coloro che osservano la
rappresentazione. (insegne della carica e del rango, modi di parlare, espressioni facciali, gesti)
Le donne sono tenute ad osservare standard più vincolanti sulla ribalta. Quanto sono sulla ribalta gli
attori non improvvisano, tutto quello che fanno è un tentativo di manipolare la platea.

Il retroscena è dove si predispongono le tecniche di gestione delle impressioni, dove l'attore non
deve gestire le impressioni e può essere sé stesso.
La Fenomenologia

La fenomenologia è un metodo filosofico che prende le mosse dall'individuo e dalla sua esperienza
cosciente, e che si propone di evitare assunti a priori, pregiudizi e dogmi. Essa esamina i fenomeni
nella maniera in cui gli attori li percepiscono nella loro immediatezza.
L'assunto fondamentale di questa prospettiva è che la realtà quotidiana è un sistema socialmente
costruito e dato per scontato dai membri di un gruppo. Ha un atteggiamento critico nei confronti
dell'ordine sociale e mette in dubbio le idee culturalmente apprese.
La sociologia fenomenica affonda le proprie radici nell'opera del filosofo tedesco Husserl, il primo
ad utilizzare il termine e ha definito la fenomenologia come l'interesse per quanto può essere
direttamente percepito dai sensi. Tutto il nostro sapere proviene dai fenomeni percepiti, il resto è
speculazione.
Il compito della sociologia fenomenologica è descrivere con precisione il mondo così come lo
vediamo, avendo ben presente che le nostre percezioni sono plasmate dalle nostre idee.

Schulz → introdusse la fenomenologia nella sociologia americana.


L'epoché comporta una sospensione del giudizio sulle cose, in modo da considerarle senza
preconcetti, come se fossero esperite per la prima volta.
Per Schutz il significato che l'individuo attribuisce alle situazioni quotidiane è di primaria
importanza: l'attenzione viene concentrata sulla definizione che l'individuo stesso dà della
situazione.

Ogni individuo attinge ad uno stock di conoscenza condivisa, ovvero a tutte quelle prescrizioni di
comportamento che inducono a pensare il mondo in termini di tipi. (L’idea dello stock si richiama
quella dell’altro generalizzato di Mead) Il mondo viene costruito dagli individui attraverso tipologie
trasmesse loro dal gruppo sociale di appartenenza. Grazie al processo di auto-tipizzazione gli
individui riescono a vedere il funzionamento della realtà quotidiana come un insieme ordinato.

Giddens → influenzato da Schutz. Dà grande importanza all'idea di routine.


Preferisce al concetto di stock di conoscenza, quello di conoscenza condivisa incorporata negli
incontri, che risiede fuori dalla coscienza discorsiva, cioè le persone sono inconsapevoli di questa
conoscenza condivisa, e gran parte viene utilizzata in modo automatico.

Egli mette in luce come nella vita sociale noi siamo soliti usare formule e schemi codificati per
affrontare situazioni ricorrenti. Per l'individuo la routine è cruciale per ragioni che vanno al di là
della convenienza razionale. Nella pratica della routine gli individui trovano un senso di sicurezza
ontologica, confermando la percezione di realtà del proprio mondo. È importante per dare un senso
di continuità alla nostra personalità non solo alle istituzioni.
Le situazioni critiche sono esempio estremo della ruotine che viene radicalmente alterata.
Schutz ritiene che il significato conferito da un individuo a una situazione di interazione possa
essere condiviso con la persona con cui sta interagendo: questo fenomeno è definito reciprocità di
prospettive.

Etnometodologia
Garfinkel → fondatore dell'etnometodologia. Cioè i metodi che i membri di un gruppo
adottano per dare un senso al proprio mondo sociale. L'etnometodologia si propone di capire
come le persone attribuiscono un senso alle attività quotidiane.
Egli tende a trattare come problematico ciò che si dà per scontato al fine di comprendere la realtà
quotidiana di senso comune. L'etnometodologia colloca al centro dell'attenzione il mondo
quotidiano dato per scontato, chiedendosi in che modo le persone presentino agli altri una scena
sociale ordinata oppure come facciano a rendere intellegibili le situazioni.
L'etnometodologia vede i fatti sociale come il risultato della continua attività concertata degli attori
nella vita quotidiana. Essa nega la posizione funzionalista secondo cui i fatti sociali possiedono una
realtà propria vincolante per l'individuo.

Essa studia invece il modo in cui gli individui utilizzano regole di comportamento date per scontate
per interpretare una situazione di interazione e attribuirle un significato.
• Funzionalisti norme e valori sono qualcosa di esterno che vincola l'individuo;
• Interazionisti simbolici norme e valori emergono dal processo interattivo;
• Etnometodologia le origini di norme e valori non sono di interesse primario, poiché al
centro dell'attenzione sta il processo attraverso cui gli individui dimostrano gli uni agli altri
di seguire norme e valori.

Garfinkel si propone di capire le situazioni quotidiane di senso comune, considerandole come


problematiche. Egli sostiene che è necessario un motivo particolare per mettere in questione il
mondo dato per constato: solo estraniandosi dagli atteggiamenti della vita quotidiana è possibile.
Estraneo (immigrato, nuovo membro club, campagnolo università), deve interrogarsi su quasi tutte
le cose che appaiono assodate ai membri del gruppo a cui si accosta.

L’etnometodologia pone interrogativi diversi rispetto alla sociologia tradizionale, come


l’interpretazione, sbagliata da parte dei professori, dei risultati dei test sottoposti ai bambini senza
tenere conto della loro percezione e comprensione. (Dumbo)

Rendere conto è la capacità di manifestare a se stessi e agli altri il significato attribuito ad una
situazione. I resoconti implicano parimenti linguaggio e significato. Gli elementi del discorso che
presuppongono una reciproca comprensione e che pertanto non vengono spiegati a parole sono
definiti da Garfinkel come espressioni indicali. Questa pratica viene designata come principio
dell'eccetera. Resoconti e significati sono largamente dipendenti dalla situazione: l'interazione
sociale si spiega solo all'interno del suo contesto. Occorre studiare il modo in cui le persone
producono resoconti delle proprie azioni sociali nel momento in cui agiscono.

I metodi di ricerca utilizzati da Garfinkel sono


1. l'intervista in profondità
2. l'osservazione partecipante
3. breaching (i ricercatori infrangono una normale attività per vedere cosa fanno i soggetti per
restituire alla situazione una parvenza di ordine) → Violazione della scena
Necessaria una grande sensibilità nell’ultima metodologia.

Sudnow→ Diffidenza verso i metodi di ricerca quantitativi,


anche la parola scritta è soggetta a percezioni e interpretazioni discordanti da parte di attori
diversamente collocati nelle strutture sociali.
Problema dei possibili pregiudizi del ricercatore nell’interpretazione dei dati qualitativi raccolti.
I ricercatori devono essere parte del mondo che studiano e conoscerlo bene, studiare le attività non
elaborare teorie sulle attività.
(Studio ospedale morti degne di nota)
Berger → costruzione della realtà,
il processo tramite il quale le persone creano continuamente, con le proprie azioni e interazioni, una
realtà condivisa esperita come oggettivamente fattuale e soggettivamente significativa.
Con soggettiva si intende significativa per l'individuo, mentre con oggettiva si fa riferimento
all'ordine sociale considerato come prodotto umano.

L'alienazione è la perdita di significato: la disintegrazione di un sistema di conoscenze


costruito socialmente.
Il punto della teoria sta nel mostrare come la realtà è costruita socialmente.

Con il termine esteriorizzazione Berger e Luckmann intendono il primo momento di processo


dialettico di costruzione sociale della realtà, in cui gli individui creano i mondi sociali.
L'ordine sociale è una continua produzione dell'uomo, perché esiste soltanto finché l'attività umana
continua a produrlo. Gli esseri umani creano nuove realtà sociali da una parte, e ricreano le
istituzioni sociali dall'altra. (Es una nuova amicizia)
È nella fase dell'esteriorizzazione che gli individui sono soggetti creativi, capaci di agire
sul proprio ambiente.

L'oggettivazione è il processo attraverso cui la vita quotidiana viene percepita come realtà ordinata
e preordinata, che si impone agli esseri umani ed è apparentemente autonoma da essi.
Lo strumento attraverso cui gli oggetti sono designati come tali è il linguaggio.
(Es. definirsi “noi” dei due amici, il dichiararsi amici)
Oggettivazione significa che la società è una realtà oggettiva che ha conseguenze per l'individuo, in
quanto retroagisce sul suo creatore.

Il terzo momento del processo dialettico è l'interiorizzazione, una sorta di socializzazione


attraverso cui viene assicurata la legittimazione dell'ordine istituzionale.
L'interiorizzazione implica che il mondo sociale avrà lo status di realtà nella coscienza di tali
individui. È il meccanismo attraverso cui gli individui fanno propria la realtà sociale oggettivata, col
risultato che ognuno è come dovrebbe essere.

La socializzazione secondo Berger è l'interiorizzazione di norme e valori sociali.


Distingue due tipi di socializzazione:
socializzazione primaria (si riferisce all'infanzia)
socializzazione secondaria (ogni processo successivo che introduce un individuo già socializzato in
nuovi settori del mondo oggettivo della società in cui vive).

Con l'esteriorizzazione gli individui creano una nuova istituzione, la quale viene oggettivata
ed infine interiorizzata e, in quest'ultima forma, essa retroagisce sugli individui.
La società è un prodotto umano (esteriorizzazione),
la società è una realtà oggettiva (oggettivazione),
l'uomo è un prodotto sociale (interiorizzazione).

Se questo processo dialettico si interrompe, si può avere il fenomeno della reificazione, ovvero la
percezione dei prodotti dell'attività umana come se fossero qualcosa di diverso dai prodotti umani.
“L’attore diviene semplicemente colui che subisce l’azione”
Tanto i ruoli quanto le istituzioni possono essere reificati. (credenze religiose)
Le teorie della scelta razionale

Prendono le mosse da due assunti, secondo cui le persone sono fondamentalmente razionali e
basano le proprie azioni su quelli che ritengono i mezzi più efficaci per raggiungere i propri scopi.
Queste teorie suggeriscono che per comprendere gran parte del comportamento degli individui
occorre considerare questi ultimi come attori capaci di decisioni razionali in un contesto
caratterizzato dalla scarsità.
In sociologia l'esempio più noto di approccio fondato sulla scelta razionale è costituito dalla teoria
dello scambio. Essi concepiscono l'interazione sociale come scambio di merci e servizi, una
gamma che va dalla soddisfazione dei bisogni primari all'approvazione sociale e al riconoscimento.
Di norma gli individui scelgono di partecipare a uno scambio dopo aver esaminato i costi e i
vantaggi delle alternative e aver scelto la più conveniente.

Simmel → era interessato a capire come e perché gli individui passano da situazioni di isolamento a
diverse forme di contatto sociale. Ritiene che le motivazioni vadano ricercate nella soddisfazione
dei bisogni e nel perseguimento degli scopi individuali. Egli afferma che l'interazione tra individui è
sempre caratterizzata da una qualche forma di reciprocità, una forma di scambio.

La teoria della scelta razionale


parte dalla psicologia individuale. I teorici della scelta razionale
mettono in risalto il fatto che viviamo in un mondo condizionato dalla scarsità di risorse, dove non è
possibile ottenere tutte le merci, in prestigio e il benessere che vorremmo.

La teoria della scelta razionale si basa su quattro proposizioni di base dell'economia:


1. gli individui tendono razionalmente a massimizzare il proprio vantaggio, prendendo
decisioni basate sulle proprie preferenze
2. maggiore è la quantità di una certa cosa posseduta, tanto meno si sarà interessati ad
ottenerne ancora (legge dell'utilità marginale decrescente)
3. i prezzi dei beni e servizi sul mercato sono determinati direttamente dalle preferenze dei
potenziali acquirenti e venditori
4. i beni forniti da un monopolio sono più costosi di quelli offerti da più imprese in
concorrenza tra loro.

Nell'analisi del comportamento individuale e delle sue conseguenze vi sono due influenze
particolarmente importanti sull'approccio della scelta razionale: la psicologia comportamentista e la
teoria dei giochi.

Homans → fa riferimento alla scuola comportamentista di psicologia sperimentale.


Egli cercava la prova diretta della validità di affermazioni che gli economisti tendono a considerare
come assunti.

La psicologia comportamentista sostiene che nello studio del comportamento bisogna rinunciare a
formulare ipotesi su fenomeni non osservabili. Essi tentano di costruire teorie del comportamento
attendibili prendendo in considerazione le risposte manifeste agli stimoli osservabili. La teoria dei
giochi si interessa principalmente a particolari modelli di scelta e all'identificazione di dilemmi e
strategie ricorrenti. Questi approcci si concentrano indifferentemente sui livelli micro e macro.

Homans è convinto che il comportamento sociale elementare possa essere spiegato attraverso i
principi dello scambio sociale.
Ha sostenuto che spiegazioni soddisfacenti dei fenomeni sociali devono essere di tipo psicologico.
Principio del successo → più una particolare azione compiuta da un individuo viene
ricompensata, maggiore è la probabilità che egli compia nuovamente quell'azione.
Principio dello stimolo → se in passato uno stimolo ricorrente ha creato occasioni in cui
l'azione dell'individuo è stata ricompensata, più lo stimolo attuale è simile a quello passato,
maggiore è la probabilità che egli compia ancora la stessa azione o azioni simili.
Principio del valore → più un individuo attribuisce valore al risultato di una azione, più è
probabile che la compia.
Principio della razionalità → tra azioni alternative l'individuo sceglierà quella per cui,
secondo la sua percezione della situazione, è più alto il valore del risultato moltiplicato per
la probabilità di ottenerlo.
Principio della privazione-saturazione → più spesso un individuo ha ricevuto una particolare
ricompensa, meno valore attribuirà a ulteriori ricompense dello stesso genere.
Principio dell'aggressività-approvazione → gli individui,
✓ se le loro aspettative vengono disattese, diventano aggressivi,
✓ mentre se le loro aspettative vengono soddisfatte, ne sono compiaciuti.

Ciò che conta per le persone è che la ricompensa sia proporzionale al contributo e all'investimento.
Homans offre qualche indicazione riguardo allo sviluppo delle norme e delle opinioni.
Fondamentale è il ruolo del consenso sociale, ovvero l'unica cosa che può essere offerta in
praticamente tutte le situazioni di scambio, in quanto tutti la considerano un bene desiderabile.
Potere la capacità di fornire prestazioni considerate desiderabili. Il potere di un individuo viene
spiegato come la merce in economia.

Emerson → il potere è connesso al fatto che uno dei partecipanti allo scambio dipende dall’altro
per prestazioni che egli considera più desiderabile di quanto l’altro consideri qualsiasi cosa egli
possa offrigli.

Teoria dei giochi

1. se solo uno dei due collabora accusando l'altro, chi ha collaborato evita la pena; l'altro viene però
condannato a 10 anni di carcere.
2. se entrambi accusano l'altro, vengono entrambi condannati a 5 anni.
3. se nessuno dei due collabora, entrambi vengono condannati a 1 anno.

Entrambi finiscono per confessare anche e collaborando potrebbero ottenere un risultato migliore.

Effetti perversi, sono effetti individuali o collettivi che risultano dalla giustapposizione di
comportamenti individuali ma non erano previsti negli obbiettivi espliciti degli attori. (Es istituti
tecnici in Francia)

Potrebbero piacerti anche