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GRAMMATICA ETRUSCA
§ I.
D it t o n g h i.
V a r ia n t i.
§ 2·
§ 3.
Articoli segnacasi.
§ 4-
§ 5·
Sostantivi.
§6 .
Aggettivi.
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§ 7·
Pronomi.
eth . . .
I questo, il presente.
eith . . .
i, in . . io, egli, mio, lo, la — abbrev. di mi e preposiz.
ise, isec. ) ei, da se, se stesso, il medesimo, colui che —
isic, i^ic ) (Fabr. i^ic osco : egli).
Hu . . . egli, quello, cotale.
H ua . . ella, quella, questa, colei.
ich . . . . lì, là, qui, ivi (e usato per sia, abbia').
Z. (suffisso^ egli, colui, esso, di lui, cui, quale
m . . . . sincope di ma, me, mi.
ma . . . . io, io sono.
me . . . . io, io sono, io ho, è di me.
. . . . io, io sono, fui, e tutti i casi declinativi dell’ io,
in me, per me (1).
wzz, ma . . io sono.
suesi . . . I per se, per le cose sue, a favore di, per se e
suesìsa . . ) i suoi.
s e ............... se, esso, ei.
sev . . . . tue, loro.
t a ............... questa, cotesta, la.
lutines . . ognuno, ciascuno, tutti.
(1) Alcuni pretesero che m i valga sempre sono : allora coinè tradurreb
bero — m i cupe sta — citata al § 2 0 , e altre ove il verbo essere non
può aver luogo ?
§ 8.
§ 9·
Avverbi.
H e n . . . in, nel, entro (Ver- ( c o s i > del Pari ' s t o ilm < f e ’
mig. e Fabr.) insieme (« c r. perug linee
R en a . . del pari, così ancora i J . Ìlr' \ , , · ‘ ‘
’ v f madre insieme ( H en e pure
' ( verbo essere).
H ic . . . ί lì, costì, ivi, lì tal cosa, ivi ciò, lì questa, e abbia
Hicca . . ( ciò, sia questa (Vedi ich e ca)
Huhs [ com e> siccome, oltre a ciò, del pari, così di nuovo,
H ut H n t h ) a n c o ra > un’ altra volta — iscr. perug. 16 —
Huìhs ) Velthina hut - Veltinio come — iscr. 4 3 7 sup. I.
\ — avils hiiths - vive di nuovo.
ic h . . . . là , colà, i vi , in quel luogo, e abbia (Fabr. vale
haheat) — iscr. per. 2. 20 — ich ca - abbia questa.
inte . . . fra, tra, durante il, in quel tempo — iscr. perug.
18 — inte mamer - durante marzo.
na . . . . (attenenza, atto a, e vai pure) sta, 0 è qui, la sede,
la presenza, la cosa fatta, e di presente, o r a ,
adesso — iscr. 2095, c. — muthi na - la morte
è qui — iscr. 2297 — flentna - fatto il pianto.
nu . . . . forma di na, ora, oggi, adesso — iscr. 12 — navi
n u - porta ora, adesso sostiene.
nupp . . . già prima, poco fa, da ultimo, di recente, nuova
mente (nuper) — iscr. 1. sup. 1. — Upp nupp
— dopo 1’ ultimo.
r .............. (finale), sebbene proprio di parole e d’ infiniti, pure
talvolta fa la voce avverbiale come rither - ri
tualmente.
Uch, o Vch questa cosa, ciò, cotesto (Conestabile, iscr. etrus.
lat. p. 170).
Up, Upa ( Presso> qu>, oltre, verso, per, per causa, dopo,
Upi, Upp j sotto e S0Pra (Vedi a nupp-Upp-nupp) — iscr.
f 2140 — Up = les- dopo i lai.
Vch . . . V. Uch.
§ IO.
Attenenze.
itie . . . . V. Tie.
iup . . . . Vedi. Up.
la, le . . . le, leo. — Erclale, Ercoleo ; non è attenenza :
Hercla, Hercle Ercole. (V. Ale),
l i .............. lio, li. — Iscr. 1-802 Menuli rile (è in un piat
tello) Senulio, o forse i Senuli con rito
(donano).
lie .............. alio. — Cainilie Cainalio, viene da Caino col
patronomico al, io.
Ium. . . . . lumio. — Arnathilum Arnazialumio , o forse A r-
natillo accusativo.
lupu. . . . lupio. — Crapilupu Crapilupio, viene da Crapilu
Carbilio 0 Crapilo.
lus . . . . Vedi Alus.
m .............. Vedi Ium, nam, saim um.
Maim. . . Vedi Saim
me . . . . mio. — Lauchme Locumio.
mele. . . . miolo — Lautnemele Lautemiolo. V . m ia , am-.
bedue vezzeggiativi.
mia . . . . amia. — Felsinamia Velsinamia.
mia . . . . miola. — Ulemla Aulendola. Vedi mele,
n, na . . . nio, nia. — Setren Setrenio, Velecna Velciana
(0 Velcz’wa, allora diminutivo V . ina),
nal . . . . naie, ana. — Atunatnal Adonataie, o Adoniatana
spettante ad Adonato.
nam. . . . namio e accusativo. — Velthinam Veltinamio.
nana, nanal niana, naie. — Ceinanal Cinnanale. Papuana,
Pompiniana (V. ena e na).
nas . . . . nasio, enio, e declinazione. — Pulenas Pollenio
e di Pollena.
T is . . . . Vedi natis.
Tla. . . . iella, illa (diminutivo). — C a lu m ila Gallustella
(prole Galla 0 Calla).
u c ............... ocia, ucio. — L aesuc Lesucia.
Amatuntea
u p ............... ofio, opeo, — P arth en up Partenopeo. V. P .
§ li.
Modi declinativi.
§ 12.
Casi di declinazione.
(i) Chi traduce dall’ etrusco talora vedrà un nome proprio seguito da
parola ambedue con finale del genitivo, talché si trova imbarazzato perchè
il senso non c o rre , allora è duopo tradurre il nome non col segnacaso
di ma come variante del nominativo 0 come attenenza : Velthinas V eltina
0 Veltin/o, Caines Cainio.
§ Γ3 ·
F o r me de c l i n a t i v e .
Declinazione in A. (per eccezione in as)
(1) Che non sempre le finali as, es, us, sono del genitivo sopra si disse,
ma giova ancor notare che nella iscr. 1-6 9 , bilingue Cafates è tradotto
Cafatius. Del pari i nomi di origine greca, secondo il Lattes (Istit. L om bar.
1870, 1 1 , 2), finiscono in s. — Vedi la nota seguente.
(2) In qualche caso ai, ei, sono del genitivo. Fabr. e C ors. — F lu sa i
di Flora. — Lanzi Comeniai Cominiae, nondimeno più spesso indicano il
dativo. Vedi questo caso alla declinazione seguente con esem pio osco.
§ 14·
Declinazione i n E.
(per eccezione in E S )
Sing. gen. Tites, Tili, is, ies. Lan. TiteM, di Lito (i). —
Poggi Creis di Greio. — Femm. Tilas, T ifi, ias,
Fabr. Calias di Gallia. ji k
dat. Titei, Tite, ie. — Corss. (in Fabr. sup. 3, p. 14 0 )
osco: inveì fiocini, jovi fulgurator , nostra iscr.
84: Multine a Molonio. — Femm. Tifai, Tita,
ae, e. Fabr. Tuse (Dea, dat.).
acc. Titem, itti, in. — Corss. Cietn, accusat, (itti, in,
finali accusat, di lat. antico). — Femm. Titam,
Titis.
abl. Tite, Titu. — Lan. 1 .2 3 6 , Restiamo, dativo e abla
tivo. — Femm. Tita, Titi. Fabr. Vesti abl. sing.
femmin.
(r) Che per norma regolare i genitivi seguono le tìnali as, es, us, se
condo le declinazioni si vede da più iscrizioni com e: G am u r, 755, vaso:
mi lakenas sono di Lachena; gutto, Atranes di A trantno. F à b r .- G lo s .
ClmrinaM di Curina; Puntiis di Ponzio; or questo, osco, ha una variante
in is ripetuta dalla iscr. etrusca 1, 203 : Rausia PupiliM R o sia di P o pilio
e nella iscr. 1370 , sepolcro, TesvesiM (cioè Tite svesiM) , T ito di S veso .
Quanto poi a Tites nominativo e ge n itiv o , nel prim o caso va tradotto
non T ito , ma Τψο\ nel secondo di Tito. — P o g g i, R ulies di R o d io ,
G io r n . L i g u s t i c o . A nno V I. 13
§ IS-
Declinazione in U, US.
— Erus, amore.
(1) Iscriz. i. 320, bis (V) : Lartbi Junici 5eiM, L a rz ia G iunicia di S eio,
che suona per 3 genitivi: di Larcio, Giunio, Seio figlia. — Conest. p. 14 2
cita Puplis e traduce : di Popilio (moglie).
§ l6.
Declinazione in consonante.
( i) Il nom e del dio del m are veram ente si trova scritto N etbuns, ta lch é
dovrebbe ascriversi a questa classe , ma è evidente che la fin ale uns è
sincope di unus, onde lo riguardiam o com e spettante a lla terza d eclin azio n e.
N on ostante è ben diffìcile accertare la declinazione cui spettano le p a
role, giaccn è nel latino stesso puer, secondo P lauto, in antico e ra P u eru s.
§ 17·
L a f i n a l e in I.
§ 18.
Il v e r b o .
(1) Finalmente si può anche prender nota della leggenda, sebbene osco
capuana (Fabr. iscr. 133, suppl. 2.): V ibi Smintiis V ibi Sm intis sum, che
il Poggi traduce : Vibius Smintius Vibii Smintii (filiu s) sum e qui le finali
i, iis, sono al nominativo e is al genitivo; mentre in Sersi di Fabr. (Sedem )
tal finale sarebbe perfino all’ accusativo e così in T efri nom e.
Tece pose, dedicò, Face fece, Here volle, Tuce condusse, operò
(Poggi), sono finali in E.
Canai raccolse, Enesci uccise, Murai o M uri morì, sono finali in I.
Tetet diede, nuhut? assenti, %ec pose (Fabret.) sono finali in
consonante.
Se queste norme bastassero saremmo vicini alla divisione
del Corssen, ma nell’ ispano , nell’ italico, nel latino, tutti 1
preteriti finiscono in i, it: l’ osco e l’ umbro hanno pure in
tal tempo Vi finale 0 interfissa: ecco dunque una norma che
può indicare non già una classe coniugativa, ma sì un tempo
di verbo, e però chi scrive non deve tacere, che sentirebbe
ripugnanza ad accogliere in totalità le classazioni suesposte.
Innanzi tutto gl’ interpetri dell’ etrusco furono, c o m e s i disse,
concordi nel giudicare le forme in a, ce, e, quali terze persone
singolari del passato , e dinanzi a tale unanimità chi scrive
sarebbe insorto mal volentieri, non già perchè non sappia
imitare l’ antico e al bisogno rifarsi « Orario sol contro V Etruria
tutta », ma perchè mentre vi è tanto da fare nell’ interpreta
zione di questa lingua, senza assoluta certezza , non occorre
segnalare come errato ciò che fu da tutti tenuto per v e r o ,
talché sull’ attuale tema basti esprimere le considerazioni se
guenti.
i.° Tece, Turce, Tuce, saranno terze persone del preterito,
ma senza dubbio allora in altri verbi, questa forma è eziandio
quella della terza persona presente come : pone, offre, opera
— e ciò dimostreremo, — però se P infinito di questi tre
verbi fosse: Ter, Tur, Tue, allora nell’ indicativo presente essi
possono essere monosillabici: TV-do, Tes-dai, T en -dà, e perciò
nel passato Teci detti, Teces desti, Tece o Tecen dette, bene
corrisponderebbero alle versioni finora accolte. La nota for
mula : Ten turce, se si traduce, dà il dono, avvalora tale ipo
tesi. L ’ infinito ed il presente (quando possono conoscersi) e
non il passato, sono dunque le norme coniugative.
§ I*
§ 20.
§ 2 1.
§ 22.
Stile etrusco.
(1 ) I n s a n s c r. pur è p ro c e d e re , p u ri c a p o , re , e sena v a le a r m a t a , o n d e
pur-sena e t r u s c o : c o lu i c h e precede o è capo d e ll 'arm ata, i l G e n e r a le . G l i
s t o r ic i la t i n i p a r la r o n o d i L a r Porsenna c o m e se q u e s ti fo s s e r o i n o m i d i
u n R e e t r u s c o , m a se u n a fa m ig lia P o rs e n a fo s s e e s is tit a a C h i u s i , o
a lt r o v e , a lm e n o n e i s e p o lc r i a v re b b e s i d i ta l n o m e q u a lc h e a l t r o r ic o r d o ,
c h e in v e c e n o n fu m a i tr o v a t o .
(2 ) I s c r . 1 4 0 5 , u r n a : Ceilia Caiia. Q u e s to Ceilia è u n ’ a t te n e n z a d i Cele
( C e lio 0 C le lio ) , i l g e n itiv o d e l q u a le s a r à : Ceiles a l m a s c o lin o , Celas o
Ceilas a l fe m m ., se p e rò i l n o m e Cele Ceiles n o n è d i g e n e r e c o m u n e .
A dolfo B o rr o m ei.