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LA MUSICA MEDIEVALE

Per Musica Antica si intende generalmente la musica europea dal


Medioevo al Barocco. La sua esecuzione moderna si basa sull'impiego
di strumenti "storici" e su una ricerca musicologica che attinge
direttamente alle fonti originali. Il Medioevo anche dal punto di vista
musicale, fu un epoca di grande fermento, la fantasia dei musici e degli
artigiani inventava e reinventava continuamente le caratteristiche
tecniche e timbriche degli strumenti musicali; molto probabilmente
erano i musicisti stessi a progettare e costruire gli strumenti conformi
alle loro esigenze artistiche; gli strumenti musicali si presentavano in
una grande varietà di forme derivate dalla più libera pratica strumentale.
Oggi ci si affida al lavoro di liutai specializzati nella costruzione e
riparazione di strumenti antichi o popolari.

LA MUSICA NEL MEDIOEVO


Le prime documentazioni della musica profana risalgono all'incirca al IX
secolo, su modello dei canti sacri e dei testi dei grandi poeti latini. Sia il
chierico vagante che il giullare, con i loro repertori di canti, si
ricollegano alla musica sacra reinterpretandone con varie tecniche le
melodie e i testi.
Una espressione poetico-musicale del tutto originale e foriera di grandi
sviluppi è stata invece la musica trobadorica e troviera. Attivi nella
Francia del Sud, Spagna e nel Nord Italia, in particolare in Piemonte, i
trovatori scrivono in lingua d’oc (cioè occitana) e cantano gli ideali della
cavalleria e dell’amor cortese.
Ma come veniva eseguita quella musica? Se l’immagine del poeta
accompagnato nel canto da una viella, ci riporta a incontri galanti in
giardini segreti, la grandiosità di certi banchetti medievali e poi
rinascimentali, arrivava probabilmente fino ai complessi musicali
composti da numerosi elementi con strumenti a corda, a fiato, a tastiera
e percussivi. La musica sacra medievale raggiunge nel Medioevo
architetture molto complesse, dal canto gregoriano si sviluppano le
forme polifoniche dell'ORGANUM e del DISCANTUS (ossia voci più alte
che si sovrappongono al canto fermo procedendo per moto parallelo o
contrario).
Ma la musica sacra era anche la musica semplice della lauda (che ebbe
origine nel XIII secolo in Umbria vedasi “Laudario Cortonese” e 
“Laudario Fiorentino” ) sull'onda del messaggio francescano di
semplicità e trovatori: si riferiscono a nobili decaduti o a piccoli
feudatari, tra cui alcune umiltà e dei canti devozionali dei pellegrini,
frammisti alle danze che si svolgevano nei grandi Santuari del tempo.
Tra i codici di pellegrinaggio si citano: il Llibre Vermell del Monastero di
Montserrat, il Codex Calixtinus di Santiago, oltre alla monumentale
raccolta delle Cantigas de Santa Maria che Alfonso X “El Sabio”, re di
Castiglia e León, fece realizzare tra il 1250 ed il 1280. Cultori di una
poesia d’arte, prezioso frutto di una tecnica sofisticata, i trovatori e
trovieri diedero voce all’amor cortese, cantando gli ideali della
cavalleria. Essere cortesi era la quintessenza della nobiltà e il cavaliere
era il paladino di un’etichetta che investiva non solo il comportamento
ma anche la morale.
Nei canzonieri (codici manoscritti contenenti versi e spartiti musicali)
sono riportate anche le biografie di alcuni donne e anche svariati giullari
di estrazione popolare. Una parte importante spetta anche ai bardi di
Scozia, Galles e Irlanda che mantenevano intatti gli ideali della vita dei
clan e della gentry secondo le antiche tradizioni.

Sul lato opposto della scala troviamo invece il giullare, spesso di umile
condizione sociale non era solo musico e poeta ma anche artista di
strada nel senso più ampio del termine comprendendo molte delle abilità
circensi tutt'ora praticate.
La sua condizione sociale era ambigua, ricercato e blandito con ricchi
regali nelle corti, ma considerato con disprezzo dalla cultura clericale,
era spesso un personaggio che viveva al margine della società
medievale, che contribuì tuttavia a diffondere con il suo operato
una cultura popolare in tutta Europa: aveva in repertorio canzoni e
musiche da ballo, raccoglieva e riportava le notizie e le nuove idee,
tramandava il ricordo di cavalieri e di personaggi illustri, nel racconto di
cicli mitologici e delle cronache di eventi storici.
La musica popolare suonata da giullari e menestrelli era semplice,
orecchiabile e si articolava in due parti ripetute con poche o punte
variazioni e si ballava con molti saltelli per lo più in tondo. Era il chierico
o studente vagabondo che non aveva risorse stabili e viveva in modo
irregolare vagando tra le varie università.
Studenti anticonformisti e indisciplinati, precursori di
quella gogliardia che ancora caratterizza i nostri atenei, hanno lasciato
una notevole e varia documentazione scritta: canti di taverna,
componimenti satirici e antipapali... (ad esempio tra le più note raccolte
si citano i Carmina Burana.)

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