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Copia

Dimensioni
50 cm in altezza, 50 cm in larghezza, 32 cm in profondità; dettaglio
Tecnica
calco al vero
Materiale
gesso alabastrino
Spazio
Mimica del volto umano

Originale
Autore
Donatello
Data
1423 - 1425
Periodo
Rinascimentale
Dimensioni
195 cm in altezza
Materiale
marmo
Luogo
Firenze, Museo dell'Opera del DuomoSi apre in una nuova finestra

Descrizione
La figura di Abacuc, di cui proponiamo il particolare del busto, fa parte di
una serie di sculture a tutto tondo raffiguranti i Profeti biblici, create dal
genio di Donatello, che dovevano essere collocate entro le grandi nicchie
sul trecentesco Campanile di Giotto a Firenze.
Abacuc era l’ottavo dei dodici Profeti minori della Bibbia, vissuto
probabilmente verso la fine del settimo secolo avanti Cristo.
Vestito di una tunica e di un mantello a larghissime pieghe, è nel suo
insieme serio e terribile. La testa, caratterizzata da un crudo realismo,
appare altamente espressiva e riproduce il profeta consumato dai digiuni,
dal volto scavato, che guarda in basso con occhi infossati, barba incolta e
una piega amara sulla bocca. Il tema del profeta tragicamente isolato nel
suo destino di testimone inascoltato della parola di Dio, trova in questa
figura un’interpretazione dolorosa e umanissima.

Il forte contrasto tra luce ed ombra determinato dal vigoroso modellato


del panneggio con le sue pesanti pieghe incavate ne sottolinea la
voluminosità e il dinamismo in netto contrasto con la barba e la
capigliatura appena accennata, quasi in bassorilievo, e il viso tormentato
dalla sofferenza con gli occhi infossati e la fronte sporgente sembra esser
parte di quel modellato, passionale e dinamico, con la luce che si ferma un
istante sui piani per poi scivolare via impazzita.

Le belle e gotiche figure dei Profeti rimandano stilisticamente a certe


figure scolpite da un Maestro all’incirca coetaneo di Donatello, Nanni di
Banco: le cronache di Giorgio Vasari riportano che tra i due c’è stata
emulazione, ma ben presto sarebbe emersa la personalità meno filosofale
ed aristocratica, ma bonariamente più popolana del giovane Donatello, il
cui dinamico e fresco plasticismo sovrasterà l’aulico ed importante
classicismo di Nanni.

La testa di Abacuc, così come quelle degli altri Profeti del Campanile, è
caratterizzata da un incredibile realismo ritrattistica, tanto da rendere
credibile la tradizione che vuole Donatello ritrarre visi dal vero; d’altronde
confrontando i volti dei Profeti con ritratti scultorei dell’antica tradizione
romana si capisce come Donatello prendesse ispirazione dall’antica
statuaria.
Il panneggio caratterizzato da una certa rigidità, dalle pieghe lunghe ed
infossate, tormentate e molto voluminose, ricorda nel suo plasticismo i
panneggi delle sculture francesi del tredicesimo secolo delle cattedrali di
Reims e di Chartres.
L’opera è attualmente collocata a Firenze, nel Museo dell’Opera del
Duomo.

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