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LINEE GUIDA PER IL TIROCINIO


DIDATTICA DELLA RELIGIONE

1. TIROCINIO: natura e finalità


La religione cattolica è una disciplina curricolare nella scuola dell’obbligo,
come dichiarato nell’Accordo di revisione del Patti Lateranensi del 18 febbraio
1984 e successive Intese (1985, 2003, 2012, ecc.). In qualità di docente a tutti
gli effetti all’insegnante di religione cattolica si chiede un profilo professionale
basato su competenze disciplinari, psicopedagogiche, metodologico-didattiche,
organizzativo-relazionali, di valutazione, ecc., che si implementano col
maturare dell’esperienza didattica, l’attività di studio e di sistematizzazione
della pratica didattica.
Il tirocinio curricolare viene promosso per favorire un meta-apprendimento e
una riflessione critica finalizzata allo sviluppo dell’identità professionale. E’
dunque un’occasione per costruire la propria professionalità intesa come
competenza del proprio agire professionale.
Il tirocinio dunque è l’occasione per riflettere su cosa significa conoscere una
disciplina per insegnarla. Compito del docente è trasformare il sapere scientifico
in sapere apprendibile da parte di altri. La professionalizzazione deve
comportare una rielaborazione in termini diversi della materia di insegnamento,
pertinenti alla loro destinazione.
Il tirocinio è un momento in cui la professione di insegnante viene
problematizzata per essere pensata e trasformata in occasione formativa. Lo
studente viene quindi invitato a riflettere e verificare il confronto tra
teoria/sapere con pratica/esperienza vissuta, agganciata al proprio stile
personale.
Per questo, ai tirocinanti si chiede di osservare la realtà scolastica,
appuntando e documentando quanto rilevato (diario di bordo) per poter
riflettere e trasformare l’osservazione in formazione professionale, mettendosi
anche alla prova. Si tratta dunque di “rubare la professione docente”, per far sì
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che la professionalità docente possa trasmettersi ai nuovi professionisti come


una competenza da capitalizzare.

2. ORGANIZZAZIONE DEL TIROCINIO


Il tirocinio consente allo studente di entrare in contatto con la realtà
professionale dell’insegnamento/apprendimento dell’IRC, aiutandolo ad
assumerne criticamente i nodi didattici, relazionali ed istituzionali, le strategie e
le tecniche, oltre che gli ambiti educativi e relazionali consentiti.
Il tirocinio comprende 98 ore di tirocinio diretto suddivise in due annualità,
48 ore per il primo tirocinio, 50 ore per il secondo tirocinio. A queste si
aggiungono 24 (12+12) ore di tirocinio indiretto, 20 (10+10) ore per la ricerca
e i contatti con le scuole, 80 (40+40) ore di lavoro individuale, 24 (10+12) ore
per attività di approfondimento, 80 (35+45) ore di preparazione elaborati e 6
(3+3) ore per la valutazione finale. Il totale è di 332 ore, necessarie per
ottenere i 14 crediti attribuiti al tirocinio.
La frequenza alle attività del tirocinio diretto viene documentata in
un’apposita tabella vidimata dall’insegnante accogliente e certificata dal
Dirigente Scolastico con firma e timbro della scuola, alla fine del tirocinio
diretto.
Durante il tirocinio, lo studente è tenuto a compilare griglie di osservazione e
un diario di bordo che aiutano a riflettere sull’esperienza in corso. Inoltre, a fine
tirocinio dovrà redigere una RELAZIONE in cui riprendere criticamente
l’esperienza fatta mettendola a confronto con la sua identità professionale nelle
molteplici dimensioni.
La relazione consiste in un elaborato originale di circa 25-30.000 battute
spazi compresi, che descrive le attività svolte dal tirocinante, le competenze
acquisite durante l’osservazione e nell'attività svolta in classe,
l’approfondimento di un aspetto educativo supportato dalle conoscenze in
materia psico-pedagogica, oltre a riflessioni critiche sull’esperienza (vedi
allegato 2).

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Al termine del tirocinio si svolge l'esame conclusivo che ne costituisce parte


integrante e che consiste nella discussione della relazione finale e del tirocinio
stesso.

3. FIGURE DI RIFERIMENTO
Le figure di riferimento per il tirocinante sono:

DOCENTE cui è affidato il compito di:


a. gestire i rapporti con i Dirigenti Scolastici e con gli insegnanti accoglienti;
b. supervisionare gli insegnanti accoglienti
c. monitorare tutti i tirocinanti
d. supervisionare e valutare le attività del tirocinio diretto e indiretto.

Il TUTOR cui è affidato il compito di:


e. supervisionare i gruppi di studenti nelle attività di tirocinio indiretto;
f. valutare le relazioni, i diari di bordo e le attività del tirocinio diretto e
indiretto.

L’INSEGNANTE ACCOGLIENTE (docente di religione che accoglie il tirocinante)


ha il compito di:
a. Accogliere il tirocinante in aula durante lo svolgimento dell’ordinaria attività
didattica e supportarlo nell’orientarsi alla conoscenza dell’istituzione
scolastica
b. favorire la familiarizzazione del tirocinante con gli allievi e la conoscenza
della situazione
c. confrontarsi col tirocinante sulle attività svolte in classe, in modo che possa
rendersi conto delle dinamiche e delle difficoltà attraverso cui passa il
processo di crescita e formazione;
d. definire insieme al tirocinante il suo intervento operativo, controllare il
progetto, intervenire con suggerimenti e correzioni.
e. Ecc. (vedi MANSIONARIO, allegato 3)

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4. DOCUMENTAZIONE DEL LAVORO SVOLTO


Lo studente terrà un diario di bordo della sua esperienza, con lo scopo di:
1) fissare e tenere memoria di esperienze del processo di formazione, dubbi o
criticità, scoperte, riflessioni…;
2) riesaminare e riflettere sui processi, i vissuti, le esperienze, ma anche le
emozioni, proprie e dei vari attori che entrano in gioco nelle varie situazioni
(alunni, insegnante, personale ausiliario …);
3) sistematizzare e approfondire conoscenze, considerazioni, riflessioni ecc.;
4) verificare e valutare il percorso compiuto, eventualmente per rivedere,
correggere e riprogrammare momenti particolari.
Inoltre redigerà una relazione finale, vedi allegato 2.

5. PROCEDURE
Al tirocinio 1 possono accedere gli studenti iscritti al 4° anno dell’ISSR, anche
se non hanno ancora conseguito la laurea triennale. Al tirocinio 2 possono
accedere gli studenti che hanno concluso il tirocinio 1 anche se ancora non
hanno consegnato la relazione finale e rispettivo colloquio finale.
Il tirocinio esige che lo studente sia in possesso di un attestato che confermi la
formazione alla sicurezza (accordo Stato Regioni, art. 37 D. lgs. 81/2008) di 12
ore-rischio medio. La scuola si attiva ogni due anni circa per fornire agli
studenti l’opportunità di partecipare a tale corso. Chi è già in possesso di un
attestato in corso di validità non è tenuto a parteciparvi. Chi non partecipa al
corso e non è in possesso dell’attestato dovrà recuperare tale formazione in
modo autonomo. Non sono possibili deroghe.

Entro la metà di settembre sarà messo a disposizione degli studenti un elenco


di docenti di IRC dei vari ordini di scuola che si sono resi disponibili a svolgere il
ruolo di insegnante accogliente. Ciascuno studente dovrà prendere contatto con
un/una insegnante accogliente e verificare la disponibilità a procedere col
tirocinio, oltre alla compatibilità degli orari. Con il supporto dell’insegnante

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accogliente, il/la tirocinante prenderà contatto con la scuola (dirigente) per


verificare la disponibilità ad accogliere il tirocinio.
Il/la tirocinante informerà quindi la docente di Tirocinio circa l’insegnante
accogliente e scuola individuata.
La docente prenderà contatti con il/la dirigente della scuola stessa per l’invio
della documentazione (convenzione e/o progetto formativo) per le firme.
A procedure concluse, la docente informerà i tirocinanti che dovranno recarsi
presso la scuola accogliente per ritirare le copie cartacee da riconsegnare in
segreteria ISSR. ATTENZIONE: potrebbero esserci delle modifiche, infatti
stiamo lavorando per rendere telematico tutto quanto possibile, per questo
motivo potrebbero cambiare alcune cose, per esempio si potrebbe procedere
con firme elettroniche da parte degli Istituti scolastici tali per cui non si
renderebbe necessario passare dalle scuole a ritirare i documenti cartacei.

Tutti i tirocinanti sono pregati di attenersi alle indicazioni che vengono date di
volta in volta dalla docente o dalla segreteria e di rispettare le scadenze
assegnate.

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PROGETTO DELLE ATTIVITÀ DI TIROCINIO

TIROCINIO 1: : scuola dell’Infanzia/Primaria (48 ore)

Ciascun tirocinante si accorderà col proprio insegnante accogliente, per


organizzare in modo personale il programma degli incontri, a seconda
dell’ordine di scuola in cui svolgerà il tirocinio. Sottoporrà il tutto alla docente
(giuliana.scotti56@gmail.com) o al tutor dell’ISSR prof. Francesco Sensi
(francy.sen1@gmail.com), per la conferma.
Il progetto personale dovrà prevedere:

osservazione in classe dell’insegnante accogliente (30 h)


Un collegio docenti (2 h)
un consiglio di istituto (2 h)
partecipazione a commissioni (continuità, POF, …) anche se il tutor non ne fa
parte, previo accordo con dirigente e insegnanti interessati (2 h)
programmazione per gruppi territoriali (se possibile, oppure individuale) (6
h)
lo svolgimento del percorso in una classe alla presenza del tutor (6 h)

Durante l’anno ci saranno tre - quattro incontri in cui i tirocinanti si


confronteranno tra loro in gruppi omogenei sull’andamento del tirocinio e con la
docente per monitorare il lavoro. In queste occasioni si confronteranno anche
rispetto alla compilazione delle griglie.
Verso fine maggio un incontro finale assembleare di verifica. La presenza a
questi incontri è obbligatoria.

Ciascun tirocinante redigerà un diario di bordo sul quale annotare in forma


libera tutte le osservazioni importanti relative al tirocinio.
Inoltre dovrà documentare su apposita tabella tutte le ore svolte nell’istituto
accogliente, controfirmate dall’insegnante accogliente, timbrate e firmate dalla
scuola.
Si richiede, infine, una tabella con la documentazione di tutte le ore svolte.

Griglie, diario di bordo e tabella, compilate e redatte accuratamente, saranno


inviate via mail a docente e prof. Francesco Sensi (giuliana.scotti56@gmail.com
e francy.sen1@gmail.com). Seguirà un colloquio individuale per la conclusione
dell’esperienza.

Allafine del tirocinio il candidato dovrà essere in grado di:


 capire come si programma
 riflettere sulle caratteristiche che dicono la professionalità docente
 riflettere sull’impostazione della scuola che emerge dagli organi di
partecipazione (collegi docenti, consiglio di istituto, commissioni)
 sperimentarsi in forma protetta nella professionalità docente

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TIROCINIO 2: scuola secondaria di primo / secondo grado (50 ore)

La seconda parte del tirocinio è pensata ad integrazione e completamento della


prima parte, già svolta. Prevede:

osservazione in classe dell’insegnante-accogliente (30 h)


due consigli di classe, di cui uno con genitori (4 ore).
Un consiglio per area disciplinare (1 h)
Osservazione dell’insegnate quando predispone la sua programmazione. (3 h)
la partecipazione a giornate di aggiornamento su argomenti di didattica (8 h)
lo svolgimento del percorso in una classe alla presenza del tutor (4 h)

Ciascun tirocinante si accorderà col proprio insegnante accogliente, per


organizzare in modo personale il programma degli incontri, a seconda della
situazione specifica di ciascuno e sottoporrà il tutto alla docente
(giuliana.scotti56@gmail.com) o al tutor dell’ISSR prof. Francesco Sensi
(francy.sen1@gmail.com) per la conferma.
A ciascun tirocinante si chiede di:
redigere un diario di bordo sul quale annotare in forma libera tutte le
osservazioni importanti relative al tirocinio,
compilare una tabella con la documentazione di tutte le ore svolte,
partecipare a tutti gli incontri assembleari previsti durante l’anno e già
calendarizzate, dove si confronteranno tra loro in gruppi omogenei sulla
compilazione delle griglie, l’andamento del tirocinio, la parte di relazione in fase
di elaborazione,
redigere una relazione finale di tutto il tirocinio.

L’incontro di fine maggio sarà assembleare e di verifica.


A conclusione del tirocinio si invieranno a docente/tutor via mail
(giuliana.scotti56@gmail.com e francy.sen1@gmail.com) le griglie complete,
compilate accuratamente, e la relazione concordata, ben curata e riletta, non
approssimativa o affrettata. Vedi allegato 2.
Successivamente ci sarà un colloquio individuale per la conclusione e chiusura.

Alla fine del tirocinio il candidato dovrà essere in grado di:


 capire come si programma
 riflettere sulle caratteristiche che dicono la professionalità docente
 individuare le problematiche connesse alla relazione con i genitori
 aprirsi al confronto con altre esperienze e scuole
 sperimentarsi in forma protetta nella professionalità docente

Si ricorda che, nel caso in cui il tirocinante sia già un docente, le ore in
classe di osservazione dell’insegnante accogliente e delle lezioni
vengono dimezzate, mentre alcuni momenti previsti nel tirocinio della
scuola accogliente possono essere recuperati dalla propria docenza.

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ALLEGATI

Allegato 1 - Linee guida per la stesura del diario di bordo (pag. 9)


Allegato 2 – Linee guida per la stesura della relazione finale (pag.12)
Allegato 3 - MANSIONARIO DOCENTE ACCOGLIENTE (pag. 16)
Allegato 4 - SCHEDA INFORMATIVA E DI VALUTAZIONE SUL TIROCINIO
(pag.18)
Allegato 5 – Convenzione (FAC-SIMILE) (pag. 19)
Allegato 6 – Progetto formativo (FAC-SIMILE) (pag. 22)
Allegato 7 – Griglie di lavoro Scuola dell’infanzia (pag. 27)
Allegato 8 – Griglie di lavoro Scuola primaria (pag. 49)
Allegato 9 – Griglie di lavoro Scuola secondaria di primo e secondo grado
(pag.71)
Allegato 10 – Autocertificazione: Dichiarazione ore svolte tir 1-48 ore (pag. 92)
Allegato 11 – Autocertificazione: Dichiarazione ore svolte tir 2-50 ore (pag.93)
Allegato 12 – Certificazione ore svolte (pag. 94)

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ALLEGATO 1

DIARIO DI BORDO

Questo strumento ha il compito di “fermare”, registrare fatti e idee per una


successiva rielaborazione alla scoperta di aspetti talvolta poco evidenti. È
fondamentale nella rielaborazione dell’esperienza del tirocinio, ma è necessario
che:
- si scriva il diario in modo regolare, tutti i giorni,
- anche solo per 5 minuti al termine elle attività,
- da soli, il confronto si svolgerà successivamente.
Ha lo scopo di:
 fissare e tenere memoria di esperienze del processo di formazione, dubbi
o criticità, scoperte, riflessioni…;
 riesaminare e riflettere sui processi, i vissuti, le esperienze, ma anche le
emozioni, proprie e dei vari attori che entrano in gioco nelle varie
situazioni (alunni, insegnante, personale ausiliario …);
 sistematizzare e approfondire conoscenze, considerazioni, riflessioni ecc.;
 verificare e valutare il percorso compiuto, eventualmente per rivedere,
correggere e riprogrammare momenti particolari.

Nel diario si possono registrare:


- idee, intuizioni, reazioni e commenti;
- collegamenti a conoscenze o altre esperienze;
- domande, aspetti problematici o punti di forza che scaturiscono via via;
- spunti per successive riflessioni;
- descrizioni di aspetti significativi delle attività che si svolgono e/o
osservano;
- cosa accade nell’aula, nella scuola, tra gli alunni, l’insegnante, …
- insegnante e gruppo-insegnanti

Ecco alcune griglie:

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Diario di bordo giornaliero

Data
Luogo
Successione
dei contenuti

Schemi,
appunti,
cartelloni

Strumenti
utilizzati
Metodo

Finalità, scopo
dell’attività

Risultati attesi

Modalità di
verifica

Risultati
ottenuti

Riflessioni,
considerazioni

Entrando in una classe:


 come sono collocati i banchi rispetto alla cattedra?
 come sono collocati i banchi tra loro?
 quali sono gli altri arredi?
 quanto spazio occupano gli altri arredi?
 Che impressione danno? Accoglienza, rigore, confort, serenità, …..
 L’aula è sufficientemente illuminata?
 riscaldata?
 pulita?

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Durante la lezione, quali strumenti utilizza l’insegnante?


1. Materiale fotografico
2. Lavagna
3. Libri
4. Materiali poveri e di recupero
5. Materiali strutturati
6. Altro

Nell’interazione alunno/insegnante:
a) l’insegnante è in piedi?
b) è ferma e seduta alla cattedra
c) si muove tra i bambini
d) utilizza un linguaggio adeguato agli alunni
e) il tono della voce è calmo e pacato
f) rivolge lo sguardo a tutti gli alunni
g) rinforza il linguaggio verbale con quello gestuale ed espressivo
h) sollecita i bambini con domande
i) riprende i concetti usando anche sinonimi
j) riesce a creare un clima relazionale disteso
k) lascia intervenire tutti
l) tiene conto di esigenze/interventi dei bambini
m) introduce apprezzamenti positivi sugli interventi dei bambini
n) introduce apprezzamenti negativi sugli interventi dei bambini
o) I bambini sono attenti
p) Rispettano le regole
q) Sono interessati e partecipi
r) Alzano la mano prima di intervenire
s) Si sforzano di rispettare i compagni che stanno parlando
t) I loro interventi arricchiscono la conversazione
u) pongono domande o chiedono chiarimenti all’insegnante

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ALLEGATO 2

RELAZIONE FINALE. TIR 1

La relazione finale, a conclusione del tirocinio 1, dovrà contenere una sorta di


analisi critica del proprio percorso personale con riferimenti al diario di bordo e
alle competenze professionali acquisite. La relazione finale deve quindi
contenere:

 TITOLO

 IL PROGETTO
 Breve descrizione del contesto (sezione/classe, scuola, territorio…)
 Breve descrizione delle tappe del tirocinio
 Presentazione sintetica del progetto sviluppato nelle ore di docenza:
a) descrizione delle fasi
b) obiettivi formulati evidenziando i processi di apprendimento che si
intendono attivare nell’alunno con il progetto (perché e in che modo realizzo
questa attività)
c) metodologia utilizzata (come si intende organizzare la classe, la
lezione, evidenziando qual è la funzione dell’insegnante rispetto al compito,
all’autonomia dell’alunno e alla sua capacità di cooperare)
d) attività (cosa faranno gli alunni, cosa farà l’insegnante)
e) materiali (cosa si intende utilizzare, per fare cosa)
f) spazi (dove si intende realizzare l’attività)
g) tempi (durata del progetto, scansione settimanale …)
h) valutazione degli obiettivi previsti per gli alunni (specificando
cosa si valuta, con quali strumenti)

 REALIZZAZIONE DEL PROGETTO


Realizzazione concreta delle ipotesi di lavoro: eventuali modificazioni,
integrazioni, variazioni ecc. in riferimento alle diverse fasi previste.

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 VALUTAZIONE DEL PROGETTO:


 problemi, difficoltà, risorse, facilitazioni… nell’elaborazione e nella
gestione del percorso didattico.

 VALUTAZIONE CRITICA DEL TIROCINIO


 individuazione e autovalutazione dei propri processi di formazione,
maturazione e apprendimento
 competenze acquisite durante l’osservazione e nell'attività svolta in
classe
 collegamento dell’esperienza di tirocinio con il proprio percorso
formativo
 ulteriori riflessioni critiche sull’esperienza

Lunghezza complessiva della relazione circa 14-15.000 battute, spazi compresi.

RELAZIONE FINALE. TIR 2

La relazione finale, a conclusione del tirocinio 2, dovrà contenere una sorta di


analisi critica del proprio percorso personale con riferimenti al diario di bordo e
alle competenze professionali acquisite. La relazione finale deve quindi
contenere:

1. TITOLO

2. IL PROGETTO
 Breve descrizione del contesto (sezione/classe, scuola, territorio…)
 Breve descrizione delle tappe del tirocinio
 Presentazione sintetica del progetto sviluppato nelle ore di docenza:

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a) descrizione delle fasi


b) obiettivi formulati evidenziando i processi di apprendimento che si
intendono attivare nell’alunno con il progetto (perché e in che modo realizzo
questa attività)
c) metodologia utilizzata (come si intende organizzare la classe, la
lezione, evidenziando qual è la funzione dell’insegnante rispetto al compito,
all’autonomia dell’alunno e alla sua capacità di cooperare)
d) attività (cosa faranno gli alunni, cosa farà l’insegnante)
e) materiali (cosa si intende utilizzare, per fare cosa)
f) spazi (dove si intende realizzare l’attività)
g) tempi (durata del progetto, scansione settimanale …)
h) valutazione degli obiettivi previsti per gli alunni (specificando
cosa si valuta, con quali strumenti)

3. REALIZZAZIONE DEL PROGETTO


Realizzazione concreta delle ipotesi di lavoro: eventuali modificazioni,
integrazioni, variazioni ecc. in riferimento alle diverse fasi previste.

4. VALUTAZIONE DEL PROGETTO:


 problemi, difficoltà, risorse, facilitazioni…nell’elaborazione e nella
gestione del percorso didattico.

5. APPROFONDIMENTO DI UN ASPETTO EDUCATIVO individuato durante il


tirocinio e supportato da conoscenze in materia psico-pedagogica

6. VALUTAZIONE CRITICA DEL TIROCINIO


 individuazione e autovalutazione dei propri processi di formazione,
maturazione e apprendimento
 competenze acquisite durante l’osservazione e nell'attività svolta in
classe
 collegamento dell’esperienza di tirocinio con il proprio percorso
formativo

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 ulteriori riflessioni critiche sull’esperienza

Lunghezza complessiva della relazione circa 25-30.000 battute, spazi compresi.

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ALLEGATO 3

MANSIONARIO DOCENTE ACCOGLIENTE

Compiti dei docenti accoglienti


f. Accoglie il tirocinante in aula durante lo svolgimento dell’ordinaria attività
didattica e lo supporta nell’orientarsi alla conoscenza dell’istituzione
scolastica
g. favorisce la familiarizzazione del tirocinante con gli allievi e la conoscenza
della situazione (presenta, su richiesta, la programmazione di classe e la
sua correlazione col P.O.F., chiarendo i nessi fra attività programmate e
unità di apprendimento in svolgimento, evidenziando casi e situazioni
meritevoli di attenzione);
h. fa in modo che il tirocinante interferisca il meno possibile con l’attività di
classe nei momenti osservativi.
i. si confronta col tirocinante sulle attività svolte in classe, in modo che possa
rendersi conto delle dinamiche e delle difficoltà attraverso cui passa il
processo di crescita e formazione;
j. definisce insieme al tirocinante il suo intervento operativo, selezionando
insieme un segmento del percorso formativo da attuare: i contenuti (gli
argomenti, eventuali collegamenti multi o interdisciplinari); i tempi; i livelli
di autonomia del tirocinante (gestione di tutta l’attività, oppure solo parte
di lezione, ecc.).
k. affida al tirocinante il compito di progettare l’attività, che dovrà esplicitare
TSC, OA, contenuti, strumenti, metodi, verifiche secondo la matrice
progettuale dell’istituto stesso e facendo un piano dell’articolazione
dell’intervento (quante lezioni, quali materiali, che successione di
esperienze, ecc.). Controlla il progetto, interviene con suggerimenti e
correzioni.
l. Esprime su tutta l’esperienza una valutazione conclusiva con giudizi. Vedi
SCHEDA INFORMATIVA E DI VALUTAZIONE SUL TIROCINIO. Allegato 4.

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m. dialoga con il tirocinante e si rende disponibile a chiarimenti, lo stimola


all’osservazione di ciò che avviene in classe, spiega ciò che egli stesso fa, il
come e perché di tali azioni e comportamenti
n. stimola spazi di riflessione per consentire una rielaborazione personale
dell’esperienza, interviene sugli aspetti critici, favorisce l’individuazione e la
risoluzione di problemi
o. contiene ansie e timori al bisogno; incoraggia, approva
p. chiede al tirocinante e gli fornisce feedback sui livelli di apprendimento,
sulle risorse possedute e i punti critici
q. Attesta la presenza del tirocinante

Compiti degli studenti tirocinanti


a. inserirsi nelle attività di classe imparando ad osservare sistematicamente,
ad interagire appropriatamente, a recepire adeguatamente informazioni e
sollecitazioni;
b. prendere atto della programmazione di classe;
c. riflettere, insieme ai docenti accoglienti, sulle attività programmate e
svolte, sul senso, le difficoltà e le acquisizioni della propria esperienza
formativa;
d. mantenere un comportamento ineccepibile nei confronti dei soggetti
ospitanti ed attenersi al vincolo della assoluta riservatezza per quanto
attiene a dati, informazioni o conoscenze acquisite nello svolgimento del
tirocinio.
e. cercare di interferire il meno possibile con l’attività che osserva.

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ALLEGATO 4

SCHEDA INFORMATIVA E DI VALUTAZIONE SUL TIROCINIO

Docente accogliente: prof. Tirocinante:

Anno scolastico:

apporre una crocetta per ciascun indicatore, da un minimo di 1 (valutazione più bassa), ad un
massimo di 5 (valutazione più alta):

1 2 3 4 5
Puntualità
Capacità di osservazione
Partecipazione
Interazione con la classe
Collaborazione con il tutor
Riflessione sull’esperienza

Valutazione (competenze, conoscenze, capacità) dell’attività didattica


del tirocinante

1 2 3 4 5
Capacità di programmare con competenza e realismo
Capacità di rispettare i tempi delle varie fasi
Capacità di gestire in modo equilibrato la lezione frontale,
… la lezione dialogata o guidata
Capacità di proporre esercitazioni o attività in funzione degli
obiettivi stabiliti e della realtà della classe
Modalità, metodologie e strategie adottate
Validità del suo stile comunicativo / chiarezza
dell’esposizione
Capacità di ascoltare, incoraggiare, comprendere esigenze
Capacità di porsi interrogativi
Competenza disciplinare

Osservazioni ulteriori

data

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ALLEGATO 5: CONVENZIONE

CONVENZIONE collettiva DI TIROCINIO CURRICULARE n° 1


(ai sensi della DGR 17.01.2018, n. 7763 e del DDG 07.05.2018, n. 6286)

TRA
La Diocesi di Bergamo, nella sua attività di Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bergamo, con
sede legale in piazza Duomo n. 5, 24129 Bergamo (Bg), codice fiscale n 01072200163, qui
legalmente rappresentata da ……… ……….., nato il ……….., a …………………, il quale agisce in forza dei
poteri a lui conferiti da procura generale del …… ………… …….., repertorio n. …….. Notaio ……….,
registrata all’Agenzia delle Entrate di Bergamo 1 il ………….. al n. ………. serie 1T, a ciò autorizzato
con Decreto dell’Ordinario Diocesano Prot. Gen. n. ……………. in data ……………., di seguito
denominata “soggetto promotore”

(Denominazione Soggetto ospitante)


………….…………………..……………………………………………………………………………..…….
con sede legale in [indirizzo della sede legale] ………………………………………………………………
CAP………………… Comune ……………………………………….……. Provincia …………....……..
codice fiscale: …………………………..…………. Partita I.V.A.: …………………………………………..
Rappresentato da (rappresentante legale o suo delegato): ………………………………..…………………….
nato/a il ………………… a CAP ……………… Comune…………………… Provincia…………....………
di seguito denominato “soggetto ospitante”

PREMESSO CHE

Ai sensi dell’art. 4.2 della D.G.R. 17/01/2018 n.7763 l’attivazione di tirocini curriculari è riservata alle
istituzioni presso le quali risulta iscritto il tirocinante o a soggetti ad essa collegati in possesso dei requisiti
previsti per l’attivazione dei tirocini.

SI CONVIENE QUANTO SEGUE:

ARTICOLO 1
Soggetti della Convenzione

Il soggetto ospitante [denominazione] ……...………..…………………………………….. si impegna ad


accogliere presso le sue strutture:
- i soggetti in possesso degli specifici requisiti previsti dagli Indirizzi regionali e di seguito denominati
collettivamente “tirocinante” (per Convenzione collettiva)
per lo svolgimento di un Tirocinio curriculare, su proposta del soggetto promotore Diocesi di Bergamo-
Istituto Superiore di Scienze Religiose.

ARTICOLO 2
Oggetto della Convenzione

1. Il tirocinio sarà svolto nell’arco temporale definito nel Progetto Formativo Individuale. La durata del
tirocinio è stabilita dalle disposizioni degli ordinamenti di studio o dei piani formativi. Eventuali periodi di
sospensione non concorrono al computo della durata complessiva del tirocinio.

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2. La durata sopra definita potrà essere prorogata nel rispetto delle disposizioni degli ordinamenti di studio o
dei piani formativi, previo accordo tra le parti (soggetto promotore, soggetto ospitante e tirocinante) e
fermi restando tutti gli obblighi definiti con questa Convenzione e nel Progetto Formativo Individuale.

ARTICOLO 3
Progetto Formativo Individuale

1. Gli obiettivi, le modalità e le regole di svolgimento del tirocinio sono definiti dal Progetto Formativo
Individuale che deve essere sottoscritto dalle parti e dal tirocinante e costituisce parte integrante della
presente Convenzione.
2. Le parti si obbligano a garantire al tirocinante la formazione prevista nel Progetto Formativo Individuale,
anche attraverso le funzioni di tutoraggio di cui all’articolo 2.3 degli Indirizzi regionali e la formazione in
materia di salute e sicurezza secondo quanto previsto dal successivo art. 7.

ARTICOLO 4
Le funzioni di tutoraggio

1. Durante lo svolgimento del tirocinio le attività sono seguite e verificate dal tutor del soggetto promotore e
dal tutor del soggetto ospitante, indicati nel Progetto Formativo Individuale. Ciascuna delle parti potrà
effettuare motivate sostituzioni del personale indicato in avvio, previa comunicazione alle parti interessate
(tirocinante e soggetto promotore o soggetto ospitante).
2. Il tutor del soggetto promotore è individuato nel rispetto dei requisiti indicati dagli Indirizzi regionali;
elabora, d’intesa con il tutor del soggetto ospitante, il Progetto Formativo Individuale e si occupa
dell’organizzazione e del monitoraggio del tirocinio e delle attestazioni finali.
3. Il tutor del soggetto ospitante è nominato nel rispetto dei requisiti indicati dagli Indirizzi regionali; è
responsabile dell’attuazione del Progetto Formativo Individuale e dell’inserimento e affiancamento del
tirocinante sul luogo di lavoro per tutta la durata del tirocinio, anche curando la registrazione dell’effettivo
svolgimento delle attività previste nel Progetto Formativo Individuale.
4. La valutazione e certificazione dei risultati dell’attività svolta, sulla base della validazione operata anche
dal tutor aziendale, avviene nell’ambito della certificazione complessiva del percorso formativo.

ARTICOLO 5
Indennità di partecipazione

1. In merito alla eventuale corresponsione al tirocinante dell’indennità di partecipazione, nel rispetto di


quanto disciplinato all’articolo 4.2 degli Indirizzi regionali, le parti concordano che:
Non è prevista l’indennità di partecipazione

ARTICOLO 6
Garanzie assicurative e comunicazioni obbligatorie

1. Il tirocinante è assicurato:
a) presso l’Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie
professionali da soggetto promotore;
b) presso idonea compagnia assicurativa per la responsabilità civile verso terzi dal soggetto promotore.
2. Le coperture assicurative devono riguardare anche le attività eventualmente svolte dal tirocinante al di
fuori della sede operativa del soggetto ospitante e rientranti nel Progetto Formativo Individuale.

ARTICOLO 7
Misure in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Come richiamato nell’Accordo in Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province
autonome di Trento e Bolzano n. 86/CSR del 25 maggio 2017, preso atto che ai sensi dell’art. 2 comma 1 lett.
a) del D.Lgs. n. 81/08 “Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”, il tirocinante, ai fini ed agli effetti

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ISSR Bergamo
delle disposizioni dello stesso decreto legislativo, deve essere inteso come “lavoratore”, il soggetto promotore
si impegna a farsi carico delle misure di tutela e degli obblighi stabiliti dalla normativa come segue:
a) “Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti” ai sensi dell’art. 37 D.Lgs. n. 81/08:
 formazione generale;
 formazione specifica.
b) “Sorveglianza sanitaria” ai sensi dell’art. 41 D.Lgs. n. 81/08, se prevista;
Il soggetto ospitante si impegna a farsi carico delle misure di tutela e degli obblighi stabiliti dalla normativa
come segue:
a) “Informazione ai lavoratori” ai sensi dell’art. 36 D.Lgs. n. 81/08 riguardo a:
- organizzazione del SPP aziendale compreso l'affidamento dei compiti speciali (primo
soccorso e antincendio) a lavoratori interni all'azienda;
- rischio intrinseco aziendale.

ARTICOLO 8
Durata della Convenzione

La presente Convenzione ha validità dalla data di sottoscrizione:


- al giugno ……. (5 anni) e si applicherà ad ogni tirocinio che avrà avuto inizio nell’arco
temporale di vigenza, fino alla conclusione di questo, comprese le eventuali sospensioni e
proroghe.

ARTICOLO 9
Sospensione e recesso anticipato del tirocinio

Il tirocinante ha diritto ad una sospensione del tirocinio per congedi di maternità e paternità obbligatoria ai
sensi della normativa in vigore. Tale diritto si prevede anche in caso di infortunio o malattia di lunga durata,
intendendosi per tali, quelli che si protraggono per una durata pari o superiore a 30 giorni solari per singolo
evento.

Il tirocinio può, inoltre, essere sospeso per periodi di chiusura aziendale della durata di almeno 15 giorni
solari consecutivi. Il periodo di sospensione non concorre al computo della durata complessiva del tirocinio.

Il tirocinio può essere interrotto dal tirocinante, il quale è tenuto a darne motivata comunicazione scritta al
tutor del soggetto ospitante e al tutor del soggetto promotore.
Il tirocinio può essere interrotto dal soggetto ospitante o dal soggetto promotore in caso di gravi
inadempienze da parte di uno dei soggetti coinvolti o in caso di impossibilità a conseguire gli obiettivi
formativi del Progetto; le motivazioni a sostegno dell’interruzione devono risultare da apposita relazione.

Consapevoli delle sanzioni penali, nel caso di dichiarazioni mendaci, di formazione o uso di atti falsi,
richiamate dall’art. 76 del D.P.R. 28/12/2000 n. 445 in materia di Documentazione Amministrativa, il
soggetto promotore e il soggetto ospitante dichiarano, per quanto di competenza e sotto la propria
responsabilità, il rispetto dei requisiti, dei vincoli e degli obblighi di cui alla D.G.R. n. 7763 del 17 gennaio
2018.

Bergamo ………….

Il soggetto
Diocesi di Bergamo
promotore
Timbro e firma

Il soggetto
ospitante
Timbro e firma

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ISSR Bergamo

ALLEGATO 6: PROGETTO FORMATIVO

Tirocinio didattico
PROGETTO FORMATIVO INDIVIDUALE
ANAGRAFICA GENERALE
TIROCINANTE
Nome
Cognome
Cittadinanza
Nato a Comune / Provincia / Stato
Il gg/mm/aaaa
Residente in Indirizzo stradale completo di numero civico
Comune
C.A.P.
Provincia Sigla
Domiciliato in Indirizzo stradale completo di numero civico
Comune
C.A.P.
Provincia Sigla
Codice Fiscale
Titolo di Studio
Telefono*
Mail*

SOGGETTO PROMOTORE
Denominazione Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bergamo
Sede legale in piazza Duomo, 5
Comune Bergamo
C.A.P. 24129
Provincia Bg
Codice Fiscale/P.IVA 01072200163
Sede operativa Via Arena, 11.
Comune Bergamo
C.A.P. 24129
Provincia Bg
Responsabile
Telefono*
Mail *

SOGGETTO OSPITANTE

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ISSR Bergamo
Denominazione
Sede legale in Indirizzo stradale completo di numero civico
Comune
C.A.P.
Provincia Sigla
Codice Fiscale/P.IVA
Sede operativa Indirizzo stradale completo di numero civico della
sede operativa di attuazione del tirocinio
Comune
C.A.P.
Provincia Sigla
Responsabile Nominativo del responsabile aziendale della gestione
del tirocinio (può corrispondere al tutor)
Telefono*
Mail*

NATURA GIURIDICA SOGGETTO OSPITANTE:


X Pubblica amministrazione (art.1 c.36 L.92/2012)
Settore ATECO attività 2007

CORSO DI STUDI
Indirizzo del corso di studi didattico
Annualità in corso TIROCINIO 1: quarto; TIROCINIO 2: quinto
Titolo di studio in esito Laurea magistrale in Scienze religiose

INFORMAZIONI SPECIFICHE
CONVENZIONE DI RIFERIMENTO
Sottoscritta in data
N. Convenzione di riferimento
Tipologia di Convenzione collettiva

CONTRATTO DI LAVORO
Inserire CCNL applicato dal soggetto ospitante TIROCINIO CURRICOLARE

GESTIONE DEL TIROCINIO


TUTOR SOGGETTO PROMOTORE
Nome
Cognome
Titolo di studio
Telefono*
Mail*

TUTOR AZIENDALE
Nome

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ISSR Bergamo
Cognome
Livello di inquadramento
N. anni di esperienza lavorativa
Esperienze e competenze professionali
possedute a comprova dell’adeguatezza allo
svolgimento dell’incarico di tutor
N. di tirocinanti affidati ad avvio del presente
tirocinio (massimo 5 tirocinanti contemporaneamente)
Telefono*

INDENNITÀ DI PARTECIPAZIONE (vedi art. 5 Convenzione) Non prevista

GARANZIE ASSICURATIVE OBBLIGATORIE (vedi art 6 Convenzione)


INAIL

RESPONSABILITÀ CIVILE VERSO TERZI


Assicurazione
N. polizza

OBIETTIVI E MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DEL TIROCINIO


Durata
Data inizio
Data fine
Articolazione oraria

AMBITO DI INSERIMENTO: educativo scolastico


Il tirocinante sarà tenuto ad osservare l’insegnante accogliente, per poi sperimentarsi in forma protetta
nel fare lezione con gli alunni

ATTIVITÀ OGGETTO DEL TIROCINIO


TIROCINIO 1.
a. osservazione in classe dell’insegnante accogliente (30 ore)
b. Un collegio docenti (2 ore circa)
c. un consiglio di istituto (2 ore circa)
d. la partecipazione a commissioni (continuità, POF, …) anche se il tutor non ne fa parte, previo
accordo con dirigente e insegnanti interessati (3-4 ore)
e. la programmazione per gruppi territoriali (se possibile, oppure individuale) (5-6 ore)
f. lo svolgimento del percorso in una classe alla presenza del tutor (6 ore)

TIROCINIO 2
a. osservazione in classe dell’insegnante-accogliente (30 ore)
b. lo svolgimento del percorso in una classe alla presenza del tutor (4 ore)
c. Osservazione dell’insegnate quando predispone la sua programmazione. (3 ore)
d. due consigli di classe, di cui uno con genitori (4 ore).
e. un consiglio per area disciplinare (1 ora)
la partecipazione a giornate di aggiornamento su argomenti di didattica (8 ore)

OBIETTIVI FORMATIVI E DI ORIENTAMENTO

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ISSR Bergamo
TIROCINIO 1
 capire come si programma
 riflettere sull’impostazione della scuola che emerge dagli organi di partecipazione (collegi
docenti, consiglio di istituto, commissioni)
 sperimentarsi in forma protetta nella relazione con gli alunni in classe

TIROCINIO 2
 capire come si programma
 riflettere sull’impostazione della scuola che emerge da collegi docenti e consigli di classe
 individuare le problematiche connesse alla relazione con i genitori
 aprirsi al confronto con altre esperienze e scuole
sperimentarsi in forma protetta nella relazione con gli alunni in classe

OBBLIGHI DEL TIROCINANTE


Con la sottoscrizione del presente Progetto Formativo, il tirocinante si impegna al rispetto delle seguenti
regole nel corso del tirocinio:
1. seguire le indicazioni dei tutor e fare riferimento ad essi per qualsiasi esigenza di tipo organizzativo
od altre evenienze;
2. rispettare gli obblighi di riservatezza circa processi produttivi, prodotti ed ogni altra informazione
relativa all'azienda, alla sua organizzazione e ai suoi programmi di cui venga a conoscenza, sia
durante che dopo lo svolgimento del tirocinio;
3. rispettare i regolamenti aziendali e le norme in materia di igiene e sicurezza;
4. eseguire i compiti secondo le indicazioni ricevute dal tutor aziendale, nell’ambito di quanto previsto
dal presente Progetto Formativo;
5. richiedere verifiche e autorizzazioni nel caso di rapporti e relazioni con soggetti terzi;
6. frequentare gli ambienti aziendali e utilizzare le attrezzature poste a disposizione secondo i tempi e le
modalità previste dal presente Progetto e che verranno successivamente fornite in coerenza con
questo, rispettando in ogni caso le norme e le prassi aziendali di cui verrà portato a conoscenza.
Inoltre il tirocinante dichiara di essere a conoscenza che, ai sensi della Convenzione sopra richiamata, in
caso di proprio comportamento tale da far venir meno le finalità del Progetto formativo, le parti
potranno recedere dalla Convenzione stessa e conseguentemente il tirocinio sarà interrotto.

Con la sottoscrizione del presente Progetto formativo, il tirocinante, il soggetto promotore e il


soggetto ospitante dichiarano:
- che le informazioni contenuto nel presente Progetto Formativo sono rese ai sensi dell’articolo 47 del
D.P.R. 28/12/2000 n. 445 e di essere consapevoli delle responsabilità penali cui può andare incontro in
caso di dichiarazione mendace o di esibizione di atto falso o contenente dati non rispondenti a verità, ai
sensi dell’articolo 76 del D.P.R. 28/12/2000 n. 445;
- di esprimere, ai sensi del D.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, il consenso al trattamento, anche
automatizzato, dei dati personali contenuti nel presente Progetto Formativo, inclusa la loro eventuale
comunicazione a soggetti terzi specificatamente incaricati, limitatamente ai fini della corretta gestione
del tirocinio, da parte del soggetto promotore e del soggetto ospitante e ai fini delle funzioni di controllo
e monitoraggio, da parte di Regione Lombardia, fatto salvo quanto stabilito dall’art. 7 del D.lgs. 30 giugno
2003, n. 196.

Il soggetto promotore Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bergamo

Timbro e firma (del Rappresentante legale o suo delegato)

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ISSR Bergamo

Il soggetto ospitante Inserire denominazione

Timbro e firma (del Rappresentante legale o suo delegato)


Il tirocinante Inserire nome e cognome

Firma

LEGENDA: * = Campi NON obbligatori

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ISSR Bergamo

A L L EG A TO 7 : G r i g l i e d i o s s e r v a z i o n e S c u o l a i n f a n z i a

ISTITUTO SUPERIORE SCIENZE RELIGIOSE


di BERGAMO

GRIGLIE DI OSSERVAZIONE
E RELAZIONE FINALE
Per l’attività di

TIROCINIO

Scuola dell’infanzia
(48 ore)

Prof. Giuliana Scotti

Tirocinante . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Tutor . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Anno scolastico 2021 - 2022


27
ISSR Bergamo

Note esplicative:
Le griglie e tutte le domande di riflessione che seguono sono materiali di vario genere, più o
meno strutturati, più o meno specifici, più o meno impegnativi. Hanno lo scopo di rendere
consapevoli ciascuno di voi del lavoro di insegnante e/o del tirocinio che state svolgendo.
Vi chiedo di rispondere a queste provocazioni.
Forse alcuni passaggi vi lasceranno perplessi, altri passaggi saranno difficili da rispondere, altri
ancora non incontreranno proprio la vostra esperienza. Ad alcune domande non saprete cosa
rispondere, ad altre vi parrà di avere troppe cose da dire.
Vi sono offerti tanti strumenti perché ciascuno di voi possa acquisire il più possibile
competenze professionali. Ciascuno di voi poi potrà utilizzare le griglie con flessibilità (ma
giustificando le variazioni). Molti dei passaggi qui indicati saranno solo “esercitazioni da
laboratorio”, ma all’inizio è importante ed è opportuno che sia così, presto l’esperienza vi
porterà in altre direzioni, ma per ora è utile che sia così.
La competenza riflessiva sulla prassi è continuamente richiesta agli alunni. Non dovrebbe
essere posseduta e testimoniata già prima dall’insegnante?
Ecco il significato di queste schede: non adempimento burocratico (non verranno valutate) ma
strumento per riuscire a dare un senso al lavoro, utile soprattutto per la vostra crescita
professionale.

ATTENZIONE:
Le griglie e il diario di bordo si compilino direttamente in computer, durante il tirocinio (e
non alla fine), e vengano inviate a docente/tutor entro la fine di giugno dell’anno in
corso. La relazione può essere inviata anche successivamente.
Dopo aver inviato tutti i materiali, è necessario iscriversi on-line per la discussione e
conclusione del tirocinio, nelle date degli esami. Per poter sostenere il colloquio finale
occorrono almeno 15 giorni di tempo tra l’invio della relazione e la data d’esame. E’ necessario
attendere la conferma della docente (o del prof. Sensi) per la data definitiva del colloquio finale.

Si ricorda che tutte le certificazioni dovranno essere scannerizzate e inviate via mail.
Inoltre, la tabella-ore in originale, controfirmata da insegnante accogliente e scuola, sarà
consegnata al momento del colloquio individuale.
Ogni variazione nella ripartizione delle ore sia concordata con la docente.

28
ISSR Bergamo

1. L’insegnante in formazione

1.1. MI PRESENTO

a. Il mio percorso di studi (studi effettuati).

b. le mie esperienze lavorative passate e presenti

c. i miei successi nel corso di studi

d. le mie difficoltà nel corso di studi

e. le conoscenze/competenze più importanti che ho acquisito dal corso di studi


(ISSR)

1.2. Immagini ora di dover individuare le parole chiave della sua vita, quelle che dicono
la sua passiona più grande, ciò che nella sua vita li “rapisce” e la esalta. Provi a
scriverle in questa nuvola, scritte grandi o piccole, colorate o no, secondo
un’organizzazione che anche visivamente e graficamente dicano l’importanza che
rivestono per lei.

29
ISSR Bergamo
1.3. MOTIVAZIONI INIZIALI E ASPETTATIVE

Per ciascun concetto-chiave si indichino le idee che vengono in mente,


esprimendole con parole, immagini, simboli:

insegnante

insegnamento

bambino

adolescente

educazione

famiglia

infanzia

1.4. RISPETTO ALL’ATTIVITA’ DI TIROCINIO

Che cosa si aspetta dall’attività di tirocinio? Valuti il grado di importanza di ogni


aspetto attribuendo un punteggio da un minimo di 1 ad un massimo di 5.

1 2 3 4 5
a. conoscere le discipline di insegnamento e le competenze di IRC . . . . . . . . . . . .
b. conoscere i programmi della scuola dell’infanzia e primaria . . . . . . . . . . . . .
c. sviluppare capacità progettuali ed operative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
d. acquisire tecniche di osservazione e valutazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
e. incrementare la propria sensibilità verso la relazione educativa con i bambini .
f. sviluppare modalità di lavoro collegiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
g. trovare risposte a problemi concreti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
h. acquisire gli strumenti per una formazione continua . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
i. altro (specificare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
..............................................................

30
ISSR Bergamo
2. PROFESSIONALITA’ DOCENTE

Ripensando alla sua esperienza di alunno/a nella scuola dell’infanzia ed


elementare, provi ad assegnare ciascuna frase-affermazione ai docenti che, nel
ricordo del suo vissuto emotivo, possono essere identificati in esse e il perchè.

Frase-affermazione Nome motivazione – esplicitazione


dell’identificazione
1. non voglio altre storie: qui si fa
come dico io!

2. Mi sembra che oggi qualcosa


non vada per il verso giusto: cosa
ti succede?
3. Proviamo a decidere insieme
le regole per l’intervallo e le
sanzioni per chi non le rispetta.
4. Sono stanco di richiamarti: per
domani scriverai trenta volte
“Non devo disturbare la lezione”.
5. Vai al posto, adesso on ho
tempo di starti ad ascoltare: devo
iniziare la spiegazione. Ne
parleremo dopo.
6. Te l’ho spiegato per ben tre
volte: se non l’hai ancora capito è
perché non sei stato attento,
quindi arrangiati.
7. Non hai capito proprio niente.
Il tuo lavoro fa schifo: devi rifarlo.

8. Questa è una verifica: devi


fare tutto da solo, io non posso
certo aiutarti!
9. Non preoccuparti se non hai
ancora capito l’esercizio:
proviamo insieme e vedrai che
riuscirai.
10. Oggi affronteremo un nuovo
argomento. Sarà necessario che
prestiate la massima attenzione
perché non sarà un argomento
semplice!

Quali riflessioni, a distanza di tempo, inducono questi ricordi?

31
ISSR Bergamo

3. ORGANIZZAZIONE SCUOLA DELL’INFANZIA

 Quante sezioni ci sono

 L’organizzazione della scuola prevede sezioni: eterogenee

Omogenee

 vantaggi / svantaggi

 occasioni e possibilità

 Articolazione della giornata scolastica:


pre-scuola dalle ore alle ore
mattino dalle ore
Pranzo alle ore
Pomeriggio fino alle
Post-scuola dalle ore alle ore

 C’è la mensa interna?


Vantaggi/svantaggi

 Come sono organizzati anticipo e posticipo

 Insegnanti che operano in ogni sezione (quanti e per cosa)

 Utilizzo delle compresenze per …

 Altro ……

32
ISSR Bergamo

4. ORGANI COLLEGIALI

Sulla base delle informazioni che si riescono ad ottenere da insegnanti, dirigente, altri, si
provi a completare la seguente tabella:

5. Collegio docenti 6. Consiglio di istituto

Membri

Presidente

Segretario

7. Quando
si
riunisce

Quanto dura
(in media)

Funzioni

osservazioni

33
ISSR Bergamo
4.1. COLLEGIO DOCENTI

Ora, dopo aver osservato una seduta, la si analizzi indicando:

 chi fa la moderazione (il moderatore non è necessariamente il presidente!)


 quanto è efficace la moderazione
 quale tipo di comunicazione avviene tra membri del consiglio e moderatore
 quanto si dedica all’ascolto
 quanto all’elaborazione di proposte
 quanto alla riflessione sull’aggancio col territorio
 quanto è dispersivo e quanto produttivo
 quanto vengono tenuti in considerazione le realtà degli alunni / delle famiglie /
del territorio
 quanto sono tenute in considerazione le richieste/esigenze dei docenti? e del
dirigente?
 La riunione è cominciata nell’orario giusto o in ritardo?
 L’ordine del giorno era ben fissato, chiaro, centrato opportunamente, rispettato?
Ha provocato discussione?
 Quanti tra i presenti hanno partecipato alla discussione?
 Ci sono state sovrapposizioni negli interventi o sono stati rispettati i turni?
 Gli interventi sono sempre stati pertinenti?
 Ci sono state rigidità, contrapposizioni, aggressività, ecc.?
 Il controllo della riunione è sempre stato mantenuto?
 Le decisioni e le votazioni sono sempre state chiare? preparate in modo
efficace?
 La riunione è finita nei tempi previsti?
 …

Attenzione: non si chiede il verbale di quello che è stato detto (che per via della privacy
non può “uscire” dalla scuola), ma una riflessione alla luce dei punti riportati appena sopra.

34
ISSR Bergamo
4.2 CONSIGLIO DI ISTITUTO

Si analizzi la seduta indicando:

 chi fa la moderazione (il moderatore non è necessariamente il presidente!)


 quanto è efficace la moderazione?
 quanto si dedica all’ascolto
 quanto all’elaborazione di proposte
 quanto è dispersivo e quanto produttivo
 quanto vengono tenuti in considerazione le realtà degli alunni / delle famiglie /
del territorio
 quanto sono tenute in considerazione le richieste/esigenze dei docenti / del
dirigente?
 La riunione è cominciata in orario o in ritardo?
 L’ordine del giorno era ben fissato, chiaro, centrato opportunamente, rispettato?
Ha provocato discussione?
 Quanti tra i presenti hanno partecipato alla discussione?
 Ci sono state sovrapposizioni negli interventi o sono stati rispettati i turni?
 Gli interventi sono sempre stati pertinenti?
 Ci sono state rigidità, contrapposizioni, aggressività, ecc.?
 Le decisioni sono sempre state chiare?
 La riunione è finita nei tempi previsti?
 …

Attenzione: non si chiede il verbale di quello che è stato detto (che per via della privacy
non può “uscire” dalla scuola), ma una riflessione alla luce dei punti riportati appena sopra.

35
ISSR Bergamo
4.3 COMMISSIONI

Si analizzi la seduta indicando:

 Scopo della commissione


 Impostazione del lavoro
 Stile di conduzione
 rendimento del lavoro (efficacia)
 tempi di lavoro (efficienza)
 osservazioni

 chi fa la moderazione
 quanto è efficace
 quanto si dedica all’ascolto
 quanto all’elaborazione di proposte
 quanto è dispersivo e quanto produttivo
 quanto vengono tenuti in considerazione le realtà degli alunni / delle famiglie /
del territorio
 La riunione è cominciata in orario o in ritardo?
 L’ordine del giorno era ben fissato, chiaro, centrato opportunamente, rispettato?
Ha provocato discussione?
 Quanti tra i presenti hanno partecipato alla discussione?
 Ci sono state sovrapposizioni negli interventi o sono stati rispettati i turni?
 Gli interventi sono sempre stati pertinenti?
 Ci sono state rigidità, contrapposizioni, aggressività, ecc.?
 Il controllo della riunione è sempre stato mantenuto?
 Le decisioni sono sempre state chiare?
 Sono state condivise con conseguente assunzione degli impegni e compiti?
 La riunione è finita nei tempi previsti?
 …

Attenzione: non si chiede il verbale di quello che è stato detto (che per via della privacy
non può “uscire” dalla scuola), ma una riflessione alla luce dei punti riportati appena sopra.

36
ISSR Bergamo
4.4 POF-PTOF: GRIGLIA DI ANALISI

Ambito Elementi rilevati nel PTOF-POF di … (nome scuola e luogo)


Analisi del
contesto socio-
culturale

Finalità
educativa della
scuola

Contratto
formativo

Curricolo

Scelte
organizzative

Progetti per lo
sviluppo
dell’autonomia

Modalità di
valutazione
alunni

Modalità di
valutazione
interna all’Istituto

Risorse interne
e loro impiego

Modalità per
individuare le
risorse del
territorio
Supporto di
esperti e
consulenti
esterni
Problemi aperti

37
ISSR Bergamo
5. LE COMPETENZE DELL’INSEGNANTE ACCOGLIENTE

A fine tirocinio, individua le competenze più significative rilevate osservando l’insegnante


accogliente in classe e in tutte le altre occasioni, quelle da cui si può imparare e che gli/le
possono “appartenere” in misura tra 8 e 10

1. PROGETTAZIONE DIDATTICA (progettare percorsi di


apprendimento flessibili e adeguati ai bisogni formativi e al livello degli 8 9 10
alunni)
2. ORGANIZZAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN INTERVENTO
DIDATTICO (realizzare attività didattiche flessibili e adeguate ai bisogni 8 9 10
formativi e al livello degli alunni)
3. VALUTAZIONE (conoscere e saper costruire i diversi strumenti di
valutazione, saper discriminare quelli più adeguati in base agli obiettivi da 8 9 10
rilevare, conoscere le potenzialità formative e l’influenza sul processo di
apprendimento)
4. PROGETTAZIONE EDUCATIVA (progettare interventi che
rispondano a bisogni educativi e psicosociali anche complessi, attraverso 8 9 10
forme di sostegno integrato che aiutino il singolo e coinvolgano il gruppo
classe, in collaborazione con i colleghi, le famiglie e le altre professionalità
esistenti.
5. ABILITA REALZIONALI E COMUNICATIVE (ascoltare, osservare e
comprendere gli allievi e i loro bisogni, analizzare la relazione pedagogica, 8 9 10
gestire la comunicazione con gli alunni e l’interazione tra loro)
6. ABILITA INFORMATICHE (saper utilizzare le nuove tecnologie per
ottimizzare il proprio lavoro ed essere in grado di applicare direttamente in 8 9 10
classe, al fine di creare nuovi ambienti di apprendimento e di aiutare gli
studenti a familiarizzare, anche in maniera critica la multimedialità)
7. LAVORO DI GRUPPO (saper lavorare in équipe a livello di gestione
educativa, didattica, progettuale ed istituzionale, affrontando e analizzando 8 9 10
in gruppo situazione complesse o problemi professionali)
8. PROMOZIONE DEI PROCESSI MOTIVAZIONALI (progettare e
realizzare interventi didattici e valutativi in grado di interessare e stimolare 8 9 10
gli allievi attraverso il loro coinvolgimento diretto nelle attività,
l’incoraggiamento, il rispetto della curiosità e degli interessi spontanei).
9. USO DEI REGISTRI (orientarsi nell’utilizzo dei vari registri: di classe,
personali, ecc. nella consapevolezza delle normative a proposito). 8 9 10

10. GESTIONE DEI CONFLITTI (individuare strategie efficaci per


contenere e gestire i conflitti nelle classi e tra alunni, trasformandoli in 8 9 10
educativi)
11. RELAZIONI CON I GENITORI (gestire le relazioni, gli stili di rapporto
con la scuola, le potenzialità, nella chiarezza dei ruoli reciproci) 8 9 10

38
ISSR Bergamo

Altre competenze professionali specifiche Comportamenti che indicano tali


del/della insegnante accogliente competenze (da cosa si capiscono?)
1.

2.

3.

ecc.

Riflessioni:

39
ISSR Bergamo
6. PROGETTAZIONE DIDATTICA

In collaborazione con l’insegnante accogliente (se necessario), si spieghino brevemente i


seguenti passaggi del progetto didattico di IRC.

Cosa sono i

- Traguardi di sviluppo delle competenze

- Stesura del percorso annuale (con sfondo integratore)

- Divisioni in Unità

- Obiettivi di apprendimento

- Attività

- Metodologia e Mezzi

- Verifica

Seguendo lo schema indicato, si descriva la progettazione didattica dell’insegnante


accogliente pensata per una delle sezioni/classi (di cui si indicheranno le caratteristiche
principali).

40
ISSR Bergamo
7. ORGANIZZAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN INTERVENTO DIDATTICO

Dopo aver progettato un intero percorso didattico, occorre organizzare e realizzare i singoli
interventi in classe. Si definisca nel dettaglio l’intervento che lei svolgerà in sezione,
articolandolo nei tre momenti (fase iniziale, fase di conduzione, fase finale). Per ciascuna
tappa si indichino le azioni da svolgere, i tempi, le modalità didattiche e materiali per gli
studenti, ecc.

sezione: . . . . . . . età dei bambini . . . . . .


Schema

FASE . . . . . TEMPO . . . .

OBIETTIVO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
............................................................

Operazioni previste (nel dettaglio) Alternative possibili in caso di necessità

Raggruppamenti bambini: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Vedi repertorio ORM

metodi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Vedi repertorio ORM

mezzi e strumenti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Vedi repertorio ORM

41
ISSR Bergamo
8. VALUTAZIONE

Di tale intervento didattico, quale modalità di verifica è possibile?

 Check-list o scale di osservazione


 Colloquio orale (individuale o di gruppo)
 Osservazioni guidate (con tabelle di riferimento)
 Disegno
 ……….

- Ed ora si indichi il perché di tale/i scelta/e.

- Quali i vantaggi e gli svantaggi dello strumento scelto?

VANTAGGI SVANTAGGI

.................................... ....................................

.................................... ....................................

.................................... ....................................

.................................... ....................................

.................................... ....................................

Si indichino i suggerimenti acquisiti osservando l’insegnante accogliente

42
ISSR Bergamo

8.1. CHEKLIST
E’ un elenco di comportamenti preselezionati che un soggetto può manifestare in una
determinata situazione. I comportamenti elencati non sono esaustivi, dato il contesto
preciso in cui si inseriscono. L’osservatore registra la presenza e la frequenza con cui si
presentano in un dato tempo.

Esempi di checklist per la scuola dell’infanzia. Si tratta di esempi generali, spunti da


cui partire per costruirne di più specifici e personalizzati.

Frequenza Poco abbastanza molto


Il bambino/bambina (- di 10 volte circa) (11-40 volte circa) (+ di 40 volte circa)
Si muove attivamente
Si muove con cautela
Esplora l’ambiente accompagnato dall’adulto
Esplora l’ambiente col gruppo di coetanei
Esplora l’ambiente da solo
Si isola

COMPORTAMENTI PROSOCIALI 1. per 2. poco 3. 4. molto


Il bambino/a niente abbastanza
Entra facilmente in relazione con gli altri?

È disponibile davanti a richieste di aiuto di un compagno in


difficoltà?
Si offre spontaneamente per aiutare gli altri?
Persevera nel suo atteggiamento di aiuto?

Si adegua ai tempi dell’amico in difficoltà?

Nella comunicazione dell’amico che è in difficoltà, si


adegua ai codici espressivi da lui utilizzati?
Esemplifica il suo linguaggio per adeguarsi a quello
dell’amico?
Facilita l’inserimento del compagno con difficoltà all’interno
del gruppo?
Modifica il gioco in corso per favorire la partecipazione
dell’amico?
Accetta l’insuccesso del proprio intervento a favore del
compagno con difficoltà?

Osservazioni:

43
ISSR Bergamo
9. ABILITA’ RELAZIONALI E COMUNICAZIONE
Si ripensi all’osservazione dell’insegnante accogliente, si individui una situazione di
interazione con un alunno o con una classe particolarmente significativa in senso positivo e
una in senso negativo e si descrivano.
Quella volta in cui le cose sono andate bene: quella volta in cui le cose non sono andate bene
contesto (descrizione dell’evento. Che cosa è contesto (descrizione dell’evento)
successo)

protagonisti protagonisti

Emozioni vissute da te e percepite negli altri Emozioni vissute da te e percepite negli altri

La conclusione dell’episodio La conclusione dell’episodio

Le parole dette (dialoghi) … Le parole dette (dialoghi) …

…. E non dette (messaggi non verbali) …. E non dette (messaggi non verbali)

È andato bene perché (i motivi) ….. Non è andato bene perché (i motivi) …..

44
ISSR Bergamo
10. AUTOVALUTAZIONE

La scuola è un luogo privilegiato per relazioni privilegiate. Esse devono costituirsi come
relazioni “educative” in quanto favoriscono la crescita e la valutazione dell’altro.
Ecco il motivo delle schede precedenti e della prossima scheda di autovalutazione.
Al termine del tirocinio provi e descrivere la sua modalità di interagire con gli alunni,
mettendo in evidenza la possibilità che ha riscontrato nel favorire la crescita umana degli
alunni con i quali ha avuto occasione di stare insieme.

NELLA RELAZIONE CON CIASCUN BAMBINO SI È TENTATO DI (minimo 1, massimo 5):

1. identificare il problema? 1 2 3 4 5
2. comprendere se il problema è dell’insegnante o del bambino? 1 2 3 4 5
3. porsi obiettivi per l’azione immediata? 1 2 3 4 5
4. fornire regole precise ma flessibili e negoziabili? 1 2 3 4 5
5. usare strategie corrette per affrontare i problemi specifici? 1 2 3 4 5
6. ascoltare in maniera attiva? 1 2 3 4 5
7. incoraggiare il bambino a parlare? 1 2 3 4 5
8. fornire un feed-back adeguato? 1 2 3 4 5
9. identificare i sentimenti dell’insegnante? 1 2 3 4 5
10. identificare i sentimenti del bambino? 1 2 3 4 5
11. essere consapevole dei messaggi non verbali che l’insegnante trasmette? 1 2 3 4 5
12. fare attenzione ai messaggi non verbali del bambino? 1 2 3 4 5
13. formulare domande aperte? 1 2 3 4 5
14. parafrasare e riassumere e concetti che il bambino esprime per verificare di 1 2 3 4 5
averli compresi?
15. non esprimere giudizi? 1 2 3 4 5
16. non generalizzare i problemi specifici? 1 2 3 4 5
17. non assumere un atteggiamento valutante? 1 2 3 4 5
18. mantenere un atteggiamento di accettazione? 1 2 3 4 5
19. osservare se stessi come insegnanti nella relazione, anche attraverso le 1 2 3 4 5
relazioni del bambino?
20. non fare azioni di sostegno o di consolazione fini a se stesse? 1 2 3 4 5
21. non attribuire al bambino pensieri, sentimenti, emozioni che in realtà sono 1 2 3 4 5
dell’insegnante?
22. essere paziente e disponibile? 1 2 3 4 5
23. non approfittare della superiorità del ruolo di insegnante? 1 2 3 4 5
24. non lasciarsi influenzare dal proprio stato d’animo (stanchezza, rabbia, 1 2 3
fretta)? 4 5

45
ISSR Bergamo
11. ABILITA’ INFORMATICHE

1. Creazione di un nuovo file 1 2 3 4 5

2. salvataggio di un file con nome 1 2 3 4 5

3. giustificazione di un paragrafo 1 2 3 4 5

4. modifica del tipo di carattere 1 2 3 4 5

5. inserimento elenco puntato o numerato 1 2 3 4 5

6. inserimento di una tabella 1 2 3 4 5

7. inserimento di una immagine 1 2 3 4 5

8. inserimento di un numero di pagina 1 2 3 4 5

9. inserimento di una nota a piè pagina 1 2 3 4 5

10. costruzione di una tabella 1 2 3 4 5

11. invio di un messaggio di posta elettronica 1 2 3 4 5

12. aggiunta di un file in allegato a un messaggio di posta elettronica 1 2 3 4 5

13. capacità di utilizzare motori di ricerca 1 2 3 4 5

14. capacità di reperire informazioni bibliografiche in rete 1 2 3 4 5

15. capacità di reperire articoli on line 1 2 3 4 5

16. capacità di reperire altri documenti in rete 1 2 3 4 5

17. capacità di riconoscere fonti valide in rete 1 2 3 4 5

18. conoscenza delle possibilità di utilizzo delle tecnologie informatiche per


il proprio lavoro (preparazione del materiale didattico, ricerca di 1 2 3 4 5
informazioni, contatti con altre persone, archiviazione dati, ecc.)
19. conoscenza dei possibili usi didattici delle nuove tecnologie (come
supporto per l’insegnante e come strumento per l’alunno, integrato con le 1 2 3 4 5
diverse situazioni di apprendimento e con i contenuti disciplinari: uso di
software didattici, giochi di comprensione del testo, storie interattive,
giornalino di classe, contatti con studenti di altre città italiane o straniere,
ecc.)
20. ………….

46
ISSR Bergamo
12. GESTIONE DEI CONFLITTI

Gestire i conflitti significa saper individuare strategie efficaci per contenerli e gestirli nelle
classi e tra alunni, senza soffocarli, senza temerli, senza negarli ma trasformandoli in
educativi. Ora si propone di analizzare un conflitto di cui siete stati testimoni o moderatori,
consapevoli della difficoltà dell’argomento e della scarsa preparazione che spesso gli
insegnanti hanno in proposito.

Evento. Cosa è successo

Chi sono i protagonisti

che influenza esercitano le terze parti (compagni che osservano, ecc.)

quale relazione tra A e B:


legame debole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . legame forte
fiducia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . sfiducia
amicizia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ostilità
fuga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . confronto
calma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . emotività
Sentimenti: come si sente A?

eB?

Processo e fase del conflitto:


da quanto tempo dura il conflitto?

quali sono i valori e i disvalori latenti?

Interessi/bisogni:
ai protagonisti, cosa interessa di risolvere fondamentalmente?

A causa o al fine di cosa lo vogliono?

Che cosa richiedono/si aspettano?

Quali soluzioni propongono?

47
ISSR Bergamo

Si analizzi la propria gestione del conflitto: di fronte ad un conflitto, lei come si comporta?
(minimo 1, massimo 5)

Quale stile di approccio al conflitto utilizza?


Competizione 1 2 3 4 5
Fuga 1 2 3 4 5
Compromesso 1 2 3 4 5
Adeguamento 1 2 3 4 5
Collaborazione 1 2 3 4 5

Quanto sente di dover chiarire e definire:


diritti e doveri 1 2 3 4 5
Regole 1 2 3 4 5

Quanto sente di dover promuovere la capacità di:


domandare anziché provocare 1 2 3 4 5
Parlare dei problemi anziché esigere 1 2 3 4 5
Imparare a riconoscere i segnali d’allarme 1 2 3 4 5
Imparare a convivere pacificamente con rabbia e aggressività 1 2 3 4 5
Non reagire alle provocazioni 1 2 3 4 5

Secondo lei, che cosa fa essere un intervento “educativo?”

Riflessioni:

Per eventuale approfondimento, ecco una breve bibliografia sull’argomento:

 Robert J. Edelmann, Conflitti interpersonali nel lavoro. Analizzarli e risolverli senza


aggressività né passività, ERICKSON
 GAHZAL M., Mangia la minestra e taci. Un altro approccio ai conflitti genitori-figli, EGA
 Miscioscia – Novara (a cura di), Le radici affettive dei conflitti, La Meridiana 1998
 Alessandra Neri, Imparare a gestire i conflitti. Un gioco di carte per migliorare le relazioni
sociali, La Meridiana,
 ROSEMARIE PORTMAN, Anche i cattivi giocano. Giochi per gestire l’aggressività, La
Meridiana, Molfetta, 1997
 VERENA SOMMERFELD, Guerra e pace nella stanza dei bambini, La Meridiana, Molfetta,
1996
 M. Stiefenhofer, Una bella litigata, La Meridiana
 Novara D., La grammatica dei conflitti: ‘arte maieutica di trasformare le contrarietà in risorse,
Sonda 2011
48
ISSR Bergamo

A L L EG A TO 8 : G r i g l i e d i o s s e r v a z i o n e . S c u o l a p r i m a r i a

ISTITUTO SUPERIORE SCIENZE RELIGIOSE


di BERGAMO

GRIGLIE DI OSSERVAZIONE
E RELAZIONE FINALE
Per l’attività di

TIROCINIO

Scuola primaria
(48 ore)

Prof. Giuliana Scotti

Tirocinante . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Tutor . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Anno scolastico 2021 - 2022

49
ISSR Bergamo

Note esplicative:
Le griglie e tutte le domande di riflessione che seguono sono materiali di vario genere, più o
meno strutturati, più o meno specifici, più o meno impegnativi. Hanno lo scopo di rendere
consapevoli ciascuno di voi del lavoro di insegnante e/o del tirocinio che state svolgendo.
Vi chiedo di rispondere a queste provocazioni.
Forse alcuni passaggi vi lasceranno perplessi, altri passaggi saranno difficili da rispondere, altri
ancora non incontreranno proprio la vostra esperienza. Ad alcune domande non saprete cosa
rispondere, ad altre vi parrà di avere troppe cose da dire.
Vi sono offerti tanti strumenti perché ciascuno di voi possa acquisire il più possibile
competenze professionali. Ciascuno di voi poi potrà utilizzare le griglie con flessibilità (ma
giustificando le variazioni). Molti dei passaggi qui indicati saranno solo “esercitazioni da
laboratorio”, ma all’inizio è importante ed è opportuno che sia così, presto l’esperienza vi
porterà in altre direzioni, ma per ora è utile che sia così.
La competenza riflessiva sulla prassi è continuamente richiesta agli alunni. Non dovrebbe
essere posseduta e testimoniata già prima dall’insegnante?
Ecco il significato di queste schede: non adempimento burocratico (non verranno valutate) ma
strumento per riuscire a dare un senso al lavoro, utile soprattutto per la vostra crescita
professionale.

ATTENZIONE:
Le griglie e il diario di bordo si compilino direttamente in computer, durante il tirocinio (e
non alla fine), e vengano inviate a docente/tutor entro la fine di giugno dell’anno in
corso. La relazione può essere inviata anche successivamente.
Dopo aver inviato tutti i materiali, è necessario iscriversi on-line per la discussione e
conclusione del tirocinio, nelle date degli esami. Per poter sostenere il colloquio finale
occorrono almeno 15 giorni di tempo tra l’invio della relazione e la data d’esame. E’ necessario
attendere la conferma della docente (o del prof. Sensi) per la data definitiva del colloquio finale.

Si ricorda che tutte le certificazioni dovranno essere scannerizzate e inviate via mail.
Inoltre, la tabella-ore in originale, controfirmata da insegnante accogliente e scuola, sarà
consegnata al momento del colloquio individuale.
Ogni variazione nella ripartizione delle ore sia concordata con la docente.

50
ISSR Bergamo

1. L’insegnante in formazione

1.1. MI PRESENTO

a. Il mio percorso di studi (studi effettuati).

b. le mie esperienze lavorative passate e presenti

c. i miei successi nel corso di studi

d. le mie difficoltà nel corso di studi

e. le conoscenze/competenze più importanti che ho acquisito dal corso di studi (ISSR)

51
ISSR Bergamo
1.2. MOTIVAZIONI INIZIALI E ASPETTATIVE

Per ciascun concetto-chiave si indichino le idee che vengono in mente,


esprimendole con parole, immagini, simboli:

insegnante

insegnamento

bambino

adolescente

educazione

famiglia

infanzia

1.3. RISPETTO ALL’ATTIVITA’ DI TIROCINIO

Che cosa si aspetta dall’attività di tirocinio? Valuti il grado di importanza di ogni


aspetto attribuendo un punteggio da un minimo di 1 ad un massimo di 5.

1 2 3 4 5
j. conoscere le discipline di insegnamento e le competenze di IRC . . . . . . . . . . . .
k. conoscere i programmi della scuola dell’infanzia e primaria . . . . . . . . . . . . .
l. sviluppare capacità progettuali ed operative . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
m. acquisire tecniche di osservazione e valutazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
n. incrementare la propria sensibilità verso la relazione educativa con i bambini .
o. sviluppare modalità di lavoro collegiali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
p. trovare risposte a problemi concreti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
q. acquisire gli strumenti per una formazione continua . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
r. altro (specificare) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
..............................................................

52
ISSR Bergamo

1.4. PROFESSIONALITA’ DOCENTE

Ripensando alla sua esperienza di alunno/a nella scuola materna ed elementare,


provi ad assegnare ciascuna frase-affermazione ai docenti che, nel ricordo del suo
vissuto emotivo, possono essere identificati in esse e il perchè.

a. Frase-affermazione b. Nome motivazione – esplicitazione


dell’identificazione
1. non voglio altre storie: qui si
fa come dico io!

2. Mi sembra che oggi qualcosa


non vada per il verso giusto:
cosa ti succede?
3. Proviamo a decidere insieme
le regole per l’intervallo e le
sanzioni per chi non le rispetta.
4. Sono stanco di richiamarti:
per domani scriverai trenta volte
“Non devo disturbare la
lezione”.
5. Vai al posto, adesso on ho
tempo di starti ad ascoltare:
devo iniziare la spiegazione. Ne
parleremo dopo.
6. Te l’ho spiegato per ben tre
volte: se non l’hai ancora capito
è perché non sei stato attento,
quindi arrangiati.
7. Non hai capito proprio niente.
Il tuo lavoro fa schifo: devi
rifarlo.

8. Questa è una verifica: devi


fare tutto da solo, io non posso
certo aiutarti!
9. Non preoccuparti se non hai
ancora capito l’esercizio:
proviamo insieme e vedrai che
riuscirai.
10. Oggi affronteremo un nuovo
argomento. Sarà necessario
che prestiate la massima
attenzione perché non sarà un
argomento semplice!

c. Quali riflessioni, a distanza di tempo, inducono questi ricordi?

53
ISSR Bergamo

2. ORGANIZZAZIONE SCUOLA PRIMARIA

Come è organizzata la scuola primaria in cui si svolge il tirocinio?

 Numero classi dell’Istituto

 Ore settimanali in Prima


Seconda e terza
Quarta e quinta

 Orario giornaliero: attività didattica dalle ore alle ore


Intervallo dalle ore alle ore
Mensa dalle ore alle ore
Attività pomeridiana dalle ore alle ore
In cui si svolge lezione curricolare
Laboratori

 In ogni sezione operano:


…… Insegnanti di classe per ore …
un insegnante di religione per ore …
un insegnante di sostegno sì no
un insegnante di inglese sì no
un insegnante di musica sì no
un insegnante di teatro sì no
un insegnante di ed. motoria sì no
…….

 Ore di compresenza differenziate per classe:


quante
usate per

54
ISSR Bergamo

3. ORGANI COLLEGIALI

Sulla base delle informazioni che si riescono ad ottenere da insegnanti, dirigente, altri, si
provi a completare la seguente tabella:

d. Collegio docenti e. Consiglio di istituto

Membri

Presidente

Segretario

Quando si
riunisce

Quanto dura
(in media)

Funzioni

osservazioni

55
ISSR Bergamo
3.1 COLLEGIO DOCENTI

Si analizzi la seduta indicando:

 chi fa la moderazione (il moderatore non è necessariamente il presidente!)


 quanto è efficace la moderazione
 quale tipo di comunicazione avviene tra membri del consiglio e moderatore
 quanto si dedica all’ascolto
 quanto all’elaborazione di proposte
 quanto alla riflessione sull’aggancio col territorio
 quanto è dispersivo e quanto produttivo
 quanto vengono tenuti in considerazione le realtà degli alunni / delle famiglie /
del territorio
 quanto sono tenute in considerazione le richieste/esigenze dei docenti
 La riunione è cominciata nell’orario giusto o in ritardo?
 L’ordine del giorno era ben fissato, chiaro, centrato opportunamente, rispettato?
Ha provocato discussione?
 Quanti tra i presenti hanno partecipato alla discussione?
 Ci sono state sovrapposizioni negli interventi o sono stati rispettati i turni?
 Gli interventi sono sempre stati pertinenti?
 Ci sono state rigidità, contrapposizioni, aggressività, ecc.?
 Il controllo della riunione è sempre stato mantenuto?
 Le decisioni e le votazioni sono sempre state chiare? preparate in modo
efficace?
 Sono state condivise con conseguente assunzione degli impegni e compiti?
 La riunione è finita nei tempi previsti?
 Quali sono i campi decisionali specifici di questo organismo?
 …

Attenzione: non si chiede il verbale di quello che è stato detto (che per via della privacy
non può “uscire” dalla scuola), ma una riflessione alla luce dei punti riportati appena sopra.

56
ISSR Bergamo

3.2 CONSIGLIO DI ISTITUTO

Si analizzi la seduta indicando:

 chi fa la moderazione (il moderatore non è necessariamente il presidente!)


 quanto è efficace
 quanto si dedica all’ascolto
 quanto all’elaborazione di proposte
 quanto è dispersivo e quanto produttivo
 quanto vengono tenuti in considerazione le realtà degli alunni / delle famiglie /
del territorio
 quanto sono tenute in considerazione le richieste/esigenze dei docenti
 La riunione è cominciata in orario o in ritardo?
 L’ordine del giorno era ben fissato, chiaro, centrato opportunamente, rispettato?
Ha provocato discussione?
 Quanti tra i presenti hanno partecipato alla discussione?
 Ci sono state sovrapposizioni negli interventi o sono stati rispettati i turni?
 Gli interventi sono sempre stati pertinenti?
 Ci sono state rigidità, contrapposizioni, aggressività, ecc.?
 Il controllo della riunione è sempre stato mantenuto?
 Le decisioni sono sempre state chiare?
 Sono state condivise con conseguente assunzione degli impegni e compiti?
 La riunione è finita nei tempi previsti?
 Quali sono i campi decisionali specifici di questo organismo?
 …

Attenzione: non si chiede il verbale di quello che è stato detto (che per via della privacy
non può “uscire” dalla scuola), ma una riflessione alla luce dei punti riportati appena sopra.

57
ISSR Bergamo
3.3 COMMISSIONI

Si analizzi la seduta indicando:

Scopo della commissione


Impostazione del lavoro
Stile di conduzione
rendimento del lavoro (efficacia)
tempi di lavoro (efficienza)
osservazioni

 chi fa la moderazione
 quanto è efficace
 quanto si dedica all’ascolto
 quanto all’elaborazione di proposte
 quanto è dispersivo e quanto produttivo
 quanto vengono tenuti in considerazione le realtà degli alunni / delle famiglie /
del territorio
 quanto sono tenute in considerazione le richieste/esigenze dei docenti
 La riunione è cominciata in orario o in ritardo?
 L’ordine del giorno era ben fissato, chiaro, centrato opportunamente, rispettato?
Ha provocato discussione?
 Quanti tra i presenti hanno partecipato alla discussione?
 Ci sono state sovrapposizioni negli interventi o sono stati rispettati i turni?
 Gli interventi sono sempre stati pertinenti?
 Ci sono state rigidità, contrapposizioni, aggressività, ecc.?
 Il controllo della riunione è sempre stato mantenuto?
 Le decisioni sono sempre state chiare?
 Sono state condivise con conseguente assunzione degli impegni e compiti?
 La riunione è finita nei tempi previsti?
 Quali sono i campi decisionali specifici di questo organismo?
 …

3.4 POF-PTOF

Conosci la legislazione che “obbliga”/sollecita ogni Istituzione scolastica ad avvalersi di tale


strumento?
In che modo è stato redatto il PTOF-POF che hai avuto tra le mani?
Quali principi pedagogici fondamentali si possono evidenziare?
Quali scelte metodologiche sono presenti?
Quali spazi vuoti è possibile evidenziare?
Quali eventuali modifiche avresti suggerito o apportato?

58
ISSR Bergamo
4. LE COMPETENZE DELL’INSEGNANTE ACCOGLIENTE

A fine tirocinio, si individuino le competenze più significative rilevate osservando


l’insegnante accogliente in classe e in tutte le altre occasioni, quelle da cui si può imparare
e che gli/le possono “appartenere” in misura tra 8 e 10

1. PROGETTAZIONE DIDATTICA (progettare percorsi di


apprendimento flessibili e adeguati ai bisogni formativi e al livello degli 8 9 10
alunni)
2. ORGANIZZAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN INTERVENTO
DIDATTICO (realizzare attività didattiche flessibili e adeguate ai bisogni 8 9 10
formativi e al livello degli alunni)
3. VALUTAZIONE (conoscere e saper costruire i diversi strumenti di
valutazione, saper discriminare quelli più adeguati in base agli obiettivi da 8 9 10
rilevare, conoscere le potenzialità formative e l’influenza sul processo di
apprendimento)
4. PROGETTAZIONE EDUCATIVA (progettare interventi che
rispondano a bisogni educativi e psicosociali anche complessi, attraverso 8 9 10
forme di sostegno integrato che aiutino il singolo e coinvolgano il gruppo
classe, in collaborazione con i colleghi, le famiglie e le altre professionalità
esistenti.
5. ABILITA RELAZIONALI E COMUNICATIVE (ascoltare, osservare e
comprendere gli allievi e i loro bisogni, analizzare la relazione pedagogica, 8 9 10
gestire la comunicazione con gli alunni e l’interazione tra loro)
6. ABILITA INFORMATICHE (saper utilizzare le nuove tecnologie per
ottimizzare il proprio lavoro ed essere in grado di applicare direttamente in 8 9 10
classe, al fine di creare nuovi ambienti di apprendimento e di aiutare gli
studenti a familiarizzare, anche in maniera critica la multimedialità)
7. LAVORO DI GRUPPO (saper lavorare in équipe a livello di gestione
educativa, didattica, progettuale ed istituzionale, affrontando e analizzando 8 9 10
in gruppo situazione complesse o problemi professionali)
8. PROMOZIONE DEI PROCESSI MOTIVAZIONALI (progettare e
realizzare interventi didattici e valutativi in grado di interessare e stimolare 8 9 10
gli allievi attraverso il loro coinvolgimento diretto nelle attività,
l’incoraggiamento, il rispetto della curiosità e degli interessi spontanei).
9. USO DEI REGISTRI (orientarsi nell’utilizzo dei vari registri: di classe,
personali, ecc. nella consapevolezza delle normative a proposito). 8 9 10
10. GESTIONE DEI CONFLITTI (individuare strategie efficaci per
contenere e gestire i conflitti nelle classi e tra alunni, trasformandoli in 8 9 10
educativi)
11. RELAZIONI CON I GENITORI (gestire le relazioni, gli stili di rapporto
con la scuola, le potenzialità, nella chiarezza dei ruoli reciproci) 8 9 10

59
ISSR Bergamo

Altre competenze professionali specifiche Comportamenti che indicano tali competenze


del/della insegnante accogliente (da cosa si capiscono?)
1.

2.

3.

4.

5.

ecc.

Riflessioni:

60
ISSR Bergamo
5. PROGETTAZIONE DIDATTICA

In collaborazione con il tutor, si indichi la matrice progettuale che l’istituto accogliente


chiede a tutti gli insegnanti ad inizio anno. Non tutte le scuole utilizzano la stessa matrice
progettuale.
Per esempio:

a. Traguardi di Sviluppo delle Competenze

b. Obiettivi di Apprendimento

c. ????? ecc.

d. …

e. …

Dopo aver definito la matrice progettuale, si descriva il progetto svolto in una delle classi
(di cui si indicheranno anche le caratteristiche principali).

61
ISSR Bergamo
6. ORGANIZZAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN INTERVENTO DIDATTICO

Del percorso che lei svolgerà in classe durante il tirocinio, scelga ora un intervento e lo
programmi nel dettaglio, articolandolo nei tre momenti (fase iniziale, fase di conduzione,
fase finale). Per ciascuna tappa si indichino le azioni da svolgere, i tempi, le modalità
didattiche e materiali per gli studenti, ecc.

Classe . . . . . .
Schema

FASE . . . . . TEMPO . . . .

OBIETTIVO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
............................................................

Operazioni previste (nel dettaglio) Alternative possibili in caso di necessità

Raggruppamenti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

metodi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

mezzi e strumenti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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ISSR Bergamo

FASE . . . . . TEMPO . . . .

OBIETTIVO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
............................................................

Operazioni previste (nel dettaglio) Alternative possibili in caso di necessità

Raggruppamenti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

metodi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

mezzi e strumenti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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ISSR Bergamo

FASE . . . . . TEMPO . . . .

OBIETTIVO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
............................................................

Operazioni previste (nel dettaglio) Alternative possibili in caso di necessità

Raggruppamenti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

metodi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

mezzi e strumenti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

64
ISSR Bergamo

6. VALUTAZIONE

Di tale intervento didattico, quale modalità di verifica è possibile?

 Colloquio orale (individuale o di gruppo)


 Prova scritta:
 Saggio breve
 Prova oggettiva
 Mappa concettuale
 Disegno
 ……….
 ……….

Ed ora si giustifichi la/le scelta/e.

Si indichino quindi i vantaggi e gli svantaggi dello strumento scelto.

VANTAGGI SVANTAGGI

........................... ...........................

........................... ...........................

........................... ...........................

...........................

Si indichino i passaggi da seguire per predisporre lo strumento scelto.

Ed ora si consideri l'osservazione e la certificazione della competenza in religione cattolica.


Quale modalità viene messa in atto dal tutor?

65
ISSR Bergamo
8. ABILITA’ RELAZIONALI E COMUNICAZIONE

Ripensando all’osservazione dell’insegnante accogliente, individui una situazione di


interazione con un alunno o con una classe che l’ha colpito/a in maniera significativa in
senso positivo e una in senso negativo e le descriva.

quella volta in cui le cose sono andate bene: quella volta in cui le cose non sono andate bene
contesto (descrizione dell’evento) contesto (descrizione dell’evento)

protagonisti protagonisti

Emozioni vissute da te e percepite negli altri Emozioni vissute da te e percepite negli altri

La conclusione dell’episodio La conclusione dell’episodio

Le parole dette (dialoghi) … Le parole dette (dialoghi) …

…. E non dette (messaggi non verbali) …. E non dette (messaggi non verbali)

È andato bene perché (i motivi) ….. Non è andato bene perché (i motivi) …..

66
ISSR Bergamo
9. AUTOVALUTAZIONE

La scuola è un luogo privilegiato per relazioni privilegiate. Esse devono costituirsi come relazioni
“educative” quando favoriscono la crescita e la valutazione dell’altro.
Ecco il motivo delle schede precedenti e della prossima scheda di autovalutazione.
Al termine del tirocinio si descrivere la sua modalità di interagire con gli alunni, mettendo in
evidenza la possibilità di favorire la crescita umana degli alunni con i quali ha avuto occasione di
stare insieme.

NELLA RELAZIONE CON CIASCUN ALUNNO SI È TENTATO DI (minimo 1, massimo 5):

1. identificare il problema? 1 2 3 4 5

2. comprendere se il problema è dell’insegnante o del bambino? 1 2 3 4 5


3. porsi obiettivi per l’azione immediata? 1 2 3 4 5
4. fornire regole precise ma flessibili e negoziabili? 1 2 3 4 5

5. ascoltare in maniera attiva? 1 2 3 4 5

6. incoraggiare l’alunno a parlare? 1 2 3 4 5

7. fornire un feed-back adeguato? 1 2 3 4 5

8. identificare i sentimenti dell’insegnante? 1 2 3 4 5

9. identificare i sentimenti del bambino? 1 2 3 4 5

10. essere consapevole dei messaggi non verbali che l’insegnante trasmette? 1 2 3 4 5

11. fare attenzione ai messaggi non verbali del bambino? 1 2 3 4 5

12. formulare domande aperte? 1 2 3 4 5

13. parafrasare e riassumere e concetti che il bambino esprime per verificare 1 2 3 4 5


di averli compresi?
14. non esprimere giudizi? 1 2 3 4 5

15. non generalizzare i problemi specifici? 1 2 3 4 5

16. non assumere un atteggiamento valutante? 1 2 3 4 5

17. mantenere un atteggiamento di accettazione? 1 2 3 4 5

18. osservare se stessi come insegnanti nella relazione, anche attraverso le 1 2 3 4 5


relazioni del bambino?
19. non attribuire al bambino pensieri, sentimenti, emozioni che in realtà sono 1 2 3 4 5
dell’insegnante?
20. non approfittare della superiorità del ruolo di insegnante? 1 2 3 4 5

21. non lasciarsi influenzare dal proprio stato d’animo (stanchezza, rabbia, 1 2 3 4 5
fretta)?
67
ISSR Bergamo

10. USO DEI REGISTRI

So quali registri debbano essere compilati 1 2 3 4 5

Ho capito come compilare il registro di classe 1 2 3 4 5

So come compilare il registro personale 1 2 3 4 5

So compilare registri elettronici 1 2 3 4 5

Compilo regolarmente e minuziosamente il registro di classe 1 2 3 4 5

Compilo regolarmente e minuziosamente il registro personale 1 2 3 4 5

Ho preso visione del registro dei verbali dei Consigli di Classe 1 2 3 4 5

Ho preso visione del registro dei Verbali del Collegio dei Docenti 1 2 3 4 5

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ISSR Bergamo
11. GESTIONE DEI CONFLITTI

Gestire i conflitti significa saper individuare strategie efficaci per contenerli e gestirli nelle
classi e tra alunni, senza soffocarli, senza temerli, senza negarli ma trasformandoli in
educativi. Ora si propone di analizzare un conflitto, consapevoli della difficoltà
dell’argomento e della scarsa preparazione che spesso gli insegnanti hanno in proposito.

Descrizione dell’evento

chi sono i protagonisti

che influenza esercitano le terze parti

Sentimenti:
come si sente A ?

e B?

Processo e fase del conflitto:


da quanto tempo dura il conflitto?

Il conflitto è: latente, attivo, …

quali sono i suoi valori e i disvalori latenti?

Interessi/bisogni:
ai protagonisti, cosa interessa di risolvere fondamentalmente?

A causa o al fine di cosa lo vogliono?

Che cosa richiedono/si aspettano?

Quali soluzioni propongono?

69
ISSR Bergamo
Si analizzi la propria gestione del conflitto: di fronte ad un conflitto, lei come si comporta?
(minimo 1, massimo 5):

Quale stile di approccio al conflitto utilizzi?


1 2 3 4 5
Competizione 1 2 3 4 5
Fuga 1 2 3 4 5
Compromesso 1 2 3 4 5
Adeguamento 1 2 3 4 5
Collaborazione

Quanto sono chiari e definiti:


1 2 3 4 5
diritti e doveri 1 2 3 4 5
Regole

Quanto è promossa la capacità di:


1 2 3 4 5
domandare anziché provocare 1 2 3 4 5
Parlare dei problemi anziché esigere 1 2 3 4 5
Imparare a riconoscere i segnali d’allarme 1 2 3 4 5
Imparare a convivere pacificamente con rabbia e aggressività 1 2 3 4 5
Non reagire alle provocazioni

Secondo te, che cosa fa essere un intervento “educativo?”

Riflessioni:

Bibliografia sull’argomento:
- Robert J. Edelmann, Conflitti interpersonali nel lavoro. Analizzarli e risolverli senza aggressività
né passività, ERICKSON
- GAHZAL M., Mangia la minestra e taci. Un altro approccio ai conflitti genitori-figli, EGA
- Miscioscia – Novara (a cura di), Le radici affettive dei conflitti, La Meridiana 1998
- Alessandra Neri, Imparare a gestire i conflitti. Un gioco di carte per migliorare le relazioni
sociali, La Meridiana,
- ROSEMARIE PORTMAN, Anche i cattivi giocano. Giochi per gestire l’aggressività, La
Meridiana, Molfetta, 1997
- VERENA SOMMERFELD, Guerra e pace nella stanza dei bambini, La Meridiana, Molfetta,
1996
- M. Stiefenhofer, Una bella litigata, La Meridiana
- Novara D., La grammatica dei conflitti: ‘arte maieutica di trasformare le contrarietà in risorse,
Sonda 2011

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ISSR Bergamo

A L L EG A TO 9 : G r i g l i e d i o s s e r v a z i o n e S c u o l a s e c o n d a r i a
di primo e secondo grado

ISTITUTO SUPERIORE SCIENZE RELIGIOSE


di BERGAMO

GRIGLIE DI OSSERVAZIONE
E RELAZIONE FINALE
Per l’attività di

TIROCINIO

Scuola secondaria di primo/secondo grado


(50 ore)

Prof. Giuliana Scotti

Tirocinante . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Insegnante accogliente . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Anno scolastico 2021 - 2022

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ISSR Bergamo

Note esplicative:
Come già nel primo tirocinio, le griglie e tutte le domande di riflessione che seguono hanno
lo scopo di rendere consapevoli ciascuno di voi del lavoro di insegnante e/o del tirocinio
che state svolgendo.
Vi chiedo di rispondere a queste provocazioni.
Anche se alcuni passaggi vi lasceranno perplessi, altri saranno difficili da rispondere, altri
ancora non incontreranno proprio la vostra esperienza, oppure ad alcune domande non
saprete cosa rispondere e ad altre vi parrà di avere troppe cose da dire, non arrendetevi.
Lo scopo di questo materiale è quello di offrirvi tanti strumenti perché ciascuno di voi possa
acquisire il più possibile competenze professionali. Ciascuno potrà utilizzare le griglie con
flessibilità (ma giustificando le variazioni).
Molti dei passaggi qui indicati saranno solo “esercitazioni da laboratorio”, ma all’inizio è
importante ed è opportuno che sia così, presto l’esperienza vi porterà in altre direzioni, ma
per ora è così. La competenza riflessiva sulla prassi è continuamente richiesta agli alunni.
Ora la si chiede all’insegnante.
Ecco il significato di queste schede: non adempimento burocratico ma strumento per
riuscire a dare un senso al lavoro, utile soprattutto per la vostra crescita professionale.

ATTENZIONE:
Le griglie e il diario di bordo si compilino direttamente in computer, durante il tirocinio (e
non alla fine), e vengano inviate a docente/tutor entro la fine di giugno dell’anno in
corso. La relazione può essere inviata anche successivamente.
Dopo aver inviato tutti i materiali, è necessario iscriversi on-line per la discussione e
conclusione del tirocinio, nelle date degli esami. Per poter sostenere il colloquio finale
occorrono almeno 15 giorni di tempo tra l’invio della relazione e la data d’esame. E’ necessario
attendere la conferma della docente (o del prof. Sensi) per la data definitiva del colloquio finale.

Si ricorda che tutte le certificazioni dovranno essere scannerizzate e inviate via mail.
Inoltre, la tabella-ore in originale, controfirmata da insegnante accogliente e scuola, sarà
consegnata al momento del colloquio individuale.
Ogni variazione nella ripartizione delle ore sia concordata con la docente.

72
ISSR Bergamo

1. Competenze del tirocinante


Di seguito indichiamo alcune competenze che dovrebbero caratterizzare l’esercizio della
professione docente. Rifletta su di se e indichi un punteggio da 1 (minimo) a 10 (massimo)
a seconda del grado che le apparteneva all’inizio del corso ISSR (colonna 1) e ora, a fine
tirocinio (colonna 2). In mezzo ci stanno corsi di didattica, pedagogia, seminari pedagogici,
ecc.

Inizio corso Ora, a fine


ISSR tirocinio
1. PROGETTARE UNITA’ DIAPPRENDIMENTO (capacità di
progettare percorsi di apprendimento flessibili e adeguati ai bisogni
formativi e al livello degli alunni)
2. ORGANIZZARE E REALIZZARE INTERVENTI DIDATTICI
(realizzare attività didattiche flessibili e adeguate ai bisogni formativi
e al livello degli alunni)
3. VALUTARE GLI STUDENTI (conoscere e saper costruire i
diversi strumenti di valutazione, saper discriminare quelli più
adeguati in base agli obiettivi da rilevare, conoscere le potenzialità
formative e l’influenza sul processo di apprendimento)
4. PROMUOVERE LA MOTIVAZIONE INTRINSECA DEGLI
STUDENTI (in grado di interessare e stimolare gli allievi,
coinvolgerli nelle attività, incoraggiarli, favorendone la
curiosità e gli interessi spontanei)
5. PROGETTARE INTERVENTI EDUCATIVI (che rispondano a
bisogni educativi e psicosociali, attraverso forme di sostegno
integrato che aiutino il singolo e coinvolgano il gruppo classe, i
colleghi, le famiglie ecc.)
6. GESTIRE LA RELAZIONE E I PROCESSI
COMUNICATIVI (ascoltare, osservare e comprendere gli allievi e i
loro bisogni, analizzare la relazione pedagogica, gestire la
comunicazione con gli alunni e l’interazione tra loro)
7. UTILIZZARE LE NUOVE TECNOLOGIE (ottimizzare il
proprio lavoro applicandole in classe o a casa, creando nuovi
ambienti di apprendimento e aiutando gli studenti a familiarizzare in
maniera critica con la multimedialità)
8. LAVORARE IN GRUPPO (saper lavorare in équipe a livello di
gestione educativa, didattica, progettuale ed istituzionale,
affrontando e analizzando in gruppo situazione complesse o
problemi professionali)
9. COMPRENDERE E STRUTTURARE UNA RICERCA
EDUCATIVA (rispetto al sapere leggere e comprendere una
ricerca, riconoscerne la validità e l’affidabilità dei risultati e sapere
progettare una ricerca a partire da un problema o una necessità
emersa nella classe)
10. UTILIZZARE STRATEGIE DI STUDIO PER LA VITA
(acquisire strategie di apprendimento per continuare a sviluppare e
approfondire le proprie conoscenze e le competenze professionali,
e saperle trasmettere ai propri allievi).
11.CONSAPEVOLEZZA DELLE NORMATIVE (conoscere le
normative scolastiche)

73
ISSR Bergamo
1.1. LE COMPETENZE DELL’INSEGNANTE ACCOGLIENTE

Competenze professionali specifiche Comportamenti che indicano tali competenze


del/della insegnante accogliente (da cosa si capiscono?)
1.

2.

3.

4.

5.

ecc.

Riflessioni:

Sa se il suo insegnante accogliente ha partecipato a giornate di aggiornamento?


Con quali reazioni da parte sua? Perché?

Quanta importanza l’insegnante accogliente attribuisce a tale esperienza? Da cosa


lo si capisce?

74
ISSR Bergamo
1.2. CONOSCENZE E COMPETENZE acquisite dal TIROCINANTE nelle
giornate di aggiornamento

Conoscenze Competenze

1.

2.

3.

4.

5.

ecc.

Riflessioni:

Quali motivazioni dovrebbero spingere un insegnante all’aggiornamento


professionale?

Quali campi potrebbero essere materia di aggiornamento per un insegnante? E per


un Insegnante di religione?

75
ISSR Bergamo
2. PROGETTAZIONE DIDATTICA
Quale matrice progettuale l’istituto accogliente chiede a tutti gli insegnanti ad inizio anno?
(Non tutte le scuole utilizzano la stessa matrice progettuale). In collaborazione con l’insegnante
accogliente si provi a compilarne una.

2.1. ORGANIZZAZIONE E REALIZZAZIONE DI UN INTERVENTO DIDATTICO


Ora descriva l’intervento che lei ha svolto in classe durante il tirocinio, programmato nel
dettaglio nei tre momenti (fase iniziale, fase di conduzione, fase finale).

CLASSE . . . . . . . . TEMPO . . . . FASE . . . .

TITOLO:

OBIETTIVO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Operazioni previste (nel dettaglio) Alternative possibili in caso di necessità

Raggruppamenti alunni: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Repertorio ORM

metodi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Repertorio ORM

mezzi e strumenti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Repertorio ORM

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ISSR Bergamo

FASE . . . . . TEMPO . . . .

OBIETTIVO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Operazioni previste (nel dettaglio) Alternative possibili in caso di necessità

Raggruppamenti alunni: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

metodi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

mezzi e strumenti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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ISSR Bergamo

FASE . . . . . TEMPO . . . .

OBIETTIVO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Operazioni previste (nel dettaglio) Alternative possibili in caso di necessità

Raggruppamenti alunni: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

metodi: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

mezzi e strumenti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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ISSR Bergamo

3. VALUTAZIONE

Di tale intervento didattico, quale modalità di verifica è possibile?

 Check-list o scale di osservazione


 Colloquio orale (individuale o di gruppo)
 Prova scritta:
 Tema
 Riassunto
 Saggio breve
 Prova oggettiva
 Mappa concettuale
 Disegno
 Simulazioni di situazioni
 Autovalutazione
 ……….

- Perché questa scelta?

- Vantaggi e svantaggi dello strumento scelto.

VANTAGGI SVANTAGGI

........................... ...........................

........................... ...........................

........................... ...........................

...........................

Ed ora si consideri l'osservazione e la certificazione della competenza in religione cattolica.


Quale modalità viene messa in atto dal tutor?

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ISSR Bergamo

ESEMPIO di Check-list (per gli alunni della scuola secondaria 1° grado)

L’alunno (LIVELLO)
MINIMO MEDIO MASSIMO/OTTIMO
Porta il materiale

E’ pronto a lavorare

Interviene durante la
lezione
Consegna il compito
richiesto

Collabora con i compagni

Esempio di Check-list (per gli alunni della scuola secondaria 2° grado)

L’alunno (LIVELLO)
Scarso Sufficiente Buono
Organizza con attenzione il lavoro personale

Utilizza le indicazioni metodologiche fornite dai docenti

Fa uso di linguaggi specifici

Mostra capacità di sintesi e di rielaborazione personale

Dimostra capacità critiche

Conosci altre Check-list ?

80
ISSR Bergamo
4. DINAMICHE DI GRUPPPO: Si provi ad analizzare una seduta del consiglio di
classe attraverso la seguente tabella, indicando i vari tipi di intervento.

 TIPO DI INTERVENTO coordinatore Un docente


(tra i più attivi)
1. E’ aperto al dialogo e disposto a mettersi in gioco

2. Dimostra stima e solidarietà

3. Aiuta, incoraggia ed elogia

4. Sdrammatizza, riduce le tensioni, scherza

5. Offre suggerimenti, spunti, idee alternative

6. Esprime pareri, opinioni, giudizi

7. Palesa le proprie opinioni e impressioni

8. Chiede conferme, informazioni, consigli, suggerimenti,


modalità d’azione

9. Rifiuta ogni aiuto, mette in dubbio, dimostra disaccordo

10. Mostra antagonismo, fa valere se stesso, sminuisce gli


altri

11. Si sottomette alle decisioni altrui, non esprime posizioni


personali

12. Aumenta le tensioni, si pone al di fuori del gruppo

13. Non coopera, è convinto che il lavoro individuale sia più


proficuo.

14. E’ rigido sulle proprie convinzioni

Riflessioni:

81
ISSR Bergamo
4.1. ABILITA’ RELAZIONALI E COMUNICAZIONE

Ripensando alla sua esperienza di insegnamento/tirocinio, individui una situazione di


interazione con un alunno o con una classe che l’ha colpito in maniera significativa in
senso positivo e una in senso negativo e le descriva.

quella volta in cui le cose sono andate bene: quella volta in cui le cose non sono andate bene
contesto (descrizione dell’evento) contesto (descrizione dell’evento)

protagonisti protagonisti

Emozioni vissute da te e percepite negli altri Emozioni vissute da te e percepite negli altri

La conclusione dell’episodio La conclusione dell’episodio

Le parole dette (dialoghi, frasi realmente dette) … Le parole dette (dialoghi) …

…. E non dette (messaggi non verbali, …. E non dette (messaggi non verbali ….)
atteggiamenti, sguardi …)

È andato bene perché (i motivi) ….. Non è andato bene perché (i motivi) …..

chi o che cosa ti ha aiutato di più ad affrontare la chi o che cosa ti ha aiutato di più ad affrontare la
situazione? situazione?

Di quale aiuto hai sentito il bisogno? Di quale aiuto hai sentito il bisogno?

82
ISSR Bergamo

4.2. SCHEDA DI AUTOVALUTAZIONE.

Nella relazione con ciascun alunno si è tentato di:


1. identificare il problema? 1 2 3 4 5

2. comprendere se il problema è dell’insegnante o del ragazzo? 1 2 3 4 5

3. porsi obiettivi per l’azione immediata? 1 2 3 4 5

4. fornire regole precise ma flessibili e negoziabili? 1 2 3 4 5

5. ascoltare in maniera attiva? 1 2 3 4 5

6. incoraggiare l’alunno a parlare? 1 2 3 4 5

7. fornire un feed-back adeguato? 1 2 3 4 5

8. identificare i sentimenti dell’insegnante? 1 2 3 4 5

9. identificare i sentimenti del ragazzo? 1 2 3 4 5

10. essere consapevole dei messaggi non verbali che l’insegnante trasmette? 1 2 3 4 5

11. fare attenzione ai messaggi non verbali del ragazzo? 1 2 3 4 5

12. formulare domande aperte ? 1 2 3 4 5

13. parafrasare e riassumere e concetti che il ragazzo esprime per verificare di averli 1 2 3 4 5
compresi?
14. non esprimere giudizi? 1 2 3 4 5

15. non generalizzare i problemi specifici? 1 2 3 4 5

16. non assumere un atteggiamento valutante? 1 2 3 4 5

17. mantenere un atteggiamento di accettazione? 1 2 3 4 5

18. osservare se stessi come insegnanti nella relazione, anche attraverso le relazioni 1 2 3 4 5
del ragazzo?
19. non attribuire al ragazzo pensieri, sentimenti, emozioni che in realtà sono 1 2 3 4 5
dell’insegnante?
20. essere paziente e disponibile? 1 2 3 4 5

21. non approfittare della superiorità del ruolo di insegnante? 1 2 3 4 5

22. non lasciarsi influenzare dal proprio stato d’animo (stanchezza, rabbia, fretta)? 1 2 3 4 5

83
ISSR Bergamo

5. LAVORO IN EQUIPE

La scuola non è un luogo di interventi isolati, per quanto specifici e professionali, è invece
un educare insieme. Ogni singolo docente è obbligato, eticamente e professionalmente, ad
interagire con i colleghi per una efficacia dell’intervento educativo. Ecco il momento chiave
denominato “Consiglio di Classe”.
Individui possibili situazioni di lavoro individuale e possibili situazioni di lavoro di gruppo.
Provi ora a farne un bilancio.

 Vantaggi dei momenti di  Svantaggi dei momenti di


gruppo gruppo

 Vantaggi del lavoro individuale  Svantaggi del lavoro


individuale

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ISSR Bergamo
6. USO DEI REGISTRI

So quali registri debbano essere compilati 1 2 3 4 5

So come compilare i registri 1 2 3 4 5

Compilo regolarmente e minuziosamente il diario dio bordo che è come se 1 2 3 4 5


fosse il mio registro personale

Ho preso visione del registro dei verbali dei Consigli di Classe 1 2 3 4 5

Ho preso visione del registro dei Verbali del Collegio dei Docenti 1 2 3 4 5

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ISSR Bergamo
7. PROMOZIONE DEI PROCESSI MOTIVAZIONALI

La competenza motivazionale è la riconsiderazione delle proposte didattiche e dello


strumento di valutazione utilizzato, per individuare se e in che senso possono essere
considerati motivanti.
Si provi ad autovalutare la capacità di motivare gli studenti, scegliendo i contenuti e le
metodologie più adatte per favorire il coinvolgimento e l’interesse.

a. Pensa di aver tenuto in considerazione la motivazione degli studenti nella stesura del
suo percorso didattico? Se sì, in che modo?

b. Pensa di aver tenuto in considerazione la motivazione degli studenti nella sua lezione?
Se sì, in che modo?

c. Pensa di aver tenuto in considerazione la motivazione degli studenti nella costruzione


del suo strumento di valutazione? Se sì, in che modo?

d. La motivazione è data dalla capacità dell’insegnante di connettere la propria proposta


con il momento esistenziale che i ragazzi stanno vivendo. Nella sua programmazione e
realizzazione ha cercato di tener conto del contesto esistenziale degli alunni a lei
affidati? Rivedendo il suo piano di lavoro e le sue proposte didattiche, in che modo è
stato attento al “compito di sviluppo” (= ciò che gli alunni sentono come compito
profondo e personale nella loro fase di sviluppo): ha trattato temi e argomenti che
effettivamente li riguardano? Ha utilizzato modalità di interazione che li renda
protagonisti e capiti/valorizzati?

e. E la sua motivazione personale nei riguardi dell’insegnamento?

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8. GESTIONE DEI CONFLITTI

Alla luce della riflessione fatta nel tirocinio precedente e degli stimoli riportati in seguito, si
individui un conflitto tra studenti al quale ha assistito o che ha dovuto gestire e se ne
analizzino gli elementi essenziali.

Gestire positivamente i conflitti non è qualcosa che si improvvisa, ma è possibile impararlo,


addestrare capacità che ci aiutino a capire meglio dove e come intervenire, come
modificare dinamiche violente in risorse.
Ecco alcune delle competenze necessarie per gestire i conflitti positivamente.
CONOSCENZA DI SÈ E DELL’ALTRO
COMUNICAZIONE
COOPERAZIONE
GESTIONE DEL POTERE
FIDUCIA
PENSIERO DIVERGENTE E CREATIVO
VALORIZZAZIONE (autostima)

Una delle regole delle regole fondamentali è ricordarsi che da un conflitto risolto non
devono uscire né vinti né vincitori, ma persone soddisfatte di aver trovato un punto
d’incontro. Nella gestione di un conflitto è importante:
 considerare gli interessi di tutti gli attori coinvolti;
 separare e distinguere le persone dal problema;
 La soluzione deve essere accettabile per entrambe le parti;
 La decisione deve essere condivisa dalla maggioranza.

Cinque possibili atteggiamenti di fronte al conflitto


EVITO IL CONFLITTO
VANTAGGI: calma le acque, lascia sbollire; se il conflitto non è molto importante si
attenuerà da solo; non mette in difficoltà l’altro se la sente di affrontarlo (o non ha capito
che c’è); non mi sento di affrontarlo io e non mi costringo a farlo.
SVANTAGGI: indica scarsa autostima, paura e debolezza; il conflitto resta latente e
potrebbe esplodere quando meno me lo aspetti, senza poter controllare la situazione; si
perde l’occasione di chiarire;
MI IMPONGO
VANTAGGI: viene messo in atto quando si ha poco tempo a disposizione, si ha la certezza
di essere nel giusto, si vuole trarre un risultato immediato, non si teme che i rapporti
interpersonali vengano compromessi; esprime decisione, fermezza e forza; buona
autostima;
SVANTAGGI: non si ascolta e si rischia l’isolamento; facilmente comporta le critiche e
l’animosità dell’altro; si rischia la contrapposizione sterile
MI ADEGUO
VANTAGGI: è veloce ed esprime disponibilità all’ascolto della proposta/soluzione altrui,
sperando in un ricambio o in una negoziazione successiva; non provoca escalation di
violenza
SVANTAGGI: potrebbe esprimere debolezza e poca autostima (se è frequente); chi non
esprime le proprie idee potrebbe essere ignorato dagli altri nella ricerca di soluzioni
favorisce la non cooperazione e la delega.
NEGOZIO
VANTAGGI: parziale soddisfazione di entrambe; esprime ascolto e rispetto, sia per l’altro
che per sé stesso; entrambe giocano un ruolo attivo; favorisce la cooperazione.

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SVANTAGGI: potrebbe lasciare parzialmente insoddisfatti, far covare rancore e voglia di
prevaricare invece che di cooperare. Dipende dalla fiducia e dalla disponibilità di entrambe
le parti, per cui non è sempre possibile. Ha bisogno di tempo.
COOPERO
VANTAGGI: porta il massimo di soddisfazione per entrambe le parti; esprime ascolto e
rispetto, sia per l’altro che per sé stesso; esprime una buona autostima in entrambe le parti
e il desiderio di non perdere la relazione; permette un ruolo attivo.
SVANTAGGI: ha bisogno di tanto tempo e della disponibilità e fiducia di entrambi, per cui
non sempre è possibile; richiede una buona conoscenza di sé e dell’altro, e una buona
capacità di comunicazione.

Secondo una ricerca della Columbia University, la


gestione del conflitto per un leader è determinante.
I leader che di fronte ad un conflitto si pongono in
maniera aggressiva, attaccando le risorse e creando
un clima ostile, ottengono come risultato una
riduzione qualitativa delle performance del gruppo. Al
polo opposto, i leader che di fronte ad un conflitto
assumono un atteggiamento passivo preferiscono
rimanere low profile, celare le proprie attitudini e non
mettersi in gioco, per far spegnere l’incendio senza
prendere posizione. Anche qui la scelta non è quella vincente.
La scelta giusta, invece, è essere assertivi: non sbilanciarsi in nessuna delle due direzioni
estreme, essere diretti e sicuri per far sì che ogni conflitto all’orizzonte si trasformi in
un’occasione di sano confronto, e soprattutto porsi in modo che la propria posizione sia
rispettata e seguita, senza che le risorse debbano sentirsi sottomesse o poco valorizzate.

Come gestire i conflitti tra gli studenti?


La direzione
In casi di conflitti tra studente, questo è il metodo più immediato, non negoziale, dove
l'autorità dell'adulto interviene in modo netto sui conflitti. L'intervento mira a dare indicazioni
bene precise, degli ordini, con lo scopo di fermare il conflitto. Ciò non vuol dire scortesia o
autoritarismo, ma dare precisi ordini da far eseguire. E' bene utilizzare il metodo direttivo
quando non c'è tempo per negoziare, quando c'è in gioco la sicurezza degli studenti,
quando questi sono fuori controllo o hanno necessità di avere precise indicazioni per
riprendere l'autocontrollo. Bisogna ricordare che in questo modo si interviene
sull'indipendenza dello studente e può provocare risentimenti.
La mediazione
La mediazione ha come scopo di aiutare gli studenti ad elaborare il proprio conflitto,
creandone le condizioni. Il mediatore deve incarnare il principio di onestà, non deve
interrompere, non deve prendere le parti o additare. Lo scopo è di sviluppare la soluzione o
scegliere la soluzione più praticabile per la risoluzione del conflitto. Sono, comunque, i
contendenti a trovare la strada. Un metodo che richiede tempo e sforzo, ma che punta alla
soluzione radicale del problema.
L'arbitraggio
A differenza della mediazione, l'arbitraggio comporta un ruolo attivo da parte del docente.
Ascolta le parti e interviene indicando ai contendenti come gestire il conflitto. Se si dà alle
persone in causa la possibilità di esprimere il proprio punto di vista, consente di
raggiungere una soluzione in breve tempo. Anche se non si giunge alla soluzione profonda
e radicale del conflitto.
La sentenza

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Questo metodo è bene utilizzarlo quando il docente comprende che il conflitto richiede non
una soluzione del problema, ma la determinazione di chi ha ragione o torto. In questi casi
si ascoltano e valutano le "prove", quindi si passa al giudizio. L'equità del giudizio
determinerà la credibilità del giudice. Ci dovrà essere necessariamente un vincitore ed un
perdente oppure un vincitore o un quasi vincitore

Ed ora tocca a lei rispondere:


Come ci siamo sentiti quando abbiamo dovuto scegliere dove
schierarci?
Cosa accade se pensiamo dove schierarci di fronte a situazioni
particolari, ad esempio in un confitto specifico tra gli alunni?
Come ci sentiamo dopo aver ascoltato i vantaggi e gli svantaggi di ogni
posizione? Avete scoperto qualcosa di nuovo?
Che cosa ha significato lavorare sugli svantaggi e i vantaggi di ogni
strategia e non sulla differenza tra atteggiamenti “buoni” e atteggiamenti
“cattivi”?

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9. RELAZIONI CON I GENITORI

Si indichi:
 si investono energie per creare il contatto con i genitori? In quali tempi dell’anno
scolastico?
 come si crea
 in quali occasioni si chiamano in causa i genitori
o fase progettuale
o fase decisionale
o fase di verifica
o fase disciplinare (difficoltà gestionale della classe)
o …….
 come vengono coinvolti
 in cosa vengono coinvolti:
o compiti a casa dei bambini
o decisioni nella predisposizione dei programmi
o decisioni educative
o ………
 quale peso hanno le loro proposte

Nei consigli di classe con i genitori:


 come vengono accolti?
 quanto spazio si lascia loro per parlare?
 quanto vengono ascoltati e quanto devono ascoltare?
 quanto vengono accolte le proposte?
 quando e quanto vengono coinvolti?
 quali problemi/tematiche vengono affrontati?
 Quale clima ha riscontrato?
 ……..

Nei colloqui individuali con i genitori:


 quanto tempo viene dedicato a ciascun genitore
 contenuti del colloquio
 grado di soddisfazione dei genitori
 grado di soddisfazione degli insegnanti
 quali problemi/tematiche vengono affrontati?
 Quale clima ha riscontrato?
 Quali difficoltà da parte degli insegnanti?
 Quali difficoltà da parte dei genitori?
 Quali tentativi di soluzioni si sono sperimentati?
 ……..

Conosce gli strumenti ad uso della scuola che coinvolgono i genitori:


 Regolamento d’Istituto
 Patto educativo di corresponsabilità.

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Ha avuto modo di leggerli?
Ha riscontrato se i colleghi ne fanno riferimento?

Nei momenti assembleari, quali situazioni si intravedono nel rapporto con i genitori:

Ruoli e confini Rapporti Conseguenze sul processo collaborativo


Confusione di
ruoli

Contrapposizione

Chiara
suddivisione
di ruoli

Altro

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ALLEGATO 10

TIROCINIO 48 ore

AUTOCERTIFICAZIONE: Dichiarazione ore svolte

Il sottoscritto (nome cognome del tirocinante) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Insegnante accogliente: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

dichiara di essere/non essere docente e di aver svolto le seguenti ore di tirocinio:

Tempo Tempo reale: giorno dalle alle Totale


ATTIVITA’ previsto ore ore ore
Osservazione in classe
30 ore (15
per i
docenti)

Collegio docenti 2 ore

Consiglio di Istituto 2 ore

commissioni 2 ore

programmazione 4 ore

lezioni in classe 6 ore


alla presenza del tutor (3 per i
docenti)

4-5 incontri 8 ore


assembleari

Altro (indicare cosa)

Totale ore di tirocinio svolte:


data:
Firma del tirocinante

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ISSR Bergamo

ALLEGATO 11

TIROCINIO 50 ore

AUTOCERTIFICAZIONE: Dichiarazione ore svolte

Il sottoscritto (nome cognome del tirocinante) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .


Insegnante accogliente: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
dichiara di essere/non essere docente e di aver svolto le seguenti ore di tirocinio:
Tempo Tempo reale: giorno dalle alle Totale
ATTIVITA’ previsto ore ore ore
ottobre 2 ore
momento assembleare
Osservazione in classe 30 ore
(15 x
docenti)

Consigli di classe 4 ore

Scrutini /consiglio per 1 ora


area disciplinare

programmazione 3 ore

aggiornamento 8 ore

lezioni in classe 4 ore


alla presenza del tutor (2 x i
docenti)

3-4 incontri assembleari 6-8 ore

Altro (indicare cosa)

Totale ore di tirocinio svolte:

data:
Firma del tirocinante

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ISSR Bergamo

ALLEGATO 12: CERTIFICAZIONE ORE SVOLTE

ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE


DI BERGAMO
24129 BERGAMO - Via Arena, 11 - tel./fax 035.286283 - e-mail segreteria@issr-bg.it

Il sottoscritto (nome cognome del tirocinante) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dichiara di aver

svolto le seguenti ore di tirocinio presso l’Istituto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . nell’anno scolastico . . . . . . . . . . . . . . .

data dalle ore alle ore attività svolta* Firma tirocinante Firma insegnante
accogliente

* indicare: lezione; osservazione; progettazione/programmazione; partecipazione ad incontri collegiali; …

Totale ore di tirocinio svolte presso l’Istituto n. __________ .

Firma del tirocinante __________________________

Timbro lineare dell’Istituto con denominazione


Per conferma.
Il Dirigente Scolastico
__________________
___________________________
Prot. dell’Istituto n. ________ / ____

Luogo e data: _________________ , _____/_____/_________

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