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L’intelligenza artificiale non è un’altra utilità che deve essere regolamentata una volta
raggiunto un adeguato sviluppo; essa è una forza potente, una nuova forma di smart
agency, che sta già rimodellando le nostre vite, le nostre relazioni e il nostro ambiente.
Si parla di Intelligenza artificiale quando diversi siti ci propongono, mediante i cookies, ciò
che abbiamo cercato il giorno prima, in relazione alle nostre ricerche.
Un altro esempio di IA è avvenuto nel 2017 con Sophie, cui è stata attribuita la cittadinanza
saudita (quindi è un soggetto di diritto), nonostante lei fosse un robot -> si tratta di una
trovata pubblicitaria, un modo con cui il paese mostrava di essere all’avanguardia. E’
rilevante come Sophie, a differenza di tutte le femmine che vivono in Arabia Saudita, sia
stata rappresentata senza il velo. Ciò ha fatto inevitabilmente porre la domanda: i robot
hanno un genere (maschile o femminile)?
Quello che si è potuto dire è che comunque i robot abbiano una eterosessualità: ciò è
emerso dal matrimonio di Zheng Jiajia e Yingying. Zheng Jiajia è un ingegnere cinese di 32
anni , impegnato proprio nella realizzazione di intelligenze artificiali. Si sa che è dall’Oriente
ce arrivano i progressi migliori, e infatti Zheng è uno dei migliori. Su un prototipo ha ottenuto
risultati talmente buoni, da decidere di sposare un robot.
Zheng ha creato una donna robot in grado di formulare piccole frasi di senso compiuto, di
riconoscere i caratteri cinesi e le immagini..Esteticamente la donna robot è stata realizzata
con i canoni estetici che più aggradano l’ingegnere cinese. Le venne attribuito un nome: si
chiama Yingying, mentre il cognome sarà quello del marito, visto che l’ingegnere cinese ha
deciso di sposarla.
La cerimonia è stata molto semplice e aperta a solo un piccolo nucleo di invitati.
Nel 2014, una società di venture capital di Hong Kong ha cooptato nel proprio consiglio di
amministrazione ha cooptato nel proprio consiglio di amministrazione un algoritmo per
investimenti (vital) riconoscendogli lo stesso diritto di voto attribuito agli altri 5 consiglieri
umani.
Anche Baker Hostetler, uno studio legale statunitense, ha assunto algoritmi dotati di
intelligenza artificiale per esaminare i casi di bancarotta di cui doveva occuparsi, con la
supervisione e la verifica di avvocati umani, mentre un altro studio ha usato l’intelligenza
artificiale per presentare un ricorso contro 160.000 multe per divieto di sosta.
L’intelligenza artificiale sta influendo anche sulle modifiche del diritto penale, che sta
cambiando: gli algoritmi predittivi vengono utilizzati ai fini della valutazione della pericolosità
di un soggetto. Si parla di Smart Crime Scene, ossia le immagini e i suoi che vengono
registrati da un computer mentre accade una scena del crimine sono rilevanti
Il ruolo dell’Intelligenza artificiale è sintetizzato nella frase “Se ci sono elettroni, ci saranno
elezioni” -> significa che se abbiamo un processo di intelligenza artificiale, allora prima o poi
essa assumerà un’autonomia decisionale. (un problema dell’IA sarà proprio la sua
soggettività).
Oggi si parla di Datacrazia = cioè c’è un nuovo potere: si tratta del potere del controllo dei
dati che involontariamente ognuno di noi fornisce. Essi sono GAFAM o GAFAIM, cioè
Google, Apple, Facebook, Amazon, IBM e Microsoft. Questi hanno fatto della ricezione dei
dati la loro principale fonte di profitti e di potere. La ‘data sovereignty’ condiziona i mercati,
forgia la società e indirizza gran parte degli investimenti sulla ricerca.
Ciò sta cambiando profondamente la società in cui viviamo: Amazon sbaraglia i grandi
magazzini, GameStop mette in crisi gli hedge fund, Uber cambia i trasporti, i bitcoin mettono
in discussione il sistema monetario, il Cyber Warfare opera a più livelli: la cyber propaganda
per diffondere notizie false e alterare i processi di informazione; il doxing per sottrarre notizie
private e poi utilizzarle a scopi eversivi; lo spear fishing per acquisire in maniera mirata i dati
sensibili per condizionare gli sviluppi economici.
Inoltre, dal punto di vista economico, Apple ha una posizione di cassa di quasi 200 miliardi di
dollari; per Amazon lavorano 1,2 milioni di persone.
Karl Kraus, scrittore tedesco, a seguito della prima guerra mondiale, scrisse <<Siamo stati
abbastanza complicati da costruire la macchina e siamo abbastanza primitivi per farci
servire da essa>>.
Allo stesso modo, Ursula von der Leyden disse <<Gli umani sono sempre stati più bravi a
inventare nuovi strumenti, che ad usarli in modo saggio>>.
Si nota come la Presidente della Commissione Europea (ursula) a distanza di tanto tempo
abbia detto ciò che, in altri termini, aveva detto prima Kraus nel 1936.
La più importante questione che si pone circa l’IA è: Se l’intelligenza produce tecnologia,
allora essa (intelligenza) può essere prodotta dalla tecnologia?
Al riguardo, si assiste alla contrapposizione tra la visione religiosa e la visione scientifica:
secondo la prima, il disegno in cui andrebbe collocata l’intelligenza artificiale è dato
dall’opera di Dio, il quale creando il mondo, ha delineato un essere umano dotato di
intelligenza; la seconda, invece, è una visione che fa riferimento allo ‘specismo’, ossia alla
visione secondo cui l’uomo costituirebbe una specie ‘privilegiata’ rispetto alle altre, in quanto
dotato di intelligenza. Lo studio e le teorie scientifiche più accreditate mettono in luce la cd.
‘teoria del big bang’, sostenendo che il tutto sia nato da una esplosione e da cui siano
derivate tutte le sostanze chimiche di cui disponiamo oggi nell’universo (protoni, quark..).
Tali sostanze chimiche, per effetto di una scossa elettrica (il cd. brodo primordiale), hanno
prodotto le sostanze biochimiche estremamente semplice, che man mano si sono
sviluppate.. da virus sono diventate batteri, fino al punto da essersi trasformate in esseri
umani. A tal proposito, Darwin e la cd. ‘dinamica dei sistemi complessi’ mettono in luce
come l’intelligenza umana sia il frutto casuale dell’ingegneria biochimica della natura.
Questi stimoli sono diventati sempre più complessi in proporzione all’aumento della loro
reazione agli stimoli esterni. -> ed è proprio per questa proporzionalità che Darwin disse che
‘non sopravvive l’essere più forte, ma colui che ha maggiore capacità di adattamento’ (ed è
questa la ragione per cui i dinosauri si sono estinti).
Se una combinazione di atomi può produrre qualcosa di superiore come l’intelligenza
umana, anche l’intelligenza umana può produrre una macchina intelligente, anzi ancora più
intelligente dell’uomo stesso. E anche questa macchina intelligente potrà produrre poi
un’altra macchina ancora più intelligente, che potrà produrre un’altra macchina ancora più
intelligente, e così all’infinito.
Riguardo alla soggettività dei robot, la Risoluzione del Parlamento europeo relativa alle
norme di diritto civile sulla robotica non esclude ‘l’istituzione di uno status giuridico specifico
per i robot nel lungo termine, di modo che almeno i robot autonomi più sofisticati possano
essere considerati come persone elettroniche responsabili di risarcire qualsiasi danno da
loro causato, nonché eventualmente il riconoscimento della personalità elettronica dei robot
che prendono decisioni autonome o che interagiscono in modo indipendente con terzi’.
L’interazione con l’uomo è diversa e dipende dal tipo di essere vivente, vi sono diverse
capacità di reazione (una mucca reagisce in modo diverso di una pianta, di un gatto..)
L’autonomia di un robot può essere definita come la capacità di prendere decisioni e
metterle in atto nel mondo esterno , indipendentemente da un controllo o un’influenza
esterna. Tale autonomia è di natura puramente tecnologica e il suo livello dipende dal grado
di complessità con cui è stata progettata l’interazione di un robot con l’ambiente.
Stephen Hawking disse <<Se delle molecole chimiche molto complicate possono operare
negli esseri umani in modo da renderli intelligenti, dei circuiti elettronici altrettanto elaborati
potrebbero a loro volta far agire i computer in modo ingegnoso. E una volta raggiunta
l’intelligenza è presumibile che loro stessi saranno in grado di progettare altri dotati di una
complessità e di un acume ancora più sviluppati>>.
Le macchine in grado di ‘comprendere automaticamente’ (come la comprensione di un
bambino) sono definiti “machine learning”; il cervello umano funge da parametro per
misurare l’intelligenza di queste macchine.
Inoltre, si parla di “Deep learning”, cioè di ‘apprendimento profondo’, per intendere la
capacità di tali macchine di elaborare, da sole, dati sempre più complessi; e di “IA Strong”,
cioè IA forte. Essa è legata alla ‘singolarità’.
Il tema della singolarità si collega ad un altro fatto, il cd. ‘Default tecnologico’, ed i cui effetti
sono legati alla singolarità. -> In fisica, una singolarità è un punto nello spazio o nel tempo,
come il centro di un buco nero o l’istante del Big Bang, nel quale la matematica smette di
funzionare e con essa anche la nostra capacità di comprendere. Una singolarità nella storia
umana potrebbe verificarsi se l’avanzamento tecnologico progressivo dovesse giungere a un
cambiamento talmente radicale da determinare la perdita di controllo sul funzionamento
delle macchine (default tecnologico). Il default tecnologico si basa su ciò che Ray Kurzweil
chiama “legge dei ritorni acceleranti” : secondo cui un’area della tecnologia è soggetta alla
legge dei ritorni acceleranti se il tasso di miglioramento della tecnologia è proporzionale a
quanto la tecnologia è funzionale. In altre parole, migliore è la tecnologia, più velocemente
essa migliora, con un miglioramento esponenziale col passare del tempo.
Si pone quindi una domanda: le macchine saranno sempre stupide? Dove finisce
l’intelligenza ristretta e specializzata della singola macchina e comincia l’intelligenza? Se
consideriamo ‘stupida’ la singola macchina, possiamo affermare lo stesso del ‘sistema’ di
macchine che si sta profilando all’orizzonte? (es. diciamo che una macchina è ‘stupida’
quando non parte). Non si sa quello che dobbiamo aspettarci al riguardo, in quanto né la
teoria elettromagnetica di Maxwell, né la teoria quantica di Heisenberg sono ancora in grado
di spiegarci come la chimica diventi coscienza negli scambi tra i nostri neuroni (non sono in
grado di spiegarci quindi come nasce il pensiero), e non conosciamo neppure il ruolo della
genetica.
Di fronte a questo futuro assolutamente nuovo, le reazioni sono di due tipi: una di stupore e
felicità, l’altra di disperazione.
Stephen Hawking e Stuart Russel dissero che, appunto, un’intelligenza artificiale completa
potrebbe segnare la fine della razza umana.
Edsger Dijkstra, un informatico olandese vincitore del premio Turing nel 1972, disse che
<<Chiedersi se un computer sa pensare non è più interessante che chiedersi se un
sottomarino sa nuotare o se un aereo sa volare>> -> egli quindi afferma che porsi queste
domande non ha senso, in quanto esse stesse sono prive di senso; si tratta solo di
macchine create per questo.
Un altro scienziato disse che <<Preoccuparsi di una IA ‘cattiva’ è un po’ come preoccuparsi
del sovraffollamento su Marte. Forse un giorno arriveremo al punto in cui l’intelligenza dei
computer supererà la nostra, ma quel momento è ancora lontanissimo. A dire il vero, è
lontano persino quello in cui riusciremo a creare un’intelligenza pari a quella di un
porcospino. Oggi siamo fermi al verme>>. = per cui si tratta di domande prive di senso.
L’orizzonte e il futuro che si aspetta è quello del Transumano o Cyborg, cioè un interscambio
sempre maggiore tra meccanica e biologia, tra esseri umani e computer, i quali questi ultimi
integreranno sempre i nostri limiti umani. L’essere umano vivrà sempre di più di
trasformazioni dovute ad impianti computerizzati connessi direttamente al suo cervello e di
protesi per arti o organi (es. il pacemaker)
Nel libro “Novacene” è illustrato come si avrà un mondo totalmente controllato
dall’intelligenza artificiale, in cui gli esseri umani diventano superflui.
Di fronte a questi possibili sviluppi, vi sono 3 visioni:
1. i Tecnottimisti = secondo cui il post-umano o il trans-umano saranno l’esito
straordinario che si determinerà per effetto della fusione della tecnologia del carbonio
che sta alla base del corpo umano con la tecnologia del silicio propria dei computer,
dando vita a creature, tendenzialmente immortali, dotate di capacità attualmente
neppure immaginabili. Vivremo in eterno trasformandoci in un misto di silicio e
neuroproteine, saremo dotati di impianti computerizzati direttamente connessi al
cervello oltre che di protesi per arti e/o organi di senso. L’evoluzione naturale che ha
portato all’affermazione dell’homo sapiens si completerà artificialmente con
l’evoluzione all’homo technologicus capace, attraverso lo sviluppo scientifico, di
superare quei limiti fisici e quelle barriere culturali che oggi ci sembrano invalicabili.
Come afferma Bill Gates “Nessuno può dire con certezza quando o se la robotica
raggiungerà la massa critica. Se ce la farà, il mondo non sarà più lo stesso”.
2. I Tecnopessimisti = secondo cui se l’intelligenza artificiale fosse effettivamente in
grado di apprendere autonomamente a un ritmo più rapido del nostro, finirà per
sfuggire a qualsiasi controllo. Non c’è nessun motivo per ipotizzare che sia possibile
instillare nelle macchine il ‘nostro’ senso morale (che è degli uomini) o che le
macchine sviluppino una morale compatibile con la nostra. Gli esseri umani saranno
assoggettati, come noi abbiamo assoggettato tutte le specie intellettualmente
inferiori, oppure diverranno superflui all’interno di meccanismi evolutivi che non
dipenderanno dalla loro volontà. A maggior ragione dobbiamo preoccuparci di tutto
questo nell’ipotesi , difficile da escludere, in cui la super-intelligenza si dovesse
impadronire della tecnologia del DNA, alterando e riproducendo le forme di vita.
3. I Tecnoscettici = secondo cui l’intelligenza artificiale non sarà mai in grado di
modellare gli stati d’animo o le emozioni perchè dipendono dagli ormoni e dai
neuromodulatori, che non sono riproducibili meccanicamente. Il carbonio non è il
silicio e quindi l’immaterialità del pensiero, dei sentimenti e della coscienza non
potranno mai derivare dalla connessione di particelle di materia. Qualsiasi computer
sarà sempre ‘riproduttivo’ delle regole imposte dall’uomo e non sarà mai in grado di
sviluppare un processo cognitivo autonomo. C’è una barriera tecnologicamente
invalicabile tra la sintassi (connessione tra le parole), la mera connessione logica dei
vari impulsi che è assemblabile in termini matematici, e la semantica, l’astrazione
simbolica del pensiero umano che nessun algoritmo potrà mai produrre. La
combinazione sintattica di parole non è in sé la suggestione semantica di una poesia.
Le macchine sapranno contare o costruire macchine estremamente complesse, ma
seguiranno sempre e solo programmi preordinati, e non saranno mai in grado di
domandare ‘perché? perché costruire una macchina? che senso ha progettare un
nuovo meccanismo?’. Esse potranno avere al massimo l’intelligenza di un uccello e,
come un uccello, andranno sempre a sbattere inutilmente e insistentemente contro i
vetri di una finestra chiusa; saremo sempre noi a decidere di aprire o chiudere la
finestra. Le macchine saranno sempre stupide o al massimo stupidamente
intelligenti.
Dunque, dentro i computer non c’è chimica: l’intelligenza artificiale non sarà mai in grado di
modellare gli stati d’animo, o le emozioni, in quanto dipendono dagli ormoni e dai
neuromodulatori. Le macchine inanimate a base di circuito di silicio funzionano in un certo
modo, mentre i sistemi viventi a base di carbonio funzionano in modo diverso. I computer
non hanno una volontà perché sono il frutto dell’ingegneria (e non dell’evoluzione). Perfino
un computer infinitamente potente sarebbe sempre solo un’estensione della nostra volontà,
di cui non dobbiamo avere paura. I computer hanno la sintassi, ma non la semantica.