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OBIETTIVO:
Definizione condivisa dell’AREA DEL RAPPORTO e delle CONDIZIONI
DELLA SEPARAZIONE sulla quale i partecipanti intendono
CONFRONTARSI, NEGOZIARE e RAGGIUNGERE ACCORDI
SODDISFACENTI
à 1. Richieste e Rifiuti
à 2. Posizione del mediatore e del Setting
à 3. Definizione rispetto ai contesti terzi
1. Richieste e rifiuti
↓
E’ della massima importanza che il processo di mediazione si avii dall’inizio con
una Prospettiva di Tipo Negoziale, al fine di evitare possibili fraintendimenti sul
senso dell’esperienza di mediazione e su aspettative diverse che possono
essere sottese.
2. Posizione del Mediatore e del Setting
Le Dinamiche Interattive
Si tratta di dinamiche attraverso le quali i partecipanti portano all’interno del contesto di mediazione la loro
modalità di gestione del conflittualità e propongono al mediatore «nodi» relazionali strettamente legati a
quelle modalità, che si pongono come possibili ostacoli alla definizione di un’area su cui ricercare accordi e
all’impedimento di riconoscere l’altro come interlocutore.
Si tratta di una fase nella quale il mediatore mantiene una certa quota di direttività, rivolta
soprattutto alla presentazione ed al mantenimento delle caratteristiche contestuali, alla
sollecitazione o al contenimento delle dinamiche interattive, al perseguimento
dell’obiettivo pragmatico e alla verifica dell’ulteriore percorribilità della mediazione
↓
Il mediatore è quindi da un lato garante del costituirsi dello spazio di mediazione in un
modo conforme alle caratteristiche proposte nella fase preliminare, dall’altro colui che
mantiene il controllo del raggiungimento degli obiettivi e che quindi propone la scansione
temporale degli incontri ed il passaggio alla fase successiva.
1. Il ruolo del mediatore: esplicitazione,
facilitazione, garanzia
´ Funzione di esplicitazione: è legata alla necessità del chiarimento delle richieste, delle
aspettative e dei rifiuti di ciascuno dei partecipanti e si manifesterà attraverso
l’interazione del mediatore con ognuno dei due ex partner, nel tentativo di giungere ad
ottenere dichiarazioni il più possibile chiare e funzionali ad essere poste a confronto tra
di loro in vista di un possibile accordo
´ Facilitazione: il mediatore facilita l’interazione diretta tra i partecipanti, sia attraverso
l’implicito o esplicito «permesso» all’intervento dell’uno sull’altro, sia con richieste dirette
di commento, sia con la sollecitazione nel caso di una difficoltà nello stabilirsi degli
scambi interattivi
´ Garanzia: il mediatore si pone come «garante» del mantenimento delle caratteristiche e
delle regole contestuali, con l’obiettivo di assicurare ad entrambi i partner la garanzia
del rispetto delle loro condizioni di partecipazione alla mediazione, del costituirsi di uno
spazio che non consenta tentativi di sopraffazione, della possibilità di interruzione del
percorso in qualunque momento senza che questo comporti alcun tipo di danno
2. Il sostegno ed il rinforzo delle competenze
↓
Il compito del mediatore nei confronti del riconoscimento e della tutela delle
competenze è soprattutto quello di garante del contesto e di convinto, coerente,
fiducioso testimone dell’esercizio e dell’esplorazione delle capacità decisionali ed
interattive dei partecipanti.
3. Durata e conclusione della prima fase
OBIETTIVO:
Prima formulazione di un accordo sull’area prescelta (quasi sempre quella
della genitorialità) attraverso la Dimensione Negoziale che si pone al centro di
tutto il lavoro di mediazione e che si fonda sulla contemporanea presenza
dell’Accordo Pragmatico (inteso come «bussola» del percorso) e di una
Qualità Relazionale progressivamente emergente, fatta di riconoscimenti
dell’altro come negoziatore
SECONDA FASE: L’ALTRO COME NEGOZIATORE
Tra gli aspetti caratteristici di questa fase, vi sono le Dinamiche Interattive che vengono attivate
dalla ricerca della dimensione negoziale e che possono ostacolare o favorire lo sviluppo della
negoziazione stessa
Questa fase, ponendosi come più propriamente negoziale, è quindi quella maggiormente impegnata
nella ricerca di un equilibrio tra Aspetti Genitoriali ed Aspetti Coniugali; le diverse vicende nella ricerca
di questo equilibrio determinano Configurazioni Interattive con le quali il mediatore si confronta e che
possono rappresentare elementi di ostacolo per lo stabilirsi di uno spazio negoziale.
Compito del mediatore in questa fase sarà quello di richiamare periodicamente gli ex
coniugi all’obiettivo dell’accordo pragmatico o di incentivare maggiormente gli scambi
interattivi, nella ricerca di quell’equilibrio che rappresenta la condizione per il superamento di
questa fase e l’avvio a quella successiva.
CONDUZIONE E TECNICHE
Il mediatore dovrà favorire e guidare l’interazione tra i due partecipanti senza peraltro
introdurre contenuti propri, inoltre dovrà tenere presente il necessario equilibrio tra la
dimensione genitoriale e quella coniugale
↓ ↓
Offrendo uno spazio di Favorendo l’emergere di
rappresentazione ai bisogni dei espressioni emotive e
figli riconoscimenti legati alle vicende
del rapporto di coppia
SECONDA FASE: L’ALTRO COME NEGOZIATORE
SBILANCIAMENTI TRADUZIONI
Sono sbilanciamenti operati dal Si tratta per il mediatore di tradurre
mediatore verso l’uno e verso l’altro affermazioni stentate o confuse da
partner che comportano attenzione parte degli ex coniugi
empatica ed il tentativo di
comprensione
↓
↓
Determinano un progressivo
arricchimento dello spazio interattivo tutto ciò aumenta la disponibilità di
ma senza violare una sostanziale contenuti come base per il
condizione di neutralità; inoltre negoziato ed allenta gli aspetti
consentono ai protagonisti di conoscere difensivi quali il rancore silenzioso o le
meglio le proprie posizioni e di avvertire esplosioni rabbiose, consentendo
un senso di fiducia nelle proprie anche un migliore ascolto delle
possibilità di gestire una negoziazione posizioni dell’altro
con l’altro
SECONDA FASE: L’ALTRO COME NEGOZIATORE
Ovvero tutte quelle osservazioni che i partecipanti alla mediazione possono scambiarsi e che
fanno riferimento al modo di sentire se stessi e al modo di vedere l’altro sia come genitore
che come ex coniuge, con precisi collegamenti a quanto sperimentato nel corso del
rapporto rispetto alle due dimensioni, ma con una proiezione nella diversa condizione
presente e, soprattutto, nella progettualità futura.
Al tempo stesso, proprio attraverso la ridefinizione dell’area genitoriale, è possibile che gli ex
partner si scambino espressioni, stati d’animo, riconoscimenti che riguardino anche
l’esperienza coniugale vissuta.
TERZA FASE: L’ALTRO COME GENITORE SEPARATO
Così come è importante che nella fase conclusiva della mediazione trovino spazio scambi
legati al riconoscimento dell’altro come soggetto che ha condiviso la costruzione del
rapporto, è altrettanto importante che ognuno dei due partecipanti senta di poter
mantenere fuori dallo spazio interattivo aspetti personali, stati d’animo, ricordi o progetti che
si desidera sottrarre alla condivisione
Attraverso il progressivo delinearsi degli accordi sulle condizioni della separazione, i contenuti
degli incontri di mediazione tendono a riproporre in primo piano i «terzi» della vicenda; gli
accordi raggiunti vengono infatti portati all’esterno dagli ex partner e coinvolgono, pur se in
misura diversa, le figure significative che partecipano a vario titolo alla separazione
CONDUZIONE E TECNICHE
´ VERBALIZZAZIONE: si giunge quindi alla stesura del Verbale di Mediazione, vero e proprio
atto conclusivo del lavoro, obiettivo e concreto, strumento dunque che resta s segnalare
lo svolgimento di un processo, l’esercizio di una competenza ed il mantenimento di un
ruolo di protagonisti da parte degli ex coniugi. Il verbale viene quindi sottoscritto dai due
ex partner e dal mediatore e rappresenta l’unico atto che «esce» dal contesto della
mediazione, in quanto atto condiviso dai partecipanti e da loro liberamente elaborato.
TERZA FASE: L’ALTRO COME GENITORE SEPARATO
Nei confronti di questa fase conclusiva del processo di mediazione, può esser
presa in considerazione una durata minima di due incontri ( soprattutto per
quei casi nei quali lo svolgersi della fase più prettamente negoziale, aveva
prodotto un accordo sufficientemente ampio ed elaborato tale da richiedere
un incontro di verifica ed uno successivo dedicato alla preparazione e stesura
del verbale) ed una massima di quattro per il completamento della terza fase
con la compilazione e la sottoscrizione del verbale di mediazione.