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Come realizzare un

soundproof drum box


fai da te
Una descrizione dettagliata di un lavoro ambizioso ma alla portata di
tutti: la progettazione, le scelte costruttive, i materiali, i costi e
soprattutto i risultati!
Sommario
Introduzione: ovvero l'importanza di avere l'ispirazione......................................................................3
Primo passo: documentarsi e obiettivi chiari........................................................................................4
Un po' di concetti fondamentali............................................................................................................5
La “scatola nella scatola”.....................................................................................................................7
La scelta del posto: la “scatola” esterna...............................................................................................7
La progettazione...................................................................................................................................8
Una prima stima dei costi...................................................................................................................10
Gli utensili..........................................................................................................................................10
IMPORTANTE: piccola digressione sulla lana di roccia e sulla sua “pericolosità”..........................11
Abbiamo progettato tutto? Abbiamo gli attrezzi che servono? Bene, si parte!..................................12
Il pavimento........................................................................................................................................13
Le pareti..............................................................................................................................................16
Il soffitto.............................................................................................................................................20
L'impianto di areazione......................................................................................................................21
Gli allestimenti interni........................................................................................................................23
Ci siamo? E' ora di testarlo!!..............................................................................................................24
Ok, ma in definitiva, quanto ho speso??.............................................................................................24
Conclusioni e raccomandazioni..........................................................................................................25

Nota: documento preparato a marzo-aprile 2020. Ultimo accesso a tutti i link citati nel testo: aprile
2020. Tutte le foto e le immagini sono di proprietà dell'autore, tranne i diagrammi di pagina 5
(fonte: “Principi base di acustica – Acustica in edilizia” di Patrizio Fausti) e 6 (fonte:
www.masacoustics.it) e le immagini degli utensili di pagina 11, trovate in rete. Se vi interessa, la
batteria che si vede nelle foto e di cui ho testato il livello sonoro e le frequenze è una vecchia (degli
anni '90) e bellissima Yamaha 9000 modello Steve Gadd, con rullante Mapex Black Panther. Questo
documento può essere usato, copiato, condiviso e distribuito liberamente.

2 Come realizzare un soundproof drum box fai da te


Introduzione: ovvero l'importanza di avere l'ispirazione
Capitano a tutti i periodi no, i momenti in cui le cose con la batteria non girano come noi
vorremmo. Un paio di anni fa (era la primavera del 2018) il mio livello di entusiasmo era
praticamente sottoterra: non riuscivo più a studiare come volevo, e uno dei motivi principali – a
parte il poco tempo libero che il lavoro e la famiglia mi lasciavano – era proprio il fatto che il posto
dove da un po' tenevo il mio drumset non era disponibile come avrei voluto. Ovviamente, tutto ciò
si rifletteva nel mio modo di suonare: mi sentivo “legato” e non più in grado di esprimermi sullo
strumento... Già non ero un granché come batterista, figuriamoci a non studiare praticamente più...!
Forse proprio per consolarmi iniziai a tempo perso a guardare un po' di video su Youtube. Negli
ultimi anni il livello si era alzato tantissimo e oltre al solito quartetto Gadd-Weckl-Colaiuta-
Chambers c'erano tantissimi altri nomi, tutti bravi e spettacolari: era un piacere guardarli... e c'erano
anche tanti personaggi “minori” che postavano video divulgativi, a volte davvero interessanti.
Se siete batteristi e bazzicate su Youtube e sui social network, senz'altro conoscerete Corrado
“Dado” Bertonazzi. Nei suoi video (raccolti nel canale “Suonarelabatteria”) descrive in maniera
semplice, chiara e alla portata di tutti un sacco di concetti fondamentali sulla batteria e sul mestiere
di musicista. Sicuramente un punto di riferimento per principianti, amatori e anche professionisti
con la passione per questo bellissimo strumento.
Fu proprio spulciando tra i video pubblicati nel suo canale che mi imbattei nei seguenti, in cui il

Il mitico Corrado "Dado" Bertonazzi

nostro Corrado descrive come aveva realizzato il suo drum studio: La mia stanza insonorizzata
(video #24), Come insonorizzare una stanza per batteria, parte 1 (video #32), Come insonorizzare
una stanza per batteria, parte 2 (video #33).
Ora, di batteristi più bravi, più tecnici, più spettacolari di Corrado ce ne saranno anche tanti... ma
nessuno come lui è in grado di farti sembrare semplici delle cose che in realtà non lo sono...

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Nessuno come lui è in grado, con la sua umiltà ed il suo entusiasmo, di contagiarti e indicarti una
strada fatta di obiettivi magari lontani, ma raggiungibili in tanti piccoli passi...
Mai avrei pensato di costruire un drum box... ma fu proprio grazie a questi suoi video che mi dissi:
”Caspita, ma allora non è poi così difficile... Perché non provare?”. Sentivo dentro di me che
sarebbe stato un nuovo inizio, una rinascita del mio essere batterista... Un po' come ritrovare la
passione e l'entusiasmo che avevo quando da giovane andavo dal mio maestro, quando aspettavo
con ansia il giorno della lezione, quando sentivo che facevo progressi mese dopo mese.
Il progetto era quindi costruire un box insonorizzato tutto mio, in cui poter suonare quasi senza
limitazioni di orario. Dove? Semplice, a casa di mia madre: una villetta con annesso rustico, dove lo
spazio non mancava di certo. Anzi, già avevo in mente di usare un vecchio garage pieno di
cianfrusaglie, con muri spessi come quelli di una volta. Quando? Caspita, il prima possibile! Avevo
già perso troppi anni...! Come? Eh, ancora non lo sapevo, ma mi sarei documentato a dovere!
L'obiettivo di questo testo è quindi raccontare nel dettaglio la mia esperienza, per chi volesse
intraprendere un lavoro simile: descrivere quali fonti di informazione ho usato, come ho progettato
il tutto, quali sono stati i vari passi della realizzazione e soprattutto che materiali ho usato, quanto
ho speso e se poi ho effettivamente ottenuto un box funzionante, in grado cioè di abbattere il suono
in maniera opportuna, tale da permettermi di suonare la sera tardi o il mattino presto senza ricevere
la visita di un vigile urbano chiamato da qualche vicino arrabbiato.
Quindi, se avete intenzione di cimentarvi nella realizzazione fai da te di un soundproof drum box,
spero che questo testo possa esservi utile... Buona lettura!

Primo passo: documentarsi e obiettivi chiari


Prima di iniziare un lavoro nuovo, qualcosa che non si è mai fatto prima, è utile documentarsi,
cercando di avere le idee il più possibile chiare su cosa si vuole ottenere e sulle varie fasi della
realizzazione. Questo è valido soprattutto se si stanno per investire molto tempo e risorse
economiche. Per documentarsi, ogni fonte è buona: dalle chiacchiere con gli amici (soprattutto se
qualcuno ha già realizzato qualcosa di simile), ai libri, a ciò che si trova in rete (cercando termini
come “Soudproof drum box”, “box insonorizzato batteria”, e varianti sul tema).
Altra cosa fondamentale è avere chiaro qual è il vostro obiettivo: magari siete professionisti e volete
un box insonorizzato professionale? Bene, allora la cosa è semplice: basta chiamare un'azienda
specializzata e farselo fare. Senz'altro cercando nel web vi imbatterete in diverse realtà, tutte con
prodotti molto validi e personalizzabili. Attenzione però: un box professionale di dimensioni medie
(diciamo 3x2 m, per 2 m di altezza) può tranquillamente costare 10-15.000 €, a seconda delle
dotazioni e degli optional. Certo, probabilmente li vale tutti se consideriamo il risultato finale in
termini di qualità, rifiniture, efficacia e sicurezza (nel senso di impianti elettrici a norma, materiali
ignifughi e, magari, certificazione di abbattimento sonoro da mostrare ai vicini particolarmente
pignoli), ma non tutti sono disposti ad investire una tale cifra per un uso amatoriale, ovvero quando
gli introiti dell'attività musicale sono pari a zero.
Se invece volete un box insonorizzato fai da te, cercando di ottimizzare la resa al minor costo
possibile, allora più dettagli avete e meglio potrete definire il tutto. Non abbiate quindi fretta di
cominciare e prendetevi tutto il tempo che vi serve per leggere il più possibile, per cercare
informazioni e valutare tutte le varie opzioni.
Io ho trovato molto utile il seguente sito web (oltre ai già citati video di Corrado Bertonazzi):
https://www.masacoustics.it/. Si tratta di un'azienda specializzata nelle insonorizzazioni e nei
trattamenti acustici per sale prova, home studio e per ogni altra tipologia di spazio che richiede un
trattamento sonoro. Fanno anche progettazione acustica su misura e, soprattutto, hanno molte e
interessanti descrizioni di lavori progettati da loro, inclusi box per batteria. Una vera e propria
manna dal cielo, per tutti noi che abbiamo avuto la malsana idea di cimentarci in questa impresa.
Cosa molto importante, vendono anche on-line i materiali necessari. Vi consiglio caldamente di
consultare questo sito e leggere con attenzione i progetti descritti: è raro trovare qualcuno che metta

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a disposizione di tutti in maniera molto trasparente questo tipo di documentazione.

Un po' di concetti fondamentali


Prima di entrare nel dettaglio della realizzazione, riassumo qui alcuni concetti fondamentali, senza
dilungarmi troppo perché li troverete in molti video, tutorial o siti web che parlano di
insonorizzazione.
Per prima cosa, penso sia più o meno noto a tutti che il suono non è altro che una vibrazione dei
corpi (le pelli della nostra batteria, il metallo dei piatti) che si trasmette nello spazio attraverso l'aria
e i vari materiali. Questa vibrazione è caratterizzata da due parametri:

• l'intensità (o livello sonoro, o potenza acustica), che si misura in decibel (dB) e indica
quanto un suono è “forte”. Senza entrare troppo nel dettaglio, 30 dB è più o meno
l'intensità sonora di quello che chiamiamo “silenzio” (ad esempio all'interno di una casa in
un quartiere tranquillo, di notte), 60 dB è il livello di una conversazione con tono di voce
“normale” e 120 dB è più o meno un concerto rock amplificato. La scala è logaritmica. Se
non sapete cosa significa questo termine, considerate che 60 dB non corrispondono ad una
intensità doppia di 30 dB, ma ad una molto, molto più elevata. Se volete approfondire,
potete divertirvi scaricando qualche app per smartphone che funziona da fonometro e
misurare così le intensità dei vari suoni che sentite.

• La frequenza, che si misura in Hertz (Hz) e indica quanto un suono è acuto o grave.
Praticamente tutti i suoni che conosciamo sono costituiti da più frequenze, di cui alcune
(quelle principali) sono più intense di altre. Ad esempio, un “la” ha una frequenza principale
di 440 Hz, ma insieme ad essa vi sono tante altre frequenze minori che rendono il la di una
chitarra diverso come timbro dal la di un pianoforte. Anche qui, esistono delle app che
misurano lo spettrogramma di un suono, cioè l'intensità delle varie frequenze che lo
compongono. Nella figura qui sotto, si vede un tipico spettrogramma con l'intensità in dB
alle varie frequenze.

Già da queste informazioni di base, otteniamo alcune indicazioni importanti per il lavoro che
dobbiamo fare:

• il suono è una vibrazione che si trasmette attraverso l'aria e i corpi, anzi attraverso i solidi
esso “viaggia” molto di più: non è raro che il suono della nostra batteria giù in cantina o nel
box arrivi fino agli ultimi piani del condominio, ad esempio propagandosi attraverso i muri
portanti. Quindi, per abbattere l'intensità sonora dobbiamo 1) ridurre il più possibile la
propagazione delle vibrazioni, ad esempio alternando materiali diversi o, meglio ancora,

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alternando materiali solidi ad aria o vuoto, in modo da spezzare la trasmissione delle onde
sonore e 2) utilizzare materiali “fonoisolanti” che possano abbattere il suono
assorbendone l'energia (per esempio trasformandola in calore).

• L'abbattimento dell'intensità sonora dei vari materiali fonoisolanti non è detto che sia lo
stesso su tutti i range di frequenza. Qui entriamo in un campo un po' complicato, tuttavia
per semplicità diamo un'occhiata al grafico seguente, che si riferisce ad un tipico materiale
usato per le insonorizzazioni professionali (si chiama Flat Barrier: ne parleremo nel
dettaglio più avanti). Esso ci mostra l'indice di isolamento acustico in funzione della
frequenza e si vede che alle alte frequenze questo materiale è molto più efficiente nel ridurre
l'intensità sonora: sarà quindi più facile ridurre il rumore dei piatti, piuttosto che quello della
cassa.

A questo proposito, con che intensità e frequenze abbiamo a che fare quando parliamo di batteria?
Purtroppo il problema di questo strumento è che l'intensità sonora è molto elevata su un range
molto ampio di frequenze. Da alcune prove da me fatte (attenzione: ho usato appunto una app
gratuita, quindi niente di certificato con tutti i crismi della metrologia... ma come ordine di
grandezza probabilmente non siamo lontani dal vero), si arriva tranquillamente a 100-105 dB, con
un'estensione in frequenze da 170-200 Hz della cassa fino a più di 3000 Hz per i piatti. Nella tabella
sotto ho riassunto le frequenze principali (non le uniche: ricordatevi sempre che un suono non è mai
“puro”: è composto da numerose frequenze).

Parte del set Range di frequenza principale


Cassa 20” 170-200 Hz
Timpano sospeso 14”x12” 200-230 Hz
Tom 10”x8” 300-350 Hz
Rullante acero 14”x6,5” 500-600 Hz
Piatti (crash 18” e 16”) 3000 Hz

Ne segue che per avere un abbattimento ottimale su tutte le frequenze dovremo combinare diverse

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strategie di realizzazione del nostro box, facendo particolare attenzione alle frequenze gravi
(cassa, timpano) che sono quelle dove i vari materiali fonoisolanti hanno qualche difficoltà.

Distinguiamo poi tra:

• insonorizzazione, o isolamento acustico, che significa ridurre l'intensità sonora percepita


al di fuori del locale in cui abbiamo piazzato la nostra batteria;

• correzione sonora, che significa correggere l'acustica interna del luogo dove suoniamo,
riducendo o eliminando il suono riflesso dalle pareti (che è molto più fastidioso del suono
“diretto”).

A noi servono entrambe: dobbiamo evitare che buona parte del rumore prodotto arrivi all'esterno e
dobbiamo anche avere un'acustica gradevole all'interno, senza quindi essere assordati da una
eccessiva riflessione sonora sulle pareti. I materiali e le strategie da usare per questi due scopi sono
ovviamente diversi.

La “scatola nella scatola”


Eccoci quindi al concetto fondamentale: i box insonorizzati funzionano con il principio della
“scatola nella scatola”: una prima “scatola” con pareti costituite da uno o più materiali
fonoisolanti, il più possibile staccata dalle pareti di una seconda “scatola” esterna. La somma
delle due “scatole” permette di abbattere buona parte del suono.
La “scatola” esterna non è altro che il locale (garage, cantina, scantinato, ecc.) in cui verrà
realizzato il nostro box. Le vibrazioni e il suono prodotti saranno fortemente ridotti dalle pareti della
“scatola” interna, dalla presenza dell'intercapedine tra quella interna e quella esterna e dalle pareti
del locale esterno. La “scatola” interna sarà poi da trattare acusticamente sulle pareti per avere
un'acustica ottimale.

Bene... dopo questa carrellata sui concetti fondamentali, passiamo finalmente alla realizzazione
pratica...!

La scelta del posto: la “scatola” esterna


Per prima cosa va scelto e valutato attentamente il posto dove volete realizzare il vostro box, ovvero
la “scatola” esterna. In condizioni ideali esso dovrebbe essere isolato o almeno ad una certa distanza
dalle altre case, dovrebbe avere muri spessi, allacciamento alla rete elettrica e, ovviamente, essere a
nostra completa disposizione...
Non sempre è possibile trovare qualcosa che faccia al caso nostro, il punto però è che sulla base
delle caratteristiche della “scatola” esterna dovremo valutare le caratteristiche di quella interna.
Ecco due esempi tipici:

• la “scatola” esterna è il box auto o la cantina del vostro condominio (magari con vicini
particolarmente rompiscatole): la scatola interna dovrà essere molto efficace, quindi andrà
realizzata cercando di avere il massimo di abbattimento sonoro. Si può fare (conosco
diverse sale prova che si trovano all'interno di palazzi residenziali), ma costerà di più
ovviamente.

• La “scatola” esterna è il garage di una villetta, ad una certa distanza dalle altre case o
addirittura in una zona isolata: qui va molto meglio, perché potremo tollerare un certo
livello sonoro all'esterno (si presuppone che gli abitanti della villetta siano vostri familiari e
che vi vogliano molto bene...!). Questa è più o meno la mia situazione: come già detto ho

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utilizzato un garage inserito in un rustico costruito negli anni '50, con il vantaggio quindi di
avere pareti belle spesse, ma purtroppo con una grande porta di lamiera. La distanza dalle
abitazioni più vicine è di circa 20 m, quindi non proprio isolato, ma nemmeno a diretto
contatto.

La progettazione
Una volta identificato il posto, si può passare alla fase in assoluto più divertente e rilassante: la
progettazione! Per prima cosa, non si spende nulla: bastano un blocco, un matita, un righello e un
po' di fantasia e ci si può sbizzarrire immaginando numerose varianti del nostro box insonorizzato,
ciascuna con i suoi pro e contro. Finché si rimane sulla carta, non c'è nessun rischio di investire
soldi acquistando materiali o manodopera per poi scoprire che si è sbagliato tutto... In secondo
luogo, una progettazione accurata ci permette di avere una stima di massima di quanto ci costerà il
lavoro finito e di decidere se iniziare questa avventura. Va considerato infatti che, se è la prima volta
che realizziamo un box insonorizzato senza “copiarne” uno già fatto, non abbiamo nessuna certezza
che esso poi funzionerà a dovere... Quindi: qual è il limite di spesa che possiamo accettare? Qual è
il limite di costo al di sopra del quale nemmeno vale la pena di cominciare? In generale, che budget
vogliamo o possiamo dedicare a questo lavoro?
E' questo il momento in cui tutte le informazioni raccolte vanno condensate in un progetto di
massima, che si potrà affinare in seguito ma che deve contenere già un'idea quasi completa di come
vogliamo realizzarlo (dimensioni, materiali, filosofia costruttiva, ecc.). E' utile (anzi,
fondamentale!) fare qualche schizzo... Ed ecco qui sotto i disegni a cui sono arrivato io, dopo varie
ipotesi scartate:

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Forse i disegni non sono molto chiari, ma in definitiva i dettagli sono i seguenti:

1. dimensioni circa 3.5x2.5 m, con altezza circa 2.15 m. Ovviamente, più grande è il box e
più elevato sarà il costo dei materiali (tipico esempio di costi variabili), ma dal mio punto di
vista già che ci mettiamo a costruire un box insonorizzato, tanto vale farlo comodo e
capiente. Ho deciso quindi di sfruttare appieno una intera parete del garage (3.5 m circa).
2. Pareti e soffitto costituiti da un doppio telaio di listelli di abete 5x4 cm, riempito con
pannelli di lana di roccia da 5 cm di spessore (10 cm totali quindi, 5 cm per ogni telaio)
con densità almeno 70 kg/m3, chiuso con pannelli di legno OSB/3 da 9 mm (è il più
economico che esiste...).
3. Da valutare l'impiego, oltre alla lana di roccia, di un altro materiale isolante, detto “Flat
Barrier”: si tratta in pratica di una barriera acustica fonoisolante (una “gomma” con una
carica minerale che ne aumenta la massa fino a 10 kg al metro quadro) venduta a rotoli con
uno strato adesivo apposito per l'applicazione su pareti di legno o cartongesso.
4. Pavimento flottante, cioè sospeso su appositi sostegni di gomma dura (detti “U-Boat”,
come i sottomarini!) in modo da ridurre il più possibile il contatto con il terreno. Il
pavimento è sempre costituito da un telaio in listelli di abete, lana di roccia e pannelli
OSB/3, in questo caso però più spessi di 9 mm visto che dovranno reggere un certo peso.
Anzi, visto che attraverso il terreno passa buona parte delle frequenze gravi, facciamolo
doppio questo pavimento flottante...!

I materiali che ho scelto (con il relativo costo al m 2) sono elencati in tabella. I prezzi (del 2018) si
riferiscono a rivenditori al dettaglio (posti tipo Leroy Merlin, oppure aziende che vendono on-line).
Se avete la possibilità di rivolgervi a grossisti potreste anche risparmiare.

Materiale Dettagli Costo Costo per m2

Rockwool Acoustic 225 plus 5 cm


di spessore, 70 kg/m3.
Lana di roccia Circa 57 € per pacco 7.94 €/m2
Pannelli da 1.2x0.6 m, pacco da
10 pannelli per un totale di 7.2 m2.

Flat Barrier 10 A – 10 kg/m2.


Isolante acustico Rotolo 4x1.2 m (superficie 4.8 102.07 € per rotolo 21.26 €/m2
m2).

U-Boat Scatola 50 pezzi 129.32 €/scatola -

Listelli abete cm 5x4, lunghezza 4 m 3 €/listello -

Pannelli legno OSB/3 15 mm


27.9 €/pannello 8.9 €/m2
per pavimento Pannello 2.5x1.25 m, 3.125 m2.

Pannelli legno
OSB/3 9 mm 14.9 €/pannello 4.77 €/m2
per pareti e
Pannello 2.5x1.25 m, 3.125 m2. 12 €/pannello in offerta 3.84 €/m2 in offerta
soffitto

Ho optato per il legno e non per il cartongesso perché non volevo spendere nulla di manodopera e la
“tecnologia” del legno (che in definitiva consiste nel segare, trapanare e avvitare) è molto più alla
mia portata: non ho infatti esperienza nei lavori di cartongesso. Gli altri materiali sono stati scelti in

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base alle informazioni trovate in rete.
Da segnalare che i prezzi in tabella sono IVA inclusa e NON comprendono l'eventuale consegna.

Una prima stima dei costi...


Con un po' di geometria da scuole elementari, possiamo calcolare che la superficie totale di un box
3.5 m x 2.5 m, alto 2.15 m è la seguente:

Soffitto e pavimento: 3.5 m x 2.5 m = 8.75 m2


Superficie laterale: perimetro di base x altezza = 12 m x 2.15 m = 25.8 m2

Abbiamo quindi 43.3 m2, da moltiplicare per due se vogliamo un doppio strato di lana di roccia e
pannelli di legno: otteniamo 86.6 m2.

La stima dei costi è presto fatta:

Lana di roccia: 86.6 m2 x 7.94 €/m2 = 687.60 €


Pannelli OSB per pavimento: 2 x 8.75 m2 x 8.9 €/m2 = 155.75 €
Pannelli OSB per pareti e soffitto: 2 x (8,75 + 25.8) m2 x 3.84 €/m2 = 265.34 €
Flat Barrier per tutta la superficie: 43.3 m2 x 21.26 €/m2 = 920.56 €

Arriviamo quindi a:

- 1100 € se uso come fonoisolante solo la lana di roccia;


- 2000 € se uso lana di roccia + Flat Barrier.

A questo va aggiunto il costo dei listelli di abete per i telai, degli U-Boat e di altre parti di cui al
momento ho solo un'idea di massima, ma che saranno da definire meglio quando il grosso della
struttura sarà completato, ovvero:

1. un impianto di areazione costituito da una ventola da bagno cieco e da due condotti per
l'abbattimento del suono (uno per l'aria che entra, l'altro per l'aria che viene spinta fuori dalla
ventola), con un passaggio forzato dell'aria intorno a dei fonoassorbenti (un po' come
spiegato qui: https://www.masacoustics.it/isolamento-acustico-ricambio-aria-per-sala-prove-
o-studio-di-registrazione/).

2. Una porta di ingresso, da rivestire ad esempio con lana di roccia.

3. Gli allestimenti interni (pannelli piramidali per correzione acustica, moquette o altro
rivestimento per il pavimento, lampade e impianto elettrico o anche una semplice prolunga
con una “ciabatta” con tante prese elettriche).

Quindi, se decido di usare lana di roccia + Flat Barrier, la spesa potrebbe tranquillamente arrivare a
2500-3000 €... Un po' troppo per il mio budget... La conclusione (abbastanza ovvia) è quindi di
usare la Flat Barrier solo per il pavimento (dove passa buona parte delle vibrazioni,
soprattutto per le frequenze basse) e magari per alcuni dettagli (la porta, ad esempio...),
utilizzando solo un doppio strato di lana di roccia per tutto il resto. Così dovremmo essere
intorno a 1100-1300 € di materiali, stimando 2000 € circa per il lavoro completo.

Gli utensili
Da non dimenticare poi l'acquisto degli utensili necessari. Se non li avete, consiglio caldamente di

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investire qualche centinaio di euro in attrezzi di buona qualità: si tratta di una cifra minoritaria
rispetto al costo complessivo dell'opera, per acquistare accessori che comunque vi resteranno e che
potrete usare per altri lavori. Se già siete pratici di fai da te o fate lavori manuali sapete meglio di
me che l'utensile giusto e di buona qualità ci permette di fare un lavoro molto migliore risparmiando
tempo. Riassumendo, avrete bisogno assolutamente di:

• un avvitatore senza fili;

• una sega circolare (io ho acquistato una Bosch mod. PKS 55A,
circa 100-120 €);

• un trapano (in teoria l'avvitatore spesso funziona anche da


trapano, ma cambiare ogni volta la punta o il mandrino per
trapanare e poi avvitare nello stesso punto vi farà perdere un
sacco di tempo... meglio avere due utensili separati);

• un morsetto a 90°: questo è fondamentale per


unire i listelli di legno il più possibile ad angolo
retto... costa una ventina di € ma vi risparmierà un
sacco di fatica e vi eviterà di avere dei telai
“sbilenchi” (considerate inoltre che i listelli di
abete economici non sono proprio dritti, anzi... se
poi li collegate tra loro non ad angolo retto
rischiate di avere dei pessimi telai);

• un coltello da lana di roccia: costa pochi euro ed


è fondamentale, altrimenti non riuscirete mai a
tagliare questo materiale con la precisione
sufficiente;

• materiali di consumo: viti, chiodi, adesivi, carta


vetrata, sigillanti, schiuma poliuretanica, ecc.

• un seghetto elettrico per legno, utile per aprire fori sagomati, ad esempio per l'impianto di
areazione.

IMPORTANTE: piccola digressione sulla lana di roccia e sulla sua “pericolosità”


(Nota: i link in questo paragrafo sono stati controllati ed erano funzionanti ad aprile 2020)
Abbiamo parlato di lana di roccia come materiale fonoisolante... Potreste leggere da qualche parte
che la lana di roccia può essere poco salutare, soprattutto se ne respiriamo le polveri. E' un
dubbio legittimo. Documentandosi, si trovano diverse informazioni su questi aspetti. Uno dei
principali produttori (l'azienda Rockwool) parla chiaramente degli studi fatti per appurare se la lana
di roccia sia cancerogena e ne riporta la classificazione IARC (la IARC – International Agency for
Research on Cancer è un'agenzia dell'organizzazione mondiale della sanità che compie studi sulla
cancerogenicità di varie sostanze o materiali. Pubblica anche diversi dossier dettagliati: se vi
interessa leggere quello relativo appunto alla lana di roccia lo trovate a questo link).
Sempre la IARC classifica le varie sostanze in quattro gruppi a seconda dei risultati degli studi
di cancerogenicità: nel gruppo 1 stanno le sostanze sicuramente cancerogene (ad esempio il fumo
di tabacco), nel gruppo 4 ci sono invece quelle sicuramente NON cancerogene.
La lana di roccia è classificata nel gruppo 3, come correttamente riportato dal sito del produttore:

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In realtà la definizione delle sostanze del gruppo 3 è un po' più sfumata:

Group 3: "The agent (mixture) is unclassifiable as to carcinogenicity in humans. "


"This category is used most commonly for agents, mixtures and exposure circumstances for which
the evidence of carcinogenicity is inadequate in humans and inadequate or limited in experimental
animals.”
Cioè (traduzione mia): “Questa categoria è usata principalmente per agenti, miscele e circostanze di
esposizione per i quali l'evidenza di cancerogenicità è insufficiente per gli esseri umani e
insufficiente o limitata in esperimenti sugli animali”. Il che significa che non è provato che siano
cancerogeni... ma non è nemmeno provato che NON lo siano... Gli studi fatti non hanno
permesso di appurare con certezza né la loro cancerogenicità, né la loro innocuità. Non è questo il
luogo per approfondire le implicazioni pratiche della classificazione IARC (curioso che anche tè,
caffè e dolcificanti come la saccarina siano in categoria 3: ci sarebbe da discutere a lungo su
quantità giornaliere, epidemiologia e tante altre cose!). In definitiva?? Semplice, nel dubbio:

1. quando lavorate la lana di roccia, usate una mascherina di buona qualità (si trovano in varie
ferramenta) per evitare di respirarvi le polveri che si formano.

2. Meglio tagliare la lana di roccia all'aperto, oppure usare un sistema di aspirazione (ad
esempio un aspirapolvere vicino al coltello da lana di roccia, durante il taglio).

3. Se la lana di roccia è “inscatolata” nel telaio chiuso da pannelli OSB non ci sarà alcuna
dispersione di polveri. Vi consiglio comunque di sigillare le parti da cui potrebbero
fuoriuscire polveri (ad esempio la parte sotto dei pavimenti flottanti), magari con una
schiuma poliuretanica espansiva, o un sigillante acrilico (trovate tutto nei colorifici o
ferramenta). In questo modo il pannello di lana di roccia sarà completamente innocuo. In
particolare, la schiuma poliuretanica gonfiandosi e indurendo sigilla la parte laterale del
pavimento flottante, da cui in teoria potrebbe fuoriuscire del pulviscolo di lana di roccia. Si
tratta di una schiuma usata appunto per le insonorizzazioni termiche e acustiche, quindi non
vi dovrete preoccupate per eventuali dispersioni sonore.

Abbiamo progettato tutto? Abbiamo gli attrezzi che servono? Bene, si parte!
A questo punto, il progetto va definito meglio, con tanto di misure corrette e accurate per tutte le
varie parti (pavimenti, pareti, soffitto, ecc.). Con le misure corrette potrete farvi tagliare buona parte
dei pannelli OSB già alla giusta misura, evitandovi un po' di lavoro. Non mi stancherò mai di
ribadire che la progettazione accurata vi evita un sacco di guai dopo... Quindi non abbiate paura di
prendere più volte le misure e di calcolare tutto sulla carta prima di partire. Vediamo quindi passo
dopo passo il lavoro che ho fatto.

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Il pavimento
Dicevamo quindi di un pavimento flottante. Il progetto accurato lo vedete nella figura sotto, mentre
le foto vi permettono di vedere cosa ho ottenuto poi nella realtà e tutti i vari dettagli costruttivi.

Prima ho collegato i listelli di legno da me segati a misura (con due viti per ogni angolo: vai di sega,
trapano e avvitatore!) per preparare il primo telaio, che ho posizionato sul pavimento
sospendendolo con i vari U-boat, quindi ho riempito gli spazi con la lana di roccia e ho chiuso il
tutto con i pannelli di OSB. Su questa prima pedana ho posizionato uno strato di Flat Barrier 10A
e ho applicato un ulteriore strato di OSB. Il primo pavimento flottante (su cui tutta la struttura si
appoggerà) è così completato.
Su questo ho realizzato un secondo pavimento flottante, con la stessa filosofia, ma più piccolo e
senza Flat Barrier. L'abbattimento del suono attraverso il pavimento (da dove passano le frequenze

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gravi della cassa) è quindi ottenuto da due strati di lana di roccia, uno strato di Flatbarrier e dalla
riduzione del contatto con il terreno, limitato alla superficie degli U-boat. Nessun'altra parte del
box interno sarà a contatto con le pareti del garage. Le dimensioni del primo pavimento sono
354 cm x 252 cm, mentre il secondo pavimento (che rappresenta lo spazio utile) è di 324 cm x 212
cm, quindi 6.87 m2.

Sopra vedete il primo telaio fatto e finito: tutti i listelli


di abete sono uniti con due viti di grandezza
opportuna. Le dimensioni sono quelle descritte nel
progetto dettagliato, scelte in modo da sfruttare tutto
lo spazio (restano pochi centimetri tra telaio e pareti).
Qui a sinistra invece potete vedere il dettaglio di uno
degli U-boat che tengono sospeso il telaio. I listelli di
abete vanno ovviamente scelti in modo da adattarsi
alle dimensioni degli U-boat.
Gli spazi tra i listelli nel telaio sono stati dimensionati
in modo da utilizzare il più possibile i pannelli di lana
di roccia senza doverli tagliare.

14 Come realizzare un soundproof drum box fai da te


Inseriamo quindi la lana di roccia e chiudiamo tutto con i pannelli di OSB. Applichiamo poi la Flat
Barrier: come già detto, ha uno strato adesivo che le permette di aderire molto bene ai pannelli di
legno.
Nella penultima foto si può vedere un dettaglio dello spazio laterale tra il primo pavimento e il
muro dopo l'applicazione della schiuma poliuretanica, che sigilla l'unico spiraglio da dove
l'eventuale “pulviscolo” di lana di roccia potrebbe fuoriuscire. L'ultima immagine in basso mostra il
dettaglio degli U-boat.

15 Come realizzare un soundproof drum box fai da te


Ed ecco, nella foto sotto, i due pavimenti flottanti fatti e finiti.

Le pareti
Passiamo ora alle pareti. Queste sono realizzate con la stessa filosofia doppio strato con telaio-lana
di roccia-pannelli OSB, senza però la Flat Barrier, per le ragioni di costo che ho descritto prima. Le
pareti sono montate sopra il primo pavimento flottante, sfruttando lo spazio (circa 15-20 cm)
lasciato libero intorno al secondo pavimento (quello che vedete nella foto qui sopra). Nelle pagine
seguenti trovate i vari progetti con le misure precise e la realizzazione pratica (la parete di destra è
analoga e “speculare” a quella di sinistra).
Le pareti sono fissate al primo pavimento flottante con alcune viti, però la stabilità della struttura si
ottiene solo quando anche le pareti sul retro e frontale sono realizzate, montate e fissate a quelle
laterali. Non aspettatevi di avere pareti che combaciano perfettamente: anche utilizzando il morsetto
a 90° per realizzare e fissare gli angoli dei telai, a causa della non perfetta linearità dei listelli di
abete (che come vi dicevo sono sempre un po' “a banana”) non avrete mai una struttura perfetta e
dovrete cercare il miglior compromesso, sigillando poi le fessure che rimangono con sigillante
acrilico (o con la nostra schiuma poliuretanica).
Ovviamente, visto che il teletrasporto non è stato ancora inventato, dovrete lasciare in una delle
pareti lo spazio per la porta. Ne esistono alcune insonorizzate e fatte apposta per questo tipo di box.
Sono bellissime, solide e con un vetro speciale che lascia passare la luce ma non il suono. Piccolo
problema: una porta di questo tipo costa più di 1000 € e non è detto che -per motivi di peso e
stabilità- possa essere montata su una struttura in legno come quella che ho realizzato io. Il mio
consiglio è acquistare una banale porta in legno (per le più economiche siamo intorno a 70-80 €),
su cui costruire uno strato di insonorizzazione con la stessa filosofia: telaio, lana di roccia, OSB

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e, visto che la porta è uno dei punti delicati dove può passare il suono, anche un bello strato di Flat
Barrier! Io ho recuperato gratis una porta dismessa che ho insonorizzato come descritto sopra. Devo
dire che l'installazione della porta è stata abbastanza difficoltosa, almeno lavorando da solo: il suo
peso con tutta l'insonorizzazione è di diverse decine di kg e non è facile sollevarla per inserirla nei
cardini... Ma mi ha aiutato il vecchio Archimede con le sue leve.

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Il soffitto
Confesso che il soffitto è la parte che mi ha creato più grattacapi... Primo perché ho fatto tutto da
solo e le strutture in legno da sollevare e posizionare sopra non sono proprio leggere (ma lavorando
con cautela sono riuscito a non farmi venire strappi alla schiena...!), poi perché non c'era molto
spazio per lavorare da sopra, avendo sfruttato il più possibile l'altezza del garage (che non era
altissimo in effetti...). La soluzione che ho trovato è descritta nel progetto dettagliato qui sotto e
consiste nel comporre il soffitto un pezzo alla volta, sigillando le fessure tra le parti con schiuma
poliuretanica e strisce di Flat Barrier, che dovrebbe smorzare un po' la trasmissione del suono
attraverso la fessura.

20 Come realizzare un soundproof drum box fai da te


Ecco il soffitto che prende forma: nelle immagini sotto si può vedere il posizionamento del primo
“frame” e il soffitto finito, una volta posizionati tutti i pezzi (si vede anche lo spazio lasciato per la
porta, nella parete
frontale). Al fine di
ottimizzare gli spazi
ho “appoggiato” il
soffitto su un bordo
in listelli di abete. Il
tutto è piuttosto
stabile perché i
“frame” sono fissati
con viti al bordo, che
è a sua volta fissato
alle pareti.

L'impianto di areazione
Questo è un punto critico: un
ricambio di aria serve, per evitare
accumulo di umidità che può ridurre
sensibilmente la durata della
struttura, e per avere un ambiente più
salubre.
E' vero che basta aprire la porta ogni
tanto per avere un buon ricambio, ma
ho voluto lo stesso cimentarmi nella
realizzazione di un impianto di
areazione.
In ultima analisi, basta fare un buco
nella struttura (anzi, due buchi,
perché l'aria da una parte deve uscire
e da un'altra deve entrare, altrimenti
si crea solo una depressione e non un
vero e proprio ricambio) e installare
una ventola da bagno cieco (i modelli
più belli costano circa 50 €). Il
problema è ovviamente come fare ad
evitare che il suono esca insieme
all'aria spostata dalla ventola. Ho

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già segnalato in uno dei paragrafi precedenti una delle soluzioni tecniche più adottate negli studi
professionali: si tratta di costruire un condotto in cui l'aria sia forzata a passare per un percorso
tortuoso e ad “urtare” contro dei pannelli fonoassorbenti. Questi dovrebbero assorbire il suono
e ridurre la rumorosità che viene trasportata all'esterno. Ho realizzato quindi queste “trappole” per il
suono e le ho piazzate sul condotto che porta l'aria dalla ventola all'esterno e, analogamente, su
quello da cui l'aria entra, attraverso dei buchi nella parete sul retro.
Le tubazioni sono in PVC e si trovano in tutti i centri per il fai da te (Leroy Merlin, Brico, ecc.),
mentre le trappole sono realizzate in legno OSB con le pareti interne ricoperte con i classici
fonoassorbenti piramidali. Qui sotto alcune immagini, che spero rendano l'idea. Le trappole sono
state piazzate all'interno del box in modo da occupare meno spazio possibile e sfruttarle come
mensole o piani di appoggio. La ventola è stata collegata ad un cavo con interruttore e spina e
prende corrente da una semplice “ciabatta” con prolunga, che rappresenta l'alimentazione elettrica
del box.

22 Come realizzare un soundproof drum box fai da te


Gli allestimenti interni
Ottimo! Abbiamo completato la nostra “scatola”! Possiamo festeggiare... Ma prima di montare la
batteria manca ancora qualcosa: gli allestimenti interni e la correzione acustica.
Non entro nel merito dell'estetica, perché qui ognuno ha i suoi gusti... Ma per quanto riguarda il
miglioramento dell'acustica interna consiglio di procedere per gradi, partendo con il minimo
indispensabile, iniziando ad usare il box e, mano a mano, aggiungere insonorizzazione o “bass
trap” in base alla resa sonora che avete. Io ho applicato una moquette sul pavimento e su una parte
di parete (non una di quelle costose, anzi, non è precisamente una moquette... è una di quelle
“stoffe” che si usano di solito negli allestimenti fieristici per ricoprire le pedane e gli stand, avete
presente?) e ho incollato i classici fonoassorbenti piramidali sul soffitto. Già questo ha reso
l'acustica tutto sommato buona. Ho acquistato poi un rotolo di sughero da applicare eventualmente
alle pareti, sia per un fattore estetico che per un ulteriore smorzamento della riflessione sonora, ma
ho intenzione di applicarlo poco alla volta. Un abbattimento eccessivo della sonorità porta infatti ad
un suono troppo “chiuso” e “morto” e vi farà suonare peggio, perché sarete portati a “pestare” di più
per avere sonorità, quando in realtà non è un problema di volume, ma di abbattimento eccessivo
delle risonanze.

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Ci siamo? E' ora di testarlo!!
Eccoci dunque al momento cruciale: verificare in pratica se tutta la fatica e i soldi spesi hanno
portato ad un risultato soddisfacente... Una sera ho invitato quindi un amico metallaro (uno di quelli
che pestano... che ha come miti Mike Portnoy e Mike Mangini...!) e gli ho chiesto di suonare a tutto
volume, mentre io da fuori rilevavo il livello sonoro con la famosa applicazione per smartphone.
Ecco i risultati:

Posizione Livello sonoro


All'interno del box 105 dB
Fuori dal box, dentro al garage 80-85 dB
Immediatamente fuori dal garage 60-70 dB
A circa 10 m dal garage 60 dB

Quindi, il box interno che ho costruito abbatte circa 20 dB, ma la somma del box interno e del
garage (quindi le due “scatole”) ne abbatte 40. Per intenderci, 105 dB sono appunto il livello
sonoro di una batteria che suona a tutto volume a mezzo metro da voi, mentre 60 dB corrispondono
a quello della voce di una persona che vi parla con tono tranquillo a circa un metro di distanza.
Molto probabilmente, i 60 dB rilevati a 10 m dal garage sono da attribuire ai rumori di fondo, più
che al suono della batteria proveniente dal box. Anche in una serata tranquilla infatti, a meno che
non abitiate in piena campagna, all'aperto c'è sempre qualche fonte di rumore che crea un
sottofondo di almeno 50-60 dB.
Ovviamente, per un confronto rigoroso avrei dovuto testare il livello sonoro della batteria dentro al
garage prima di costruire il box interno e confrontarlo con l'abbattimento sonoro del garage + box...
Non è stato possibile, però sulla base delle misure fatte possiamo stimare che esso sarebbe stato di
soli 25 dB, decisamente troppo poco.
E' accettabile un livello di 60 dB? Direi di sì: mi permette di suonare di sera o anche di mattina
presto, quando c'è già qualche fonte di rumore in giro... e potrei anche usarlo in piena notte, magari
non proprio suonando metal...!

Ok, ma in definitiva, quanto ho speso??


Fino ad ora abbiamo fatto dei calcoli a spanne per stimare un costo sulla base delle dimensioni... Ma
alla fine quanto ho speso in totale? Bene, ecco qua sotto una bella tabella riepilogativa, con tanto
di ripartizione percentuale dei costi. Parliamo di 2193 €, esclusi gli attrezzi, i materiali di consumo
(viti, adesivi, schiuma e sigillanti, ecc.) e le eventuali spese di spedizione. Come vedete, la parte
prettamente fonoisolante (lana di roccia e Flat Barrier) rappresenta quasi la metà dell'intera spesa (il
43.2%).

Lana di roccia € 640,15 29,2%


Flat Barrier 10 A € 306,20 14,0%
U-Boat € 258,64 11,8%
Listelli abete € 310,00 14,1%
Pannelli OSB 15 mm € 223,20 10,2%
Pannelli OSB 9 mm € 239,20 10,9%
Listelli piccoli (per sostegno soffitto) € 26,95 1,2%
Pannello sughero (per rifinitura interni) € 39,99 1,8%
Fonoassorbente piramidale € 98,94 4,5%
Moquette + accessori € 50,00 2,3%
€ 2.193,27

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Se volete sapere invece quanto tempo ho impiegato a realizzare questo box, posso dirvi che ho
iniziato la costruzione ad agosto 2018 e ho posizionato la batteria all'interno a novembre 2019. Più
di un anno quindi, ma considerate che ho potuto dedicare a questo progetto solo i ritagli di tempo.
Come molti di voi, faccio un lavoro a tempo pieno che mi impegna tutta la giornata (più alcune
trasferte all'estero) e i fine settimana sono spesso dedicati alle esigenze della famiglia, quindi non
potevo certo passare sempre sabato e domenica a segare, trapanare e avvitare. A spanne, avendo
tutta la giornata a disposizione (e se il vostro fisico regge...!) potrebbe essere possibile completare
un box come il mio in tre o quattro settimane. Se qualcuno vi aiuta ovviamente i tempi si
accorciano.

Conclusioni e raccomandazioni
Ne è valsa la pena? Ho fatto bene a spendere 2000 € per questo lavoro? Secondo me sì... E' vero, la
batteria è un hobby, ma anche gli hobby, se si fanno bene, hanno un costo: 2000 € è più o meno
quanto occorre per una mountain bike di buon livello, per una piscina fuori terra in acciaio di medie
dimensioni, o per un computer per elaborazione video.
Con un box professionale avrei speso almeno il triplo... forse l'abbattimento sarebbe stato migliore,
forse no. In ogni caso quanto ho ottenuto è adatto alle mie esigenze... Ed è stata una bella esperienza
anche il solo fatto di costruirselo da soli... Per quanto mi riguarda quindi, è stato un successo!
Come raccomandazione finale (e forse avrei dovuto parlarne all'inizio), vi suggerisco di tenere
sempre in considerazione gli aspetti di sicurezza. Non parlo semplicemente del rischio di riempirsi
le mani di schegge di legno o di schiacciarsi un piede nel montare la porta (per quello bastano un
buon paio di guanti e scarpe da lavoro). Considerate che, per quanto la lana di roccia sia ignifuga,
sarete chiusi in una scatola di legno: quindi niente impianti elettrici fatti a caso, niente stufette o
condizionatori di bassa qualità o lampade auto-costruite (a meno che non siate elettricisti). Valutate
bene la potenza elettrica che l'impianto può sostenere e verificate che ci sia un salvavita
perfettamente funzionante (dovrebbe essere sempre così, ma nel caso di edifici vecchi non è sempre
detto...). Non penso sia necessario descrivere il rischio di avere un corto circuito in una presa
mentre siete chiusi tra pareti di legno... Prevedete un sistema semplice per staccare la corrente
quando uscite (a me basta scollegare dalla presa la prolunga che arriva all'interno del box) e se
proprio dovete risparmiare, non fatelo su quello che potrebbe mettere a rischio la vostra incolumità.

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