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Nota: documento preparato a marzo-aprile 2020. Ultimo accesso a tutti i link citati nel testo: aprile
2020. Tutte le foto e le immagini sono di proprietà dell'autore, tranne i diagrammi di pagina 5
(fonte: “Principi base di acustica – Acustica in edilizia” di Patrizio Fausti) e 6 (fonte:
www.masacoustics.it) e le immagini degli utensili di pagina 11, trovate in rete. Se vi interessa, la
batteria che si vede nelle foto e di cui ho testato il livello sonoro e le frequenze è una vecchia (degli
anni '90) e bellissima Yamaha 9000 modello Steve Gadd, con rullante Mapex Black Panther. Questo
documento può essere usato, copiato, condiviso e distribuito liberamente.
nostro Corrado descrive come aveva realizzato il suo drum studio: La mia stanza insonorizzata
(video #24), Come insonorizzare una stanza per batteria, parte 1 (video #32), Come insonorizzare
una stanza per batteria, parte 2 (video #33).
Ora, di batteristi più bravi, più tecnici, più spettacolari di Corrado ce ne saranno anche tanti... ma
nessuno come lui è in grado di farti sembrare semplici delle cose che in realtà non lo sono...
• l'intensità (o livello sonoro, o potenza acustica), che si misura in decibel (dB) e indica
quanto un suono è “forte”. Senza entrare troppo nel dettaglio, 30 dB è più o meno
l'intensità sonora di quello che chiamiamo “silenzio” (ad esempio all'interno di una casa in
un quartiere tranquillo, di notte), 60 dB è il livello di una conversazione con tono di voce
“normale” e 120 dB è più o meno un concerto rock amplificato. La scala è logaritmica. Se
non sapete cosa significa questo termine, considerate che 60 dB non corrispondono ad una
intensità doppia di 30 dB, ma ad una molto, molto più elevata. Se volete approfondire,
potete divertirvi scaricando qualche app per smartphone che funziona da fonometro e
misurare così le intensità dei vari suoni che sentite.
• La frequenza, che si misura in Hertz (Hz) e indica quanto un suono è acuto o grave.
Praticamente tutti i suoni che conosciamo sono costituiti da più frequenze, di cui alcune
(quelle principali) sono più intense di altre. Ad esempio, un “la” ha una frequenza principale
di 440 Hz, ma insieme ad essa vi sono tante altre frequenze minori che rendono il la di una
chitarra diverso come timbro dal la di un pianoforte. Anche qui, esistono delle app che
misurano lo spettrogramma di un suono, cioè l'intensità delle varie frequenze che lo
compongono. Nella figura qui sotto, si vede un tipico spettrogramma con l'intensità in dB
alle varie frequenze.
Già da queste informazioni di base, otteniamo alcune indicazioni importanti per il lavoro che
dobbiamo fare:
• il suono è una vibrazione che si trasmette attraverso l'aria e i corpi, anzi attraverso i solidi
esso “viaggia” molto di più: non è raro che il suono della nostra batteria giù in cantina o nel
box arrivi fino agli ultimi piani del condominio, ad esempio propagandosi attraverso i muri
portanti. Quindi, per abbattere l'intensità sonora dobbiamo 1) ridurre il più possibile la
propagazione delle vibrazioni, ad esempio alternando materiali diversi o, meglio ancora,
• L'abbattimento dell'intensità sonora dei vari materiali fonoisolanti non è detto che sia lo
stesso su tutti i range di frequenza. Qui entriamo in un campo un po' complicato, tuttavia
per semplicità diamo un'occhiata al grafico seguente, che si riferisce ad un tipico materiale
usato per le insonorizzazioni professionali (si chiama Flat Barrier: ne parleremo nel
dettaglio più avanti). Esso ci mostra l'indice di isolamento acustico in funzione della
frequenza e si vede che alle alte frequenze questo materiale è molto più efficiente nel ridurre
l'intensità sonora: sarà quindi più facile ridurre il rumore dei piatti, piuttosto che quello della
cassa.
A questo proposito, con che intensità e frequenze abbiamo a che fare quando parliamo di batteria?
Purtroppo il problema di questo strumento è che l'intensità sonora è molto elevata su un range
molto ampio di frequenze. Da alcune prove da me fatte (attenzione: ho usato appunto una app
gratuita, quindi niente di certificato con tutti i crismi della metrologia... ma come ordine di
grandezza probabilmente non siamo lontani dal vero), si arriva tranquillamente a 100-105 dB, con
un'estensione in frequenze da 170-200 Hz della cassa fino a più di 3000 Hz per i piatti. Nella tabella
sotto ho riassunto le frequenze principali (non le uniche: ricordatevi sempre che un suono non è mai
“puro”: è composto da numerose frequenze).
Ne segue che per avere un abbattimento ottimale su tutte le frequenze dovremo combinare diverse
• correzione sonora, che significa correggere l'acustica interna del luogo dove suoniamo,
riducendo o eliminando il suono riflesso dalle pareti (che è molto più fastidioso del suono
“diretto”).
A noi servono entrambe: dobbiamo evitare che buona parte del rumore prodotto arrivi all'esterno e
dobbiamo anche avere un'acustica gradevole all'interno, senza quindi essere assordati da una
eccessiva riflessione sonora sulle pareti. I materiali e le strategie da usare per questi due scopi sono
ovviamente diversi.
Bene... dopo questa carrellata sui concetti fondamentali, passiamo finalmente alla realizzazione
pratica...!
• la “scatola” esterna è il box auto o la cantina del vostro condominio (magari con vicini
particolarmente rompiscatole): la scatola interna dovrà essere molto efficace, quindi andrà
realizzata cercando di avere il massimo di abbattimento sonoro. Si può fare (conosco
diverse sale prova che si trovano all'interno di palazzi residenziali), ma costerà di più
ovviamente.
• La “scatola” esterna è il garage di una villetta, ad una certa distanza dalle altre case o
addirittura in una zona isolata: qui va molto meglio, perché potremo tollerare un certo
livello sonoro all'esterno (si presuppone che gli abitanti della villetta siano vostri familiari e
che vi vogliano molto bene...!). Questa è più o meno la mia situazione: come già detto ho
La progettazione
Una volta identificato il posto, si può passare alla fase in assoluto più divertente e rilassante: la
progettazione! Per prima cosa, non si spende nulla: bastano un blocco, un matita, un righello e un
po' di fantasia e ci si può sbizzarrire immaginando numerose varianti del nostro box insonorizzato,
ciascuna con i suoi pro e contro. Finché si rimane sulla carta, non c'è nessun rischio di investire
soldi acquistando materiali o manodopera per poi scoprire che si è sbagliato tutto... In secondo
luogo, una progettazione accurata ci permette di avere una stima di massima di quanto ci costerà il
lavoro finito e di decidere se iniziare questa avventura. Va considerato infatti che, se è la prima volta
che realizziamo un box insonorizzato senza “copiarne” uno già fatto, non abbiamo nessuna certezza
che esso poi funzionerà a dovere... Quindi: qual è il limite di spesa che possiamo accettare? Qual è
il limite di costo al di sopra del quale nemmeno vale la pena di cominciare? In generale, che budget
vogliamo o possiamo dedicare a questo lavoro?
E' questo il momento in cui tutte le informazioni raccolte vanno condensate in un progetto di
massima, che si potrà affinare in seguito ma che deve contenere già un'idea quasi completa di come
vogliamo realizzarlo (dimensioni, materiali, filosofia costruttiva, ecc.). E' utile (anzi,
fondamentale!) fare qualche schizzo... Ed ecco qui sotto i disegni a cui sono arrivato io, dopo varie
ipotesi scartate:
1. dimensioni circa 3.5x2.5 m, con altezza circa 2.15 m. Ovviamente, più grande è il box e
più elevato sarà il costo dei materiali (tipico esempio di costi variabili), ma dal mio punto di
vista già che ci mettiamo a costruire un box insonorizzato, tanto vale farlo comodo e
capiente. Ho deciso quindi di sfruttare appieno una intera parete del garage (3.5 m circa).
2. Pareti e soffitto costituiti da un doppio telaio di listelli di abete 5x4 cm, riempito con
pannelli di lana di roccia da 5 cm di spessore (10 cm totali quindi, 5 cm per ogni telaio)
con densità almeno 70 kg/m3, chiuso con pannelli di legno OSB/3 da 9 mm (è il più
economico che esiste...).
3. Da valutare l'impiego, oltre alla lana di roccia, di un altro materiale isolante, detto “Flat
Barrier”: si tratta in pratica di una barriera acustica fonoisolante (una “gomma” con una
carica minerale che ne aumenta la massa fino a 10 kg al metro quadro) venduta a rotoli con
uno strato adesivo apposito per l'applicazione su pareti di legno o cartongesso.
4. Pavimento flottante, cioè sospeso su appositi sostegni di gomma dura (detti “U-Boat”,
come i sottomarini!) in modo da ridurre il più possibile il contatto con il terreno. Il
pavimento è sempre costituito da un telaio in listelli di abete, lana di roccia e pannelli
OSB/3, in questo caso però più spessi di 9 mm visto che dovranno reggere un certo peso.
Anzi, visto che attraverso il terreno passa buona parte delle frequenze gravi, facciamolo
doppio questo pavimento flottante...!
I materiali che ho scelto (con il relativo costo al m 2) sono elencati in tabella. I prezzi (del 2018) si
riferiscono a rivenditori al dettaglio (posti tipo Leroy Merlin, oppure aziende che vendono on-line).
Se avete la possibilità di rivolgervi a grossisti potreste anche risparmiare.
Pannelli legno
OSB/3 9 mm 14.9 €/pannello 4.77 €/m2
per pareti e
Pannello 2.5x1.25 m, 3.125 m2. 12 €/pannello in offerta 3.84 €/m2 in offerta
soffitto
Ho optato per il legno e non per il cartongesso perché non volevo spendere nulla di manodopera e la
“tecnologia” del legno (che in definitiva consiste nel segare, trapanare e avvitare) è molto più alla
mia portata: non ho infatti esperienza nei lavori di cartongesso. Gli altri materiali sono stati scelti in
Abbiamo quindi 43.3 m2, da moltiplicare per due se vogliamo un doppio strato di lana di roccia e
pannelli di legno: otteniamo 86.6 m2.
Arriviamo quindi a:
A questo va aggiunto il costo dei listelli di abete per i telai, degli U-Boat e di altre parti di cui al
momento ho solo un'idea di massima, ma che saranno da definire meglio quando il grosso della
struttura sarà completato, ovvero:
1. un impianto di areazione costituito da una ventola da bagno cieco e da due condotti per
l'abbattimento del suono (uno per l'aria che entra, l'altro per l'aria che viene spinta fuori dalla
ventola), con un passaggio forzato dell'aria intorno a dei fonoassorbenti (un po' come
spiegato qui: https://www.masacoustics.it/isolamento-acustico-ricambio-aria-per-sala-prove-
o-studio-di-registrazione/).
3. Gli allestimenti interni (pannelli piramidali per correzione acustica, moquette o altro
rivestimento per il pavimento, lampade e impianto elettrico o anche una semplice prolunga
con una “ciabatta” con tante prese elettriche).
Quindi, se decido di usare lana di roccia + Flat Barrier, la spesa potrebbe tranquillamente arrivare a
2500-3000 €... Un po' troppo per il mio budget... La conclusione (abbastanza ovvia) è quindi di
usare la Flat Barrier solo per il pavimento (dove passa buona parte delle vibrazioni,
soprattutto per le frequenze basse) e magari per alcuni dettagli (la porta, ad esempio...),
utilizzando solo un doppio strato di lana di roccia per tutto il resto. Così dovremmo essere
intorno a 1100-1300 € di materiali, stimando 2000 € circa per il lavoro completo.
Gli utensili
Da non dimenticare poi l'acquisto degli utensili necessari. Se non li avete, consiglio caldamente di
• una sega circolare (io ho acquistato una Bosch mod. PKS 55A,
circa 100-120 €);
• un seghetto elettrico per legno, utile per aprire fori sagomati, ad esempio per l'impianto di
areazione.
1. quando lavorate la lana di roccia, usate una mascherina di buona qualità (si trovano in varie
ferramenta) per evitare di respirarvi le polveri che si formano.
2. Meglio tagliare la lana di roccia all'aperto, oppure usare un sistema di aspirazione (ad
esempio un aspirapolvere vicino al coltello da lana di roccia, durante il taglio).
3. Se la lana di roccia è “inscatolata” nel telaio chiuso da pannelli OSB non ci sarà alcuna
dispersione di polveri. Vi consiglio comunque di sigillare le parti da cui potrebbero
fuoriuscire polveri (ad esempio la parte sotto dei pavimenti flottanti), magari con una
schiuma poliuretanica espansiva, o un sigillante acrilico (trovate tutto nei colorifici o
ferramenta). In questo modo il pannello di lana di roccia sarà completamente innocuo. In
particolare, la schiuma poliuretanica gonfiandosi e indurendo sigilla la parte laterale del
pavimento flottante, da cui in teoria potrebbe fuoriuscire del pulviscolo di lana di roccia. Si
tratta di una schiuma usata appunto per le insonorizzazioni termiche e acustiche, quindi non
vi dovrete preoccupate per eventuali dispersioni sonore.
Abbiamo progettato tutto? Abbiamo gli attrezzi che servono? Bene, si parte!
A questo punto, il progetto va definito meglio, con tanto di misure corrette e accurate per tutte le
varie parti (pavimenti, pareti, soffitto, ecc.). Con le misure corrette potrete farvi tagliare buona parte
dei pannelli OSB già alla giusta misura, evitandovi un po' di lavoro. Non mi stancherò mai di
ribadire che la progettazione accurata vi evita un sacco di guai dopo... Quindi non abbiate paura di
prendere più volte le misure e di calcolare tutto sulla carta prima di partire. Vediamo quindi passo
dopo passo il lavoro che ho fatto.
Prima ho collegato i listelli di legno da me segati a misura (con due viti per ogni angolo: vai di sega,
trapano e avvitatore!) per preparare il primo telaio, che ho posizionato sul pavimento
sospendendolo con i vari U-boat, quindi ho riempito gli spazi con la lana di roccia e ho chiuso il
tutto con i pannelli di OSB. Su questa prima pedana ho posizionato uno strato di Flat Barrier 10A
e ho applicato un ulteriore strato di OSB. Il primo pavimento flottante (su cui tutta la struttura si
appoggerà) è così completato.
Su questo ho realizzato un secondo pavimento flottante, con la stessa filosofia, ma più piccolo e
senza Flat Barrier. L'abbattimento del suono attraverso il pavimento (da dove passano le frequenze
Le pareti
Passiamo ora alle pareti. Queste sono realizzate con la stessa filosofia doppio strato con telaio-lana
di roccia-pannelli OSB, senza però la Flat Barrier, per le ragioni di costo che ho descritto prima. Le
pareti sono montate sopra il primo pavimento flottante, sfruttando lo spazio (circa 15-20 cm)
lasciato libero intorno al secondo pavimento (quello che vedete nella foto qui sopra). Nelle pagine
seguenti trovate i vari progetti con le misure precise e la realizzazione pratica (la parete di destra è
analoga e “speculare” a quella di sinistra).
Le pareti sono fissate al primo pavimento flottante con alcune viti, però la stabilità della struttura si
ottiene solo quando anche le pareti sul retro e frontale sono realizzate, montate e fissate a quelle
laterali. Non aspettatevi di avere pareti che combaciano perfettamente: anche utilizzando il morsetto
a 90° per realizzare e fissare gli angoli dei telai, a causa della non perfetta linearità dei listelli di
abete (che come vi dicevo sono sempre un po' “a banana”) non avrete mai una struttura perfetta e
dovrete cercare il miglior compromesso, sigillando poi le fessure che rimangono con sigillante
acrilico (o con la nostra schiuma poliuretanica).
Ovviamente, visto che il teletrasporto non è stato ancora inventato, dovrete lasciare in una delle
pareti lo spazio per la porta. Ne esistono alcune insonorizzate e fatte apposta per questo tipo di box.
Sono bellissime, solide e con un vetro speciale che lascia passare la luce ma non il suono. Piccolo
problema: una porta di questo tipo costa più di 1000 € e non è detto che -per motivi di peso e
stabilità- possa essere montata su una struttura in legno come quella che ho realizzato io. Il mio
consiglio è acquistare una banale porta in legno (per le più economiche siamo intorno a 70-80 €),
su cui costruire uno strato di insonorizzazione con la stessa filosofia: telaio, lana di roccia, OSB
L'impianto di areazione
Questo è un punto critico: un
ricambio di aria serve, per evitare
accumulo di umidità che può ridurre
sensibilmente la durata della
struttura, e per avere un ambiente più
salubre.
E' vero che basta aprire la porta ogni
tanto per avere un buon ricambio, ma
ho voluto lo stesso cimentarmi nella
realizzazione di un impianto di
areazione.
In ultima analisi, basta fare un buco
nella struttura (anzi, due buchi,
perché l'aria da una parte deve uscire
e da un'altra deve entrare, altrimenti
si crea solo una depressione e non un
vero e proprio ricambio) e installare
una ventola da bagno cieco (i modelli
più belli costano circa 50 €). Il
problema è ovviamente come fare ad
evitare che il suono esca insieme
all'aria spostata dalla ventola. Ho
Quindi, il box interno che ho costruito abbatte circa 20 dB, ma la somma del box interno e del
garage (quindi le due “scatole”) ne abbatte 40. Per intenderci, 105 dB sono appunto il livello
sonoro di una batteria che suona a tutto volume a mezzo metro da voi, mentre 60 dB corrispondono
a quello della voce di una persona che vi parla con tono tranquillo a circa un metro di distanza.
Molto probabilmente, i 60 dB rilevati a 10 m dal garage sono da attribuire ai rumori di fondo, più
che al suono della batteria proveniente dal box. Anche in una serata tranquilla infatti, a meno che
non abitiate in piena campagna, all'aperto c'è sempre qualche fonte di rumore che crea un
sottofondo di almeno 50-60 dB.
Ovviamente, per un confronto rigoroso avrei dovuto testare il livello sonoro della batteria dentro al
garage prima di costruire il box interno e confrontarlo con l'abbattimento sonoro del garage + box...
Non è stato possibile, però sulla base delle misure fatte possiamo stimare che esso sarebbe stato di
soli 25 dB, decisamente troppo poco.
E' accettabile un livello di 60 dB? Direi di sì: mi permette di suonare di sera o anche di mattina
presto, quando c'è già qualche fonte di rumore in giro... e potrei anche usarlo in piena notte, magari
non proprio suonando metal...!
Conclusioni e raccomandazioni
Ne è valsa la pena? Ho fatto bene a spendere 2000 € per questo lavoro? Secondo me sì... E' vero, la
batteria è un hobby, ma anche gli hobby, se si fanno bene, hanno un costo: 2000 € è più o meno
quanto occorre per una mountain bike di buon livello, per una piscina fuori terra in acciaio di medie
dimensioni, o per un computer per elaborazione video.
Con un box professionale avrei speso almeno il triplo... forse l'abbattimento sarebbe stato migliore,
forse no. In ogni caso quanto ho ottenuto è adatto alle mie esigenze... Ed è stata una bella esperienza
anche il solo fatto di costruirselo da soli... Per quanto mi riguarda quindi, è stato un successo!
Come raccomandazione finale (e forse avrei dovuto parlarne all'inizio), vi suggerisco di tenere
sempre in considerazione gli aspetti di sicurezza. Non parlo semplicemente del rischio di riempirsi
le mani di schegge di legno o di schiacciarsi un piede nel montare la porta (per quello bastano un
buon paio di guanti e scarpe da lavoro). Considerate che, per quanto la lana di roccia sia ignifuga,
sarete chiusi in una scatola di legno: quindi niente impianti elettrici fatti a caso, niente stufette o
condizionatori di bassa qualità o lampade auto-costruite (a meno che non siate elettricisti). Valutate
bene la potenza elettrica che l'impianto può sostenere e verificate che ci sia un salvavita
perfettamente funzionante (dovrebbe essere sempre così, ma nel caso di edifici vecchi non è sempre
detto...). Non penso sia necessario descrivere il rischio di avere un corto circuito in una presa
mentre siete chiusi tra pareti di legno... Prevedete un sistema semplice per staccare la corrente
quando uscite (a me basta scollegare dalla presa la prolunga che arriva all'interno del box) e se
proprio dovete risparmiare, non fatelo su quello che potrebbe mettere a rischio la vostra incolumità.