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Non è passato un anno da quando parlai di Gliese 581g, il famoso pianeta intorno ad
una debole stellina di classe M3V nella Bilancia scoperto dal team di Steven Vogt e
mai confermato, tant’è che è diventata convinzione abbastanza comune che si sia
trattato di una cattiva interpretazione dei dati.
Il pianeta roccioso
Modello matematico dell'atmosfera di Gliese 581d.
Rosso e blu indicano un clima caldo e superficie
fredda, mentre le frecce indicano velocità del vento
a 2 km di altezza nell'atmosfera. (Credit: © LMD /
CNRS)
Oppure Gliese 581d non ha un’atmosfera per colpa dei poderosi venti stellari di quando Gliese 581
era ancora una giovane stella, oppure ha una chimica atmosferica diversa, basata sull’idrogeno e
elio, e allora queste sono state solo chiacchiere in libertà.
Oppure no?
Intanto ogni volta che si costruisce un’ipotesi scientifica si fa della scienza, e anche le chiacchiere
quindi lo sono. Poi abbiamo iniziato a comprendere che l’evoluzione fisica di un pianeta non è
disgiunta dalla sua atmosfera e che la composizione chimica di questa ha una notevole influenza
nell’estendere la fascia Goldilocks ben al di là della mera equazione dell’inverso del quadrato della
distanza dalla stella. Per finire è sorta la necessità che vengano compiute analisi spettroscopiche
delle atmosfere dei pianeti extrasolari che avranno bisogno di nuovi e più sofisticati strumenti di
indagine, con importanti ricadute tecnologiche, come sempre accade in questi casi.