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Diego De Brasi

Agenda 2030
Cosè

L
’ Agenda 2030 meglio chiamata come “obiettivi di
sviluppo sostenibile”, OSS (in inglese: “Sustainable
Development Goals”, “SDG”) sono una serie di 17
obiettivi interconnessi, de niti dall' Organizazione delle
Nazioni Unite come strategia "per ottenere un futuro migliore
e più sostenibile per tutti". Il nome Agenda 2030 deriva dal
nome del documento che porta per titolo Trasformare il
nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile,
riconosce lo stretto legame tra il benessere umano, la salute
dei sistemi naturali e la presenza di s de comuni per tutti i
paesi.

Scopo

G
li obiettivi di sviluppo sostenibile mirano ad affrontare un'ampia gamma di
questioni relative allo sviluppo economico e sociale, che includono la povertà,
la fame, il diritto alla salute e all’istruzione, l'accesso all’acqua e all'energia, il
lavoro, la crescita economica inclusiva e sostenibile, il cambiamento climatico e la
tutela dell'ambiente, l'urbanizzazione, i modelli di produzione e consumo, l'uguaglianza
sociale e di genere, la giustizia e la pace.

Piani dell’ O.N.U.

G
li obiettivi, enumerati nella
Risoluzione delle Nazioni
Unite A/RES/70/1 approvata
dall'Assemblea generale dell'ONU il
25 settembre 2015, sono
complessivamente 169, da
raggiungere entro il 2030. Sono stati
concordati, a partire dai principi
inclusi nella Risoluzione intitolata "Il
futuro che vogliamo", un documento
non vincolante elaborato dopo la
Conferenza delle Nazioni Unite sullo
sviluppo sostenibile del 2012, per
sostituire gli Obiettivi di sviluppo del Millennio, che avevano come orizzonte temporale
il 2015. Mentre questi ultimi si rivolgevano in modo diversi cato ai paesi sviluppati e in

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via di sviluppo, gli obiettivi di sviluppo sostenibile hanno carattere universale e sono
fondati sull'integrazione tra le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (ambientale,
sociale ed economica), quale presupposto per eradicare la povertà in tutte le sue
forme. Tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite hanno rati cato l'agenda 2030 e si
sono così impegnati a declinare nella loro politica gli obiettivi di sviluppo sostenibile
previsti. Ogni anno gli Stati possono presentare lo stato di attuazione dei diciassette
OSS nel proprio paese, attraverso l'elaborazione di Rapporti Nazionali Volontari.
L'Agenda 2030 individua nel Foro politico di Alto Livello il consesso globale per
monitorare, valutare e orientare l'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Per
supportare tale attività e garantire la comparabilità delle valutazioni, la Commissione
Statistica delle Nazioni Unite ha costituito l’Inter Agency Expert Group on SDGs
(IAEG-SDGs), con il compito di de nire un insieme di indicatori per il monitoraggio
dell’attuazione dell’Agenda 2030 a livello globale.

Origini
L
e negoziazioni sull'Agenda di Sviluppo Post 2015 hanno avuto inizio nel gennaio
del 2015 e si sono concluse nell’agosto del 2015; dopo dei precedenti incontri
delle nazioni ad esempio nel 1972, in cui si iniziò a parlare dell’ argomento
ambiente, e nel 2011, in cui la Colombia ha proposto l'idea degli SDG (Sustainable
Development Goals). È stato adottato un documento nale nel Summit delle Nazioni
Unite sullo Sviluppo Sostenibile del settembre 2015 che ha avuto luogo a New York,
negli Usa. Il 25 settembre 2015, i
193 stati dell’Assemblea Generale
dell’ONU hanno adottato l’Agenda
2030 intitolata Trasformare il
nostro mondo. L’Agenda 2030 per
lo sviluppo sostenibile". L’agenda
è costituita da 92 paragra . Il
paragrafo 52 delinea i 17 Obiettivi
di Sviluppo Sostenibile af liati ai
169 target.Le agenzie dell’ONU,
che fanno parte del Gruppo per lo
sviluppo delle Nazioni Unite,
hanno deciso di supportare una
campagna indipendente per
diffondere i nuovi OSS a un’utenza
più ampia. Questa campagna, "Progetto Everyone", ha ricevuto il supporto delle
istituzioni aziendali e altre organizzazioni internazionali. Usufruendo del testo redatto
dai diplomatici delle Nazioni Unite, un team di specialisti della comunicazione ha
sviluppato delle icone per ciascun obiettivo. Il team, inoltre, ha abbreviato il titolo I 17
Obiettivi di Sviluppo Sostenibile in Obiettivi Globali e in seguito ha avviato dei

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workshop e delle conferenze per rendere noti gli Obiettivi Globali all’utenza
internazionale.

17 Obbiettivi per lo sviluppo sostenibile


1. Scon ggere la povertà: porre ne
alla povertà in tutte le sue forme,
ovunque;
2. Scon ggere la fame, raggiungere la
sicurezza alimentare, migliorare la
nutrizione e promuovere
un’agricoltura sostenibile
3. Buona salute: garantire una vita
sana e promuovere il benessere di
tutti a tutte le età;
4. Istruzione di qualità: garantire a tutti
un'istruzione inclusiva e promuovere
opportunità di apprendimento
permanente eque e di qualità;
5. Parità di genere: raggiungere la
parità di genere attraverso
l'emancipazione delle donne e delle
ragazze;
6. Acqua pulita e servizi igienico-
sanitari: garantire a tutti la
disponibilità e la gestione sostenibile
di acqua e servizi igienico-sanitari;
7. Energia rinnovabile e accessibile:
assicurare la disponibilità di servizi
energetici accessibili, af dabili,
sostenibili e moderni per tutti;
8. Buona occupazione e crescita
economica: promuovere una crescita
economica inclusiva, sostenuta e
sostenibile, un'occupazione piena e
produttiva e un lavoro dignitoso per
tutti;
9. Innovazione e infrastrutture: costruire infrastrutture solide, promuovere
l'industrializzazione inclusiva e sostenibile e favorire l'innovazione;
10. Ridurre le diseguaglianze: ridurre le disuguaglianze all'interno e tra i paesi;
11. Città e comunità sostenibili: creare città sostenibili e insediamenti umani che
siano inclusivi, sicuri e solidi;

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12. Utilizzo responsabile delle risorse: garantire modelli di consumo e produzione


sostenibili;
13. Lotta contro il cambiamento climatico: adottare misure urgenti per combattere il
cambiamento climatico e le sue conseguenze;
14. Utilizzo sostenibile del mare: conservare e utilizzare in modo sostenibile gli
oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile;
15. Utilizzo sostenibile della terra: proteggere, ristabilire e promuovere l'utilizzo
sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire le foreste in modo sostenibile,
combattere la deserti cazione, bloccare e invertire il degrado del suolo e
arrestare la perdita di biodiversità;
16. Pace e Giustizia: promuovere lo sviluppo sostenibile; rafforzare gli strumenti di
attuazione e rivitalizzare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.
17. Rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo
sviluppo sostenibile.

Obbiettivo personale
Obiettivo 7: Energia pulita e accessibile
Garantire a tutti l'accesso a servizi energetici
economici, af dabili, sostenibili e moderni.

G
li obiettivi da raggiungere entro il 2030
includono l'accesso a sistemi di energia
economici e af dabili, oltre che l'incremento
della quota di energie rinnovabili nel consumo
globale di energia. Questo rende necessario un
miglioramento dell' ef cienza energetica e un
potenziamento della cooperazione internazionale,
in modo da agevolare l'accesso alle tecnologie
pulite e incrementare gli investimenti nelle
infrastrutture di energia rinnovabile. Delle attenzioni
di riguardo vengono riservate alla costruzione di
infrastrutture di supporto per i paesi meno sviluppati , le piccole isole e i paesi in via di
sviluppo senza sbocchi sul mare.
Nel 2017, solo il 57% della popolazione mondiale utilizza carburanti e tecnologie pulite
come fonti primarie di sostentamento, una percentuale molto lontana dal 95%
pre ssato dall'agenda 2030.

Obiettivo 7 in Italia

I
l Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) è uno strumento cruciale per le
politiche energetiche nazionali, ma il suo impiego è inferiore a quello necessario
per rispettare la riduzione di almeno il 50% al 2030 prevista dal Green deal
europeo. La versione definitiva del Pniec è stata infatti trasmessa alla Commissione
europea a gennaio 2020, confermando un taglio alle emissioni del 37% rispetto al
1990, ben lontano dalla soglia europea.
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Questa differenza rappresenta un serio problema, visto che il Pniec è considerato


centrale nella definizione del Piano di ripresa e
resilienza previsto dal Next Generation Eu.
Allo stesso tempo, però, nel quadro del Green new deal
italiano, la Legge di bilancio 2020 è intervenuta in
modo più consistente che in passato sui temi della
decarbonizzazione, anche se il Rapporto evidenzia
l’assenza di misure strutturali per comporre la politica
energetica nazionale. Il Decreto rilancio ha inoltre
introdotto un rilevante incentivo fiscale al
110% (cosiddetto “Superbonus”) per le opere di
efficientamento energetico in grado, entro la fine del
2021, di determinare un miglioramento di almeno due
classi energetiche degli edifici. L’incentivo comprende
anche l’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di
accumulo, oltre che punti di ricarica per veicoli
elettrici.Lo stesso Decreto prevede incentivi per
l’acquisto di autovetture a basse emissioni, veicoli ibridi
o elettrici, promuovendo anche per i residenti nei
Comuni interessati dalle procedure d’infrazione europea
per l’inquinamento dell’aria:

- la rottamazione (senza nuovo acquisto) di autovetture e motocicli fino alla classe


Euro 3, con un buono mobilità da spendere di 1.500 e di 500 euro;

- l’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale;

- l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita.

A tali incentivi si aggiunge un altro buono mobilità, fino a un massimo di 500 euro,
per tutti i comuni superiori a 50mila abitanti, valido fino al 31 dicembre 2020 per
analoghe tipologie di spesa. Si prevede inoltre che negli stessi comuni le imprese e le
pubbliche amministrazioni (dai cento dipendenti in su) saranno obbligate a nominare
un mobility manager, per efficientare gli spostamenti dei propri dipendenti.
Il Decreto semplificazioni (pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 settembre 2020)
propone invece diverse misure finalizzate all’attuazione del Pniec, in particolare
tramite tre articoli:

50, che introduce una disciplina di facilitazione per le procedure di autorizzazione


ambientali che riguardino le opere incluse nel Pniec;

57, che prevede la creazione da parte dei Comuni (entro sei mesi dall’entrata in vigore
del decreto) di misure per l’installazione e la gestione di punti di ricarica per veicoli
elettrici, prescrivendo almeno un punto ogni mille abitanti. Inoltre, le nuove

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concessioni (o il rinnovo) per stazioni di servizio dovranno prevedere l’installazione di


colonnine di ricarica elettrica;

62, che include misure per la semplificazione dei procedimenti relativi all’adeguamento
di impianti di produzione e accumulo di energia (per incrementi non superiori al 5%
della potenza elettrica);

64, che introduce una disciplina per il rilascio delle garanzie sui finanziamenti a favore
di progetti del Green new deal, per un valore pari a 2,5 miliardi di euro per l’anno 2020.

Dati classifica europea

I
l Goal 7 mostra, a
livello europeo,
un’ampia
variabilità: la
Danimarca presenta
il valore più alto,
quasi 36 punti
superiore a Malta,
ultima in graduatoria.
Tra il 2010 e il
2018 si registrano
forti miglioramenti
dell’indice
composito per tutti
i Paesi (Danimarca e
Irlanda evidenziano
l’incremento più
ampio, dato
dall’aumento della
quota di energia
rinnovabile e della produttività energetica). L’Italia è in settima posizione, con un
valore dell’indice composito superiore alla media europea. L’indicatore che determina
maggiormente le differenze tra i Paesi è la produttività dell’energia, calcolata come
rapporto tra l’output economico di un Paese e il suo consumo energetico.

Miglioramenti energetici in Italia


Per quanto riguarda l’indicatore composito italiano, il Rapporto registra un andamento
complessivamente positivo tra il 2010 e il 2019, grazie ai miglioramenti della quota
di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia, nonché grazie
al rapporto tra consumi energetici lordi e valore aggiunto. Negli ultimi tre anni, l’indice
segnala un andamento pressoché stabile, dato dalla mancata crescita della quota di
energia rinnovabile. Ciononostante, l’Italia dovrebbe superare il target predisposto
dalla Strategia Europa 2020 (relativo alla quota di energia da fonti rinnovabili) che nel
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2019 si attesta al
18,1%, rispetto al
target del 17%. Nel
2020, secondo le
previsioni
dell’Agenzia
internazionale
dell’energia (Lea),
per i Paesi che
hanno subìto una
forte riduzione
delle attività
economiche, come
l’Italia, si stima un
significativo calo
dei consumi
energetici e un
incremento della
quota di
rinnovabili, unico
settore energetico a non essere stato intaccato dalla crisi. D’altro canto, la
drastica riduzione del Pil porterà a un deterioramento del rapporto tra i consumi finali
lordi di energia rispetto al valore aggiunto, pertanto non è possibile valutare
complessivamente gli effetti della crisi su questo Goal per il 2020.

Obiettivo 3: Salute e benessere


Garantire una vita sana e promuovere il
benessere di tutti a tutte le età

P
er raggiungere lo sviluppo sostenibile è
fondamentale garantire una vita sana e
promuovere il benessere di tutti a tutte le età. Sono
stati fatti grandi progressi per quanto riguarda l’aumento
dell’aspettativa di vita e la riduzione di alcune delle
cause di morte più comuni legate alla mortalità infantile e
materna. Sono stati compiuti  signi cativi progressi
nell’accesso all’acqua pulita e all’igiene, nella riduzione
della malaria, della tubercolosi, della poliomielite e della
diffusione dell’HIV/AIDS. Nonostante ciò, sono necessari molti altri sforzi per sradicare
completamente un’ampia varietà di malattie e affrontare numerose e diverse questioni
relative alla salute, siano esse recenti o persistenti nel tempo.

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Obiettivo 3 in Italia

I
l Rapporto ASviS 2020 ricorda innanzitutto come la Legge di Bilancio 2020,
approvata alla ne del 2019, abbia confermato la tendenza all’aumento del
nanziamento del Servizio sanitario nazionale e dell’impegno per gli interventi
preventivi.

 L’indicatore composito del Goal 3 per l’Italia evidenzia dal 2010 al 2019 un andamento
positivo grazie al miglioramento della maggior parte degli indicatori elementari
analizzati. Aumenta la speranza di vita in buona salute alla nascita, attestandosi a 58,6
anni; diminuiscono i feriti per incidente stradale, da 51,5 per 10mila abitanti nel 2010 a
40,0 nel 2019; si riducono alcuni comportamenti a rischio, quali il consumo di alcol e il
fumo.  Appaiono in controtendenza la copertura vaccinale per le persone di 65 anni e
oltre (che si riduce di circa 8 punti percentuali dal 2010, attestandosi al 54,6% nel
2019) e il trend del numero di posti letto per 10mila abitanti, che diminuiscono di oltre il
14% nell’arco di tempo considerato.

Relativamente ai traguardi ssati dall’Agenda 2030, si segnala il Target 3.6 - “Entro il


2020 dimezzare il numero di decessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti
stradali”. In base all’ultimo Rapporto Istat sugli Incidenti stradali del 2019, in Italia il
numero dei morti è in diminuzione rispetto al 2018 (-4,8%), valore minimo raggiunto
nell’ultima decade. Nei primi sei mesi del 2020, grazie anche agli effetti del lockdown, il
numero di morti è diminuito del 36% rispetto allo stesso periodo del 2019, motivo per
cui l’Italia potrebbe avvicinarsi al raggiungimento del Target. Tuttavia, anche se questa
tendenza dovesse confermarsi per il resto del 2020, l’Italia non riuscirebbe a
raggiungere l’obiettivo, in quanto nell’anno in corso il numero di vittime in Italia
dovrebbe ridursi di circa il 46% rispetto al 2019. Inoltre, si prevede al termine della
pandemia un ritorno a numeri elevati a causa delle persistenti cause strutturali che
ancora non sono state rimosse.

Lotta al Covid-19 in Italia

A
partire da gennaio 2020, poi,
l’attività normativa relativa al Goal
3 si dispiega attraverso i numerosi
provvedimenti legati alla pandemia da
Covid-19, che il Governo ha emanato per
fronteggiare l’emergenza sanitaria e
sociale. Dopo la dichiarazione dello stato
di emergenza il 31 gennaio 2020.Inoltre
con il DL 9 marzo 2020 n. 14 vengono
introdotte norme per il potenziamento delle risorse umane nel Servizio sanitario
nazionale e sono stati introdotti incentivi per il potenziamento della produzione di
dispositivi medici. Con il DL 17 marzo 2020 n.18 (Decreto “Cura Italia”), oltre ad
integrare le misure di rafforzamento del Ssn, viene nominato un Commissario

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straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e


contrasto dell’emergenza epidemiologica. Successivamente alla pubblicazione del
Rapporto sono state emanate nuove misure per il rafforzamento del sistema sanitario,
tuttavia si prevede che la seconda ondata pandemica avrà impatti ulteriormente
peggiorativi sul Goal 3. Anche se il Rapporto ASviS segnala come, nel 2020, sia per gli
effetti diretti del Covid sia per le ripercussioni sulle strutture sanitarie che curano altre
malattie importanti, a inizio anno si registri un drammatico aumento dei decessi
(90.946), per il complesso delle cause rispetto alla media del periodo 2015-2019
(65.592), che corrisponde ad una
variazione del 49%. Il 91%
dell’eccesso di mortalità riscontrato
a livello medio nazionale nel mese
di marzo 2020 si concentra nelle
aree ad alta diffusione
dell’epidemia. Nel mese di maggio,
grazie alle misure di prevenzione, si
osserva invece una riduzione della
mortalità pari al 2,2%. Secondo
l’ultima analisi dell’Istat, sono 1
milione 482 mila le persone con IgG
positivo, che hanno sviluppato gli
anticorpi per il SARS-CoV-2.

L’Europa e il Goal 3

P
er quanto riguarda il trend relativo al perseguimento del Goal 3 in Europa,
l’analisi dell’ASviS di quest’anno mostra il permanere di forti differenze tra Paesi
nel valore dell’indice composito. In particolare, i Paesi baltici si si collocano in
posizione arretrata rispetto agli altri,
principalmente a causa di una minore
aspettativa di vita. Tra i 28 Paesi che
facevano parte della Ue nel 2018, la
distanza tra il Paese migliore (Svezia) e
quello peggiore (Lettonia) è pari a 37,3
punti. L’Italia si colloca in nona posizione,
con un aumento signi cativo del valore
dell’indice composito rispetto al 2010.

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Diego De Brasi

Le proposte dell’ASviS su “Salute e benessere”

A umentare la consapevolezza sulle interconnessioni tra malattie infettive e degrado dell’ambiente e del
territorio per favorire la prevenzione del rischio e della diffusione di malattie infettive emergenti a
potenziale pandemico.

P otenziare la sinergia tra operatori ambientali e di sanità umana e veterinaria in ottica One-Health, al
ne di favorire l’individuazione precoce di patogeni emergenti, di focolai epidemici, di malattie infettive,
a supporto di piani nazionali di prevenzione e di contrasto alle pandemie.

S uperare le difformità di applicazione a livello regionale del piano di rientro per la gestione per il
recupero delle prestazioni sospese durante l’emergenza e la ripresa ordinaria dei servizi.

A ccelerare il processo di rafforzamento della prevenzione e della medicina del territorio in termini di
prevenzione, assistenza extraospedaliera e a domicilio, monitoraggio epidemiologico e cura delle
fragilità.

A ttuare programmi di alfabetizzazione sanitaria (health literacy) che forniscano alla popolazione
strumenti sia per il contrasto alla diffusione di fake news in materia di salute sia per diminuire il divario
causale tra livello di istruzione e condizioni di salute.

Incoraggiare l’attuazione del principio della “Salute in tutte le politiche”, tenendo conto dell’impatto delle
politiche economiche, ambientali e sociali su salute e benessere, in piena armonia e coordinamento tra
diversi livelli di governo e senza che la dimensione regionalistica della sanità del Paese costituisca un
ostacolo in tal senso.

O rientare i nanziamenti messi a disposizione per fronteggiare la crisi sanitaria in un’ottica di sviluppo
sostenibile

Obiettivo 9: Imprese, innovazione e infrastrutture


Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere
l'innovazione ed una industrializzazione equa,
responsabile e sostenibile

G
li investimenti in infrastrutture – trasporti,
irrigazione, energia e tecnologie dell’informazione e
della comunicazione  – sono cruciali per realizzare
lo sviluppo sostenibile e per rafforzare le capacità
delle comunità in molti paesi. Si riconosce ormai da tempo
che la crescita della produttività e dei redditi, così come
migliori risultati nella sanità e nell’istruzione, richiedono
investimenti nelle infrastrutture.
Lo sviluppo industriale inclusivo e sostenibile  è la prima
fonte di generazione di reddito; esso permette un aumento rapido e sostenuto del
tenore di vita delle persone e fornisce soluzioni tecnologiche per
un’industrializzazione che rispetti l’ambiente.
Il progresso tecnologico è alla base degli sforzi per raggiungere obiettivi legati
all’ambiente, come l’aumento delle risorse e l’efficienza energetica. Senza
tecnologia e innovazione, non vi sarà industrializzazione, e senza industrializzazione
non vi sarà sviluppo.

Obiettivo 9 in Italia

N
el corso dell’ultimo anno, che ha visto il Paese investito duramente dagli effetti
socioeconomici della crisi pandemica, sono stati attuati diversi interventi con
impatti sulla crescita e sull’occupazione, tuttavia la strada da percorrere è
ancora lunga per recuperare il terreno perso e colmare i ritardi accumulati con la
Grande Recessione, soprattutto se si vuole consentire all’Italia di allinearsi alla media
europea.

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Diego De Brasi

I provvedimenti legislativi del 2020 hanno posto le premesse per un cambio di


paradigma nella direzione della trasformazione digitale del sistema socioeconomico
nazionale, del Green new deal italiano, degli incentivi per Impresa 4.0 e l’economia
circolare, dell’impegno per la mobilità sostenibile e l’innovazione sociale. Si è inoltre
determinato un alleggerimento burocratico-amministrativo a favore delle Pmi, della
realizzazione di nuove infrastrutture e della manutenzione di quelle esistenti.

Il Rapporto ASviS 2020, nel focus dedicato al Goal 9


(Imprese, innovazione, infrastrutture), sottolinea il
cambio di passo mostrato nelle politiche nazionali,
accelerato in particolare durante gli ultimi mesi a
causa dell’emergenza Covid-19. Nello speci co, si
segnalano gli interventi avvenuti nelle seguenti aree:

• Innovazione e digitalizzazione dei processi produttivi


economici e sociali. L’attività legislativa ha favorito un
percorso di apertura a strumenti innovativi, dimostrando una
buona capacità di reazione da parte delle amministrazioni
pubbliche e private, che sarebbe potuta avvenire prima e in
un contesto non emergenziale. L’auspicio è dunque che,
tramite una legislazione più accurata e una consapevolezza
accresciuta, si avviino azioni volte a maggiori investimenti
orientati all’innovazione.
• Infrastrutture e trasporti stradali. Il crollo del viadotto di
Genova ha portato alla luce gravi carenze di monitoraggio e
manutenzione sull’intera rete autostradale che, a causa del
deterioramento dei materiali, delle variazioni termiche, dei
fenomeni meteorologici e dell’aumento dei carichi di traf co
si sta deteriorando a ritmi più accelerati di quelli previsti in
fase di progettazione. Ciononostante, non sono intervenute modi che di rilievo a favore della
manutenzione predittiva, mentre andrebbero identi cati progetti e nanziamenti speci ci per il
monitoraggio e la messa in sicurezza di infrastrutture, scuole ed edi ci basati su Ict/intelligenza arti ciale
che minimizzino i rischi di crolli ed eventi distruttivi. Le norme presenti nei Decreti (“Rilancio” e
“Sempli cazione”) sono di particolare importanza per la costruzione di un’infrastruttura resiliente, in
quanto prevedono importanti sempli cazioni della normativa vigente.
• Mobilità sostenibile. È stato introdotto il Buono mobilità per la rottamazione dei veicoli inquinanti e
l’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale. Da menzionare è anche l’importante
stanziamento a favore di province e città metropolitane per la manutenzione straordinaria della rete
viaria.
• Infrastrutture aeroportuali. L’Italia pre-Covid stava registrando una mobilità extra-europea in crescita,
anche grazie agli investimenti di ammodernamento degli aeroporti per 4,2 miliardi nel quinquennio
2016-2020, nanziati quasi totalmente dagli stessi gestori. Occorre quindi agire rapidamente per
controbilanciare la situazione di sostanziale stallo delle attività aeroportuali determinato dalla crisi
sanitaria.
• Trasporto ferroviario. Al ne di affrontare le criticità determinate dalla crisi pandemica, con il Decreto
“Rilancio” sono state previste misure volte a compensare i pesanti danni subiti dalle imprese di trasporto
ferroviario, a testimonianza dell’attenzione del Governo a un settore a ridotto impatto ambientale per il
rilancio del Paese in ottica di sostenibilità.
• Tecnologie di risparmio energetico. Il Governo ha previsto vari interventi di rigenerazione urbana, tra cui
l’Ecobonus 110%. L’effetto potrà essere sicuramente signi cativo, ma l’iter di autorizzazione tramite

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circolari da rilasciare da parte delle pubbliche amministrazioni ne complica la gestione e ne dilata i tempi
di realizzazione.
• Infrastrutture idriche. La legislazione recente non ha impattato in maniera importante sul comparto,
almeno per quanto riguarda gli aspetti connessi alla gestione dell’irrigazione attuale. “Tuttavia, nei vari
Decreti (in particolare nel Decreto “Rilancio”), sono previste diverse misure, tra cui un Piano di
investimenti pubblici nalizzati al rinnovo delle infrastrutture acquedottistiche, caratterizzate da elevati
livelli di perdite (circa il 37% delle reti nazionali), oltre che all’adeguamento dei sistemi di collettamento e
depurazione delle acque re ue.

L’Europa e il goal 9

N
el gra co che mostra i livelli dell’indicatore composito dei Paesi europei[1] per il
Goal 9, la differenza tra il valore relativo alla Svezia e quello calcolato per la
Bulgaria, rispettivamente il primo e l’ultimo Paese nella graduatoria, è pari a
quasi 26 punti. Per questo Goal, come per altri, il Lussemburgo presenta la variazione
negativa maggiore, dovuta principalmente
alla diminuzione della quota di spesa in
Ricerca e sviluppo (R&S) sul Pil. L’Italia si
colloca al di sotto della media europea, con
un leggero miglioramento tra il 2010 e il
2018, tendenza che si riscontra anche nella
maggior parte degli altri Paesi membri.
L’indicatore che determina maggiormente
le differenze tra i Paesi è la quota di merci
trasportata su ferrovia.

Tra il 2010 e il 2019 migliora


signi cativamente la maggior parte
degli indicatori elementari del Goal
9, come dimostrato dall’indicatore
sintetico nazionale[2]. In particolar
modo, aumentano gli indicatori
relativi alla diffusione della banda
larga tra le famiglie, al tasso di
ricercatori per 10mila abitanti e alla
specializzazione produttiva nei
settori ad alta tecnologia. Cresce
inoltre la quota di Pil destinata alla
Ricerca e sviluppo, attestatasi nel 2019 all’1,37%, ma ancora distante sia dal target
ssato dalla Strategia Europa 2020 (3%) che dalla media europea (2,12%). Nel 2019,
però, si registra un’inversione di tendenza dell’indice composito, dovuta alla forte
riduzione della quota di occupati e studenti che utilizzano i mezzi pubblici (18%, il
valore più basso di tutta la serie storica). Pur nella scarsità di dati per l’anno in corso,
si ritiene di poter confermare l’impatto negativo della crisi su questo Goal.

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Diego De Brasi

Le proposte dell’ASviS su “Imprese, innovazioni e infrastrutture”

A
ffrontare il problema della transizione virtuosa da “ricerca” a “innovazione”. La ricerca è infatti fondamentale per il futuro italiano:
essa deve essere condivisibile e utilizzabile da tutti, nonché orientata a stimolare e produrre innovazione di processo e di
prodotto (e non solo “conoscenza”). Per questo motivo il mondo della ricerca va meglio connesso con quello produttivo,
sviluppando soluzioni che migliorino l’ef cienza e la qualità della vita delle persone.

P
romuovere e incentivare l’uso di sistemi e piattaforme innovative per elaborare i dati, al ne di poter usufruire di indicazioni
“intelligenti” per orientare le decisioni future (Decision support systems). L’utilizzo dei relativi database dovrebbe avere un
approccio multisettoriale e multilivello, in modo da garantire l’accesso a più portatori d’interesse, dai decisori politici alle istituzioni
regionali e locali, specialmente quelle di ricerca, dal settore pubblico a quello privato. I dati sarebbero inoltre utilizzati per favorire la
trasformazione digitale e sostenibile di vari settori e processi produttivi, quali agri-food, farming 4.0, logistica integrata, sicurezza, sanità
elettronica.

I
mplementare la digitalizzazione delle infrastrutture, che consentirebbe di monitorare ogni struttura su base giornaliera e decidere le
necessarie azioni manutentive sulla base di priorità derivanti dalle moderne tecniche IoT-Shm (Internet of things/Structural health
monitoring). Dall’unione sinergica tra i programmi per l’Impresa 4.0 e l’intelligenza arti ciale (Ai) nasce poi il concetto del digital twin,
un approccio innovativo di confronto tra dati reali rilevati e sistemi di analisi, simulazione e calcolo, capace di analizzare e stimare
virtualmente prestazioni reali. Si potrebbe cioè realizzare, per ciascuna nuova opera, un modello “gemello” i cui comportamenti
verrebbero simulati sulla base di dati reali rilevati in situazioni analoghe.

P
er ciò che concerne le infrastrutture ferroviarie, occorre implementare il sistema europeo di gestione del traf co ferroviario
(European Rail Traf c Management System - Ertms) per accelerare il processo di innovazione tecnologica dell’infrastruttura
ferroviaria nazionale e favorire la trasformazione digitale del Paese. Inoltre, è necessario un progetto di “alta capacità” per
ef cientare il trasporto ferroviario delle merci, dove l’Italia è indietro rispetto alla media Ue.

È
urgente prevedere iniziative per nuove realizzazioni e l’ammodernamento delle infrastrutture meridionali, dove ci sono
collegamenti a linea unica tra città, e/o infrastrutture talmente obsolete e degradate da impedire trasporti ef cienti, il che
determina una preferenza per quelli su gomma, con impatti ambientali negativi.

Obiettivo 11: Città e comunità sostenibili


Rendere le città e gli insediamenti umani
inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

C
irca 3,5 miliardi di persone vivono in città,
numero destinato a lievitare a cinque miliardi nel
2030. La situazione italiana risulta peggiore di
quella del 2010 ma dal 2015 si segnala una ripresa
dovuta al miglioramento della quota di rifiuti urbani
conferiti in discarica sul totale della raccolta (dal
56,80% del 2006 al 23,40% del 2017). In calo la
concentrazione di PM2.5 e PM10 nelle aree urbane,
che si riduce rispettivamente del 37% e del 25%
rispetto al 2006. Cresce invece l’indice di abusivismo
edilizio.

Obbiettivo 11 in Italia

I
l Rapporto ASviS 2021, in riferimento alle novità normative e strategiche dell’ultimo
anno, sottolinea che il Goal 11 dell’Agenda 2030 è determinante per la buona riuscita
del Piano nazionale di ripresa e resilienza.Negli scorsi mesi si è riavviato il
Programma straordinario per le periferie, con erogazioni di importi medi di oltre i 30
milioni euro/mese, mentre è partita una linea di progetti di rigenerazione urbana gestiti
dal Ministero dell’interno che ripartisce le risorse (8,5 miliardi di euro per Comuni
capoluogo o con popolazione superiore a 15mila abitanti) secondo le richieste dei
Comuni, non connesse però a particolari obiettivi.

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Diego De Brasi

La dotazione di edilizia residenziale pubblica è il principale strumento di risposta al


disagio abitativo, ma il ridotto impegno nanziario pubblico vede l’Italia svantaggiata
rispetto agli altri Paesi europei. Oggi oltre
1,1 milioni di famiglie sono in condizione di
disagio abitativo, acuto o grave. Il fondo
complementare al Pnrr prevede 2 miliardi di
euro di investimenti per migliorare
l’ef cienza energetica, la resilienza e la
sicurezza sismica, nonché la condizione
so cial e nel p a t r i m o n i o r e s i d enz ia le
pubblico.Per quanto riguarda le politiche per
l’abitare, il Pinqua (Programma innovativo
nazionale per la qualità dell'abitare) non
contiene ancora obiettivi quantitativi, per
sostenere le fasce più deboli della
popolazione si è poi proceduto con la
sospensione delle rate dei mutui prima casa ( no al 31 dicembre 2021), con il
ri nanziamento dei fondi di sostegno alla locazione e per le morosità incolpevoli e con
alcuni contributi istituiti per l’emergenza Covid-19.

Sono stati inoltre adottati interventi per mitigare gli effetti della pandemia sul trasporto
pubblico, per esempio sono stati attribuiti interventi a favore delle linee metropolitane
per 2,7miliardi di euro nel triennio 2021-2023 e sono stati stanziati 550 milioni di euro
per il rinnovo delle otte di bus (50% al Sud) e 1.550 milioni di euro per le linee
ferroviarie regionali (80% al Sud), ed è stata resa obbligatoria la gura del mobility
manager. Nel corso del 2021 sono stati rinnovati o istituiti sostegni per diverse
categorie di operatori in ambito
artistico e culturale ed è stato
regolato il rilascio di voucher per
spettacoli e ingressi a musei sospesi
per l’emergenza sanitaria. Il Piano
nazionale per gli investimenti
complementari al Pnrr stanzia 105
milioni di euro per gli anni 2022-2024
per il miglioramento della qualità
dell’aria.

L’indicatore composito nazionale del Goal 11 mostra un andamento altalenante: nel


2020 il valore è simile a quello osservato nel 2010. Ciò è dovuto alla compensazione
di andamenti opposti osservati in alcuni indicatori elementari: migliorano i superamenti
del valore limite giornaliero previsto per il Pm10 (-45,7 punti percentuali dal 2012 al
2019) e diminuisce la dif coltà di accesso ai servizi (-1,1 punti percentuali dal 2010 al
2019), mentre peggiora l’offerta del trasporto pubblico locale (-7,2 punti percentuali dal

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Diego De Brasi

2010 al 2019), l’abusivismo edilizio (+5,4 punti percentuali dal 2010 al 2020) e il
sovraffollamento delle abitazioni (+4 punti percentuali dal 2010 al 2019).

Nel 2019 si ha una essione del composito che continua anche nel 2020 a causa degli
effetti della crisi pandemica. In particolare, si osserva un incremento dell’indicatore
relativo alla quota di persone che si spostano abitualmente per raggiungere il luogo di
lavoro con mezzi privati, che nel 2020 raggiunge il massimo valore della serie storica
(75%). Nel 2020 si registra anche un peggioramento dell’indice relativo alle Pm10
principalmente a causa, secondo le stime dell’Ispra, della minore piovosità sia a
gennaio sia nel periodo tra ottobre e dicembre 2020, rispetto allo stesso periodo del
2019. Evidenziando come il lockdown legato all’emergenza Covid-19 non è stato
suf ciente a compensare condizioni metereologiche meno favorevoli alla dispersione
degli inquinanti.

L’Europa e il Goal 11

L
’indice composito europeo relativo al Goal 11 evidenzia un andamento positivo tra
il 2010 e il 2014 e di sostanziale stabilità tra il 2015 e il 2019, mostrando però
segnali positivi nell’ultimo anno. Il lieve ma complessivo miglioramento del livello
del composito tra il 2010 e il 2019 è dovuto alla diminuzione dell’esposizione della
popolazione alle Pm10, che tra
il primo e l’ultimo anno
considerato passa da 27,2 a
20,5 μg/m3. Miglioramenti si
registrano anche in merito al
sovraffollamento delle
abitazioni che passa dal
19,1% del 2010 al 17,1% del
2019. Invariata, nel decennio,
la quota di passeggeri che
utilizza l’automobile per gli
spostamenti (82,8% nel 2019).
Per il Goal 11 la distanza tra il
migliore (Irlanda) e il peggiore
dei Paesi (Bulgaria) è pari a
24,4 punti. L’Ungheria, tra il 2010 e il 2019, registra la variazione positiva maggiore
grazie a migliori risultati sul tasso di sovraffollamento e sull’esposizione della
popolazione alle Pm10, mentre la Danimarca quella negativa più rilevante. L’Italia non
registra sostanziali miglioramenti, posizionandosi, nel 2019, al di sotto della media
europea. Ciò è dovuto al maggiore tasso di sovraffollamento delle abitazioni (28,3%
contro il 17,1% dell’UE) e a una maggiore esposizione alle Pm10 (25,5 μg/m3 rispetto
a 20,5 dell’Ue). 

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Diego De Brasi

Le proposte dell’ASviS su
"Città e comunità
sostenibili" 

A
pprovare una norma per la costituzione di una
unica Cabina di regia per la rigenerazione urbana
presso il Ministero delle infrastrutture e della
mobilità sostenibili (Mims), in stretta relazione con il
Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu).

P
er contrastare il disagio abitativo occorre superare
la logica dei soli bandi ed elaborare una
programmazione nanziaria pluriennale.

P
rocedere alla costituzione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione abitativa, necessario per effettuare la raccolta dei dati e il
monitoraggio dei fabbisogni territoriali e per orientare gli interventi.

P
er dare impulso al trasporto rapido di massa nelle aree urbane, aggiornare la Legge n.1042 del 1969, ancora in vigore, e colmare
il gap tra fabbisogni di investimento e risorse disponibili.

C
onnettere gli incentivi per i veicoli a basse emissioni al reddito.

S
uperare i limiti presenti nella Strategia nazionale per le aree interne grazie a strumenti innovativi di piani cazione, garantendo la
partecipazione dal basso e maggiore trasparenza.

P
er una miglior qualità dell’aria, adottare una diversa governance che coinvolga con maggiore decisione il livello nazionale e
affronti temi quali la produzione di energia, il sistema dei trasporti, le principali liere produttive.

E
stendere i nanziamenti per la riforestazione urbana a tutti i comuni ed enti territoriali italiani e sostenere tali politiche di
incremento del capitale naturale delle città attraverso una piani cazione speci ca per il verde.

Commento personale
Secondo la mia opinione personale i paesi provano a contenere la situazione in modo
sufficiente e non dandogli l’ importanza che si merita, cioè la massima, ma si limitano ad
apportare piccoli cambiamenti. Con questo io non vado ad insinuare che l’agenda 2030 non
sia abbastanza, anzi penso che sia ben fatta, il punto secondo me è che le nazioni non si
muovono tutte adeguatamente e di questo passo alcune non arriveranno agli obbiettivi
prefissati.

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