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GOL 4 : AGENDA 2030

A CURA DI : ANTONIO LEONARDO CARANFA

Un’istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo
sostenibile. Si sono ottenuti risultati importanti per quanto riguarda l’incremento dell’accesso
all’istruzione a tutti i livelli e l’incremento dei livelli di iscrizione nelle scuole, soprattutto per
donne e ragazze. Il livello base di alfabetizzazione è migliorato in maniera significativa, ma è
necessario raddoppiare gli sforzi per ottenere risultati ancora migliori verso il raggiungimento degli
obiettivi per l’istruzione universale. Per esempio, a livello mondiale è stata raggiunta l’uguaglianza
tra bambine e bambini nell’istruzione primaria, ma pochi paesi hanno raggiunto questo risultato a
tutti i livelli educativi. Questo è a livello mondiale ma anche in Italia abbiamo pensato a questa
problematica e già da diverso tempo, infatti nella nostra costituzione c’è un’articolo che lo sancisce
e parliamo dell’ articolo 34 della nostra costituzione, esso dice :
La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli
studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre
provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Infatti all’interno dell’articolo 34 si possono individuare tre distinti diritti: diritto ad una scuola
aperta, diritto alla gratuità dell’istruzione inferiore e diritto a raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica italiana è obbligata, quindi, a istituire scuole statali di ogni ordine e grado, al fine di
impedire che qualche studente sia costretto a frequentare una scuola privata, per la mancanza di
strutture pubbliche. Quanto al trattamento giuridico delle scuole, negli anni si sono rese necessarie
una serie di leggi che rendessero realmente effettivo questo diritto. In un primo tempo, le
indicazioni appena richiamate si riferivano alla sola scuola pubblica; successivamente con la
sentenza n. 454/1994 la Corte costituzionale ha ritenuto “ingiustificatamente discriminatoria”
l’esclusione degli alunni delle scuole private dalla possibilità di ottenere una “provvidenza”. Inoltre,
la Costituzione indica un numero minimo di anni (almeno 8), ma non un numero massimo. Nel
2005 il decreto legislativo n. 76 ha modificato – estendendola – la durata dell’obbligo scolastico,
stabilendo che “la Repubblica assicura a tutti il diritto all’istruzione e alla formazione per almeno
dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica di durata almeno triennale entro il
diciottesimo anno di età”. Un ambito che rende realmente effettivo il diritto fondamentale ad una
scuola aperta attiene al diritto all’istruzione degli studenti disabili (sul punto si veda il decreto
legislativo 66/2017); è necessario che vengano adottate le misure positive necessarie per superare
eventuali ostacoli di ordine sostanziale che rendano ineffettivo tale diritto.
Ma l’UE ha provveduto in questo settore?
La risposta è Sì!
Infatti nella carta dei diritti fondamentali dell'unione europea, precisamente l’ articolo 14, dice :
Il diritto all'istruzione non può essere rifiutato a nessuno.
Lo Stato, nell'esercizio delle funzioni che assume nel campo dell'educazione e dell'insegnamento,
deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere a tale educazione e a tale insegnamento secondo
le loro convinzioni religiose e filosofiche.
Questo articolo si ispira sia alle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri sia all'articolo 2
del protocollo addizionale alla CEDU, che recita quanto detto sopra, è stato giudicato utile
estendere questo articolo all'accesso alla formazione professionale e continua (cfr. punto 15 della
Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori e articolo 10 della Carta sociale) e
aggiungere il principio della gratuità dell'istruzione obbligatoria. In base alla sua formulazione,
quest’ultimo principio implica soltanto che per l'istruzione obbligatoria ogni bambino abbia la
possibilità di accedere a un istituto che pratica la gratuità. Esso non impone che tutti gli istituti che
dispensano tale istruzione, o una formazione professionale e continua, in particolare quelli privati,
siano gratuiti. Non vieta nemmeno che alcune forme specifiche di istruzione possano essere a
pagamento, a condizione che lo Stato prenda misure destinate a concedere una compensazione
finanziaria. Poiché la Carta si applica all'Unione, ciò significa che, nel quadro delle sue politiche in
materia di formazione, l'Unione deve rispettare la gratuità dell'istruzione obbligatoria, ma ciò non
crea beninteso nuove competenze. Per quanto attiene al diritto dei genitori, lo si deve interpretare in
relazione alle disposizioni dell’articolo 24.

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