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Il cinema.

Lezione 25

La radio (continuazione)
Ricapitolando la lezione sulla radio, abbiamo visto l’importanza e la novità di questo nuovo
mezzo di comunicazione che si afferma nel primo ventennio del 20esimo secolo e abbiamo
visto due modelli radio una fondata sulla dimensione commerciale, pubblicitaria e il
modello di riferimento è quello americano(il broadcasting privato) e l’altra invece pubblica,
statale in cui le concessioni, l’emissione e la gestione del sistema radiofonico spetta allo
stato ed è il caso della BBC inglese. L’ultima parte della lezione di ieri era dedicata a quali
programmi la radio presentava e in particolare ci siamo soffermati sul contesto
americanoin cui la dimensione commerciale chiaramente si traduce in programmi
radiofonici in cui vengono trasmesse infromazioni“utili”, educative, ma la parte più
rilevante(di questi programmi) è quella dedicata all’intrattenimento (musicale o in forma di
drammi radiofonici, di programmi sportivi e di altro). Se ci spostiamo in altri contesti(fascismo
e nazional-socialismo) in cui la radio si sviluppa nel corso di questo periodo (in contesti non
liberal-democratici come invece erano quello inglese e americano)la radio è uno degli
strumenti, dei media fondamentali per la costruzione del consenso, che veniva utilizzato in
chiave propagandistica.
Fascismo e nazional-socialismo utilizzano l’ascolto della radio come uno degli strumenti
privilegiati per diffondere il messaggio, per galvanizzare la popolazione, per distribuire i
precetti del nazional-socialismo o del fascismo.

La radio nell’Italia fascista. La struttura(della radio).


L’Italia fascista è sostanzialmente quella che si occupa dell’impianto della radio nel
sistema italiano e in generale, gli anni ’20 sono quegli anni in cui in tutta Europa e
negli Stati Uniti costituiscono gli anni chiave per il successo, per il consolidamento
della radio.
Il sistema italiano è un sistema, analogamente a quello inglese per certi versi, che si
incardina intorno al servizio pubblicoè un servizio pubblico molto particolare quello della
radio nell’Italia fascista in cui la dimensione pubblica si sovrappone a quella partitica (il
partito nazionale fascista si identifica con lo stato), quindi una radio pubblica nell’italia
fascista significa non una radio che trasmette notizie e informazioni “oggettive” ma trasmette
prodotti che hanno una forte valenza di indottrinamento e di diffusione del verbo fascista.
Nella slide vediamo il modo in cui si organizza la struttura di controllo o la costituzione nel
1928 dell’EIAR che è l’ente italiano per la radiofonia. Esso si preoccupa dell’installazione,
della gestione e della programmazione del sistema radiofonico.
Un sistema che viene assunto progressivamente sotto il controllo diretto di un ministero,
prima il ministero dell’educazione e poi, nel 1935, dal ministero della stampa e della
propaganda.
Il problema maggiore della diffusione/installazione della radio in Italia, non fu tanto quello
della costruzione della struttura, ma quanto quello della diffusione della radio tra la
popolazione e della ricezione dei programmi radiofonici. Una diffusione, un’estensione del
numero degli abbonati(anche qui ci sono gli abbonati radiofonici come in Ighilterra [al
contrario degli Stati Uniti]) limitata, ci furono pochi abbonati.
Qui si assiste ad una tensione tra, da una parte, la volontà del regime di utilizzare e di
comprendere presto l’importanza di uno strumento del genere per raggiungere la
popolazione in tutto il territorio nazionale (per far soprattutto diffondere la voce del duce a
persone che non potranno mai vederlo dal vivoche non assisteranno mai ad un’adunata
davanti a palazzo Venezia o alle visite del duce nelle città, ma che potranno sentire la voce
del duce attraverso questo strumentoquindi c’è un’azione da parte del fascismo per
diffondere il più possibile/per potenziare questo sistema), dall’altra parte la ricettività da parte
dell’opinione pubblica e della popolazione abbastanza limitata rispetto ad altri casi europei
(dove i possessori di radio/gli abbonati alla radio si contano in numero di milioni)in Italia gli
abbonati, infatti, superano di pochissimo le centinaia di miglialia(ma non si andrà oltre a
questo).
Per favorire questa tensione tra la volontà del fascismo di diffondere la radio il più possibile
e i limiti, le resistenze(di natura economica, strutturale) da parte dell’opinione pubblica, viene
realizzata “Radio Rurale”. Questa radio ha un duplice obiettivo: quello di distribuire
apparecchi radiofonici/radio in giro per il Paese, soprattutto nelle campagne(nel mondo
rurale), e quello di creare programmi che verranno ascoltati dal mondo contadino.
Il tipo di audience che Radio Rurale si aspettava non era tanto un singolo, ma si aspettava
un ascolto collettivo(abbiamo visto quanto l’ascolto collettivo all’interno delle famiglie fosse
una delle carattersitiche fondamentali di questo nuovo strumentola radio non è [almeno in
larga parte]un prodotto individuale[se non per gli amatori], ma è un prodotto che fa parte
dell’arredo familiare, del salotto, della vita quotidiana della famigliaecco la Radio Rurale fa
un’ulteriore passo in avantile Radio sono collocate in luoghi strategici della vita
comunitaria, ad esempio la scuola, la sede del comitato agrario o i luoghi d’incontro che
possono essere molto frequentati dalla popolazione).
Tra gli intenti principali del regime, vi era anche quello di indirizzare la radio e i suoi
contenuti ai giovani.
Nel corso della seconda metà degli anni ’30, furono prodotte le cosidette “Radio
Balilla”con l’intento di produrre un apparecchio a costi contenuti, che possa essere
acquistato tanto dalle famiglie, quanto dalle comunità contadine.
Di fronte a Radio Balilla, come se fosse un totem del regime, milioni di fascisti devono
mettersi sull’attenti ed ascoltare le parole che arrivano. Quindi, l’idea di un ascolto collettivo
che in qualche modo riproduce una tradizione molto antica nella storia della comunicazione
politica. Cioè, l’adunarsi delle persone nei villaggi, nelle piazze di fronte a cantastorie o a
coloro che leggevano pubblicamente i giornali o i bollettini. Quali sono i limiti strutturali, però,
di questo tipo di esperienza, della Radio Rurale?
- una programmazione abbastanza scarna e soprattutto poco allettante (ci sono
programmi che danno consigli per l’agricoltura o programmi educativi tali da non
suscitare un grande interesse, molto didascalici e poco appassionanti quali invece,
possono essere radiodrammi o musica);
- le radio all’inizio vengono distribuite gratuitamente alle comunità e poi ad un certo
punto, visto i costi, si interrompe (nel 1938) questa distribuzione gratuita. Mentre
nelle case si spera che entri Radio Balilla (che costano poco)
- Quello che veniva trasmesso da Radio Rurale non incontrava particolarmente
l’interesse o la passione di chi la ascoltava.

LIMITI:
In generale l’esperienza radiofonica fascista italiana fino agli anni 30 è un’esperienza non
particolarmente esaltante dal punto di vista dell’estensione del numero degli
apparecchi(come abbiamo già detto) e della qualità dei programmi che venivano trasmessi.
E ancora nel 1938 sono soltanto 800.000 abbonati contro i numeri che superavano
abbondantemente il milione(o un paio di milioni) in altri contesti europei.
Inoltre, il segnale di diverse stazioni (che per l’appunto trasmettevano messaggi radiofonici)
non era sempre ottimale, soprattutto nelle aree più rurali.

PROPAGANDA E PROGRAMMAZIONE RADIOFONICA:


Che cosa viene programmato dalla radio fascista e quindi dall’EIAR? In realtà all’inizio,
almeno fino alla metà degli anni ’30 la propaganda politica diretta, cioè quei programmi
che avevano lo scopo di educare politicamente (quindi di raccontare il fascismo) erano tutto
sommato limitaticioè, il fascismo in ogni programma veniva sempre sottolineato, ad es. un
programma raccontando la prosperità dell’agricoltura faceva risaltare anche le capacità di
Mussolini di rendere prospera l’agricoltura, però programmi dedicati all’educazione del
buon fascista erano tutto sommato limitati.
Il programma radiofonico di maggior alfabetizzazione politica, ossia quello che
maggiormente raccontava le imprese politiche del fascismo, era sicuramente il Giornale
Radio, che assume una programmazione regolare a partire dal 1929.
Negli anni ‘30, migliora la qualità della programmazione e aumenta il numero di programmi
dedicati all’educazione fascista.
Ci sono programmi come “Cronache del Regime” di Roberto Forges Davanzati in cui vi sono
racconti e storie relegate alle vicende del regime fascista che esaltano le capacità del
fascismo. E dalla seconda metà degli anni 30(vicino al’38), ci saranno racconti e storie che
riguardano anche la definizione dello Stato razziale, nonché quindi racconti relativi al
pericolo rappresentato dagli ebrei, a cos’è la razza ariana, a come essa si distingue dalle
altre razze ecc.
I programmi radiofonici politici, soprattutto il Giornale Radio sono fortemente controllati dal
regime per quanto riguarda le informazioni trasmesse, cioèvi è un forte controllo su quello
che viene programmato/sulle notizie che questo tipo di stazioni radio intendono trasmettere
e trasmettono. Sostanzialmente in questi programmi e in particolare nel Giornale Radio i
giornalisti non hanno alcuna autonomia nell’organizzazioneessi vengono confezionati
sotto la sorveglianza del ministero della stampa e della propaganda.
Il numero degli abbonati cresce un po’ alla fine del 1939arriva quasi a un milione e
duecento mila persone(cresce in maniera significativa se comparato questo numero con
quello degli abbonati dell’anno precedente). La radio rappresenta un veicolo di ascolto
collettivo importante soprattutto nei momenti chiave del regime, ossia quando c’è la
proclamazione dell’impero, i discorsi più importanti di Mussolini, l’entrata in guerraascolto
collettivo facilitato anche dagli altoparlanti che vengono collocati nelle piazze dei paesi e
delle città.
Quindi, l’esperienza fascista sostanzialmente è un’esperienza paradigmatica di come un
regime totalitario decide di utilizzare questo tipo di strumento: ossia come uno strumento di
indottrinamento e di pedagogia politica, però comunque sia accanto alla dimensione di
pedagogia patriottica nazionale, di pedagogia fascistac’è una dimensione di
intrattenimento che è funzionale ad affezionare la popolazione a questo strumento.
Intrattenimento che non è sempre adeguato alle attese della popolazione, ma che almeno
per l’appunto mostra un quadro non esclusivamente vocato alla pedagogia politica e
patriottica. E poi ci sono i limiti strutturali del regime fascista che si manifestano anche sul
versante della radio una certa confusione nelle competenze, ossia a chi spetta la gestione
e la distribuzione dei programmi, una limitata capacità economica (che si manifesta sia da
parte del regime quando non riesce più a distribuire quelle dell’ente Radio Rurale, sia da
parte dei singoli che hanno difficoltà nell’acquisto di questi apparecchisi vede una
popolazione che non ha ancora livelli di retribuzione così elevati da permettersi il lusso di
una radioo meglio, di una radio che costa ancora tanto per le tasche degli italiani)

IL CINEMA:
Ci proiettiamo ancora verso il caso americano quando parliamo di cinema.
Alcune premesse: parleremo del cinema nel momento della sua formazione, quindi tra l’inzio
dell’900 e gli anni’30. Quello che è importante mettere in luce in questa lezione è il cinema
come nuovo strumento di comunicazione, l’impatto sociale del cinema(cioè cosa significa il
cinema rispetto alle attese, agli interessi della popolazione, in particolare americana), che
cosa il cinema trasmette e la sua costruzione come media di straordinario successo.
E alla fine di questa lezione cercherò di collegare l’affermazione del cinema a quella degli
altri media che abbiamo visto in azione, in particolare a quella dei nuovi media come la radio
o di quei media che si rinnovano a tal punto da essere considerati quasi nuovi come i
giornali popolarinell’idea che tutto questo contribuisca a costruire quella cultura di massa
che rappresenta una delle novità più rilevanti del’900 e che segna profondamente il ‘900
dell’occidente, ma non solo dell’occidente. E ultimo punto che metteremo in evidenza sarà la
dimensione politica del cinemain particolare, dando spazio in questa lezione, a uno dei
film che viene considerato fondanti della cinematografia contemporanea che è “nascita di
una nazione”di David Griffith del 1915(nella lezione di domani invece, il prof ci mostrerà
alcuni esempi di cinema nazista per evidenziare il rapporto tra propaganda politica e nuovi
media come il cinema).

LE ORIGINI. 1896-1906:
All’inizio il cinema è costituito da filmati brevi di pochi minuti che vengono inseriti all’interno
di altri spettacoli. Il cinema all'inizio è solo una parte/un pezzo di altre attività ludiche e di
intrattenimentoper le sue caratteristiche non può rappresentare l'unica forma di
intrattenimento. Insieme a questo aspetto, l’altro aspetto che va sottolineato del cinema è
che è una cosa destinata al popolo*, ossia destinata a chi frequenta questo tipo di
intrattenimenti popolari (rappresentazioni comiche, piccoli spettacoli teatrali, numeri di magia
ecc), quindi a un pubblico dai gusti popolari, non certo al pubblico borghese o d’elite(con
gusti più alti). * che frequenta questi spettacoli a poco prezzo e all’interno dei quali a volte ci
sono spettacoli di pre-cinema.
Soltanto a partire dalle esperienze dei fratelli Lumière(che fissano dal punto di vista tecnico
la ripresa e la proiezione) il cinematografo assume connotati borghesi, ossia viene pensato e
prodotto per un pubblico che non sia soltanto popolare.
Un'altra cosa che va sottolineata è la rapidità delle innovazioni e della loro applicazione.
Anche qui siamo in un mondo di inventori (fra cui anche amatori) che riescono a tradurre
immediatamente le loro invenzioni (che sono artigianali e fatte in casa) in brevetti che
vengono acquistati e utilizzati anche da altri soggetti e che in particolare li traducono in
spettacoli ai quali assiste un numero sempre crescente di personepersone non più
soltanto appartenenti alle classi popolari, ma anche a classi più elevate perché iniziano ad
essere proiettate anche scene sorprendenti, curiose, oggetto di attrazione, in particolare
perché si vedono proiettate immagini in movimento, non soltanto immagini fisse).
Da riprese molto semplici, si passa ben presto alla proiezione di cose più articolate, che
possono essere vedute di città, panorami e storie di finzione, cioè la traduzione in immagini
in movimento di storie (di storie che appartengono alla letteratura o di brevi storie
pensate/scritte proprio per il cinema). Tutto questo avviene nello spazio di pochissimo
tempo: nello spazio di un decennio il cinema diventa da fenomeno “da baraccone” a
fenomeno che si struttura come spettacolo specifico (a spettacolo in cui le persone vanno a
vedere solo quello).

IL CINEMA NEGLI STATI UNITI:


Ci caliamo nel caso americano, dove ci sono i cosiddetti Nickelodeon, cioè dei magazzini
trasformati in luoghi di proiezionesono la prima tipologia di spazio al coperto dedicati
esclusivamente alla proiezione di film per un pubblico pagante. Ha avuto diffusione
nell'America del Nord a partire dal 1905-1906 e si chiamano così perché basta un Nichelino
per entrare.
Sono appunto ex-magazzini raffazonati, con delle panche di legno in cui si ammassano folle
di popolani.
E questo si manifesta soprattutto negli Stati Uniti dove questi nickelodeon, molto diffusi nelle
grandi città, sono pensati molto spesso per i nuovi immigrati che fanno parte normalmente
della classe operaia o comunque della classe popolare meno inserita all'interno della società
americana e la quale è più facile sia attratta da spettacoli di questo genere.
In passaggio dai Nickelodeon a delle vere e proprie sale cinematografiche, ossia sale meglio
strutturate: non più con delle panche ma con delle poltrone, in cui si accede comprando un
biglietto dal prezzo più alto, ma all'interno di un contesto più piacevole di fruizione dello
spettacolo, in cui può esserci anche l'orchestra (i film all’inizio sono muti), ci sono forme di
intrattenimento tra una proiezione e l'altra, si vendono i popcorn (a un certo punto si inizia a
vendere qualcosa da mangiare). Il miglioramento della sala e della qualità della proiezione
che viene trasmessa in sala fa sì che il cinema diventi un prodotto interessante anche per i
ceti medi, non più capace di attrarre soltanto le classi popolari (e questo per l’appunto
perché le proiezioni diventano più articolate, si sviluppano e hanno luogo in spazi più
piacevoli in cui vederli).
Il miglioramento del contesto nel quale avvengono le proiezioni cinematografiche, e il
miglioramento delle stesse proiezioni cinematografiche determina un miglioramento del
pubblico(si amplia).
Con lo sviluppo della produzione, della distribuzione e commercializzazione dei film vi è la
comparsa di nuovi mestieri come appunto quello di coloro che si occupano di
distribuirli(agenti di distribuzione) o gli esercenti delle sale, cioè chi possiede le sale
cinematografiche e trasmette i film.
Pochi anni dopo che questa esperienza prende piede in questo modo, all'interno del mondo
americano dei produttori cinematografici, di chi produce filmati (che sonogli stessi che hanno
le macchine da ripresa e che producono magari anche le macchine di proiezione per i
cinema) si intravede ben presto il fatto che si tratti di un'attività con un grande futuro
economico, cioè un’attività di intrattenimento, ludica e poi anche artistica in qualche modo
sulla quale si può investire denarocioè l’attività cinematografica può rappresentare una
risorsa economica rilevante (l'abbiamo già visto a proposito della radio e dei giornali).
Ossia i nuovi media, in un contesto in cui si sta delineando un pubblico di massa o quanto
meno un pubblico che si allarga sempre di più, vengono percepiti, visti e poi utilizzati come
strumenti con cui fare profitto, quindi diventano un vero e proprio investimento economico.
E ogni investimento economico è sottoposto a regole e alla realizzazione di specifiche
azioni.

regole e azioni che sono diffuse in tutti i settori in cui vi sono in campo ragioni economiche.
Una delle prime azioni che si compiono a livello economico è quella di controllare il
mercatoil tentativo che è comune a molte esperienze economiche di questi anni (dalla
seconda rivoluzione industriale)è la concentrazione industriale, dunque la creazione di trust
e di cartelli, ossia di alleanze tra i principali produttori, oppure tra i vari attori che stanno
dietro alla commercializzazione di un prodotto (chi lo produce, chi lo distribuisce, chi lo
vende al pubblico)quindi vi è l’idea di mettersi insieme per controllare il mercato.
Controllare il mercato nel senso di far si che non ci siano concorrenti o assorbire i
concorrenti all'interno di questo trust, gruppo, cartello.
[È quello che succede negli Stati Uniti, dove(appunto)il capitalismo sta assumendo nel corso
del ‘900 la sua dimensione paradigmatica: diventa il modello per gli altri sistemi capitalistici
mondiali]
La creazione di un cartello è ritenuto utile e indispensabile per garantirsi il controllo di tutto il
settore(in questo caso stiamo parlando di quello cinematografico): dalla produzione del film,
alla sua distribuzione e commercializzazione. Sulla slide vi è una piccola spiegazione di che
cos'è la Motion Picture Patents Company (MPPC), che si sviluppa nel 1908 e che cerca
nel corso degli anni successivi di assorbire tutte le aziende o ditte che si pongono in
antagonismo con essa, nonchè di bloccare e fare causa a qualunque esercente, (cioè
qualunque proprietario di cinema)che voglia proiettare o proietta un prodotto con una
macchina di cui è suo il brevetto(cioè della MPPC), senza pagare la tassa.
Tuttavia, come abbiamo visto anche per altre attività legate allo sviluppo economico di
questo periodo, negli Stati Uniti, accanto al tentativo di creare oligopoli (cioè concentrazioni
industriali), c’è l’invito da parte dello Stato(spesso sollecitato dall'opinione pubblica)di porre
un freno alla creazione di un mercato controllato(in cui queste coalizioni di imprese
impongono i prezzi ed altro senza possibilità di concorrenza).
La legislazione antitrust, che negli Stati Uniti viene concepita a inizio secolo e che viene
pensata per altri campi della produzione industriale o estrattiva (petrolio), viene applicata
anche a questo campo, tanto che nel 1915 la MPPC viene condannata dal governo federale
per la posizione di monopolio* ed oligopolio**; e questa condanna mette da parte i processi
che sono in corso per violazione di brevetti che la MPPC aveva attentato e apre la strada a
una maggiore libertà (che ben presto però, come vedremo, si contrae.
Quindi quello che sta succedendo negli Stati Uniti è questo: la creazione di una vera
industria cinematograficail cinema non è più un passatempo esotico, particolare,
riservato magari alle città, alle classi popolari o ai borghesi nei caffè come succedeva per i
fratelli Lumiere, ma diventa una vera e propria impresa in cui i film, vengono scritti, prodotti,
ripresi con investimento di denaro e poi soprattutto distribuiti e commercializzati. Quindi è
una cosa che sta assumendo un rilievo importante dal punto di vista economico perché
diventa uno degli assi portanti dell’industria dell'intrattenimento.
Questa crescita di rilievo deriva sia dal miglioramento delle tecniche cinematografiche (e
adesso ne vedremo un esempio con il film che in qualche modo pone le basi della
cinematografia moderna che è”Nascita di una nazione”), per cui non si hanno più riprese con
una sola camera, ma con più camere, montaggi ecc. Sia perché (e soprattutto negli Stati
Uniti) intorno al cinema si crea questo sistema industriale con un miglioramento stesso del
prodotto cinematografico che soprattutto raccontano storie interpretate da attori che ben
presto diventano delle star. Gli studiosi mettono in evidenza come già negli anni ‘10 si
costruisce un sistema mediatico delle star cinematografiche, cioè di attori che sono
celebri per le parti che interpretano, che tradizionalmente sono: il pistolero, il cattivo, il
gentiluomo, ecc. E le persone che interpretano questi personaggi diventano popolari proprio
quindi attraverso il cinema, dei quali “la gente comune” inzia anche a voler sapere la storia
privata. Insomma, si crea un celebrity system (che in realtà è già presente nella cultura
occidentale europea già nel corso dell'800, ma che con la nascita del cinema assume
dimensioni ancor più estese e pervasive).
The Motion Picture Story Magazine, è la prima rivista dedicata al cinema(esce nel 1911) e
la cui parte più rilevante è dedicata alle star del cinema. Quindi con questa rivista si assiste
alla prima coniugazione tra due media: un magazine popolare(uno dei tanti magazine
popolari specialisti a costo contenutoche si sviluppano all’inzio del’900) e il cinema.
Parentesi su questa slide: stiamo parlando degli Stati Uniti. In Europa c'è il cinema, è
rilevante, vedremo tra poco perché il cinema europeo finisce per essere un po' schiacciato
da quello americano, ma fino al ‘15 se la giocano, nel senso che ad es. il sistema
cinematografico francese, inglese e anche italiano è alla pari dal punto di vista della
produzione e della distribuzione a quello americanoe arriva anche in America, cioè le
pellicole prodotte in Italia(o altre parti d’Europa) arrivano in America, anche se tra i compiti
della Motion Picture Patents Company c'è anche quello di bloccare la concorrenza straniera
per il controllo del mercato. Questa parentesi per dire che non stiamo parlando del cinema
europeo(tedesco, italiano ecc), ma sempre del caso americano perché ci interessa un caso
di studio che mostri chiaramente l’interazione tra i nuovi media e l'impatto che essi hanno
nella società.

*La concentrazione dell'offerta del mercato nelle mani di un solo produttore; il godimento di
un forte potere di mercato da parte di una o più imprese favorite da un'economia
protezionistica e volta all'eliminazione della concorrenza.
**Forma o situazione di mercato caratterizzata, mentre vi è una concorrenza perfetta tra
compratori, dalla presenza di un numero limitato di venditori.

DAVID W. GRIFFITH (1915)-NASCITA DI UNA NAZIONE(1915):


“La nascita di una nazione” viene considerato dagli storici del cinema il film che in qualche
modo definisce la modernità del nuovo strumento. Griffith, fra il 1905 e il 1915, è uno dei
cineasti più ricercati e più capaci. Questo film è tratto da un romanzo di grande successo di
quegli anni che si chiama The Clansman. È un film con un altissimo costo di produzione, nel
senso che siamo di fronte a un film con centinaia di comparse, con ricostruzioni in studio e in
esterni, con lunghe riprese, con utilizzo di più macchine da presa(quindi si tratta di un film
che ha un costo di produzione molto elevato). È un film lunghissimo, infatti dura più di tre
ore, ed è realizzato con una tecnica rivoluzionaria dal punto di vista dei piani sequenza, del
modo in cui sono inquadrati i protagonisti e dei richiami simbolici che vengono ripetutamente
evocati nel corso del film. È un film realizzato con un montaggio che potremmo considerare
quasi contemporaneo(con salti tra due vicende che si muovono in contemporanea e che
vengono mostrate in maniera alternata; i personaggi sono oggetto di un'analisi psicologica e
anche di una manifestazione simbolica del loro personaggio attraverso il modo di
acconciarsi, i vestiti che portano che devono richiamare la personalità di quel personaggio e
una fama molto complessa.)
L’altro aspetto interessante di questo film, motivo per cui ne parliamo in questo corso, sono i
contenuti scabrosi (dal punto di vista politico)ci racconta gli Stati Uniti dell’inizio del ‘900 in
modo molto scioccante per certi versi, ma anche molto fedele. È una storia ambientata
dall’inizio della guerra civile fino al dopoguerra civile (la parte più interessante dal punto di
vita politico però è quella del dopoguerra).
Sostanzialmente il film racconta la storia di due famiglie (una famiglia nordista
emancipazionista e una sudista) che si trovano in competizione e in contrasto, perché la
famiglia nordista dopo la guerra civile “ha vinto” e arriva al sud per controllarlo. Però queste
famiglie inizialmente in contrapposizione l’una con l’altra finiranno per riconciliarsi perché i
figli si sposano (e questo matrimonio è simbolo della guarigione della frattura provocata dalla
guerra civile).
Quindi è una storia di separazione, di conflitto e di guerra fra gli americani, che alla fine si
risolve attraverso il matrimonio.
Chi sono i cattivi di questa storia? Sono i neri, gli afroamericani.
Soprattutto nel racconto del post-guerra civile*
*riassunto dopo guerra civile: dopo la guerra civile gli afro americani sono
liberi(l’emendamento della costituzione prevede la loro libertà ed emancipazione) ed entrano
nella vita politica, nel senso che finalmente possono votare e in alcuni casi vengono anche
eletti rappresentanti. Però così i bianchi del sud si sentono defraudati, colpiti (ed in effetti in
parte lo sono dalle politiche che vengono adottate soprattutto nella prima fase di
occupazione militare del sud). Inoltre agli afro americani è stato promesso 10 acri e un mulo,
cioè è stata promessa terra e la possibilità di coltivare quella terra. Quindi questa storia
raccontata da Griffith racconta/descrive la storia del dopo guerra civile come un dopo guerra
in cui l’America è fratturata tra vincitori(nordisti) e vinti (sudisti) e questa rottura è possibile
riconciliarla (ed è questo che avviene) a scapito del “cattivo” che emerge nel dopo guerra
americano che è rappresentato dalla comunità afromamericana.
Il romanzo da cui è tratto il film è The Clansman , infatti il film è un’esaltazione del Ku Kluz
Klan(della sua nascita)esalta il Ku Kluz Klan come la forza capace di tenere gli
afroamericani al loro posto(in un contesto di frantumazione della legalità, degli uomini del
nord che hanno intenti punitivi nei confronti degli uomini del sud). Insomma il Klan viene
mostrato come l’unico che è in grado di proteggere i bianchi del sud e la civiltà.Quindi il Klan
viene esaltato addirittura nella copertina che pubblicizza il film (su slide).
Allora, questo film ci racconta gli Stati Uniti del 1860-!865/67, ma ci racconta anche gli Stati
Uniti del 1915. Nel 1915 si ha la riscossa dei valori del sud rispetto all’emancipazione (che si
è tradotta nell’apartheidossia, nel sud è garantito l’apartheidgli afroamericani sono
marginalizzati e soprattutto gli è reso molto difficile accedere ai diritti politici e civili ci sono
leggi che impediscono o rendono molto faticoso l’accesso al voto.
Quindi questo film legittima la storia degli Stati Uniti e la sua riconciliazione a danno di una
popolazione che viene considerata come una popolazione pericolosa, estranea e soprattutto
che minaccia la purezza del sangue.

È una trama molto complessa e appassionante che trae ispirazione da tutti i tòpoi(luoghi
comuni) della letteratura romantica, cioè:
 L’amore romantico tra i due giovani;
 Famiglie contrapposte che lottano tra loro, ma i loro figli si amano;

in particolare il film fa riferimento a un evento realmente avvenuto: nel 1871 la camera dei
rappresentanti dello stato della Carolina (dove la maggioranza è afroamericana) approva
una legge che consente i matrimoni interrazziali (fortemente ostacolata in seguito).
Griffith rappresenta nel film gli afroamericani con tutti gli stereotipi che li riguardano,
esplicitati nel modo più chiaro possibile(si tratta di un film palesemente razzista).  Quando
uscì il film ci furono molte polemiche negli Stati Uniti, il film fu boicottato dalle associazioni
per l’emancipazione degli afro americani, fu oggetto di contestazione (come Griffith stesso
che venne per l’appunto considerato un razzista).
Una delle scene più emozionanti per il pubblico è quella che vede il tentato stupro di un afro
americano nei confronti di una ragazza bianca, la quale pur di non vedersi portar via la
purezza decide di buttarsi da un dirupo. Questo episodio sviluppa poi l’ultima parte del film in
cui una delle parti fondamentali è proprio quella in cui l’afro americano viene catturato dal Ku
Kluz Klan e linciato.
Concludendo: questo film racconta come il cinema è diventato una forma di arte e di
intrattenimento consolidata e con delle solide basi sia dal punto di vista tecnico sia dal punto
di vista narrativo; E ci racconta anche della forza e dell’egemonia del cinema americano che
si manifesta proprio intorno a questi anni (dal 1915 in poi)non annichilendo le altre
cinematografie, ma sicuramente impedendo loro di affermarsi in territorio americano, e anzi
facendo sì che sia il cinema americano a diventare dominante in Europa nei decenni a
venire.
Le caratteristiche di questo film sono una delle ragioni del successo americano in campo
cinematografico, caratteristiche fra cui ad es. la capacità narrativa di trasformare la storia in
uno spettacolo con molteplici livelli di letture (può essere interpretata come un’opera di
intrattenimento, come un manifesto politico, come una storia d’amore).
Questa molteplicità di significati e di letture rappresenta una delle forze del cinema
americano a partire da questi anni, ed è frutto anche del grande investimento economico e
produttivo dietro questo tipo di forma di intrattenimento(dietro il cinema).

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