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TITOLO

CORSO
DI
VALUTAZIONE
D’AZIENDA
(Analisi di Bilancio)
A.A. 2020-2021
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Il bilancio d’esercizio rappresenta una fonte primaria di informazioni per
valutare le prospettive di investimento in una impresa; esso è “un
indispensabile ed insostituibile strumento di informazione esterna per le
imprese”. L’esigenza di una più efficace e immediata interpretazione dei
dati ha reso necessario l’impiego dell’analisi di bilancio.

L’analisi di bilancio è stata utilizzata negli Stati Uniti all’inizio del


secolo scorso per l’analisi del credito a breve termine, per poi divenire
uno strumento sempre più diffuso e oggetto di studio a livello
accademico.

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Ma chi sono i possibili soggetti interessati alle informazioni che
scaturiscono dall’analisi di bilancio? Essi sono i c.d. stakeholders
(portatori di interesse) che sono, in sintesi:

• i soci dell’impresa;
• i finanziatori esterni (es.banche);
• i fornitori;
• i clienti;
• i concorrenti;
• i dipendenti;
• lo Stato.

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L’oggetto delle analisi di bilancio è rappresentato dalla gestione
d’impresa osservata nei suoi diversi aspetti:

• finanziario riguarda la relazione tra entrate ed uscite. Si evidenziano


i bisogni di capitale e le relative modalità di copertura (aspetto della
liquidità);

•economico determina le relazioni esistenti tra costi e ricavi al fine di


valutare la redditività dell’impresa (aspetto della redditività);

•patrimoniale viene esaminata la relazione che sussiste tra capitale


proprio ed il capitale di credito (aspetto della solidità).

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Le analisi di bilancio possono essere distinte in vari sottogruppi, per
esempio in base ai soggetti che compiono tali analisi, possiamo
distinguerle in:

• interne, elaborate dal management aziendale ai fini del controllo di


gestione;

• esterne, sono condotte da soggetti esterni all’impresa (banche,


fornitori, concorrenti, etc.). Esse hanno per oggetto il bilancio
destinato a pubblicazione.

Le analisi esterne hanno una difficoltà ed un’importanza superiore a


quelle interne, infatti la dottrina aziendalistica ha dedicato alle prime
un interesse maggiore.
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Dal punto di vista temporale possono distinguersi in:

•retrospettive, analizzano la gestione passata sotto il profilo


economico, patrimoniale e finanziario;

•prospettive, cercano di prevedere i trend futuri per una


amministrazione per programmi e piani d’esercizio (es. i budget).

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CONSIDERAZIONI GENERALI SULL’ANALISI DI
BILANCIO

• Necessità di riclassificare il bilancio d’esercizio

• Riclassificare secondo un criterio di liquidità crescente

•Riclassificazione del conto economico

• Eventuali altre informazioni utili

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La distinzione dei valori dell’attivo tra IMMOBILIZZAZIONI e ATTIVO
CIRCOLANTE è definita sulla base del criterio della destinazione (le
immobilizzazioni sono valori patrimoniali destinati ad essere utilizzati
durevolmente). Inoltre le poste dell’attivo, cioè i singoli elementi
patrimoniali, dello stato patrimoniale “sono al netto delle eventuali poste
rettificative o rettifiche di valore (es. fondi di ammortamento, fondo
svalutazione crediti, fondo svalutazione titoli, etc.)”. Mentre dal lato del
passivo il criterio di classificazione è rappresentato dall’origine dei mezzi
di finanziamento necessari all’impresa: capitale proprio e mezzi di terzi.

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RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE

Ai fini della classificazione di bilancio la tecnica adoperata è quella del


c.d. CRITERIO FINANZIARIO o della REALIZZABILITA’. Esso
classifica le diverse poste in funzione del tempo necessario affinchè siano
convertite in moneta.

Quindi si seguirà il seguente schema:

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RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE
Immobilizzazioni
ATTIVO FISSO materiali PATRIMONIO NETTO
Immobilizzazioni
(voci che si trasforemaranno
immateriali (Capitale sociale, riserve ed utili, detratte le perdite di
in denaro in un periodo
immobilizzazioni esercizio)
superiore ad un anno)
finanziarie
PASSIVITA' CONSOLIDATE
ATTIVO O REDIMIBILITA' (voci che si trasformeranno in
Disponibilità
CIRCOLANTE esborsi in un periodo superiore all'anno)

(voci che si trasforemeranno Liquidità differite


in denaro in un periodo PASSIVITA' CORRENTI O ESIGIBILITA'
inferiore ad un anno) (voci che si trasformeranno in esborsi in un periodo inferiore
Liquidità immediate all'anno)

TOTALE INVESTIMENTI TOTALE FONTI DI FINANZIAMENTO

Il criterio adoperato in tale riclassificazione è quella della liquidità crescente.

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INDICI E MARGINI UTILIZZATI AI FINI
DELL’ANALISI DI BILANCIO

Ai fini dell’analisi di bilancio possiamo distinguere 3 classi:

• Indici di struttura patrimoniale

• indici di redditività

• indici di natura finanziaria

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INDICI DELLA STRUTTURA PATRIMONIALE

Indice di rigidità degli impieghi = ATTIVO FISSO / CAPITALE


INVESTITO
Indice di elasticità degli impieghi = ATTIVO CIRCOLANTE /
CAPITALE INVESTITO
Indice di patrimonializzazione = CAPITALE NETTO / CAPITALE
INVESTITO
Leverage = CAPITALE DI CREDITO / CAPITALE PROPRIO
Indice di struttura primario (autocopertura) = CAPITALE NETTO /
IMMOBILIZZAZIONI
Indice di struttura di struttura secondario = (CN + PASS. CONS.) /
IMMOBILIZZAZIONI
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INDICI E RELATIVI MARGINI

Il valore informativo dei due indici (l’indice-quoziente e


l’indice-differenza) è molto diverso in quanto il margine è
espresso in valore assoluto mentre il quoziente è espresso in
valore relativo. Benché le variabili determinanti dei due
indicatori siano le stesse, il secondo è più espressivo del primo
ai fini delle comparazioni nel tempo e nello spazio, in quanto
rappresenta gli equilibri relativi tra le classi di valori
considerate, ma non è influenzato dalla dimensione aziendale

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QUICK RATIO = (liquidità immediate + liquidità differite) / passività correnti

CURRENT RATIO = attività correnti / passività correnti

ACID TEST = liquidità immediate / passività correnti

CAPITALE CIRCOLANTE NETTO = attività correnti – passività correnti

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INDICI DI COMPOSIZIONE

Si esamina la composizione degli IMPIEGHI e delle FONTI DI


FINANZIAMENTO, al fine di accertare se i vari elementi del patrimonio
risultano tra loro equilibrati.
In tale tipo di analisi l’impresa deve “relazionarsi” con il settore in cui opera: una
banca presenta, nell’ attivo, un ammontare elevatissimo di crediti vs la clientela
(fidi concessi); un’azienda industriale ha una preminenza di immobilizzazioni;
etc.
Al fine di calcolare tali indici si rapporta il valore del singolo aggregato dello S.P.
al Totale delle fonti o degli Impieghi (Totale Attivo = Totale Passivo).
Si esprime, così, lo SP in termini PERCENTUALI.
Esempio:

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In particolare:
Immobilizzazioni % indica il grado di RIGIDITA’ dell’impresa
Totale impieghi

Meno il capitale è liquido, più la struttura è rigida.

Attivo circolante % Indica il grado di elasticità dell’impresa


Totale impieghi

Capitale proprio % è un indice di PATRIMONIALIZZAZIONE


Totale investimenti
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INDICI E MARGINI DI STRUTTURA

Per ogni indice esiste un corrispondente margine


Margine di struttura primario = CN – Immobilizzazioni > 0
Indice di struttura primario = CN / Immobilizzazioni > 1

Esprime la capacità di coprire gli investimenti fissi (a lungo termine) con il solo
capitale proprio (fonte di tipo permanente). Nella realtà è difficile che ciò si
manifesti.

Margine di struttura secondario = CN + pass. consolidate – immobilizzazioni > 0


Indice di struttura secondario = (CN + pass. Consolidate) / immobilizzazioni > 1

Evidenzia la capacità di finanziare l’attivo fisso con le fonti a medio-lungo termine. Se


l’azienda coprisse le immobilizzazioni con l’indebitamento a breve termine,
rischierebbe gravi squilibri finanziari e patrimoniali.

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INDICI E MARGINI DI TESORERIA

Margine di tesoreria primario = liquidità immediate – Passività correnti < 0 (in


genere), in teoria > 0;
Indice di tesoreria primario = liquidità immediate / Passività correnti < 1 (in
genere), in teoria > 1

Esprimono la capacità dell’azienda di far fronte ai debiti correnti mediante le


disponibilità di cassa. E’ molto difficile che ciò accada.

Margine di tesoreria secondario = Liq. Immed. + liquid. Differite – Pass. Correnti


> 0;
Indice di tesoreria secondario = Liq. Immed. + liquid. Differite / Pass. Correnti > 1;
L’indice di tesoreria secondario ed il correlato margine esprimono l’attitudine
dell’impresa a soddisfare gli impegni finanziari mediante quella parte di attivo
circolante costituita da liquidità differite e liquidità immediate. Vengono, quindi, escluse
le rimanenze, per le quali, pur facendo parte dell’attivo corrente, vi è minore certezza
nella loro trasformabilità in liquidità a breve termine.

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S.P. ALFA S.P. BETA S.P. GAMMA

Cassa 1000 Pas. Cor. 800 Cassa 100 Pas. Cor. 800 Cassa 0 Pas. Cor. 800
PN 200 Crediti 900 PN 200 Crediti 100 PN 200
Scorte 900

Il Current Ratio delle tre imprese è uguale 1,25 ma come si può bene notare il grado
di rischio delle tre imprese è completamente diverso.

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LE MEDIE DI SETTORE COME INDICI OBIETTIVI

Uno studio del Prof. Lev ( Industry averages as targets for financial ratios, in
Journal of accounting research, 1969) ha verificato l’ipotesi che le aziende
cerchino di modificare i propri indici finanziari per allinearli agli indici medi di
settore . La spiegazione razionale di questa ipotesi è che le aziende i cui indici
sono decisamente distanti dalle medie settoriali verranno viste con
preoccupazione dagli investitori, a meno che non vi siano valide ragioni per lo
scostamento.
Per esempio l’Autore osservò che la differenza tra il rapporto mezzi propri
/passività totali di una singola azienda e quello medio di settore diminuiva del
30% in un anno.

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