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GRANDI FESTE CON FUOCO .

primo tempo
PRIMO ATTO
SCENA UNO - DSNS - Il Teatro del
Tempo
Mezza sala. Annuncio dagli altoparlanti, a sipario
chiuso.
ANNUNCIO
In diretta dagli studi di via Asiago a Roma
trasmettiamo "GRANDI FESTE: un programma sulle persone
che amiamo di più". Di Lorenzo Carapocci e Vittorio
Golla con Sabrina Guidi. In redazione Paola Contello.
Si apre il sipario

Ultimo piano di una casa al centro storico di Roma


con una finestra in fondo, aperta su una terrazza.
L’ambiente fa pensare più a un allo studio di un
architetto che a quello di uno psicologo. A destra
una libreria con fascicoli e hard disk davanti ai
libri. Sul tavolo scatole con immagini, piatti di
frutta e videocamere nella custodia, abbastanza
ordinate. La parete di sinistra si apre su una
scala a chiocciola che arriva dal piano di sotto.
Quadri ad olio di pappagalli, disegni, bozzetti e
poster alle pareti. Sul soffitto inclinato degli
specchi moltiplicano la luce. Al centro una
scrivania con due grandi computer poggiati per
obliquo a destra e sinistra, vicino agli
altoparlanti. Due sedie dietro il tavolo pieno di
libri e tutti gli strumenti per una centralina di
montaggio. In alto davanti al tavolo un grande
schermo trasparente. Due poltrone e un sofà
coperto da un tappetino per cani. Per terra tre
mangiatoie colorate per cani.
Otto, in piedi con un piede ingessato, appoggiato
al centro del tavolo guarda in alto verso lo
schermo trasparente sospeso a mezz’aria tra il
tavolo e il boccascena. Il pubblico vede con lui,
in collegamento web, il primo piano dei due
conduttori dello studio radiofonico.

Lo studio Rai è allestito in fondo alla platea o


in un palco di proscenio o addirittura nel foyer
(secondo la struttura del teatro).
I due giornalisti, Vittorio e Sabrina, sono dietro
un tavolo sul quale poggiano tre microfoni su asta
e due computer. Un targa luminosa con su scritto
ON AIR si accende quando il programma va in onda.
Tutti attendono la fine della sigla per prendere
la parola.

(CONTINUA)
(SEGUE) 2.

VITTORIO
Buonasera, amici ascoltatori. Benvenuti a Grandi Feste,
un programma per ringraziare le persone che ci hanno
resi felici. Vi ricordiamo che potete intervenire per
telefono o per mail: grandifeste.rai@it. E benvenuto al
nostro nuovo ospite Otto Rosati, che per questi due
giorni sarà con noi ma al telefono.
OTTO
Salve Vittorio. Salve Sabrina.
SABRINA
Ci spiace che Lei non sia qui con noi. So che è per via
di un incidente in bicicletta.

OTTO
Un incidente ridicolo e assurdo. Mi ha urtato un
ragazzo che portava in mano un piatto di mozzarelle. Ma
il mio sabotatore interno non è riuscito a fermarci: mi
dovranno operare ma intanto siamo qui!

VITTORIO
Otto, ma potevi anche raggiungerci a via Asiago con la
gamba rotta e uno dei tuoi pappagalli sulla spalla.
OTTO
Da perfetto pirata!
VITTORIO
Dovete sapere che il nostro ospite è amante dei Cacatoa
con i quali fa praticamente tutto... ci parla, ci
gioca, ci lavora, ci viaggia... Mentre in realtà Otto è
regista e psicodrammatista...
OTTO
(scherzando )
Falso! Falsissimo! La mia vera professione è
al-le-va-to-re di cacatoa.

VITTORIO
E va matto per imprese spericolate. Venti anni fa
riesce a portare lo psicodramma in televisione con
Rai3. Il programma si chiama "Da Storia nasce Storia".
E diventa un piccolo cult...

SABRINA
Ieri ho visto su You Tube qualche scena degli
psicodrammi e ho una domanda... è davvero improvvisato
o c’erano degli attori e delle prove?

OTTO
Tutto improvvisato. Niente testi. Il testo sono le
persone. Come qui, ora alla radio: non sappiamo cosa ci
succederà stasera con gli spettatori che interverranno.

(CONTINUA)
(SEGUE) 3.

SABRINA
Capito, caro Vittorio? Siamo anche noi psicodrammatisti
e non lo sapevamo.
VITTORIO
A cosa stai lavorando in questo momento, Otto?
OTTO
Alla realizzazione del primo teatro italiano di
psicodramma: "Il Teatro del Tempo".

SABRINA
Perché questo nome da fantascienza?
OTTO
Si tratta di un laboratorio per la terapia dei traumi.
Uno spazio che elabora situazioni e ruoli con codici e
tecniche che vanno al di là delle parole.
SABRINA
Al di là delle parole? In che senso?
OTTO
Che fa leva su immagini ed emozioni. Il progetto parte
dalle nuove scoperte della psiconeurolgia sulla genesi
dei traumi. Ma non voglio dire altro.
VITTORIO
Infatti sembra un tema molto complesso. Ne parleremo
un’altra volta. Oggi sei qui con noi per parlare
d’amore e di feste. Giusto?
OTTO
Infatti. Io oggi sono venuto a ringraziare due persone
care nello stile di Grandi Feste. E partirei proprio da
una grande Festa al Teatro Carignano del 1992 dove loro
fecero festa a me per il lancio del mio primo programma
televisivo. Queste due persone care, anzi carissime
sono Fernanda Pivano e Aldo Carotenuto. Una grande
scrittrice e un grande psicoanalista.

VITTORIO
Bene. Benvenuti a bordo! E allora dedichiamogli subito
una canzone.
SABRINA
Ornella Vanoni: "Rossetto e cioccolata". Leggermente
vintage come un pirata zoppicante ma sempre una grande
canzone.
ORNELLA VANONI: ROSSETTO E CIOCCOLATA 3:38
4.

SCENA 2: OTTO AL CELLULARE


La targa ON AIR si spegne. Tutti si tolgono la
cuffia. Otto allontana la sedia a rotelle dalla
scrivania, tira fuori il cellulare e fa una
telefonata.

OTTO
Bene, bene, sì. C’è l’intervallo musicale. Volevo dirti
se prima di tornare compri una busta piccola di
croccantini... al pollo... Ce li hai i soldi? No, no:
con l’antidolorifico mi addormentavo. Nella diretta ci
vuole adrenalina... Poi la risentiamo insieme
stasera... Questo sì che è un ottimo programma...
Certo, un programma senza slip è sempre meglio. Ti
saluto che adesso ricominciamo. Bacio.

Mentre va avanti la telefonata di Otto, Vittorio


nell’angolo dello studio Rai consulta la posta del
computer mentre parla con Sabrina. Le due scene si
sovrappongono fino all’inzio della scena
SCENA TRE: skype 2

VITTORIO
Sabrina cerca di non irritarlo perché lui su certe cose
diventa un po’ stronzo. Lo conosco.
SABRINA
Ma cosa gli ho mai detto di irritante, scusa?
VITTORIO
Beh! L’immagine del Pirata zoppo Vintage non è tanto
simpatica.

SABRINA
Ma che analista è se si offende per così poco, scusa?
Comunque va bene: sarò sempre dolce, il più dolce degli
echi. Ora te lo chiamo...
VITTORIO
No lascia, ci parlo io.
OTTO torna in scena. Si rimette la cuffia e
riprende la connessione con lo studio. Intanto
Vittorio ha stampato una mail e la tiene in mano.
5.

SCENA QUATTRO: skype - Sogno di


Rosenkavalier

VITTORIO
Pronto, Otto? Sono già arrivate tre mail. Non ci
crederai ma c’è un violinista che aveva partecipato al
programma a "Da Storia nasce Storia"...
OTTO
Un violinista?
VITTORIO
Sì, e domanda perché hai fatto altre serie.
OTTO
E chi lo sa? Comunque, Vittorio, oggi c’è in programma
Nanda. E Nanda sia. Ah! Senti: volevo dirti una cosa: è
un peccato che non si possono vedere tutte le
fotografie che ho tirato fuori!
VITTORIO
Mettile in una pagina del vostro sito. Possiamo dirlo a
chi è interessato così se le va a vedere.
OTTO
Ahhh... Ottimo. Grazie.

VITTORIO
Ma sì. Ormai i rapporti tra web e radio sono normali.
Si può fare di tutto. Cominciamo?
OTTO
Va bene, andiamo.
La canzone è terminata. Il programma riparte.
SCENA CINQUE - Festa al Carignano
VITTORIO
Allora Otto. Hai parlato di Fernanda Pivano e Aldo
Carotenuto.
OTTO
Due grandi figure, sì. Due persone che col loro esempio
mi aiutarono a relizzare un’impresa che sembrava
impossibile.
VITTORIO
Con chi vuoi cominciare?
SABRINA
Abbiamo due schede biografiche e anche delle foto che
potete vedere sul sito www,plays.it alla pagina "Grandi
Feste".

(CONTINUA)
(SEGUE) 6.

OTTO
Con Fernanda.
SABRINA
Allora leggo la scheda. Fernanda Pivano (1917-2009) ha
tradotto e introdotto in Italia quattro generazioni di
scrittori americani da "Antologia di Spoon River", il
libro di poesie più venduto in Italia, fino a Bukowsky
passando per i Beat e gli Yippies. Amica di personaggi
come Ernest Hemingway e Allen Ginsberg, Harold Brodkey.
Alla sua raccolta di 40.000 libri e autografi Luciano
Benetton nel 2001 ha dedicato una Fondazione Biblioteca
a suo nome. Su di lei sono stati girati quattro docu
film. Il primo dei quali è tuo: Generazioni d’amore.
SABRINA
E poi c’è Aldo Carotenuto (1933-2005) psicoanalista e
docente universitario che ha imposto in italia il
pensiero di Jung. Autore di numerosi best seller di
psicologia tra cui Diario di una segreta simmetria su
Sabine Spielrein amante di Jung e allieva di Freud, da
cui sono stati tratti libri, commedie e film tra cui
Prendimi l’anima di Faenza e Un metodo pericoloso di
Cronenberg.
VITTORIO
Allora, Otto, chi dei due festeggi per primo?
OTTO
Fernanda perché ho voluto molto bene a Carotenuto ma
lei l’ho proprio amata. Anche se entrambi hanno avuto
per me la funzione di Life Giver come Neville
Symington la chiama nei suoi libri sul narcisismo.

VITTORIO
Life Giver?
OTTO
Portatori di vita, forza e felicità... Pivano e
Carotenuto hanno svolto per me la funzione riflessiva
del Sé di cui parlano Fonagy e Target. Forse parlo in
psicanalese ma è più forte di me.
VITTORIO
Basta tradurre: che vuol dire "Funzione riflessiva"?

OTTO
Meglio essere figlio di un piccolo calzolaio che ti
ammira e ti stima piuttosto che essere figlio di un
imprenditore di successo che non ti vede e non ti dà
attenzione.

(CONTINUA)
(SEGUE) 7.

SABRINA
Il discorso è chiaro e ci fa riflettere. Queste cose
andrebbero insegnate a scuola. Direi di fare uno stacco
musicale.
OTTO
Certamente.
2. FRANK SINATRA, "MY WAY".

SCENA SEI Skype


Mentre alla radio va in onda la canzone, OTTO
passa a un altro computer e chiama lo studio su
Skype.

VITTORIO
Tutto a posto, Otto?
OTTO
Certo. A parte Sabrina, sì.

VITTORIO
Perché? Che ha detto?
OTTO
Credi che continuerà sul tono del Pirata Vintage?

VITTORIO
Perché, che ha detto?
OTTO
O niente. Il vero problema è che le cose più belle su
Nanda non le posso dire.
VITTORIO
Perché? Dille invece.
OTTO
In questa storia tutto l’amore va represso, rimosso,
forcluso, cancellato. Ma l’amore invece salta da un
ramo all’altro come uno scoiattolo. Non sta fermo.
VITTORIO
Tu hai avuto anche uno scoiattolo, giusto?
OTTO
Una coppia di kalosciuri rossi e neri con una coda
grande e bellissima che faceva impazzire Nanda. Lei lo
chiamava "il bestiolino". Senti: un giorno che arrivo
da un viaggio, entro nel giardino e lo vedo che è
scappato dalla gabbia e si è arrampicato sull’albero di
arance. In quel momento Nanda socchiude... no... come
si dice quando uno apre una porta un poco?

(CONTINUA)
(SEGUE) 8.

VITTORIO
Che apre la porta un poco.
OTTO
Nanda apre un poco la porta. Io entro e la vedo: sembra
la Venere di Botticelli e indossa solo una collana
degli indiani Navaho fatta di vetri e piume colorate
lunga fino ai piedi. Non ti puoi immaginare la
bellezza. Tra lei dentro e lo scoiattolo fuori, scelgo
di stare con lei. E un’ora scopriamo che lui è
rientrato da solo dalla compagna.

VITTORIO
Una storia così la dovresti scrivere.
OTTO
Che peccato che non le ha scritte lei. Sarebbe stato il
suo libro più bello.
VITTORIO
Soprattutto il più vero.

OTTO
Il primo anno, nel 1972, in un alberghetto dietro i
Fori quando scendiamo per la colazione c’è un cameriere
che mi dà una gran pacca sulla spalla e ridacchia:
"Bravo! Che ce l’ho vista stamattina ’a signora che
annava ’n giro muro-muro, tutta piegata in due, mezza
scarcagnata piegata in due sui marmi. Me congratulo,
signo’... Bravo eh! Che ve porto, er caffè?"
VITTORIO
E lei?

OTTO
Lei scoppia a ridere. Però quello stesso giorno le
rubano dall’automobile una borsa col manoscritto di un
nuovo libro che doveva consegnare a Einaudi a via
Gregoriana: "Cronache del Nuovo Sesso" di cui non c’era
nessuna copia in carta carbone come si usava fare ai
tempi. Poi qualcuno telefona all’albergo e promette di
restituirci il libro in cambio di una donazione a un
orfanotrofio. Cosa che noi facciamo subito ma la borsa
con le "Cronache del Nuovo Sesso" non la vediamo mai
più.

VITTORIO
E’ una storia freudiana.
OTTO
Ah sì. E’ come un frattale: c’è dentro tutto. Tutto.

OTTO ritorna al primo computer e si sintonizza con


lo studio. La canzone è arrivata alle ultime note.
9.

SCENA SETTE - L’incontro all’Hotel


Hassler

SABRINA
Parliamo di Fernanda Pivano e Aldo Carotenuto due
grandi italiani che Otto ricorda con gratitudine.
OTTO
Sì. Il loro esempio di professionalità e successo me lo
porto dietro dal 1972. Per il lancio del libro "Beat
hippie yippie", mi chiamano ad intervistare la mitica
Fernanda Pivano. In quel momento lei è in crisi grave
col marito Ettore Sottsass jr., il grande architetto e
designer che ha una storia con una ragazza
spagnola del suo studio che sembra l’ombra di
Fernanda: bruna, silenziosa, sconosciuta, introversa.
Fernanda è disperata e i suoi amici cominciano a
preoccuparsi. Tutti i giorni arrivano lettere e
telefonate anonime. In quegli anni va in scena un
tentato suicidio sventato da Sottsass che dopo gli
viene una misteriosa paralisi isterica.

VITTORIO
Perché dici che va in scena?
OTTO
Perché avviene in un bagno di servizio con la porta a
vetri. Tra noi ci sono trentatre anni di differenza ma
io non ho mai visto, nemmeno al cinema, una donna come
lei che, oltre ad essere geniale e creativa è pure
bellissima e intelligente.

SABRINA
Tutti questi "issimi" nonostante la sua crisi
matrimoniale?
OTTO
La sua crisi per me resta sullo sfondo. Io ho già
conosciuto altre donne in crisi. Anzi sempre e solo
donne in crisi, a dire il vero. Ma in loro c’era la
crisi e basta. Fernanda invece mi folgora.Quello che
dice e come lo dice, per me è straordinario.
SABRINA
Addirittura ti folgora! Il pastorello scalzo davanti
all’apparizione della Dea?
OTTO si innervosisce e scaglia per terra una
penna.

OTTO
Fernanda è più che una donna. E’ un territorio pieno di
meraviglie e io sono un drone che ci vola sopra con
quattro videocamere col grandangolare.

(CONTINUA)
(SEGUE) 10.

SABRINA
Mi auguro che ogni tanto atterravi!
OTTO
Grazie a Dio ero in analisi e leggevo molto. Facevo
yoga, giocavo a calcetto e a tennis. Studiavo e
lavoravo. Non ero un pastorello col flauto e le
caprette.
SABRINA
Certo. Non volevo dire qusto. E dove vi siete
incontrati?
OTTO
A Roma, all’Hotel Hassler a Villa Medici. Sono le
quattro e splende il sole e io salgo Trinità dei Monti
tra le azalee in fiore emanando energia e fiducia nella
vita. Entro nel bar dell’albergo con Raimondo Biffi,
l’editore di Arcana, che mi porta a intervistare la
Pivano, nella speranza che succeda esattamente ciò che
succederà. Lui in giacca e cravatta e magrissimo:
sembra un incrocio tra Rupert Everett e un campanile.
Io sono un po’ a disagio...

SABRINA
Solo un po’?
OTTO
Allungo la schiena per sembrare più alto. Tra l’altro
sono i miei ultimi giorni di servizio militare in
aereonautica e sono in divisa da sottotenente.
SABRINA
E vai all’intervista col berretto in testa?

OTTO
Sotto il braccio. Biffi mi presenta alla Pivano dicendo
che voglio intervistarla per "Il Mondo". Io le faccio
il baciamano militare sbattendo i tacchi. Come ho visto
fare a De Sica alla Lollobrigida in "Pane Amore e
Fantasia" dove De Sica è un Maresciallo dei Carabiniei.
La Pivano chic e misteriosa è seduta su un divano
enorme: sta bevendo dell’acqua Perier e me la offre. E
io dico in tutta serietà: "Grazie ma non bevo in
servizio".

SABRINA
Noooo! Ma mica eri all’aeroporto!
VITTORIO
Oddio! Non era mica whisky!

(CONTINUA)
(SEGUE) 11.

OTTO
L’editore si precipita a dire che sono un giovane
scrittore, allievo di Juan Rodolfo Wilcock. E io
puntualizzo: "Rodolfo Wilcock... sa... l’allievo di
Borges!" Fernanda non fa una piega e dice: "Uh, uh! E
tu vai con le ragazze o coi ragazzi?". E io, non so
come, rispondo: "Io non vado. Porto in volo."
VITTORIO
Molto pilota dannunziano...

SABRINA
Assurdo.
OTTO
Per fortuna Fernanda scoppia a ridere e ride anche
l’editore. Dice "Ma allora tu sei uno di quei nuovi
fanatici cool!". Non ho mai capito che voleva dire.
VITTORIO
Che eri un tipo freddo che va sul mentale.

OTTO
Figurati! Altro che cool. Ero in una mezza trance e mi
sembrava che qualcuno-qualcosa parlasse al posto mio.
SABRINA
Un pilota automatico...

OTTO
Esattamente. Come la prima volta che a New York entro
nel teatro del Beacon Institute di Moreno. Nel momento
che Zerka Moreno mi vede, mi invita: "Otto, come upon
the stage and present yourself in a psychodramatic
way!". Io vengo dallo psicodramma lacaniano dove si sta
fermi inchiodati sulle sedie, perciò non so proprio che
fare. Salgo sul palco nel totale vuoto mentale e - non
so come - comincio a muovermi come un orso marsicano
che vaga tra le montagne abruzzesi finché arrivo a
Sulmona dove sono nato. Ovidio, il poeta autore delle
Metamorfosi, mi dà una scatola di confetti da portare a
un gruppo americano di psicodramma. Che vi devo dire?
Un trionfo! Era giugno ma quando uscimmo dal teatro
nevica a Beacon. Mai successo prima. E una psicologa
argentina del gruppo mi porta a letto in camera sua.

SABRINA
Un vero piacione italiano. Dottor Otto, sei pericoloso:
diamoci del Lei!
VITTORIO
Torniamo all’intervista con Fernanda al Grand Hotel
Hassler.

(CONTINUA)
(SEGUE) 12.

OTTO
Biffi ci lascia soli. Comincio l’intervista e mi si
blocca il registratore. Saliamo in camera da lei che ne
ha uno suo di riserva ma si rompe pure quello e allora
io dico: "Stia calma, signora. Ci penso io." E li
aggiusto tutti e due.
VITTORIO
Complimenti.
OTTO
Dopo mesi di interviste e tante bottiglie di
Perier... scopriamo che ci piace molto stare insieme
litigando in continuazione.
VITTORIO
Litigando su che?

OTTO
Tutto. Sui suoi scrittori e poeti alcolizzati di cui io
in realtà so poco o niente ma che accuso di non
pensarla come Bertrand Russell o Bernard Shaw. Non mi
sembrano abbastanza logici e razionali!

SABRINA
Ma come? Bernard Shaw e Russel alla regina dei Beat!
OTTO
(ridendo)
Lo so, lo so. Se penso oggi a quanto ero... presuntuoso
e acerbo mi sento a disagio.
SABRINA
Filosofi e matematici contro Hippies: non c’è partita.

VITTORIO
Fino a un certo punto però: Russell si fece mettere in
galera a ottant’anni perché faceva le marce contro la
guerra e le armi nucleari.

OTTO
E poi, ragazzi... in fondo ho solo 22 anni. Che volete
da me?
SABRINA
Già. Difeso dalla divisa, potevi dire tutto.

OTTO
Perbacco: questa è una vera interpretazione analitica!
Complimenti.

(CONTINUA)
(SEGUE) 13.

VITTORIO
Sabrina: ognuno di noi usa quello che ha!
SABRINA
(acida)
A quanto pare a lui gli riesce benissimo.

OTTO
Comunque, tra una discussione e l’altra con Fernanda,
dopo qualche settimana, decidiamo di prendere una casa
insieme nel palazzo di Trastevere (la Kasbah dei suoi
romanzi) dove, un anno prima, abitavo da solo. Io
collaboro a "Il Mondo". Ho già intervistato Ennio
Flaiano, Paolo Poli, Aldo Fabrizi e persino Marlene
Dietrich... e per pagare l’affitto scrivo pure per un
giornaletto di musica che si chiama "Ciao 2001".

VITTORIO
Me lo ricordo. Ci lavorava Dario Salvatori. Sembra
incredibile: 2001 si riferiva al nuovo millennio a
venire. Come "Odissea nello spazio" di Kubrick.
OTTO
Così, a via lungara (mentre Fernanda mi dice: Tesoro,
tu sei bravo in questo, un disastro in quest’altro e
devi imparare che...) faccio anche io da "Life Giver" a
lei che va su e giù da Milano inseguita da poeti beat
con la chitarra che arrivano con l’autostop per farle
leggere i loro manoscritti. Loro mezzi nudi, lei
vestita benissimo. Loro con lo spinello, lei con la
sua minerale Perier. Loro col profumo di marjuana, lei
di Caleche.
SABRINA
E tu?
OTTO
Io mi lavo e basta. Nanda viene a Roma anche due volte
a settimana portando il carisma di chi ha tradotto
quattro generazioni di scrittori americani, il suo
snobismo per l’università, un turbinio di libri e di
musica. E il suo bisogno esagerato di dare e prendere
amore. Anche se, come quella scema di Marylin, più
tutti la amavano, più lei scherzava "Nobody loves
me"... fino a farsi male.

SABRINA
Scusa ma in che senso Marylin Monroe sarebbe scema?
OTTO
A parte che Marylin certamente non era una gran mente,
voglio dire... una persona è tanto infelice quanto
crede di esserlo. Cosa che nel 1972 non so ancora: per
(CONTINUA)
(CONTINUA)
(SEGUE) 14.

OTTO (SEGUE)
me gli altri sono infelici se io non faccio abbastanza
per loro.

VITTORIO
Allora sei messo male!
OTTO
Malissimo. Sto ancora cercando di guarire. Vengo da una
famiglia normal-normotica, ma pure generosa e onesta.
leggo in continuazione. Sono ingenuo ma mi do sempre un
sacco da fare per migliorare le cose.
VITTORIO
Che cose?

OTTO
Tutte. In generale. Del resto quell’età un ragazzo è
così pieno di forza che dà qualcosa anche quando la
prende. Conoscere la Pivano è tra l’elettroshock e
un’epifania. Non parlo del personaggio Fernanda Pivano
con le sue mille luci e le sue cento ombre. Parlo della
mia Nanda.
SABRINA
Devo riconoscere che le stai davvero facendo Grandi
Feste.

VITTORIO
Le merita.
SABRINA
E Fernanda che dice?
OTTO
Parla. Suona. Nanda, quando racconta i suoi amici
scrittori (Hemyngway, Pavese, Bukowsky, Gertrude Stein,
Ungaretti, Ginsberg...) usa la voce come si suona un
pianoforte. E poi muove il volto e le braccia da Grande
Attrice. Usa bene tutto, anche la semplicità. Come
niente ti dice: "Ieri sono andata a prendere il the da
Eusebio".
SABRINA
E chi è Eusebio?
VITTORIO
Eugenio Montale.
OTTO
Sì. Come io dico: "Ieri ho giocato a calcetto". Nei
suoi racconti ci sono i viaggi, le descrizioni,
l’entusiasmo. C’è lei, ci sono i personaggi, il sapore
dei tempi. C’è tutto. Tutto.

(CONTINUA)
(SEGUE) 15.

VITTORIO
Questo si vede bene in un brano del tuo film
"Generazioni d’amore" dove Fernanda parla di Bob Dylan
con Tito Schipa jr. Tra l’altro qui Nanda formula una
delle sue idee geniali: fa un accostamento tra Dylan e
Verdi. Sentiamolo.
SCENA OTTO DA GENAMORE TITO E NANDA
SU DYLAN
NANDA
Eh, sì. Era già tutto una leggenda!

TITO
New York non parlava d’altro...
NANDA
Non si parlava d’altro. C’era questa grande leggenda
intorno a lui. E lui era lì con tutti i suoi capelli
cotonati, che mangiava come uno scoiattolo con le mani,
in questo ristorante giapponese. E ogni tanto guardava
me con molto sospetto perché non capiva chi fosse
questa bestia che si era ritrovato al tavolo. E
parlavano soprattutto delle marce contro le guerre che
c’erano in Vietnam in quei giorni a Oakland.
L’argomento base di della serata era stato questo....
Avevo sentito "Mr. Tamburine" ad un juke-box la sera
prima, in un bar di San Francisco perché Ginsberg si
era inginocchiato con me davanti al juke-box, e mi
leggeva lui i versi, via via che lui li cantava, perché
io non avrei capito niente. Era incomprensibile. Lui da
principio cantava in una maniera incomprensibile! Lui
si era fissato sopra la chitarra l’armonica a bocca. E
in più si era fissato un fil di ferro fatto con una di
quelle grucce delle tintorie che ci sono in America, di
fil di ferro. E si era fatto una cosa per reggere il
joint. Perché lui toccava la armonica una volta a
destra e una volta a sinistra; ed era tutto ricoperto
di cenere... Questo potere di trasmissione di coscienza
che aveva Bob Dylan, era lo stesso potere di
trasmissione di coscienza che aveva Verdi...
SCENA 9 che anima?
SABRINA
E la Pivano come scrittrice ha un suo metodo di lavoro?

OTTO
Scrive di pomeriggio dalle 13 alle 20 e qualche volta
anche la sera e la notte. Ma in un certo senso lavora
sempre. Nanda è il suo lavoro, anche quando si veste o
sale sul taxi o risponde al telefono. Questo lo imparo
da lei e da Carotenuto. Questa identità professionale a
(CONTINUA)
(CONTINUA)
(SEGUE) 16.

OTTO (SEGUE)
360 gradi è una cosa difficile da spiegare a parole ma
si vede in certi punti del nostro film.

VITTORIO
In che momenti lei ti piace di più?
OTTO
Quando si mette il borotalco. Vado pazzo per i suoi
pigiamini rosa di flanella. Sono peggio di
giarrettiere.
SABRINA
Obiezione! Se la Pivano era una grande professionista
che lavorava sempre perché ne parli come se fosse una
donna fatale?
OTTO
A parte che anche le Grandi Fatali lavorano sempre,
Fernanda è tutte e due le cose. Ed è questo che ti fa
impazzire d’amore. Lei tiene molto la testa sulle
spalle. Più di noi tre messi insieme e moltiplicati per
dieci. D’altra parte è quel tipo di donna fascinativa
su cui un uomo proietta l’archetipo Anima di cui
parlano Jung e Hillmann.
SABRINA
Cioè? Che vuoi dire con Anima?
OTTO
La parte femminile dell’uomo che ai tempi di Jung era
ancora molto inconscia e vista per proiezione sulla
donna.
Dalla piastra elettrica inizia a uscire il caffè
che ribolle ma Otto non se ne accorge.
VITTORIO
Ma secondo te Fernanda voleva provocarla questa
proiezione di Anima?
OTTO
Molte donne attirano la proiezione di Anima da parte
degli uomini in automatico. Ma alcune donne di successo
sanno attivare il meccanismo ad arte.
SABRINA
Infatti noi donne siamo molto più empatiche.
OTTO
Ma no. Ti sbagli. L’empatia e il sentimento con Anima
non c’entrano niente. Anzi è il contrario dell’empatia.
In questi casi le donne non hanno la minima idea di chi
sia davvero un uomo. Anzi se ne fregano.

(CONTINUA)
(SEGUE) 17.

SABRINA
Otto, sinceramente, tu ami le donne?
OTTO
In questo preciso momento no. Tra un minuto magari sì.

VITTORIO
Lui vuole dire che se tu porti delle lenti a contatto
rosa e non lo sai, tua moglie ti sembrerà rosa. Anima
sono le lenti colorate sul naso dell’uomo.

OTTO
Certo! Nanda conosce l’arte di attivare la proiezione
di Anima da parte degli uomini. Faceva Anima, sembrava
Anima ma non era Anima. Se lei fosse stata Anima non
avrebbe scritto. Avrebbe sognato, come sogna la Bovary
o la povera Blanche in Un Tram che si Chiama Desiderio.

Otto si gira e corre finalmente a tirare fuori la


caffettiera dalla piastra elettrica. Si scotta le
dita e la fa cadere per terra. Soffoca
un’imprecazione e torna al tavolo facendo finta di
niente. Il caffè è rovesciato per terra. Tutto
questo avviene mentre parla.
VITTORIO
(allarmato dal rumore entrato nel
microfono)
Tutto bene? Ci sono problemi?

OTTO
Tutto a posto.
VITTORIO
Otto, c’è al telefono un ascoltatore. Dice che ti vuole
fare una domanda "junghiana".
OTTO
Sentiamo.
SCENA 9 junghiano doc

JUNGHIANO DOC
Buonasera, dottore. Senta, io ho fatto una lunga
analisi junghiana a Zurigo e so sulla mia pelle perché
Jung diceva: "Anima è ciò di cui gli altri ridono". Io
per esempio sono schiavo d’amore per un’escortina che
vedo ogni tanto a pagamento...
OTTO
Per forza, se è un’escortina...

(CONTINUA)
(SEGUE) 18.

JUNGHIANO DOC
...anzi quasi col tassametro, eppure - non ci crederà -
in certi momenti mi sembra tanto fragile, mi commuove e
mi spezza il cuore.

OTTO
Ci credo, ci credo.
SABRINA
Naturalmente, scusi. Anche lei è un essere umano,
povera ragazza.

JUNGHIANO DOC
Solo che poi diventa infame, volgare, avida, aggressiva
e inumana. Perciò ogni tanto mi dico: "Stai tranquillo,
Oreste... dietro di lei c’è la tua Anima. Se la ragazza
fa troppo la dura liberati di lei e ritroverai Anima in
forma migliore una ragazza migliore".
OTTO
Ma mi dica: qual è la Sua domanda?

JUNGHIANO DOC
Ecco: come Lei sa. Jung e Von Franz nei loro libri
scrivono che Anima si articola in quattro modi
principali: Elena (la bellezza), Sophia (la
saggezza), Maria (l’amore puro) e Kundri (la sirena
seduttiva che porta l’uomo alla rovina). Giusto?

OTTO
Più o meno... E la Sua domanda?
JUNGHIANO DOC
Allora vorrei sapere: che immagine di Anima costellava
la signora Pivano?
OTTO
Ho capito. (Pausa) Direi che Fernanda modulava negli
uomini gli archetipi di Elena e Sophia perché era una
donna bella, forte, sapiente e intelligente. Non
Kundri e non Maria... Ma forse mi sbaglio. Adesso sto
raccontando la prima parte della nostra storia ma negli
ultimi anni, invecchiando, Fernanda avrebbe fatto molto
leva sulla Santa in Lacrime. Cioè Maria a lutto.
VITTORIO
E Kundri, la dimensione distruttiva e fascinosa
di Anima: Lulu, l’Angelo Azzurro, Madame Bovary,
Carmen, Viale del Tramonto?
SABRINA
Scusate ragazzi, ma poi parliamo anche della parte
distruttiva di voi uomini?

(CONTINUA)
(SEGUE) 19.

VITTORIO
Ne parliamo dopo, Sabrina. Tranquilla.
OTTO
No. No. Kundri non la vedevo mai. Non c’era. Anche se
diceva sempre: "Giuro che se rinasco, voglio rinascere
puttana" la Pivano era una che lavorava dal mattino
alla sera. Mentre Kundry non legge e non lavora e non
pensa nel senso vero e proprio del termine.
JUNGHIANO DOC (DI FRETTA)
Va bene. Tale e quale alla mia prima moglie, allora.
Grazie. Buonasera.
SCENA DIECI
VITTORIO
Io ricordo che le rare volte che Nanda dice una
sciocchezza, lì per lì, tu resti a bocca aperta per la
classe con cui la dice. Abilissima. Come lo vogliamo
chiamare? Effetto Pivano?
OTTO
Sì. E questo effetto Pivano succedeva non solo con gli
innamorati ingenui ma anche con scrittori, artisti e
uomini di cultura...
VITTORIO
Come no! Ricordo una volta a Napoli: presentano "Amici
Scrittori" e scoppia una discussione a proposito di
Easton Ellis tra lei e il direttore del Mattino. Io mi
trovo lì per un telegiornale. Fernanda ha torto marcio
perché la sua tesi che Ellis sia rivoluzionario come
Kerouac è insostenibile. Eppure, esauriti gli argomenti
veri e propri, Fernanda passa dal piano delle parole a
quello dei volteggi melodici di voce con un suo
sorrisetto speciale. Alla fine vince lei. Ha messo il
direttore del "Mattino" k.o. e lui la applaude anche!
SABRINA
Grande! Sai che ti dico: il fine giustifica i mezzi.

OTTO
E già. Però, come dice Norberto Bobbio, cosa giustifica
il fine? A Roma, gli unici a non cadere in questa
fascinazione sono i trasteverini più ruspanti come il
portiere Gustavo. Della Kasbah.
VITTORIO
In che senso?

(CONTINUA)
(SEGUE) 20.

OTTO
Nel senso che lui si inchina solo in Chiesa davanti
alla Santa Patrona degli Ortolani.
VITTORIO
E il tenentino?
OTTO
Il tenentino accanto alla Pivano tocca il cielo con un
dito, rincretinito e innamorato.

SABRINA
Quindi ti contraddici!
OTTO
Certo. Mica ci si innamora per avere ragione.

VITTORIO
Ma in quel periodo Fernanda vive a Roma o a Milano?
OTTO
A noi romani lei dice sempre che va a Milano per
guadagnare i soldi che spende a Roma.
SABRINA
E allora perché nei Diari pubblicati da Bompiani dice
che era tutta una farsa? Che Sottsass la costringeva ad
andare a Roma perché lui andava a Barcellona dalla sua
ragazza selvaggia. La farsa Roma-Barcellona.
VITTORIO
E’ falso. La Barcellona di Sottsass finisce due anni
dopo mentre Fernanda a Roma ci venne venticinque anni.
Anche dopo che lui si sposa con Barbara Radice.

OTTO
No comment. Dei Dari non voglio parlare.
VITTORIO
Infatti. Torniamo alla Kasbah.

OTTO
Le regalo una bicicletta rossa e un bambino fa un
disegno di Nanda in bici sullo Stivale accanto agli
Appennini col la sciarpa al vento e ci scrive
sopra: "Milano-Roma, Roma-Milano, Pedala-pedala,
Fernanda-Pivano." Ogni volta che vado a prenderla
all’aeroporto fermo la macchina nella corsia
d’emergenza e piango come un salice all’idea che un
giorno morirà lasciandomi solo. Per fortuna quel giorno
arriva più di trent’anni dopo e tra noi due c’erano
trent’anni di differenza. A Trastevere siamo a lungo
molto felici.

(CONTINUA)
(SEGUE) 21.

SABRINA
Tu sì. Ma era felice anche lei?
OTTO
(irritato)
Che domanda è? Stai scherzando? Fate un altro stacco
musicale che vi mando per mail una foto scattata un 24
dicembre: per far ridere Nanda, anziché l’albero di
Natale, le faccio trovare a Roma un "Cavolo di Natale"
con le mille luci di New York di Jay Mc Inerney... ora
vedi. Però vorrei che la vedessero tutti gli
ascoltatori.
VITTORIO
Chi vuole può farlo. Basta andare sul sito www.plays.it
e poi di nuovo plays cercando il file Grandi Feste. E
ora Buon Natale a tutti.

"Il cavolo di Natale" foto Lino Ruys- © PLAYS


SCENA UNDICI SOTTSASS
SABRINA
Possiamo sapere cosa accade tra voi dal punto di vista
erotico? Alcuni ascoltatori ce lo domandano.
OTTO
Fernanda diceva che il muro della vita privata è
invalicabile. Io dico che i pettegolezzi riguardano le
parti meno significative di una persona: le sole parti
che gli idioti capiscono.
SABRINA
E dal punto di vista psicoanalitico?

OTTO
Quando Nanda continua a partire da Roma per tornare a
Milano, io non resto da solo a fare il monaco Pivanese.
Ma la figura femminile di riferimento per me, a torto o
a ragione, resta sempre lei.

SABRINA
Non sei geloso di Sottsass?
OTTO
No, perché lo ammiro. Per me lui è come un padre
ideale, non un rivale. Nei pochi attimi che ci
incrociammo a via Manzoni e ci stringemmo la mano,
sembra imbarazzato ma riconoscente.
VITTORIO
Anche io lo stimo molto come architetto e designer. Ho
appena letto un suo libro che si chiama "Scritto di
(CONTINUA)
(CONTINUA)
(SEGUE) 22.

VITTORIO (SEGUE)
notte": è bravissimo. Racconta il giorno in cui si
incontrarono a Genova a casa di Fernanda che l’aveva
chiamato come scenografo per fare un’opera con il
liceo. Sottsass descrive Fernanda come una ragazza
incantevole sullo sfondo di un ambiente oppressivo che
con lei non c’entra niente.
OTTO
Ha ragione. E’ il contrario dell’Edipo di cui parla
Freud: io non voglio far fuori Sottsass. Lui io siamo
alleati in una comune lotta contro le lacrime della
Nanda. Io sono salito a bordo del loro Pianeta Fresco e
dò una mano alla sua ecologia.
VITTORIO
Ricordo agli ascoltatori più giovani che Pianeta Fresco
era una bellissima rivista underground di Sottsass e
Pivano di cui uscirono solo due numeri che oggi sono
introvabili, anche nel modernariato editoriale.
OTTO
E colgo l’occasione per dire a quel figlio di puttana
che me le ha rubate dalla libreria, nel caso fosse in
ascolto, di andare al diavolo. Grazie.
VITTORIO
Pianeta Fresco è la loro rivista.

OTTO
Certo. Come la Rivista di Psicologia Analitica era di
Carotenuto. Questo poi mi spinge a farne una mia: Atti
dello psicodramma con Ubaldini.

VITTORIO
Nel 201 per montare il tuo film utilizzi molte foto di
Sottsass.
OTTO
Sì. Quando giro "Genamore" sono orgoglioso di poter
disporre dell’archivio fotografico di Sottsass.
SABRINA
Era diventato il tuo archivio di famiglia?
OTTO
Sì. Da un punto di vista creativo l’Archivio Sottsass
lo sento familiare. Anche se Fernanda dopo avermi dato
i diritti fa delle storie. Nella canzone di Bob Dylan
che Fernanda ha tradotto per Tito Schipa si parla
proprio di questo. Peccato che siamo alla radio perché
è bello vedere come Nanda dirige la musica con le mani.
Ma anche il solo l’audio funziona. State a sentire.

(CONTINUA)
(SEGUE) 23.

Otto proietta il video sullo schermo al centro


della scena. Vediamo Tito Schipa che suona al
piano La Traviata mentre Nanda seduta su una
poltrona muove le mani
SCENA 13 DA GENAMORE

TITO (al piano) "L’amore di Alfredo persino mi


manca Conforto sollievo all’anima stanca..."
NANDA (legge) "Look out the saints are comin’
through And it’s all over now, Baby Blue."
TITO (al piano) "Raccogli le tue cose te ne devi
andar. Ma forse anche quel che è tuo lo dovrai
rubar. È orfano il tuo amore, nessun lo vuole.
Scompare come un lume contro il sole..."

SCENA 14 - Il Teatro di Psicodramma


- Litigio Otto Sabrina
VITTORIO
OTTO, tu e Fernanda avete fatto molte cose insieme?

OTTO
Sì. Decine, centinaia, migliaia. Piccole, grandi,
medie. Grandissime. Fernanda ha collaborato
all’ingresso dello psicodramma in Italia: a partire dal
viaggio al "Moreno Institute di Beacon" come inviata
del Corriere della Sera.
VITTORIO
In che anno?
OTTO
1980. E poi il primo psicodramma e il primo sociodramma
tenuti su un teatro italiano, tutti gli eventi torinesi
su Moreno e Pirandello, la sua prefazione al libro su
"Da Storia Nasce Storia". Avevamo anche fatto un
progetto che però non è stato ancora realizzato.

SABRINA
Come mai?
OTTO
Perché tutto questo sarebbe crollato di colpo dieci
anni dopo.

VITTORIO
Crollato di colpo? Come il lampadario del Fantasma
dell’Opera?

(CONTINUA)
(SEGUE) 24.

OTTO
Sì. No. Anche peggio. Ho ancora qualche vetro in testa.
SABRINA
Se accetti una telefonata polemica ce ne sarebbe una
pronta per te.

SCENA 15 telefonata polemica


AVVOCATESSA
AVVOCATESSA
Sono un avvocatessa che legge molti romanzi e vorrei
farLe qualche obiezione. Voi due non eravate una coppia
normale. Questa cosa è assurda! Una persona sana si
ama, si sposa e crea una famiglia... Persino Fitzgerald
ha sposato Zelda e hanno fatto una bambina.

OTTO
Invece una situazione come quella tra me e Fernanda
Pivano non è codificabile in nessun catechismo. Non ha
regole e nemmeno ci sono parole per definire i ruoli.
Che ci vuole fare?

AVVOCATESSA
Che risposta è? Mi sembra molto un discorso tirato per
i capelli. E non cambia il fatto che il Suo rapporto
con la Pivano non fosse una vera relazione.
OTTO
Era un arelazion everissima e importantissima. Ma su
una lunghezza d’onda che non avrebbe alcun senso per
lei, per un notaio, un parroco, e forse nemmeno per un
freudiano. Questo non le impedisce di esistere.
VITTORIO
Magari ha un suo senso dal punto di vista di Jung, di
Bateson e Jodorowsky, Ginsberg, Kerouac e Bukowsky.
OTTO
Fernanda era l’ambasciatrice della controcultura del
nuovo sesso e della rivoluzione dell’amore. Alberoni
che definisce l’amore un movimento rivoluzionario a
due, questo lo spiega benissimo.
AVVOCATESSA
A due. Non a tre, a quattro a cinque o a sei.

OTTO
Ma era a due.
AVVOCATESSA
Ma era un narcisismo a due, non un amore. Lei dottore
vuole farci credere che ognuno di voi due poteva vivere
(CONTINUA)
(CONTINUA)
(SEGUE) 25.

AVVOCATESSA (SEGUE)
altri suoi momenti di felicità (o di infelicità)
restando fedele al vostro rapporto?
OTTO
Io ero molto fedele alla coppia di fatto non al legame
anche perché un legame formale non c’era.
AVVOCATESSA
Se non c’era il legame non c’era neanche il rapporto.

OTTO
Ma scusi tanto: io che l’ho vissuto saprò meglio di Lei
se c’era. Me lo deve dire Lei che cosa è successo?
Fernanda io la portavo a Parigi e Campo de’ Fiori, a
Pescasseroli e a Londra, al cinema, al mio circolo del
tennis, e ai Festival lirici senza mai protestare sul
fatto che lei continuava i suoi viaggi drammatici in
Egitto, America e Giappone con Sottsass.
AVVOCATESSA
Cioè Lei non era geloso? Possibile?

OTTO
Ogni tanto sentivo una certa gelosia ma non ero geloso.
In ogni caso erano fatti miei. La cosa non la
riguardava.

AVVOCATESSA
Come sarebbe a dire? Lei parla da matto.
OTTO
No. Capivo che Nanda non poteva fare a meno di quei
viaggi e delle relazioni che aveva sempre avuto e
tenevo a bada la gelosia. Se ami una pianta non la puoi
privare né dell’acqua né del sole nè della terra. E
nemmeno del vento.
AVVOCATESSA
E quale era Lei per la Pivano?

OTTO
Tutte ma nessuna di quelle prescritte dal Catechismo.
Quando passavo le feste con lei ero felice. La portavo
molto a teatro, al cinema, ai concerti, alle mostre, a
casa dei miei genitori e alle cene dei Pirandello, di
Carotenuto con la Von Franz e Hillman, Paolo Tommasi o
di Maria Signorelli, la burattinaia di via Corsini.
Vent’anni dopo, ai tempi della Grande Festa al
Carignano, quando stavo per sposare Zurlina, la mia
fidanzata storica, Nanda disse che mi avrebbe
accompagnato all’altare.

(CONTINUA)
(SEGUE) 26.

AVVOCATESSA
Ci mancava solo la fidanzata. Ma non si accorge che lei
voleva stare con due piedi in due scarpe? Cioè con due
piedi... in scarpa... Una cosa assurda.

VITTORIO
Avvocato, si calmi. In ogni caso questo non è un
processo. E’ un programma culturale.
OTTO
Infatti. Chi La manda: l’Opus Dei? Io parlo per me, non
voglio fare una lezione di etica amorosa valida per
tutti.
AVVOCATESSA
Lei, dottore, potrebbe essere l’ultima persona a poter
fare una lezione su questo argomento. E con questo La
saluto.
Riattacca
SABRINA
Esagerata. Però non aveva tutti i torti.

OTTO
Cioè?
SABRINA
Perché non parliamo della tua fidanzata? Non era mica
di acciaio, immagino.
OTTO
Non hai capito una parola di quello che ho detto ma non
importa. Va bene così.

SABRINA
Perché non rispondi alla mia domanda?
OTTO
In amore io mi limito a vivere delle emozioni.

VITTORIO
Per favore, stiamo calmi.
SABRINA
A meno che tu non voglia dire che ai tempi della tua
fidanzata, Fernanda Pivano era una ex? Questo allora
era affetto... non puoi chiamarlo amore.
OTTO
Provo a spiegarmi. Naturalmente Fernanda, dopo molti
anni, era una ex, almeno dal punto di vista comune. Ma
io in realtà io la amavo molto. Una come Fernanda non è
(CONTINUA)
(CONTINUA)
(SEGUE) 27.

OTTO (SEGUE)
mai una ex in niente. Non era solo affetto. Era amore.
La cosa era chiara a tutti.
SABRINA
Quindi tu amavi la Pivano e ti volevi sposare con la
fidanzata. Ma è assurdo! Ci credo che il matrimonio è
andato nel nulla! Cose così rovinano una vita.
VITTORIO
Bene. E’ arrivato il momento di fare una pausa.
Non finisce la frase che va in onda:

Eric Satie, "Gymnopedie"


SCENA 16: Chiedimi se mi facava da
madre

Mentre va in onda la musica di Satie, Otto riceve


la chiamata Skype. Apre la connessione e sullo
schermo vediamo il PP di Vittorio che gli parla.
VITTORIO
Sabrina non ha mai fatto così. Ti crea molti problemi?

OTTO
No, no, tranquillo. Col mestiere che faccio ci sono
abituato. Si vede che le ricordo qualcuno. Ora dove è?

VITTORIO
Uscita a fumare. Stanno arrivando molti sms e
telefonate. Ti dico velocemente?
OTTO
No, no. Scegli tu che è più divertente, però, senti,
Vittorio, mi faresti una domanda che mi serve a
chiarire certe cose?
VITTORIO
Dimmi.

OTTO
Mi potresti chiedere se la Pivano mi faceva da madre?
E’ un punto nevralgico e ci tengo molto. Solo questo.
Non ti creo problemi?
VITTORIO
Ti pare? Ci sentiamo dopo.

(CONTINUA)
(SEGUE) 28.

OTTO
Ciao.
SCENA 17: LEI TI FACEVA DA MADRE?
VITTORIO
Riprendiamo le Grandi Feste a Fernanda Pivano. Otto,
abbiamo ricevuto una mail con una domanda sfacciata. Te
la leggo?
OTTO
Certo. Vai.
VITTORIO
Allora leggo: "Dottor Rosati, si potrebbe dire che
Fernanda Le ha fatto da madre?"

OTTO
La domanda è un po’ freudiana. E la risposta non lo è.
VITTORIO
Benissimo. Sentiamola.

OTTO
Agli inizi un complesso di madre in me era all’opera ma
più sul piano pre-edipico (riparativo del seno materno)
che edipico (distruttivo del fallo paterno). Fernanda
era una creatura stupenda, tradita e disperata e io
lottavo al fianco del marito perché lei non crollasse.

VITTORIO
Tu la mettevi al posto di tua madre proprio perché
Fernanda era totalmente priva di pulsioni e fantasie
materne?

OTTO
Sì. Quello che volevo era che Mirella la smettesse di
sacrificarsi per i figli. E che, invece di lamentarsi,
cominciasse a fare la sua vita. Come la Pivano,
appunto.

SABRINA
E non è come avere due madri allora? Un trucco.
VITTORIO
Basta, Sabrina. Che ti prende? Non è mica uno
psicodramma.
SABRINA
E Invece sì. L’ha detto lui! Se è guerra è guerra.

(CONTINUA)
(SEGUE) 29.

OTTO
In questo ha ragione. Posso continuare, Sabrina?
SABRINA
Prego. Tanto tu cadi sempre in piedi.

VITTORIO
Otto, ti prego, continua. Pigliamola a ridere.
OTTO
Allora... Mia madre era una donna assai bella e
piuttosto colta che avrebbe voluto lavorare: insegnare
inglese...
SABRINA VITTORIO
Guarda caso. Basta!

PAUSA

OTTO
Il mio complesso di madre è questo. Nanda invece non è
mai stata madre. Niente zupponi di latte in cui
intingere assegni o biscotti. E io non mi adagiavo tra
le sue braccia, anzi mi facevo i muscoli per tirarla
su. Per esempio non mi ha mai fatto una tazza di caffè,
non mi ha mai piegato una camicia (semmai mi regalava
una cravatta di Kenzo) e non mi ha mai dato o prestato
un soldo.
VITTORIO
In pratica, come facevi all’inizio a reggere il suo
tenore di vita?
OTTO
I primi due o tre anni, se eravamo a un ristorante, al
momento di pagare il conto, Nanda mi passava il
portamonete sotto la tovaglia. Ma altre cose come la
benzina, il cinema e il bar li pagavo con i soldi miei.
Molti anni dopo, quando andavamo a una Prima della
Scala, e io toccavo il cielo con tutte le dita...

SABRINA
Scusa, eh! Ma anche questo è un privilegio che veniva
da lei...
OTTO
Ero io che avevo gli inviti della Scala come critico
lirico di un’agenzia giornalistica. Io mi ero fatto lo
smoking col mio reddito così come lei la pelliccia di
visone col suo.

(CONTINUA)
(SEGUE) 30.

SABRINA
O.k. D’accordo. Scusa.

OTTO
A un certo punto, quando iniziai a lavorare il
televisione e mi chiedevano gli autografi, Fernanda
cominciò a dire a tutti: "Adesso Otto guadagna molto
più di me!".

VITTORIO
Era vero?
OTTO
Esagerava. Però i primi anni era stata dura. Una volta,
ai primi tempi, Fernanda si accorse che avevo preso una
rosa da un giardino per dargliela. Mi guardò negli
occhi e sussurrò una frase che mi cambiò la vita:
"Tesoro mio, impara, che non devi spendere di meno ma
guadagnare di più." Per il resto, il caretaker nella
coppia ero io, nel senso di San Giorgio che salva la
principessa dal drago. Come nel quadro di Paolo
Uccello. Solo che Fernanda non era solo la principessa,
era anche il drago.
VITTORIO
Infatti questo dettaglio del quadro mi ha sempre
colpito: non si capisce se la principessa vuole essere
davvero salvata. Ha un’espressione molto serena. Tiene
il drago al laccio come un cagnolino.
OTTO
Quel quadro è la prima manifestazione del doppio
legame. Si direbbe che il rapporto della donna col
mostro è ambiguo. Egosintonico. Forse il vero problema
non è il drago ma il laccio.
SABRINA
Otto, rieto che tu ce l’hai con le donne. Ammettilo...

OTTO
Non ce l’ho con le donne ma con le allacciatrici. Nel
quadro di Paolo Uccello il drago tenuto al collare
sembra un barboncino. Dagli un’occhiata.

VITTORIO
Torniamo alle Grandi Feste.
OTTO
Sempre nel 1975 Carotenuto mi propose di fare la mia
prima psicoanalisi con lui, rimandando al futuro il
pagamento del suo onorario... che poi, ancor più
generosamente, non volle prendere e che ho pagato e
pago e pagherò offrendo a ragazzi squattrinati l’aiuto
che lui ha offerto a me...

(CONTINUA)
(SEGUE) 31.

SABRINA
E alle ragazze, no?

OTTO
Anche alle ragazze. Anzi pure di più.
SCENA 18: CAROTENUTO
VITTORIO
In una delle foto della festa al Carignano Aldo davanti
al sipario parla al pubblico del suo psicodramma tratto
dal suo libro "Diario di una segreta simmetria" dove
gioca i tre ruoli di Freud, Jung e Sabine Spielrein da
cui nacque una sceneggiatura pagata ma non girata,
molto meglio di quella di Cronenberg che offende Jung e
la realtà dei fatti.
OTTO
Stranamente la foto di Aldo sotto il palcoscenico del
Carignano mi ha sempre emozionato. Finché dieci anni
dopo recuperai un ricordo di infanzia che spiegava come
mai per anni avevo fatto tutti i miei lavori più belli
proprio al Teatro Stabile di Torino... Mio padre
Giovanni ci raccontava di aver prestato servizio come
capitano dell’esercito a Torino: la sera andava a
teatro (il Carignano, il Gobetti?) dove c’era un palco
di proscenio riservato agli ufficiali... da quel palco
vedeva commedie di Pirandello e grandi attori come
Macario, la Magnani, Stoppa... Forse il mio inconscio
era convinto che, se avessi lavorato al Teatro di
Torino, finalmente mio padre avrebbe visto e ascoltato
anche me...

SABRINA
Vorrei dire una cosa: lo sai che quando parli di
Carotenuto, sembri un altro? Quasi umano..
OTTO
Grazie. In analisi, Claudio Modigliani anni dopo mi
disse che non era in ballo il conflitto edipico ma il
transfert paterno positivo basato su una
collaborazione. La foto dell’allievo accanto al maestro
davanti al palco era la prova che il figlio, per essere
finalmente rispecchiato dal padre, l’aveva portato con
sé davanti alla platea, facendolo uscire dal buio del
palchetto ufficiali, mettendolo davanti alle luci del
palcoscenico... Il figlio voleva riparare le
ingiustizie subite da Giovanni in vita sua.
VITTORIO
E’ come fa Enea con Anchise, come Telemaco con Ulisse.
Il tema dei libri di Recalcati sul padre usciti in
questi anni.

(CONTINUA)
(SEGUE) 32.

OTTO
Questo commento di Modigliani fece emergere un altro
ricordo: durante la guerra, Giovanni, come procuratore
del registro a Sulmona, aveva salvato gli archivi della
città dai bombardamenti mettendoli al sicuro nei
sotterranei del Teatro dell’Opera. La sua idea era
geniale e funzionò ma, invece di premiarlo, il regime
fascista lo sospese dal lavoro per aver preso
un’iniziativa autonoma. Solo dei decenni dopo lo
nominarono Cavaliere al Merito della Repubblica. Ecco
perché OTTO aveva messo "il padre" Carotenuto davanti
agli applausi del pubblico.
SCENA 20: LA DIALISI
OTTO
Alcune cose le ho capite da poco. Prima era
impensabile. Troppo difficile da mentalizzare, come la
lettera-poesia che, tre anni prima, Fernanda mi aveva
dedicato: La Dialisi. Ve l’ho inviata ieri per mail.
Vorrei che Sabrina ce la leggesse, grazie.
SABRINA
Ma noi possiamo leggerla? Non ci sono problemi con la
Siae per i diritti d’autore?
OTTO
State tranquilli. La lettera è indirizzata a me e mi
appartiene.

SABRINA
Che facciamo Vittorio?
VITTORIO
Ne avevo già parlato con l’ufficio contratti. Puoi
leggere.
SABRINA
(sospirando) Va bene.
Sabrina si schiarisce la voce e legge la lettera.
Sullo schermo al centro del palco compare la
lettera nella calligrafia originale, riga dopo
riga. L’immagine della lettera resta fino al
termine della scena.
SABRINA
La dialisi Di nuovo questo terrore. Che paura. Di quali
colpe mi puniscono gli dei, mi punisce il Buddha forse
non abbastanza venerato, con questo orribile spettro
che da anni mi perseguita, va e viene, subdolo e
sadico. Cosa avverrà di me se la commuovente attenzione
di OTTO, in nome di decenni amorosi, mi verrà meno, e
(CONTINUA)
(CONTINUA)
(SEGUE) 33.

SABRINA (SEGUE)
sarò abbandonata a specialisti villani, a medicine
vigliacche. Le medicine che mi stanno uccidendo...
OTTO
Scusa se interrompo un attimo...
SABRINA
Che altro c’è?
OTTO
Vorrei chiedere alla regia di aggiungere una goccia di
musica: Venus da "Planets" di Holst. Scusate. Continua
pure.
SABRINA
OTTO?

OTTO
Sì?
SABRINA
((ironica) )
Sai una cosa? Non mi mancherai.
...Le medicine che mi stanno uccidendo le ha cancellate
con mano sapiente me le dosa a una a una, come le
poesie, di Pavese, altrettanto incruente, e mi impone
ubbidienza, mi impone di rispettare la vita che mi sta
sfuggendo, mi impone di amarla con la sua paziente
tenacia: ragazzo dolcissimo, diventato dolcissimo uomo,
rubato alle donne ma fedele alla loro realtà, fedele
alla mia. Entra in assolvenza la musica Di te cui
conosco speranze e sogni di luce, di cui conosco malati
guariti, malati che guariranno nei misteriosi
sconquassi di inconsci crudeli, malati che lo invocano
durante la notte protetta dal Buddha, malati che si
aggrappano alla sua forza, fino a lasciarlo sgomento.
Grazie, silenzioso eroe silenzioso di abnegazione a
un’idea, grazie, generosissimo uomo che conosce gli
dei. Agosto 1999

GUSTAV HOLST, SUITE "THE PLANETS", VENUS


SCENA 21: - ARRIVA IL MENTALISTA
VITTORIO
Otto, abbiamo una telefonata. Niente meno che da un
mentalista.
SABRINA
Cioè? In che senso "mentalista"?

(CONTINUA)
(SEGUE) 34.

VITTORIO
Un illusionista esperto nella lettura del pensiero.
Dice che ti vuole e ti può stupire. Te lo passo?
OTTO
Certamente. Siamo sempre pronti a stupirci.
MENTALISTA
Buongiorno, Otto. Sono David Magliano si ricorda?
OTTO
Oddio... no.
MENTALISTA
Ma come? A Catania, tre anni fa. Che Lei era venuto a
fare un socioplay su Pirandello per l’Università con
Leo Gullotta?

OTTO
Ah sì! Ma certo, Magliano! Mi ricordo benissimo. Ho
avuto un attimo di amnesia. Abbiamo anche fatto un
festival per i ragazzi al quartiere Librino in quel
teatro di cemento costruito dall’architetto pazzo!

MENTALISTA
L’architetto giapponese! Come no: al teatro Moncada che
ogni volta che il comune lo riapriva, la gente lo
distruggeva per protesta. Tanto che era terribile!

OTTO
Come sta, Maestro? Certo che mi ricordo di Lei. Mi
ricordo di una cena bellissima in un ristorante della
Piscarìa a parlare di Pirandello, Sciascia. C’era pure
Camilleri!

MENTALISTA
Ascolti: se Lei mi permette io ho chiamato qui perché
vorrei fare qualche osservazione sulla poesia della
signora Pivano che avete appena letto nella
trasmissione ... e gliela voglio fare proprio qui alla
radio. Pubblicamente.
OTTO
Ma certo, Magliano, grazie. Mi dica.
MENTALISTA
Mi posso permettere di essere sincero?
OTTO
Certamente.

(CONTINUA)
(SEGUE) 35.

MENTALISTA
Se si ricorda, A cena Lei mi spiegò una frase del
Berretto a Sonagli che poi mi riuscì moltissimo utile.
Perché nel lavoro di mentalismo è molto importante
avere le parole giuste al momento giusto... E’ come
avere gli attrezzi per il falegname: se ti serve il
cacciavite non te la cavi col martello.
OTTO
Sono d’accordo. Assolutamente. Dovrebbe essere così
anche per la psicoterapia. Anche se poi qualcuno
martella i chiodi col cacciavite perché ci ha solo
quello.
MENTALISTA
Quindi Le vorrei segnalare due o tre cose di quella
poesia La Dialisi. Se mi permette.

OTTO
Certo. E’ bella, vero? Le è piaciuta?
MENTALISTA
Non proprio. Anzi. Mi fa paura. Quella lettera della
Fernanda Pivano, per Lei dottore, mi sembra peggiore
del teatro Moncada al quartiere Librino. E’ pericolosa
e sarebbe meglio buttarla giù. Demolirla.
SABRINA
A me sembra una lettera piena di riconoscenza. Pure
troppo.
OTTO
Be’ sì. E’ una bella lettera piena di affetto. Io la
trovo commuovente. Mi fa piangere.

MENTALISTA
Ah! Che è bella: forse che sì, forse che no. Che ti
faccia piangere non ho dubbi. Ma a volte si piange per
ragioni ignote.

OTTO
Ah sì? E allora mi spieghi queste ragioni ignote. Sono
curioso...
MENTALISTA
Entrare nell’ignoto è l’unico mondo in cui possiamo
creare. Quella lettera, un po’ alla volta, La spedisce
all’altro mondo.
OTTO
Non ho capito. Chi spedisce?

(CONTINUA)
(SEGUE) 36.

MENTALISTA
La Pivano spedisce la lettera. E la lettera spedisce
Lei cioè te all’altro mondo. Mi stia a sentire col tu:
saresti disposto ad andare gentilmente in trance. Dico
a Lei. Sentito, professore?
OTTO
Gentilmente...?

MENTALISTA
Lei vada gentilmente in trance e io ti spiego. Anzi
faccio in modo che Lei-tu ti spieghi tutto. Da solo.
OTTO
(disorientato )
Gentilmente in trance... ora qui alla radio?
MENTALISTA
Ora qui. Alla radio. Perché no? Se io dico: è uno
sporco lavoro... Che mi dice Lei?

OTTO
Ma qualcuno deve pur farlo.
MENTALISTA
Ecco... e allora, vai in trance, qui e adesso. Fosse
pure alla Piscarìa, fosse pure a cavallo di un iceberg.
Ci vai subito. E ci sei.
SABRINA
(turbata )
Oddio! Vittorio, a questo punto io dichiaro che mi
dissocio ufficialmente dal programma di oggi.
MENTALISTA
Lei, signorina, con tutto il rispetto, si faccia i
fatti Suoi.

SABRINA
Come si permette? Lei è un bel cafone lo sa? O per lo
meno lo sembra.
VITTORIO
Ma sono anche fatti nostri, scusi, Magliano. La
responsabilità della trasmissione è nostra.
OTTO
Calmi, amici. Non litigate. Io ci sto. Ci vado in
trance. Che devo fare, Magliano? Devo contare?

MENTALISTA
Conti solo su se stesso, dottore. Lei non può andare in
trance perché è già in trance e con gli occhi chiusi.
E’ vero?

(CONTINUA)
(SEGUE) 37.

PAUSA DI QUATTRO SECONDI


OTTO
Sì. Siamo alla Piscarìa. E’ vero. C’è pure Camilleri e
la donna di Montalbano.

SABRINA
Oddio! Meno male che stiamo per finire.
MENTALISTA
E adesso. Otto, lasci fluttuare il testo della lettera
nella sua mente inconscia per vedere cosa emerge. Ci
pensi: Lei sa già quell’ignoto che dovrebbe sapere? O
sono io che glielo devo dire?
OTTO
Io un poco lo so. Lo so già tutto. Posso dormire un
momento, vero?
MENTALISTA
Dormi. Ma resti in Piscarìa. A portata di mano. E ora
spieghiamoci questa Dialisi.

VITTORIO
Lo vedi, Sabrina? Non preoccuparti. E’ una semplice
expertise sulla poesia.
SABRINA
Un momento, Mr. Mandrake: e se Otto non si sveglia
dopo?
MENTALISTA
Per un mentalista svegliarlo è un gioco da ragazzi.
Vuole che Le dia una prova? Mi dica solo in che mese è
nata lei...
SABRINA
No. Mai. Stop. Non ho bisogno di altre prove.
MENTALISTA
Ne è sicura?
SABRINA
Sicura. Sono sicura. Ammetto che Lei può farlo.
MENTALISTA
Sì, posso farlo. Nessun dubbio in proposito. Torniamo
all’amico Otto: La lettera di Pivano sulla Dialisi in
realtà è stata per te come un’induzione ipnotica.
Quando è stata scritta?

(CONTINUA)
(SEGUE) 38.

VITTORIO
1999.
MENTALISTA
Vedete? Tu sei in trance dal 1999. E’ ora di
svegliarci.

SABRINA
Cioè? Da che? Quando?
VITTORIO
OTTO, tutto bene? Ci stai ascoltando?
MENTALISTA
OTTO! Lo sai? Giusto? That’s right.
OTTO
It’s right. Sì.
MENTALISTA
E allora resta alla Piscarìa e bevi a piccoli sorsi.
Cominci Lei a dirci come stanno le cose.

OTTO
Io non lo credo ma Fernanda ha scritto La Dialisi per
chiudermi la bocca sulla nostra storia d’amore. E’ una
lettera terribile, piena di doppi legami e
incongruenze. Ma io non lo so. E non lo penso.

SABRINA
Un momento, un momento. Che vuol dire doppi legami?
VITTORIO
(lentamente) Il doppio legame è fatto di
contraddizioni, come quando dici a qualcuno "Stammi
vicino da lontano".
OTTO
That’s right. E’ un modo di comunicare che fa impazzire
la gente.

SABRINA
Ah sì, lo sapevo già.
MENTALISTA
Caro Otto: questa lettera è tra le induzioni ipnotiche
più sottili e potenti che io abbia mai letto. Lo sa,
vero?
OTTO
((in trance) )
Oh sì, certo. So già tutto ma non lo so. E’ una lettera
così bella e affettuosa... molto bella. Sembra scritta
(CONTINUA)
(CONTINUA)
(SEGUE) 39.

OTTO (SEGUE)
da Milton H. Erickson. E’ come un disegno di Escher. E’
un onore per me essere stato confuso così bene. Nessuno
di voi ha mai meritato una lettera così bella. Siete
invidiosi. Siete gelosi.
MENTALISTA
Right. Ora dicci come è fatto il disegno di Escher.
OTTO
E’ una torre doppia dove l’acqua di una cascata o i
gradini di una scala salgono e scendono nello stesso
tempo.

MENTALISTA
Io lo vedo. Lo vedi bene anche tu? Anche a sinistra?
OTTO
Sì. Lo vedo. Anche a sinistra, sì.
MENTALISTA
E ti accorgi ora ora che è tutto un trucco? Solo un
trucco?

OTTO
Oh, sì... certo. Lo vedo, sì. Ma Nanda ora è morta. E
lui è stato cancellato. Il vero trucco è stato questo.
E’ stato tutto così incongruo. Loro si volevano bene.
Chi è stato? Cosa è successo? Niente. Non è successo
niente.

Sulla immagine della lettera nello schermo, man


mano che sono menzionate, le varie parole cambiano
colore assolvendo dal nero al rosso. Poi, al
termine del commento, tornano in nero.

VITTORIO
Cosa è successo?
MENTALISTA
Bella domanda. E’ tutta colpa del successo. Sì. Il
Buddha mascherato da Dio che punisce chi non lo venera
abbastanza, puzza di incongruo. Puliscilo tu con una
fettina di limone. Cara Sabrina, può leggere per
cortesia le ultime righe dove dice che il nostro amico
è un eroe perché non parla?

SABRINA
Grazie, silenzioso eroe silenzioso di abnegazione a
un’idea, grazie, generosissimo uomo che conosce gli
dei. Sapete una cosa, ragazzi? La Pivano prima ha
scritto la parola silenzioso. Poi l’ha cancellata e
dopo la ha scritta di nuovo.

(CONTINUA)
(SEGUE) 40.

OTTO
Sì, lo so. Fernanda scritto così.
MENTALISTA
Quindi ha bloccato l’eroismo nel silenzio. Tra sopra e
sotto, prima e dopo, Nord e Sud della frase. Ma ha pure
negato di averlo fatto perché poi ha cancellato la
parola silenzioso. Col risultato di evidenziarla.
VITTORIO
E questo perché?

MENTALISTA
E’ un comando ipnotico: "Puoi tacere e poi parlare ma
subito dopo ci ripensi e torni a tacere". La parola
chiave di questo movimento è: silenzioso. "Fai
silenzio, taci, dormi- Muori da vivo.". Prendi un altro
po’ di limone dal piatto delle sarde, Otto e pulisci
tutto.
OTTO
Ma le sarde sono lontane.

MENTALISTA
Chiedi a Montalbano di passarti solo il limone.
OTTO si alza dalla scrivania e va verso un mobile
che si rivela essere un frigorifero. Tira fuori un
limone tagliato a metà e torna indietro.

OTTO
Ah, sì. Lui è buono. Lui è un Buddha Salva-Vita come
me. E’ un Buddha terapeutico e sgomento. Lui la salva
se tiene la bocca chiusa. I pazienti lo invocano di
notte e si aggrappano a lui.

MENTALISTA
E cosa altro...
Mentre il mentalista parla, cade la linea
telefonica collegata a Magliano. Pausa.
OTTO
Ora però a lui gli fanno male le lenti a contatto.
Graffiano. Che devo fare? Magliano...

VITTORIO
Magliano... pronto?
SABRINA
Magliano... Magliano, mi sente? La stiamo chiamando.

(CONTINUA)
(SEGUE) 41.

VITTORIO
Magliano non ci sente. E’ caduta la linea.
OTTO
Mi fanno male le lenti...

SABRINA
OTTO, come stai?
OTTO
Le lenti mi graffiano... sto male...

VITTORIO
(fingendo)
Ah, ah. Naturalmente questo è uno psicodramma. Gli
ascoltatori l’avranno capito. Stiamo citando il famoso
programma radiofonico di Welles...

SABRINA
Di Orson Welles, sulla guerra dei due mondi!
OTTO
Le lenti... mi fanno male.

SABRINA
Ed è su questo delizioso gioco di ruolo che facciamo la
nostra pausa musicale. Restate tutti con noi.
EAGLES HOTEL CALIFORNIA

SCENA 22: Panico in studio


VITTORIO
Stai calma, Sabrina. Calma. Otto è in trance ma ora si
sveglia, non ci sono problemi... intanto facciamo uno
stacco...
SABRINA
Siamo già in pausa, Vittorio. Cazzo. Che si fa senon si
sveglia? Chiamo la polizia o la croce rossa? Io domani
resto a casa. Ti avviso.

OTTO
Le lenti, Magliano fai qualcosa.
Il mentalista torna in linea

MENTALISTA
Otto, eccomi qua. Era caduta la linea. Oppure no. Forse
che sì forse che no.

(CONTINUA)
(SEGUE) 42.

OTTO
Mi fanno male le lenti...
MENTALISTA
Puliscile e rispondi. Voi stop. Ora vi sistemo tutto.
Calmatevi.

SABRINA
Si sbrighi. Faccia presto che il brano non dura molto.
Che si fa?

OTTO
Pulite. Senti, Otto, sentimi. Tu in quella lettera sei
una macchina per Dialisi. Sei un Santo cattolico. Un
infermiere mobbizzato. Un povero poeta respinto. Sei è
un martire di abnegazione.

MENTALISTA
Otto, intervallo. Svegliati. Subito.
OTTO
Che c’è? Che facciamo?

MENTALISTA
Senti, Otto... ora rilassati. Conta da uno a dieci e
torna in trance.
SABRINA
Oddio mi sento male.

OTTO
Sono un infermiere?
MENTALISTA
Ma no, che non lo è. Otto è uno che gioca. Coi
pappagalli e i bambini.
OTTO
Non è un Buddha-water?

SABRINA
Buddha-water? Dichiaro ufficialmente che le opinioni e
i pensieri dell’ospite non riflettono il pensiero dei
conduttori del programma...
VITTORIO
Ma ora non siamo in onda, Sabrina. Sta calma.
SABRINA
Ah, già.

(CONTINUA)
(SEGUE) 43.

MENTALISTA
Cambia acqua, Otto. Parla.
OTTO
So che non è vero. Buddha non è mai sgomento perché
mantiene sempre il suo equilibrio. Giusto?

MENTALISTA
Giusto. Usa il limone e vai avanti.
OTTO si passa il limone sulla fronte come se fosse
una spugna.
OTTO
Anche uno psicoanalista coi pazienti esprime il suo
punto di vista. Giusto?

MENTALISTA
Giusto, sì. E ora inverti l’acqua della cascata.
OTTO
Lui tace. Lui cancella le medicine ad una ad una.

MENTALISTA
Inverti l’acqua. Ora torniamo in onda. Pronto?
OTTO
Pronto. Sì.

SCENA 23: ritorno alla diretta


VITTORIO
Eccoci qui con lo psicodramma sulle Grandi Feste. Il
nostro ospite di oggi, Otto, sta simulando una trance
psicodrammatica in onore di Fernanda Pivano.

OTTO
Sì, sì...
MENTALISTA
Bene. E adesso ferma l’acqua e ascoltami. La lettera
dice che lui - in nome di decenni amorosi - ha
cancellato le medicine che la stanno uccidendo. E tutti
gli altri sono descritti come punitivi, subdoli,
sadici, persecutori e orribili.
OTTO
Ma io non ho mai cancellato le sue medicine!
SABRINA
Infatti la Pivano scrive che lui gliele dosa una ad
una...

(CONTINUA)
(SEGUE) 44.

MENTALISTA
Ora lascia il limone, saluta Camilleri e lascia la
Piscarìa. Svegliati del tutto. Torna qui. Sentiti bene
e capisci.

Ottolascia cadere il limone per terra e scuote la


testa. Passa la mano sugli occhi.
OTTO
Eccomi. Capisco. Però sento che una parte di me è molto
arrabbiata e dispiaciuta. Certi punti di questa lettera
ora mi disgustano.
MENTALISTA
Sono i punti di fuga, i punti ignoti dove l’invito a
tacere e cancellare valeva per medicina. Lei cancellava
lui. Che faceva la dialisi a lei.

Tre secondi di pausa


OTTO
(lentamente, affaticato)
Ho capito. Ho capito ora l’illusione e il comando
ipnotico. Ma quanto tempo è passato?
MENTALISTA
Quello che ci voleva.
OTTO
Mi sento bene ma anche strano. E’ come se questa
trasmissione per radio fosse la mia pelle.
MENTALISTA
Infatti. Ti sei fatto un bagno.

OTTO
Non potevo rifiutare un ruolo così straordinario. Lei
sarebbe morta. Ma lei è morta lo stesso.
SABRINA
(in tono amichevole)
OTTO, senti...
OTTO
Dimmi.

SABRINA
Senti. Ovviamente non l’hai fatta morire tu la Pivano.
Sarebbe morta anche se tu avessi parlato. Il professore
ha ragione.

(CONTINUA)
(SEGUE) 45.

MENTALISTA
Ripeto che la lettera è opera di un talento letterario
eccezionale. L’analisi era chiamata dialisi. Lo
psicoanalista era diventato una macchina. Ma le
macchine servono, non scrivono e non parlano. La
suggestione ipnotica era questa. Ma se ora lo vedi è
finita. E ora tu lo vedi. Era ignoto. Ora è chiaro.
Bene.
OTTO
Sì. Grazie.

VITTORIO E SABRINA
(insieme)
Bene.
MENTALISTA
Non ho altro da dire, caro Otto.
OTTO
Mi scusi per prima, Magliano. Le sono molto grato.
Sento che dovrei pagarLa per questo.

MENTALISTA
Scherzi? Mi sono fatto pubblicità. Sono io che dovrei
pagare voi.
VITTORIO
Grazie Magliano e complimenti. Se la Rai mi licenzia
vengo da Lei a fare il coniglio nel cilindro.
SABRINA
E io la pupa bionda da segare in due. Porto pure il
bikini d’oro e i tacchi a spillo.

MENTALISTA
Grazie a voi, ragazzi. Caro Otto, La saluto, dorma bene
la notte. Dorma bene senza aggrappi. Parli e scriva a
volontà ma stia attento alle poesie. Per Lei sono
pericolose. Dubito che ne riceverà altre così ben
scritte ma, in ogni caso controlli.
VITTORIO
E ora una goccia di musica prima della conclusione.
SI SPEGNE LA TARGA ON AIR

Vittorio, Sabrina e OTTO sono esausti e per


qualche momento non si muovono. Suonano cellulari
ma nessuno risponde. Dalla stampante escono fuori
dei fogli con gli sms. Vittorio e Sabrina li
leggono. Poi Vittorio chiama OTTO su Skype.
46.

SCENA 24: SKYPE - COME STAI?


VITTORIO
OTTO, come stai?
OTTO
Bene. Grazie. Sono stanco però.
VITTORIO
Noi siamo esausti. E spero che non avremo problemi con
la struttura.

OTTO
Mi spiace. Anzi no, sono felice e ti ringrazio. E’
andata al di lè di qualunque aspettattiva.
VITTORIO
Senti: l’intervento del mentalista ha suscitato enorme
curiosità. Il parere degli spettatori è diviso in due.
Una parte ti accusa di aver organizzato
una sceneggiata usando un attore. Un’altra invece è
entusiasta.

SCENA VENTICINQUE - FINALE PRIMO


ATTO
VITTORIO
Allora, amici ascoltatori, termina qui la prima parte
delle tempestose Grandi Feste di Otto Rosati alla
grande scrittrice Fernanda Pivano.
SABRINA
Grazie a tutti, amici ascoltatori. Ci sentiamo domani
per la seconda parte. Buonasera e Dio ce la mandi
buona.

OTTO
Buonissima. Grazie a tutti e arrivederci.
VITTORIO
Buonasera a tutti e diamo la linea al telegiornale...

SCENA VENTISEI - OTTO E I COCKERS


OTTO spegne tutti i collegamento e resta fermo
appoggiato al tavolo. Arriva il segnale Skype ma
lui non si muove. Per qualche secondo non succede
niente. Dal piano di sotto qualcuno apre una porta
con la chiave e poi la chiude sbattendola. Due
cani abbaiano e corrono su per le scale. Sono due
cocker che entrano in scena e corrono verso OTTO
che si china ad accarezzarli. Sentiamo i passi di
qualcuno che sale le scale.
47.

SIPARIO.

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