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L’analisi dei registri parrocchiali che sono degli archivi che ogni parroco deve tenere, rivelano che
verso il 500 erano i bambini le persone che morivano più frequentemente. L’inglese King ipotizzò
che il 1695 la maggior parte di persone che morivano erano appunto bambini o ragazzi non di età
superiore ai 27 anni.
da questo si può dedurre che la maggior parte della popolazione dell’Europa del seicento era
formata soprattutto da giovani.
Questi registri ci danno anche informazioni per quanto riguarda i matrimoni. Verso il 500 le
persone si sposavano verso i 25-30 anni; questo era abbastanza scandaloso per l’epoca perché
appunto si moriva molto più giovani e quindi la probabilità di avere prole era molto inferiore.
Ad aggiungersi a questo problema ci fu un lungo periodo di freddo dal 1570 1715. L’uomo provo in
tutti modi di procurarsi pane o qualcosa da mettere sotto i denti ma purtroppo le condizioni
metereologiche non glielo permettevano e quindi fu costretto a mangiare quello che gli capitava,
fino ad arrivare a mangiare carne umana. A decimare ulteriormente la popolazione arrivarono
anche le numerose epidemie di peste. In quel periodo le persone cercavano sempre di dare una
colpa qualcosa in questo caso ai cosiddetti untori, Accusati di diffondere la peste. Per proteggersi
le persone soprattutto in Italia, decisero di Assumere così dati ufficiali di sanità che erano persone
che avevano il compito di controllare gli Stati dove avvenivano maggiori epidemie di peste. In caso
di contagio le persone venivano portati nei lazzaretti che erano luoghi apposta dove venivano
rinchiuse le persone malate.
IL SETTECENTO Nell’epoca pre industriale, la natura colpiva gli esseri umani con una forza
superiore a quella che esercitavano le persone del nostro tempo. L’uomo era esposto al campo
microbiologico, infatti fino al Settecento le comunità avevano come unica risorsa la prevenzione di
fronte al pericolo delle pandemie. Nel periodo compreso tra il 1000 e 1800 la popolazione europea
subì le conseguenze di questi fattori naturali, essa crebbe nei periodi in cui vi erano condizioni
positive, mentre declinò nei periodi poco favorevoli. In questa lotta per sopravvivere possono
essere alcune tappe: ribasso della temperatura, piovosità eccessiva e comparsa della peste —> la
popolazione subì un enorme crollo a causa di fame e malattie. Nel Settecento la situazione
cominciò a cambiare: la peste cessò di accanirsi sull’Europa, infatti l’ultima grave epidemia fu
quella che colpì nel 1720 Marsiglia e Tolone. Uno dei motivi per cui la peste abbandonò l’Europa fu
il miglioramento delle condizioni igieniche; invece, l’inizio del successo della medicina moderna, fu
segnato dalla sconfitta del vaiolo. In Inghilterra, nel 1721, si fece ricorso all'inoculazione del vaiolo,
che consisteva nell’introdurre un po’ del pus del vaiolo sulla pelle del paziente —> l’individuo
contraeva la malattia in forma debole ed attenuata e, dopo la guarigione, avrebbe goduto
dell’immunità per sopravvivere all’infezione. Nel decennio 1740-1750 l’inoculazione fu sostituita
dalla vaccinazione, scoperta dal medico Edward Jenner, che somministrava al paziente pus
prelevato da vacche infette da vaiolo bovino: gli effetti collaterali della vaccinazione erano minori
rispetto a quelli dell’inoculazione. Nel Settecento, inoltre, finì la piccola era glaciale presente nel
Seicento, dove il regime climatico rovinava i raccolti; le stagioni si differenziarono ed aumentò la
temperatura estiva, di conseguenza il lavoro agricolo venne facilitato.
LA SVOLTA DEL SETTECENTO
1. La popolazione europea aumentò notevolmente, si verificò una vera e propria rivoluzione
demografica (la popolazione salì da 120 milioni a 140, poi a 190 milioni: gli storici
individuarono ordini di grandezza per stabilire stime quasi del tutto precise.
2. L’agricoltura cambiò e migliorò notevolmente —> fu rilanciata la coltura dei cereali, i cui
prezzi erano aumentati; si sviluppò l’importazione dei grani dalle pianure dell’Europa
orientale; nacquero nuovi sistemi di rotazione agraria; al posto dell’’incolto vennero
introdotte colture foraggiere come il trifoglio o la patata (prima ritenuta velenosa e
pericolosa). I tuberi diventarono un alimento a largo consumo tra le classi sociali più
povere che non avevano abbastanza denaro per comprare i cereali (aumentati di prezzo).
Insomma l’Europa riuscì a sostenere l’aumento demografico del Settecento, anche se per i
contadini la vita nelle campagne rimase comunque dura a causa della fame e della carestia
che erano ogni anno un grande rischio. Per evitare la minaccia della carestia ogni regione
iniziò a custodire gelosamente il proprio grano, limitando la libera circolazione dei cereali
—> questo fenomeno venne chiamato autarchia alimentare, danneggiò l’economia
contadina che, a furia di produrre solo grano, tralasciava il resto delle piante utilizzabili
nell'industria tessile o alimentare (es. coloranti, luppolo, barbabietola).
3. In Francia nacquero i fisiocratici (fisiocrazia= superiorità delle attività legate alla terra),
intellettuali che si opponevano al mercantilismo e sostenevano la supremazia
dell’agricoltura sul commercio, polemizzando anche la presenza dello Stato nelle attività
economiche. Quest’idea venne diffusa dal medico economista François Quesnay;
nonostante possano sembrare antichi a causa del loro sottovalutare la produzione
industriale per la crescita della nazione, i fisiocratici rifiutavano l’intervento dello stato per
quanto riguardasse l’economia, facendoli così risultare all’avanguardia come promotori del
liberismo economico. Il mercato divenne soggetto capace di autoregolarsi, senza bisogno
dell’intervento dello Stato, perché era impossibile governare dall’alto la circolazione dei
cereali e il loro prezzo (in caso di carestia lo Stato avrebbe aumentato i prezzi a dispetto di
tutti oppure avrebbe violato le leggi di vietata esportazione di grano solo per ricavarne
profitto): come Dio si asteneva dall’interferire nei moti celesti, lo Stato doveva astenersi
dall’assumere un ruolo che non era di sua competenza ed andava contro natura.
2- RAZIONALISMO Per raggiungere la felicità gli uomini dovevano utilizzare la ragione, strumento
principale che avrebbe portato alla mutazione delle condizioni della vita sulla terra; infatti secondo
l’Illuminismo l’unica spiegazione del male era il mancato uso della ragione da parte degli uomini;
essi avevano agito guidati da pregiudizi o credenze assurde, come nel caso della stregoneria, di
conseguenza il compito dei nuovi intellettuali era quello di portare i “lumi” della ragione a ogni
individuo, cosicché la felicità potesse essere a portata di mano per tutti.
3- LA MAGGIOR ETÀ DELL’UMANITÀ In un testo intitolato “risposta alla domanda: che cos’è
l’Illuminismo?”, Kant diede una risposta secondo la quale, fino all’avvento dell’Illuminismo, gli
uomini si erano segnalati per la loro pigrizia mentale e per lo scarso coraggio nello sfidare la
tradizione. Si può dunque dire che, fino ad allora, l’umanità aveva seguito il principio di autorità,
fidandosi di ciò che la Bibbia o gli antichi filosofi greci avevano affermato riguardo la natura o la
posizione della terra nell’universo. Con l’Illuminismo l’umanità era diventata finalmente adulta,
maggiorenne, aveva imparato ad affrontare i grandi problemi della vita senza affidarsi ad altri per
trovarne la soluzione.
CRITICHE ALLA POLITICA FRANCESE : nel libro che Voltaire dedico a Luigi XIV, il Re Sole era criticato
perché aveva sperperato in guerre le ricchezze della Francia e aveva fatto patire terribili sofferenze
al suo popolo. Il giudizio di Voltaire sulla revoca dell’editto di Nantes e sulla politica di intolleranza
messa in atto da Luigi XIV nei confronti degli ugonotti, fu durissimo Voltaire decise quindi che la
sua missione sarebbe stata combattere ogni forma di fanatismo religioso, che denunciò nel
“Trattato sulla tolleranza”. Secondo Voltaire è irrazionale che gli uomini si uccidono tra loro in
nome di dottrine di cui nessuno può dimostrare la verità o la falsità, sarebbe meglio limitarsi ad
avere fede nell’Architetto supremo dell’universo e al rispetto del prossimo. Egli credeva in Dio e in
un giudizio ultraterreno, ma non nei miracoli, bersaglio polemico dei suoi scritti.
L’IMPEGNO CIVILE
Per Voltaire le narrazioni di miracoli tramandate dalla chiesa inducevano la gente alla violenza in
nome di Dio e della religione. Proprio per questo egli si espose pubblicamente ogni volta che le
autorità francesi agivano in modo intollerante contro le minoranze religiose: nel 1762, per
esempio, Voltaire attaccò pubblicamente i giudici che avevano condannato un certo Jean Calas
accusato ingiustamente di aver ucciso il proprio figlio, solo perché calvinista. Nonostante Calas non
poté salvarsi, un generale clima di disprezzo si diffuse in tutta la Francia verso i magistrati che,
guidati dal loro fanatismo, avevano emesso la sentenza.
6- IL MATERIALISMO A metà degli anni 50 il deismo entrò in una crisi profonda, circolavano
clandestinamente testi che propagandavano posizioni più radicali di quelle deiste, facendo
approdare a un vero e proprio materialismo. Il nuovo elemento presente in tali testi consisteva nel
fatto che l’uomo venisse descritto come un essere puramente materiale, privo di quella
componente spirituale chiamata “anima”, che non era stata negata neppure ai deisti. In questi
romanzi l’uomo è considerato un congegno meccanico che non differisce di nulla dagli animali in
quanto è composto di pura materia come loro.
ILLUMINISMO IN AUSTRIA: Nell'impero degli Asburgo furono gli stessi sovrani a farsi promotori di
importanti riforme dettate da caratteri razionalistici. Questo processo fu iniziato dall'imperatrice
Maria Teresa che accettò il principio secondo cui l'obbiettivo primario del governo doveva essere il
bene della società; dopo la sua morte fu il figlio Giuseppe II a perseguire questo cambiamento in
modo ancora più radicale della madre.
Giuseppe II:
- accolse le diffuse lamentele che venivano mosse nei confronti degli ordini monastici e procedette
alla sopressione di circa 800 conventi
- con i fondi ricavati dalla confisca dei loro beni, ordinò l'istituzione di ospedali, orfanotrofi e
ricoveri per anziani
- ordinò che fosse istituito un catastp, inventario dei beni immobili allo scopo di accertare la
rendita e quindi determinare le imposte da pagare
ILLUMINISMO MILANESE_ la figura più importante del movimento milanese fu Pietro Verri che
accettò di collaborare con il governo per attuare una radicale riforma fiscale: il prelievo delle
imposte era affidato a finanzieri privati che curavano i propri interessi più di quelli dello Stato.
Verri era convinto che il progresso della ragione avrebbe portato il genere umano a condizioni di
vita sempre migliori. L'importante era che tutte le attività umane fossero impostate su basi
razionali e che le nuove conoscenze venissero il più possibile divulgate. Verri fondò un giornale
chiamato "Il Caffè" con il fine esplicito di divulgare la nuova cultura dei Lumi. Tra i numerosi
argomenti trattati dal giornale, un posto importante occuparono anche le questioni giuridiche,
infatti, fu proprio Verri a suggerire a Beccaria la composizione del trattato Dei Delitti e Delle Pene,
considerato il manifesto del diritto penale.
BECCARIA: perr Beccaria, lo Stato doveva occuparsi solo di crimini valutabili secondo un parametro
terreno, ovvero il danno che il delitto provocava alla società. Questo parametro permetteva di
costruire una gerarchia nella gravità dei delitti e istituire una gradazione di pene che fosse
adeguata a punire il crimine compiuto. Quanto al supplizio, osservò che a spaventare un
potenziale criminale non era la brutalità, bensì la certezza della pena. Una sanzione di lieve entità,
ma sicura, era molto più efficace di una pena feroce e spietata, ma temporanea.Infatti, era per il
rifiuto alla pena di morte e suggeriva la carcerazione e il lavoro forzato, affermando che ogni
ulteriore violenza era superflua. Infine, attaccò la tortura perché, secondo lui, nessun cittadino,
prima di una sentenza, poteva essere considerato colpevole. Inoltre, la tortura era ingiusta e
inefficace in quanto finiva per assolvere i "robusti scellerati" e condannare i "deboli innocenti".
ECONOMIA E POLITICA IN ERUROPA AL TEMPO DI LUIGI XIV