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I paesaggi

Durante la storia ci sono state trasformazioni degli ambienti naturali in Europa operate dagli abitanti infatti,
la popolazione è aumentata e si è sviluppata fino ad oggi e quindi i paesaggi naturali sono stati trasformati
in paesaggi costruiti dall’uomo. Ad esempio, i paesaggi agrari tradizionali che sono testimonianze delle
trasformazioni del territorio. Prima si lavorava con la sola forza dei contadini e degli animali, adesso con
macchine agricole.

L’importanza delle strade era già visibile nell’antica Roma, dove si costruirono strade per scopi militari e
commerciali, nel medioevo le strade venivano usate per lo più per motivi religiosi e chiamate via dei
pellegrini, la più famosa era il cammino di san Tiago del compostella.

Altri paesaggi umani sono i monasteri e le abazie alcune ancora visibili che furono un punto di riferimento
per la popolazione durante il medioevo. Erano centri culturali ma anche di preghiera e di lavoro. Un altro
paesaggio umano è il castello, aveva un ruolo importante di organizzazione economica e dei territori come i
monasteri.

I paesaggi agrari tradizionali


Tra quelli più diffusi ce quello a campi aperti ancora diffuso e la caratteristica speciale è l’assenza di
recinzioni; un altro è il paesaggio a campi chiusi, in cui le campagne erano suddivise recintate con siepi o
muretti a secco e i contadini vivevano in case all’interno di ogni proprietà.

Il paesaggio agrario più diffuso nel Europa del sud è quello degli orti mediterranei, terreni di piccole
dimensioni lavorati in modo intensivo. Si dividono in orto a cultura promiscua cioè associavano alberi da
frutta a cereali, e orti a mono coltura. Un altro paesaggio nell’Europa meridionale è quello dell’agricoltura
asciutta cioè dei latifondi cioè grandi distese di campi dove si coltivava un elemento in modo estensivo.
Dopo il raccolto i terreni erano destinati al pascolo di pecore e capre.

Un paesaggio è quello delle colline dell’Italia centrale lavorate dai mezzadri con coltivazioni promiscue.

La civiltà europea è una civiltà urbana. Si cominceranno già a formare durante l’antica Grecia ma furono i
romani a costruirne molte. Con la caduta dell’Impero romano le città andarono in decadenza fino al 11
secolo dove ci fu una ripresa economica. Le città medievali avevano funzioni produttive in ambito
commerciale e finanziario. Molte città si governavano autonomamente come i comuni di Firenze e Milano.
Le città marinare divennero potenze commerciali soprattutto Venezia e Genova. Le città medievali erano
piccole, la piazza principale ospitava il mercato e gli edifici dell’autorità cittadine e la cattedrale si trovava
nel centro

Il gran tour
Il gran tour era un viaggio dei giovani nobili per conoscere i tesori dell’antichità e dell’arte. Le tappe erano
in Francia. Germania e paesi bassi e da lì arrivavano in Italia per poi tornare nei propri paesi. Il viaggio
durava 3 anni. Dal 1700 l’Italia divenne la meta principale del gran tour perché ha un clima mite e grandi
tesori artistici e naturali, diventando un modello di bellezza ideale.

I paesaggi della rivoluzione industriale


La rivoluzione industriale partì dal Inghilterra nel 1700 e si diffuse in tutto il mondo cambiando i paesaggi
delle campagne perché nascono fabbriche e città rumorose e inquinate. Si diffuse con l’industrializzazione
anche l’urbanizzazione (enorme trasferimento di persone dalla campagna alle città). Le città del 800 si
svilupparono sempre di più e presentavano fabbriche ma anche quartieri degradati dove vivevano operai
con le loro famiglie e a volte si creavano disagi sociali. Oggi le fabbriche sono quasi tutte scomparse dai
territori urbani e messe in quartieri industriali
La popolazione europea
Con la demografia, scienza che si occupa della popolazione, sappiamo che in Europa vivono circa 750
milioni di persone. il paese più popoloso è la Russia, Germania, regno unito, Francia, Italia e spagna. La
densità media è di 70 abitanti per kmq ma non è distribuita in modo omogeneo il più del 66% degli abitanti
vive nelle regioni più avanzati come Belgio, Germania, Italia, regno unito e svizzera e il 75% della
popolazione vive in città. Fino al 1700 vivevano al massimo 100 milioni di europei ma grazie all’innovazione
tecnologiche e medici la popolazione arrivo a 390 milioni di abitanti nel 1900. Le due guerre mondiali hanno
abbassato il numero degli abitanti.

Cambiamenti demografici
Negli ultimi anni cè una crescita zero cioè il numero dei nuovi nati è uguale a quella dei morti. Il calo delle
nascite è dovuto a il costo elevato di mantenere un bambino e al aumento delle donne nel mondo del
lavoro ma anche dalle difficolta economiche. Il calo del tasso di mortalità è l’allungamenti della speranza di
vita hanno portato alla diminuzione della mortalità e all’invecchiamento della popolazione

L’Italia il secondo paese più vecchio al mondo

È questo può portare a problemi sociali futuri perché ci saranno più pensionati e meno lavoratori. La
famiglia italiana è passata ad essere composta da massimo 2 figlio. Ci sono famiglie senza figli o famiglie
formate solamente da una persona o ci sono famiglie con un solo genitore e i figli

I movimenti immigratori europei


Emigrare significa abbandonare il luogo dove si abita, immigrare vuol dire entrare in un altro luogo per
andare ad abitare. Si può parlare di migrazioni definitive o temporanee (dopo un po si torna al luogo di
origine). I movimenti migratori hanno come causa principale la ricerca di migliori condizioni di vita ma a
volte le migrazioni sono forzate a causa di guerre o persecuzioni

Le migrazioni sono state importanti per l’Europa, la maggior parte dei popoli discende da popolazioni indo
europee migrate in Europa 5000 anni fa.

Tra il 1500 e 1600, 5 milioni di persone emigrarono nel nuovo continente ma solo nel 1800 emigrare
divenne un fenomeno di massa, si calcola che dal 1850 al 1950 più di 50 milioni di persone emigrarono in
America e in altre parti del mondo. Dopo la seconda guerra mondiale i paesi europei più ricchi divennero
terre di immigrazioni (Germania, Francia, svizzera) per lo più gli immigrati venivano da Italia, spagna,
portogallo, Grecia. Negli anni 60 cominciarono ad arrivare immigrati extra europei

Oggi tutta l’Europa occidentale è diventata terra di immigrazione per diversi fattori: il crollo dei regimi
comunisti del est Europa, l’invecchiamento della popolazione europea, la globalizzazione, i migliori sistemi
di trasporto e il perdurare crisi e guerre in africa e Medioriente

In Europa ci sono più do 50 milioni di immigrati stranieri i paesi con più migranti sono Germania, spagna
regno unito Francia e Italia. In alcuni paesi come, ad esempio, Italia spagna e Grecia c’è stata un’inversione
migratoria cioè da paesi di emigrati sono diventati terra di immigrazione.

Gli immigrati non arrivano dai paesi più poveri ma da paesi medi in sviluppo e gli immigrati non sono i più
poveri dei loro paesi perché per migrare servono risorse economiche, culturali e sociali.

I migranti economici sono quelli più numerosi e il 10% dei lavoratori europei è formato da immigrati
presenti soprattutto nel edilizia (costruire case) nelle imprese di pulizie e nelle assistenze agli anziani e nella
ristorazione. Tra questi ci sono i migrati stagionali ( per previ periodi dell’anno) immigrati qualificati cioè
professionali con qualifiche tipo medici o infermieri, ma ci sono anche studenti e pensionati tra questi
immigranti.

Molti degli immigrati che si stabiliscono dopo qualche anno si riuniscono con le loro famiglie attraverso i
ricongiungimenti famigliari.

Tra le migrazioni forzate o non volontarie ci sono i richiedenti asilo e i rifugiati

Migrazioni in italia

ci sono state molte migrazioni interne dopo l’unità d’Italia che hanno seguito 5 direzioni principali: dalla
montagna alla pianura, dalle zone interne verso le coste, dalla campagna alla città, dalle regioni del sud a
quelle del nord e dalle regioni orientali a quelle occidentali. Il primo periodo tra la fine del 800 e i primi del
900 era soprattutto una migrazione di carattere regionale, nel secondo periodo cioè dopo la Seconda
guerra mondiale, la migrazione ebbe un carattere interregionale e circa il 40% della popolazione cambio
residenza. Molti emigrarono verso le grandi città del triangolo industriale e verso Roma. Negli anni 70 le
migrazioni interne diminuirono rapidamente.

Negli anni 90 si è avuta una ripresa dell’emigrazione interna dal sud verso il nord o il centro che ha
interessato negli ultimi 25 anni quasi 2 milioni di persone. Questi nuovi emigranti sono giovani che
emigrano individualmente e hanno titoli di studio quindi si può parlare di cervelli che emigrano.

Negli ultimi anni un fenomeno in crescita è quello degli italiani che si trasferiscono in uno stato straniero
per trovare un’occupazione adeguata alla loro preparazione. Ci sono più di 5 milioni di italiani che vivono
all’estero

Una società multietnica


L’Europa è ormai una società multietnica formata da persone di colture e tradizioni diverse. Oggi molti
stranieri con le stesse origini formano delle comunità negli stati dove abitano.

Ci sono però alcuni problemi, a volte gli immigrati subiscono episodi di intolleranza e di razzismo e si è
diffusa, tra molti cittadini europei, la xenofobia cioè la paura dello straniero. Tra i motivi più diffusi ci sono il
rapporto con l’Islam che viene vista come una minaccia in particolare dopo alcuni attentati terroristici.

Questo ha aumentato il consenso di gruppi politici ostili alla immigrazione.

Nei paesi di immigrazione sono in aumento i matrimoni misti ma anche le seconde generazioni, cioè i figli
degli immigrati nati e cresciuti in Italia. In Europa negli anni si sono usati 3 modelli di integrazione:

Quello francese, assimilazionista che punta alla trasformazione degli immigrati in cittadini del paese di
arrivo il più rapidamente possibile. Il modello dell’inclusione temporanea tedesco che ha considerato i
lavoratori come ospiti ammessi temporaneamente per ragioni economiche. Il modello pluralista inglese che
accetta e valorizza le diverse culture e dà la possibilità di conservare i propri stili di vita e le proprie
pratiche.

Oggi prevale un modello di integrazione civica, cioè gli immigrati devono dimostrare di voler integrarsi
attraverso una serie di requisiti, tra cui test di lingua, conoscenza del paese di insediamento, e rispetto dei
valori. Così ogni anno 800 mila stranieri ottengono la cittadinanza in Europa.

I paesi dell’est invece preferiscono non avere una società multiculturale.

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