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Batteri

Microrganismi fondamentali per l'equilibrio della biosfera

I batteri sono presenti ovunque sulla Terra: nell'aria, nel suolo, nelle
acque, nel ghiaccio, nella polvere, su tutti gli oggetti, all'esterno e
all'interno degli organismi. L'ampia distribuzione è dovuta a diversi
fattori: le piccole dimensioni, l'alta velocità di riproduzione, la resistenza
delle cellule batteriche agli ambienti sfavorevoli, l'elevata capacità di
adattamento, le diverse forme di nutrizione. La fermentazione, la
decomposizione di sostanze organiche, la produzione di sostanze utili
all'uomo come gli antibiotici sono tra i tanti processi compiuti dai batteri
che li rendono indispensabili per l'equilibrio dell'intera biosfera. Alcuni
batteri producono malattie nelle piante, negli animali e nell'uomo.

Caratteristiche generali

Le forme dei batteri. I batteri appartengono al grande gruppo degli


organismi unicellulari procarioti, così detti perché formati da una
sola cellula detta cellula procariota, più semplice e primitiva di quella
eucariota che caratterizza gli organismi più evoluti, come i funghi, le
piante, gli animali. La cellula procariota non ha un vero e proprio nucleo
e il DNA si trova libero nel citoplasma; inoltre mancano cloroplasti e
mitocondri, mentre la membrana cellulare è circondata da una struttura
rigida detta parete cellulare. Quest'ultima è formata da una sostanza,
costituita da zuccheri complessi e legati ad altre molecole, che si
chiama peptidoglicano e serve a proteggere e a dare forma alla cellula.
I batteri, infatti, vengono classificati anche in base alla loro forma:
i cocchi sono sferici, come l'acetobatterio, che trasforma il vino in aceto;
gli spirilli sono a spirale, come la specie Treponema denticola, che
produce la placca dentaria nell'uomo; i bacilli sono cilindrici: ne fa parte
la specie Escherichia coli, presente nell'intestino degli animali a sangue
caldo e molto utilizzata nella ricerca scientifica; a virgola troviamo
i vibrioni, tra cui l'agente del colera.

I cocchi hanno la tendenza a unirsi in gruppi. Si possono così avere


i diplococchi, quando i batteri si riuniscono due a due, gli streptococchi,
se i batteri sono uniti a formare una lunga collana, gli stafilococchi,
quando formano un grappolo. Attualmente si conoscono circa 1.600
specie di batteri.

I colori dei batteri. Un altro tipo di classificazione dei batteri consiste


nel dividerli in due gruppi: i gram-positivi e i gram-negativi, in base alla
loro risposta alla colorazione di Gram, dal nome del medico che inventò
un colorante molto usato in batteriologia. I gram-positivi o gram+
diventano viola, mentre i gram-negativi o gram− diventano rossi. Perché
alcuni batteri si colorano di viola e altri di rosso? La differenza è dovuta
alla diversa struttura della parete cellulare. Nei batteri gram+ la parete
cellulare è formata da uno spesso strato di peptidoglicano, che assorbe il
colore; in quelli gram−, invece, la parete risulta più sottile e più
permeabile ai coloranti che entrano nel citoplasma, il quale assume
colorazione rossa.
Metabolismo e riproduzione

Come tutte le cellule, anche quella batterica ha un suo metabolismo:


deve cioè lavorare per trasformare le sostanze chimiche e produrre
l'energia necessaria alla propria sopravvivenza, e anche per potersi
moltiplicare, cioè dividersi in due cellule figlie. A seconda della
sostanza che utilizzano per sopravvivere, i batteri vengono distinti in due
categorie: quelli in grado di vivere a spese di sostanze inorganiche e
quelli che invece utilizzano le sostanze organiche o gli organismi
viventi, come nel caso dei batteri saprofiti e dei batteri parassiti.

Se per il loro metabolismo i batteri hanno bisogno dell'ossigeno si


chiamano aerobi, mentre vengono detti anaerobi quei batteri che
crescono solo in assenza di ossigeno, che per loro è un vero veleno.
Ecco perché per disinfettare ferite sporche di terra si usa l'acqua
ossigenata la quale, liberando ossigeno, distrugge gli eventuali batteri
del tetano, che sono anaerobi.

I batteri si riproducono attraverso un meccanismo chiamato scissione,


per cui una cellula batterica si divide in due cellule figlie, identiche alla
cellula madre.
La coltivazione dei batteri

I batteri possono essere prelevati dall'ambiente o anche da un individuo


infetto per essere coltivati in laboratorio. Per fare ciò bisogna utilizzare i
terreni di coltura che contengono le sostanze necessarie al metabolismo
batterico. Come le piante hanno bisogno di acqua e terriccio per
crescere, così i batteri hanno bisogno di sostanze nutritive specifiche per
moltiplicarsi. Questo è molto importante per poter isolare in laboratorio
quel batterio specifico che ha causato la malattia nell'organismo
infettato, l'ospite, e poi trovare la cura antibiotica adeguata.

I terreni di coltura possono essere liquidi oppure solidi. Naturalmente un


terreno di coltura prima di essere utilizzato deve essere sterile, cioè non
contenere batteri contaminanti, e perfettamente pulito, altrimenti i batteri
non possono crescere bene.

Meccanismo di azione dei batteri patogeni

Definizione. Un batterio si dice patogeno quando è capace di penetrare


in un ospite e riprodursi all'interno di questo danneggiandolo con la
produzione di sostanze tossiche, le tossine batteriche. Ma che cosa
significa patogeno? O meglio, che cosa possiede di diverso un batterio
patogeno rispetto a un altro che non lo è? Un batterio per essere
patogeno deve avere due fondamentali caratteristiche: la capacità di
moltiplicarsi all'interno dell'ospite (invasività) e la capacità di produrre
tossine (tossigenicità).

Meccanismi di difesa dell'ospite. Nell'organismo umano, accanto a


barriere meccaniche come la pelle e le mucose, per difendersi dai batteri
patogeni esiste la capacità di produrre sostanze che circolano nel sangue,
dette fattori solubili, e anche quella di attivare le cellule del sistema
immunitario presenti nell'organismo. La pelle è il primo ostacolo che
trovano i batteri a penetrare nel corpo dell'ospite. Per entrare, un batterio
deve trovare una porta d'ingresso, ovvero la pelle deve essere ferita o
lacerata. Le mucose che tappezzano le cavità corporee (tubo digerente,
apparato respiratorio, vagina) producono un muco che ostacola
l'ingresso dei batteri. In quanto ai fattori solubili, questi bloccano la
moltiplicazione dei batteri, mentre le cellule del sistema
immunitario sono paragonabili a guardie armate che hanno la funzione
di sentinelle e controllori. Quando però il batterio patogeno è riuscito
comunque a penetrare nell'ospite, l'unico sistema per bloccare l'infezione
è una terapia antibiotica, che agirà o distruggendo i batteri o
arrestandone lo sviluppo.

Anche le norme igieniche scrupolosamente osservate contribuiscono a


fermare le infezioni batteriche. Per esempio, affinché il latte che
beviamo sia privo di batteri patogeni è necessario che prima di essere
messo in commercio venga sottoposto a pastorizzazione; così come per
eliminare eventuali batteri presenti sulle mani occorre lavarle con il
sapone o prima di utilizzare gli strumenti medici è necessario
sterilizzarli.

Ritorno dall'altro mondo: le spore

Alcuni batteri, specialmente alcuni tipi di bacilli, se si trovano in


condizioni ambientali sfavorevoli possono produrre le spore, dette anche
cellule durature. Si tratta di cellule batteriche di forma rotonda, capaci di
vivere per molto tempo senza bisogno di sostanze nutritive. Basta
pensare che il metabolismo di una spora è quasi assente; la spora non ha
bisogno di ossigeno ed è capace di resistere ai raggi solari e al calore
elevato come quello di una prolungata bollitura. In questa condizione di
'sonno profondo' la spora può sopravvivere anche per decine di anni. Se
le condizioni dell'ambiente tornano favorevoli, essa si può trasformare in
un batterio vero e proprio, riprendendo la sua attività vitale.

Che cosa sono le tossine batteriche?

Le tossine batteriche possono essere paragonate a sostanze velenose.


Infatti possono causare una malattia infettiva anche da sole, senza il
vettore batterico, quando penetrano nell'ospite. Per esempio, la tossina
botulinica, prodotta da un batterio anaerobico, può essere presente da
sola negli alimenti confezionati in barattolo e, se ingerita, può causare
una grave malattia: il botulismo.

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