VIII
1
I
cara8eri
delle
fon'
papiracee
• Documen'
giun'
dire8amente
dall’an'chità.
• Si
sono
conserva'
solo
in
alcune
aree
del
mondo
an'co.
– La
grande
maggioranza
dei
documen'
su
papiro
ci
giunge
dall’Egi8o
o
da
luoghi
con
un
clima
simile:
il
deserto
di
Giuda,
in
Pales'na,
alcune
aree
ai
margini
della
Mesopotamia.
– Al
di
fuori
di
queste
aree,
solo
circostanze
eccezionali
hanno
consen'to
la
preservazione
dei
papiri:
Vindolanda,
Ercolano,
Ravenna.
• Documen'
né
des'na'
ai
posteri,
in
considerazione
della
deperibilità
del
materiale,
né,
in
mol'
casi,
des'na'
ad
avere
ampia
diffusione
pubblica.
2
Il
rilievo
delle
fon'
papiracee
per
la
Storia
romana
• Di
par'colare
interesse
per
la
storia
delle
is'tuzioni
pubbliche
di
Roma:
– Le
numerose
'pologie
di
documen'
di
archivio
o
invia'
dai
priva'
all’amministrazione,
interessan'
per
conoscere
le
stru8ure
di
governo,
a
livello
provinciale
e
locale,
in
par'colare
in
Egi8o.
– I
documen'
di
cara8ere
giuridico
emessi
dalle
autorità
centrali,
di
interesse
per
la
storia
delle
is'tuzioni
di
Roma
a
livello
centrale.
• Documen'
preziosi
dal
punto
di
vista
cronologico,
in
par'colare
in
periodi
storici
convulsi,
come
il
III
sec.
d.C.
3
The
Oxyrhynchus
Papyri,
XXXIV,
2710:
una
pe'zione
al
futuro
imperatore
Emiliano
5
Lo
Gnomon
dell’Idiologo:
Le
funzioni
dell’Idiologo
• L’idios
logos
(“conto
privato”)
è
una
cassa
speciale,
già
a8estata
in
età
tolemaica,
ma
che
sopravvive
in
età
romana,
come
anche
il
nome
del
funzionario
adde8o.
• Una
cassa
con
introi'
irregolari:
incamerava
beni
rimas'
senza
proprietario,
lasci'
allo
stato
(in
mancanza
di
eredi),
beni
confisca'
ai
colpevoli
di
un
reato
o
ai
debitori
insolven'
dello
stato.
• In
età
romana
l’Idiologo
ha
anche
una
funzione
di
sorveglianza
sui
cul'
dell’intero
Egi8o,
in
par'colare
per
le
ques'oni
finanziarie.
• Una
competenza
che
è
anche
giudiziaria:
l’Idiologo
giudica
le
cause
in
cui
è
in
gioco
un
interesse
del
fisco
imperiale.
6
Lo
Gnomon
dell’Idiologo
• Una
raccolta
di
provvedimen'
giuridici
di
interesse
per
l’amministrazione
dell’ufficio
dell’Idiologo.
• Si
conserva
principalmente
grazie
ad
un
papiro
dell’età
degli
Antonini,
rinvenuto
a
Theadelphia,
oggi
nell’Ägyp'sches
Museum
di
Berlino,
che
registra
115
ar'coli.
• Tra
le
numerose
edizioni
da
ricordare
la
prima,
a
cura
di
W.
Schubart,
Aegyp<sche
Urkunden
aus
den
Königlichen
Staatlichen
Museen
zu
Berlin,
Griechische
Urkunden,
V,
Der
Gnomon
des
Idios
Logos,
Berlin
1919
[SA
P.
IV.
29],
e
quella
parziale,
ma
con
traduzione
inglese
a
fronte,
in
A.S.
Hunt
–
C.C.
Edgar,
Select
Papyri,
II,
Cambridge
(Mass.)
–
London
1953,
n°206
[SA
P.
IV.
16].
• Scheda,
immagine
e
collegamento
al
testo
digitale:
• h8p://berlpap.smb.museum/03191/
7
Lo
Gnomon
dell’Idiologo,
1;
4;
38-‐39:
il
testo
originale
• το̣[ῦ
γ]νώμο̣ν̣[ος],
ὃν
ὁ
θεὸς
Σεβαστὸς
τῇ
τοῦ
ἰδίου
λόγου
ἐπ̣ ι ̣ τ ̣ ρ οπῇ
[παρ]ε̣ σ τήσατο,
καὶ
τῶν
ὑπὸ
χεῖρα
αὐτῷ
π̣[ρ]οσγεγον̣ότ̣[ω]ν̣
ἤτοι
ὑπὸ
αὐτοκρατόρων
ἢ
συνκλή[το]υ
ἢ
τῶν
[κατ]ὰ̣
καιρὸν
ἐπάρχων
ἢ
ἰδίων
λόγων
τὰ
ἐν
μέ[σ]ῳ
[κεφ]άλαι̣α
συντεμὼν
ὑπέταξ[ά]
σοι,
ὅπως
τῇ
τ̣ [ ῆς]
ἀναγρ̣ α ̣ φ ̣ ῆ ς
ὀλιγομερίᾳ
τὴν
μνήμην
ἐπιστή[σας]
εὐ̣χερ[ῶς]
τ̣ῶ̣ν
πραγμάτων
περικ[ρ]ατῇς.
• 4.
[τ]ῶν
[τ]ελευτω[ν]
ἀδιαθέτως
ο̣ἷς
οὐδείς
ἐστιν
ἄλλος
κατὰ
νόμο̣υ̣ς̣
κληρονόμος
τὰ
ὑπάρχοντα
τῷ
φίσκῳ
πρ̣οσκρείνεται.
• 38.
οἱ
ἐξ
ἀστῆς
καὶ
Αἰγυπτίου
γενόμενοι
μένουσι
μὲν
Αἰγύπτιοι,
[ἀ]μφοτέρους
δὲ
κληρονομοῦσι
τοὺς
γονεῖς.
• 39.
Ῥωμαίου
ἢ
Ῥωμαίας
κατʼ
ἄγνοιαν
συνελθόντων
{ἢ
ἀστοῖς}7
Αἰγ̣υ̣π̣τ̣ίοις
τὰ
τέκνα
<τῷ>
ἥγτονι
γένει
ἀκολουθεῖ.
8
Lo
Gnomon
dell’Idiologo,
1;
4;
38-‐39:
la
traduzione
• Ti
ho
esposto
un
riassunto
dei
pun'
principali
e
centrali
del
testo
organico
che
il
divino
Augusto
ha
stabilito
per
l'amministrazione
dell'Idios
Logos
e
dei
pun'
che
che
sono
sta'
aggiun'
nel
corso
dei
tempi
dagli
imperatori,
dal
senato,
dai
prefeU
o
gli
idiologi
che
si
sono
succedu',
affinché,
grazie
alla
forma
semplificata
della
redazione,
dopo
averlo
memorizzato,
tu
possa
facilmente
venire
a
capo
delle
tue
incombenze.
• 4.
Quando
una
persona
muore
senza
testamento,
senza
lasciare
alcun
erede
legiUmo,
il
suo
patrimonio
è
a8ribuito
al
fisco.[...]
• 38.
Coloro
che
sono
na'
da
una
ci8adina
greca
e
da
un
Egiziano
restano
Egiziani;
ma
ereditano
dai
due
genitori.
• 39.
Se
un
Romano
o
una
Romana
si
sposano,
a
loro
insaputa,
a
un
ci8adino
greco
o
a
un
egiziano,
i
loro
figli
seguono
lo
stato
inferiore.
9
P.
Mich
III
169
=
CPL
1
62
10
P.
Mich
III
169
=
CPL
162
Scheda
e
testo
h+p://papyri.info/ddbdp/p.mich;3;169
Immagine:
h+ps://quod.lib.umich.edu/a/apis/x-‐2222
Lato
4
(seconda
pagina
della
seconda
tavole+a
del
diHco)
• Di
M.
Vibio
Pollione
• di
M.
O8avio
Sereno
• di
L-‐
Emilio
Massimo
• di
L.
Caponio
Saturnino
• di
C:
Aebu'o
Saturnini
• di
C.
Vibieno
Crasso
• di
M.
Holconio
Ampissio
Inizio
testo
che
prosegue
sulla
prima
pagina
Lato
1
(prima
pagina)
Stesso
testo
che
nell’interno
con
riassunto
in
greco
11
P.
Mich
III
169
=
CPL
162
29.4.145
d.C.
Alessandria
e
Karanis
casa
B7
12
P.
Mich
III
169
=
CPL
162
Lato
2
=
Testo
sulla
cera
nella
parte
interna
del
diHco
Sempronia
Gemella
avendo
come
tutore
e
agente
C.
Giulio
Saturnino
ha
chiamato
a
tes'moni
coloro
che
hanno
apposto
il
proprio
sigillo
del
fa8o
che
ha
partorito
da
padre
incerto
il
giorno
dodicesimo
prima
delle
calende
di
Aprile
che
sono
appena
passate
(21
marzo
145),
due
gemelli
e
che
sono
sta'
chiama'
Marco
Sempronio
figlio
di
"Spurio"
Sarapione
e
Marco
Sempronio
figlio
di
"Spurio"
Socra'one:
e
inoltre
disse
di
aver
presentato
queste
dichiarazioni
(testa<ones)
perchè
la
legge
Lato
3
=
Testo
sulla
cera
nella
parte
interna
del
diHco
Aelia
Sen'a
e
Papia
Poppea
vieta
di
fare
la
professio
in
album
dei
figli
e
delle
figlie
illegiUmi.
Di
questo
fa8o
sono
state
scri8e
o
firmate
due
tavole
in
questo
stesso
esemplare
Reso
ad
Alessandria
d'Egi8o
il
giorno
3°
prima
delle
calende
di
maggio
nell'anno
dell'Imperatore
Cesare
T.
Elio
Adriano
Antonino
Augusto
Pio
(console)
per
la
IV
volta
e
M.
Aurelio
Cesare
console
per
la
II
volta,
nell'anno
VIII
dell'imperatore
Cesare
Tito
Elio
Adriano
Antonino
Augusto
Pio,
nel
mese
di
Pachon,
nel
giorno
4
(29
aprile
145).
13
Quar'ere
a
Karanis
(scavi
anni
‘30
14
P.
Mich.
III
490
–
metà
II
sec.
d.C.
Karanis
casa
B1
15
P.
Mich
III
490
Apolinaris
invia
mol'
salu'
alla
madre
Taesion.
Prima
di
tu8o
mi
auguro
che
tu
sia
in
salute
facendo
omaggio
(proskynema)
per
te
a
tuU
gli
dèi.
Da
Cirene,
avendo
trovato
una
persona
che
veniva
verso
di
te,
ho
sen'to
necessario
dar'
no'zia
del
fa8o
che
sto
bene
e
tu
fammi
sapere
rapidamente
della
tua
salute
e
di
quella
dei
miei
fratelli.
E
ora
io
'
sto
scrivendo
da
Portus
perchè
non
sono
ancora
arrivato
a
Roma
e
non
sono
ancora
stato
assegnato
(alla
mia
unità).
Appena
sarò
stato
assegnato
e
saprò
dove
andare
te
lo
farò
sapere
subito;
e
tu
non
trascurare
di
scrivere
riguardo
alla
tua
salute
e
quella
dei
miei
fratelli.
Se
non
trovi
nessuno
che
venga
da
me,
scrivi
a
Socrates
e
lui
me
la
trasme8erà.
Saluto
molto
i
fratellini
e
Apolinaris
e
i
suoi
figli
e
Kalalas
e
i
suoi
figli
e
tuU
coloro
che
'
vogliono
bene.
Asclepiade
'
manda
i
suoi
salu'.
Stammi
bene
e
in
salute.
Sono
arrivato
a
Portus
il
giorno
25
di
Pachon.
(m2)
Sappi
che
sono
stato
assegnato
alla
Flo8a
di
Miseno,
lo
ho
saputo
dopo.
Verso
Recapita
a
Karanis
*
A
Taesion
da
parte
del
figlio
Apolinarios.
16
The
Oxyrhynchus
Papyri,
VII,
1021:
annuncio
ufficiale
dell’ascesa
al
trono
di
Nerone
• Il
Cesare
che
era
dovuto
ai
suoi
• ὁ
μὲν
ὀφειλόμενος
τοῖς
προγόνοις
antena',
dio
manifesto,
è
καὶ
ἐνφανὴς
θεὸς
Καῖσαρ
εἰς
a n d a t o
a
r a g g i u n g e r l i
e
αὐτοὺς
κεχώρηκε,
ὁ
δὲ
τῆς
l’Imperatore
che
il
mondo
οἰκουμένης
καὶ
προσδοκηθεὶς
καὶ
a8endeva
e
sperava
è
stato
ἐλπισ\θεὶς/
Αὐτοκράτωρ
ἀποδέδ-‐ proclamato,
buon
genio
del
\ε/ικται,
ἀγαθὸς
δαίμων
δὲ
τῆς
m o n d o
e
f o n t e
d i
o g n i
οὐκου̣μένης
[ἀρ]χ̣ὴ̣
\ὤν/
⟦μ̣ε̣γ̣ι̣ς̣⟧
τ̣ε
benedizione,
Nerone
Cesare,
è
πάντων
ἀγαθῶν
Νέρων
Καῖσαρ
stato
proclamato.
Dunque
ἀ π ο δ έ δ ε ι κ τ α ι .
δ ι ὸ
π ά ν τ ε ς
dobbiamo
tuU
indossare
ὀφείλομεν
στεφανηφοροῦντας
καὶ
ghirlande
di
fiori
e
con
il
βουθυτοῦντας
θεοῖς
πᾶσι
ε̣ἰ̣δ̣έ̣ναι
sacrificio
di
un
bue
rendere
χάριτας.
(ἔτους)
α
Νέρωνος
grazie
agli
dèi
tuU.
Il
primo
Κλαυδίου
Καίσαρος
Σ̣ ε ̣ β ̣ α ̣ σ ̣ τ ̣ ο ̣ ῦ
̣ anno
di
Nerone
Claudio
Cesare
Γ̣ ε ̣ ρ ̣ μ ̣ α ̣ ν ̣ ι ̣ κ ̣ ο ̣ ῦ
̣ μη(νὸς)
Νέ(ου)
Augusto
Germanico,
il
21
del
Σεβα(στοῦ)
κα̣.
mese
Nuovo
Augusto.
17
P.
Oxy.
VII,
1021:
annuncio
ufficiale
dell’ascesa
al
trono
di
Nerone
• A
parte
ogni
considerazione
sulle
speranze
mal
riposte,
un
documento
di
un
certo
interesse:
– Dimostra
in
modo
efficace
quanto
in
Egi8o
fosse
diffusa
la
credenza
nella
natura
divina
dell’imperatore:
Claudio
è
un
dio
manifesto
(theós
enphanés),
Nerone
è
il
buon
genio
del
mondo
(agathós
daímon
tes
oikouménes),
che
ne
assicurerà
la
prosperità.
– Il
documento
si
data
al
17
novembre
del
54
d.C.,
23
giorni
dopo
la
morte
di
Claudio:
prova
della
lentezza
con
la
quale
viaggiavano
le
no'zie
del
mondo
romano,
anche
se
importan'ssime
ed
anche
se
tra
due
metropoli
come
Roma
e
Alessandria.
18
La
le8era
di
Claudio
agli
Alessandrini
• Si
inquadra
nei
tenta'vi
dell’imperatore
di
rimediare
alle
tensioni
provocate
tra
Roma
e
gli
Ebrei
(sia
della
Pales'na
che
della
Diaspora)
dagli
a8eggiamen'
del
suo
predecessore
Caligola.
– Tensioni
par'colari
si
erano
create
ad
Alessandria,
dove,
accanto
alla
maggioranza
“greca”,
viveva
una
numerosa
comunità
ebraica.
• Una
le8era
indirizzata
alla
ci8à
di
Alessandria,
a
seguito
di
un’ambasceria
inviata
a
Roma
dalla
componente
greca.
• La
le8era
venne
pubblicata
dal
prefe8o
d’Egi8o
L.
Emilio
Re8o,
ma
la
copia
che
conosciamo
è
quella
trascri8a
sul
retro
di
un
registro
di
tasse
da
un
tal
Nemesion,
un
piccolo
funzionario
del
villaggio
di
Philadelphia,
per
ragioni
che
ci
restano
ignote.
19
Jews
and
Chris<ans
in
Egypt,
a
cura
di
H.I.
Bell,
London
1924,
pp.
1-‐37,
n°1912,
ll.
73-‐100:
una
le8era
ufficiale
di
Claudio
agli
Alessandrini
• τῆς
δὲ
πρὸς
Ἰουδαίους
ταραχῆς
καὶ
στάσεως
μᾶλλον
δʼ
εἰ
χρὴ
τὸ
ἀλη̣θὲς
εἰπεῖν
τοῦ
πολέμου
πότεροι
μὲν
αἴτιοι
κατέστησαν
καίπερ
ἐξ
ἀντικαταστάσεως
πολλὰ
τῶν
ἡμετέρων
πρέσβεων
φιλοτειμηθέντων
καὶ
μάλιστα
Διονυσίου
τοῦ
Θέων[ο]ς
ὅμως
οὐκ
ἐβουλήθην
ἀκριβῶς
ἐξελένξαι,
ταμιευόμενος
ἐμ̣ α υτῶι
κατὰ
τῶν
πάλειν
ἀρξαμένων
ὀργὴν
ἀμεταμέλητον·∙
ἁπλῶς
δὲ
προσαγορεύωι
ὅτι
ἂν
μὴ
καταπαύσηται
τὴν
ὀλέθριον
ὀργὴν
ταύτην
κατʼ
ἀλλήλων
αὐθάδιον
ἐ γ β ι α σ θ ή σ ο μ α ι
δ ῖ ξ α ι
ὗ ο ν
ἐ σ τ ι ν
ἡ γ ε μ ὼ ν
φιλάνθροπος
εἰς
ὀργὴν
δικαίαν
μεταβεβλημένος.
20
P.
Lond.,
VI,
1912,
ll.
73-‐100:
una
le8era
ufficiale
di
Claudio
agli
Alessandrini
21
P.
Lond.,
VI,
1912,
ll.
73-‐100:
una
le8era
ufficiale
di
Claudio
agli
Alessandrini
• διόπερ
ἔτι
καὶ
νῦν
διαμαρτύρομε
εἵνα
Ἀλεξανδρεῖς
μὲν
πραέως
καὶ
φιλανθρόπως
προσφέροντε
Ἰουδαίος
τοῖς
τὴν
αὐτὴν
πόλειν
ἐκ
πολλῶν
χρόνων
οἰκοῦσει
καὶ
μηδὲν
τῶν
πρὸς
θρησκείαν
αὐτοῖς
νενομισμένων
τοῦ
θεοῦ
λοιμένωνται
ἀλλὰ
ἐῶσιν
αὐτοὺς
τοῖς
ἔθεσιν
χρῆσθαι
ὗς
καὶ
ἐπὶ
τοῦ
θεοῦ
Σεβαστοῦ,
ἅπερ
καὶ
ἐγὼι
διακούσας
ἀμφοτέρων
ἐβεβαίωσα·∙
καὶ
Ἰουδέοις
δὲ
ἄντικρυς
κελεύωι
μηδὲν
πλήωι
ὧν
πρότερον
ἔσχον
περιεργάζεσθαι
μηδὲ
ὥσπερ
ἐν
δυσεὶ
πόλεσειν
κατοικοῦντας
δύο
πρεσβείας
ἐκπέμπειν
τοῦ
λοιποῦ,
ὡ
μὴ
πρότερόν
ποτε
ἐπράκθη,
μηδὲ
ἐπισπαί̣ρ̣ε̣ιν
γυμνασιαρχικοῖς
ἢ
κοσμητικοῖς
ἀγῶσει,
καρπουμένους
μὲν
τὰ
οἰκῖα
ἀπολάοντας
δὲ
ἐν
ἀλλοτρίᾳ
πόλει
περιουσίας
ἁπάντων
ἀγαθῶν,
μηδὲ
ἐπάγεσθαι
ἢ
προσείεσθαι
ἀπὸ
Συρίας
ἢ
Αἰγύπου
καταπλέοντας
Ἰουδαίους
ἐξ
οὗ
μείζονας
ὑπονοίας
ἀνανκασθήσομε
λαμβάνειν·∙
εἰ
δὲ
μή,
πάντα
τρόπον
αὐτοὺς
ἐπεξελεύσομαι
καθάπερ
κοινήν
τεινα
τῆς
οἰκουμένης
νόσον
ἐξεγείροντας.
22
P.
Lond.,
VI,
1912,
ll.
73-‐100:
una
le8era
ufficiale
di
Claudio
agli
Alessandrini
• Pertanto,
da
un
lato,
esorto
ancora
una
volta
gli
Alessandrini
a
comportarsi
in
modo
tollerante
e
benigno
nei
confron'
degli
Ebrei,
che
per
tan'
anni
hanno
abitato
nella
stessa
ci8à,
e
a
non
recare
oltraggio
ai
ri'
religiosi
che
celebrano
in
onore
del
loro
Dio,
ma
a
perme8ere
loro
di
osservare
le
loro
consuetudini,
come
al
tempo
del
divo
Augusto,
consuetudini
che
io
stesso,
ascoltate
le
due
par',
ho
confermato;
d'altra
parte
ordino
agli
Ebrei
di
non
pretendere
nulla
oltre
quanto
hanno
avuto
fino
a
questo
momento
e
di
non
inviare
più,
come
se
viveste
in
due
ci8à
diverse,
due
differen'
ambascerie,
un
fa8o
prima
d'ora
mai
accaduto,
di
non
gareggiare
più
nei
giochi
organizza'
dai
ginnasiarchi
o
dai
cosme',
ma
di
godere
di
ciò
che
hanno,
approfi8ando
dell'abbondanza
di
cose
buone
che
ci
sono
in
una
ci8à
che
non
è
la
loro;
e
di
non
introdurre
o
invitare
Ebrei
che
partono
per
Alessandria
dalla
Siria
o
dall'Egi8o,
costringendomi
a
formulare
i
più
for'
sospeU;
altrimen'
li
punirò
in
tuU
modi,
come
suscitatori
di
una
malaUa
che
colpisce
tu8a
l'umanità.
23
Select
Papyri,
II,
291:
una
pe'zione
contro
le
prepotenze
di
un
soldato
• Αὐρηλίωι
Μαρκιανῶι
(ἑκατοντάρχωι)
παρὰ
Αὐρηλίου
Σαραπίωνος
Πάσει
ἀπὸ
κώμης
Φιλαδελφείας·∙
ὕβρεως
οὐδὲν
οὔτε
δεινότερον
οὔτε
χαλεπώτερον·∙
εἰς
τοῦτο
γὰρ
ἡλικίας
ἐλθών,
ὀγδοηκοστὸν
καὶ
πρὸς
ἐνιαυτὸν
γενόμενος,
ἀμέμπτως
ὑπηρετῶ
ἀραβοτοξότης
ὤν.
χοίρου
ὑὸς
ἀποπλανηθείσης
τῆς
θυγατρός
μου
ἐν
τῇ
κώμῃ
καὶ
ὀνομαζομένης
ὡς
παρὰ
Ἰουλίωι
στρατιώτῃ,
προσῆλθον
αὐτῷ
αἰτήσων
ὅρκον
περὶ
τούτου·∙
ὃς
λαβόμενός
μου
τοῦ
πρεσβύτου
ἐν
τῇ
κώμῃ
μεσούσης
ἡμέρας,
ὡς
οὐκ
ὄντων
νόμων,
πληγαῖς
με
ᾐκίσατο,
παρόντων
Νεπωτιανοῦ
ἐπιτρόπου
τοῦ
διασημοτάτου
Οὐαλερίου
Τιτανιανοῦ
καὶ
Μαύρου
καὶ
Ἀμμωνίου
ἀραβοτοξοτῶν,
ὡς,
ἀγανακτησάντων
αὐτῶν
ἐπιπλησσομένου̣
μ̣ο̣υ̣,
διαλῦσαι
ἡμᾶς,
καὶ
μόλις
ἐπικερδᾶναι
ψυχῆς̣
ἐπιβουλήν̣·∙
ἀνανκαίως
τὴν
ἐπίδοσιν
τῶν
βιβλιδίων
ποιοῦμαι
καὶ
ἀξιῶ
ἀχθῆναι
αὐτὸν
πρὸς
τὸ
τὰ
τολμηθέντα
ἐκδικίας
τυχεῖν
καὶ
μένη
μοι
ὁ
λόγος·∙
διευτύχει·∙
Σαραπίων
ὡς
(ἐτῶν)
πδ,
οὐλὴ
γόνατι
δεξιῷ.
(ἔτους)
κϛ
Αὐτοκρατόρων
Καισάρων
Μάρκω
Ἰουλίων
Φιλίππων
Εὐσεβῶν
Εὐτυχῶν
Σεβαστῶν,
Ἁθὺρ
κϛ.
24
Select
Papyri,
II,
291:
una
pe'zione
contro
le
prepotenze
di
un
soldato
• Ad
Aurelio
Marciano,
centurione,
da
parte
di
Aurelio
Serapione,
figlio
di
Pasei,
del
villaggio
di
Filadelfia.
Non
vi
è
nulla
di
più
orribile
e
più
duro
che
subire
un
maltra8amento.
Per
tu8o
il
tempo
della
mia
vita,
ho
più
di
80
anni,
ho
servito
in
modo
irreprensibile
come
arciere
arabo.
Poiché
una
scrofa
era
fuggita
a
mia
figlia
nel
villaggio
e
poiché
mi
era
stato
riferito
che
si
trovava
a
casa
del
soldato
Giulio,
mi
recai
da
lui
per
domandargli
di
giurare
su
questa
faccenda;
e
lui
mi
ha
messo
le
mani
addosso,
vecchio
come
sono,
nel
villaggio,
in
pieno
giorno,
come
se
le
leggi
non
esistessero,
mi
ha
preso
a
bo8e
alla
presenza
di
Nepoziano,
ispe8ore
dell’eminen'ssimo
Valerio
Titaziano,
e
di
Mauro
e
Ammonio,
arcieri
arabi,
cosicché
essi,
sconvol'
nel
vedermi
picchiato,
ci
hanno
separato
e
sono
riuscito
a
malapena
a
salvarmi
la
vita.
Mi
trovo
costre8o
a
presentare
questa
pe'zione
e
di
chiedere
che
sia
arrestato,
in
modo
che
il
suo
comportamento
sfrontato
possa
essere
punito
e
gli
chiedo
conto
di
quello
che
ha
fa8o.
Salu'.
Serapione,
dell’età
di
circa
84
anni,
con
una
cicatrice
sul
ginocchio
destro.
L’anno
6°
degli
imperatori
Cesari
Marci
Giulii
Filippi
Pii
Felici
Augus',
il
26
del
mese
di
Athyr.
25
Select
Papyri,
II,
291:
una
pe'zione
contro
le
prepotenze
di
un
soldato
• Una
vicenda
che
vede
coinvolto
un
anziano
che
era
stato
arciere
arabo
(una
sorta
di
guardia
confinaria)
nel
villaggio
di
Philadelphia.
• La
pe'zione
si
data
al
22
novembre
248
d.C.
e
illustra
concretamente
quello
scollamento
tra
società
civile
ed
esercito
e
la
crescente
prepotenza
dell’elemento
militare
che
è
uno
dei
traU
cara8eris'ci
della
crisi
del
III
sec.
d.C.
• Una
microstoria
che
può
in
qualche
modo
inserirsi
nel
più
ampio
racconto
della
Storia
romana.
26
P.
Oxy.,
LVIII,
3929:
cer'ficato
di
pra'ca
dei
cul'
tradizionali
• I
papiri
egiziani
ci
fanno
conoscere
56
esempi
di
cer'fica'
a8estan'
la
pra'ca
dei
cul'
tradizionali,
tuU
data'
tra
il
250
e
il
251
d.C.
• I
cer'fica'
si
collegano
ad
un
edi8o
dell’imperatore
Decio
(noto
da
Cipriano,
Epistole,
37,
2)
che
chiedeva
di
sacrificare
agli
dèì
e
di
farsi
cer'ficare
da
un
libellus
l’avvenuto
sacrificio
dalle
autorità
locali.
• Si
discute
sull’obieUvo
di
Decio:
– Certamente
l’apologe'ca
cris'ana
vi
vide
sopra8u8o
un
a8o
di
violenza
contro
la
nuova
religione:
numerosi
furono
in
effeU
i
mar'ri,
tra
cui
papa
Fabiano.
– Semplicemente
rinsaldare
la
vacillante
compagine
dell’Impero
dal
punto
di
vista
religioso:
un
tenta'vo
che
si
sarebbe
scontrato
inaspe8atamente
con
il
problema
cris'ano.
– La
volontà
di
dis'nguersi
dalla
poli'ca
del
precessore
Filippo,
di
cui
erano
note
le
simpa'e
per
il
Cris'anesimo,
se
non
addiri8ura
la
conversione.
– In
modo
più
convincente:
il
tenta'vo
di
un
imperatore
tradizionalista
di
ripris'nare
la
pax
deorum,
minacciata
dai
Cris'ani,
come
sembravano
dimostrare
i
disastri
militari
del
periodo.
27
P.
Oxy.,
LVIII,
3929:
cer'ficato
di
pra'ca
dei
cul'
tradizionali
• Il
fa8o
che
l’edi8o
di
Decio
non
riguardasse
solo
i
sospeU
cris'ani
è
confermato
da
un
documento
rela'vo
ad
Aurelia
Ammonous,
sacerdotessa
del
dio
Petesouchos,
che
certo
non
poteva
essere
sospe8ata
di
simpa'e
per
i
Cris'ani.
• Propriamente
non
si
tra8a
di
cer'fica',
ma
di
richieste
di
cer'ficato,
che
poi
venivano
so8oscri8e
da
un’apposita
commissione.
– Questa
so8oscrizione
è
andata
perduta
nel
documento
illustrato
alle
diaposi've
seguen'.
• I
Cris'ani
che
vollero
evitare
la
morte
o
le
torture
avevano
tre
sistemi:
abiurare
la
propria
fede,
comprare
il
cer'ficato
(senza
eseguire
i
sacrifici),
oppure
fuggire.
• Dopo
la
morte
di
Decio
si
aprì
il
problema
di
riamme8ere
i
lapsi
e
i
libella<cii
nella
comunità
cris'ana.
28
P.
Oxy.,
LVIII,
3929
• Da
notare
che
le
ul'me
righe
appartengono
a
una
mano
diversa
da
quella
che
scrisse
il
resto
del
papiro.
• È
la
so8oscrizione
da
parte
del
richiedente
(o
meglio,
di
uno
scriba
che
lo
fece
per
lui,
che
era
analfabeta).
• Il
testo
proviene
dal
villaggio
di
Thosbis,
nella
regione
di
Ossirinco.
29
P.
Oxy.,
LVIII,
3929:
il
testo
greco
• τοῖς
ἀναδοθεῖσ̣ι̣
ἐπὶ
θυσιῶ(ν)
κώμης
Θώσβεως
παρὰ
Αὐρηλίου
Ἀμόϊτος
χρη(ματίζοντος)
μητρὸς
Τααμόϊτος
ἀπὸ
κώμ̣η̣ς̣
Θώσβεως.
ἀεὶ
μὲν
θύων
καὶ
σπένδων
τοῖς
θεοῖς
διετέλουν,
ἐπὶ
δὲ
καὶ
νῦν
ἐνώπιον
ὑμῶν
κατὰ
τὰ
κελευσθ̣(έντα)
ἔθυσα
καὶ
ἔσπισα
καὶ
τῶν
ἱερίων
ἐγευσάμην
ἅμα
τῇ
μητρί
μου
Τααμόϊτι
καὶ
τῇ
ἀδελφῇ
μου
Τααρπ̣α̣ήσ̣ι̣ο̣ς̣,
αὐτὸ
τοῦτο
ἀξιῶ
ὑποσημιώσασθαί
μοι.
(ἔτους)
α
Αὐτοκράτορος
Καίσαρος
Γαίου
Μεσσίου
Κυίντου
Τραιανοῦ
Δεκίου
Εὐσεβοῦ[ς]
[Εὐ]τυχοῦς
Σεβαστοῦ,
Ἐπεὶφ
̣[-‐-‐-‐]
• (seconda
mano)
Αὐρήλιος
Ἀμόϊς
ἐπιδέδωκα.
Αυρήλιος
̣
̣
̣
̣[
̣
̣
̣]
̣ίων
ἔγραψα
ὑπὲρ
-‐-‐-‐-‐-‐-‐
30
P.
Oxy.,
LVIII,
3929:
la
traduzione
• Ai
commissari
dei
sacrifici
del
villaggio
di
Thosbis,
da
parte
di
Aurelio
Amois,
noto
come
figlio
di
sua
madre
Taamois,
dal
villaggio
di
Thosbis.
Ho
sempre
con'nuato
a
sacrificare
e
a
versare
le
libagioni
agli
dèi,
e
poiché
pure
ora,
in
vostra
presenza
e
secondo
gli
ordini,
ho
sacrificato
e
versato
le
libagioni
e
mangiato
la
carne
dei
sacrifici,
insieme
a
mia
madre
Taamois
e
a
mia
sorella
Taharpaesis,
vi
chiedo
di
a8estare
ciò
per
me.
L’anno
primo
dell’imperatore
Cesare
Gaio
Messio
Quinto
Traiano
Decio,
Pio,
Felice,
Augusto,
nel
mese
di
Epeiph
…
• (seconda
mano).
Io,
Aurelio
Amois,
ho
presentato
(la
richiesta
di
cer'ficato).
Io,
Aurelio
…,
ho
scri8o
per
lui
(perché
è
analfabeta).
31
L’archivio
di
Apollonio
e
la
rivolta
ebraica
del
115-‐117
d.C.
• Un
archivio
ritrovato
nella
ci8à
di
Hermoupolis,
con
alcuni
documen'
di
interesse
per
rivolta
ebraica
del
115-‐117
d.C.
(edi'
in
V.A.
Tcherikover
–
A.
Fuks,
Corpus
Papyrorum
Judaicarum,
II,
Cambridge
(Mass.)
1960,
pp.
225
ss.).
• Par'ta
da
Cirene,
la
rivolta
incendiò
l’Egi8o,
Cipro
e
la
Mesopotomia,
ma
è
poco
documentata
dalle
fon'
le8erarie.
• Apollonio
apparteneva
ad
una
famiglia
della
classe
dirigente
greca
di
Hermoupolis,
nel
Medio
Egi8o,
ma
ai
tempi
della
rivolta
era
stratego
del
nomo
di
Heptakomia,
nell’Alto
Egi8o.
• Altro
personaggio
importante
dell’archivio
è
la
moglie
(e
sorella?)
di
Apollonio,
Aline.
• Incontriamo
poi
la
singolare
personalità
della
madre
di
Apollonio,
Eudaimonis,
capace
di
bizzarre
espressioni
(CPJud.,
II,
437:
“per
la
buona
volontà
degli
dèi
e
sopra8u8o
per
l’invincibile
Hermes,
che
non
possano
far'
arrosto!”;
442:
“stai
sicura
che
ignorerò
gli
dèi
finché
non
avrò
indietro
mio
figlio
sano
e
salvo!”).
32
Carta
dell’Egi8o
greco
e
romano
33
CPJud.
II,
n°436:
la
rivolta
ebraica
del
115-‐117
d.C.
in
una
le8era
privata
• Una
le8era
scri8a
da
Aline,
preoccupata
per
la
sorte
di
Apollonio,
in
relazione
a
qualche
terribile
avvenimento
che
sta
succedendo.
• Nonostante
manchino
qui
riferimen'
esplici',
la
le8era
è
stata
messa
in
relazione
con
la
rivolta
degli
Ebrei
in
Egi8o
del
115-‐117
d.C.,
grazie
alla
relazione
con
gli
altro
documen'
d’archivio.
– L’allusione
alla
recente
celebrazione
del
Capodanno
egiziano
(che
cadeva
il
29
agosto)
e
il
fa8o
che
i
disordini
sembrino
essere
all’inizio
ha
portato
a
datare
la
le8era
al
se8embre
115
d.C.
34
CPJud.
II,
436:
a
sinistra
il
recto
con
il
testo
della
le8era,
so8o
il
verso,
con
l’indirizzo
35
CPJud.
II,
436:
il
testo
originale
• [Ἀ]λ̣ι̣νὴ
Ἀπολλ̣ωνίωι
τῶι
ἀδελφῶι
πολλὰ
χαίρειν.
μ̣εγάλως
[ἀγ]ωνιῶσα
περί
σου
διὰ
τὰ
ὄν[τα
τ]οῦ
καιρ̣[ο]ῦ
φημιζόμενα
καὶ
ὅτι
ἐξ[άφ]νως
ἐ[ξῆ]λθες
ἀπʼ
ἐμοῦ·∙
οὔτε
πο[
̣
̣
̣
ο]ὔ̣τε
[σε]ι̣τίοις
ἡδέως
προσέρχομαι,
[ἀλλὰ
συν]εχῶς
ἀγρυπνοῦσα
νυκτὸς
ἡ[μέρας
μ]ί̣αν
μέριμναν
ἔχω
τὴν
περὶ
[τῆς
σωτ]η̣ρίας
σου.
μόνη
δὲ
ἡ
τοῦ
πατρός
[μου
πολ]υ̣ω̣ρ̣ία
⟦ε⟧
\ἀ/νεγείρει
με
καὶ
τῆι
α
[ἡμέρᾳ]
τοῦ
νέου
ἔτους,
νὴ
τὴν
σὴν
[σωτη]ρ̣ί̣α̣ν̣,
ἄ̣[γ]ευ̣στος
ἐκοιμώμην,
[εἰ
μὴ
ὁ
π]α̣τήρ
μου
εἰσελθὼν
ἐβιάσατό
[με.
παρακ]αλῶ
σε
οὖν
ἀσφαλῶς
σεαυτὸν
[φύλαττε]
καὶ
μὴ
μόνος
τὸν
κίνδυνον
[ἄνευ]
φ̣υ̣λακῆς
ὑπόμεινε
ἀλλὰ
ὡς
[καὶ
ὁ
ἐ]ν̣θάδε
στρατηγὸς
τοῖς
ἄρχου[σι
ἐπιτί]θησ̣ι̣
τὸ
βάρος
καὶ
σὺ
τὸ
αὐ[τὸ
ποίει
̣
̣
̣]
36
CPJud.
II,
436:
la
traduzione
• Aline
a
suo
fratello
Apollonio,
salu'.
Sono
terribilmente
in
ansia
per
te
a
causa
di
ciò
che
dicono
s'a
accadendo
e
a
causa
della
tua
improvvisa
partenza.
Non
trovo
alcun
piacere
nel
mangiare
o
nel
bere,
ma
rimango
sveglia
no8e
e
giorno
con
una
sola
preoccupazione,
la
tua
salvezza.
Solo
le
cure
di
mio
padre
mi
fanno
rivivere
e,
nella
speranza
di
veder'
salvo,
sarei
rimasta
senza
mangiare
a
Capodanno,
se
non
fosse
arrivato
mio
padre
a
costringermi
a
mangiare.
Ti
prego
di
stare
a8ento
e
di
non
cacciar'
in
qualche
pericolo
senza
protezione.
Fai
come
lo
stratego
di
qui,
che
affida
i
compi'
ai
suoi
ufficiali
…
37
I
problemi
interpreta'vi
pos'
dalla
documentazione
papiracea
• Al
pari
delle
iscrizioni,
inserimento
della
tes'monianza
in
un
contesto
più
generale.
• Validità
delle
informazioni
fornite,
che
si
riferiscono
ad
un’area
limitata,
nel
contesto
più
generale
del
mondo
romano.
• Decifrazione
della
scri8ura
e
integrazione
dei
numerosi
tes'
lacunosi.
• Inquadramento
cronologico
di
documen'
che
talvolta
non
riportano
alcuna
datazione
esplicita.
38