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Università degli Studi di Napoli Federico II

Corso di Laurea Magistrale in Fisica

Introduzione alle Funzioni di Green fuori


dall’equilibrio: applicazione al trasporto
quantistico

Relazione per il corso di Teoria dei Molti Corpi in Fisica


della Materia
Anno Accademico 2009/2010

Docente del corso: prof. Carmine Antonio Perroni


Studente: Graziano Incalza
Indice

1 Teoria del non equilibrio 1


1.1 Perché le “Funzioni di Green fuori dall’equilibrio”? . . . . . . . 1
1.2 Il problema del non equilibrio . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
1.3 La tecnica dei contorni alla Schwinger-Keldysh . . . . . . . . 4
1.3.1 Prima trasformazione: evoluzione rispetto ad H . . . . 5
1.3.2 Seconda trasformazione: evoluzione rispetto ad H0 . . 6
1.4 La tecnica dei contorni alla Schwinger-Keldysh per le Funzioni
di Green . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.5 Formalismo a tempi reali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
1.5.1 Teorema di Langreth . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

2 Equazioni cinetiche quantistiche 17


2.1 Osservazioni iniziali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
2.2 Equazione di Keldysh . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17

3 Applicazioni 23
3.1 Trasporto quantistico fuori dall’equilibrio attraverso un quan-
tum dot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
3.1.1 Espressione per la corrente . . . . . . . . . . . . . . . 25
3.1.2 Espansione perturbativa per le funzioni di Green ordi-
nate sul contorno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
3.1.3 Espressione generale per la corrente . . . . . . . . . . 28
3.1.4 Quantum dot non interagente . . . . . . . . . . . . . . 31

Bibliografia e risorse in rete 33


ii
Capitolo 1

Teoria del non equilibrio

1.1 Perché le “Funzioni di Green fuori dall’equili-


brio”?

I recenti progressi nel campo delle nanotecnologie hanno permesso di rea-


lizzare dispositivi costituiti da un sistema quantistico nanoscopico, come una
singola molecola o un atomo artificiale, collegato a due conduttori metallici
macroscopici. Collegando questo nanocircuito a una batteria, che crea uno
sbilanciamento di carica elettrica tra i due conduttori, è possibile portare il
sistema in uno stato di non equilibrio, caratterizzato da una corrente elettri-
ca che attraversa il nano-conduttore. Questo stato quantistico è difficile da
caratterizzare sulla base di considerazioni puramente energetiche, come con-
suetudine all’equilibrio termodinamico; esso richiede in genere la conoscenza
della completa evoluzione temporale del sistema.
Traduciamo le considerazioni precedenti in termini più precisi introdu-
cendo la definizione generale della funzione di Green per sistemi a molte
particelle

ı  
Gαβ (x1 , t1 ; x2 , t2 ) = − Tr ρT [ψα (x1 , t1 )ψβ† (x2 , t2 )] , (1.1)
~

avendo introdotto gli operatori di campo [1, 8, 5] ψα (x, t) e l’operatore sta-


tistico quantistico ρ [1] sullo spazio degli stati a molte particelle del sistema.
Nell’espressione 1.1 non abbiamo imposto nessuna specifica limitazione allo
stato quantistico del sistema, cioè, all’operatore statistico. Infatti se abbiamo
2 Teoria del non equilibrio

a che fare con un sistema nel suo stato fondamentale (T = 0) o in equili-


brio termodinamico (T 6= 0) si mostra che è possibile ottenere un’espressione
approssimata della 1.1 attraverso un’elegante tecnica diagrammatica basata
sulla teoria delle perturbazioni che essenzialmente usa le seguenti proprietà
[1, 5, 8]:

• unicità dello stato fondamentale (a meno di un fattore di fase) nel caso


T =0;

• equivalenza formale dell’operatore statistico all’equilibrio e operatore


di evoluzione (continuazione analitica) per T 6= 0.

Queste tecniche sono estremamente potenti per ottenere le proprietà ter-


modinamiche, ma sono non adatte alla trattazione dei problemi cinetici, che
sono molto importanti nella materia condensata.
Pertanto in generale ci toccherà studiare un sistema in interazione e per
giunta un problema di fuori equilibrio. In generale per affrontare questo
tipo di problematica è conveniente utilizzare le tecniche introdotte durante
la seconda metà del secolo scorso da J. S. Schwinger e da L. V. Keldysh
[7, 11]. Il resto del lavoro è dedicato allo sviluppo di tale formalismo.

1.2 Il problema del non equilibrio

Si consideri un sistema fisico arbitrario descritto da un operatore Hamil-


toniano indipendente dal tempo

H = H0 + H i , (1.2)

dove H0 rappresenta il pezzo di particelle libere e H i il termine di interazione.


Il generico problema può essere costruito come segue: lontano nel passa-
to, prima di un tempo t0 , il sistema è pensato essere in uno stato di equili-
brio termodinamico caratterizzato da una temperatura T . Lo stato è quindi
1.2 Il problema del non equilibrio 3

descritto dall’operatore statistico 1

e−H/kT
ρ(H) = , (1.3)
Tr e−H/kT

dove Tr denota la traccia nello spazio degli stati a molte particelle del siste-
ma fisico in questione. All’istante t = t0 il sistema viene disconnesso dalla
riserva ed esposto ad una perturbazione dipendente dal tempo, descritta
dall’operatore Hamiltoniano H 0 (t). L’Hamiltoniano totale è

H(t) = H + H 0 (t) . (1.4)

Ora, l’obiettivo che ci si pone è quello di calcolare la media statistica di


una qualche osservabile fisica A al tempo t > t0 . Al tempo t > t0 lo stato
quantistico del sistema in esame è evoluto secondo

ρ(t) = U (t, t0 )ρ(H)U † (t, t0 ), (1.5)

dove  i Rt
dt0 H(t0 )


U (t, t0 ) = T e ~ t0 ≡ UH (t, t0 ) (1.6)

è l’operatore di evoluzione. Il valore medio di interesse diventa perciò

hA(t)i = Tr(ρ(t)A), (1.7)

dove A è l’operatore che rappresenta l’osservabile fisica in rappresentazione


di Schrödinger. Trasformando il tutto in rappresentazione di Heisenberg si
ottiene
hA(t)i = Tr (ρ(t)A) = Tr (ρ(H)AH (t)) = hAH (t)i . (1.8)

L’evoluzione temporale nella rappresentazione di Heisenberg è definita


nel modo standard


AH (t) ≡ UH (t, t0 )AS UH (t, t0 ). (1.9)

Quindi lo scopo sarà quello di costruire una tecnica diagrammatica basata

1
Si può trattare il caso in cui il sistema è accoppiato ad una riserva di particelle a
potenziale chimico fissato. Pertanto tacitamente si P
considera l’energia di singola particella
misurata rispetto al potenziale chimico H → H − s µs Ns .
4 Teoria del non equilibrio

Figura 1.1: Contorno di Schwinger-Keldysh.

sulla teoria delle perturbazioni che ci permetta, come nei casi elencati nella
sezione 1.1, di ottenere un’espressione esatta della quantità 1.8.

1.3 La tecnica dei contorni alla Schwinger-Keldysh

Per ottenere un’espansione perturbativa diagrammatica si cominci col


notare che l’operatore statistico 1.3 riferito allo stato di equilibrio iniziale si
può riscrivere in termini di UH (t, t0 ) introducendo tempi complessi

eβµN UH (t0 − i~β, t0 )


ρ= . (1.10)
Tr(eβµN UH (t0 − iβ, t0 ))

Inserendo quest’espresssione nella definizione 1.8 si ha


Tr(eβµN UH (t0 − i~β, t0 )UH (t0 , t)AS UH (t, t0 ))
hAH (t)i = βµN
(1.11)
Tr(e UH (t0 − i~β, t0 ))

Si leggano gli argomenti degli operatori di evoluzione che compaiono nel


numeratore da destra a sinistra: in primis il sistema evolve da t0 a t lungo
l’asse reale, dopodiché l’operatore AS agisce; ora, l’evoluzione segue l’asse
reale da t a t0 e alla fine parallelamente all’asse immaginario da t0 a t0 − i~β.
Il corrispondente cammino, introdotto originariamente da Schwinger [11] e
reso popolare da Keldysh [7] è mostrato in figura 1.1.
Al fine di rendere più maneggevole la 1.11 si devono effettuare due tra-
sformazioni unitarie con cui si cerca di esprimere l’evoluzione temporale del-
l’operatore AH prima rispetto all’operatore Hamiltoniano H e poi rispetto
ad H0 , di cui si conosce la dinamica.
1.3 La tecnica dei contorni alla Schwinger-Keldysh 5

1.3.1 Prima trasformazione: evoluzione rispetto ad H

Si vuole esprimere l’evoluzione temporale dell’operatore AH in rappre-


sentazione di Heisenberg rispetto all’Hamiltoniana indipendente dal tempo
H. L’evoluzione temporale rispetto all’hamiltoniana H è definita in maniera
analoga alla 1.9 e l’operatore di evoluzione temporale UH (t, t0 ) è dato da

i
UH (t, t0 ) = e− ~ H(t−t0 ) . (1.12)

Combinando le due definizioni

† †
AH (t) = UH (t, t0 )UH (t, t0 )AH (t)UH (t, t0 )UH (t, t0 ) (1.13)
= VH† (t, t0 )AH (t)VH (t, t0 ) (1.14)

dove si è definito

VH (t, t0 ) ≡ UH (t, t0 )UH (t, t0 ). (1.15)

Derivando 1.15 rispetto al tempo t si ottiene [9]

0
ı~∂t VH (t, t0 ) = HH (t)VH (t, t0 ). (1.16)

Come nella derivazione standard, integrando l’equazione 1.16 con la condi-


zione iniziale VH (t0 , t0 ) = I, si ottiene la formula di Dyson
 i Rt
dt0 HH
0 (t0 )


VH (t, t0 ) = T e ~ t0 . (1.17)

o esplicitamente
 i Rt  i Rt
dt0 HH
0 (t0 ) dt0 H(t0 )
 i

− −
T e ~ t0 = e ~ H(t−t0 ) T e ~ t0 . (1.18)

Introducendo un contorno nel piano temporale complesso che va da t0 a t


e ritorna a t0 (figura 1.2 con il relativo operatore di ordinamento Tc per
prodotti di operatori definiti sul contorno, è facile provare [10, 2] che per
l’operatore AH vale la seguente relazione
 iR 0 (τ )

AH (t) = Tcτ e− ~ cτ dτ HH
AH (t) . (1.19)

Nel seguito useremo la 1.19 per introdurre la variabile di contorno τ invece


6 Teoria del non equilibrio

Figura 1.2: Contorno introdotto nel passaggio alla rappresentazione di


Heisenberg rispetto all’Hamiltoniana H.

che la variabile temporale t.

1.3.2 Seconda trasformazione: evoluzione rispetto ad H0

Ora si procederà lungo la direzione che porterà ad ottenere le espressioni


utili per ricavare un’espansione perturbativa. L’operatore Hamiltoniano 1.2
del sistema consiste di un termine quadratico nei campi, H0 , descrivente
le particelle libere, ed uno complicato H i , descrivente le interazioni. Per
sviluppare una teoria perturbativa, che ci permetta di applicare il teorema
di Wick [5, 10], si necessita di un operatore Hamiltoniano che sia quadratico
nei campi, cioè si avrà bisogno di effettuare una seconda trasformazione che
porti l’equazione 1.19 nella rappresentazione di interazione rispetto ad H0 .
Ripetendo il procedimento prima adottato otteniamo [9]
   
−i 0 (τ )+H i (τ )
R
dτ HH H
AH (t) = Tcτ e ~ cτ 0 0 AH0 (t) , (1.20)

dove si è trasformato il tutto dalla rappresentazione di Heisenberg rispetto al-


l’Hamiltoniana H alla rappresentazione rispetto all’Hamiltoniana libera H0 ,
essendo il procedimento equivalente a quello nell’equazione 1.17. L’operato-
0
re HH è cioè la perturbazione esterna nella rappresentazione di Heisenberg
0

rispetto ad H0 .
Ricordando l’espressione per il valor medio di un operatore 1.8 (ponendo
il potenziale chimico µ = 0) si può scrivere
    
−i 0 (τ )+H i (τ )
R
dτ HH
Tr e−βH Tcτ e ~ cτ 0 H 0 AH0 (t)
hAH i = . (1.21)
Tr (e−βH )

Ora possiamo usare la formula di Dyson 1.18 per il caso di un’Hamil-


1.3 La tecnica dei contorni alla Schwinger-Keldysh 7

Figura 1.3: Il contorno ci .

toniana indipendente dal tempo, H, e tempi immaginari, per esprimere il


fattore di Boltzmann in termini del fattore peso per la teoria libera
R t0 −ı~β
− ~i i (τ )
dτ HH
e−βH = e−βH0 Tca e t0 0 , (1.22)

dove il contorno Tca indica un segmento parallelo all’asse immaginario da t0


a t0 − ı~β, come mostrato in 1.3 Quindi otteniamo l’espressione
 R t0 −ı~β    
− ~i 0 (τ )+H i (τ )
i
R
− i (τ )
dτ HH dτ HH
Tr e−βH0 Tca e ~ t0 0 Tcτ e cτ 0 H 0 AH0 (t)
hAH i =  R t0 −ı~β  .
− ~i i (τ )
dτ HH
Tr e−βH0 Tca e t0 0 .
(1.23)

Il termine che contiene i tempi immaginari e che si prolunga verso il basso


nel piano complesso da t0 a t0 − ı~β può essere portato sotto un ordinamento
sul contorno aggiungendo un piccolo ramo parallelo all’asse immaginario, ca ,
al contorno c ≡ cτ , ottenendo il contorno totale ci come in figura 1.3; quindi
si ha
 iR i (τ )
−i 0 (τ )
 R 
− dτ HH dτ HH
Tr e−βH0 Tci e ~ ci 0 e ~ c 0 AH0 (t)
hAH i =  iR . (1.24)
i (τ )
−i 0 (τ )
 R 
− dτ HH dτ HH
Tr e−βH0 Tci e ~ ci 0 e ~ c 0

Nel numeratore si è usufruito del fatto che, sotto l’ordinamento temporale


sul contorno, gli operatori commutano, lasciando l’algebra degli operatori
identica a quella dei numeri, così che per esempio
  
−i 0 (τ )+H i (τ )
R  iR i (τ ) − i 0 (τ )
R 
dτ HH H − dτ HH dτ HH
Tc e ~ c 0 0 = Tc e ~ c ~
0 e c 0 .
(1.25)
8 Teoria del non equilibrio

L’equazione 1.24 è della forma per la quale si può usare il teorema di


Wick per ottenere l’espansione perturbativa e l’associata diagrammatica di
Feynman. Per una notazione più compatta si introducono le definizioni

− ~i i (τ )
R
dτ HH
Scii ≡ e ci 0 (1.26)
− ~i 0
R
Sc0 ≡ e c dτ HH0 (τ ) (1.27)

con le quali è possibile esprimere la 1.24 in una forma più compatta

Tci Sc0 Scii AH0 (t)




0
hAH i =
 . (1.28)
Tci Sc0 Scii 0

E’ possibile semplificare l’ultima espressione se si considera una situazione


stazionaria. Nel limite in cui si studia il sistema dopo un tempo sufficien-
temente lungo rispetto all’accensione della perturbazione esterna, ha senso
considerare il limite dell’espressione precedente per t0 → ∞. In questo limite
si dimostra facilmente che il denominatore tende a uno.

1.4 La tecnica dei contorni alla Schwinger-Keldysh


per le Funzioni di Green

Le funzioni di Green giocano un ruolo fondamentale nello studio della


materia condensata poiché costituiscono la connessione tra quantità spe-
rimentalmente rilevanti e quantità calcolabili. In condizioni stazionarie si
introduce la funzione di Green ordinata sul contorno
  
−βH T †
ı Tr e c ψ (x , s , τ
H 1 z1 1 H 1 )ψ (x 0 , s ,
z 10 1τ 0 )
G(x1 , sz1 , τ1 ; x10 , sz10 , τ10 ) = − −βH
,
~ Tr (e )
(1.29)
dove τ1 e τ10 possono giacere su entrambi i rami del contorno c. Possia-
mo introdurre una notazione più compatta 1 = (x1 , sz1 , τ1 ) e riscrivere la
precedente come segue

ıD  †
E
G(1; 10 ) = − Tc ψH (1)ψH (10 ) . (1.30)
~

L’idea consiste nell’estendere la definizione data all’equilibrio per una fun-


zione a due tempi definiti sul contorno c. E’ stato introdotto un ordinamen-
1.4 La tecnica dei contorni alla Schwinger-Keldysh per le
Funzioni di Green 9

to temporale Tc che distribuisce gli operatori secondo la posizione del loro


argomento temporale sul contorno
(



 ψH (1)ψH (10 ) se τ1 >c τ10
Tc ψH (1)ψH (10 ) = † (1.31)
−ψH (10 )ψH (1) se τ10 >c τ1 ,

con una ovvia notazione per l’ordinamento sul contorno. Ad esempio τ1 >c
τ10 significa che la variabile segue τ1 segue sul contorno la variabile τ10 ,
indipendentemente dal valore numerico da queste assunto sull’asse reale.
Applicando agli operatori ψH (1) e ψH (10 ) nella 1.30 la coppia di trasfor-
mazioni del paragrafo precedente e tenendo presente che
i i (τ )+H 0 (τ ))
R
dτ (HH
Tc (e ~ c 0 H 0 ) = 1, (1.32)

si dimostra [10] che la funzione di Green assume la seguente forma

ıD  0 i †
E
G(1, 10 ) = − Tc Sc Sc ψH0 (1)ψH 0
(10
)
~D  0
ı − ~i c dτ (HH
R i (τ )+H 0 (τ ))
† 0
E
= − Tc e 0 H 0 ψH0 (1)ψH 0
(1 ) (. 1.33)
~ 0

Quest’espressione costituisce il punto di partenza per costruire un’espansione


perturbativa della funzione di Green. La prima osservazione da fare è che la
teoria non presenta il cosiddetto problema del denominatore: si ottengono
solamente i diagrammi topologicamente connessi. L’unica differenza è la
presenza di un’integrazione su un contorno e non sull’asse reale.
Il più semplice tipo di accoppiamento è quello delle particelle con un
campo classico U (x, t). In questo caso la funzione di Green ordinata sul
contorno ha una forma pronta per un’espansione perturbativa
  
ı −i
R

R †
dxU (x,τ )ψH (x,τ )ψH0 (x,τ ) †
G(1, 10 ) = − Tr ρ0 Tc e ~ c 0 ψH0 (1)ψH 0
(10 )
~
(1.34)
Espandendo l’esponenziale otteniamo una stringa di operatori di campo fer-
mionici su cui bisogna effettuare un’operazione di traccia. Il termine di
ordine zero è

ı  


G0 (1, 10 ) = − Tr ρ0 Tc ψH0 (1)ψH 0
(10
) . (1.35)
~
10 Teoria del non equilibrio

Per il contributo al primo ordine otteniamo


 ı 2 X Z Z   
1 0 † † 0
G (1, 1 ) = − dx2 dτ2 U (2)Tr ρ0 Tc ψH 0
(2)ψH 0 (2)ψH0 (1)ψH 0
(1 ) .
~ s c
z2

(1.36)
Il calcolo del valore di aspettazione degli operatori di campo fermionici può
essere effettuato utilizzando il teorema di Wick [10], che ci permette di de-
comporlo in prodotti di funzioni di Green libere all’equilibrio termico. Infatti
si ha
D  E D ED E
† † 0 † † 0
Tc ψH 0
(2)ψH 0 (2)ψ H0 (1)ψH0 (1 ) = Tc ψH0 (2)ψH 0 (2) Tc ψH 0 (1)ψH0 (1 )
D ED E
† † 0
+ Tc ψH0 (1)ψH0 (2) Tc ψH0 (2)ψH 0
(1 ) .
(1.37)

Il primo contributo in 1.37 contiene un contributo da un diagramma discon-


nesso. Esso contiene un fattore c dτ ξ(τ ), dove ξ è indipendente da t e t0 . Il
R

contorno può essere preso sull’asse reale da −∞ a +∞ e ritornare indietro


a −∞; l’integrale si annulla indipendentemente dalle posizioni di t e t0 sul
contorno. In definitiva si ottiene
XZ Z
0
1
G (1, 1 ) = dx2 dτ2 G0 (1, 2)U (2)G0 (2, 10 ) (1.38)
sz2 c

ed equivalentemente per ordini superiori.


In generale, poiché la funzione di Green ordinata sul contorno ha la stessa
espansione perturbativa della corrispondente all’equilibrio, possiamo definire
1.5 Formalismo a tempi reali 11

un funzionale di self-energia che soddisfa alla stessa equazione di Dyson


XZ Z
0 0
0
G(1, 1 ) = G (1, 1 ) + dx2 dτ2 G0 (1, 2)U (2)G(2, 10 )
sz2 c
XXZ Z Z Z
+ dx2 dτ2 dx3 dτ3 G0 (1, 2)Σ(2, 3)G(3, 10 )
sz2 sz3 c c

(1.39)
XZ Z
G(1, 10 ) = G0 (1, 10 ) + dx2 dτ2 G(1, 2)U (2)G0 (2, 10 )
sz2 c
XXZ Z Z Z
+ dx2 dτ2 dx3 dτ3 G(1, 2)Σ(2, 3)G0 (3, 10 )
sz2 sz3 c c

(1.40)

dove si assume che il termine di non equilibrio nell’operatore Hamiltoniano


sia rappresentato da un potenziale esterno ad un corpo U . Le interazioni
sono contenute nella self-energia. Per ottenere le informazioni fisiche rilevanti
bisogna trasformare le integrazioni sul contorno in integrazioni sull’asse reale.
Questa trasformazione è nient’altro che la continuazione analitica e si effettua
attraverso le regole di Langreth.
Per semplicità nel seguito si userà la seguente notazione

G = G0 + G0 U G + G0 ΣG (1.41)
0 0
G = G + GU G + GΣG . (1.42)

1.5 Formalismo a tempi reali

Nel seguito ci restringeremo a considerare solo stati stazionari. Ora, come


è possibile collegare le funzioni di Green ordinate sul contorno alle funzioni
di Green a tempi reali?
La risposta dipende dalla branca del contorno alla quale appartengono
gli argomenti τ e τ 0 . Infatti è possibile definire quattro funzioni di Green
12 Teoria del non equilibrio

Figura 1.4: Il contorno chiuso di Schwinger Keldysh o contorno chiuso a


tempi reali.

(vedi figura 1.4) a tempi reali [10, 13, 9]:



GT (x, t; x0 , t0 ) ≡ − ~ı T (ψ(x, t)ψ † (x0 , t0 ) se τ , τ 0 ∈ c1





 G< (x, t; x0 , t0 ) ≡ ı ψ † (x0 , t0 )ψ(x, t) se τ ∈ c1 , τ 0 ∈ c2


G(x, τ ; x0 , τ 0 ) =
~

> (x, t; x0 , t0 ) ≡ − ı ψ(x, t)ψ † (x0 , t0 ) se τ ∈ c2 , τ 0 ∈ c1




 G ~D E

 GT̃ (x, t; x0 , t0 ) ≡ − ı T̃ (ψ(x, t)ψ † (x0 , t0 )

se τ, τ 0 ∈ c2
~
(1.43)
dove GT è la funzione di Green ordinata temporalmente [5, 1, 8] e T̃ è
l’operatore di rodinamento anti-temporale che ordina gli operatori in maniera
opposta rispetto a T . G≶ sono le funzioni d Green lesser e greater. In
particolare la densità media di particelle si esprime in termini degli elementi
diagonali della G-lesser [10]
X
n(x, t) = ± G< (x, σz , t; x, σz , t). (1.44)
σz

A questo punto si può definire una matrice 2 × 2 di funzioni Green a tempi


reali nello spazio di Keldysh
! !
GT G< G11 G12
G= = . (1.45)
G> GT̃ G21 G22

Si mostra [10, 13, 9], sfruttando le definizioni precedenti, le seguenti identità

Gr = GT − G< = G> − GT̃ (1.46)


a T > < T̃
G =G −G =G −G (1.47)
r a > <
G −G =G −G (1.48)
∗
Gr (1, 10 ) = Ga (10 , 1)

(1.49)
1.5 Formalismo a tempi reali 13

In condizioni di non equilibrio non è possibile mostrare un teorema di


fluttuazione-dissipazione e pertanto si devono determinare due funzioni di
Green indipendenti. Lo stratagemma matematico di utilizzare un contorno
chiuso ha introdotto dei nuovi gradi di libertà e adesso, per esprimere le
grandezze fisiche che caratterizzano il sistema, bisogna determinare simulta-
neamente due funzioni di Green. Si dimostrerà che esse soddisfano un sistema
di equazioni accoppiate che hanno le proprietà di essere integro-differenziali.

1.5.1 Teorema di Langreth

Spesso nell’espansione perturbativa della Green si incontrano quantità


del tipo Z Z
dτ1 . . . dτn A(τ, τ1 )B(τ1 , τ2 ) . . . N (τ1 , τ ) (1.50)
c c

Come si può convertire questo prodotto in un integrale sull’asse reale che


coinvolge le componenti reali di A,B...? Questo problema è risolto dal
teorema di Langreth [3]. Dimostriamo l’asserto nel caso della
Z
C < (τ1 , τ10 ) = dτ1 A(τ1 , τ )B(τ, τ10 ). (1.51)
c

Considerare solo la componente lesser significa che sul contorno di Schwinger-


Keldysh il tempo τ1 appare prima di τ10 . Esplicitando l’analiticità, il con-
torno c (completamente arbitrario) è deformato nel contorno c1 + c10 , come
mostrato in figura 1.5. L’espressione nell’equazione 1.51 si trasforma perciò
Z Z
C < (τ1 , τ10 ) = dτ A(τ1 , τ )B(τ, τ10 ) + dτ A(τ1 , τ )B(τ, τ10 )
c1 c10
Z Z
= dτ A(τ1 , τ )B < (τ, τ10 ) + dτ A< (τ1 , τ )B(τ, τ1(1.52)
0 ),
c1 c 10

dove nell’ultima uguaglianza si è usato il fatto che sul contorno c1 abbiamo


τ <c τ10 e sul contorno c10 si ha τ >c τ10 . Quando si includono le correla-
zioni iniziali è presente un termine addizionale con un’integrazione sull’asse
parallelo all’asse immaginario. Dividendo le espressioni sulle parti forward e
back del contorno e notando che le variabili esterne sul contorno τ1 e τ10 pos-
sono essere identificati dai loro corrispondenti valori sull’asse reale (imposto
14 Teoria del non equilibrio

Figura 1.5: I contorni c1 e c10 .

t0 → ∞) si ha
Z t1
<
dt A> (t1 , t) − A< (t1 , t) B < (t, t10 )

C (τ1 , τ ) =
10
−∞
Z t10
dtA< (t1 , t) B < (t, t10 ) − B > (t, t10 )

+ (1.53)
−∞

e perciò
Z ∞
C < (τ1 , τ10 ) = dtθ(t1 − t) A> (t1 , t) − A< (t1 , t) B < (t, t10 )


Z−∞

dtA< (t1 , t)θ(t10 − t) B < (t, t10 ) − B > (t, t10 ) (1.54)

+ .
−∞

Introducendo le funzioni ritardata e avanzata [10, 9, 13]

Ar (t1 , t) = θ(t1 − t) A> (t1 , t) − A< (t1 , t)



(1.55)
a < >

B (t, t1 ) = θ(t1 − t) B (t, t1 ) − B (t, t1 ) (1.56)

abbiamo la regola per la moltiplicazione a tempi reali

C < = Ar ◦ B < + A< ◦ B a (1.57)

dove ◦ denota l’integrazione su tutte le variabili interne da meno infinito a


più infinito.
Banalmente si mostrano le seguenti regole [10, 9]

C > = Ar ◦ B > + A> ◦ B A (1.58)


r(a) r(a) r(a)
C = A ◦B (1.59)
≶ r r ≶ r ≶ a ≶ a a
(A ◦ B ◦ C) = A ◦ B ◦ C + A ◦ B ◦ C + A ◦ B ◦ C (1.60)
(A ◦ B ◦ C)r,a = Ar,a ◦ B r,a ◦ C r,a (1.61)
1.5 Formalismo a tempi reali 15

Figura 1.6: Regole di continuazione analitica.

Accanto alle regole esposte in precedenza per i prodotti di convoluzione


sul contorno tra funzioni, spesso bisogna considerare prodotti puntuali di
funzioni definite sul contorno

C(τ1 , τ10 ) = A(τ1 , τ10 )B(τ1 , τ10 ) (1.62)

La derivazione delle formule richieste è simile al’analisi presentata sopra [2,


10, 9]. Le più importanti regole di continuazione analitica sono raccolte nella
tabella in figura 1.6.
16 Teoria del non equilibrio
Capitolo 2

Equazioni cinetiche
quantistiche

2.1 Osservazioni iniziali

Nel capitolo precedente si sono sviluppate le tecniche necessarie per co-


struire le equazioni cinetiche quantistiche che governano l’evoluzione delle
funzioni di Green in un sistema a molti corpi portato fuori dall’equilibrio.
In generale queste sono equazioni integrali molto complicate che usualmen-
te vengono risolte utilizzando tecniche numeriche. Nel seguito si utilizze-
ranno le regole della continuazione analitica per ottenere i risultati deside-
rati sotto due formulazioni equivalenti: il metodo di Keldysh e quello di
Kadanoff-Baym.

2.2 Equazione di Keldysh

Si cominci con l’applicare le regole di Langreth 1.58 all’equazione di


Dyson 1.39; in tal modo si ottengono

Gr,a = Gr,a r,a


0 + G0 U G
r,a
+ Gr,a r,a r,a
0 Σ G (2.1)
Gr,a = Gr,a
0 + Gr,a U Gr,a
0 + Gr,a Σr,a Gr,a
0 , (2.2)

dove si è tenuto conto che il potenziale ad un corpo U è proporzionale alla


funzione delta nel tempo (istantaneo) e quindi le sue componenti ritardate
18 Equazioni cinetiche quantistiche

e avanzate coincidono con esso stesso. Applicando ancora le regole 1.58


all’equazione 1.39 si ottengono le seguenti espressioni per la G-lesser e la
G-greater

G ≶ = G≶ r ≶ ≶ a r r ≶ r ≶ a ≶ a a
0 + G0 U G + G0 U G + G0 Σ G + G 0 Σ G + G0 Σ G

(2.3)
G ≶ = G≶ r ≶ ≶ a r r ≶ r ≶ a ≶ a a
0 + G U G 0 + G U G 0 + G Σ G0 + G Σ G0 + G Σ G0 ;

(2.4)

in questo caso si è sfruttato il fatto che il potenziale istantaneo ad un corpo è


diagonale nello spazio di Keldysh (U ≶ = 0). Le 2.3-2.4 sono dette equazioni
di Keldysh. L’integrazione sull’asse reale è facile da capire; per esempio
(sopprimendo l’indice di spin per semplicità)
Z ∞ Z
(Gr0 U G< )(x, t; x0 , t0 ) = dt1 dx1 Gr0 (x, t; x1 , t1 )U (x1 , t1 )G< (x1 , t1 ; x0 , t0 )
−∞
(2.5)
e
Z ∞ Z Z ∞ Z
(Gr0 Σr G< )(x, t; x0 , t0 ) = dt1 dx1 dt2 dx2 Gr0 (x, t; x1 , t1 )
−∞ −∞
×Σr (x1 , t1 ; x2 , t2 )G< (x2 , t2 ; x0 , t0 ). (2.6)

Le equazioni 2.3-2.4 si possono risolvere iterativamente. Infatti, iterando


all’infinito, entrambe le equazioni danno il seguente risultato per la G≶ [10,
9, 2]

G≶ = (1 + Gr (U + Σr ))G≶ a a r ≶ a
0 (1 + (U + Σ )G ) + G Σ G ; (2.7)

questa è la forma generale dell’equazione di Keldysh.


A questo punto è facile mostrare applicando la tecnica delle equazioni
del moto [10] che i propagatori G(x, τ ; x0 , τ 0 ) e G0 (x, τ ; x0 , τ 0 ) soddisfano le
2.2 Equazione di Keldysh 19

seguenti equazioni 1 (è sottointesa la moltiplicazione tra matrici)

(ı~∂τ − H0 (x)) G0 (x, τ ; x0 , τ 0 ) = δ(x − x0 )δ(τ, τ 0 ) (2.8)


G0 (x, τ ; x0 , τ 0 ) −ı~∂τ 0 − H0 (x0 ) = δ(x − x0 )δ(τ, τ 0 ),

(2.9)

dove la derivata ∂τ 0 agisce sulla sinistra. Introducendo le componenti reali


delle equazioni sui contorni si ottiene

(ı~∂t − H0 (x)) Gr,a 0 0 0 0


0 (x, t; x , t ) = δ(x − x )δ(t − t ) (2.10)
(ı~∂t − H0 (x)) G≶ 0 0
0 (x, t; x , t ) = 0 (2.11)
Gr,a 0 0 0
= δ(x − x0 )δ(t − t0 )

0 (x, t; x , t ) −ı~∂t0 − H0 (x ) (2.12)
G≶ 0 0 0

0 (x, t; x , t ) −ı~∂t0 − H0 (x ) = 0 (2.13)

1
La funzione delta δ(τ, τ 0 ) è definita sul contorno, così che δ r,a (t, t0 ) = δ(t−t0 ) e δ ≶ = 0.
In particolare
0
per τ e τ 0 sulla branca forward

 δ(τ − τ )
0
δc (τ − τ ) = −δ(τ − τ 0 ) per τ e τ 0 sulla branca backward
0 per τ e τ 0 su branche differenti

20 Equazioni cinetiche quantistiche

Scrivendo in notazione semplificata si ha 2

r,a
G−1
0 G0 = 1 (2.14)

G−1
0 G0 = 0 (2.15)
Gr,a
0 G0
−1
= 1 (2.16)
G≶ −1
0 G0 = 0 (2.17)

avendo definito

G−1 0 0 0 0
0 (x, t; x , t ) = (ı∂t − H0 )δ(x − x )δ(t − t ). (2.18)

Altre relazioni importanti per il seguito si ottengono facilmente applicando


il metodo delle equazioni del moto alle 2.1 [10]:

(ı~∂t − H0 (x)) G(x, t; x0 , t0 ) = δ(x − x0 )δ(t − t0 ) + (U Σ)(x, t; x0 , t0 )


+(ΣG)(x, t; x0 , t0 ) (2.19)
G(x, t; x0 , t0 ) ı~∂t0 − H0 (x0 ) = δ(x − x0 )δ(t − t0 ) + (U Σ)(x, t; x0 , t0 )


(GΣ)(x, t; x0 , t0 ), (2.20)

2
La delta di Dirac si può considerare una generalizzazione a indici continui della delta
di Kronecker 
1 i=j
δij =
0 i 6= j
che viene usata per esempio per indicare gli elementi Iij della matrice identità e che più
in generale viene coinvolta nella scrittura degli elementi di una matrice Mij diagonale:

Mij = fi δij .

Quando si usano matrici con indici continui per le righe e le colonne, come succede nella
rappresentazione matriciale di operatori quantistici che abbiano uno spettro continuo,
diventa necessario esprimere gli elementi di matrice della matrice identità mediante la
delta di Dirac. Infatti la matrice identità I per definizione è la matrice che, moltiplicata
per una qualsiasi matrice M , di elementi M (α, α0 ), secondo la regole del prodotto di
matrici righe per colonne, deve riprodurre la matrice M , cioè
Z
dα00 I(α, α00 )M (α00 , α0 ) = M (α, α0 ).

Perciò si vede che gli elementi della matrice identità sono

I(α, α0 ) = δ(α − α0 )
2.2 Equazione di Keldysh 21

oppure, introducendo la funzione di Green 2.18

(G−1
0 − (U + Σ))G = 1 (2.21)
G(G−1
0 − (U + Σ)) = 1. (2.22)

In particolare si ottiene per la funzione di Green ritardata e avanzata

(G−1 r,a
0 − (U + Σ ))G
r,a
= 1 (2.23)
Gr,a (G−1 r,a
0 − (U + Σ )) = 1. (2.24)

Le equazioni di Keldysh sono usate direttamente nei problemi di trasporto


mesoscopico, dove uno studia sistemi finiti fuori dall’equilibrio con inomo-
geneità spaziali e temporali. In tal caso gli argomenti spaziali nelle funzioni
di Green sono tipicamente rimpiazzati da indici discreti i, j (tipo rappresen-
tazione tight-binding) o dai numeri quantici principali n, n0 per livelli ener-
getici discreti (per esempio i quantum dot). Le funzioni di Green pertanto
divengono matrici a dimensioni finite e l’equazione di Keldysh diviene un’e-
quazione matriciale. Per un sistema finito, sfruttando le 2.14-2.17 e 2.21-2.22
l’equazione di Keldysh 2.7 diviene


G≶ = Gr G−1 a a r ≶ a
0 G0 (1 + (U + Σ )G ) + G Σ G . (2.25)

Il primo termine svanisce3 a causa della 2.14, così che si ottiene

G≶ = G r Σ ≶ Ga . (2.26)

che è la forma dell’equazione di Keldysh che è usata nel trasporto mesosco-


pico. In definitiva, per conoscere la dinamica del sistema in esame vanno
risolte simultaneamente le equazioni

Gr,a = Gr,a r,a


0 + G0 U G
r,a
+ Gr,a r,a r,a
0 Σ G (2.27)
G ≶ = Gr Σ ≶ Ga ; (2.28)

la difficoltà maggiore è rappresentata dal fatto che le self-energie Σr,a spesso

3
L’annullamento di questo termine ha un preciso significato fisico: esso rappresenta
l’effetto della condizione iniziale nelle varie G0 ; in presenza di interazioni la ´’memoria´’
dello stato iniziale viene persa quando si raggiunge lo stato stazionario.
22 Equazioni cinetiche quantistiche

dipendono dalle funzioni di Green Gr,a .


Capitolo 3

Applicazioni

3.1 Trasporto quantistico fuori dall’equilibrio at-


traverso un quantum dot

Si vogliono ora applicare le tecniche esposte nei capitoli precedenti al


problema del trasporto quantistico attraverso una regione nanoscopica posta
tra due leads a potenziali elettrochimici diversi , che è chiaramente una
situazione di non equilibrio. Nella schematizzazione di una giunzione, si è
soliti suddividere l’Hamiltoniana totale in tre parti
   
kα c†kα ckα +HC {d†n }, {dn } + Vk,α,n c†kα dn + Vkα,n
X X

H= d†n ckα .
kα∈R,L kα∈R,L,n
(3.1)
Si nota che il primo termine sulla destra rappresenta l’energia cinetica nelle
due regioni di contatto, mentre la seconda è l’energia associata alla regione
centrale. Infine l’ultimo termine descrive l’accoppiamento tra i contatti e
la regione centrale. Quando la regione centrale è schematizzabile come un
sistema non interagente, HC si può scrivere come segue
X
H= n d†n dn . (3.2)
n

L’Hamiltoniana completa si divide, come spiegato nel primo capitolo, in


H = H + H 0 , dove H è l’Hamiltoniana di equilibrio e H 0 è la perturbazione
di non equilibrio; come ovvio, si deve anche specificare l’operatore densità
24 Applicazioni

iniziale ρ(−∞). Nel presente problema ci sono due modi possibili per la
suddivisione dell’Hamiltoniana:

• Si sceglie H essere l’Hamiltoniana dei leads isolati e della regione cen-


trale, mentre H 0 è l’accoppiamento tra di esse. L’operatore densità
iniziale nel passato remoto ρ(−∞) è il prodotto degli operatori dei
sistemi isolati all’equilibrio:
 
kα c†kα ckα + HC {d†n }, {dn }
X
H =
kα∈(R,L)
 
Vk,α,n c†kα dn
X
0 ∗
H = + Vk,α,n d†n ckα
kα∈(R,L),n
1  −β(HL −µL NL ) (0)

ρ(−∞) = e ⊗ ρC ⊗ e−β(HR −µR NR ) , (3.3)
Z

dove HL,R sono le Hamiltoniane dei leads isolati in equilibrio ciascuno


con potenziale chimico µR , µL e l’operatore densità della regione cen-
trale ingloba solo la parte non interagente di HC . La scelta ovvia è
(0) (0)
ρC = e−β(HC −µC NC ) , dove HC0 è la parte non interagente ma µC è
non specificato. Comunque questa condizione iniziale è inclusa in G≶
0,
che è esclusa dall’equazione di Keldysh, così che lo stato stazionario
ad un qualsiasi tempo finito t > −∞ dopo l’evoluzione adiabatica è
indipendente da µC [9]. Questo è un esempio di come le condizioni ini-
ziali sono tirate fuori nel formalismo di Keldysh e risolvono il problema
della conoscenza del potenziale chimico µC .

• Alternativamente, si può scegliere H essere l’Hamiltoniana del sistema


globale all’equilibrio ad un singolo potenziale chimico µ. La perturba-
zione di non equilibrio è allora un termine potenziale ad un corpo che
fa crescere le energie di singola particella di ∆L,R nei leads [9]. Questo
rappresenta uno shift nel potenziale chimico µ → µL,R ≡ µ + ∆L,R . Si
3.1 Trasporto quantistico fuori dall’equilibrio attraverso un
quantum dot 25

ha allora
 
kα c†kα ckα + HC {d†n }, {dn } +
X
H =
kα∈(R,L)
 
Vkα,n c†kα dn + Vkα,n
X

+ d†n ckα
kα∈(R,L),n

∆L,R c†kα ckα


X
0
H =
kα∈(R,L)
1  −β(H−µN ) 
ρ(−∞) = e
Z

Nel seguito si utilizzerà il primo metodo che è ben posto per problemi
stazionari, mentre il secondo è più semplice per il trasporto dipendente dal
tempo.

3.1.1 Espressione per la corrente

L’espressione della corrente attraverso il generico lead α è definita come


D E ıe
Jα = −e Ṅα = − h[H, Nα ]i , (3.4)
~
P †
dove Nα = k ckα ckα è l’operatore numero per il lead α e e > 0 è la carica
elettrica. Dall’equazione del moto di Heisenberg facilmente si mostra [2]

ıe X  D E D E
Jα = Vkα,n c†kα dn − Vkα,n

d†n ckα . (3.5)
~
k,n

Ora si definiscono due nuove funzioni di Green a tempi reali


D E
0 −1 † 0
G<
n,kα (t, t ) ≡ i~ ckα (t )dn (t) , (3.6)
D E
0 −1
G<
kα,n (t, t ) ≡ i~ d†n (t0 )ckα (t) . (3.7)

h i∗
Queste funzioni hanno la proprietà G<
n,kα (t, t) = − G <
n,kα (t, t) ; applican-
dola all’equazione 3.5 si ottiene
 
X
Jα = 2e<  Vkα,n G<
n,kα (t, t) .
 (3.8)
k,n
26 Applicazioni

Usando la tecnica di Keldysh si otterrà un’espressione


D  per le funzioni
E di
0 −1 † 0
Green ordinate sul contorno Gn,kα (τ, τ ) = −i~ Tc ckα (τ )dn (τ ) , dalle
quali eseguendo una continuazione analitica sarà possibile passare ai tempi
reali per ottenere 3.6,3.7.
Nel seguito si deriveranno le funzioni di Green ordinate sul contorno dal-
l’usuale espansione perturbativa della matrice S e conseguente applicazione
del teorema di Wick.

3.1.2 Espansione perturbativa per le funzioni di Green ordi-


nate sul contorno

Come anticipato nel paragrafo precedente si definisce l’Hamiltoniana


imperturbata come i primi due termini dell’equazione 3.1,
 
kα c†kα ckα + HC {d†n }, {dn } ,
X
H= (3.9)
kα∈(R,L)

mentre la perturbazione come il termine di tunneling,


 
Vkα,n c†kα dn + Vkα,n
X
H0 = ∗
d†n ckα . (3.10)
kα∈(R,L),n

Per l’espansione perturbativa (poniamo ~ = 1) si ha



(−ı)l+1
Z Z D E
dτl TC {dnI (τ )HI0 (τ1 ) . . . HI0 (τl )c†kαI (τ 0 )} ,
X
0
Gn,kα (τ, τ ) = dτ1 . . .
l! C C
l=0
(3.11)
dove si ha (ometteremo l’indice I per snellire la notazione)

D E Yl X D 
TC {dn (τ )H 0 (τ1 ) . . . H 0 (τl )c†kα (τ 0 )} = TC {dn (τ ) Vki αi,ni c†ki αi (τi )dni (τi )
i=1 ki αi ,ni
 E
+Vk∗i αi,ni d†ni (τi )cki αi (τi ) c†kα (τ 0 )} (3.12)

Il pedice I indica che gli operatori di creazione e distruzione e l’Hamilto-


niano sono in rappresentazione di interazione rispetto alla H non interagente
e il valor medio è preso rispetto ad H. Nel seguito si ometterà il pedice I
per snellire la notazione, ma è importante ricordare che si sta lavorando in
3.1 Trasporto quantistico fuori dall’equilibrio attraverso un
quantum dot 27

rappresentazione di interazione. Si può quindi applicare il teorema di Wick


ai correlatori di campi c, c† poiché H è quadratica nei campi; da qui l’impor-
tanza della richiesta che i leads siano non interagenti. Tutte le contrazioni
che coinvolgono il primo termine in H 0 (τi ) si annullano, poiché le contrazioni
dn c†kα = 0 per il sistema disconnesso, e le contrazioni dn dn e c†kα c†kα si an-
nullano perché il numero delle particelle è conservato. Dal teorema di Wick
quindi segue
D E
TC {dn (τ )H 0 (τ1 ) . . . H 0 (τl )c†kα (τ 0 )} =
l D E
Vk∗i αi ,ni TC {dn (τ )d†ni (τi )cki αi (τi )c†kα (τ 0 )}
Y X
=
i=1 ki αi ,ni
X D E

Vk∗l αl ,nl TC {dn (τ )H 0 (τ1 ) . . . H 0 (τl−1 )d†nl (τl )} TC {ckl αl (τl )ckα (τ 0 )}

=
kl αl ,nl
X D E
+ Vk∗l−1 αl−1 ,nl−1 TC {dn (τ )H 0 (τ1 ) . . . H 0 (τl−2 )d†nl−1 (τl−1 )H 0 (τ 0 )}
kl−1 αl−1 ,nl−1
D E
× TC {ckl−1 αl−1 (τl−1 )c†kα (τ 0 )} + . . .
D ED E
Vk∗1 α1 ,n1 TC {dn (τ )d†n1 (τ1 )H 0 (τ2 ) . . . H 0 (τl )H 0 (τ 0 )} TC {ck1 α1 (τ1 )c†kα (τ 0 )} .
X
+
k1 α1 ,n1

(3.13)

Si noti che se le variabili mute di integrazioni τ1 , . . . , τl sono rinominate, tutti


gli l termini della 3.13 danno lo stesso contributo all’espansione perturbati-
va. Scegliendo l’ultimo termine della 3.13 come riferimento, l’equazione 3.11
diviene

X Z (−ı)l−1
X Z Z
0
Gn,kα (τ, τ ) = dτ1 (−ı) dτ2 . . . dτl
C (l − 1)! C C
k1 α1 ,n1 l=1
D E D E
× TC {dn (τ )d†n1 (τ1 )H 0 (τ2 ) . . . H 0 (τl )H 0 (τ 0 )} Vk∗1 α1 ,n1 (−ı) TC {ck1 α1 (τ1 )c†kα (τ 0 )} .

(3.14)

Rinominando ancora una volta le variabili di integrazione, si vede che i termi-


28 Applicazioni

ni contenenti le Hamiltoniane H 0 danno origine ad uno sviluppo perturbativo


tipo 3.11. Perciò si può riscrivere il tutto come:
XZ
0 ∗
Gn,kα (τ, τ ) = dτ1 Gnm (τ, τ1 )Vkα,m gkα (τ1 , τ 0 ), (3.15)
m C

dove
D E D E
Gnm (τ, τ 0 ) = −ı TC {dn (τ )d†m (τ 0 )} = −ı TC {SC (−∞, +∞)dnI (τ )d†mI (τ 0 )} ,
(3.16)
è la funzione di Green ordinata sul contorno della regione centrale, mentre
D E
− ı TC {ckαI (τ )c†k0 α0 I (τ 0 )} = δαα0 δkk0 gkα (τ, τ 0 ), (3.17)

a causa dell’invarianza traslazionale dei leads. La


D E
gkα (τ, τ 0 ) = −ı TC {ckαI (τ )c†kαI (τ 0 )} (3.18)

è la funzione di Green ordinata sul contorno dei leads non interagenti.


Analogamente si ricava l’espressione per la Gkα,n (τ, τ 0 ) che ci sarà utile
nel seguito [12]:
XZ
Gkα,n (τ, τ 0 ) = dτ1 gkα (τ, τ1 )Vkα,m Gnm (τ1 , τ 0 ). (3.19)
m C

3.1.3 Espressione generale per la corrente

Nell’equazione 3.8 per la corrente si sono introdotte le funzioni di Green


lesser ordinate sul contorno. Perciò si possono applicare le regole di Langreth
per la continuazione analitica all’equazione 3.15 per ottenere
XZ
0 ∗
G< dt1 Grnm (t, t1 )Vkα,m <
(t1 , t0 ) + G< ∗ a 0

n,kα (t, t ) = gkα nm (t, t1 )Vkα,m gkα (t1 , t ) .
m
(3.20)
3.1 Trasporto quantistico fuori dall’equilibrio attraverso un
quantum dot 29

Ora si assume che lo stato stazionario sia tale che tutte le funzioni di Green
dipendono solo dalla differenza temporale, cioè t − t0 . Allora si ha [12]
X

G<
 r <
(ω) + G< a

n,kα (ω) = Vkα,m Gnm (ω)gkα nm (ω)gkα (ω) (3.21)
m
X
G<
 r
(ω)G< < a

kα,n (ω) = Vkα,m gkα mn (ω) + gkα (ω)Gmn (ω) . (3.22)
m

Le funzioni di Green dei leads isolati sono [2, 13]

<
gkα (ω) = 2πıfα (kα )δ(ω − kα ) = ıfα (kα )A0 (k, α, ω) (3.23)
a 1
gkα (ω) = , (3.24)
ω − kα − ıη

dove fα () = (eβ(−µα ) + 1)−1 è la distribuzione di equilibrio in un dato lead.


Sostituendo l’equazione 3.21 in 3.8 si ottiene [2]
Z
2e X dω ∗
Grnm (ω)gkα
<
(ω) + G< a

Jα = < Vkα,n Vkα,m nm (ω)gkα (ω) . (3.25)
~ 2π
k,nm

E’ facile mostrare dalle definizioni delle funzioni di Green che valgono le


seguenti relazioni

G< (ω)† = −G< (ω) (3.26)


Gr (ω)† = Ga (ω), (3.27)

dove si considerano come matrici G = Gnm . Usando queste relazioni e le


equazioni 3.23-3.24, si può mostrare che l’equazione 3.25 diviene [4, 2]
Z
ıe dω
Tr Γα (ω){G< (ω) + fα (ω) [Gr (ω) − Ga (ω)]}

Jα = (3.28)
~ 2π

dove si è definito il parametro di ibridizzazione


Γα,mn (ω) = 2πρα (ω)Vkα,m (ω)Vkα,n (ω), (3.29)
30 Applicazioni

P
e la densità degli stati ρα ≡ k δ(ω − kα ) per convertire la somma su k
nell’equazione 3.25 in un integrale,
X Z
F (kα ) = dρα ()F (). (3.30)
k

L’equazione 3.28 è un’espressione esatta per la corrente di stati stazionari


attraverso un lead α per un sistema arbitrario con interazioni nella regione
centrale (ma non nei leads). Inserendo la relazione Gr − Ga = G> − G<
(valida per le funzioni di Green di entrambi i contatti e della regione centrale)
nell’equazione 3.25 si ottiene
Z
e dω X ∗
 > <
(ω) − G< >

Jα = {Vkα,n Vkα,m Gnm (ω)gkα nm (ω)gkα (ω) }
~ 2π
k,nm
Z
e dω X  >
{ Gnm (ω)Σ< < >

= α,mn (ω) − Gnm (ω)Σα,mn (ω) } (3.31)
~ 2π
k,nm
Z
e dω
Tr{ G> Σ< < >
 
= α − G Σα }, (3.32)
~ 2π

V ∗ gV con componenti
P
dove si è definito la self-energia di tunneling Σ =
[9]
X
∗ r,a ı
Σr,a
α,mn (ω) = Vkα,m gkα (ω)Vkα,n = Λαmn (ω) ∓ Γαmn (ω)
2
k
X

Σ<
α,mn (ω) = Vkα,m <
gkα (ω)Vkα,n = ıΓαmn (ω)fα (ω)
k
X

Σ>
α,mn (ω) = Vkα,m >
gkα (ω)Vkα,n = −ıΓαmn (ω) [1 − fα (ω)] , (3.33)
k

con fα (ω) = (eβω + 1)−1 ≡ (eβ(−µα ) + 1)−1 . Il risultato nell’equazione


3.31 è un’espressione generale per la corrente di particelle. L’integrando ha
una semplice interpretazione: la parte Σ<
α rappresenta il ritmo al quale le
particelle con energia ω possono lasciare il lead α (cfr la seconda eq. della
3.33). Inoltre, G> esprime la probabilità che il sistema possa accettare una
particella di energia ω. Il secondo termine, con segno opposto, ci da la
corrente che fluisce dalla regione centrale al lead α.
3.1 Trasporto quantistico fuori dall’equilibrio attraverso un
quantum dot 31

3.1.4 Quantum dot non interagente

Si consideri un sistema non interagente accoppiato a due elettrodi de-


scritto dalle self-energie

Σ< α
α,mn (ω) = ıΓmn (ω)fα (ω) (3.34)
Σ> α
α,mn (ω) = −ıΓmn (ω) [1 − fα (ω)] . (3.35)

Poiché non ci cono self-energie addizionali l’equazione di Keldysh semplice-


mente si legge:
h i
r ≶ a
G≶
nm (ω) = G nm (ω) Σ ≶
α,mn + Σ β,mn Gnm (ω). (3.36)

Dopo semplici passaggi algebrici, la corrente di particelle dal lead α si può


scrivere come Z
e dω
Jα = Tαβ (ω) [fα (ω) − fβ (ω)] , (3.37)
~ 2π
dove la probabilità di trasmissione è data da

Tαβ (ω) = TrΓα (ω)Gr (ω)Γβ (ω)Ga (ω). (3.38)

che è l’usuale formula di Landauer.


In questo caso le funzioni di Green ritardata e avanzata soddisfano anche
le equazioni di Dyson

Gr,a (ω) = g0r,a (ω) + g0r,a (ω)Σr,a (ω)Gr,a (ω), (3.39)

dove g0r,a = (ω −0 −iδ)−1 è la funzione di Green all’equilibrio del dot discon-
nesso. In altre parole, nel caso non interagente, le self-energie contengono
solo l’effetto dei leads. Nel caso di un singolo livello non interagente tutte le
quantità che intervengono nelle espressioni precedenti diventano degli scalari,
e pertanto l’equazione 3.39 si può banalmente invertire. La 3.39 diviene

1 1
Gr,a (ω) = = . (3.40)
r,a
ω − 0 − Σ (ω) ω − 0 − Σα (ω) − Σr,a
r,a
β (ω)

Inserendo l’espressione 3.40 nella equazione di Keldysh stazionaria per la


32 Applicazioni

G-lesser si ottiene

G< (ω) = |Gr (ω)|2 Σ< (ω)


ı(Γα (ω)fα (ω) + Γβ (ω)fβ (ω))
=  . (3.41)
β (ω) 2
 α
2
(ω − 0 − Λα (ω) − Λβ (ω)) + Γ (ω)+Γ 2

Ricordando la definizione di funzione spettrale per il sito centrale si ha che

ı(Γα (ω) + Γβ (ω))


A(ω) =  . (3.42)
β (ω) 2
 α
2
(ω − 0 − Λα (ω) − Λβ (ω)) + Γ (ω)+Γ
2

La corrente 3.37 diviene ora

ı(Γα (ω)Γβ (ω))


Z
e dω
Jα = 2 [fα (ω) − fβ (ω)]

 α
~ α β 2 Γ (ω)+Γβ (ω)
(ω − 0 − Λ (ω) − Λ (ω)) + 2
(3.43)
Per renderci conto del comportamento della funzione spettrale, prendia-
mo in considerazione il modello a catena lineare seminfinita, che denomine-
remo 1 − D, in cui si considerano note le espressioni Λα e Γα [9]. In questo
caso la presenza delle parti reali della self-energia determina, al crescere del
parametro di ibridizzazione Γ, uno spostamento di peso spettrale all’esterno
della larghezza di banda dove si osservano dei picchi in posizione simmetrica
che indicano la formazione di stati legati. Si osserva che a parametro di
ibridizzazione fissato Γ, la funzione spettrale è centrata attorno al livello 0 ,
ma cambia forma se tale energia è interna o esterna alla larghezza di ban-
da. Nonostante questo comportamento della funzione spettrale, la densità
di carica sul livello centrale ha un comportamento semplice: se, per fissare le
idee 0 > 0, per piccoli valori del parametro di ibridizzazione il livello risulta
completamente spopolato. Al crescere di Γ, inizia ad aumentare la velocità
di tunneling di particelle provenienti dai leads e pertanto la densità di carica
tende ad aumentare.
RIFERIMENTI 33

Riferimenti

[1] S. Boffi. Da Heisenberg a Landau Introduzione alla fisica dei sistemi a molte
particelle. 2004.

[2] H. Haug e A. P. Jauho. Quantum Kinetics in Transport and optics of


Semiconductors. 2008.

[3] D. C. Langreth e J. W. Wilkins. Phys. Rev. B, 6:3189, 1972.

[4] Y. Meir e N. S. Wingreen. Phys. Rev. Lett., 68:2512, 1992.

[5] A.L. Fetter e J. D. Walecka. Quantum Theory of Many-Particle Systems. 2003.

[6] L. P. Kadanoff e G. Baym. Quantum Statistical Mechanics. 1962.

[7] L. V. Keldysh. Zh. Ekso. Teor. Fiz., 47:1515, 1964.

[8] G. D. Mahan. Many Particle Physics. 2000.

[9] A. Nocera. Elementi di teoria del Trasporto Quantistico. Applicazione a giun-


zioni molecolari fuori dall’equilibrio. Laurea Magistrale in Fisica „ Dip. di
Scienze Fisiche – Università degli Studi di Napoli Federico II.

[10] J. Rammer. Quantum field theory of non-equilibrium states. 2007.

[11] J. S. Schwinger. J. Math. Phys., 2:407, 1961.

[12] T. T. Frederiksen. Inelastic Electron Eransport in Nanosystems. Master of


Science, Technical University of Denmark.

[13] A. M. Zagoskin. Quantum theory of many body systems. 1998.

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