GIORNATE DI STUDIO
IN ONORE DI ARNALDO BRUSCHI
VOLUME I
Roma, Facoltà di Architettura, 5, 6, 7 maggio 2011
A CURA DI
FLAVIA CANTATORE
FRANCESCO PAOLO FIORE
MAURIZIO RICCI
AUGUSTO ROCA DE AMICIS
PAOLA ZAMPA
BONSIGNORI EDITORE
2013
QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA
SAPIENZA- UNIVERSITÀ DI ROMA
© 2013
Bonsignori Editore s.r.l., via Giuseppe Tornielli 16, 00153 Roma
© 2013
Sapienza - Università di Roma
Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura, piazza Borghese 9, 00186 Roma
ISBN 978-88-7597-433-6
ISSN 0485-4152
RIASSUNTI / ABSTRACT
BRAMANTE E IL PALAZZO DELLA CANCELLERIA:
LA PORTA-CITTÀ E LA LEZIONE DI GEOMETRIA 101 231
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Fig. 1 - Roma, Santa Maria in Trastevere, navata centrale.
Fig. 2 - Roma,
Santa Maria in Trastevere, pianta.
1. Porticato (XII secolo;
rifatto 1702). 2. Ingressi
secondari alla nave (chiusi 1587).
3. Ingressi alle navatelle,
meridionale (dopo 1589)
e settentrionale (1593).
4. Battistero (edificato 1591-1593; Fig. 3 - Santa Maria in Trastevere, navata centrale: rilievo planimetrico.
rifatto 1742; rinnovato 1920).
5. Cappella dei Santi Mario e Callisto gni nel perduto portico medievale (fig. 4), dell’osservatore uno svolgimento parziale ni, rastremate, un fondale lontanissimo,
(edificazione concessa 1585). quasi l’evocazione di un pronao templare 5. dei colonnati, dalla quarta coppia di soste- esteso oltre le reali geometrie del vano;
6. Cappella di San Francesco Sulla scia delle disposizioni ritmiche in gni in poi, secondo un’abile presentazione ‘correzione’ sottile, più evidente a una let-
(edificazione concessa 1585). quelle facciate, o nei peristili di basiliche della scena che dispone nel primo piano il tura riassuntiva delle luci (fig. 5b), artico-
7. Sito dell’originario sacello civili e di palazzi reali antichi 6, è possibile dimensionamento degli intercolumni me- lata per tre serie successive di quattro inte-
della Madonna della Clemenza, riconoscere anche nel disegno in parola un diani, generoso e tendenzialmente unifor- rassi longitudinali (decrementi verso le
poi della cappella di Santo Stefano preminente criterio assiale; probabilmen- me, per simulare con le campate ai margi- estremità fino a 0,91 ml ca.).
(edificazione concessa 1584), te un vincolo, come vedremo, di ordine
perduta (1864-1874). funzionale e simbolico ereditato da prece- Fig. 4 - Carlo Fontana, rappresentazione del portico medievale nella facciata
8. Monumento sepolcrale di Innocenzo II denti disposizioni, che i costruttori ‘roma- di Santa Maria in Trastevere (prima del 1720), Londra, Windsor Royal Library,
(1869). 9. Cappella del Sacro Cuore nici’ hanno reinterpretato in chiave geo- Collezioni Albani, (da R. Krautheimer, S. Corbett, W. Frankl, Corpus, cit., vol. III, fig. 59).
(edificazione concessa 1584). metrica, se si vuole di simmetria bilaterale
10. Cappella di San Girolamo imperfetta. Anche gli interassi trasversali
(edificazione ante 1584; rifatta 1688-1689). sono dimensionati, del resto, con passo de-
11. Vestibolo della sagrestia, crescente verso le testate della sala (a est e
già oratorio di San Rocco (entro 1584). a ovest, rispettivamente, fino a 0,20 ml ca.
12. Navatella meridionale, e a 0,23 ml ca.), per alterarne la geometria
copertura (volta 1589, finestre 1593, rettangola secondo un ottagono allungato
lanternini 1864-1874). e presentarne rastremate le estremità 7, in
13. Navatella meridionale, nuovo diaframma parziale analogia con ricerche prospetti-
ad arco su colonne (1589). che elaborate nell’antichità su celle tem-
14. Sito del reimpiego dei mosaici figurati plari, come anche a Satricum (terza fase
(fino al tardo XVIII secolo; oggi nella sagrestia). del tempio di Mater Matuta, secondo de-
15. Sagrestia del card. Stefano Nardini cennio V secolo a.C.) o nel foro repubbli-
N
su preesistenze (1483; cano di Preneste (tempio ‘in tufo’, secon-
modificata 1584, 1587; ristrutturata 1721). da metà IV – primi decenni III secolo
16. Sagrestia del card. Stefano Nardini: a.C.) 8. In altre parole gli artefici sembrano
possibile posizione dell’originario ingresso (ante 1584). aver calibrato l’impianto planimetrico,
17. Ricomposizione (1584) dei monumenti sepolcrali del card. Filippo D’Alençon (1397) e del card. Pietro Stefaneschi (1417). specularmente, su prestabiliti punti di sta-
18. ‘Guardaroba’ della cappella Altemps (entro 1659). 19. Cappella del Santissimo Sacramento, o Altemps (1584-1597). zionamento, individuati presso l’ingresso
20. Cappella della Madonna della Strada Cupa, o Coro d’inverno (dal 1625). e il presbiterio, per favorire vedute fittizie
21. Tribuna presbiteriale (su disposizioni di IX, XII e, almeno, XVI secolo). dell’ambiente, dilatate in profondità, ma
22. Monumento sepolcrale del card. Francesco Armellini (1524). 23. Ingresso innocenziano al transetto (1130-1143). all’apparenza ‘oggettive’ (fig. 5a). Quelle
24. Navatella settentrionale, nuovo diaframma ad arco su colonne (1593). 25. Ingresso laterale (1593). posizioni, infatti, offrono al campo visivo
26. Navatella settentrionale, copertura (volta 1593, ricostruzione 1738-1740, lanternini 1864-1874).
27. Cappella dei Santi Pietro e Paolo (edificazione post 1584, su preesistenze). 28. Cappella dell’Addolorata (edificazione post 1584 o 1651,
su preesistenze). 29. Cappella del Presepe (edificazione 1738-1740, su preesistenze di IX e XII secolo)
30. Cappella di Santa Francesca Romana (1721-1727) 31. Campanile (1148; consolidamenti 1604, 1713-1714) QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA . 57-59/2011-2012 15
Un ventaglio di soluzioni più ampio e con rapidità maggiore che nell’altro (all’in- Stratigrafia ci simmetrici, a plutei e colonnine su basi,
variegato vivifica però l’idea planimetrica. tersezione con la parete d’ingresso, rispet- Un nuovo esame dei rinvenimenti dal mutili verso oriente; all’interno, due serie
Rappresentativa la selezione degli spolia tivamente: 6,98 ml e 7,16 ml ca.); lo scarto sottosuolo della chiesa, illustrato con la incomplete di scalini, su muri affiancati,
per i fusti colonnari (fig. 3), ordinati fra la è compensato nella controfacciata median- sintesi necessaria all’occasione, permette ascendono verso l’abside fra uno spazio
terza e la nona coppia dall’ingresso con i te una singolare disposizione inclinata del- di raccogliere utili indizi sui processi for- vuoto. L’insieme testimonia, come vedre-
diametri tendenzialmente più grandi, sem- l’inserto trabeato11, sorta di raccordo sin- mativi dell’edificio medievale, alla base de- mo, una pergula intorno all’avancorpo di
pre maggiori ai tre piedi 9. Forse più incisi- tattico e prospettico tra i fianchi della nave gli aspetti geometrici e dimensionali sopra una bassa tribuna presbiteriale, munito di
vo è lo slittamento reciproco, generalmen- che, in certa misura, sembra evocare cele- descritti. Le principali informazioni sul- confessio, forse impraticabile, e raccordato
te contenuto ma non uniforme, tra le mem- bri accorgimenti tardo ellenistici, diffusi da l’argomento provengono dalla documen- con due brevi rampe a una nave. Meno
brature alla sinistra e alla destra dell’osser- Tolemaide a Preneste a Cori 12. La soluzio- tazione, grafica e scritta, inerente alle chiaro l’uso dei grigi nello scavo minore,
vatore rispetto all’ortogonalità di base ne incrementa così gli effetti illusionistici esplorazioni condotte durante la seconda per segnalare impronte di parti e di elemen-
(fig.5a): la posizione leggermente avanzata del disegno planimetrico, ossia rende ancor metà del XIX secolo. ti eterogenei. La campitura in nero delle
0 1 2 3 4 5 10 m
delle seconde dalle prime, fra ogni coppia più profonda la veduta in scorcio dell’an- Nel corso dei restauri alla basilica pro- murature absidali sotto le navi e di una co-
di sostegni, come negli allineamenti della golo sud-orientale nell’aula (fig. 7), ultimo mossi da Pio IX, sul finire del 1863, e diret- lonnina nel lato destro dello scavo maggio-
controfacciata e dell’arco trionfale (rispet- appiglio visivo in un fondale scenico osser- ti da Virginio Vespignani (1864-1874) due re, da ultimo, intende segnalare probabil-
tivamente: 0,09 ml ca.; 0,15 ml ca.), docu- vato dal presbiterio, secondo riconosciute scavi indipendenti, nella nave mediana e mente i rinvenimenti materiali più cospicui,
menta la deviazione verso destra dell’asse consuetudini psico-fisiche della veduta nella collaterale sinistra, portano in luce in divergenza dalla logica che ordina l’im-
visivo, programmatica e quasi speculare in proprie al mondo occidentale 13. una stratigrafia complessa, che l’architetto piego del colore nel resto dell’elaborato 19.
corrispondenza delle testate della nave, I dati raccolti sinora lasciano apprezza- rappresenta in pianta unitamente alla sa- L’interpretazione della sequenza strati-
non perpendicolari all’asse centrale della re, in conclusione, qualità originali del di- la 17 (fig. 8). Il grafico sembra costituire nel grafica trae conforto, come anticipato, da
fabbrica, ma ruotate in senso antiorario co- segno spaziale ideato nel secondo quarto suo insieme un documento ‘di cantiere’, resoconti scritti degli scavi, redatti fino al
me i muri del transetto. Discendono da qui del XII secolo; un progetto organico che, scrupoloso, non una versione ‘in pulito’ per termine del 1866 da Giovan Battista De
variate definizioni degli angoli nello sche- radicato nel vivo della cultura architettoni- qualche pubblicazione; un elaborato d’al- Rossi e, sino al 1869, dal canonico della ba- Fig. 6 - Navata centrale, prospetto del partito trabeato: quote d’imposta degli architravi.
ma d’impianto, come detto ottagonale ca antica 14, parrebbe anticipare nuovi svol- tra parte incompleto, senza leggende e no- silica Gioacchino Cressedi 20. Nel 1865 l’ar-
(fig. 5c). L’accorgimento prospettico e la gimenti della ricerca sul tema, maturati fra te esplicative a corredo, e non privo di ri- cheologo segnala i primi ritrovamenti «im- tonaco con affreschi e brani pavimentali ferimento alle ‘scoperte’ nella navatella me-
predilezione visuale che asseconda, nel lo- XIII e XIV secolo in chiave di bipolarismo pensamenti, forse di errori interpretativi mediatamente sotto il pavimento», allora «senza studio di simmetria» 23. Indicativo il ridionale 26, permettono una lettura meno
ro insieme originale versione in chiave bi- prospettico come nel San Fortunato a Todi sulle consistenze dissepolte 18. Offrono in- in sito e poi rifatto dal Vespignani 21, cioè le silenzio dello studioso sulla pergula, inter- vaga della pianta vespignanea, insieme alla
polare di un celebre portato della ricerca (dal 1292), o forse già nella basilica superio- certa lettura, così, le delimitazioni delle tracce della schola cantorum, con amboni e rata al tempo del suo ultimo sopralluogo quale lasciano intravedere un quadro stra-
architettonica antica, forse già in uso dal- re di San Francesco in Assisi (1228-1253) 15. aree scavate e, soprattutto, le caratterizza- plutei, e le sopravvivenze di un lastricato (1866) e dissepolta soltanto nel 1869 24. I re- tigrafico complesso, aderente con le infor-
l’età augustea 10, parrebbero costituire spie Anche Martino Longhi il Vecchio, d’altron- zioni cromatiche delle membrature resti- con epigrafi paleocristiane di reimpiego; sti dell’abside centrale e di un pavimento in mazioni che offre sul tema la tradizione let-
eloquenti di modelli progettuali, finora ine- de, sembra essere consapevole dell’assetto tuite, segnalazione ambigua delle posizio- documenti, a suo parere, dell’intervento at- opus sectile, infine, documentano per il De teraria, verso cui rivolgere ora l’indagine.
diti, che i nostri marmorari hanno tratto da bipolare nella preesistente basilica di San- ni relative fra le parti sul terreno. tuato durante il XII secolo 22. Nell’anno se- Rossi la chiesa del IV secolo 25, ma l’identi-
quel repertorio privilegiato. ta Maria in Trastevere quando, per volere Nel rappresentare lo stato di fatto, per il guente informa sulle consistenze rinvenu- ficazione cronologica oggi non è condivisa Processo formativo del progetto “romanico”
Non meno sorprendente, infine, è la co- del cardinale Marco Sittico Altemps (tito- settore della navata escluso dalle indagini, te dalla tribuna presbiteriale, che colloca in pieno, come si dirà. Fonti letterarie del IV e VI secolo, ine-
struzione in quota del registro trabeato, ela- lare nel 1580-1594), ne elabora un aggior- il Vespignani traccia a matita le decorazio- nel IX secolo, come anche rari lacerti di in- Tali preziose notizie, purtroppo senza ri- renti alla biografia del pontefice Giulio I,
borata con criteri illusionistici a vantaggio, namento con due serie di cappelle laterali ni ‘cosmatesche’ del pavimento e colora in
nell’occasione, di una visione dello spazio (1583-1590 ca.), ordinate non a caso in sim- celeste chiaro muri, pilastri e colonne. Nel- Fig. 7 [A SINISTRA]
interno dal presbiterio ritenuta ottimale metria dall’asse trasversale della navata 16. lo scavo maggiore poi, distinti con le tona- Navata
(fig. 6). Lungo i colonnati, infatti, le quote L’incidenza progettuale dell’allineamento, lità più chiare del grigio alcuni residui pa- centrale: sintesi
d’imposta degli architravi coincidono fra palese in queste vicende storiche della fab- vimentali e le tracce di una schola cantorum, grafica degli
loro nella prima coppia delle campate oc- brica, muove invero da aspetti simbolici più l’architetto riproduce a cromie più scure un accorgimenti visivi
cidentali (7,27 ml ca.), presso l’arco trion- remoti, che rinviano l’indagine a fasi prece- variegato contesto presbiteriale. Si distin- impiegati.
fale, ma decrescono nel filare meridionale denti, sino alle origini dell’impianto. guono le impronte di un recinto con brac-
Fig. 8 [A DESTRA]
Virginio Vespignani,
rilievo planimetrico
di Santa Maria
in Trastevere:
stato di fatto
e scavi
(1864-1874),
Archivio Storico
del Vicariato
di Roma, Capitolo
di Santa Maria
in Trastevere
(da C. Barucci,
Virginio Vespignani,
cit., fig. 224).
16 Stefano Pittaccio . SANTA MARIA IN TRASTEVERE, ASPETTI INEDITI DI UN PROGETTO ALL’ANTICA. ORIGINI E FORMAZIONE 17
tramandano aspetti diversi della fabbrica colo, perpetuandosi poi nella tradizione let- Roma (fig. 9), suggerisce una continuità fra singolare posizione dell’altare all’interven-
paleocristiana, realizzata forse negli anni teraria più recente 36. È probabile, invece, il setto di quella facciata e il corrisponden- to del IV secolo, già ventilata da Guglielmo
centrali di quel papato (342-347 ca.) 27. Il Li- che il ricordo di quella prodigiosa rivelazio- te muro paleocristiano, sia per l’allinea- Matthiae 58, discende dalla citata tradizione
ber Pontificalis, la segnalazione più recente ne fosse già diffuso tra i costruttori della ba- mento, sia per l’ingresso alla nave mediana letteraria sulle origini della chiesa. Alla lu-
in proposito, ne precisa tipologia basilica- silica giuliana; ne ispirasse cioè i criteri di- con tre porte accostate 45. Una simile imma- ce di quelle fonti, infatti, i costruttori paleo-
le e ubicazione oltre Tevere 28. Il cosiddetto stributivi e, più in generale, le scelte ubica- gine dell’edificio medievale, perduta con cristiani sembrano voler ‘documentare’ la
Catalogo Liberiano nel Cronografo del 354, tive, strategiche per vari ordini di motivi. l’intervento altempsiano, discende proba- sacralità del luogo, evocando una presenza
redatto da un contemporaneo del papa, la- La selezione dell’area in termini cultua- bilmente dal manufatto del IV secolo quan- eccezionale, reale o presunta, cioè il fons
scia intendere che l’organismo basilicale li, certo vincolata al fons olei e alla memo- do, come ben noto, la soluzione ricorre per olei miracolosamente sgorgato nel sotto-
sorgeva presso una memoria urbana di Cal- ria di Callisto, sembra dipendere anche da l’intonazione monumentale di un fronte – suolo della basilica, o delle sue adiacenze 59.
listo I (217-222) 29. ragioni di proselitismo religioso e di rap- nella non lontana basilica vaticana (assetto Analoghe scelte distributive maturano in
Altri documenti del IV secolo sembrano presentatività della Chiesa romana in un del 400 ca.), o nella costruzione che acco- quel periodo, pur con motivazioni diffe-
coordinare il luogo della fondazione paleo- settore dell’abitato dal remoto carattere in- glie il più vicino titulus Crhysogoni 46 – sul- renti, anche nel San Sebastiano sull’Ap-
cristiana a un’attività di Callisto nel Traste- ternazionale e multireligioso, già sede di la scia di soluzioni già diffuse nell’architet- pia 60, o fra le consuetudini liturgiche del-
vere, o comunque a vicende precedenti l’in- una probabile sinagoga e del tempio giani- tura romana antica, almeno dal termine l’Africa settentrionale intorno al 400 d.C.,
tervento di Giulio I. La località indicata nel colense per le divinità siriache 37. In chiave della media età repubblicana, come anche quali rappresentate nella figurazione musi-
Catalogo Liberiano potrebbe corrisponde- urbanistica, poi, emerge la contiguità al no- nella basilica forense a Pompei (125-100 va di una basilica, rivenuta a Tabarka e ora
re, presumibilmente, a una «ar[e]a Callisti» dale crocevia fra la via Caeretana-Aurelia, a.C.) 47. I rinvenimenti rappresentati nella nel Museo del Bardo a Tunisi (fig. 11), e ma-
nota dalla coeva iscrizione in un collare di di ben nota origine preurbana, e la via Ve- pianta del Vespignani, pur non ascrivibili terialmente accertate anche dalla «chiesa
schiavo: forse il toponimo di uno spazio ientana-Triumphalis rivolta verso l’ager Va- direttamente alla basilica paleocristiana 48, del vescovo Melleus» nella tunisina Haï-
aperto con uno o più edifici annessi, per ticanus 38. Sembra possibile intravedere un offrono altre indicazioni sull’argomento dra 61. In tal senso la basilica giuliana, fon-
analogia con l’area Capitolina 30; forse il si- carattere aulico del preesistente ambiente (fig. 8). Il settore presbiteriale dell’impian- data in un luogo memoriale di particolare
nonimo di una schola cui allude Sant’Ippo- urbano, inoltre, alla luce delle rare soprav- to dissepolto, infatti, concorre a far inten- evidenza simbolica, associato perfino alla
lito al tempo di Callisto, cioè la sede per una vivenze antiche rinvenute dal sito e dai suoi dere la profondità dell’aula paleocristiana nascita del Cristo, può essere identificata
corporazione di arti e mestieri posta, con il immediati dintorni. Nella basilica, l’odier- e la sua verosimile larghezza, quale può es- con un martyrium dei tempi più antichi; in
titulus, in un edificio di pubblico accesso, no andito della sagrestia Nardini accoglie sere restituita in simmetria dall’asse centra- origine un culto pubblico della teofania nel
quale accertata presso l’odierna chiesa 31. due finissimi mosaici in opera vermiculata, le, immutato nelle varie fasi dell’edificio 49. luogo, non un santuario ad corpus, edifica-
Dal medesimo orizzonte cronologico muo- forse degli originari emblemata figurati con L’analoga origine della grande abside sotto to con schema d’impianto basilicale, con-
ve una tradizionale interpretatio Christiana una scena di genere ‘a marina’ e una palu- la nave centrale traspare, inoltre, dal suo forme al carismatico prototipo vaticano, e
dell’argomento, che riconduce all’interven- stre con anatre, già reimpiegati a ornamen- orientamento a occidente; anomalia rag- non secondo l’assetto centrico ricorrente
to di Callisto, e per quel tramite alla basili- to del pilastro sinistro nell’arco trionfale 39. guardevole, già segnalata nel Liber Pontifi- nei martyria orientali 62. Nella fabbrica di
ca di Giulio, due episodi distinti narrati da Raffinata tecnica delle lavorazioni e resa na- calis dal biografo di Gregorio IV (827- Giulio, tuttavia, quel tipo di partecipazio-
scrittori classici del tempo. In un passo del- turalistica dei soggetti, che nella scena pa- 844) 50 e in uso generalmente prima del V se- ne assembleare alla liturgia parrebbe in
la Historia Augusta sulla Vita di Alessandro lustre evoca consuetudini dell’illustrazione colo 51, come anche nella fabbrica vaticana, qualche modo evocata dalla posizione
Severo l’autore del IV secolo, forse Elio scientifica note dall’ellenismo alessandrino, verosimile prototipo per la fondazione giu- “centrale” dell’altare, all’origine di una gra-
Lampridio, ricorda che l’imperatore inter- hanno fatto proporre una contemporanei- liana, forse anche per un’eventuale decora- duale interpretazione cruciforme dello spa-
viene per risolvere a favore dei Cristiani, o tà dei testi musivi, intorno alla fine del I se- zione aniconica dell’abside stessa 52. zio chiesastico, connessa a una differente
di un loro collegium, la vertenza sull’occu- colo a.C., suggerita anche dal loro comune Lo schema grafico restituito per questa natura celebrativa dell’edificio sacro 63.
pazione della taberna Meritoria, una pro- rinvenimento (prima del 1625) presso la via (fig. 10a) fa scorgere un tono monumen- Le prime avvisaglie del nuovo corso af-
prietà già demaniale nel Trastevere, riven- chiesa40: forse un settore periferico degli tale dell’intervento, simile nella larghezza fiorano poco dopo l’avvento del governo
dicata anche dagli originari gestori 32. Al Horti Caesaris, che nel caso i mosaici docu- dell’edificio (26,48 ml ca.) ai grandi am- bizantino a Roma (536/552-782/754)
tempo di Callisto, inoltre, Dione Cassio se- mentano in uno stadio precoce del loro al- bienti basilicali del coevo potere imperia- quando, abbandonate precedenti dedica-
gnala che dal sottosuolo della XIV Regione, lestimento 41; probabilmente un contesto le 53, forse come a Treviri con nave unica, e zioni, il titolo Iuli et Callisti parrebbe detto
nell’anno 38 a.C., scaturì un fons olei; inve- ambientale rappresentativo dell’architettu- verosimilmente proporzionato su moduli anche Sanctae Mariae (587), forse in rap-
ro la manifestazione di un fenomeno natu- ra aulica, qual è nota in quest’area subgia- precisi, quali ricorrono nelle principali porto alla devozione per un’effige mariana
rale d’origine vulcanica, già spiegato scien- nicolense, fra la tarda repubblica e il tardo chiese romane del IV secolo 54. La continui- ritenuta straordinaria 64. Un passo del co-
tificamente nel 1820 33. Invece Eusebio di impero, anche dalla Villa di Livia alla Far- tà degli allineamenti perimetrali fra il cor- siddetto Itinerario salisburgense (dopo il
Cesarea, nel suo Chronicon (303 ca.), asso- nesina e dalle Terme Settimiane 42. Analoga po longitudinale della chiesa ‘romanica’ e 638 e prima del 682) documenta, infatti,
cia gli eventi in una versione inedita, secon- fisionomia potrebbero assumere, forse, al- la costruzione giuliana 55, inoltre, potrebbe l’avvenuta associazione nella basilica fra Fig. 9 - Anonimo, pianta di Santa Maria in Trastevere (forse dopo il 1485
do la quale dalla taberna Meritoria sarebbe tri documenti su quell’originario contesto inquadrare entro una più ampia prospetti- culto mariano e venerazione di una miraco- e prima del 1524), Roma, Gabinetto Nazionale Stampe, vol. 2510, inv. FN 7704.
sgorgata una polla oleosa per un giorno in- di appartenenza, se è possibile ricondurre a va storica anche la deviazione verso destra losa immagine della Vergine, «quae per se
tero, a premonizione della Natività Celeste: esso talune consistenze, della media e tarda dell’asse visivo, registrata nell’impianto del facta est» 65; traduzione latina del termine tre competenze sciolgano nodi storico-ar- precoce rispetto alla sua dedicazione ma-
“fonte” di grazia per l’umanità, sulla scia di età imperiale, rinvenute dalla zona della ba- basso medioevo. Non si può escludere, in- greco acheiropoietos e testimonianza di una tistici ancora insoluti, al momento sembra riana, quale identificato anche per l’Odigi-
analoghe interpretazioni note dalla tradi- silica (1993-1994) con i saggi di scavo della fatti, che l’artificio qualificasse già l’edificio concezione iconica orientale penetrata al- possibile intendere l’opera come testimo- tria del Pantheon (Sancta Maria ad Marty-
zione letteraria giudaica 34. Questa concate- Soprintendenza Archeologica di Roma 43. più antico, forse con particolare riferimen- lora, almeno in parte, anche nella sfera teo- nianza preziosa, tra le non molte, di un mo- res dal 13 maggio 609 o 610) 68. Analogo
nazione topografica e simbolica fra taberna Nel valutare l’intervento di Giulio I alla to alla facciata, secondo gli svolgimenti del- logica della Chiesa romana 66. La discussa mento compreso fra la tarda antichità e l’al- orizzonte cronologico, evocante rituali e
Meritoria, annuncio messianico e fons olei scala dell’edificio, infine, fonti iconografi- la tematica noti anche dal contemporaneo possibilità di identificare quella acheropita to medioevo, cioè ambientarne l’esecuzio- costumi del mondo antico, traspare dalla
registra nuovi svolgimenti in una rappre- che e letterarie lasciano intravedere in fili- ambiente romano 56. La restituzione della con il monumentale encausto superstite ne durante il governo bizantino di Roma, Madonna della Clemenza. Sintomatica la
sentazione dell’argomento plurisecolare, grana il possibile ingombro di una sala ab- fabbrica paleocristiana si può giovare, infi- (164 x 116 cm), raffigurante la Theotokos in sostanziale contemporaneità alle più an- funzione sacralizzante della Theotokos, ve-
che vuole quella proprietà pubblica con- sidata, perpetuatosi nel corpo longitudina- ne, di una particolare segnalazione nella vi- Regina col Bambino in trono fra angeli e un tiche icone romane di età preiconoclasta. rosimile espressione di una metamorfosi
vertita in chiesa per opera di Callisto e a le della fabbrica ‘romanica’, pur solo a livel- ta di Gregorio IV. Il biografo avverte che, papa in proskynesis, detta dal XVI secolo Al pari della funzione loro riconosciuta, in che vede le effigi mariane succedere alle
memoria della sorgente miracolosa, se si lo delle fondazioni perimetrali 44. prima dell’intervento del pontefice, la cele- Madonna della Clemenza, è stata oggetto ragione di una natura acheropita, il dipin- statue della Vittoria, o di Minerva 69. Nella
vuole una teofania apparsa nel sito della fu- Una pianta anonima della chiesa preri- brazione dei sacri misteri appariva confusa nei decenni passati di un vasto dibattito to sembra assumere nei riguardi della basi- stessa direzione procede, del resto, la litur-
tura basilica 35. nascimentale, redatta forse tra la fine del tra i fedeli, per un altare collocato «in hu- scientifico, articolato nelle tematiche e con- lica transtiberina un ruolo particolare, in gia allestita per la visione della tavola,
È stato ritenuto che una simile confusio- XV e l’inizio del XVI secolo, ora conserva- mili loco» quasi al centro della nave 57. La troverso nelle interpretazioni, soprattutto grado di attribuire carattere sacro all’edifi- schermata e ‘rivelata’ con il «velum tyrium
ne interpretativa nasca soltanto nel XII se- ta al Gabinetto Nazionale delle Stampe in concreta possibilità di ricondurre quella di ordine cronologico 67. Nell’attesa che al- cio, oltretutto da un momento abbastanza maius» donato da Leone III (795-816), in
18 Stefano Pittaccio . SANTA MARIA IN TRASTEVERE, ASPETTI INEDITI DI UN PROGETTO ALL’ANTICA. ORIGINI E FORMAZIONE QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA . 57-59/2011-2012 19
sintonia col cerimoniale riservato all’effige
di un imperatore romano 70.
L’‘insediamento’ della Theotokos nella
basilica, motivo di una nuova occasione
cultuale al suo interno, partecipa inoltre a
una lenta e più generale frammentazione li-
turgica dell’originario spazio basilicale,
conseguente alla deposizione di reliquie; al-
tro celebre portato del mondo bizantino
nell’ambiente romano, che lascia segni in-
delebili nella storia del nostro edificio sa-
cro, dalla sua fase carolingia 71 (fig. 10b).
Sulla scia del fenomeno in atto nella cit-
tà, notoriamente episodico fino alla metà
del secolo VIII circa 72, le spoglie dei marti-
ri Callisto, Calepodio e Cornelio, già nei ci- Fig. 11 - Mosaico, proveniente da Tabarka: raffigurazione di basilica con altare avanzato
miteri suburbani, sono traslate nella basili- nella nave (400 ca.), Tunisi, Museo del Bardo (da R. Krautheimer, Roma, cit., tav. 97).
A ca e tumulate al suo interno, in un settore
meridionale alle spalle dei fedeli, prima del in Domnica sotto Pasquale I (817-824) 81. forte teocrazia pontificia. Discende da qui
pontificato di Gregorio IV (827-844) 73. Si In altre parole deposizione di reliquie e una disposizione gerarchica dei fedeli e del
configura così, presso l’entrata, un centro nuove absidi sembrano costituire, come clero officiante, aderente al cerimoniale
liturgico alternativo all’altare e inadeguato già l’icona acheropita, aspetti del culto e aulico del tempo, oggetto di codificazioni
alla celebrazione assembleare dei sacri mi- della liturgia che mutano solo in parte lo dall’inizio dell’VIII secolo con la prima re-
steri, che perciò Gregorio IV farà rimuove- spazio chiesastico, sotto Adriano incardi- dazione degli Ordines Romani 84. Nella
re. La possibilità di collocare quell’iniziati- nato ancora su un altare maggiore quasi al nuova scenografia interna i filari di soste-
va negli anni di Adriano I (772-795) 74 – pro- centro della nave. gni tra le navi inquadrano l’area presbite-
motore di numerose operazioni analoghe I criteri programmatici dell’intervento riale, fulcro della rappresentazione liturgi-
nell’abitato, volte anche a testimoniare le commissionato da Gregorio IV (827- ca e architettonica, articolato con i bracci
origini antiche ed eroiche del Cristianesi- 844)83, formulati in ragione di obiettivi più simmetrici di una pergula, a plutei e colon-
mo romano – parrebbe suggerita dal bio- vasti, accentuano invece la distinzione fun- nine trabeate 85, per circoscrivere le zone
grafico del papa, che gli attribuisce, con no- zionale della nave dalle collaterali e, ancor del «presbiterium» e l’avancorpo della tri-
tevole enfasi, una ricostruzione ‘integrale’ prima, promuovono una nuova articola- buna, rialzato dal calpestio della nave (1 ml
N dell’edificio: forse magnificata allora oltre zione della liturgia assembleare, rispon- ca.); quindi due brevi scale, ai lati della «fe-
la sua concreta entità 75, come anche nella dente alle esigenze rappresentative di una nestella confessionis», conducono alla zo-
0 5 10 15 m
storiografia moderna sino al termine del na del ciborio, coronamento di un altare
XIX secolo 76; probabilmente non valutata Fig. 12 - Sallustio Peruzzi, posto sopra la Confessione 86. Il disegno,
del tutto, invece, nella sua portata simboli- rilievo planimetrico di San Martino ai Monti nel suo insieme, richiama il prototipo del
Fig. 10 - Santa Maria in Trastevere, B ca-celebrativa, che muta la natura dell’ori- a Roma (da F.A. Bauer, presbiterio vaticano, nelle forme definite
proposta di restituzione planimetrica. ginario martyrium in memoria ad corpus, fa- La frammentazione, cit., fig. 26). tra Gregorio Magno e Leone III, e si allinea
Fasi: vorendone poi una reinterpretazione spa- fra gli esemplari del IX secolo realizzati sot-
A Epoca paleocristiana; ziale sotto Gregorio IV. to Pasquale I, a Santa Maria Maggiore e a
B Alto medioevo: Il ripristino di Adriano sembra modifi- Santa Prassede, e sotto Sergio II a San Mar-
1. Indicazione del portico; care, essenzialmente, la terminazione occi- tino ai Monti 87 (fig. 12).
2. Reliquie; 3. Abside meridionale; dentale del preesistente organismo edili- Una simile interpretazione unidirezio-
4. Pergula; 5. Tribuna presbiteriale; zio, con l’addizione di almeno un’abside nale dello spazio, che accentua la natura ad
6. Matroneum; 7. Cappella del Presepe. minore, quella rinvenuta sotto la collatera- corpus del santuario, allora recente, è stem-
C Basso medioevo: 1. Portico; le sinistra durante gli scavi ottocenteschi 77. perata invero con la segnalazione nell’im-
2. Cappella dell’Angelo (costruzione La presenza di questo emiciclo, normal- pianto di un asse trasversale, reso percetti-
prima del 1383; demolizione 1589); mente posto al termine di una collaterale, bile, almeno nella sua estremità settentrio-
3. Cappella della Madonna della Clemenza; rende verosimile la restituzione di un im- nale, dalla cappella del Praesepium (fig.
4. Manufatto; 5. Sito di una sagrestia; pianto tripartito in navi, seppure ignoto 10b,7). L’edificazione del sacello carolingio,
6. Indicazione dell’ingresso originario per tipo e qualità dei sostegni intermedi. È ispirata al perduto modello (1573) in Santa
alla sagrestia (prima del 1584); in tal senso, forse, che potrebbe essere in- Maria Maggiore 88, partecipa a un rinnova-
7. Possibile articolazione della tribuna tesa la segnalazione anche di Ottavio Pan- to assetto funzionale della preesistenza, che
presbiteriale; 8. Schola cantorum; ciroli, secondo cui Adriano avrebbe ‘ag- sembra individuare nelle collaterali, senza
9. Ingresso al transetto (chiuso 1524); giunto’ due navi all’edifico preesistente 78. accesso diretto dall’esterno, luoghi di sosta
10. Cappella del Presepe, La nuova configurazione dell’area presbi- congeniali a una religiosità più intima, co-
11. Indicazione dell’ingresso al cimitero. C teriale s’inscrive, comunque, fra gli esem- me nella contemporanea basilica vaticana 89.
Parti restituite da fonti iconografiche: pi noti da chiese romane dei secoli VIII e Inoltre la cappella parrebbe costituire,
a. Anonimo, pianta (forse dopo il 1485 IX; con un’abside minore, come anche a quasi al centro del fianco settentrionale del-
e prima del 1524), Roma, Gabinetto San Lorenzo in Lucina (forse 772-785) 79, o la chiesa 90, un polo religioso importante per
Nazionale Stampe, vol. 2510, inv. FN 7704; b. Virginio Vespignani, rilievo planimetrico: stato di fatto e scavi (1864-1874), meglio secondo una conclusione triabsida- assetto e giacitura, allora in corrisponden-
Archivio Storico del Vicariato di Roma, Capitolo di Santa Maria in Trastevere, da C. Barucci, Virginio Vespignani, cit., fig. 224; ta delle navate, quale promossa da Adria- za del settimo intercolumnio 91; un’emer-
c. Rilievo planimetrico dell’arch. Giacomo Recalcati (1709), Archivio Storico del Vicariato di Roma, Capitolo di Santa Maria in Trastevere, no a Santa Maria in Cosmedin 80, sul mo- genza in qualche modo alternativa all’alta-
b. 743, da M. Vitiello, La chiesa, cit., fig. 130; d. Carlo Fontana, rilievo planimetrico del porticato (prima del 1702), dello di Sant’Angelo in Pescheria (forse re maggiore, per l’orientamento a est del
Londra, Windsor Royal Library, Collezioni Albani, da R. Krautheimer, S. Corbett, W. Frankl, Corpus, cit., vol. III, fig. 60. 755) , e poi impiegata anche a Santa Maria piccolo vano absidato e, forse più ancora,
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per il motivo di richiamo che esercita verso Patriarchio lateranense (poco dopo l’anno cappella dedicata alla Madonna della Cle- 30. Sul documento epigrafico (C.I.L. XV, 7193) in LTUR, III, 1996, pp. 55 s.; F. CATALLI, La riva de- dionale e il corrispondente brano scavato presso
la nave il suo vistoso portale trabeato, come 800) 93. La fase carolingia di Santa Maria in menza 95. Sulla base dei dati finora raccolti, forse databile negli anni 366-67, rinvenuto a Roma stra del Tevere in area urbana. L’età tardorepubbli- l’abside minore.
nel XVII secolo e ora al British Museum di Londra, cana, in C. BENOCCI, Villa Doria Pamphilj, Roma 50. Per il passo in questione, che tratteggia
quello della cappella di San Zenone in San- Trastevere non documenta, invero, l’orga- la concreta applicazione di quel progetto G.N. VERRANDO, La Passio Callisti, cit., pp. 1043- 1996, p. 16. aspetti della basilica preesistente all’intervento gre-
ta Prassede ricco di autorevoli spolia 92. nica definizione di un simile disegno, con matura con la ricostruzione tardomedieva- 1045, note 13-19, 21-25. 42. G. AZZENNA, Roma. Trastevere, voce in En- goriano, L.P., II, p. 80.
Spiccano in particolare due eccezionali co- un manufatto diametralmente opposto al- le della fabbrica, nelle possibili forme deli- 31. Per l’argomento, la promiscua denominazio- ciclopedia dell’Arte Antica classica e orientale, 2° 51. R. KRAUTHEIMER, Architettura paleocristia-
lonnine di porfido, materiale raro, di antica la cappella del Presepe. neate con la presente restituzione (fig. 10c). ne di una corporazione con i termini di area e di Suppl., vol. IV, Roma 1996, p. 953, fig. 1177; S. PAL- na e bizantina, Torino 1986, p. 114.
schola, notizie sulla vita di Callisto tramandate ver- LADINO, Le Terme Eliane a Roma, in «MEFRA», 52. Sull’argomento, M. ANDALORO, Dal ritratto
prerogativa imperiale, il cui reimpiego in Non si può escludere, tuttavia, che al- L’intervento voluto da Innocenzo II (1130- so l’inizio del IV secolo da Eusebio di Cesarea 108, 2, 1996, pp. 868 s., nota 26. Per un diverso am- all’icona, in Arte e iconografia a Roma. Da Costanti-
quella posizione lascia intravedere un vero- l’estremità meridionale dell’asse trasverso 1143), ma forse già in parte ideato durante (Hist. Eccl., VI, 21-23, 28) e già, sotto il pontificato bientamento «laico» della preesistenza, identifica- no a Cola di Rienzo, a cura di M. Andaloro e S. Ro-
simile obiettivo: suggerire un momento di esistesse un altro episodio di forte sacralità: il pontificato di Anacleto II (1130-1138), di Ponziano (230-235), da Sant’Ippolito (Philoso- ta con i Castra Ravennatium, T. ASHBY, S.B. PLAT- mano, pp. 33, 36.
pausa quasi alla metà del percorso liturgico forse un altare con arredo architettonico e suo rivale, dà espressione compiuta a un di- phumena, IX, 12) e per il rinvenimento di quest’ul- NER, A topographical Dictionary of Ancient Rome, 53. Per l’ambiente basilicale annesso al palazzo
timo codice dal monastero al Monte Athos (1842), London 1929, p. 108; cfr. F. COARELLI, Aedis For- Sessoriano, trasformato da sant’Elena nella chiesa
nella nave, come per evocare la posizione zona di pertinenza, simile per esempio al- segno in nuce sotto Gregorio IV, formulata la sua prima pubblicazione (1851) e la sua attribu- tis Fortunae, Naumachia Augusti, Castra Ravenna- della Santa Croce (larghezza 24,65 ml), la c.d. basi-
dell’altare paleocristiano all’intersezione l’Oratorio mariano di Giovanni VII nella secondo un’originale modulazione pro- zione a Ippolito, Ibidem, pp. 1039-1041, 1043, tium. La via Campana Portuensis e alcuni edifici lica di Treviri (larghezza 27,20 ml), la sala a Metz,
fra gli assi longitudinale e trasverso, secon- basilica vaticana, o al centro cultuale con ar- spettica del vano, in chiave bipolare; uno 1045 s., note 3, 6, 28 s. adiacenti nella Pianta Marmorea Severiana, in ora chiesa di San Pietro (larghezza 18,50 ml), cfr. L.
do schema cruciforme impiegato anche cosolio (metà IX secolo) nella basilica infe- schema d’impianto che reinterpreta assetti 32. ELIO LAMPRIDIO (Historia Augusta, Vita di «Ostraka» 1, 1992, pp. 39 ss. Su l’antichissima fre- CREMA, L’architettura romana, in Enciclopedia Clas-
Alessandro Severo, cap. 48), in Scrittori della Storia quentazione del sito e il suo carattere emporico, sica, s. III, vol. XII, Torino 1959, pp. 578 s.
nella basilica dei Santi Quattro Coronati riore di San Clemente 94; nel caso un polo li- precedenti e che si perpetuerà, con nuovi Augusta, a cura di P. Soverini, 2 voll., Torino 1983, coagulatosi presso lo scalo fluviale, cfr. anche P. LI- 54. Elementi di giudizio si rintracciano nei rap-
sotto Leone IV (847-855) e, se si vuole, già turgico trasformato poi, entro la seconda intenti, nel programma altempsiano per le II, p. 711. VERANI, Ripa Veientana, voce in LTUR, IV, 1999, porti fra i lati del rettangolo interno (1:√ 2 ca.), tra
noto dal triclinio trilobato di Leone III nel metà del XI secolo, in una vera e propria cappelle laterali. 33. CASSIO DIONE COCCEIANO, Historia Roma- pp. 206 s.; F. CATALLI et alii, Regio XIV, Transtibe- le larghezze della nave e della collaterale (1:2 ca.),
na, XLVIII.43, in C. DIONE, Storia Romana, trad. e rim. Nuovi dati per la ricostruzione del paesaggio ur- o nella lunghezza della fabbrica compresa l’abside
note di G. Norcio, vol. IV (libri XLVIII-LI), Milano bano antico, http://www.fastionline.org, «Fasti On in rapporto al suo diametro interno (1:5 ca.); cfr. an-
NOTE
1996. Su «una sorgente di petrolio [...] vicino a S. Line Documents & Resarch», 163, 2009, pp.1-9. che G. GIOVANNONI, Basiliche cristiane di Roma, in
1. A. BRUSCHI, Prima del Brunelleschi: verso to nord, dall’arco trionfale: 7,27 ml; 7,26 ml; 7,25 cento romano, cfr. anche S. PITTACCIO, Ambiente Maria in Trastevere» e relative esalazioni dalle 43. Tali indagini stratigrafiche hanno permesso Atti IV Congresso Internazionale di Archeologia cri-
un’architettura sintattica e prospettica. I - Da Arnol- ml; 7,25 ml; 7,25 ml; 7,23 ml; 7,23 ml; 7,22 ml; 7,21 romano e scuola francese: note su rilievo e rappresen- sponde urbane del Tevere, G. MORICHINI, Sopra il di escludere che la fabbrica paleocristiana sia stata stiana (ott. 1938), I, Città del Vaticano 1940, pp.
fo a Giotto, in «Palladio», s. III, a. XXVII, 3-4, 1978, ml; 7,21 ml; 7,20 ml; 7,16 ml. Controfacciata, da tazione dei monumenti antichi, fra tradizione e inno- gas infiammabile del Tevere. Lettera del professor edificata a una quota inferiore delle parti rinvenu- 127-43; G. DE ANGELIS D’OSSAT, Proporzioni, cit.,
p. 54; saggio ripubblicato in ID., L’antico, la tradi- nord: 7,12 ml; 7,08 ml; 7,00 ml; 6,97 ml. Colonna- vazione, in Restauro architettonico a Roma nell’Ot- Morichini al chiarissimo signor Brocchi, in «Giorna- te dal Vespignani, cfr. A. PRONTI, Julius, cit., p. 120. pp. 62, 65, figg. 15 s.
zione, il moderno. Da Arnolfo a Peruzzi, saggi sul- to sud, dalla controfacciata: 6,98 ml; 7,02 ml; 7,04 tocento, a cura di M.P. Sette, Roma 2007, pp. 45 ss. le Arcadico di Scienze, Lettere ed Arti», t. VIII, Su consistenze archeologiche preesistenti alla ba- 55. Segnalazioni anche in D. KINNEY, Excava-
l’architettura del Rinascimento, a cura di M. Ricci e ml; 7,09 ml; 7,13 ml; 7,18 ml; 7,19 ml; 7,21 ml; 7,21 20. G.B. DE ROSSI, Notizie. Roma. Basilica di 1820, pp. 178 ss. silica giuliana, individuate nel primo Novecento tions, cit., p. 48; G.N. VERRANDO, L’attività, cit., p.
P. Zampa, Milano 2004, pp. 19-60. ml; 7,22 ml; 7,24 ml; 7,27 ml. Santa Maria in Trastevere, in «Bullettino di Archeo- 34. «E taberna Meritoria trans Tiberim oleum ter- sotto l’odierna quota del terreno (fra 2,00 e 8,00 1036.
2. ID., Prima del Brunelleschi, cit., p. 52. 12. Si può pensare anche alle segnalazioni di: G. logia Cristiana»: I, 1863, p. 87; III, 1865, p. 24; IV, ra erupit, fluxitque tota die sine intermissione, signi- ml), P. GUERRINI, Le chiese e i monasteri del Traste- 56. Per applicazioni in San Clemente, Santi Gio-
3. Le due serie d’interassi offrono lettura incer- PESCE (Il “Palazzo delle Colonne” in Tolemaide di 1866, p. 76; V, 1867, p. 60. Sul Diario dei lavori re- ficans Christi gratiam ex gentibus»: J.P. MIGNE, Pa- vere: cronologica e topografia, in Ecclesiae Urbis, At- vanni e Paolo, San Pietro in Vincoli, basilica cimi-
ta presso le paraste, soprattutto in corrispondenza Cirenaica, Roma 1950, pp. 21 ss., tavv. VII.b, X) per datto da Gioacchino Cressedi (20.9.1863-20.6. trologiae. Cursus Completus. Series Graecae, (161 ti del Congresso Internazionale di Studi sulle chie- teriale di San Lorenzo f.l.m., G. DE ANGELIS D’OS-
di quella parzialmente inglobata nelle murature del il vano d’ingresso al grande peristilio della fabbri- 1869), già nell’Archivio Capitolare della basilica e voll., 1856-66), t. XIX, Eusebius Pamphili Caerien- se di Roma (IV-X sec.), Roma 4-10 settembre 2000, SAT, Origine e diffusione, cit., p. 398.
campanile (N’), il cui asse va considerato tenden- ca, con soffitto prospetticamente inclinato verso il irreperibile dopo la sua collocazione in Vicariato, D. sis Episcopus, s.l. (Paris) 1857, lib. II, coll. 521 s.; per a cura di F. Guidobaldi, A. Guiglia Guidobaldi, 57. Segnalazioni anche in R. KRAUTHEIMER, S.
zialmente presunto. fondo (per la modulazione illusionistica delle cam- KINNEY, Excavations, cit., pp. 42 ss., note 1, 19, 21. la possibile datazione del testo, E. CAROTENUTO, Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, LIX, CORBETT, W. FRANKL, Corpus, pp. 66, 68.
4. Interassi longitudinali dall’ingresso. A nord: pate nel grande peristilio, cfr. anche H. LAUTER, 21. M. DOCCI, I pavimenti delle chiese romane Tradizione e innovazione nella Historia ecclesiasti- vol. I, Città del Vaticano 2002, pp. 377 ss., nota 16. 58. G. MATTHIAE, Le chiese, cit., p. 69.
(2,92 ml ca.); 2,94 ml; 3,20 ml; 3,25 ml; 3,22 ml; 3,22 L’architettura dell’ellenismo, Milano 1999, pp. 130 tra innovazione e tradizione, in Restauro architetto- ca di Eusebio di Cesarea, Napoli 2001, p. 13. Iden- 44. Le articolazioni esterne della fabbrica paleo- 59. Ibidem, pp. 65, 122. Su l’argomento e il per-
ml; 3,27 ml; 3,28 ml; 3,27 ml; 3,16 ml; 3,08 ml; (3,12 ss., fig. 48 b); F. FASOLO e G. GULLINI (Il santuario nico a Roma, cit., pp. 141 ss. tica narrazione dell’argomento nella versione del cristiana restano sostanzialmente ignote; per un petuarsi di costumi pagani in un simile culto dei
ml ca.). A sud: (2,92 ml ca.); 2,98 ml; 3,12 ml; 3,24 della Fortuna Primigenia a Palestrina, 2 voll., Roma 22. G.B. DE ROSSI, Notizie, cit., III, 1865, p. 24. Chronicon Eusebii tramandata da san Girolamo ipotetico atrio con cantharus, nell’odierna piazza luoghi, R. KRAUTHEIMER, Architettura paleocristia-
ml; 3,27 ml; 3,30 ml; 3,21 ml; 3,30 ml; 3,27 ml; 3,18 1953, pp. 69 ss., fig. 107) per la disposizione pro- 23. Cfr. sotto nota 25. (J.P. MIGNE, Patr. Lat., t. XXVII, 1866, lib. II, coll. con fontana, C. CECCHELLI, S. Maria, cit., p. 67. na, cit., p. 20.
ml; 3,08 ml; (3,10 ml ca.). L’eventuale influenza spettica delle travature nell’ambiente a ovest delle 24. D. KINNEY,Excavations, cit., pp. 47s., nota 18. 431 s.). Per versioni giudaiche del tema, cfr. anche 45. Per la pianta in esame, ove sono rappresen- 60. Sulla basilica cimiteriale (anteriore al 319)
esercitata sul dispositivo dal reimpiego di architra- rampe porticate; R. DELBRÜCK (Hellenistische Bau- 25. G.B. DE ROSSI, Notizie, cit., IV, 1866, p. 76. C. CECCHELLI, S. Maria in Trastevere, Istituto Na- tati questi ingressi (chiusi nel 1587) con altri nelle con la memoria degli apostoli Pietro e Paolo quasi
vi di spoglio parrebbe trascurabile, considerati an- ten in Latium, 2 voll., Strassburg 1907 e 1912, rist. 26. D. KINNEY, Excavations, cit., p. 49 (anche zionale Studi Romani, Le chiese di Roma illustrate, collaterali: Roma, Gabinetto Nazionale Stampe, al centro della nave, laddove era l’altare fino al tar-
che gli interassi trasversali, oltre in esame. an. con trad. ed. Perugia 1979, II: pp. 25 ss., fig. 31) con riferimento al Diario del Cressedi). 31-32, Roma s.a. (ma 1932), pp. 9 s. vol. 2510, inv. FN 7704 (439 x 274 mm; carta bian- do XVI secolo, G. MATTHIAE, Le chiese, cit., pp. 50
5. Per la documentazione di Carlo Fontana sul per la curvatura orizzontale della trabeazione nel- 27. G.N. VERRANDO, L’attività edilizia di papa 35. Cfr. nota seguente. ca, acquerello bruno, penna e inchiostro). L’attribu- s., figg. 12 s.
manufatto (prima del 1702), R. KRAUTHEIMER, S. la facciata del tempio detto di Ercole a Cori. Giulio I e la basilica al III miglio della via Aurelia ad 36. C. CECCHELLI, Fons Olei, in «Capitolium», zione alla «cerchia di Raffaello», registrata nello 61. R. KRAUTHEIMER, Architettura paleocristia-
CORBETT, W. FRANKL, Corpus Basilicarum Christia- 13. G. DE ANGELIS D’OSSAT, Origine e diffusio- Callistum, in «Mélanges de l’Ecole Française de I, 9, 1925, nota 9; G.N. VERRANDO, La Passio Cal- schedario cartaceo per la corrispondente sezione na, cit., pp. 216 ss., fig. 58, tavv. 97 s., note 42 s.
narum Romae. Le basiliche paleocristiane di Roma ne, cit., pp. 401 s. Rome» (d’ora in poi: MEFRA), 97, 1985, 2, pp. listi, cit., p. 1047, nota 37. Per adesioni precoci al- del vol. 2510 («Italia, secolo XVI», fogli inv.: FN 62. G. MATTHIAE 1962, Le chiese, cit., p. 82 s.;
(sec. IV-IX) (d’ora in poi: Corpus), III, Città del Va- 14. Specifico sul correlato reimpiego di sontuo- 1022 s. Anche G. ZANDER (L’architettura, in Le chie- l’interpretazione, oltre a quelle citate dai preceden- 7670-FN 7755; manca la scheda della pianta in esa- cfr. anche A. GRABAR, Martyrium. Recherches sur
ticano 1971, pp. 65-71, figg. 59 s. si spolia a S. Maria in Trastevere, D. KINNEY, Spolia se di Roma dall’XI al XVI secolo, Bologna 1963, p. ti autori, cfr. anche G. VITERBIENSIS, Pantheon (fi- me), si potrebbe allineare con elementi di giudizio le culte des reliques et l’art chrétien antique (I ed. Pa-
6. Cfr. sotto nota 12. from the Baths of Caracalla in Sta. Maria in Trasteve- 23) data l’intervento intorno al 340 d.C. ne XII sec.), a cura di G.H. Pertz, in «Monumenta offerti dalla lettura del disegno, quali in particolare ris 1943-1946, 3 voll.), rist. an., 2 voll., London-Ge-
7. Dimensioni dall’ingresso: (13,57 ml ca.); re, in «The Art Bullettin», 68, 1, 1986, pp. 379 ss. 28. «Fecit basilicas II: una in urbe Roma iuxta fo- Germaniae Historica. Scriptores», t. XXII, (Han- l’assenza del monumento funebre del card. Armel- nève 1972, I. Architecture. Per una sorta di accezio-
13,58 ml; 13,56 ml; 13,70 ml; 13,62 ml; 13,63 ml; 15. G. DE ANGELIS D’OSSAT, Proporzioni e pro- rum et altera trans tiberim; et cymiteria III: unum via noverae) 1872 (1976), pp. 107-211, in part. p. 151; lini (1524) e la rappresentazione della sagrestia Nar- ne centrica dello spazio nel corpo longitudinale del-
13,70 ml; 13,62 ml; 13,78 ml; 13,66 ml; 13,54 ml; porzionalità. Due lezioni di architettura, in «Palla- Flamminea, alium via Aurelia et alium via Portuen- P. UGONIO, Historia delle stationi di Roma, Roma dini (1485), possibili termini ante e post quem per la le basiliche cristiane sotto Costantino, secondo il ti-
13,55 ml; (13,71 ml ca.). dio», n.s., XV, nn. 29-30, 2002, pp. 55 ss., in part. p. se»: L. DUCHESNE (a cura di), Le Liber Pontificalis. 1588, f. 137r. redazione dell’elaborato, a metà strada fra la docu- po tradizionale della basilica civile, cfr. tuttavia R.
8. Su l’argomento e analoghe soluzioni impiega- 97, figg. 83 s. Texte, introduction et commentaire, 2 voll., Paris 37. C. CECCHELLI, S. Maria, cit., pp. 18, 33; F. mentazione dell’esistente e la proposta di progetto. KRAUTHEIMER, C. SPENCER, A.K. FRAZER, Corpus,
te negli spazi circoscritti all’aperto, quali maturate 16. G. MIARELLI MARIANI, Architettura fra Cin- 1896-1892; vol. III, Additions et corrections de Mgr. COARELLI, Guida archeologica di Roma, Roma 46. Sull’argomento e altri esempi compresi fra V, Città del Vaticano 1980, p. 288.
anche nella Penisola dall’età tardo-orientalizzante que e Seicento: una tendenza retrospettiva, in «Do- L. Duchesne, a cura di C. Vogel, Paris 1957 (d’ora 1980, pp. 316 ss. IV e V secolo (basilica lateranense, Santa Puden- 63. Resti di transenne lapidee del IV secolo rin-
almeno (Locri, Centocamere, prima stoa a parasce- po Sisto V. La Transizione al Barocco» (1590- in poi: L.P.), I, p. 205, nota 3. Su questi interventi 38. L. QUILICI, Forma e urbanistica di Roma ar- ziana, Santa Maria Maggiore, ecc.) cfr. anche G. venuti dal sito potrebbero far intravedere, forse, un
ni) in poi, cfr. in breve S. PITTACCIO, Il foro intramu- 1630), Atti Convegno (Roma 1995), Istituto Nazio- giuliani, G.N. VERRANDO, L’attività, cit., pp. 1021 caica, in La Grande Roma dei Tarquini, catalogo MATTHIAE, Le chiese di Roma dal IV al X secolo, recinto intorno all’altare nella nave, anziché nella
raneo a Preneste. Origini e trasformazioni, Saggio in- nale Studi Romani, s.l. 1997, p. 208, fig. 52. ss. Sulla controversa problematica del Liber Ponti- mostra a cura di M. Cristofani, Roma 1990, pp. 29 Bologna 1962, pp. 65 s., 70 s., 76, fig. 2; B.M. APOL- ricorrente posizione ‘presbiteriale’, come anche
troduttivo di A. Bruschi, Roma 2001, pp. 114-128. 17. Per la pianta qui riprodotta, altri aspetti del- ficalis (formazione, edizioni, ecc.) cfr. anche L. CA- ss., fig. 4. LONY GHETTI, Nuove considerazioni sulla chiesa in- per A. PRONTI, Julius, cit., p. 120.
9. Diametri colonnari dall’ingresso. A nord: 0,89 l’intervento e sull’operosità del Vespignani, C. BA- PO, Il Liber Pontificalis, i Longobardi, e la nascita 39. C. GASPARRI, Due mosaici antichi in S. Maria feriore di S. Crisogono, in «Rivista di Archeologia 64. Per intitolazioni della chiesa a Giulio e a Giu-
ml; 0,87 ml; 1,02 ml; 0,97 ml; 0,94 ml; 0,96 ml; 0,97 RUCCI, Virginio Vespignani architetto tra Stato Pon- del dominio territoriale della Chiesa romana, Spo- in Trastevere, in Alessandria e il mondo ellenistico-ro- Cristiana» (d’ora in poi: RACr), XXII, 1946, 1-4, lio e Callisto rispettivamente entro il 499 e il 595,
ml; 1,05 ml; 0,95 ml; 0,80 ml; 0,78 ml. A sud: 0,88 ml; tificio e Regno d’Italia, Roma 2006, pp. 67 ss., 154, leto 2009, pp. 3-109. mano, Studi in onore di Achille Adriani, a cura di N. pp. 235-249. note dai relativi atti sinodali, e per connesse inten-
0,80 ml; 1,00 ml; 0,86 ml; 0,95 ml; 1,05 ml; 0,83 ml; 172 ss., figg. 197, 224 s., nota 127. 29. «Basilicam trans Tiberim regione XIII iuxta Bonacasa, A. Di Vita, 3 voll., Roma 1984, III, nota 15. 47. K.F. OHR, Die Basilika in Pompeji, Karlsru- zioni celebrative differenti, fra gli ultimi ibidem, p.
1,07 ml; 0,90 ml; 0,81 ml; 0,79 ml. Sul reimpiego di 18. D. KINNEY, Excavations in S. Maria in Tra- Callistum»: L.P., I, p. 9 (p. 8 s. per le altre costruzio- 40. Per la tradizionale identificazione del loro he 1973. 120. Non si può escludere un’originaria dedicazio-
spolia nella chiesa del XII secolo, cfr. sotto nota 14. stevere, 1865-1869: A Drawing by Vespignani, in ni giuliane). Su le eterogenee componenti del Cro- luogo di rinvenimento con la taberna Meritoria, pro- 48. D. KINNEY (Excavations, cit., p. 49) e A. ne al Salvatore, forse sull’esempio della cattedrale
10. Santuario nabateo di Ba’al Samin a Seia (Si- «Römische Quartalschrift für christliche Altertum- nografo, contenuto e qualità di questi documenti, mossa da Francesco de’ Ficoroni (1744) in divergen- PRONTI (Julius, cit., p. 120) non escludono di attri- lateranense e, nel caso, congeniale al carattere mes-
ria); su l’argomento e relativi svolgimenti dalla tar- skunde und Kirchengeschichte» 70, 1975, p. 48, G.N. VERRANDO, La Passio Callisti e il santuario del- za da una corrente interpretativa seicentesca avvia- buire a questa fase, rispettivamente, l’abside mino- sianico del fons olei. G. MARINI (I papiri diplomati-
da età imperiale, cfr. anche (fra i suoi contributi sul tavv. 5-7. la via Aurelia, in «MEFRA»96, 1984, 2, p. 1042, no- ta con Girolamo Mancini, che offre l’iniziale men- re e il vano entro cui la raffigura il Vespignani. La ci raccolti dall’abate Gaetano Marini, Roma 1805,
tema), G. DE ANGELIS D’OSSAT: Origine e diffusio- 19. Il nodo interpretativo, dibattuto (cfr. anzitut- ta 9. Per l’argomento, la memoria di Callisto e la tra- zione dei mosaici (1625 ca.) e che li vuole portati a datazione al IV secolo per il frammento pavimen- p. 138, n. 10, a p. 295) identifica con la basilica tran-
ne dei prospetti ad andamento obliquo nelle chiese to: Ibidem, p. 44; G. BERTELLI, Una pianta inedita dizionale attribuzione a questo papa di una fonda- Roma dal ‘santuario’ di Palestrina, probabilmente tale in opus sectile rinvenuto con quelle indagini stiberina il titulus Sanctae Mariae citato nel docu-
salonitane, in Realtà dell’architettura. Apporti alla della chiesa alto-medievale di S. Maria in Trastevere, zione basilicale, tramandata dal suo biografo (L.P., sulla scia del clamore esercitato dal rinvenimento del (G.B. DE ROSSI, Notizie, cit., IV, p. 76) non è con- mento del dicembre 587 con cui Gregorio Magno,
sua storia / 1933-78, a cura di L. Marcucci e D. Im- in «Bollettino d’Arte», s. V, LIX, 1974, 3-4, pp. 158, I, 141: «Hic fecit basilicam trans Tiberim»), cfr. tra nilotico prenestino a opera del principe Federico divisa in F. GUIDOBALDI, A.G. GUIDOBALDI, Pavi- prima di essere eletto pontefice, dona proprietà di
peri, 2 voll., Roma 1982, I, pp. 397, 398 s.; Rilancio figg. 1-2), può essere sciolto forse nel senso di un im- gli ultimi A. PRONTI, Julius et Callistus, basilica, vo- Cesi (1614 ca.); Ibidem, pp. 672-676, tavv. CII,1-4, menti marmorei di Roma dal IV al IX secolo, Città famiglia sul Celio al monastero di S. Andrea ad Cli-
plotiniano degli accorgimenti ottici in due impianti piego, pur non organico, di colori più scuri per stra- ce in Lexicon Topographicum Urbis Romae (d’ora in CIII, 1-4, note 1-14. Sul mosaico nilotico prenestino del Vaticano, 1983, pp. 90-93, note 144 s. vum Scauri.
architettonici tardo-antichi, in «Palladio», n.s., a. II, ti più profondi, anche per quanto è noto da contem- poi: LTUR), vol. III, a cura di E.M. Steinby, Roma e i relativi nessi con la cultura ellenistico-alessandri- 49. Indicativa al riguardo la pertinenza delle mu- 65. Per la segnalazione, riportata nell’elenco
3, 1989, pp. 6-18. poranee fonti scritte, tra breve in esame nel testo. 1996, p. 119. Sul Catalogo detto Liberiano, cfr. an- na, cfr. S. PITTACCIO, Il foro, cit., pp. 19 ss., 23, 32. rature absidali a un medesimo edificio, come anche Istae vero ecclesia intus Romae habentur (f. 191 rec-
11. Quote d’imposta degli architravi. Colonna- Su relative convenzioni grafiche in uso nell’Otto- che L. CAPO, Il Liber Pontificalis, cit., pp. 11, 12, 13. 41. E. PAPI, Horti Caesaris (trans Tiberim), voce il concorde allineamento tra l’odierno fianco meri- to), posto in appendice al De locis sanctis martyrum
22 Stefano Pittaccio . SANTA MARIA IN TRASTEVERE, ASPETTI INEDITI DI UN PROGETTO ALL’ANTICA. ORIGINI E FORMAZIONE QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA . 57-59/2011-2012 23
quae sunt foris civitatis Romae, e le versioni dell’Iti- University, tesi del Master in Storia dell’arte, New dramento cronologico preliminare e classificazione, RIASSUNTO /ABSTRACT
nerario in tre codici del IX-X secolo, conservati fra York 1975, pp. 148-59) – che vede nell’opera la co- in 1983-1993: dieci anni di archeologia cristiana in
Würtzburg, Salisburgo e Vienna: G.B. DE ROSSI, pia, realizzata con stile mimetico sotto Gregorio IV, Italia, Atti del VII Congresso Nazionale di Archeo-
La Roma sotterranea cristiana descritta e illustrata, di un originale del IV secolo già collocato nella ba- logia Cristiana, a cura di E. Russo, 3 voll., Cassino SANTA MARIA IN TRASTEVERE,
3 voll., Roma 1864-1877: I, 1864, pp. 136, 137, 138- silica – richiama invero l’ipotesi ventilata da C. CEC- 2003: I, pp. 399 ss.; III, tav. CLXXXIX, fig. 14. L’in- ASPETTI INEDITI DI UN PROGETTO
40, 141-43, 144, 145. La redazione dell’Itinerario, CHELLI (S. Maria, cit., pp. 29, 123 s., 151 ss., 155, tervento gregoriano non sembra aver interessato la ALL’ANTICA. ORIGINI E FORMAZIONE
collocata per lo più nel VII secolo, è posta prima del 156 s.), che riconosceva nell’encausto una riprodu- struttura dell’abside, che infatti Leone IV e Bene- Nuove acquisizioni metriche sulla fab-
682 e, con molta probabilità, intorno al secondo zione dell’iniziale VIII secolo di un prototipo del V detto III sono costretti a restaurare prima e rico-
quarto del secolo in: Ibidem: I, p. 145; II, pp. 9, 135 secolo. struire poi, L.P., II, p. (rispettivamente): 120; 147. brica, testimonianza della Renovatio Ro-
(per una prima compilazione sotto Pelagio II); CH. 68. M. ANDALORO: Icona della Madonna della 87. F.A. BAUER, La frammentazione, cit., pp. 390 mae nel XII secolo, portano in luce aspetti
HÜLSEN, Le chiese di Roma nel Medio Evo. Catalo- Clemenza, in Aurea Roma. Dalla città pagana alla ss., 443, figg. 4, 25 s. inediti del linguaggio architettonico nel-
ghi e appunti, Firenze 1927, p. III, cfr. pp. 3 s. Più città cristiana, catalogo Mostra, a cura di S. Ensoli 88. L.P., II, pp. 78, 79. Sul manufatto carolingio, l’impianto, che reinterpreta portati della ri-
di recente, H. GEERTMAN (More Veterum. Il Liber ed E. La Rocca, Roma 2000, pp. 662 s.; Dal ritrat- cfr. da ultimo M. VITIELLO, La chiesa di Santa Ma-
Pontificalis e gli edifici ecclesiastici di Roma nella tar- to, cit., pp. 48, 50, 53, 55, nota 107. ria in Trastevere. Ampliamenti, Sistemazioni, Re- cerca spaziale classica, anche per ‘attualiz-
da antichità e nell’alto Medioevo, Groningen 1975, 69. Si può pensare anche alla de-sacralizzazione stauri dal XVI al XVII secolo, Università “La Sapien- zare’ assetti liturgici preesistenti. La resti-
pp. 200, 201, 202, e passim) la data invece nella se- in chiave cristiana degli edifici del Senato sotto za”, Dipartimento di Storia dell’Architettura, Re- tuzione di quei processi formativi e trasfor-
conda metà del secolo VIII. Contra cfr. anche F.A. Onorio I (625-638), attuata con la rimozione dal lo- stauro e Conservazione dei Beni Architettonici, mativi, alla luce di fonti di natura variega-
BAUER, Das Bild der Stadt Rom in karolingischer ro interno dell’ara e della statua della Vittoria, cfr. XIII ciclo, tesi del Dottorato di Ricerca in Conser-
Zeit. Der Anonymus Einsiedelensis, in «Römische anche R. KRAUTHEIMER, Roma. Profilo di una città, vazione dei Beni Architettonici, depositata presso la ta, identifica nella fondazione paleocristia-
Quartalschrift», 92, 1997, pp. 190-228. 312-1308, (Princeton 19801) Roma 1981, p. 96. biblioteca del citato Dipartimento, pp. 6-9, fig. 130. na un originario martyrium, legato al culto
66. M. ANDALORO, Dal ritratto, cit., pp. 50, 52 ss. 70. L.P., II, pp. 16, 19; per i segni nella tavola di 89. Partecipano a questo disegno ‘centrifugo’ del luogo, memoria cioè di una manifesta-
67. La difficoltosa datazione del dipinto, in chiodi in più file a sostegno del velo e la relativa let- un «matroneum» e, forse, un battistero e una sacre- zione ‘messianica’ nella zona: il prodigioso
estrema sintesi, muove dal conciliare fra loro due tura, C. BERTELLI, L’opera d’arte, in Il restauro del- stia poi rinnovati sotto Benedetto III insieme al
ordini di parametri interpretativi. L’uno, di natura la Madonna della Clemenza, «Bollettino dell’Istitu- portico (L.P., II, p. 147). Sul matroneum transtibe-
sgorgare del fons olei, per celebrare il qua-
iconografica e tecnico-stilistica, profila un orizzon- to Centrale del Restauro», 41-44, 1964, p. 218. rino quale pars mulierum della collaterale nord e le i costruttori del IV secolo pongono l’al-
te cronologico ampio, suscettibile di risalire dal se- 71. Lo strato carolingio è più in basso del cal- per sue possibili funzioni, specifico fra gli ultimi E. tare della loro chiesa in una posizione cen-
condo quarto del IX al VI secolo avanzato, con pos- pestio odierno di 0,90 ml ca., A. PRONTI 1996, Ju- DE BENEDICTIS, The Senatorium and Matroneum in trale, nell’ideale intersezione fra assialità di
sibili estensioni nel V e nel IV secolo. L’altro, a ca- lius, cit., p. 120. Per interventi nella prima metà the early Roman church, in «RACr», LVII, 1981, 1-
rattere storico-letterario, concerne l’eventuale ri- del secolo VIII, noti dalle biografie di Giovanni 2, pp. 69-85, in part. pp. 76 ss. Sulla disposizione
valenza simbolica. La sede di quel centro li-
conoscimento alternativo della tavola in fonti scrit- VII (705-707), Gregorio II (715-731) e di Grego- perimetrale di numerosi centri liturgici secondari turgico echeggia nei futuri svolgimenti del-
te relative all’epoca bizantina, o carolingia, cioè nel rio III (731-741), L.P., I, pp. (rispett.): 385-387; in San Pietro (metà IX secolo ca.), F.A. BAUER, La la fabbrica e, in qualche misura, si perpetua
passo del citato Itinerario, o in quello sulla biogra- 396-414; 415-425. frammentazione, cit., pp. 398 ss., fig. 8. nelle nuove interpretazioni dello spazio ba-
fia di Gregorio IV che lo vuole committente di 72. F.A. BAUER, La frammentazione liturgica nel- 90. Posizione analoga assumono sotto Pasquale I
silicale secondo uno schema cruciforme.
un’icona mariana per la basilica transtiberina (L.P., la chiesa romana del primo medioevo, in «RACr», la cappella di San Zenone in Santa Prassede e la ‘cap-
II, p. 80). Discendono da qui indicazioni cronolo- 75, 1999, p. 398. pella del Bagno’ in Santa Cecilia, cfr. M. CAPERNA, Prefigurato in età carolingia, il disegno è in-
giche variegate, non sempre aderenti a entrambe le 73. L.P., II, 80. La basilica di Santa Prassede. Il significato della vicen- verato con la ricostruzione ‘romanica’ del-
problematiche: proposte favorevoli a una datazio- 74. C. CECCHELLI, S. Maria, cit., p. 32. da architettonica, Roma 1999, pp. 34, 48, 50 e passim; l’edifico, che modula prospetticamente la
ne alta dell’opera, connessa alla dedicazione maria- 75. L.P., I, p. 509, cfr. p. 511 (donativi alla basi- M. RIGHETTI, Pasquale I e la fondazione carolingia, in nave in termini bipolari, come poi il pro-
na del titulus Juli et Callisti, ma dissonante da lica). Sull’argomento e per altre analoghe ‘orgoglio- Santa Cecilia in Trastevere, Roma 2007, p. 70.
un’eventuale committenza gregoriana dell’icona se’ registrazioni del suo biografico, G. MATTHIAE, 91. Per la cappella del Presepe ricostruita da F. gramma altempsiano per le cappelle latera-
(M. ANDALORO, La datazione della tavola di S. Ma- Le chiese, cit., pp. 226 s.; R. KRAUTHEIMER, Roma, Raguzzini, cfr. tra gli ultimi M. VITIELLO, La chie- li nel tardo XVI secolo.
ria in Trastevere, in «Rivista Istituto Nazionale di cit., pp. 145, 147 s. sa, cit., pp. 170 ss. (l’interv. è datato al 1738-1740).
Archeologia e Storia dell’Arte», n.s., XIX-XX, 76. Cfr. anche O. PANCIROLI, Tesori nascosti del- 92. Cfr. sopra nota 90.; inoltre anche V. PACE,
SANTA MARIA IN TRASTEVERE.
1972-1973, pp. 139-215); letture propense, con ac- l’alma città di Roma, II ed., Roma 1625, p. 588; G. “Nihil innovetur nisi quod traditum est”: sulla scul-
cezioni diverse, a collocare nell’iniziale VIII seco- MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesia- tura del Medioevo a Roma, in Studien zur Geschi- UNUSUAL ASPECTS OF AN OLD STYLE
lo il dipinto – per sue affinità iconografiche e stili- stica da S. Pietro ai nostri giorni, vol. XII, Venezia chte der Europäischen Skulptur im 12./13. Jahrhun- DESIGN. ORIGINS AND DEVELOPMENT
stiche individuate, rispettivamente, con la versione 1841, p. 165 (l’autore gli attribuisce anche l’edifi- dert, a cura di H. Beck, K. Hengesvoss-Dürkop, The new metric measurements taken in
musiva di Maria Regina nel perduto (1632) Orato- cazione di una fontana nella piazza). vol. I, Frankfurt am Main 1994, p. 588, fig. 2. Santa Maria in Trastevere bear witness to the
rio di Giovanni VII nell’antico S. Pietro (rappre- 77. Sull’abside minore, cfr. anche D. KINNEY, 93. Per l’impianto celimontano e il triclinio di
sentazione dell’iniziale XVII secolo in G. GRIMAL- Excavations, cit., p. 49; G.N. VERRANDO, L’attività, Leone III (possibile modello anche per l’aula regia twelfth-century restoration known as Reno-
DI, Descrizione della basilica antica di S. Pietro in Va- cit., p. 1035. nel palazzo di Aquisgrana) cfr. anche L. BARELLI, vatio Romae. The measurements reveal un-
ticano. Cod. Barb. lat. 2733, ed. e note a cura di R. 78. Cfr. sopra nota 76. R. PUGLIESE, Note sulla basilica titolare dei Ss. Quat- usual aspects of the architectural style, rein-
Niggl, Città del Vaticano 1972, pp. 117 ss., 126 s.) 79. R. KRAUTHEIMER, S. CORBETT, W. FRANKL, tro Coronati in Roma, in «Palladio», n.s., VI, 13, terpretations of the results of the classical spa-
e con gli affreschi in S. Maria Antiqua promossi dal- Corpus, II, Città del Vaticano, 1962, pp. 159 ss. 1994, pp. 19-24, M. D’ONOFRIO, Roma e Aquisgra-
lo stesso pontefice – senza escludere anche un dif- 80. Ibidem, pp. 277 ss.; L.P., I, p. 507. na, Napoli 1996, pp. 165 ss., fig. 99. tial research used to ‘modernise’ pre-existing
ficoltoso riconoscimento dell’opera nella menzio- 81. Fra gli ultimi, L. PUGLIESI, Alcune osserva- 94. F.A. BAUER, La frammentazione, cit., pp. 401 liturgical structures. Using several different
ne tramandata dall’Itinerario salisburgense (cfr. an- zioni sulle fasi più antiche della chiesa di S. Angelo s., 415, figg. 9, 17 s. sources, the restitution of its transformations
che C. BERTELLI, La Madonna di S. Maria in Traste- in Pescheria, in «RACr», 84, 2008, pp. 378 ss., 394. 95. Il terminus ante quem per questa edificazio- and evolution shows that the early Christian
vere. Storia-iconografia-stile di un dipinto romano 82. R. KRAUTHEIMER, S. CORBETT, W. FRANKL, ne parrebbe rintracciarsi in un documento del 1073,
dell’ottavo secolo, Roma 1961, pp. 21 s.,45 ss., 82 Corpus, II, cit., pp. 308 ss. attestante donazioni alla chiesa, che cita la presen- church was originally a martyrium, linked to
ss.; M.A. MATOS, The Icon of the Madonna della 83. L.P., II, p. 80. za nella basilica di una cappella ‘ferrata’ dedicata al- the cult of the site. In other words it was built
Clemenza: Patronage, Placement, Purpose, Florida 84. Su modelli di corte imperiale, formazione la Madonna; sul documento e l’identificazione del to mark a local ‘messianic’ occasion: the pro-
State University, tesi del Master in Storia dell’arte, negli svolgimenti secolari della liturgia stazionale e manufatto, M. VITIELLO, La chiesa, cit., p. 11. La digious flowing of the fons olei. To honour
2005, pp. 4 ss., 24 ss., in part. pp. 16-23: inedita fi- codificazione del cerimoniale dall’Ordo Romanus moltiplicazione delle occasioni liturgiche nella ba-
nora la sua lettura dell’opera, quale originaria com- I, cfr. anche F.A. BAUER, La frammentazione, cit., silica favorisce, probabilmente, l’edificazione o il
the event, builders in the fourth century pla-
missione di Giovanni VII, ma per il suo Episcopio pp. 439 ss. completamento di un monastero nelle sue adiacen- ced the altar of the church in a central posi-
al Palatino, che Gregorio IV avrebbe fatto trasferi- 85. A. PRONTI, S. Maria trans Tiberim, titulus, in ze sotto Gregorio IV, fra gli anni 835 e 838 secondo tion, i.e., in the middle of ideal and symbolic
re e donato alla basilica transtiberina). Quest’ulti- L.T.U.R., vol. III, a cura di E.M. Steinby, Roma 1996, H. GEERTMAN, Le date di costruzione, cit., p. 349. axial intersections. The position of this litur-
ma corrente interpretativa, inoltre, non trae con- p. 219 s.
forto dalla somiglianza segnalata (J. WEIßENBER- 86. Sul «presbiterium», l’altezza della tribuna e Desidero ringraziare la professoressa Maria Pie-
gical hub is visible in the way the Basilica de-
GER, Römische Mariengnadenbilder 1473-1590. Ne- una confessio inaccessibile, D. KINNEY, Excavations, ra Sette, per le indicazioni e gli illuminanti scambi veloped and is to some extent perpetuated in
ue Altäre für alte Bilder; zur Vorgeschichte der baroc- cit., pp. 49 s., 51-53. Altre interpretazioni della ‘crip- d’idee nelle fasi iniziali dell’indagine. Sono obbliga- the new cruciform design of the Basilica. Pre-
ken Inszenierungen, Universität Heidelberg, tesi ta’ anche in H. GEERTMAN, Le date di costruzione del to inoltre nei confronti dei miei colleghi e amici, ar- figured during the Carolingian period, the
del Dottorato in Storia dell’arte, Heidelberg 2007, monasterium SS. Cornelii et Callisti in Trastevere e chitetti Paola Perfetti, Emanuela Chiodetti e Gio-
design was implemented during the ‘Roma-
p. 175) tra le formule impiegate nell’Itinerario della confessione anulare nella Basilica di S. Maria in vanni Federico, per il sostegno generoso e fonda-
(«quae per se facta est») e nell’iscrizione lacunosa Trastevere, in «RACr», LV, 1979, 3-4, p. 349 (costru- mentale che mi hanno cordialmente fornito, a vario nesque’ reconstruction of the building provi-
della cornice dell’encausto («ipse factus est»), data- zione datata negli anni 837-38). Sul piccolo ciborio titolo, nel rilevare le consistenze e restituirne i dati ding a bipolar perspective module of the na-
ta nell’iniziale VIII secolo (C. CECCHELLI, S. Maria, archeggiato, R. KRAUTHEIMER, S. CORBETT, W. acquisiti. Rivolgo infine, ma non certo da ultimo, un ve, as did the Altemps’ design of the side cha-
cit., p. 154) e non necessariamente contemporanea FRANKL, Corpus, III, p. 69, fig. 66 a, b. Un primo sag- vivo ringraziamento a Monsignor Marco Gnavi, pels in the late sixteenth century.
al dipinto. Il possibile punto di mediazione ravvi- gio di restituzione della pergula carolingia è in F. parroco di Santa Maria in Trastevere, per aver gen-
sabile nella proposta di D. KINNEY (Santa Maria in GUIDOBALDI, Le recinzioni liturgiche delle chiese di tilmente concesso la disponibilità dei luoghi allo
Trastevere, from its founding to 1215, New York Roma nell’età paleocristiana e altomedievale: inqua- svolgimento dei rilevamenti metrici. Stefano Pittaccio [s.pittaccio@virgilio.it]
24 Stefano Pittaccio . SANTA MARIA IN TRASTEVERE, ASPETTI INEDITI DI UN PROGETTO ALL’ANTICA. ORIGINI E FORMAZIONE QUADERNI DELL’ISTITUTO DI STORIA DELL’ARCHITETTURA . 57-59/2011-2012