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3.1 La produttività
L’attività di produzione di un’impresa richiede generalmente l’utilizzo, la combinazione di fattori,
quali macchinari, edifici, energia e mano d’opera. Per misurare l’efficienza di questi fattori di
produzione nel processo produttivo, i beni prodotti vengono rapportati ai fattori necessari per la
relativa produzione. Tale rapporto viene definito produttività.
La produttività è definita come un indicatore in grado di misurare la capacità produttiva di
un’impresa, di un settore produttivo, di una regione, di una nazione, correlando i fattori produttivi
(input) utilizzati nel processo produttivo con il risultato, con il prodotto (output), di tale processo. È
una misura dell’efficienza del processo tecnico di produzione.
Più precisamente, la produttività del lavoro, data dal rapporto tra prodotto e occupati impiegati per
realizzare tale prodotto, misura l’efficienza delle risorse umane nel portare a compimento il
processo di produzione.
Gli indici di produttività sono influenzati in maniera determinante da alcuni fattori come ad esempio
numero dei dipendenti o una diminuzione della produzione in momenti di crisi.
È chiaro che, nella maggior parte dei casi, all’aumento dell’occupazione ne consegue, in primis, una
riduzione della produttività, recuperata in seguito dall’aumento della domanda aggregata e da una
maggiore efficienza. Quest’ipotesi, tuttavia, non è sempre verificata.
Per consentire una migliore lettura dei grafici e inoltre i dati estrapolati dal database Aida sono da
intendersi in migliaia di euro.
L’andamento del valore aggiunto delle imprese oggetto di analisi viene rilevato mediamente
crescente.
Da considerare l’analisi del numero medio dei dipendenti: se escludiamo Coca-Cola HBC che, nel
decennio oggetto di studi, ha sostanzialmente dimezzato la forza lavoro, si evince come ci sia stata
una crescita del 15%, senza però determinare un aumento proporzionale del valore aggiunto pro-
capite, evidenziando la presenza di inefficienze a livello di singole imprese.
Dal grafico possiamo constatare che, generalmente, il valore aggiunto pro-capite è minore nelle
imprese con un elevato numero di addetti, mentre è maggiore nelle imprese con un minor numero di
addetti. Questo indice viene influenzato, oltre che dal settore di appartenenza dell’azienda, dal suo
livello di automazione, in quanto le imprese maggiormente automatizzate impiegano un minor
numero di addetti, e dall’integrazione verticale dei processi produttivi, poiché le aziende possono
svolgere al loro interno tutte le fasi del processo produttivo o può delegare tutto o parti di essa a
terzi, con inevitabili conseguenze sui costi e sul numero di addetti.
Nell’ultimo decennio il Valore aggiunto pro-capite medio del settore, nello specifico delle 25
imprese considerate, è aumentato del 43%.
L’analisi del grafico viene effettuata ponendo sull’asse delle ascisse il campione rappresentativo
delle imprese selezionate e sull’asse delle ordinate il valore dei ricavi pro-capite, emersi dall’analisi.
Se consideriamo che i ricavi delle vendite nel settore, nello specifico delle 25 imprese considerate,
sono aumentati del 21,22%, l’andamento dei ricavi pro capite, nel corso del decennio, risulta essere
mediamente costante nel tempo.
Nel complesso quindi, il trend è positivo e ciò, oltre ad implicare un aumento di efficienza del
settore, indica una manifestazione di buona salute.
3.3c Costo del lavoro pro capite.
Questo indice evidenza l’andamento del costo medio del lavoro ed è calcolato rapportando il costo
del personale al numero di dipendenti.
Sull’asse delle ascisse vi sono le imprese prese in analisi e sull’asse delle ordinate il valore del costo
pro capite espresso in migliaia di euro.
Dall’analisi empirica emerge che il costo medio per dipendente è mediamente aumentato nei 10
anni oggetto di studio, fatta eccezione per l’anno 2012 in cui si rilevano costi del personale
complessivamente inferiori.
Ciò̀ presuppone, poiché́ non avendo dati certi dati certi che documentino le ragioni di questo calo,
che sia correlato alla recessione economica, la quale potrebbe aver comportato la chiusura di
stabilimenti, da cui ne consegue una riduzione del personale.
A partire dall’anno 2013, l’andamento ha ripreso ad essere positivo, sia in termini di crescita dei
dipendenti assunti, sia in termini di costo del lavoro pro capite.
Nel decennio preso in considerazione, con particolare riguardo alle 25 imprese oggetto d’analisi, il
costo del lavoro è aumentato mediamente del 14,65%.
Valore Aggiunto Pro-Capite
400,000
300,000
200,000
100,000
0