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Classe III – Lo Sviluppo Sostenibile

1. Il mondo che abbiamo “creato”


La comparsa dell’uomo sulla terra risale a più di due milioni di anni fa e per tutto questo tempo l’umo è
riuscito a sopravvivere a specie animali più grandi e forti di lui. Come mai?
Ciò è accaduto perché da un lato l’uomo è riuscito ad adattarsi
all’ambiente in cui viveva, come tutti gli altri esseri viventi, e
dall’altro è riuscito a trasformare l’ambiente stesso in base
alle proprie esigenze. Con l’agricoltura ha trasformato la terra
per produrre il cibo di cui aveva bisogno, con l’allevamento ha
domato le specie animali a lui più utili (facendone cibo o forza
lavoro per produrre cibo). L’umo ha imparato a costruire case
che gli hanno permesso di trasferirsi stabilmente e in modo
sicuro nei luoghi più adatti alle sue esigenze cessando quindi la
vita nomade e l’isolamento che ne derivava. A differenza delle
altre specie animali l’uomo ha sperimentato il PROGRESSO.
Per milioni di anni il progresso è stato molto lento, ma tutto però cambiato a partire da un periodo ben
preciso, la rivoluzione industriale nel XVIII secolo. Grazie a straordinarie scoperte scientifiche e
tecnologiche, durante gli ultimi 200 anni il progresso ha subito un’accelerazione straordinaria e l’uomo ha
raggiunto traguardi inimmaginabili prima di allora.
Con la rivoluzione industriale l’uomo ha
avuto la possibilità di utilizzare le
macchine nel processo produttivo
passando da una produzione artigianale
ad una produzione, appunto, industriale.
Ciò ha permesso di produrre molto
velocemente grandi quantità di beni
primari (cibo, indumenti ..) grazie ai quali
è stato possibile innalzare la qualità della
vita di milioni di persone, non solo i ricchi
appartenenti alla classe aristocratica o
borghese.
Grazie al progresso nel settore medico è
stato possibile combattere e talvolta debellare gravi malattie che falciavano tante vite umane (peste,
colera, difterite). Questo ha fatto si che la vita media della popolazione aumentasse così come la
popolazione mondiale.
Grazie ad una migliore qualità della vita, legata alla possibilità di soddisfare in modo più semplice i bisogni
primari, l’uomo ha avuto modo e tempo di “pensare” anche e di più ai bisogni secondari (si fa per dire!)
cioè a come innalzare il proprio livello d’istruzione. La conoscenza è potere, più istruzione significa
maggiore progresso. E’ così che si è innescato il circolo virtuoso che ha portato la moderna società a grandi
conquiste.
L’uomo ha imparato a viaggiare più velocemente di qualunque animale vivente, a volare, ad esplorare i
fondali marini e lo spazio. L’uomo ha costruito le moderne megalopoli dotate di complesse infrastrutture
in cui milioni di persone possono vivere e lavorare insieme, imparare gli uni dagli altri, collaborare a nuove
scoperte. L’uomo ha costruito case confortevoli, calde d’inverno e fresche d’estate.
L’uomo ha imparato a dominare le leggi dell’elettricità che rappresenta la forma di energia principale e
irrinunciabile della società moderna. E’ riuscito a sfruttare l’energia nucleare per scopi pacifici e non.
Grazie a queste scoperte oggi siamo connessi alla World Wide Web (internet) sicché in ogni momento
possiamo parlare con gli amici, fare videochiamate, ascoltare la musica che vogliamo, accedere alle
informazioni, fare shopping on-line, essere i cittadini di un villaggio globale!

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L’uomo è stato proprio bravo, grazie al genio umano abbiamo fatto tanta strada.
Ma siamo stati veramente così bravi?
Tutti gli abitanti della terra hanno beneficiato in ugual modo del progresso? Il solo progresso è
sufficiente a garantire un magnifico presente e roseo futuro a tutti gli abitanti di questo
pianeta, alle generazioni future?
Purtroppo la civiltà moderna non si distingue unicamente per i grandi traguardi raggiunti grazie
al progresso tecnologico. Il nostro pianeta e la nostra civiltà si è da tempo ammalata e i mali
sono davvero tanti…

Fame del mondo: ogni giorno muoiono di fame circa 24,000, per la maggior parte sono bambini. Nel
mondo ci sono oltre 800 milioni di persone che soffrono la fame a la malnutrizione.
Siccità: nel mondo oltre 800 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile e circa 2.5 miliari di
persone non possono usufruire di servizi igienici adeguati.

Accesso all’elettricità: circa il 20% della popolazione mondiale non ha accesso all’elettricità.
Istruzione: nel mondo ci sono oltre 72 milioni di bambini in età scolare che non possono andare a scuola, e
circa 759 milioni di adulti sono analfabeti.
Povertà: circa metà della popolazione mondiale – più do 3 miliardi di persone, vive con meno di $2.50 al
giorno.
I profughi: nel mondo ci sono oltre 43 milioni di persone che nascono in paesi in guerra dove vengono
perseguitati. Alcuni (circa 15 milioni) riescono a scappare ma altri non possono farlo.
Deforestazione: l’uomo ha distrutto vaste aree forestali per costruire case, città o per sfruttare il legno
come materia prima. Dall’inizio dell’era industrial circa la metà delle foreste vergini originariamente
presenti sono state distrutte.
Esaurimento delle risorse disponibili: le risorse naturali sono state e sono attualmente consumate ad una
velocità troppo elevate, maggiore del tasso di rigenerazione. Possiamo dire che il nostro pianeta è stato
fino ad oggi spremuto come un limone. Il petrolio è il perfetto esempio. La civiltà moderna fa affidamento
sul petrolio per la produzione dell’energia elettrica, come carburante per le automobili, come materia
prima per la produzione della plastica. Secondo alcuni esperti le risorse disponibili saranno esaurite
nell’arco di 30 anni.
Estinzione delle specie viventi: ogni giorno si estinguono almeno 10000 specie viventi.
Inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo: causati dalla combustione dei combustibili fossili (petrolio,
carbone, gas naturale) che determina la produzione di CO2 e molte altre sostanze inquinanti (solfati, nitrati,
polveri sottili). Con la plastica abbiamo inquinato il mare e distrutto molti ecosistemi. Per decenni abbiamo
scavato buche nella terra (le discariche) per seppellirvi i nostri rifiuti.

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La produzione di ingenti quantità di CO2 ha causato l’effetto
serra: il riscaldamento globale del pianeta che causa uragani di
intensità mai vista nella storia in grado di distruggere chilometri di
coste abitate. Il riscaldamento globale causa inoltre la costante
desertificazione di vaste aree del nostro pianeta. I ghiacciai si
stanno gradualmente sciogliendo e l’attuale livello del mare si
innalzerà sommergendo vaste aree costiere oggi abitate.
Come se non bastasse, la popolazione mondiale sta crescendo.
Ciò significa più bocche da sfamare, più case da costruire e alberi
da abbattere, più rifiuti da smaltire.

L’uomo è stato bravo, grazie alla sua genialità è riuscito a progredire in mod
ultimi 200 anni. La nostra intelligenza riuscirà a salvarci dall’estinzione?

2. E’ veramente possibile l’estinzione della razza umana?


Le civiltà che crescono troppo prima o poi distruggono l’ambiente in cui vivono e si estinguono. Quando
infatti si esauriscono le risorse un tempo disponibili, le popolazioni inizino a combattersi a vicenda per
impadronirsi di ciò che resta. La storia ci insegna questa regola molto semplice di cui il destino toccato alle
popolazioni polinesiane dell’isola di Pasqua rappresenta un perfetto esempio.
L’isola di Pasqua è oggi uno dei posti più remoti ed isolati del pianeta. I soli “abitanti” dell’isola sono i moai,
immense sculture realizzate probabilmente con intento propiziatorio lungo la costa. Gli autori sono stati i
Polinesiani che popolarono quest’isola circa 1000 anni dando origine ad una sofisticata civiltà composta da
oltre 1500 abitanti.
Al tempo della civiltà polinesiana l’isola era ricoperta di foreste che comprendevano palme tra le più alte al
mondo. Questo stato di cose gradualmente cambiò insieme alla costruzione dei moai. Gli abitanti avevano
infatti la necessità di trasportarli dal luogo di produzione (vicino ai villaggi) sino alla costa. Per fare ciò la
popolazione iniziò a tagliare i tronchi d’albero che venivano utilizzati come ruote su cui trasportare i moai
ultimati lungo il tragitto che portava alla spiaggia.

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Man mano che la popolazione aumentò, aumentarono
anche le sculture e quindi il numero di alberi tagliato.
Avvenne che da un certo punto in poi gli alberi tagliati non
venivano più compensati dalla ricrescita di altre piante e le
foreste smisero di rigenerarsi. Intorno al 1600 fu tagliato
l’ultimo albero presente sull’isola. In assenza di alberi
l’ecosistema dell’isola fu gradualmente distrutto e il cibo e
le risorse per le popolazioni iniziarono a scarseggiare. Di li a
poco iniziò il collasso della civiltà: la costruzione dei moai si
fermò, la popolazione iniziò a soffrire la fame e le tribù
iniziarono a combattersi a vicenda. Nel 1877 erano rimasti solo 111 abitanti sull’isola.
Quella dell’isola di Pasqua è una metafora perfetta che ci aiuta a capire cosa potrebbe accadere a noi.
Questo luogo rappresentava un piccolo e fragile ecosistema isolato nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, in un
luogo molto lontano. Gli abitanti affamati in seguito all’alterazione dell’ecosistema non poterono scappare
alla fame perché erano troppo lontani da qualunque luogo e da qualunque aiuto.
Questa circostanza non è molto diversa da quella che vive il nostro pianeta, solo e isolato in una grande
galassia. Dove fuggiremo noi quando il nostro pianeta non avrà più le risorse necessarie a sostenere il
nostro stile di vita?

Fino ad ora abbiamo preso troppo senza restituire, ci siamo indebitati con la natura e con tutti
quelli che oggi soffrono la fame. La natura prima o poi si ribellerà, i poveri del mondo prima o
poi vorranno e pretenderanno di vivere bene come viviamo noi. Prima o poi saremo chiamati a
rispondere per forza dei nostri debiti.

Ok, tutto questo no accadrà a me né probabilmente a voi. Non siamo noi quelli che dovranno
abbandonare le proprie case perché sommerse dal mare. E probabilmente non saremo
costretti a vivere in case fredde e prive di elettricità perché, occhio e croce, per i prossimi 50-
100 anni dovremmo essere a posto?

Se le cose continuano così saranno chiamati a farlo i vostri figli. Loro dovranno vivere in un
mondo che non gli offrirà tutte le opportunità che abbiamo noi, in cui vivere e sopravvivere
sarà molto più difficile.

Vi sembra giusto? Non sarebbe più giusto e civile cambiare rotta? E se cercassimo di
“riconciliarci con la natura” ridistribuendo in modo più giusto le ricchezze del pianeta? Forse
potremmo “riscrivere il futuro”. Come possiamo cambiare rotta?

Non è possibile né giusto fermare il progresso. Dobbiamo continuare a progredire e a


svilupparci ma dobbiamo farlo in modo SOSTENIBILE. Cioè garantendo a chi verrà dopo di noi
le nostre stesse opportunità, evitando abitudini e modi di vivere che sono non sostenibili.
Cosa significa esattamente SVILUPPO SOSTENIBILE?
Secondo la definizione proposta nel rapporto “Our Common Future” pubblicato nel 1987 dalla Commissione
mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (Commissione Bruntland) del Programma delle Nazioni Unite per
“uno sviluppo in grado di assicurare il
l’ambiente, per sviluppo sostenibile si intende
soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la
possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.

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Il concetto è molto più semplice da capire di quanto non sembri. Se vuoi sapere se un tuo comportamento
è sostenibile non devi fare altro che chiederti: posso continuare a comportarmi così all’infinito? Se la
risposta è si significa che il tuo comportamento non compromette in alcun modo le opportunità delle
generazioni future e quindi è sostenibile. Vediamo alcuni esempi.

• Posso continuare, all’infinito, a tagliare alberi senza piantarne di nuovi? No, perché un giorno gli alberi
finiranno e la razza umana non potrebbe sopravvivere.
• Posso continuare, all’infinito, a bruciare combustibili fossili producendo CO2? No, perché I
cambiamenti climatici trasformeranno il nostro ambiente rendendolo ostile all’uomo.
• Possiamo continuare, all’infinito, ad inquinare il suolo? No, perché anche il cibo che ingeriamo
diventerebbe altettanto inquinato.
• Possiamo continuare, all’infinito, ad inquinare il mare? No, perché causeremmo l’estinzione di molte
specie viventi che entrano nella nostra catena alimentare.

Chiaramente ci sono comportamenti più gravi e altri che pur non sostenibili sono meno dannosi.

La PRIMA pessima abitudine è quella di produrre CO2. Dobbiamo assolutamente ridurne le


emissioni per fermare l’effetto serra. Come?
• Riducendo I consumi energetici: elettricità, acqua, gas!
• Utilizzare fonti di energia rinnovabili in alternative ai combustibili fossili: solare, idroelettrica, eolica,
geotermica.
• Trovando carburanti alternative ai combustibili fossili: massimizzare l’utilizzo di trasporti pubblici,
biciclette, camminare quando possibile.

La SECONDA pessima abitudine è quella di utilizzare le risosre presenti sul pianeta come se non
potessero finire mai. Dobbiamo assoutamente fermare l’esaurmento delle risosre. Come?

• Riciclando: i rifiuti possono diventare materia prima ed essere utilizzati per produrre alter materie e beni
(plastica, vetro, calore, elettricità)
• Riducendo i consumi: evitando di comprare beni di cui non abbiamo realmente bisogno
• Riutilizzando: prima di buttare via qualcosa assicurarsi che quel bene abbia veramente esaurito il suo
ciclo di vita.

Ciascuno di noi deve comportarsi in modo responsabile in moda da far si che le risorse messe a
disposizione dalla natura bastino a molte generazioni future.

3. Possiamo farcela da soli?


I problemi e le disuguaglianze che abbiamo creato non possono essere risolti unicamente con l’aiuto dei
comuni cittadini. Da anni i leader del mondo si incontrano per escogitare strategie comuni che “salvino il
mondo” garantendo uno sviluppo sostenibile. Il primo accordo fu firmato nel 1992 a Rio de Janeiro e si
chiamava Agenda 21. In seguito fu firmato il Protocollo di Kioto, un accordo che poneva un limite sulle
emissioni di CO2.

Il più recente accordo è stato firmato a New York durante l’assemblea delle Nazioni Unite nel settembre
2015. In occasione di questo incontro 193 Paesi hanno raggiunto un accordo su 17 obiettivi comuni (detti
obiettivi per il Millennio) da raggiungere entro il 2030 per garantire un futuro sostenibile. Si tratta di
una lista di cose da fare e questa strategia funzionerà solo se tutti faranno la loro parte.

1. Porre fine alla povertà in tutte le sue forme

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2. Azzerare la fame, realizzare la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere
l’agricoltura sostenibile
3. Garantire le condizioni di salute e il benessere per tutti a tutte le età
4. Offrire un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria e promuovere le opportunità di
apprendimento durante la vita per tutti
5. Realizzare l’uguaglianza di genere e migliorare le condizioni di vita delle donne
6. Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e condizioni igieniche per tutti
7. Assicurare l’accesso all’energia pulita, a buon mercato e sostenibile per tutti
8. Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena e produttiva
occupazione e un lavoro decoroso per tutti
9. Costruire infrastrutture resistenti, promuovere l’industrializzazione sostenibile e inclusiva e favorire
l’innovazione
10. Riduzione delle disuguaglianze tra i Paesi
11. Rendere le città e le comunità sicure, inclusive, resistenti e sostenibili
12. Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili
13. Fare un’azione urgente per combattere il cambiamento climatico e il suo impatto
14. Salvaguardare gli oceani, i mari e le risorse marine per un loro sviluppo sostenibile
15. Proteggere, ristabilire e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, la gestione
sostenibile delle foreste, combattere la desertificazione, fermare e rovesciare la degradazione del
territorio e arrestare la perdita della biodiversità
16. Promuovere società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla
giustizia, realizzare istituzioni effettive, responsabili e inclusive a tutti i livelli
17. Rinforzare i significati dell’attuazione e rivitalizzare le collaborazioni globali per lo sviluppo
sostenibile

Rispondi alle seguenti domande


1) A quando risale la comparsa dell’uomo sulla Terra?
2) Come mai l’uomo è riuscito a sopravvivere mentre alter specie si sono estinte?
3) Il progresso dell’uomo è stato veloce o lento?
4) In quale periodo si verifica un cambiamento profondo nello sviluppo della civiltà umana? Cosa è
cambiato?
5) Quali sono le principali scoperte fatte dall’uomo negli ultimi 200 anni?
6) Quali sono I mali del nostro pianeta?
7) Chi soffre maggiormente a causa di questi mali?
8) Quali sono le conseguenze della produzione di CO2?
9) Secondo te in che modo la deforestazione contribuisce al riscaldamento globale?
10) L’incremento della popolazione mondiale ha un effetto negative sull’attuale stato di cose? Perché?
11) Dove si trova l’Isola di Pasqua?
12) Chi l’ha popolata 1000 anni fa?
13) Cosa sono i “moai”
14) Cosa utilizzavano I Polinesiani per trasportare “moai” in riva al mare?
15) Cosa accadde quando l’ultimo albero fu tagliato?
16) Perché la metafora dell’isola di Pasqua è così importante per noi?
17) Cosa significa sviluppo sostenibile?
18) Come faccio a capire se un mio comportamento è sostenibile?
19) Quali sono i compiti primari che l’uomo deve svolgere per garantire uno sviluppo sostenibile?
20) In che modo i Paesi del mondo hanno delineato una comune strategia negli ultimi decenni?
21) Perché tra gli obiettivi per il Millennio abbiamo quello di “porre fine alla povertà in tutte le sue
forme”? Perché un mondo dove ci sono molti poveri non ha futuro?
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Per saperne di più…
http://blog.savethechildren.it/i-17-obiettivi-di-sviluppo-sostenibile-spiegati-in-modo-semplice/
https://www.youtube.com/watch?v=RpqVmvMCmp0

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