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APPUNTI BENIGNO

Capitolo 2
La società Europea di Antico Regime, era divisa in ordine Gerarchico:
-Oratores: Clero, Diviso in: Clero Regolare e Clero Secolare, il primo comprendeva i preti, i vescovi
e tutti coloro che partecipavano attivamente alla vita pubblica, i secondi erano i monaci, frati
suore, tutti coloro che “seguivano le regole”. Gli Oratores svolgevano un importantissimo ruolo
sociale e godevano di numerosi privilegi come l’esenzione dalle tasse e la detenzione di importanti
cariche pubbliche.
-Bellatores: Formata dai Guerrieri, era anch’essa una classe molto importante e veniva ricoperta
d’onori, a differenza del clero, essi potevano riprodursi e di conseguenza creare delle dinastie, che
in base alla loro antichità erano fonte di potere e prestigio.
-Laboratores: Erano i lavoratori, che a loro volta erano divisi in più ceti di appartenenza, abbiamo
Mercanti, Artigiani, Compagnie Mercantili, Corporazioni.
Parlando dei Nobili, Essi erano divisi in: Nobiltà Feudale e Nobiltà di Toga.
La prima è di origine più antica e nasce dalla concessione da parte dei vari sovrani di terre feudali,
concesse prima in modo temporaneo e successivamente in modo perpetuo, tanto da paragonare il
potere del nobile feudale a quello del sovrano stesso. La seconda Nobiltà (Civica), nasce a seguito
della Nobilizzazione del XVII secolo, quando i Sovrani in virtù della loro crescente richiesta di
denaro, iniziano a mettere in vendita i Titoli Nobiliari, che venivano acquistati da gente ricca,
soprattutto Mercanti. L’Acquisto del Titolo Nobiliare portava particolare privilegi e potere. La
nobiltà era divisa in Ordine Gerarchico, abbiamo: Principi, Duchi, Marchesi, Conti, Baroni.
Vedendo più nel dettaglio: Francia, Abbiamo la messa in vendita di uffici e cariche pubbliche,
coloro che le acquistavano, acquisivano un titolo nobiliare, questo tipo di nobiltà prese il nome di
Nobiltà di Toga. In seguito, nel 1604 Venne introdotta la Paulette, una tassa che consentiva ai
nuovi burocrati di lasciare in eredità i loro uffici, vennero così a crearsi delle dinastie che
controllavano gli uffici, e allo stesso tempo una burocrazia fedele al Sovrano.
In Italia, abbiamo una nobiltà ambia, a sud, In Sicilia in particolare, era di stampo Normanna,
mentre nel Centro-Nord Italia, abbiamo la nascita del “patriziato”, ossia coloro che corrispondeva
un po' alla classe dirigente. Gli esponenti del patriziato, finirono con l’acquistare feudi, e quindi a
diventare dei Nobili Feudali.
In Spagna abbiamo i Grandes (nobiltà maggiore) e i Caballeros (Nobiltà minore), oltre ai Letrados
(Coloro che di base non erano nobili ma che, acquistavano le cariche).
Di fondamentale importanza per la Società di Antico Regime, erano le Corporazioni, esse non
erano altro che delle Associazione di lavoratori, divisi in base al loro lavoro, che avevano come
scopo quello di ottenere il monopolio e difendere i propri interessi a discapito della concorrenza.
La loro struttura era gerarchica, e divisa in base alla loro importanza, vi era ad esempio l’Ordine
dei ciabattini, oppure dei falegnami, e di molti altri mestieri.
Spesso erano affiancate da organizzazioni religiose e da associazioni di mutuo soccorso, le
corporazioni infatti si occupavano spesso di carità e di risolvere le varie controversie fra i membri
stessi del corpo. Grazie al loro potere economico, le corporazioni influenzavano notevolmente la
società dell’epoca e le scelte degli amministratori locali, e non per ultimo, svolgevano un
importantissimo ruolo nelle cerimonie pubbliche sia laiche che religiose, esse insomma
organizzavano e gestivano la vita pubblica dei non nobili e dei non ecclesiastici.
La Società di Antico Regime, era un insieme di corpi collettivi, rigorosamente gerarchizzati in base
alla loro importanza, con le loro regole in base al ceto di appartenenza e fondate sul privilegio.
L’individuo non era concepito come singolo, ma come facente parte di un determinata comunità
(famiglia, clan, società), inoltre abbiamo una pluralità di poteri locali esercitata dalle varie
corporazioni, associazioni e ceti.
Vi erano quindi numerosi gruppi sociali che, facevano riferimento ai poteri Religiosi o Politici, chi
non faceva parte della sfera della nobiltà e neppure di quella ecclesiastica, era il cosiddetto terzo
stato, ossia i lavoratori che si differenziavano fra loro attraverso il Ceto di appartenenza.
Il ceto è quindi un gruppo sociale, riconosciuto giuridicamente e creato per svolgere un ruolo
sociale particolare.
Abbiamo quindi una società fondata sul Privilegio. Privilegi che erano di diverso tipo: Economico,
Giudiziario, Sociale
Privilegio giudiziario: Essere giudicati da tribunali speciali riservati a coloro che fossero membri di
una corporazione (Fori).
Privilegio Economico: Esenzione tasse per gli ecclesiastici
Privilegio Sociale: Appartenere ad un determinato ceto o gruppo sociale, che permetteva di avere
potere e prestigio all’interno della società, importantissimo era ad esempio il privilegio di avere un
ruolo attivo in un cerimoniale pubblico.
Il potere Giurisdizionale del Sovrano, era sottoposto a dei vincoli, non vi era quindi uno Stato
Assoluto, a testimonianza di ciò, abbiamo la teoria della Monarcomarchia, che sosteneva il fatto
che, ciascun sovrano dovesse lavorare per il bene del popolo e per il mantenimento dei loro
privilegi, in caso contrario, il popolo era legittimato a destituirlo, anche con la violenza.
Abbiamo quindi la presenza di vari organi di rappresentanza, con il compito di affiancare e
consigliare politicamente il Sovrano, va sottolineato che, non si tratta di assemblee elettive, ma
piuttosto di assemblee formate dai rappresentanti dei vari ordini. Alcune di esse erano:
Parlamento (Scozia, Napoli, Sicilia); Parlamento Inglese (Diviso in Camera dei Lord e Camera dei
Comuni); Stati Generali (Paesi Bassi e Francia); Cortes (Castiglia); Corts (Aragona, Valencia). In
Sicilia abbiamo il Parlamento Siciliano esso era convocato ogni tre anni ed era diviso in tre
raggruppamenti: Clero, Feudalità, Comunità Demaniali; Reichstag (Sacro Romano Impero),
camera formata dai sette Principi elettori, vari prelati e i rappresentanti delle 85 città Imperiali.
Importante sottolineare che le eventuali concessioni effettuate dal Sovrano, prendevano il nome
di “Donativi”, in quanto esse erano dei “Doni” da parte del Sovrano verso il suo Popolo, egli aveva
inoltre il compito di far regnare l’equilibrio e l’ordine delle cose, di far mantenere i privilegi ai
propri sudditi, dopo ad esempio l’emanazione di una legge che poteva aver urtato i privilegi di
qualcuno.
I Sovrani, tendevano a far immaginare la proprio persona, come la Reincarnazione di Dio, in modo
da legittimare la propria presenza, in merito al Diritto Divino, la Teoria di Kantorowicz, “divide” il
Sovrano in due corpi: Umano e Divino, il primo ha un corpo fisico destinato a morire, il secondo
non morirà mai essendo il simbolo del potere monarchico e la sua ereditarietà.

Il MERCANTE
Altra figura importante era quella del Mercante, esso viene definito come un intermediario fra
due luoghi, colui che mette in relazione domanda e offerta, che redistribuisce i beni sul territorio e
che si arricchisce lucrandoci sopra.
Il mercante agiva sia su piccola che su larga scala, dai piccoli mercati di città in cui veniva venduta
la merce proveniente dalla campagna, alle grandi fiere internazionali. Un particolare strumento
che via via nel corso dei decenni diventerà sempre più importante è quello della partita doppia,
una sorta di bilancio, dove vi erano annotate il saldo e altre informazioni. La partita doppia ebbe
un enorme successo e finì per essere usata anche per far quadrare i bilanci dello Stato.
Nel corso dei decenni, i Mercanti riescono ad accumulare grosse somme di denaro, e ciò
consentirà loro di effettuare prestiti e quindi di trasformarsi in Banchieri I più famosi erano quelli
tedeschi e Italiani, in particolare i Fugger, che divennero in banchieri di Carlo V e che finanziarono
la sua ascesa al trono del Sacro Romano Impero. Anche i Mercanti erano divisi in Società e
compagnie, che erano indipendenti ma protette dallo Stato, esse ebbero un ruolo fondamentale
in tutta l’Età Moderna, ottennero dei Monopoli e furono le promotrici degli scambi commerciali.
Le compagnie erano organizzate come delle vere e proprie Società per Azione, ogni membro
investiva il proprio capitale, le più importanti erano quelle Inglesi, Olandesi e Francesi, in alcuni
casi ebbero un ruolo militare oltre a quello commerciale ed economico.

CAPITOLO 3
Nel corso del XV secolo, Venezia e Genova iniziarono ad intensificare i loro scambi commerciali
con i porti del Nord Europa, vi fu uno sviluppo di città costiere Atlantiche come Cadice e Lisbona,
che venivano usate come scali e punti d’appoggio. Sin dal XII invece, i Portoghesi si inserirono nel
mercato fra il Mediterraneo e l’Atlantico esportando vini, spezie, olio e tessuti; anche i Catalani
furono molto attivi in generale e, nel corso XV secolo presero possesso della Sicilia, della Sardegna
e di Napoli. Un altro monopolio che si cercò di spezzare fu quello dell’oro che era in mano agli
Arabi, essi infatti rifornendosi nelle miniere in Africa, facevano affluire quasi tutto il totale del
metallo prezioso presente all’epoca in Europa. Successivamente (inizialmente dai Genovesi)
vennero insediate le isole Canarie da parte dei Castigliani, essi vi impiantarono delle piantagioni di
zucchero.
Nel ‘400, registriamo dei miglioramenti per quanto riguarda le imbarcazioni e in generale
abbiamo un progresso tecnologico che, aprirà le porte alle scoperte geografiche, abbiamo la
nascita della Caravella (nave che sfrutta la forza del vento e dotata di cannoni), della Caracca, Del
Galeone (Grosso mercantile talvolta usato come nave da guerra), Cannoni (Bronzo, ferro e rame,
prodotti prima da Olanda e Germania e successivamente da Inghilterra, con notevole successo).
Quindi le scoperte furono possibili grazie a: Vele, Cannoni, Cartografia, Artiglieria, e strumenti
tecnologici. Tutto ciò permette il passaggio da una navigazione sottocosta ad una in mare aperto.
Andando ad analizzare in particolare il Portogallo, notiamo che nel corso del XV secolo esso ha un
notevole sviluppo, grazie a: Solida Unità politica, lungo periodo di Pace e sviluppo economico.
Vengono dunque finanziate nuove esplorazioni come: Ceuta (1415), Madeira (1419), Porto Santo
(1427) e le Azzorre.
L’obiettivo dei Portoghesi era quello di spezzare il monopolio arabo dell’oro e la ricerca di schiavi
africani, essi dunque iniziarono a spingersi verso sud: Capo Verde (1445), Sierra Leone (1460),
Golfo di Guinea (1469), Angola.
Successivamente nel 1482, venne fondata la base di Sao Jorge da Mina, che divenne uno snodo
fondamentale, in quanto permetteva ai Portoghesi di attingere direttamente dalle riserve di oro
africane. Inizia dunque a farsi strada la possibilità di circumnavigare l’Africa, cosa che avverrà
prima con Diaz (raggiunse la punta sud del continente) e poi con Vasco da Gama che, nel 1497
partendo da Lisbona approda a Calicut in India. Qui i portoghesi trovano popolazioni locali che
commerciavano direttamente con i mercanti arabi che dunque, detenevano il monopolio delle
spezie indiane. Nel 1500 i portoghesi si insediarono a Cochin e nel 1502 a Calicut, imposero il
monopolio delle spezie attraverso la Casa da India, crearono inoltre numerose basi commerciali
lungo le coste atlantica africana per rendere più sicura la rotta di navigazione. Nel 1510 venne
creata la base di Goa che, divenne un centro fondamentale anche politicamente, in quanto era la
residenza del vicerè e di altri importanti esponenti della Corona. La via commerciale fondamentale
era quella della seta, una via terrestre che inizialmente fu gestita dai portoghesi, ma che nel 1515
passò ai Turchi Ottomani. I Portoghesi scelsero inoltre di non conquistare territorialmente le zone
ritenendo l’impresa troppo dispendiosa e inutile, ma soltanto di installarvi delle basi commerciali.
I limiti Portoghesi in Oriente furono quindi: Non riportare dalle Indie nulla di nuovo, non
conquistarono posizioni territoriali di rilievo e soprattutto non riuscirono a spezzare i monopoli
precedenti.
La scoperta dell’America può essere divisa in 3 fasi: Antillano Caraibica (1492-1508) con basi di
Partenza a Siviglia e Palos, prime esplorazioni raggiungono Santo Domingo, San Salvador e Cuba;
Fase America Centrale (1509-1519), Centro di propulsione Santo Domingo, espansione verso
Messico (1519 ai danni degli Aztechi); Fase 3 America Meridionale (1519-1531), centro di
propulsione Panama, ci si espande verso Sud America, con Perù, Yucatan e Cile conquistati ai
danni di Maya e Incas. L’inizio delle esplorazioni avviene con Colombo che, il 12 Ottobre 1492
approda a San Salvador, la spedizione successivamente tocca Cuba e Santo Domingo. A Colombo,
furono fatte delle concessioni: Capitulaciones di Santa Fè (Accordi fra Colombo e la Corona
Castigliana), Il grado di Ammiraglio e quello di vicerè e Governatore delle terre scoperte. Si apre
così la stagione delle esplorazioni nel nuovo mondo, uno dei primi problemi da risolvere era quello
delle sfere d’influenza dei Regni di Portogallo e Castiglia, per porvi rimedio inizialmente venne
emanata una bolla papale e successivamente il Trattato di Tordesillas che sanciva una linea di
demarcazione fra le due potenze posta a 370 leghe da Capo Verde.
A causa del Trattato di Tordesillas, il Brasile una volta scoperto fu attribuito alla Corona
Portoghese, che dopo il 1530 lo colonizzò anche politicamente affidandolo ad un Governatore
Generale.
Vi è nuovamente la spinta della ricerca dell’oro verso Oriente che, nel 1519 Porta Ferdinando
Magellano ad approdare nelle odierne Filippine.
Sempre in questo periodo, i Castigliani iniziano l’opera di Colonizzazione totale dei territori
Americani, a differenza dei Portoghesi che si limitarono a creare delle basi commerciali. Le
popolazioni native vennero schiavizzate e sfruttate, e questo insieme alle nuove malattie
importate dai conquistadores innalzò gravemente il livello di mortalità degli indigeni.
Finito il ciclo dell’oro i Castigliani impiantarono delle piantagioni di zucchero e, a causa della
riduzione della forza lavoro iniziò l’importazione di schiavi Africani, da usare come manodopera a
costo ridotto.
Le popolazioni native, erano organizzate in modo molto differente fra loro, esse variavano infatti
dagli indigeni, a dei veri e propri Imperi (Inca, Aztechi, Maya), tuttavia in ogni caso queste furono
rapidamente spazzate via a causa dell’enorme disparità tecnologica a favore dei Conquistadores.
Ultimo fattore, ma non per importanza era quello della diversa concezione di guerra da parte dei
nativi, essi infatti combattevano non per il puro scopo di uccidere l’avversario ma bensì per
catturarlo per poi sacrificarlo agli Dei, proprio per questo, i nativi rimasero fortemente colpiti e
disorientati dall’enorme ferocia con la quale i conquistatori combattevano e li affrontavano.
Quindi la prima conseguenza della conquista fu la distruzione della società e della politica delle
popolazioni Native.
La conquista era così organizzata: Capitulaciones, erano degli accordi firmati prima della partenza
dai conquistatori e la corona Spagnola, essi regolavano l’acquisizione delle nuove terre;
Adelantado (Capo della spedizione); le ricompense principali erano Le Encomiendas e le Mercedes
de Tierras.
L’Encomienda era una forma di organizzazione territoriale, in cui la terra e le popolazioni
sottomesse, venivano affidate ad un colone che aveva il compito formale di impartire loro i
principi della religione Cattolica. Nel corso del tempo, l’Encomienda avrà molto potere e ciò mise
in apprensione la Corona, che vedeva la nascita di una nuova Aristocrazia su cui aveva poco
controllo, quindi per far fronte a questo problema vennero prima emanate le Leggi di Burgos con
la quale si stabiliva la legittimità delle Encomienda, ma al tempo stesso si stabiliva che i nativi
erano sudditi del Regno, quindi stando a questa decisione, le terre venivano di fatto gestite dalle
encomienda. Successivamente nel 1542, Carlo V con le Nuevas Leyes cerca di riportare le colonie
sotto il controllo totale della Corona ma, a causa delle rivolte delle Encomienda e delle
municipalità si vedrà costretto a rivedere le sue decisioni. Tuttavia le Encomienda perderanno
molto potere a causa della drastica diminuzione della popolazione indigena.
Requirimento: Era un documento che veniva letto agli Indios, in cui sostanzialmente vi era scritto
che per autorizzazione del Papa essi si sarebbero dovuti sottomettere ai Conquistadores, pena la
Guerra e in caso di sconfitta la riduzione in schiavitù.
Per quanto riguarda gli aspetti economici, nel 1503 venne fondata la casa de Contrataciòn, ad essa
veniva affidato il compito di gestione e riscossione dei dazi delle merci in partenza e arrivò
dall’America, inoltre venne affidata anche la giurisdizione penale su eventuali controversie
riguardante la navigazione e i commerci, la casa de Contrataciòn aveva sede a Siviglia che, divenne
il centro economico e commerciale più importante, in quanto collegava l’Europa al Nuovo Mondo.
Attraverso la casa de Contrataciòn la corona controllava i prezzi delle merci, venendo così a
creare un vero e proprio monopolio, venne inoltre creato il Consiglio de Indias, che aveva il
compito di gestire le strutture amministrative delle colonie.
Nel corso dei decenni, si assiste un enorme ampliamento del mercato del Nuovo Mondo,
inizialmente le colonie erano costrette ad importare quasi tutte le merci dall’Europa, mentre
successivamente quando esse divennero autosufficienti si limitarono le importazioni.
Successivamente al 1570, l’Argento divenne la risorsa più preziosa esportata verso l’Europa, con i
Castigliani che esportavano vino, calzature e orologi. Tuttavia la Manifattura Castigliana non
seppe soddisfare la crescente richiesta delle colonie che, quindi si rivolsero al nascente e
fiorente mercato nero Inglese e Francese, essi infatti iniziarono ad introdurre clandestinamente i
loro prodotti all’interno delle colonie, in cambio ricevevano il prezioso argento che prendeva
quindi la strada dell’Europa.

CAPITOLO 10
A partire dall’inizio del XVI secolo, vi fu in tutta Europa un aumento generale della popolazione e
delle condizioni di vita, città come Lisbona, Siviglia, Londra aumentano il loro tasso
d’urbanizzazione. Il cambiamento è essenzialmente dovuto a due fattori: l’Aumento della natalità
e la riduzione della Mortalità.
Malattie come Peste e vaiolo infatti, non ebbero quell’incidenza avuta in passato, e ciò consenti
di far arrivare più persone all’età del matrimonio e di conseguenza a procreare, aumentando
quindi la popolazione. Inevitabilmente, l’aumento della popolazione comporta un aumento della
domanda, per far fronte alla crescente richiesta, vengono ampliati i terreni da coltivare,
soprattutto quelli per i cereali, infatti il fenomeno prende il nome di “cerealizzazione”, vennero
effettuate bonifiche e disboscamenti ai terreni di tutta Europa per adibirli alla coltivazione.
Tuttavia, si tratta di un aumento puramente estensivo, e non qualitativo non vi fu nessun
miglioramento nelle tecniche agricole insomma. Il sistema non seppe reggere alla crisi di fine
secolo, che porterà quindi una grave carestia e crisi di sussistenza, inoltre sempre in quel periodo
vi furono ondate di epidemie, soprattutto bene che fecero aumentare nuovamente la mortalità a
scapito della natalità. Sempre durante il XVI secolo, abbiamo un incremento della produzione
tessile, causato dall’aumento della domanda della crescente popolazione, in particolare si registra
un aumento delle esportazioni in Castiglia e Italia, città come Milano, Bergamo, Segovia e Toledo
diventano dei poli principali della produzione tessile europea, abbiamo inoltre un incremento del
settore serico sempre in Italia (Milano, e tutta la Lombardia, Sud Italia Napoli, Palermo, Messina).
Il decollo di Questa produzione era dovuto: Assenza di concorrenza nel mercato del Levante, Crisi
politica che colpì i Paesi Bassi Meridionali, nel paese infatti, nel 1567 vi fu una rivolta da parte dei
soldati al Re Filippo II di Castiglia, la rivolta danneggiò molto l’economia e addirittura costrinse i
Paesi Bassi ad importare i manufatti Italiani.
Infine, bisogna sottolineare che, i manufatti Italiani erano di ottima qualità, al contrario invece di
quelli inglesi che, erano di qualità molto inferiore e quindi destinati alle persone che
economicamente non potevano permettersi i tessuti di lusso italiani, questo fattore, porterà
successivamente con la Crisi del XVII secolo, al decollo della produzione Inglese e al declino di
quella Italiana.
Il bacino del Mediterraneo, rimane il cuore degli scambi commerciali a lungo raggio, i gruppi
mercantili, attraverso la mediazione di Venezia, commerciavano tutte le materie prime e spezie in
tutta Europa, e sempre in questo periodo cresce il volume degli scambi commerciali anche in Nord
Europa. Anversa, diventa una delle principali città commerciali ed economiche d’Europa grazie alla
sua posizione strategica, inoltre si assiste alla nascita di due borse internazionali, una per la
quotazione delle merci e l’altra per regolare le transazioni finanziarie. Tuttavia lo splendore di
Anversa durerà poco, infatti nel 1576, la parte meridionale dei Paesi Bassi si rivolta contro la
Corona di Castiglia, la città di Anversa viene saccheggiata e non si riprenderà del tutto mai più.
Per quanto riguarda l’aspetto economico invece, l’aumento dei prezzi genera un elevata pressione
fiscale, gli Stati cercarono di far aumentare le entrate e dilazionare le uscite, perlopiù le spese di
uno Stato erano quelle militari, in quel periodo vi furono notevoli investimenti nell’esercito e negli
armamenti a causa delle continue guerre. Per quanto riguarda le entrate, abbiamo due strumenti:
Tassazione straordinaria e l’Indebitamento.
La pressione Fiscale possiamo dividerla in: Imposta Diretta e Imposta Indiretta, quest’ultima
comprende le tasse imposte dallo Stato su dei beni in particolare come per esempio la tassa sul
grano. L’imposta diretta invece era quella pagata ai vari banchieri che, per conto dello Stato
effettuavano dei pagamenti, i loro guadagni provenivano dagli interessi del pagamento stesso.
Nasce quindi il nuovo strumento dell’Indebitamento, i banchieri adesso, forti della loro potenza
economica finanziano direttamente con prestiti ad interesse molto alto (erano prestiti rischiosi
perché potevano non recuperare più il denaro prestato) i Sovrani dei vari Stati Europei.
In Italia Settentrionale e in Nord Europa, nasce una forma di indebitamento alternativa, in cui lo
Stato diventa debitore dei Cittadini stessi, ossia il Debito Pubblico, questi territori infatti, essendo
privi di patrimoni fondiari decidono di indebitarsi con i cittadini stessi attraverso l’emissione di
titoli di Stato pubblici, che fruttavano una rendita intorno al 10%, questo attirò gli investimenti
degli Aristocratici e dei ceti più alti, che vedevano nei titoli pubblici l’occasione per arricchirsi
ulteriormente. In sostanza contrarre forme di Debito nel XVI e XVII secolo era ormai diventata
una prassi in tutta Europa. In Castiglia, Carlo V ricorre agli Asietos, ossia dei contratti scritti fra
Banchieri e Sovrano per quanto riguarda il prestito, in cui vi erano scritte: Tasso d’interesse,
Metodo di rimborso del credito, dove e quando i banchieri avrebbero dovuto versare le somme,
così facendo, il Sovrano era in grado di controllare e far affluire direttamente nelle casse
dell’esercito i fondi, sfruttando la rete di credito dei banchieri.
Il pagamento del debito, era strettamente connesso alle vicende politiche e militari di ciascun
paese, poteva accadere infatti che, a causa della malagestione di questi prestiti, gli Stati si
trovassero in difficoltà e quindi non riuscissero a pagare le somme dovute, è il caso della
Castiglia, dove il Re Filippo II nel 1557 dichiara la bancarotta e converte tutti i debiti in Juros (Titoli
di Stato) e della Francia.
Un’altra forma di indebitamento è quella della messa in vendita degli uffici pubblici da parte del
Sovrano che, venivano acquistati da gente ricca che inoltre acquisiva un titolo nobiliare fonte di
grande prestigio e notevole privilegio, in particolare in Francia, viene introdotta la Paulette, una
tassa che permetteva l’ereditarietà degli uffici e quindi consentiva la creazione di vere e proprie
dinastie al controllo di essi.
La messa in vendita degli uffici e in generale l’aumento dei commerci, fecero arricchire
notevolmente i banchieri che, avevano potere economico enorme, fiducia dei clienti e
soprattutto una rete creditizia che percorreva tutta l’Europa.
Strumento indispensabile per far circolare il denaro era la Lettera di Cambio, in essa vi erano
presenti quattro figure ognuna con un ruolo ben distinto, abbiamo: Numerante (Colui che
effettuava un pagamento), Traente (Intermediario che viveva nella città del Numerante e stilava
la lettera di Cambio), Trattario (Intermediario che viveva nella città del beneficiario),
Beneficiario (Colui che vendeva un bene e riceveva il pagamento da parte del numerante e per
mano del Trattario).
Un esempio di uso di lettera di cambio: Lorenzo Graziani (Numerante), ha depositato una somma
presso Antonio Sardi (Traente e colui che scrive la lettera di cambio) che, ordina al suo
corrispondente a Venezia Domenico Sardi (Trattario) di pagare la somma ad Emanuele Berti
(Beneficiario). In seguito, nelle varie fiere di cambio che si svolgevano in Europa, i due
intermediari si sarebbero spartiti i loro guadagni. La fiera di Cambio più importante era quella di
Lione, anche se in seguito a causa della concorrenza Genovese nel frattempo alleatasi con i
Castigliani, l’asse si spostò in spagna e nei regni degli Asburgo, grazie a questa alleanza, i genovesi
poterono tranquillamente commerciare in tutta Europa arricchendosi notevolmente, talmente
tanto da coniare il termine “secolo dei genovesi” per degli Asburgo, i genovesi persero fondi e
credibilità dalla quale dopo la metà del ‘600 si ripresero più del tutto, vedendo così
ridimensionato il loro potere economico. La Chiesa vietata inizialmente i prestiti ad interesse,
considerandoli come usurai, infatti essa contemplava solamente le spese di cambio e quelle per lo
spostamento del denaro, successivamente con la teoria del danno emergente (basata sul
concetto di lucro cessante, ossia vi è una mancanza di profitto che viene sopperita con gli
interessi) il prestito viene legittimato.
Nacquero i monti di Pietà e i monti di semina, i primi avevano il compito di prestare il denaro ai
più bisognosi con tassi di interesse bassissimi (fra il 2% e il 5%), mentre i secondi avevano il
compito di prestare del materiale agricolo ai contadini per permettere loro la semina.
Lungo tutto il XVI secolo, vi fu un aumento dei prezzi, coloro che furono maggiormente
penalizzati: Chi viveva di Salari e non aveva patrimoni, i proprietari terrieri con contratti di
rendita a vita o pluridecennali;
Chi ne trae vantaggio invece: Mercanti (l’aumento della merce che vendevano li fece arricchire) e
Imprenditori (Abbondanza di manodopera che fece svalutare il costo del lavoro e allo stesso
tempo aumento del prezzo delle loro merci); Proprietari terrieri con contratti di rendita a breve
termine (Potevano adeguare il contratto a seconda delle esigenze e i potenziali affittuari erano
numerosi).
Recenti studi, hanno ridimensionato il ruolo dell’afflusso dei metalli preziosi nell’aumento dei
prezzi, infatti l’aumento risulta essere antecedente all’arrivo di questi, e inoltre non fu un
aumento che colpì tutta l’Europa e che riguardava tutte le merci, quindi: fu la crescita
demografica a determinare l’aumento della domanda che, non potendo essere completamente
soddisfatta causa l’aumento dei prezzi.

CICLI MALTHUSIANI
Definizione: In mancanza di freni esterni, la potenzialità della crescita della popolazione è assai
maggiore della crescita delle risorse agricole.
Si tratta di una teoria elaborata da Malthus del 1798, in cui si afferma che, sostanzialmente la
popolazione cresce secondo una progressione geometrica (1,2,4,6,8,16,32), mentre le risorse
agricole crescono secondo una progressione aritmetica (1,2,3,4,5,6), ciò comporta una mancanza
delle risorse agricole, che quindi non basteranno a soddisfare l’intera popolazione, da qui, si
determinano carestie e crisi di sussistenza, fame e povertà.
Per contrastare il fenomeno e riequilibrarlo, abbiamo i cosiddetti freni: Freni positivi (Carestie,
epidemie, mortalità ordinaria), Freni Preventivi (Agiscono sulla natalità, rinvio del matrimonio e
celibato), Etica della prudenza, della previdenza e dell’autocontrollo.
Poor law: Malthus era contrario ai sussidi per le bisogne bisognose in quanto, non agivano sui
freni preventivi e davano come risultato finale la crescita della povertà.

MONDO DELLE CAMPAGNE


Durante il XVI secolo, abbiamo una serie di fenomeni che caratterizzano l’Europa:
-Aumento della popolazione e di conseguenza della domanda, la scarsa disponibilità di derrate
causa l’aumento dei prezzi che, non è seguito da un aumento dei salari e quindi aumenta la
povertà e le cattive condizioni di vita, inoltre aumentano i canoni di affitto e di conseguenza le
rendite dei proprietari terrieri.
-L’agricoltura rimane di tipo tradizionale, lo sviluppo è solamente quantitativo ed estensivo, e
non vi è uno sviluppo di moderne tecniche agricole, l’aumento dei terreni avviene a discapito
dell’allevamento che quindi risentirà della mancanza di attenzione, ciò si farà presente durante la
crisi del XVII quando la produttività dei terreni diminuirà anche per la mancanza di concime
animale.
L’agricoltura tradizionale si basa sulla Rotazione: Biennale (Frumento e maggese), Triennale
(Frumento, maggese e orzo), per quanto riguarda il grano in particolare, la Resa (produttività del
terreno, rapporto fra ciò che si semina e ciò che si raccoglie) rimane scarsa.
Slide della pecora: La spiga scaccia la pecora, la pecora mangia la spiga, sta a significare la scarsa
interazione fra allevamento e agricoltura.
Forme di proprietà:
-Terre Feudali (Terre appartenenti alla nobiltà)
-Terre ecclesiastiche (Terre appartenenti alla Chiesa, non potevano essere vendute)
-Terre comuni (Terre utilizzate collettivamente dalla comunità per usi civici, potevano essere sia
del demanio che feudali)
-Terre demaniali (Terre appartenenti ad una città, es. Boschi)
-Terre di proprietà privata (Allodio)
Exursus: Quando si parla di proprietà feudale si parla comunque si concessione, dato che le terre
appartenevano nominalmente al Sovrano.
TIPI DI CONTRATTO:
Affitto:
In molti casi, le terre venivano concesse in Affitto dietro una rendita fissa mensile che variava in
base alla grandezza del terreno, la rendita e i costi di gestione venivano pagati dal colone, colui
che usufruiva del terreno.
Mezzadria:
Presente soprattutto nel Centro-Nord Italia, la terra veniva affidata ad un mezzadro e alla sua
famiglia, che in cambio si impegnava a dividere il raccolto con il proprietario in base a quanto
stabilito nel contratto.
Enfiteusi:
Usata perlopiù nelle terre ecclesiastiche, consisteva nella concessione di piccolissimi
appezzamenti di terreno ai contadini dietro il pagamento di un canone, veniva usata per
sfruttare le terre e renderle redditizie in modo da non sprecarle.

CAPITOLO 15
Sul finire del XVI secolo, l’Agricoltura di tipo estensivo comincia ad avere i primi segnali di
difficoltà, a causa di cattivi raccolti si genera una carestia che diminuirà drasticamente la
popolazione. A contribuire all’alzamento della mortalità vi sono delle epidemie di peste che
colpirono varie zone d’Europa.
In Italia, abbiamo la peste del 1630 e la carestia del 1629, che causano un calo del 13% della
popolazione, tuttavia in tutto il bacino del Mediterraneo la popolazione diminuisce, al contrario
delle zone del Nord Europa e quelle Inglesi che invece vedono un aumento della popolazione.
Altro fattore della diminuzione della popolazione è l’alzamento dell’età matrimoniale, la gente
infatti si sposa meno e più raramente in attesa di tempi migliori, di conseguenza non procrea e
diminuiscono così le nascite. Resoconto: Nel ‘600 abbiamo: Crisi Demografica causata da peste,
carestie e guerre; Alzamento età matrimoniale, Diminuzione Natalità, tutto ciò causa
abbassamento popolazione. Per quanto riguarda il mondo rurale, vi è la visione neomalthusiana,
che tuttavia verrà smontata da studi contemporanei che ritengono la presenza di terreni da
coltivare sufficiente per il fabbisogno della popolazione, I fattori quindi sono: Polarizzazione della
ricchezza che si verifica in Europa nel ‘500, Mancati investimenti dell’elitè quando si poteva,
Aumento dei prezzi agricoli che favorisce la cerealicoltura, Svalutazione del potere d’acquisto.
Nel ‘600 quindi si verifica un calo della popolazione con conseguente diminuzione della
domanda, i prezzi crollano, e l’elitè terriera preferisce mantenere il proprio status e non investire,
tipico di questi decenni è il fedcommesso (un istituto giuridico che permette di stabilire la linea di
successione di un feudo per le successive generazioni, impedendo quindi passaggi di proprietà).
Inoltre la cerealicoltura si rivela rischiosa in quanto soggetta a carestie, cosa che invece non
avviene con una diversificazione dell’agricoltura, manca il concime a causa dello scarso
allevamento e la resa agricola diminuisce notevolmente a causa anche di una piccola
“glaciazione”, un abbassamento delle temperature che impedisce di avere buoni raccolti. Infine, si
genera un circolo vizioso che porta al crollo della domanda, al crollo dei prezzi e al ritorno
all’allevamento e alle zone boschive. Il calo della popolazione, della domanda e dei salari,
causano una crisi anche nel settore manifatturiero, in particolare negli Stati del Bacino
Mediterraneo come Italia, Spagna e Francia. Anche nei Paesi Bassi Meridionali abbiamo una crisi
manifatturiera, a differenza degli altri Stati, qui la crisi è causata dalle continue guerre e rivolte
contro la Corona Spagnola, Anversa decade per lasciare spazio alle città del Nord Olandesi e
all’Inghilterra. Proprio in Inghilterra, abbiamo la nascita di panni lana molto economici e poco
costosi che avranno un enorme successo in tutta Europa, a causa della povertà infatti, i panni lana
venivano acquistati da tutti. Questo causa un decadimento in particolare dei prodotti Italiani in
quanto troppo costosi. Si crea insomma una nuova gerarchia della manifattura in cui a farne le
spese sono città storiche come Venezia, Milano e Genova, gli Stati Italiani faticano ad adattarsi al
cambiamento perché non abituati sia alla concorrenza interna (le corporazioni regolavano i
rapporti fra le singole città) che a quella esterna (fino a quel momento i panni italiani erano i
migliori come qualità). Assistiamo inoltre un cambiamento degli equilibri commerciali, gli Stati del
Mediterraneo e le città storiche mercantili entrano in decadenza (Venezia finisce col diventare un
semplice medio scalo) a discapito degli Stati del Nord, Inghilterra e Provincie Unite in primis,
quest’ultime forti dell’urbanizzazione in corso all’epoca, accrescono la loro marina mercantile e
militare ed ottengono l’egemonia dei commerci in tutto il Globo.
Per quanto riguarda l’Italia, la principale materia esportata diventa la lana grezza, venduta a basso
costo in quanto prodotta da contadini non specializzati.
Veniva creato un semi-lavorato che andava a finire nelle manifatture inglesi e olandesi dalla quale
uscivano le famose new draperies inglesi. Sostanzialmente, abbiamo un “ribaltamento” delle
gerarchie manifatturiere, gli Stati che fino a qual momento avevano avuto un’economia forte,
entrano in decadenza a causa della crisi e della loro mancanza di investimenti, il caso lampante è
quello della Spagna, tutto questo farà da preludio alla Rivoluzione Industriale del XVIII secolo.

CAPITOLO 16
Il XVII secolo, prende anche il nome di “secolo d’oro olandese”, in quanto le Provincie Unite
furono uno degli Stati maggiormente potenti e influenti del tempo.
Provincie Unite che, dopo la vittoria della guerra contro la Spagna, si caratterizzano per:
Tolleranza Religiosa, Forma di governo Repubblicana e protestante, Senso di appartenenza alla
Nazione e partecipazione di tutti alla vita pubblica. Per quanto riguarda l’Inghilterra invece
abbiamo la Rivoluzione Inglese che: Vittoria del Parlamento sugli Stuart, Istituzione forma
Repubblicana e Decapitazione del Re Carlo I, tuttavia la Repubblica non avrà vita lunga ma, una
volta ripristinata la Monarchia rimane comunque la consapevolezza della separazione dei poteri
Legislativo (Parlamento) e Sovrano. Le due Nazioni presentano dunque due “Poteri”, da un lato
abbiamo il Parlamento (inglese) o Stati Generali (Provincie Unite) e dall’altro il potere militare.
Nel 1566 scoppia la rivolta dei Paesi Bassi contro la Spagna, in seguito le provincie meridionali si
accordano con essa per il ritorno alla pace, mentre le Sette Provincie settentrionali, con a Capo la
prospera Olanda continuano la guerra ad oltranza e si dichiarano indipendenti, decadrà Anversa a
discapito di Amsterdam che sarà una delle città più prospere per tutto il XVII secolo.
Per quanto riguarda l’Inghilterra invece, abbiamo la Rivoluzione Inglese che destituisce la
Monarchia, l’Uomo forte sarà Cromwell che, accentra su di sé molti dei poteri, alla sua morte,
viene restaurata la Monarchia ma con sostanziali differenze: Pieni Poteri al Parlamento e
Limitazione poteri al Sovrano.
Per quanto riguarda l’Economia delle Provincie Unite, esse nel XVII secolo diventano la maggiore
potenza marittima e commerciale del Mondo. Particolarmente sviluppato era il settore delle navi
che, aumenterà di molto, quasi più del doppio di quello Inglese e Francese, abbiamo la creazione
di un nuovo tipo di imbarcazione, il Fluyt che avendo un minore costo di produzione era molto
economico per i viaggi commerciali e di conseguenza scelto da tutti. Un altro punto di forza era
quello dell’importazione e della successiva rivendita dei prodotti. Per quanto riguarda il settore
Agricolo, venivano importate grosse quantità di grano dall’Italia e dalla Polonia, quindi le Provincie
Unite ebbero la possibilità di specializzare le loro colture, in modo particolare latticini. Inoltre,
l’economia era caratterizzata da una forte monetizzazione, vennero create sia la banca del
cambio sia la Borsa di Amsterdam con il compito di controllare e stabilire i prezzi di molti prodotti
in giro per l’Europa.
Altro settore in espansione era quello manifatturiero, le città Olandesi divennero fulcro della
manifattura tessile a discapito di Italia, Spagna e Francia, forti della loro Urbanizzazione. Ultimo
ma non per importanza il fenomeno dell’immigrazione, soprattutto religiosa, Le Provincie Unite
infatti seppero integrare egregiamente questa forza lavoro, perlopiù specializzata. Durante tutto il
‘600, gli Olandesi iniziarono ad ingrandire le loro rotte commerciali il tutto il globo, in maniera
particolare si espansero in Oriente. Una spinta decisiva, fu data da un trattato di alleanza
commerciale di diverse compagnie mercantili Europee con la Corona che aveva totalmente escluso
l’Olanda, che quindi decise di muoversi autonomamente.
Grazie alla fondazione della VOC (Compagnia delle Indie Orientali), Vennero create numerose
basi commerciali come quella di Giava nel 1596. L’Area del Pacifico vedeva la presenza di Molte
Nazioni Europee come: Inghilterra (Calcutta), Portogallo (Goa), Spagna (Filippine), Danimarca,
Provincie Unite (Giava, Malacca e Sion) e Cina. In queste nuove colonie, gli Olandesi impiantarono
delle colture specializzate come sul modello Europeo ed inoltre abbiamo una politica di scambi
commerciali intrecciati, ossia con la materia ricavata dal pagamento di una merce, si andava a
pagarne un’altra in un'altra Nazione. Successivamente a causa della mancanza d’Argento, gli
Olandesi fondarono la WIC (Compagnia delle Indie Occidentali) che inizialmente ebbe successo,
mettendo infatti in seria difficoltà Spagna e Portogallo che però successivamente seppero reagire
riconquistando tutte le colonie perse (Colonie Portoghesi Africane), la WIC entrò quindi in fase di
decadimento e venne sciolta nel 1674. Parlando della società Interna, Le Provincie Unite si
caratterizzavano per: Aristocrazia che non era il centro della vita politica e sociale, Borghesia
ricca e con molto potere, Classe Dirigente unita e coesa, attuazione politiche di aiuto verso le
fasce bisognose, società tollerante e fulcro di libertà che facilitò lo sviluppo della scienza
(abbiamo nuove scoperte scientifiche), della stampa (nascono gazzette e opuscoli), della pittura,
della cultura (giusnaturalismo razionalistico ad esempio).
Parlando dell’Inghilterra, essa sin dal XVI secolo è in fase di crescita, grazie soprattutto alle new
draperies, i panni economici infatti le permettono di espandere i propri commerci ovunque, nel
1581 venne creata la Compagnia del Levante, che aveva il compito di controllare i traffici nel
Mediterraneo, successivamente vista la crescente influenza in Oriente abbiamo la fondazione
dell’EIC (Compagnia Inglese Indie Orientali), che aveva il monopolio del commercio della corona
Inglese. Tuttavia l’Inghilterra non era ancora ai livelli delle Provincie Unite, per cercare di colmare il
divario, vennero emanate delle leggi protezionistiche che presero il nome di Mercantilismo, esse
prevedevano che: Tutte le merci dirette in Inghilterra dovevano essere trasportate da navi
Inglesi, I rapporti con le colonie Inglesi, dovevano essere regolati dalla marina Inglese. Il
Mercantilismo, mise in seria difficoltà le Provincie Unite e causò dei conflitti soprattutto
economici. Un’altra nazione che attuò queste politiche fu la Francia, con Colbert infatti venne
potenziata la flotta con altre cinque compagnie commerciali. Obiettivo del Mercantilismo era
insomma quello di danneggiare la concorrenza e di imporre la creazione di un nuovo monopolio,
l’Inghilterra ci riuscì, anche grazie a vicende politiche (guerra in alleanza con la Francia) che misero
in seria difficoltà economica le Provincie Unite, che quindi si avviarono verso una fase di lento,
costante ed irreversibile declino. Per quanto riguarda la Società Inglese, essa era divisa a seconda
della provenienza fra campagna e città. Nelle campagne abbiamo: Nobili, Proprietari terrieri non
nobili, Piccoli proprietari terrieri; In città abbiamo delle forti comunità mercantili e una Borghesia
media molto influente che prende il nome di Gentry. La gentry era divisa in: Gentry di campagna
e gentry di città, faceva parte del ceto medio, e nacque a seguito della riforma anglicana, quando
furono espropriate le terre della Chiesa, queste furono acquistate da chi poteva permetterselo. La
gentry riuscì a mettere sotto il suo controllo il Parlamento e ne influenzò le sue scelte lungo
tutto il XVI e XVII secolo. Per quanto riguarda il Sovrano, alla sua restaurazione viene meno la sua
sacralità, vengono limitati i suoi poteri, il Sovrano infatti ha un compito di agire per il bene del
popolo e, nel caso in cui quest’ultimo non sia soddisfatto, è pienamente legittimato a destituirlo
in qualunque momento.

CAPITOLO 20
Nel XVI e XVII secolo, Francia e Inghilterra, intensificano la loro presenza in Asia, Africa e
America, a farne le spese saranno i vecchi imperi coloniali di Spagna e Portogallo, incapaci di
reggere la concorrenza. Successivamente viene combattuta la guerra dei Sette anni, in cui ad
uscirne vincitrice sarà la Gran Bretagna che a fine XVIII secolo otterrà l’Egemonia dei commerci in
tutto il mondo.
Si assiste ad un cambiamento di politica coloniale, adesso le colonie vengono controllate anche
politicamente, in modo totale con intromissioni nella loro vita politica. I vari Imperi europei,
soprattutto quello Britannico si espanderanno in tutto il mondo e si apre la stagione che porterà
al Colonialismo del XIX secolo.
Per quanto riguarda i vecchi Imperi coloniali, il Portogallo risente moltissimo della concorrenza
Inglese, Francese e Olandese, esse infatti attuano delle politiche aggressive e riescono ad imporre
il loro dominio economico e commerciale. Durante la guerra d’Indipendenza del 1662, il
Portogallo si allea con l’Inghilterra, quest’ultima riceve in cambio il controllo delle colonie
Asiatiche, mentre il Brasile e le colonie Africane tornano ad essere Portoghesi. Inghilterra e
Portogallo diventano partner commerciali. Per quanto riguarda il Brasile, abbiamo una breve
stagione dell’Oro, con il seguente boom di Rio de Janeiro, stagione dell’oro che avrà vita breve,
l’asse economico della colonia si sposta nuovamente a nord nelle piantagioni di zucchero e
tabacco. Altro elemento importante e il commercio fiorente di Schiavi Africani con la quale il
Portogallo riforniva di manodopera le colonie.
Sempre nel corso del XVIII secolo, gli Inglesi avviano una penetrazione economica in America,
soprattutto grazie al contrabbando, Spagna e Portogallo infatti non riuscivano a rifornire
adeguatamente le loro colonie, a causa della loro scarsa manifattura. Per quanto riguarda la
Spagna, abbiamo una serie di difficoltà: Distanza fra le colonie, Politica di mancato rafforzamento
manifatture, Pirateria Inglese, Francese e Olandese, Arretratezza economica. L’Inghilterra, aveva
di fatto il controllo delle colonie, aumentato anche grazie al monopolio dell’Asientos, che a
seguito della guerra di successione Spagnola era passato prima ai Francesi e poi agli Inglesi.
Durante il XVIII secolo, l’Inghilterra ottiene il dominio dei commerci e dell’economia, le leggi del
Mercantilismo danno il loro frutto, a farne le spese sono soprattutto le Provincie Unite. Anche la
Francia registra una crescita, ma comunque rimane subordinata all’Inghilterra, i francesi erano
presente in Nord America, avevano un mercato degli schiavi e ottengono le Antille dagli
Olandesi. Durante il ventennio di Wallpole, l’Inghilterra attua una politica neutrale e di pace, si
occupa solo di rafforzare la propria economia e del benessere della Nazione, con l’avvento al
potere di Pitt lo scenario cambia, gli inglesi diventano più aggressivi, partecipano alla guerra dei
Sette Anni e una volta ottenuta la vittoria spazzano via i francesi dall’Ohio, dal Canada e gli
Spagnoli dalla Florida. Il mercato Americano era in forte espansione a causa del raddoppio della
popolazione e di conseguenza della domanda, diventa un mercato ambito, soprattutto perché
collegato alla tratta degli schiavi, molto richiesti dai proprietari delle piantagioni nelle colonie. La
Gran Bretagna fu la maggiore esportatrice di schiavi neri Africani almeno fino all’abolizione della
tratta in Inghilterra nel 1808. Abbiamo una variazione del mercato in Asia, si inizia infatti ad
esportare più materiale tessile che spezie. Vi è inoltre il boom del cotone (famosi i calicò indiani),
richiestissimo in Europa e in America (per vestire gli schiavi delle piantagioni), la regione che
produceva più cotone era il Bengala, in India. In India vi era la presenza sia Francese che Inglese,
tuttavia l’EIC riesce ad ottenere il monopolio del commercio del cotone. L’invasione dei prodotti
indiani, provoca malcontento nella madrepatria inglese, in quanto le manifatture locali
risentivano della concorrenza, vennero quindi varate delle leggi per scoraggiare l’importazione
dei calicò indiani. A questo punto le manifatture locali aumentarono la loro produzione e
riuscendo a soddisfare tutta la richiesta interna ed estera, L’India invece, diventava la principale
esportatrice di cotone grezzo inglese. Per far fuori la concorrenza francese, gli Inglesi entrarono
nella Guerra dei Sette anni, e una volta ottenuta la vittoria scacciarono via i francesi.
Altro monopolio molto importante era quello del thè cinese, pagato dagli inglesi con l’argento.
Tuttavia a causa della continua mancanza di quest’ultimo, gli inglesi iniziarono ad importare
clandestinamente oppio con la quale pagare i cinesi, ottenendo così anche il controllo del
commercio del thè cinese. Inoltre vi fu l’inizio di un’opera di penetrazione nella vita economica e
politica dell’India, Calcutta diventa il più importante centro economico dell’India, e l’EIC fatta
fuori la concorrenza poteva decidere i prezzi di vendita delle merci controllando di fatto
l’economia indiana. A fronte di ciò, il Parlamento inglese, assunse il controllo diretto dell’EIC e
dei relativi monopoli, facendo di fatto diventare l’India una colonia inglese. A perdere l’influenza
nei commerci mondiali, fu il Bacino del Mediterraneo, le rotte commerciali, si spostano infatti
verso l’Atlantico e in Asia. Le manifatture locali risentono parecchio del cambiamento e i traffici
erano gestiti: a livello locale dalle città storiche come Venezia, Genova, Marsiglia e Barcellona; a
livello medio e lungo raggio dalle potenze atlantiche (Inghilterra, Francia e Provincie Unite). Per
quanto riguarda l’Italia e la Sicilia in particolare vi era una dipendenza “multipla”, infatti per le
importazioni vi era il controllo di città come Livorno, Genova e Venezia, mentre per le
esportazioni (grano soprattutto) vi era il controllo delle potenze Atlantiche. La principale materia
esportata dagli Stati Italiani era la seta grezza e il filo di seta, inoltre vi era una differenza nelle
manifatture fra nord e sud dovuta al tipo di materiale esportato: al nord si esportava
principalmente un semilavorato che andava a finire nelle manifatture del Nord Europa, mentre al
Sud seta grezza, che dava meno guadagno.

CAPITOLO 21
A partire dall’ultimo decennio del XVI secolo, le condizioni generali di vita peggiorano
drasticamente a causa della crisi, l’aumento della popolazione avvenuto lungo tutto il ‘500, si
traduce in un aumento di manodopera che, arricchisce i proprietari, in quando l’abbondanza di
lavoratori permetteva loro di risparmiare sui salari che quindi diminuirono. Proprietari terrieri
che, si limitarono ad estendere le proprie coltivazioni, non incrementando la produttività
tecnologica, abbiamo quindi uno sviluppo puramente estensivo dell’agricoltura. La riduzione dei
salari e l’aumento dei prezzi, causò una svalutazione del potere d’acquisto da parte dei contadini,
e inoltre a causa dell’aumento della popolazione i terreni ereditati andavano divisi fra più persone,
diventando quindi più piccoli e non capace di sostenere un’intera famiglia. I contadini si videro
quindi costretti ad acquistare la merce, spesso indebitandosi con i mercanti, proprietari terrieri o
gente del ceto medio-alto, e spesso perdendo i loro terreni per insolvenza. Abbiamo quindi
l’aumento della presenza del ceto medio-alto nel controllo dei terreni agricoli. A partire dalla
seconda metà del XVII Secolo, si assiste all’equilibrio di stagnazione, da adesso in poi, crescita
popolazione e resa terreni non sono più strettamente collegati fra loro, le crisi cicliche saranno
solo a livello locale e i prezzi saranno diversi ovunque. Tuttavia la condizione di vita dei contadini
non migliora in quanto i salari rimangono bassi e le rendite dovute ai proprietari alte. La
situazione agricola Europea, risulta essere divisa a “due velocità”: i paesi del Mediterraneo si
caratterizzano per un agricoltura di tipo estensivo e non specializzato, le rese quindi sono scarse
e inoltre vi è la presenza di leggi come il fedcommesso che impediva un passaggio di proprietà di
un terreno o la sua vendita, causando una mancanza di investimenti. Nel Nord-Italia e in
Catalogna, abbiamo un agricoltura di tipo intensivo, grazie alla forte abbondanza d’acqua che
attraverso la costruzione di canali, raggiungeva il terreno rendendolo fertile; in Germania, nel
Baden e nel Nassau abbiamo un intensificarsi dell’allevamento e in Sassonia la presenza del
vecchio maggese, In Russia non si ha nessun miglioramento, le tecniche rimangono fortemente
arcaiche e medievali, nelle Provincie Unite invece abbiamo un miglioramento nel settore
agricolo, i campi risultano essere divisi in 3 cicli di produzione e, per ovviare al problema
dell’impoverimento del sottosuolo viene usato più concime animale, aumentando così
l’allevamento e l’introduzione di nuove piante come il trifoglio. La stretta connessione fra
agricoltura e allevamento porta a dei benefici: Terreni più fertili, esportazione di latticini in tutta
Europa, tuttavia le campagne olandesi non possono essere paragonate sia per resa che per
produttività allo sviluppo delle campagne inglesi. Nel XVIII secolo, in Inghilterra abbiamo un
cambiamento nel settore agricolo, la produttività aumenta insieme alle tecniche di produzione, si
passa ad un tipo di agricoltura di tipo intensivo e non più estensivo, tutto questo sarà preludio alla
successiva Rivoluzione Industriale che per prima avverrà in Inghilterra. Ci si concentra
maggiormente sull’allevamento e soprattutto viene introdotta la Rotazione Quadriennale, in cui il
terreno veniva diviso in quattro parti con coltivazione di: Grano, Rape, Orzo e Trifoglio. La
rotazione quadriennale porta dei vantaggi come: Aumento superficie coltivabile senza
interruzioni, aumento fertilità dei campi, aumento della qualità del nutrimento e quindi della
carne e latticini del bestiame. Per la prima volta si assiste ad una compatibilità fra allevamento e
agricoltura, da cui i proprietari traggono tanti profitti che vengono reinvestiti nella produttività e
nelle infrastrutture. Questo fenomeno prende il nome di Rivoluzione Agricola, che in Inghilterra fu
favorita dalle condizioni sociali del tempo. In Inghilterra abbiamo: Common Lands, ossia delle
terre comuni appartenenti alla città o ai villaggi; le Open Field, terre private non recintate in cui vi
lavoravano più persone in comune, divise in piccoli lotti, coltivati da più persone. Le open field, a
partire dal XVII secolo, vengono recintate da parte dei proprietari, a causa dell’aumento della
domanda infatti i proprietari volevano accrescere i loro guadagni e inoltre vedevano le open field
come una limitazione del loro diritto sulla proprietà privata. I proprietari terrieri accorpano
quindi i loro terreni sparsi e regolamentanti dagli enclosure act parlamentari, nascono le Enclosure
terre recintate appartenenti ad un solo proprietario. Di conseguenza prendono vita le prime
aziende agricole, la produzione non sarà più dedita all’autoconsumo ma alla vendita di mercato.
Per quanto riguarda i poveri contadini, rimangono loro tre strade: Lavorare nelle enclosure,
Trasferirsi in Città oppure rimanere ancora in condizioni di assoluta povertà. Sempre in questo
periodo, abbiamo l’introduzione di nuove coltivazioni provenienti dall’America, una di queste fu il
mais che, ebbe un grandissimo successo prima in Spagna e poi in tutta Europa. Aveva nei notevoli
vantaggi: Rendita elevata, Basso costo. Il mais si diffonde in particolare in Centro-Nord Italia
(Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana), diventa l’alimento principale dei contadini e delle
fasce povere della popolazione, viene quindi introdotto nelle varie rotazioni agricole. Altro
importante alimento introdotto fu la Patata, ebbe molto successo soprattutto in Nord Europa,
abbiamo l’introduzione di tè, caffè, cacao e alcolici, le prime tre consumate sotto forma dj
bevande dalle fasce ricche della popolazione, mentre l’ultima dalle fasce più povere. Cresce anche
il consumo di alimenti già presenti nella dieta del tempo come, burro, olio, pesce e latticini
soprattutto nelle aree dove la produzione agricola intensiva aveva migliorato il tenore di vita della
popolazione. Per quanto riguarda le forme di produzione manifatturiera, ne abbiamo di tre tipi:
Domestica, Artigianale e Accentrata. La forma domestica, presente soprattutto nelle campagne,
nelle famiglie dedite all’autoconsumo, di conseguenza questa forma era libera dalle leggi del
mercato in quanto erano frequenti gli scambi senza denaro.
La forma Artigianale era presente in città, nelle varie botteghe, veniva regolata dalle varie
corporazioni e svolta da lavoratori salariati, spesso tenuti in condizioni difficili, frequente era la
presenza di garzoni i cui genitori pagavano il “mastro” per impartire al figlio i segreti del mestiere.
Le botteghe erano presenti soprattutto in città per: Mercato di vendita più ampio, Maggiore
reperibilità di materie prime e maggior disponibilità di manodopera. Una prima evoluzione del
sistema di produzione artigianale fu il putting out system, un sistema di lavorazione a domicilio, in
cui vi era un padrone-mercante che forniva le materie prime a delle famiglie contadine che,
avevano il compito di produrre dei semilavorati successivamente spediti nelle botteghe artigiane
per la definitiva lavorazione. Questo sistema veniva perlopiù usato durante i periodi morti delle
campagne, durante la quale i contadini arrotondavano i loro guadagni. Questo fenomeno viene
definito come “Protoindustrializzazione”, che fa da preludio alla successiva Rivoluzione
Industriale, perché: Addestra i lavoratori al lavoro salariato, Crea capitale da reinvestire
successivamente nelle prime industrie, favorisce l’aumento della qualità di vita, quindi
l’aumento della popolazione che sarà la futura manodopera. Tuttavia questa tesi, è vera solo in
parte, in quanto, vi fu un aumento della popolazione anche in zone non interessate dal
fenomeno, poi alcune aree interessate dalla protoindustrializzazione non furono
successivamente interessate dalla Rivoluzione Industriale. Uno dei nessi che possiamo trovare, è
quello dell’accentramento della produzione, la produzione infatti, a causa degli eccessivi costi
venne accentrata e nacquero i primi nuclei industriali, adesso non erano più le singole famiglie a
lavorare, ma intere aree rurali. La terza forma di produzione è quella accentrata, ne facevano
parte quelle attività che: richiedevano l’uso di una singola materia prima, oppure quelle attività
in cui veniva fabbricato un solo tipo di prodotto, ad esempio: Miniere, Cantieri Navali,
Fabbricazione oggettistica di lusso. Le forme di produzione accentrate, furono sostenute dai vari
Sovrani che finanziavano la costruzione di Navi, Armamenti oppure commissionavano beni di
lusso.
CAPITOLO 28
La Rivoluzione Industriale è un fenomeno di trasformazione epocale e irreversibile che le
strutture manifatturiere prima Inglesi e poi Europee subiscono a partire della seconda metà del
XVIII secolo. Il primo paese in avvengono questi cambiamenti fu l’Inghilterra, e qui il fenomeno
prende il nome di “Prima Rivoluzione Industriale”. Le condizioni di vita migliorano, e avviene uno
spostamento del settore trainante, si passa da quello agricolo a quello industriale. In merito a
ciò, nel corso degli anni si è creato un dibattito storiografico, in merito ad una tendenza
revisionista del fenomeno, che piuttosto che vederlo come una Rivoluzione, il fenomeno viene
visto come un miglioramento graduale. Quindi abbiamo due tesi: Tesi pessimistica, abbracciata
perlopiù dai marxisti e dalla sinistra, che si basa su dati biologici (aumento mortalità, tenore di
vita, ecc…); Tesi ottimistica abbracciata dalla destra conservatrice, si rifà a dati di tipo economico
(Reddito, PIL, Aumento salari, ecc…).
Gli aspetti fondamentali e trainanti della Rivoluzione furono innanzitutto demografici e agricoli.
Per quanto riguarda il primo aspetto, abbiamo un aumento della popolazione europea in
generale, dopo la fine della crisi del XVII secolo, che porta quindi nuova manodopera, e
soprattutto un aumento della domanda e quindi una crescita della produzione, la mortalità
inoltre diminuisce, vi è un progresso della medicina e della scienza e la natalità aumenta a causa
dell’abbassamento dell’età matrimoniale. Per quanto riguarda il settore agricolo, aumentano le
rese e la sinergia con l’allevamento, di conseguenza aumenta la produttività del suolo, i redditi
per i contadini e le ricchezze per i proprietari che, adesso possono investire nel nascente settore
secondario. Infinte, finalmente l’Europa riesce ad uscire dalla trappola Malthusiana, la
produzione di beni supera l’aumento della popolazione grazie allo sviluppo dell’industria e
quindi da adesso in poi le crisi non saranno di sussistenza, ma di sovrapproduzione. In campo
politico, l’Inghilterra ottiene, Gibilterra, il Monopolio dell’Asientos e spazza via i Francesi da
India e Nord America, potè nascere quindi il commercio triangolare, che comprendeva quattro
continenti (Asia, Africa, America, Europa), con base principale Londra. Si viene quindi a creare una
fitta rete di scambi commerciali che arricchiscono notevolmente l’Inghilterra portandole
benessere e prosperità e soprattutto investimenti che daranno definitivamente vita alla
Rivoluzione Industriale, con il settore Tessile in maggiore espansione, in particolare quello
cotoniero, avvennero infatti lì le prime trasformazioni e innovazioni, nate dall’esigenza di
velocizzare il processo di produzione, che veniva diviso in quattro parti: Preparazione, Filatura,
Tessitura, Finitura. Le prime innovazioni si ebbero nella filatura, con la nascita della “navetta
volante” che, permetteva lo spostamento meccanico del filato sul telaio. Queste innovazioni,
vengono definite come “botta e risposta”, in quanto l’invenzione fa progredire una fase, ma mette
in crisi quella precedente o successiva, creando così uno squilibrio, che verrà risolto solamente
con la completa meccanicizzazione del processo produttivo tessile.
Altro settore in espansione era quello siderurgico, grazie soprattutto all’aumento dell’uso del
carbon fossile che, permette un boom della ghisa e del ferro, materiali che diventeranno
fondamentali durante la rivoluzione, e inoltre grazie a Watt che, nel 1769 crea la macchina a
vapore, che avrà uno sviluppo incredibile, tanto da essere definita una “rivoluzione nella
rivoluzione”, il vapore permette uno sviluppo senza precedenti dell’industria prima inglese e poi
mondiale e inoltre cambia radicalmente il paesaggio, adesso non si ha più il vincolo di impiantare
produzioni laddove vi sia una fonte fissa d’energia (acqua ad esempio), è sufficiente che vi sia del
carbone, quindi le produzioni possono essere impiantante in molte zone. Abbiamo un
miglioramento delle reti di collegamento terrestri e fluviali, nascono le prime locomotive (fra il
1800 e il 1820 in Inghilterra vengono costruiti 320 km di binari) inizialmente usate solamente per il
trasporto merci e successivamente anche per la gente, e nascono i primi battelli a vapore (Fulton
1804), con un ampliamento delle vie fluviali attraverso la costruzione di canali che rendono più
agevole e meno costoso il trasporto di merci. Grazie a questi miglioramenti, sorgono nuove
importanti città come Liverpool, Manchester e Birmingham. Le campagne si spopolano e nasce
un nuovo tipo di società urbana, ormai posta fuori dal controllo del vecchio ceto rurale, che, avrà
difficoltà e contrasti con questi ultimi a causa del loro insufficiente peso elettorale. Le periferie
delle città si caratterizzano per la presenza degli Slums, ossia dei fatiscenti caseggiati in cui vivono
gli operai, mentre il centro città dimora dei ricchi borghesi diventa casa del lusso e
dell’ostentazione.
Il cambiamento coinvolge anche l’aspetto sociale e dei valori inglesi, vi è l’avvio di alcuni processi:
Nascita del sistema di fabbrica, Standardizzazione del lavoro, Divisione e Meccanicizzazione del
lavoro. Nasce il sistema di fabbrica, caratterizzato da una divisione del lavoro, in modo da
aumentare la produttività di ciascuna fabbrica, da adesso in poi, ogni operaio si occuperà soltanto
della sua mansione. Il sistema di fabbrica porta alla nascita della disciplina di fabbrica, che diventa
luogo di controllo, non nuove regole di comportamento e sociali. Cambiano: modi di vivere,
abitudini e mentalità. Per quanto riguarda la classe operaia, essa era divisa gerarchicamente, vi
era una grande differenza fra un operaio specializzato ed un operaio semplice, in materia di
retribuzione, di status e di condizione del lavoro. I lavoratori poveri erano molto sfruttati,
arrivando a fare una media di 16 ore di lavoro al giorno, era inoltre prassi lo sfruttamento di
donne e bambini (soltanto nel 1831 vengono emanate alcune leggi di regolamentazione del
lavoro). Ma tuttavia anche gli operai specializzati rischiavano e temevano per il loro posto di
lavoro, in quanto con la meccanicizzazione potevano essere sostituiti dalle macchine, essi quindi
si ribellano, facendo sabotaggi e rivolte, spesso represse nel sangue. Questi operai prendono il
nome di Luddisti, e verranno sciolti nel 1812 a suon di sentenze, e impiccagioni. Sorgono e
vengono approvate dal Parlamento le Trade Unions, delle unioni di mestieranti, a metà fra
l’essere associazioni di mutuo soccorso e dei sindacati.

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