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LECTIO MAGISTRALIS PROF. MANNA: DOLO EVENTUALE O EVENTUALITÀ DI DOLO?

Secondo il primo comma dell'art 43 c.p. il delitto è doloso, o secondo l'intenzione, quando
l'evento dannoso o pericoloso, che è il risultato dell'azione o omissione e da cui la legge fa
dipendere l'esistenza del delitto, è dall'agente preveduto e voluto come conseguenza della
propria azione od omissione. Si ritiene che nel dolo possano distinguersi diverse forme, il
dolo intenzionale, per il quale il soggetto attivo agisce proprio allo scopo di commettere quel
fatto che si è in concreto verificato, il dolo diretto, dove il soggetto attivo non agisce con lo
scopo di provocare quell'evento ma, ha un fine primario diverso, pur essendo però sicuro
che quell'evento si verificherà o sarà altamente probabile il suo verificarsi. Un'altra forma del
dolo è quella del cosiddetto dolo indiretto o eventuale. Seguendo una prospettiva storica, il
dolo eventuale si afferma nel 1600, così il dolus malus di tradizione romanistica, che
richiedeva un'atteggiamento evidentemente malvagio da parte del soggetto attivo, si estende
sempre più ai confini con la colpa, nasce il dolo eventuale. In questa forma del dolo, il
soggetto attivo accetta il rischio che l'evento si verifichi e quindi agisce anche a costo di
cagionarlo, pur non avendolo preso di mira. Il dolo eventuale ha un'origine essenzialmente
giurisprudenziale, che sviluppa tale concetto attraverso il criterio dell'accettazione del rischio:
per dimostrare il dolo eventuale, il soggetto dovrebbe aver previsto come 'possibile' il
verificarsi dell'evento ma, comunque, ne avrebbe accettato il rischio. Adelmo Manna,
sostiene di poter muovere delle obiezioni verso il criterio dell'accettazione del rischio, la
prima delle quali fa leva sulla littera legis dell'art 43 c.p., l'accettazione del rischio equivale
alla volontà/intenzione dell'evento come azione o omissione? Egli sostiene che il requisito
dell'intenzione inevitabilmente contrasta con l'accettazione del rischio, volontà dell'evento e
accettazione del rischio non sono la stessa cosa, ma quest'ultima risulta simile alla volontà
tanto da far ritenere il dolo eventuale frutto di un'estensione analogica in malam partem
dell'art 43 c.p. . Un'altra obiezione parte dal presupposto che questa teoria più si lega come
criterio di accertamento della colpa, non di certo del dolo. Prendendo poi in considerazione il
versante probatorio, un'ulteriore obiezione viene mossa perché risulta difficile porre una
distinzione tra l'istituto del dolo eventuale e quello della colpa cosciente. La colpa cosciente,
secondo l'opinione tradizionale, differisce dal dolo eventuale in quanto c'è sempre un evento
possibile ma il soggetto agente opera in una situazione lecita per cui, anche se ha previsto
l'evento, lo ha considerato non realizzabile attraverso la sua condotta e contro la sua
volontà. Tipico esempio è quello del lanciatore di coltelli: egli, confidando nelle sue capacità,
è certo che non avrebbe leso l'integrità del suo assistito, cosa che però avviene. Parte della
dottrina, per affinare il criterio dell'accettazione del rischio, fa ricorso alla c.d. <formula di
Frank> , il dolo eventuale sussiste quando è presumibile che il soggetto avrebbe ugualmente
agito, anche se si fosse rappresentato l'evento lesivo come certamente connesso alla sua
azione. Manna critica anche questa impostazione in quanto sostituisce, con elementi
ipotetici, dati effettivi, ovvero quelli su cui lo stesso dolo si basa e, in più, porterebbe ad un
giudizio effettuato sulla tipologia di autore, anziché su quella del fatto. Ponendo la nostra
attenzione su casi giurisprudenziali, nel caso Vasile, questo cittadino extracomunitario,
senza permesso di soggiorno, guidava un furgone rubato con materiale ferroso rubato,
appena ha avvistato l'auto della polizia con i lampeggianti accesi, ha continuato ad
accelerare superando 5 semafori rossi per poi, all'incrocio, scontrarsi con un'auto uccidendo
il conducente e ferendo gravemente il passeggero. In primo grado era stato affermato il dolo
eventuale, in Corte d'Assise d'appello viene trasformato in colpa cosciente ma, in
Cassazione, si riconferma dolo eventuale. Secondo il professor Manna queste oscillazioni
giurisprudenziali dimostrano chiaramente che, laddove il processo sia ancora 'caldo', ovvero
influenzato dalla pubblica opinione, il giudice tende alla soluzione più gravosa, rappresentata
dal dolo eventuale, mentre, laddove il processo penale si 'raffredda', c'è maggior apertura da
parte dell'organo giudicante che opterà per una soluzione meno gravosa, ovvero la colpa
cosciente. Guardando alle soluzioni prospettate negli altri ordinamenti come in quello
anglosassone e francese, Manna sostiene come possano suggerire, in chiave di riforma,
l'opportunità anche nel nostro sistema di introdurre un'istituzione che tipizzi una terza forma
di colpevolezza, una terza via che, come nel modello francese, sia limitata esclusivamente al
bene giuridico principale, ossia la vita. Vedendo il caso giurisprudenziale del marito affetto
dal virus HIV che, contagiando la moglie, inconsapevole della malattia del marito, ha
cagionato la sua morte, il tribunale di Crema aveva condannato l'uomo, in primo grado, per
omicidio con dolo eventuale ma, in secondo grado di appello, l'uomo viene condannato per
omicidio colposo per colpa cosciente. Per Manna, nel caso di specie, la soluzione legata al
dolo risulta sproporzionata in chiave sanzionatoria mentre, quella della colpa, sempre
secondo questo punto di vista, appare sproporzionata per difetto. Quindi é ben possibile
prefigurare una terza forma tra dolo e colpa che affonderebbe la sua essenza in una precisa
base psicologica empiricamente verificabile, anche se lo stesso Manna, è scettico sul punto,
sostenendo che la sua tesi resta pur sempre valida in via dottrinale ma che non farà presa
nella giurisprudenza perché è molto più facile applicare la teoria dell’accettazione del rischio
o dell’accettazione dell’evento piuttosto che, con la Corte costituzionale, costituire una terza
forma di colpevolezza. Un tentativo di salvare il dolo eventuale, è quello che fa leva sul
criterio dell'agente modello che si pone come criterio distintivo tra colpa cosciente e dolo
eventuale, in quanto se nel primo caso è sempre possibile rilevare il c.d. homo eiusdem
condicionis et professionis su cui parametrare la condotta illecita, nel secondo il rischio è
troppo elevato per individuare un agente modello che se lo assuma. Allora il dolo eventuale
si configurerebbe per un'accettazione dell'evento anziché del mero rischio, così come
previsto nel Progetto Pisapia di riforma del codice penale. Prendiamo nuovamente in
considerazione il caso Vasile, l'uomo per scappare dalle forze dell'ordine sceglie di
aumentare la velocità del veicolo che sta guidando, accettando che, come conseguenza,
potrebbe altamente provocare un evento lesivo a danni di terzi, in questo caso l'aver preso
avanti una macchina all'incrocio provocando la morte del conducente. Come sostenuto dal
professor Giandomenico Salcuni, il dolo eventuale consiste in un previo bilanciamento tra i
pro e i contro e, l'evento in concreto, rappresenta la soluzione a questo bilanciamento. Per
quanto riguarda la tesi del professor Manna in relazione alle oscillazioni giurisprudenziali che
portano ad una 'rivalutazione' del caso modificando il giudizio da dolo eventuale a colpa
cosciente, vorrei citare il professor Franco Coppi che appunto sostiene che dette oscillazioni
sarebbero in fondo fisiologiche perché costituirebbero ciò che in genere accade nelle aule
dei Tribunali. Vorrei prendere in considerazione la vicenda giurisprudenziale dell'omicidio di
Marco Vannini, un ragazzo che, colpito da un colpo partito per errore dalla pistola detenuta
dal padre della sua fidanzata, muore a causa dei ritardi nella chiamata ai soccorsi. Nel
processo di primo grado il signor Ciontoli, padre della ragazza, viene condannato per
omicidio con dolo eventuale, in appello la pena viene ridotta perché l'uomo viene
condannato per colpa cosciente, in Cassazione, sia nella prima che nella seconda sentenza,
viene riconfermato il dolo eventuale. Ciontoli al momento dello sparo non aveva intenzione
di uccidere il ragazzo però, dopo l'evento sparo, ha previsto e accettato che le conseguenze
della sua condotta potessero causare l'evento morte. La fattispecie criminosa, cioè vedere
se si tratta di dolo o colpa, deve essere accertata tenendo conto delle risultanze probatorie
inerenti al caso concreto. In questo caso Ciontoli ha 'minimizzato' l'accaduto adoperandosi
per cancellare le tracce, ha posticipato i soccorsi, così modificando lo stato dei luoghi e delle
cose, è questo che fa configurare il dolo eventuale. In conclusione, pur restando favorevole
all'opinione di Manna sulla creazione di una terza forma di colpevolezza che si ponga tra il
dolo e la colpa, in assenza di una riforma del codice penale che riesca ad integrarla, sono
d'accordo con la posizione sostenuta dal professor Franco Coppi: il dolo eventuale integra
una situazione che nella realtà si verifica, giacché ben possono darsi casi di soggetti che
agiscono in una situazione di incertezza, che non si astengono dell'agire, pur sapendo che
stanno mettendo in moto un meccanismo casuale che può portare a quel determinato
risultato.

Isabel Renna
MAT. 561032

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