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Le origini della letteratura comparata

I primi studi di letteratura comparata nascono nel settecento, ma è solo nell’Ottocento che all’interno delle
università francesi viene istituita una disciplina che prende il nome di letterature comparee . Ai suoi esordi
la letteratura comparata si presenta in forma di storiografia, come storia delle varie letterature europee. Il
cosmopolitismo culturale promosso dall’ Illuminismo settecentesco farà si che allo studio storico delle
singole letterature nazionali si affianchi lo studio storico della letteratura mondiale.

Il cosmopolitismo è un indirizzo di pensiero che attribuisce a ciascun individuo la cittadinanza del mondo.
Alla base del concetto vi è l’idea che tutti gli esseri umani sono uguali e godono degli stessi diritti,
indipendentemente dallo stato a cui appartengono. Il cosmopolita riconosce come sua patria il mondo
intero.

Dunque nel settecento sono presenti due approcci allo studio storico della letteratura, uno universale e uno
nazionale. In entrambi i casi si tratta della storia di ogni aspetto della cultura, limitata al territorio di una
nazione o intesa in senso mondiale.

Le storie nazionali si occupavano dell’accertamento filologico nella composizione dei documenti letterari
all’interno della narrazione della storia culturale di una nazione.

Le storie universali del settecento si occupavano delle differenze esistenti tra le varie culture nazionali, a
cominciare da quelle linguistiche e analizzavano i modelli letterature presenti nelle varie letterature
nazionali.

I romantici affiancarono al cosmopolitismo illuminista la rivalutazione delle differenze e delle


caratteristiche proprie di ogni individuo, così come il riconoscimento dell’identità culturale dei popoli, delle
loro tradizioni, dei loro usi e costumi.

Nell’Ottocento, a partire dalla valutazione delle identità nazionali, in ambito critico vengono pubblicati
soprattutto studi storiografici sulle diverse letterature nazionali.

Un esempio di questi studi è la storia della letteratura italiana di Sanctis.

Nell’Ottocento gli studi critici considerano la letteratura come espressione della società.

Accanto allo studio storico della letteratura nazionale, a metà dell’ottocento, in alcune università francesi
viene istituito l’insegnamento di storia della letteratura comparata, una disciplina che mette in relazione le
letterature europee antiche, medioevali e moderne da una prospettiva nettamente storiografia.

I primi studi di letteratura comparata, si dedicano principalmente a una storia letteraria plurinazionale,
ereditato lo spirito cosmopolita dell’ Illuminismo e accogliendo due valori tipicamente romantici: il senso
storico e l’idea di nazionale.

La storiografia romantica si sviluppo in netto contrasto con gli orientamenti cosmopolitismo dell’
Illuminismo, esaltando la storia nazionale come espressione dello spirito del popolo. In questo modo il
medioevo non veniva più considerato come un’età di decadenza e barbarie, ma come un’epoca di sviluppo
dei popoli romano-barbarici e dei loro specifici caratteri nazionali.

Letteratura comparata: le origini e definizione della disciplina

La letteratura comparata è una disciplina che studia le interrelazioni tra due o più letteratura nazionali.

I comparatisti studiano i rapporti tra le letterature in diverse lingue: Si tratta di indagare la storia letteraria
di un’area geografica nelle sue interrelazioni con le tradizioni e le fonti Dei testi di diversi paesi, di mettere
a contatto le opere letterarie e le relative culture di appartenenza con i processi storico- linguistici
,filosofico -estetici ,artistici, sociali e antropologici.
Alcune definizioni della disciplina:

• La letteratura comparata è la comparazione di una letteratura con un’altra o con altre, e la


comparazione della letteratura con altre sfere della cultura
• La letteratura comparata ha come oggetto di studio la rete delle interazioni tra le diverse
letterature

La letteratura comparata e l’arte metodica attraverso la ricerca di legami di analogia, di parentela e di


influsso , di avvicinare la letteratura ad altri settori dell’espressione o della conoscenza , oppure i fatti e i
testi letterari tra loro , distinti o no nel tempo e nello spazio purché appartenenti a culture diverse o lingue
diverse facenti parte di una tradizione medesima allo scopo di descriverli comprenderli e assaporarli
meglio.

Lo studio comparato della letteratura si occupa di autori, opere, movimenti, correnti, poetiche, della loro
genesi, del loro sviluppo e della diffusione o trasposizione in varie tradì linguistiche.

La letteratura comparata che in Italia si è affermata al plurale come letterature comparate Può essere
definita, una disciplina dei passaggi innanzitutto perché attraverso i confini tra le lingue e le letterature
nazionali, in secondo luogo perché si pone al di sopra degli stessi confini affrontando problematiche comuni
a più letture; infine perché segna dei passaggi lungo i confini tra letteratura e l'altro, comprendendo lo
studio di altre forme artistiche, della cultura in senso lato e integrando gli studi di altri settori scientifici.

I primi studi di letteratura comparata nascono nel settecento, ma è solo nell’Ottocento che all’interno delle
università francesi viene istituita una disciplina che prende il nome di letterature comparee . Ai suoi esordi
la letteratura comparata si presenta in forma di storiografia, come storia delle varie letterature europee. Il
cosmopolitismo culturale promosso dall’ Illuminismo settecentesco farà si che allo studio storico delle
singole letterature nazionali si affianchi lo studio storico della letteratura mondiale.

Chi sono stati i pionieri della letteratura comparata?

In Francia i pionieri della comparatistica sono Abel-Francois Villemain (1790-1870), Jean-Jacques Ampère
(1800-1864) e Philarète Charleston (1799-1873).

Questi studiosi vogliono ricostruire il sistema letterario mondiale mettendo a confronto tra loro le
letterature europee e rilevando come una specifica letteratura nazionale sia stata influenzata da un’altra.

Prima di loro già lo scrittore drammaturgo tedesco J.W von Goethe (1749-1832) Aveva parlato di
letteratura mondiale sottolineando che lo studio isolato delle letterature nazionali non aveva più molto
senso date le influenze reciproche, la libera circolazione delle idee e la crescente interdipendenza tra le
culture nazionali. Goethe può essere considerato uno dei padri spirituali della letteratura comparata.

Goethe definisce la Welttliteratur (letteratura del mondo) come il patrimonio delle letterature di tutti i
popoli che è comune a tutti gli uomini.

Goethe Evidenzia dunque l’universalità del fenomeno letterario riconoscendo il carattere necessariamente
sovrannazionale e internazionale della letteratura.

Letteratura comparata: la scuola francese

La letteratura comparata si afferma all’interno del sistema accademico francese a metà dell’Ottocento.
La scuola comparatistica francese è caratterizzata da un’ impostazione scientifico-positivistica crede cioè di
poter applicare le spiegazioni scientifiche alla letteratura, si occupa dei seguenti ambiti:

• Documenta i rapporti tra autori opere e letterature che determinano le influenze letterarie
• Analizza i rapporti letterari “di fatto” e non e semplici parallelismi, analogie o accostamenti
• Si concentra solo sui rapporti binari vale a dire tra due autori, tra due opere o tra due differenti
letterature europee, mettendo a confronto dal punto di vista linguistico -culturale
• Ricerca le fonti e la fortuna di autori opere e letterature . le fondi rappresentano infatti le cause

La scuola francese di letteratura comparata oltre ad essere influenzata dal positivismo si caratterizza per
una forte attenzione al contesto storico.

Il principale esponente della scuola francese è Joseph Texte ,Titolare della prima cattedra di letteratura
comparata istituita in Francia a Londra, nel 1896.

Come emerge nel saggio del 1895 JEan-Jacques Rousseau et les Origine du cosmopolitismo litterarire, la
comparatistica di Texte Ha ancora la fisionomia di una storia comparata della letteratura che vuole
evidenziare le specificità culturali di ogni singola nazione. Il successore di Texte a Lione è

Il critico Fernand Baldensperger. Nel saggio Goethe en France Baldensperger indaga la fortuna di Goethe in
Francia e la sua influenza sui scrittore francesi. le letterature Europee secondo lo studioso, sono come un
unico organismo del quale è possibile studiare le connessioni organiche rappresentate appunto dall
influenze letterarie.

Un altro esponente della stagione francese di letteratura comparata e Paul Van Tieghem, Secondo il quale
la letteratura comparata deve occuparsi unicamente dei rapporti tra le letterature moderne e non delle
letterature medievali o del panorama folcloristico. Secondo Van Tieghem I lavori di comparatistica si
basano sul concetto di passaggio vale a dire sul fatto che è un’idea un genere un soggetto uno stile siano
presenti contemporaneamente in due letterature nazionali attraversino quindi frontiere linguistiche
culturale.

Van Tieghem Sottolinea che mentre la letteratura nazionale indaga i fenomeni che si verificano all’interno
di un unico contesto linguistico culturale, la letteratura comparata deve interessarsi degli elementi comuni
a due diverse letterature, dunque indagare rapporti di tipo binario. come lui gli studiosi della scuola
francese si concentrano su rapporti binarie ,mettono cioè a confronto di volta in volta solo due testi di
autori ,due letterature, soprattutto per quanto riguarda la letteratura di viaggio.

Anche il comparatista francese Jean-marie Carrè Si interessa al contatto tra due culture, adotta cioè una
prospettiva binaria ma non si concentra sulle influenze letterarie bensì sul modo in cui scrittori
rappresentano un paese diverso dal loro e il suo popolo.

Carré lo dimostra in Les È Riva insieme français et le mirege allemand.

La scuola francese di letteratura comparata, infatti oltre ad essere influenzata dal positivismo si caratterizza
per una forte attenzione al contesto storico. diversamente la scuola americana in letteratura comparata, Si
concentra soprattutto sui testi considera prioritaria l’analisi testuale e lascia in secondo piano la prospettiva
storica.

La scuola americana

Negli anni cinquanta e settanta del novecento, la letteratura comparata si afferma anche nelle università
statunitensi . viene portata avanti da molti studiosi europei che si sono trasferiti negli Stati Uniti per
sfuggire ai regimi degli anni trenta e che avranno modo di intraprendere le loro ricerche. la scuola
americana di letteratura comparata si concentra soprattutto sugli aspetti linguistici e sui contenuti tematici.
Una particolare attenzione è rivolta a capolavori della letteratura mondiale, inoltre si studiano i movimenti
e i generi letterari osservando come si diffondono nel tempo. Un ulteriore peculiarità della comparatistica
americana è data dal confronto tra la letteratura e la cultura in generale.

Uno dei principali esponenti della scuola americana di letteratura comparata e lo studioso René Wellek
scrive una STORIA della critica moderna. Wellek Si concentra quindi sui testi e non sul contesto , inoltre non
limita il suo studio al confronto tra due letteratura ma lo estende alla letteratura generale. non è
interessato a come i fenomeni letterari si evolvono nel tempo, ma li analizza per le caratteristiche che
assumono in un determinato momento.

La visione d’insieme che caratterizza l’approccio della scuola americana può essere colta soprattutto negli
studi di Harry levin, Oltre a studiare i temi ricorrenti in letteratura si interessa anche della trasformazione
dei geni letterari nel corso dei secoli.

Lo spagnolo Claudio Guillen diventa Docente di letteratura comparata e porta in Spagna la metodologia
della scuola americana. un altro esponente della scuola americana è il tedesco Henry REmak,. Secondo
REmak gli studi di comparatistica devono Riguardare non solo tutte le forme artistiche ma la cultura in
generale l'intero universo della conoscenza che racchiude i valori dell'umanità. nel suo approccio è
fondamentale il concetto di interdisciplinarità.

Lo studio dei rapporti tra letteratura e le arti inaugurato dal Remak negli anni 70 si interessa dei soggetti
letterari, delle tematiche artistiche, delle analogie formali tra le arti e dell’opera dei talenti plurimi.

Quali sono i caratteri principali del formalismo?

Il formalismo Nasce in Russia da due gruppi di studiosi appartenenti al circolo linguistico di Mosca fondato
1914- 1915 per promuovere gli studi di linguistica e poetica; e all' Opojaz, La società per lo studio del
linguaggio poetico costituita a Pietroburgo nel 1917.

I formalisti vogliono spiegare i processi di funzionamento, dunque si occupano di com'è fatto un testo.
prima di allora nessun filone critico aveva posta attenzione allo studio dei meccanismi tecnici che sono alla
base della costruzione di una narrazione.

La Differenza tra fabula e intreccia e la distinzione tra temi e motivi secondo i formalisti

Boris Tomasevskij Filologo e critico letterario appartenente al circolo linguistico di Mosca ha introdotto il
concetto di motivo definendolo come la parte più piccola dell’ intreccio, che si può intendere come una
singola azione. Il se il tema è ciò che rende omogeneo e unitario il materiale contenuto nell’opera
letteraria, sia nella sua totalità che in ogni sua parte per Tomasevskij e Propp I motivi sono unità minime del
tema. Esempio di motivi nella letteratura folclorica sono l’anello magico la terra desolata.

Il filologo e critico Boris Tomasevskij Propone una distinzione tra fabula e intreccio. lo studioso spiega che il
concetto di intreccio viene troppo spesso confuso con la descrizione delle vicende per questo propone di
chiamare fabula il materiale per la realizzazione dell intreccio. la fabula e dunque la storia così come 'è
avvenuta secondo l'ordine cronologico dei fatti , l'intreccio è la maniera in cui la fabula viene riorganizzata
nell opera letteraria. in una storia una fabula è data dall ordine dei fatti così come si succedono
cronologicamente mentre l'intreccio si crea se decidiamo di raccontare la stessa storia senza seguire in
modo rigido l'ordine cronologico degli avvenimenti ad esempio anticipando e posticipando alcune eventi.

Secondo formalisti russi in un racconto si può distinguere la fabula cioè la ricostruzione ordinata della
trama in sequenza cronologica e l’intreccio che è il racconto vero e proprio così come lo scrittore ce lo
presenta . la fabula e la successione cronologica degli eventi che costituiscono la trama di un testo narrativo
senza tener fondo della disposizione scelta dell'autore è raccontata dal narratore. L' intreccio invece,
riguarda il racconto ed è costituito dall' ordine in cui i vari elementi e le vicende della storia sono presentati:
l'autore ,infatti, può scegliere di non raccontare gli eventi nell ordine cronologico in cui si sono svolti, quindi
la costruzione del racconto si differenzia dallo svolgimento della storia. in questo senso l'intreccio può
differire dalla fabula per le distorsioni temporali con cui l'autore dispone fatti: può introdurre delle
digressioni ,anticipare o posticipare alcuni episodi . l'intreccio dunque nasce da una manipolazione
temporale della fabula. Sta tecniche narrative sono utilizzate dagli scrittori per produrre determinati e fece
come ad esempio creare suspense.

Il testo e i suoi lettori: la scuola di Ginevra e il circolo ermeneutico

A partire dagli anni settanta viene messa in discussione la priorità che fino ad allora era stata data a
un'analisi interna al testo e fondata sui presupporti di tipo stilistico, formale o strutturale.

Mentre il formalismo, lo strutturalismo, la narratologia mettono da parte il lettore/interpretatore del testo


per cercare metodi di analisi testuale universalmente validi,la fenomenologia e l’ermeneutica del
novecento, al contrario considerano l’interprete come il produttore per eccellenza del significato di un
testo, per questo si concentrano sul momento della letteratura interrogando sui processi di
interpretazione.

L’ermeneutica del novecento è la corrente filosofica che riflette sulla soggettività delle interpretazioni,
considerando il cambiamento dell’orizzonte di ricezione dei testi da un punto di vista storico, o ancora
facendo previsioni sull atteggiamento del lettore sulle sue mosse interpretative e dunque sul modo in cui è
condizionato dalle istruzioni per l’uso previsto dal testo. le questioni interpretative affrontate dalla critica a
partire dalla seconda metà del 900 sono legate a due approcci filosofici in particolare alla fenomenologia di
Edmund Husserl e l’ermeneutica di Martin Heiddeger.

La scuola di Ginevra unisce critici che analizzano le opere letterarie a partire dal formalismo russo e dalla
fenomenologia di Husserl.

Il fondatore della scuola è Marcello Raymond, Secondo il quale la critica deve mettere tra parentesi le
introduzioni storiche e le teorie letterarie per dedicarsi a un esperienza di lettura intesa come
compartecipazione con un’altra coscienza, quella dell’autore, un esperienza che allo stesso tempo è
inevitabilmente contaminata dalla coscienza del lettore. secondo il saggista belga Georgia Poulet La
letteratura è l incontro tra due coscienze la coscienza soggettiva dell’autore che si manifesta nell opera e
una coscienza critica che deve prestarsi ad accogliere questa coscienza altrui. La lettura viene considerata
da Poulet Un atto di rinuncia alla propria coscienza per affidarla all’autore dell’opera e poterlo
comprendere intuitivamente.

La figura più importante della scuola di Ginevra è Jean Strobinski, egli Si dichiara a favore di una critica che,
se da un lato deve ricreare il mondo immaginario dell opera tramite meccanismi del contatto e della
coincidenza, dall’altro deve mantenere una distanza , conservare il diritto di guardare, per scoprire l’ordine
o il disordine interno ai testi i simboli e le idee intorno ai quali si organizza il pensiero dell'autore.

Ricordiamo che l’ermeneutica assume ruolo culturale prioritario soprattutto nel medioevo sviluppandosi
come esegesi biblica.

In epoca romantica l’ermeneutica non si occupa esclusivamente dei testi sacri ma di qualsiasi messaggio
verbale divenendo una disciplina universale. in particolar modo il teologo e filosofo D.E. Schleiermacher
Introduce la nozione di circolo ermeneutico in base alla quale la conoscenza a struttura circolare, perché si
può conoscere solo ciò di cui si ha già un qualche idea, ciò di cui si ha una precomprensione. il circolo
interpretativo inoltre non è chiuso perché l'indagine conduce a modificare i pregiudizi di partenza e ad
aprire il testo e la traduzione a infiniti significati dunque anche il significato di un'opera letteraria può
essere indagato a partire da una serie di circoli interpretativi.

Il fondatore dell’ ermeneutica novecentesca e il filosofo Martin Heiddeger. A differenza di quanto detto da
Husserl, secondo Heiddeger il Testo non ha un nucleo di significato stabile poiché ogni interpretazione si
basa su una pre-comprensione che dipende dalle idee precostituite dell’interprete, IDE condizionate dalla
situazione storica che egli vive .

Lettura e interpretazione l’ermeneutica del 900

A partire dagli anni settanta viene messa in discussione la priorità che fino ad allora era stata data a
un'analisi interna al testo e fondata sui presupporti di tipo stilistico, formale o strutturale.

Mentre il formalismo, lo strutturalismo, la narratologia mettono da parte il lettore/interpretatore del testo


per cercare metodi di analisi testuale universalmente validi,la fenomenologia e l’ermeneutica del
novecento, al contrario considerano l’interprete come il produttore per eccellenza del significato di un
testo, per questo si concentrano sul momento della letteratura interrogando sui processi di
interpretazione.

L’ermeneutica del novecento è la corrente filosofica che riflette sulla soggettività delle interpretazioni,
considerando il cambiamento dell’orizzonte di ricezione dei testi da un punto di vista storico, o ancora
facendo previsioni sull atteggiamento del lettore sulle sue mosse interpretative e dunque sul modo in cui è
condizionato dalle istruzioni per l’uso previsto dal testo. le questioni interpretative affrontate dalla critica a
partire dalla seconda metà del 900 sono legate a due approcci filosofici in particolare alla fenomenologia di
Edmund Husserl e l’ermeneutica di Martin Heiddeger.

La fenomenologia e l’indirizzo filosofico fondato da E Husserl, Che mette fra parentesi l’esistenza del
mondo e lo riduce a un insieme di fenomeni; la realtà, dunque, è solo quella che viene percepita dalla
coscienza, si manifesta unicamente attraverso l’attività percettiva dell osservatore . questo significa che un
testo come qualsiasi soggetto della realtà ammette diverse interpretazione offre esperienze di lettura
diversa a seconda di chi lo legge, ma allo stesso tempo ha una struttura essenziale che rimane immutata.il
primo allievo di Husserl Ad aver elaborato una teoria fenomenologica della letteratura è Roman Ingaeden .
La lettura secondo Ingaeden, ha un carattere soggettivo e non lineare. la lettura è un circolo ermeneutico
fatto di continui aggiustamenti: ogni step di lettura è condizionato dalle aspettative generate da quanto si è
già letto

Lezione 8 L’interpretazione testuale secondo jauss e Isernia

La scrittura e lettura, secondo Jauss, Sono due momenti che si condizionano a vicenda: la letteratura cerca
di trasferire il testo dal suo passato al presente storicamente determinato dei lettori. Questo potere di
trasformazione dipende soprattutto dal piacere di leggere che scaturisce ad esempio dalla
compartecipazione con i personaggi dal grado e dal tipo di identificazione. È in apologia dell esperienza
estetica che Jauss riflette sul piacere attivato dall esperienza della letteratura, ribaltando il ruolo del lettore
comune che, attraverso i suoi giudizi, accettando o sovvertendo i valori tradizionali, contribuisce alla
creazione di un canone allo stesso modo dei critici di professione .

Nei tre volumi di esperienza estetica ed ermeneutica letteraria Jauss Sostiene che l’esperienza estetica è
capace di liberare l’uomo dei propri vincoli quotidiani, E definisce l’attività ermeneutica come uno scambio
dialogico in particolare individua tre fasi nella letteratura di un testo di un testo:
Il primo livello quello della comprensione estetica riguarda la percezione del testo, il secondo livello
l’interpretazione è la riflessione sul senso complessivo del testo ai fini di un’ interpretazione globale, il terzo
livello quello dell’applicazione corrisponde allo studio della ricezione dell opera rispetto ai lettori e alle
diverse epoche storiche.

Altro nome importante nelle scuole di costanza che con Jauss contribuisce a teorizzare l estetica della
ricezione è lo studioso tedesco Wolfang Iser.

Isernia Si interessa soprattutto della risposta dell elettore. il test secondo Inside fornisce degli stimoli a cui il
lettore è chiamato a rispondere, In altre parole tra lettore e opera si deve instaurare una cooperazione
affinché le parti testuali che l’autore lascia indeterminate possano essere completate da lettore ,e in questo
modo partecipa alla formazione del senso portando le proprie esperienze.

L’intervento del lettore dunque fondamentale per mettere in atto le potenzialità del testo poiché nessuna
descrizione può essere così dettagliata da non richiedere l'intervento della nostra immaginazione. la
letteratura viene dunque considerato da Iser come un percorso biunivoco in cui da un lato l’ interprete
contribuisce a produrre il testo,e dall'altro l’opera programma una serie di indicazioni per il lettore.

Iser Sottolinea che l’interazione tra il testo e il lettore è fondamentale poiché il processo della lettura fa
emergere di volta in volta nuovi significati. il testo non coincide totalmente con la realtà, dunque produce
spazi di indeterminatezza che il lettore andrà a riempire dalla propria prospettiva individuale. secondo Iser
gli atti della funzione fanno da tramite tra gli elementi della realtà e la facoltà immaginativa del lettore. se
da un lato rendono irreale nel testo ciò che è reale dall'altra rendono reale l' immaginario, dunque il testo
seleziona gli elementi del reale, rielabora creano un mondo proprio. Questa selezione è guidata dalla scelta
compiuta dall' autore e si manifesta nella combinazione degli elementi testuali.

Lezione 15

Evidenziare gli aspetti principali degli studi sulla traduzione affrontata nel corso

a lungo la tradizione Sta come un prodotto, negando Negando l’identità del traduttore, una posizione che
non riconosceva elementi di scambio e di comunicazione che intervengono nella traduzione.

Per gli autori classici, tradurre rappresenta una reinvenzione del valore artistico di un'opera per riprodurne
il senso.

Cicerone dichiara di tradurre “da oratore" e non “ da interprete “, vale a dire non rendendo parola per
parola ma mantenendo l’efficacia delle parole stesse. Cicerone afferma di non tradurre in maniera letterale,
usa il verbo converto per indicare non solo la semplice traduzione ma anche il processo di assimilazione dei
vari contenuti ed espressioni, adeguando la cultura greca a quella romana.

Dal 1200 e dalle 1300 il passaggio da una civiltà linguistica all’altra rappresenta una grande novità della
civiltà romanza, che si confronta con la massiccia tradizione greco- Latina,Percependo l’atto del tradurre
come conservazione e trasmissione culturale.

La traduzione acquista dunque fra 300 e 400 quelle caratteristiche essenziali al suo riconoscimento come
attività autonoma. Nell’ambito del 900 sulla traduzione è possibile individuare tre fasi

• Negli anni 50 e 60 nasceva una vera e propria scienza della traduzione gli studiosi volevano
elaborare dei modelli matematici per la traduzione sfruttando le potenzialità dei computer e dei
traduttori automatici che cominciavano a diffondersi quel periodo.Quest approccio puramente
linguistico ha rilevato presto la sua inefficacia. Fino agli anni 60 la traduzione viene vista come una
pratica source oriented, che Sì concentra cioè sulla fonte, sul testo di partenza, che viene messo in
relazione all'opera tradotta soprattutto tenendo conto degli aspetti linguistici. In questa fase l'è
traduzioni si concentrano sulle parole e sui sintagmi e non tanto sul contenuto.
• La seconda fase, a partire dagli anni 70, si orienta verso i testi tradotti , e in particolare quelli
letterari. A partire dagli anni 70 e 80 gli studiosi hanno abbandonato l’idea di elaborare dei modelli
matematici per la traduzione Gli studiosi inaugurano la traduttologia e si concentrano sul testo nel
suo complesso non solo sulla lingua.
• A partire dagli anni 80 si assiste a una nuova svolta con i translation studies: Il centro dell
attenzione si sposta dal testo alla cultura, e la traduzione comincia ad essere considerata come un
processo di scambio culturale Essenziale, arrivando quasi ad oscurare il testo di partenza, vale a
dire la fonte. Diventa essenziale lo scambio che si realizza tra le due culture, quella di partenza e
quella di arrivo, e la possibilità di comunicazione interculturale che la traduzione offre. quest'ultima
fase di studio accoglie gli stimoli provenienti anche dalla linguistica, dalla filosofia e dalla sociologia,
riconoscendo al testo tradotto il carattere di opera originale, dando importanza all analisi testuale e
dalla dimensione storica della traduzione.

Oggi la traduzione viene considerata un elemento chiave della comunicazione interculturale, infatti non
coinvolge solo aspetti di più linguistico ma riguardano anzitutto l'interazione tra le culture. a partire dagli
anni 90 il discorso sulla traduzione viene ampliato dalle riflessioni nate nell’ambito degli studi post coloniali
e dai cultural studies . Al dibattito sulla traduzione partecipano sempre più attivamente anche studiosi non
occidentali che introducono nuove problematiche: La traduzione tra culture dominanti e culture dominate,
i rapporti fra traduzione e genere, il legame tra traduzione e ideologia. Gli studiosi di traduttologia più
recenti analizzano le conseguenze portate dalla cultura post coloniale nel processo traduttivo e fenomeni di
ibridazione vale a dire l’inevitabile intreccio tra sistemi culturali diverse.

Lezione 36 domanda 08

Il lettore ingenuo e il lettore critico secondo U.Eco

Per come Vengono presentati gli avvenimenti, il racconto di Allais invita il lettore a fare false previsioni, che
vengono poi disattese a livello della fabula. Lo stesso avviene nei romanzi polizieschi, dove le strutture
discorsive traggono in inganno il lettore per spingerlo a fare ipotesi avventate. Nello stadio finale della
favola il lettore sarà poi obbligato a rivedere le proprie previsioni. Il testo di Allais Ci racconta almeno tre
storie quello che accade ai personaggi, quello che accade al lettore ingenuo, è infine quello che accade al
lettore critico.

• Alla fine del capitolo quattro il lettore ingenuo dovrebbe sospettare che Raul e Marguerite
Partecipano al ballo vestiti rispettivamente da pirata e da piroga congolese, ciascuno con il
proposito di sorprendere l’altro un flagrante adulterio.
• Leggendo il capitolo 5 il lettore ingenuo dovrebbe sospettare che le due maschere che partecipano
al ballo sono Raul e Marguerite

Ma per elaborare queste due ipotesi si deve presupporre che ciascuno dei due coniugi abbia letto la lettera
ricevuta dall altro, altrimenti non saprebbe come è travestito il rivale da sostituire.

Nel testo di Allais Nulla spinge a credere che le due maschere siano Raul e Marguerite, Inoltra non viene
mai detto che i due hanno un amante, altrimenti perché le due maschere quando scoprono di non essere
Raul e Marguerite Lasciano un grido di stupore? Il lettore, per razionalizzare la situazione, potrebbe fare
un’ipotesi: se i due sono stupiti Per il fatto di non riconoscersi vuol dire che si aspettavano di trovare Raul e
Marguerite. In realtà, questa credenza non è mai stata attribuita al templare e alla piroga.
Il Dramma di Allais Sembra essere scritto, spiega Eco, per essere letto almeno due volte: Una prima lettura
presuppone un lettore ingenuo, una seconda lettura è quella di un lettore critico che interpreta i fallimenti
del primo.

La cooperazione testuale i destinatari e il lettore modello della fiaba lezione 37

*Solo a partire dal 700 i genitori borghesi cominciano ad interessarsi all educazione dei loro
bambini EA considerare infanzia come una fase cruciale della crescita. La nascita della letteratura
dell’infanzia coincide con la affermarsi di un nuovo modo di concepire il bambino Perraut Riadatta i
racconti della tradizione orale secondo i gusti dei principi educative il 1819 con il libro le fiabe del
focolare di Grimm il bambino diventa a pieno titolo il destinatario della fiaba

Lezione 40
La fiaba di Cappuccetto Rosso prima di Perrault:Tra reti di iniziazione e racconti di ammonimento
Certamente Cappuccetto Rosso contiene elementi riconducibili ai miti, credenze e riti antichi, ma
studi recenti hanno dimostrato che la storia affonda le proprie radici in tempi relativamente
moderni. Questa storia si sviluppa nell’ambito della tradizione orale tardo medioevale,Soprattutto
in Francia virgola in Tirolo e nell’italiana settentrionale. Appartiene a un gruppo di storie destinate
all’infanzia che avevano un fine morale e che sicuramente hanno influenzato la versione scritta da
Perrault.
La studiosa di folclore Marianne Rumpf Dimostra che la maggior parte dei racconti di
ammonimento diffusi nel medioevo in ambito europeo condividono l’elemento delle forze ostili che
minacciano i bambini indifesi rappresentando occhi, orchesse, essere selvaggi, licantropi, lupi, che
insidiano l’incolumità dei bambini indifesi nella foresta. Analizzando una vasta gamma di materiale
Rumpf Arriva a sostenere che durante il medioevo in Francia, più che in ogni altra nazione europea,
sono particolarmente diffusi i racconti basati sulle superstizioni e sui Lupi mannari.Nel 500 e nel
600 si avranno poi numerosi processi contro uomini accusati di licantropia, come accadrà per le
donne perseguitate e accusate di stregoneria. in questo periodo in molte zone della frangia il
popolo viveva nel terrore incontrare licantropi e Lupi mannari nelle foreste nei boschi. Altri studiosi
hanno sottolineato che il racconto popolare da cui si origina la fiaba di Cappuccetto Rosso non
sarebbe solo un racconto di ammonimento legato alla licantropia, ma un racconto di iniziazione,
che narra l’ingresso della giovane protagonista nel mondo degli adulti. Il riferimento agli aghi e agli
stili nella versione di Delarue, Può essere ricondotto la apprendistato di cucito riservato alle giovani
contadine virgola che virgola in alcune regioni francesi segnava l’inizio della pubertà In altre parole,
la fiaba metterebbe in scena un processo di apprendimento, il passaggio all’età adulta. Il pasto
cannibalico di Cappuccetto Rosso che nella versione di Delaure Si nutre della carne e del sangue
della nonna in questo senso rappresenterebbe un vero e proprio atto di autoaffermazione, un
passaggio di consegna tra la vecchia e la nuova generazione.

Lezione 45
indicare quali sono e spiegare caratteri principali e i protagonisti delle diverse fasi di sviluppo della
narratologia

il termine narratologia è stato introdotto dal teorico della letteratura e saggista Tzvetan Teodoro Nel 1969
per designare l’approccio critico di derivazione strutturalista al testo letterario. la teoria narratologica si
basa su presupposti molto simili alla teoria strutturalista del linguaggio: lo strutturalismo linguistico
segmenta il linguaggio individuando delle unità minime, allo stesso modo la narratologia scompone il testo
nelle sue parti costitutive per analizzare la sintassi narrativa. la narratologia, disciplina che si occupa dell
analisi del testo narrativo, riassume in sé impostazioni e teorie nate in diversi ambiti, ma il cui
denominatore comune è quello di individuare una struttura profonda del testo. gli studi narratologici si
concentrano sull'analisi delle forme delle strutture della narrazione recuperando e riformulando le teorie
del formalismo russo così come le funzioni narrative individuate da Propp nelle fiabe di magia russe.

La narratologia nasce in Francia a partire dagli anni 60 , e conoscere ulteriori fasi di sviluppo negli anni
successivi. possiamo individuare:

• una narratologia di prima generazione che nasce tra gli anni 60 e 70 grazie agli studi della
cosiddetta scuola di Parigi
• una narratologia di seconda generazione che si sviluppa a partire dalla seconda metà degli anni 90,
quando viene riconosciuto l’importanza dello storytelling narrazione , atto del narrare.

Negli ultimi anni la narratologia si arricchisce del contributo delle scienze cognitive, delle riflessioni in
ambito antropologico sulla centralità dello storytelling, E il contributo del neuroscienza.

La scuola di Parigi è animata da studiosi come Roland Barthes, Tzvetan Todorov e Gerardo Genette, I quali
volevano identificare le unità minimali della narrazione trovare la struttura universale di qualsiasi tipo di
racconto.in questa prima fase vengono messi a punto una serie di strumenti di analisi per classificare la
posizione del narratore all’interno di una storia, valutare il rapporto sempre mutevole tra il tempo della
storia narrata e il tempo del discorso che la narra, identificare il punto di vista attraverso cui una storia è
raccontata. la narratologia in questa fase viene chiamata analisi del racconto il suo obiettivo primario è
quello di allargare le funzioni individuate da Propp nelle fiabe a tutti i tipi di narrazione. i protagonisti
principali di questa prima stagione della narratologia sono T. TODOROV , G. Genettee C.Bremond.

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